sabato 29 aprile 2006

Ormai è sicuro: moriremo tutti ex-democristiani

20060429 20200328-01Le vicende di ieri al senato sono paradossali, e spingono a considerazioni paradossali. Abbiamo visto due ex-democristiani (Andreotti e Marini) condurre una battaglia all'ultima scheda, arbitrati da un ex-democristiano (Scalfaro) che più ex non si può... abbiamo visto il capo degli attuali, non-ex, democristiani (Silvio Berlusconi) gongolare con discrezione per i risultati vergognosi che una legge elettorale vergognosa sta producendo... nel frattempo un altro ex-democristiano (Cossiga) ci metteva del suo per intorbidare le acque (e non si capisce se lo faccesse per l'eterno gusto del paradosso, o per una certa tendenza (da Gladio in giù) a nuotare in acque torbide. Intanto frotte si ex-democristiani si aggirano per i corridoi, conci20200328-02onando su quanto sia ingovernabile l'Italia uscita da queste elezioni, dopo aver scientemente varato la legge-porcata, esattamente disegnata per ottenere questa ingovernabilità di cui adesso ci si lamenta. 

Più defilati, altri ex-demoscristiani (DC, UDC, Udeur) si accusano l'un l'altro delle più ignomiose lotte di corridoio. Seduti su un divanetto, due ex-democristiani, pressati da un 20200328-03cronista, devono ammettere che si, anche nel '94, al Senato i numeri erano stretti, anzi strettissimi: per dirla tutta, i numeri non c'erano, ed il democristiano Berlusconi fù costretto a ingaggiare fra i democristiani di destra Luigi Grillo (l'amico di Fiorani e del democristiano Fazio), per poter eleggere alla Presidenza del Senato Carletto Scognamiglio.

Una discussione "accesa" fra l'ex-democristiano Mastella ed alcuni ex-democristiani di destra sfocia in un confronto fisico, prontamente sedato da altri ex-democristiani, 20200328-04provvidenzialmente accorsi. Un vecchio commesso, vicino all'età della pensione, osservava convinto: quì dentro, se ti azzardi a sputare in aria, puoi colpire solo un ex democristiano. 

Nel frattempo, l'ex-democristiano Berlusconi non videochiama ancora l'ex-democristiano Prodi, perchè ha scoperto un nuovo, clamoroso broglio elettorale a Napoli, dove i comunisti gli avrebbero rubato ben 100.000 voti, mica una bazzecola... non sa dire dove, come e quando; non 20200328-05è andato in Procura a denunciare il fatto, ma è quasi certissino che gli ex-democristiani di Prodi gli abbiano "rubato" i voti: ...se non a Napoli, dove? 20200328-06

E esattamente fra un'ora, si ricomincia. Sperando che tutti i giovani ex-democristiani ieri protagonisti, abbiano recuperato le forze. Ecco, questi sono i giorni in cui abbiamo tutti tanta, tanta invidia per la nostra amica Roberta, che vive felicemente a Sidney.

 

Tafanus

 

martedì 25 aprile 2006

Il 25 Aprile visto da destra

Prodi: un 25 aprile per difendere la Costituzione
di red (l'Unità)

Una grande manifestazione nel segno della difesa della Costituzione. Per questo Romano Prodi, martedì 25 aprile, parteciperà al corteo milanese organizzato dai sindacati, dalle istituzioni locali e dalle associazioni combattentistiche. 20060425 

Una festa di piazza per celebrare la Resistenza e la Liberazione con un occhio al prossimo futuro: «Questo 25 aprile rammenta a tutti noi l’urgenza di difendere la nostra Costituzione», scrive il prossimo presidente del consiglio sul suo sito internet. E l’urgenza sta tutta nella necessità di dire no alla «riforma costituzionale che la destra ha portato a conclusione senza un confronto parlamentare», una riforma che «stravolge il senso del lavoro della Costituente del 1947 che seppe far prevalere l’interesse generale su quello delle parti e il bene di tutti sulle divisioni ideologiche».

Da Milano, dunque, inizia una nuova campagna per l’unità nazionale che si concluderà, quasi sicuramente a giugno, con il referendum sulla devolution. Di questa campagna, che deciderà l’equilibrio politico e istituzionale del Paese, Prodi vuole essere da subito protagonista. Con un duplice obiettivo: «Che la partecipazione popolare al prossimo referendum sia la più ampia possibile e che il no a questa sbagliata riforma costituzionale arrivi da ogni parte d’Italia».

Il leader dell’Unione, alla vigilia della festa della Liberazione, parla del «bene supremo della democrazia, di «una memoria che unisca e non divida. Una memoria che guarda al futuro, non alle recriminazioni e agli odii del passato».

Parole che non significano molto per la Cdl. D’altronde il post fascista Ignazio La Russa ritiene che del «senso del 25 aprile ne abbiamo tutti le scatole piene» e difende lo sfascio leghista della Costituzione. La forzista Isabella Bertolini se la prende con «la retorica stantia ed ammuffita delle sinistre», e vorrebbe sentir parlare delle «tante ombre di quegli anni». Gli anni nei quali gli italiani riconquistarono la libertà e abbatterono un regime. L’ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli chiede addirittura di mettere le «bandiere a mezz'asta» perché «da festa della liberazione, la giornata di domani, rischia di diventare la tragica festa dell'occupazione da parte di un regime». ...buon vino non mente...

Al corteo di Milano, insieme ad oltre 100mila persone, sarà però presente anche il candidato sindaco del centrodestra Letizia Moratti. Ci sarà con timidi distinguo («Spero di vedere più tricolori possibili perché il tricolore unisce») e accanto al padre deportato a Dachau nel 1943. Ma ci sarà, nel corteo chiuso dalle parole del presidente della provincia Penati, di Epifani e del vicepresidente del Csm Rognoni. Segno che questa festa è molto più popolare di quello che i suoi avversari vorrebbero far credere.

 

giovedì 20 aprile 2006

"The Guardian", noto giornale comunista, ci parla di Silvio Berlusconi

A very Italian coup

Silvio Berlusconi is getting as close as possible to emulating General Franco and the Greek colonels. 

http://commentisfree.guardian.co.uk/martin_kettle/2006/04/a_very_italian_coup.html

It is a long time since there has been coup d'etat in a western European country, so maybe we have forgotten what they look like. Apart from Greece in 1967, I think the last successful attempt to defy an election in our part of the world was carried out by General Franco in the 1930s. But Silvio Berlusconi is getting as close as possible - and much closer than he should - to emulating the Caudillo and the colonels. His refusal to accept the official results of Italy's general election may technically just squeeze within the country's constitutional rules - though I'm sceptical about that - but it is indisputably the act of a moral law-breaker. It is not the right way to behave in a democracy.

When the other guy gets more votes and seats, Silvio, then you have to quit. The team that gets the most goals is the winner, even in a penalty shoot-out. Them's the rules. But Berlusconi has always been a rule-breaker, a law-avoider, a responsibility shirker. The refusal to accept the existing rules is at the heart of his politics. That is why he not quitting now. And, while we're at it, let's put the next great fear out on the table here too. The longer Berlusconi clings to power, the more likely that he will fix the result, by bribery or dirty tricks, in his favour. By all means have a review and a recount and so on - but not under the supervision of a government that is trying to hang on to office.

What we are seeing is close as dammit to an outrage to democracy of the kind with which the European Union is not unfamiliar. This was the way Milosevic behaved when Serbs voted him out. It is the way Viktor Yanukovich acted when Ukrainians had the effrontery to vote for Yushchenko. When those crooks tried to hang on in the face of the results, our governments took action, stood together and upheld the rule of democracy and law. Why is the behaviour of an Italian crook any different today? Answer: it isn't. If Berlusconi does not quit, the nations of Europe should break off diplomatic relations. Italy should be excluded from all EU functions until the will of the electorate is respected. If Europe allows Berlusconi to stay in power it will have proved itself as useless as the League of Nations was when it failed to stand up to another Italian autocrat 70 years ago.

PER COLORO CHE HANNO POCA FAMILIARITA' CON L'INGLESE, CI PERMETTIAMO DI TRADURRE I PASSI PIU' SIGNIFICATIVI:

E' trascorso molto tempo dall'ultimo colpo di stato in Europa, quindi forse non ricordiamo a cosa questo rassomigli.. con l'eccezione della Grecia del '67, l'ultimo tentativo portato a termine con successo di stravolgere un risultato elettorale risale a Franco negli anni 30. Ma Berlusconi si sta avvicinando il più possibile (più di quanto non dovrebbe) ad imitare i colonnelli greci e il Caudillo. Il suo rifiuto di accettare i risultati ufficiali delle elezioni [....]

Quando il tuo avversario prende più voti e seggi, Silvio, allora tu devi andartene. Vince chi segna più goals, anche se segna su rigore nel corso di uno shoot-out: queste sono le regole. [...] ma Berlusconi ha sempre infranto le regole, evitato le leggi [....] il rifiuto di accettare le regole esistenti è il nucleo della sua politica [....] più a lungo resterà in carica, più aumentano le probabilità che possa falsificare i risultati in suo favore, con trucchi sporchi e mazzette [....] ciò a cui stiamo assistendo è un oltraggio alla democrazia, del tipo al quale l'unione Europea non è abituata [....] questi sono stati i sistemi di Milosevic, quando i serbi gli hanno votato contro; così si è comportato Yanukovich, quando gli ucraini gli hanno fatto l'affronto di votare per Yushchenko. Quando questi criminali ci hanno provato, i nostri governi sono saltati su per ristabilire le regole della democrazia; dov'è la diferenza di comportamento, oggi, del criminale italiano? semplicemente non c'è. Se Berlusconi non molla, l'Europa dovrebbe rompere ogni relazione con l'Italia. L'Italia dovrebbe essere esclusa da tutte le funzioni dell'EU, finchè non sarà rispettata la volontà dell'elettorato.

Se la EU permetterà a Berlusconi di restare al potere, proverà a se stessa di essere inutile esattamente come la Lega delle Nazioni, quando ha fallito nel fronteggiare un altro autocrate italiano, 70 anni fà.

 

mercoledì 12 aprile 2006

I volantini di Totò "Vasa Vasa" Cuffaro nel covo di Provenzano

Cuffaro2 

VOLANTINI ELETTORALI - In un locale attiguo alla masseria dove si nascondeva Provenzano, sono stati trovati dei volantini propagandistici per le elezioni politiche dello scorso 9 e 10 aprile. I volantini fanno riferimento al presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, candidato al Senato per l'Udc, e a Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone, e anche lui candidato alle politiche per il Patto della Sicilia. I volantini sono stati immortalati da alcuni fotografi e operatori tv entrati nel covo. Il materiale propagandistico si trovava in un locale utilizzato da un pastore e non dal superboss.

martedì 11 aprile 2006

il prestigio internazionale dell'Italia, che ereditiamo dal Cipria

(cortesia di Viviana Vivarelli)

Le elezioni italiane sono su tutta la stampa internazionale. Dall'Hindu al Miami Herald, l'Italia e' in prima pagina:

"Il Berlusconistan" (Suddeutsche Zeitung)

"L'Italia delle paillettes, della demagogia e del sogno americano" (Le Soir)

"Un sistema abilmente costruito per rincoglionire le masse, dove  regna il principe delle arti volgari" (L'Express)

"Don Coglioni" (The Wall Street Journal)

"Un premier d'ineguagliabile condotta villana e meschinita' culturale che lo rendono l'incarnazione dei peggiori italiani" (Frankfurter Allgemeine Zeitung)

"Benvenuti nell'Italietta che sta per liberarsi del Cavaliere,  in quale in caso di sconfitta ha promesso di fuggire a Tahiti", nella vignetta appare con una corona di fiori al collo, (Financial Times)

"L'onta dell'Europa" (Le Nouvel Observateur)

"Berlusconi fra una sconfitta annunciata e una campagna disperata" (The Guardian)

"Elettori intenzionati a tagliare i legami col miliardario che ha diviso il Paese" (The Times)

"Un prevedibile cambio di governo"  (Die Zeit)

 

...avete visto "L'Italia della vergogna"...

 

domenica 9 aprile 2006

I giorni dei Coglioni

...il cielo è plumbeo, di tre computers mi è rimasto in vita solo il portatile (hard-disk da mezzo floppy, più o meno); ho fatto notte a tentare di far qualcosa, ma di sabato e domenica a Milano non si può... mia moglie è andata per mostre, e a mezzogiorno mangerò una pizza industriale... oggi mi ha scritto uno, dicendomi che grazie a me è passato dall'UDC all'astensione...   azzz... tanti mesi di fatica, per guadagnare mezzo voto?

...poi, per consolarmi, mi sono detto: e se fosse il mezzo voto che ci serve per vincere e mandare a Tahiti il Kaimano? ...perciò mi sono svegliato anch'io col pensiero fisso: devo chiedere a tutti un ultimo sforzo: quello di andare a caccia di mezzo voto a testa...

Buonissima domenica a tutti.

Il più coglione

 

giovedì 6 aprile 2006

Gli ecomostri di Punta Perotti a Bari: ci voleva una amministrazione di komunisti?...

Bari, la dinamite cancella l'ecomostro di Punta Perotti
di red. (l'Unità)

Puntaperotti1Addio al discusso «ecomostro» di Punta Perotti. Il complesso immobiliare abusivo sul lungomare sud di Bari, i cui lavori sono stati bloccati nove anni fa, è stato fatto implodere alle 10.30 nella sua parte centrale. Il primo a cadere a colpi di tritolo, tra i palazzi costruiti dall'impresa Matarrese, è stato il più grande, mentre a fine aprile sarà completata la demolizione delle altre parti. 

Punta Perotti è formato da tre torri alte 13 piani: il complesso edilizio-residenziale (300mila metri cubi) costruito a partire dal 1995 è stato realizzato nell'ambito di due piani di lottizzazione che prevedevano la realizzazione di 290 mila metri cubi complessivi. La struttura è stata edificata a una distanza inferiore di 300 metri dal mare e posizionato in parte a mo' di saracinesca, in modo da impedire la vista del lungomare a sud di Bari.

Sono tre in tutto le esplosioni che faranno crollare «la saracinesca»: dopo quella di oggi, le operazioni di demolizione saranno completate il 23 e il 24 aprile prossimi. Ogni giornata di «sparo» (così viene definita dai tecnici), farà crollare 70 mila metri cubi di cemento con l'impiego di 300 chili di esplosivo e di 150 detonatori. L'esplosione dura al massimo 1 secondo, mentre il crollo -- è stato stimato -- varia dai 4 ai 10 secondi. In meno di 2 minuti, il crollo produce 35 mila metri cubi di macerie diffuse su un raggio di 50 metri e un'altezza di 7.

La storia degli ecomostri di Punta Perotti inizia nel 1995, quando il Comune di Bari rilascia le concessioni edilizie e aprono i cantieri per il via ai lavori. Due anni dopo, il gip di Bari ordina il sequestro dei suoli e dei tre palazzi costruiti a una distanza inferiore di 300 metri dal mare e in posizione «orizzontale» rispetto al mare in modo da «tagliare» la visuale a sud del lungomare Perotti. Sempre nel 1997, la Corte di Cassazione annulla il decreto di sequestro del gip di Bari e dissequestra suoli e cantieri, ma le imprese costruttrici, da quel momento non riprendono i lavori di costruzione e attendono la fine del processo. Un processo che con rito abbreviato si conclude nel 1999. Gli imputati vengono assolti, ma Punta Perotti è giudicata abusiva e confiscata. Nel 2001, la Corte di Cassazione conferma la decisione del giudice del Tribunale di Bari. L'anno scorso, il Comune di Bari, indice la gara per la demolizione dei palazzoni. Ad aggiudicarsela è la ditta specializzata General Smontaggi di Novara. Nella scorsa settimana, l'impresa Matarrese, costruttrice del complesso edilizio, avvia tre ricorsi d'urgenza al tribunale di Bari per scongiurare l'abbattimento, ma tutti vengono respinti e ritenuti «inammissibili». La fine di Punta Perotti è arrivata in una tiepida giornata di sole «ma non di festa», ha sottolineato il sindaco di Bari, Michele Emiliano. Il primo cittadino ha detto che «l'abbattimento è un atto dovuto alla giustizia, alla bellezza e alla dignità di Bari. Non è una festa. Anche se gioiremo di fronte al crollo di un mostro, dovrà essere chiaro a tutti, il senso di fallimento che ogni demolizione rappresenta e l'urgenza che abbiamo di ricostruire, di ridisegnare il profilo della città».

 

martedì 4 aprile 2006

Vanna Marchi condannata a due anni e 6 mesi per truffa.

  Vanna_marchi_e_figliaMILANO - Due anni e mezzo di reclusione. E' la prima condanna per Vanna Marchi e per sua figlia Stefania Nobile. Arriva dal processo-stralcio per truffa aggravata che si è concluso oggi davanti al tribunale di Milano. La pena è di sei mesi più alta rispetto alla richiesta del pm Gaetano Ruta, il quale aveva sollecitato 2 anni di reclusione per madre e figlia e un anno e due mesi per il convivente della conduttrice di televendite. Le difese avevano invece chiesto l'assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" o in subordine "per non aver commesso il fatto".

Berlusconi: "Ho vinto io coi fatti" - Ma sull'Ici l'Udc parla di autogol: Ciccanti: "Per fortuna ha parlato a nome di Forza Italia"

ROMA - "Ho vinto io. se fosse stata una partita a tennis sarebbe finita 6-0/6-0". Il premier Silvio Berlusconi dice di aver nettamente prevalso nel confronto tv di questa sera. Con lui, tutta la casa delle Libertà". E, nella soddisfazione del Cavaliere, c'è spazio anche per una polemica con Fini: "Avete visto che quando ho parlato non ho fatto il gioco di Fini, che ha detto che 'se c'ero io vincevo', ma ho parlato a nome di tutta la coalizione", ha spiegato rivolto ai giovani di Forza Italia che lo attendevano a Palazzo Grazioli. Pochi minuti dopo la conclusione del secondo duello tv con Romano Prodi, arriva il commento di Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italai: "Il presidente del Consiglio è riuscito a convincere gli italiani. Ha mostrato, come durante il primo confronto, di essere più preparato e competente, ma in più questa volta è apparso maggiormente credibile in termini personali e in quanto leader della coalizione". 

In mezzo a tanto entusiasmo anche voci discordi. Non usa mezze misure il senatore dell'Udc Amedeo Ciccanti. "Non si vincono le elezioni sparandole più grosse dell'avversario, agli elettori bastavano le 'balle' di Prodi - dice Ciccanti - Per fortuna che ha parlato a nome di FI e nel programma della Cdl una proposta del genere non compare". "Al 90esimo Berlusconi, dopo un pareggio senza emozioni, butta la palla nella sua rete con la incredibile proposta di cancellare l'Ici", conclude il senatore Udc.

Gianpiero Gamaleri, ex consigliere Cda Rai in quota Cdl e professore di sociologia dei processi culturali e comunicativi, sostiene: "Abolire l'Ici è poco credibile, perché poi occorrerebbe un intervento dello Stato a rifondere ai Comuni il mancato introito. Si tratta sicuramente di un argomento non liquidabile con una battuta conclusiva di un dibattito".

L'esponente di An, Gianni Alemanno, ai microfoni di RepubblicaRadio & Tv aveva affermato subito dopo la conclusione del dibattito di non essere a conoscenza che l'abolizione dell'Ici fosse nel programma della Cdl.

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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