martedì 31 ottobre 2006

La Riforma Epocale dell'Ing. Castelli

Undici pm di Catania hanno presentato lettera di dimissioni - Catania, procura al collasso: La decisione degli 11 magistrati del pool antimafia. I giudici costretti ad anticipare i soldi per la benzina e i ricambi delle auto di servizio

Castelli_1 CATANIA - "Il problema è che ormai nessuno vuole farci più credito. Abbiamo raschiato il fondo, il prossimo passo è la paralisi e da domani non terremo più udienze fuori città". Mario Busacca, procuratore della Repubblica a Catania, non avrebbe mai creduto di trovarsi costretto, ad un mese dalla pensione, ad abbandonare l'aplomb mantenuto anche nei momenti più difficili. "Ma senza fondi, senza uomini, senza mezzi, senza carta né benzina - dice - ci sentiamo davvero, tutti, stanchi, mortificati e... soli".

Ieri mattina Busacca si è trovato sul tavolo le dimissioni in blocco dei componenti la direzione distrettuale antimafia di Catania. Undici magistrati che, con un documento inviato anche al ministero di Grazia e Giustizia, hanno rassegnato il mandato denunciando "le gravissime disfunzioni che hanno determinato una situazione ormai insostenibile". Settantamila euro di debiti sono troppi per qualunque creditore. Anche se il debitore in questione è la Procura della Repubblica di Catania che così, dopo il blocco delle forniture di carta e toner, computer e fotocopiatori, si è vista chiudere le porte in faccia da meccanici ed elettrauto, gommisti e benzinai. Con il risultato che, ormai da mesi, i magistrati della direzione distrettuale antimafia sono appiedati, a meno che non anticipino di tasca propria il denaro necessario all'acquisto della benzina o delle pasticche per i freni [...]

Berlusca_1 Il computer si è sfasciato proprio ieri e non voglio nemmeno per un attimo pensare di aver perso tutti i dati in memoria. Intanto ho dovuto comprare un portatile, a mie spese. Abbiamo chiesto aiuto alla procura nazionale antimafia: ci hanno mandato 20 ticket benzina da 10 euro. Una goccia nel mare".

Così i magistrati catanesi hanno rifiutato di firmare lo schema di accordo per la protezione, "dato che le misure per la nostra protezione e sicurezza - sottolinea ancora Fonzo - esistono solo sulla carta", e il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, non ha potuto che prenderne atto. Ieri, quando il procuratore Busacca ha respinto le dimissioni di massa, è scattato l'ultimatum dei pm: dal primo novembre nessuno di loro anticiperà denaro, con il conseguente blocco delle udienze fuori dalle aule del palazzo di giustizia catanese.

"Ho respinto le dimissioni e chiesto altri sacrifici - dice Mario Busacca - ma non posso chiedere l'eroismo. Siamo al torpore istituzionale di chi deve garantire che la città non sia indifesa di fronte alla criminalità e invece ci ha tagliato i fondi del 50%. Se non ci danno leggi speciali né soldati - conclude il procuratore - almeno ci mandino la carta e la benzina".

di MICHELA GIUFFRIDA – Repubblica.it - (31 ottobre 2006)

 

Mastella_7 ...questo è il “Sistema Giustizia” che 5 anni di Berlusconismo e di Ingegneri Acustici in camicia verde lasciano al paese. L’ing. Ac. Castelli mi ricorda la barzellettina dell’uomo che raccontava: “...in casa mia, mia moglie ed io ci siamo suddivisi equamente i compiti: mia moglie si occupa delle grandi scelte (l’Italia, deve andare in Iraq? deve uscire dalla Nato? deve ritornare al nucleare?) e io mi occupo delle piccole cose (dobbiamo comprare la casa? cambiamo l’auto? Iscriviamo i figli all’Università?)...

 

...ecco, L’Ing. Ac. si è occupato, giustamente, dei “problemi epocali” (come d’altronde tutti i ministri berlusconiani): separazione delle carriere, rogatorie,  valutazione del lavoro dei magistrati inquirenti... ora qualcuno si troverà a dover risolvere solo i piccoli problemi: come si scorta un magistrato antimafia, chi compra il toner per la stampante, chi aggiorna i computers obsoleti, chi paga le spese per le trasferte dei magistrati... ma di queste materie bagatellari potrà ben occuparsi il nuovo governo: il lavoro grosso, quello “epocale”, lo ha già fatto l’Ing. Ac. Pat. (Ingegnere Acustico Patano).

mercoledì 25 ottobre 2006

Lauzi2Milano, è morto Bruno Lauzi - Il mondo della musica in lutto

MILANO - Lutto nel mondo della canzone, l'artista genovese, Bruno Lauzi, è deceduto questa notte a Milano. Il noto cantautore aveva 69 anni e da tempo era affetto dal morbo di Parkinson. Solo pochi giorni fa la notizia che a lui, vincitore del Premio Tenco 2006, sarebbe stata dedicata la Rassegna della canzone d'autore 2006 in programma dal 9 all'11 novembre al Teatro Ariston di Sanremo.
Repubblica.it (25 ottobre 2006)
 
A Bruno Lauzi mi legava un particolare affetto, per molte ragioni, nessuna delle quali determinanti, ma che messe tutte insieme facevano di Lauzi, nella nostra famiglia, una persona particolare. Il primo punto è che Lauzi è stato uno dei grandi interpreti di quella fecondissima "scuola genovese" che ha fatto uscire la canzonetta italiana dal filone del "cuore che fa rima con amore", e le ha dato dignità da canzone d'autore.
 
Lauzi1_2  Il secondo punto è che mia moglie lo conosceva: avevano frequentato la Scuola Interpreti (Bruno era uno o due anni più avanti, ma si ritrovavano d'estate negli stages alla Sorbona, dove Lauzi, con la sua chitarra, la sua stranissima voce un pò "irsuta", il suo aspetto fisico non certo accattivante, mostrava già un talento e delle peculiarità interpretative che "inchiovano" l'uditorio).
.
 
La terza ragione, forse la più importante, è il modo coraggioso e "didattico" col quale Bruno aveva affrontato la malattia che lo aveva precocemente colpito; ne aveva fatto uno strumento di "educazione sanitaria" a beneficio degli altri.
 
 Non è un caso che la terza puntata delle "Perle "Musicali" (18 giugno 2006) fosse stata dedicata dal blog proprio a Lauzi. Marisa lo aveva incontrato ancora, per caso, due o tre anni fa; non immaginava che sarebbe stata l'ultima volta... Ciao, Bruno, non ti dimenticheremo.
 
Per ricordare Bruno, vogliamo linkare un suo pezzo "minore", non certo fra i più famosi, nel quale è racchiusa tutta la sua ironia: "Se potessi avere mille lire al mese..."
                                     

                               Download bruno_lauzi_mille_lire_al_mese.R.mp3

martedì 24 ottobre 2006

Salvate Daniela D'Arco Santanchè

Giancarlo/Gattaccio55 mi trascrive "a mano" questo articolo del "Manifesto" sulla Santanchè. Potevamo perdercelo? certo che no! e infatti lo pubblichiamo, ringraziando Gattaccio per la fatica fatta, e per l'immagine "Pubblicità Progresso"

SANTANCHE', UNA SCORTA PER DIO
di Alessandro Robecchi - Il Manifesto

Pubblicit_progresso1 Quel che riguarda la signora Santanchè appassiona soltanto gli amanti del gossip e gli altri clienti del Billionaire. Eppure ieri il mondo politico, quasi al completo, si è affannato a difendere la signora "condannata a morte" dall'imam di Segrate. L'acceso scontro tra titani in cui la Santanchè spiega il Corano all'imam, è lì da vederfe e tutte le tv l'hanno mandato in onda.
.
Nessuna condanna a morte, nessuna fatwa. L'imam discuteva e, alla signora che pretendeva di conoscere il Corano meglio di lui, ha dato dell'ignorante. Amen, o se preferite Inshallah.
.
Come sia che da una diatriba dialettica sia uscita la scorta, le minacce di morte, la Santanchè che si atteggia a eroina della guerra di religione e l'apertura de "Il Giornale" non si sa, ma suona ben bizzarro. Come ci spiega Magdi Allam dalle colonne del Corriere, quando un imam dice che non è d'accordo è come se pronunciasse una condanna a morte. E' possibile? Dovremmo far finta di crederci? Dunque con un imam non non si può discutere perchè in caso di disaccordo c'è la pena capitale? Perbacco!
.
Prima che la faccenda degeneri nel solito delirio teocon dello scontro di civiltà avvolto nella solita paccottiglia tanto di moda, è bene riportare le cose alle loro reali dimensioni. Il dibattito sul velo non è una cosa nuova in Europa, se ne è discusso in Francia per decenni e, oserei dire, a livelli un pochino più alti. Dunque i casi sono due: o la cosa è irrilevante e Statista_santanch_02allora la Santanchè va benissimo, oppure si tratta di un ampio dibattito culturale. In questo caso meritiamo tutti qualcosa di meno superficiale o, se volete, di meno isterico. Anche i teorici di un ipotetico scontro di civiltà dovrebbero pensarci: nel caso allo scontro di civiltà ci mandi la Santanchè? Vuoi proprio perderlo, allora!
.
Mi sembra che possa bastare: da un dibattito televisivo piuttosto innocuo e noiosetto, ecco che vien fuori il solito polverone allarmista, dato che alimentare la paura pare l'idea del momento. La nostra solidarietà va dunque a tutti: alla Santanchè a cui speriamo nessuno faccia mai del male, e all'imam di Segrate che per un "ignorante" si sente dare del mandante di omicidio. Ultima possibilità: a esser realisti c'è pure il caso che dio non esista. E allora pensate a quanto tempo buttato.

Alessandro Robecchi
.
Di questa pagliacciata forse resterà in vita solo la scorta alla Santanchè, che così potrà fotografarla e metterla sul suo sito, nonchè esibirla quando arriverà nelle discoteche milanesi o romane, o al "Bifolquaire", con o senza l'amico La Russa. Quella scorta che non si era trovata per Marco Biagi, che poi è morto da "rompicoglioni".

Le "tafanate" e il senso dell0obbedienza


Quando il senso della disciplina acceca

Automobilista tedesco obbedisce al navigatore satellitare..

 
Lavoce_2Girare a destra, subito! Si sa, i tedeschi hanno un innato senso della disciplina, unito ad una cieca fiducia nella tecnologia. In una cittadina tedesca un signore, alla guida di un SUV, riceve dal navigatore satellitare un ordine perentorio, che non ammette repliche: "GIRARE A DESTRA, SUBITO!"

Sulla destra, dove l´automobilista deve "girare, subito!, campeggia un bellissimo vespasiano, di quelli di una volta: solido, imponente... insomma, un vero monumento alla prostata.
L´automobilista non può non vederlo: un vespasiano non è un pacchetto vuoto di sigarette. Però gli ordini sono ordini; questo è vero in (quasi) tutto il mondo, ma è verissimo in Germania. Se poi l´ordine non arriva da un uomo (che, per carità! potrebbe sbagliare persino in Germania), ma arriva da una macchina tecnologicamente avanzata, magari "Made in Germany", allora non ci sono santi: si gira a destra, "subito".

Il bravo e disciplinato cittadino tedesco ha di fatto demolito il cesso (2000 euro di danni), ha preso una multa da 35 euro, e ha danneggiato seriamente il SUV.

Ecco, questa potrebbe essere l´unica nota positiva di questa storia emblematica.

(Tafanus)

Salvate Daniela D'Arco Santanchè

Giancarlo/Gattaccio55 mi trascrive "a mano" questo articolo del "Manifesto" sulla Santanchè. Potevamo perdercelo? certo che no! e infatti lo pubblichiamo, ringraziando Gattaccio per la fatica fatta, e per l'immagine "Pubblicità Progresso"

SANTANCHE', UNA SCORTA PER DIO
di Alessandro Robecchi - Il Manifesto

Pubblicit_progresso1 Quel che riguarda la signora Santanchè appassiona soltanto gli amanti del gossip e gli altri clienti del Billionaire. Eppure ieri il mondo politico, quasi al completo, si è affannato a difendere la signora "condannata a morte" dall'imam di Segrate. L'acceso scontro tra titani in cui la Santanchè spiega il Corano all'imam, è lì da vederfe e tutte le tv l'hanno mandato in onda.
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Nessuna condanna a morte, nessuna fatwa. L'imam discuteva e, alla signora che pretendeva di conoscere il Corano meglio di lui, ha dato dell'ignorante. Amen, o se preferite Inshallah.
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Come sia che da una diatriba dialettica sia uscita la scorta, le minacce di morte, la Santanchè che si atteggia a eroina della guerra di religione e l'apertura de "Il Giornale" non si sa, ma suona ben bizzarro. Come ci spiega Magdi Allam dalle colonne del Corriere, quando un imam dice che non è d'accordo è come se pronunciasse una condanna a morte. E' possibile? Dovremmo far finta di crederci? Dunque con un imam non non si può discutere perchè in caso di disaccordo c'è la pena capitale? Perbacco!
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Prima che la faccenda degeneri nel solito delirio teocon dello scontro di civiltà avvolto nella solita paccottiglia tanto di moda, è bene riportare le cose alle loro reali dimensioni. Il dibattito sul velo non è una cosa nuova in Europa, se ne è discusso in Francia per decenni e, oserei dire, a livelli un pochino più alti. Dunque i casi sono due: o la cosa è irrilevante e Statista_santanch_02allora la Santanchè va benissimo, oppure si tratta di un ampio dibattito culturale. In questo caso meritiamo tutti qualcosa di meno superficiale o, se volete, di meno isterico. Anche i teorici di un ipotetico scontro di civiltà dovrebbero pensarci: nel caso allo scontro di civiltà ci mandi la Santanchè? Vuoi proprio perderlo, allora!
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Mi sembra che possa bastare: da un dibattito televisivo piuttosto innocuo e noiosetto, ecco che vien fuori il solito polverone allarmista, dato che alimentare la paura pare l'idea del momento. La nostra solidarietà va dunque a tutti: alla Santanchè a cui speriamo nessuno faccia mai del male, e all'imam di Segrate che per un "ignorante" si sente dare del mandante di omicidio. Ultima possibilità: a esser realisti c'è pure il caso che dio non esista. E allora pensate a quanto tempo buttato.

Alessandro Robecchi
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Di questa pagliacciata forse resterà in vita solo la scorta alla Santanchè, che così potrà fotografarla e metterla sul suo sito, nonchè esibirla quando arriverà nelle discoteche milanesi o romane, o al "Bifolquaire", con o senza l'amico La Russa. Quella scorta che non si era trovata per Marco Biagi, che poi è morto da "rompicoglioni".

lunedì 23 ottobre 2006

Italian Idiots Award

La domanda che era stata posta dal nostro sondaggio per l'assegnazione del nostro "Italian Idiots' Award" era la seguente:

...specchio, specchio delle mie brame, chi e' il piu' idiota del reame?...

Giunti ad oltre 500 risposte valide, possiamo procedere all'assegnazione dei premi: ",...and the winner is..."

                                             Roberto Calderoli

Calderoli_6 che straccia tutti i concorrenti; sul podio anche gli elettori della CdL, e il leader maximo Silvio Berlusconi, detto "Il Cipria". Medaglia di legno a Gasparri.


Infine, un'annotazione qualitativa: le bassissime quotazioni raccolte da concorrenti di tutto rilievo quali Castelli, Schifani e Bertolini, la dice lunga sul livello della competizione, e su come sia stato arduo ottenere non solo la vittoria (del tutto meritata) ma anche un piazzamento onorevole.

Ringraziamo sentitamente tutti i partecipanti, che hanno dovuto lottare contro concorrenti di tutto rilievo. La lotta è stata durissima, ma alla fine, com'era giusto, ha vinto il migliore!

Calderoli                
32.1%
Elettori CdL                
16.3%
Berlusconi                
12.6%
Gasparri                
10.4%
Borghezio                
6.5%
Tremonti                
4.9%
Vito                
4.1%
Fini                
3.7%
Bondi                
3.3%
Bertolini                
2.2%
Fede                
1.6%
Schifani                
1.4%
Castelli                
0.4%
Vespa                
0.4%
Cossiga                
0.0%

 

Totale votanti: 508

NUMERO MONA-TEMATICO DELLA NEWSLETTER: da VICENZA

Vicenza1 Il Cipria lo aveva promesso, e il Cipria è uomo d'onore... si era impegnato a portare a Vicenza tutte le sue truppe cammellate e, nonostante la pioggia regolarmente fornita dai komunisti, a Vicenza sono arrivati in decine e decine di migliaia, da tutta Italia...

...veramente i komunisti hanno tentato di denigrare la manifestazione, con argomentazioni speciose; per esempio, qualcuno ha sostenuto che la Piazza dei Signori, a "pieno carico" e con asfalto asciutto, possa contenere al massimo 5000 persone, ricordando i mitici conteggi del Generale Giannattasio di Forza Italia, che per calcolare le partecipazioni alle Grandi ed Epocali Manifestazioni del Polo, prendeva la superficie "lorda" delle piazze, e ci ficcava dentro 4 persone al metro quadro (senza tenere inVicenza2 minimo conto l'ingombro di pellicce, barboncini, cartelli, bandiere e bauletti di Louis Vuitton)...

...ora, con gli ombrelli e le gomme da bagnato, la capacità si riduce drasticamente (a circa 2000 posti-ombrello); se poi si considera che nelle foto appaiono ampi spazi vuoti, e notevoli possibilità ricettive residue, forse gli "spallatori" di Piazza dei Signori non erano molti di più di 1000 (insomma, la capienza del Teatro Manzoni). Ma allora non potevano riunirsi direttamente al Teatro Manzoni, senza spararsi ore e ore di pullman, e senza bagnarsi le Churchs?...

...però almeno il luogo scelto per la Manifestazione Epocale era adeguato: Piazza dei Signori... il Ceto Sociale nel nome... anche se non si capisce cosa c'entrino i leghisti coi Signori... fra i Signori è stato notato anche un tal Giovanardi, che nella foga di piacere al Capo, aveva sbagliato Manifestazione; anzichè andare con Casini, era andato con Berlusconi (gli capitano spesso, questi misunderstandings).

Vicenza4 Spallata Bagnata, Spallata Sfortunata. Il povero Gianfranco, ormai spalla fissa del capocomico, ha dovuto abbozzare persino quando i patani, per ben sei volte, hanno fischiato l'inno di Mameli (per uno come lui, tutto "Dio, Patria e Famiglia", dev'essere stata dura da mandar giù)... i fischi all'inno nazionale, oltretutto, contrastavano crudelmente col religioso silenzio che ha accolto l'esecuzione del vapensiero leghista (a proposito, ma cosa c'entra il pensiero coi leghisti?)

Il Cipria ha ripetutamente chiamato la piazza (insomma, la piazzetta...) all'urlo collettivo. Volete voi Prodi??? NOOOOO!!!!!!!!!!; volete bene a Dio? SSSSIIIIIIIIIIIIII... e a Silvio? SSSSSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII...
...come certi preti invasati, quando chiedono ai fedeli "Volete voi Satana"?

Giovanardi, che passava da Piazzetta dei Signori senza avere l'apposito "passi", si è messoGiovanardi_3 ad inveire contro froci e luxurie... la zelante organizzatrice di Forza Italia non aveva fatto in tempo a spiegargli che non era una manifestazione di AN contro i "froci", ma una manifestazione dell'intera coalizione (insomma, "quasi" intera), contro "la Finanziaria". A prescindere.

Infine, Bossi ha strappato ripetutamente il muggito della "folla" in camicia verde, pronunciando dal palco incomprensibili muggiti. Alcuni sordomuti, assoldati dai komunisti per capire cosa dicesse Bossi, sostengono che abbia ripetutamente lanciato, dall'angolo sinistro della bocca, nuovissimi slogan politici ("noi ce l'abbiamo duro", "Roma Ladrona", "Veneto Libero", "Libertà, libertà, libertà"...

In effetti si è trattato di una grande manifestazione di libertà: libertà di cazzata, e cazzate in libertà...
Taf

P.S.: a Vicenza pioveva, pioveva... e questa è la prova decisiva dell'esistenza di Dio...

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domenica 22 ottobre 2006

Le Perle Musicali - Chico Buarque de Hollanda

Chico_buarque_1 ...senti “Chico Buarque”, e ti viene in mente il Brasile, la Bossa Nova, Vinicius de Moraes, Jobim, Joao Gilberto. “Chico” è nelle nostre corde non solo per quanto ci ha regalato in termini musicali (per noi, innamorati da sempre delle armonie, dei ritmi e delle sonorità della bossa, Chico Buarque è da sempre un punto di riferimento irrinunciabile. Chico è nel nostro cuore anche per il suo impegno politico contro la dittatura militare nel suo paese. Impegno che lo porta prima all’arresto, nel ’68, poi alla decisione di rifugiarsi in Italia per qualche tempo, dove frequenta la lingua, la musica ed i musicisti italiani...

...Zizi Possi nasce nel quartiere italiano di Rio, e forse proprio per questo alcune fra le sue registrazioni più famose (l’album “Per Amore” del ’97 e “Passione” del ’99) sono in italiano e... in napoletan-brasiliano...Zizi_possi_1

...senti “chico Buarque e Zizi Possi, e pensi che il Tafanus proporrà al tuo ascolto l’ennesima “Garota de Ipanema”... e invece, dall’incontro di due amanti e conoscitori dell’Italia, della musica d’autore italiana e della musica napoletana, nasce un brano diventato storico: una delle più belle interpretazioni di una delle più belle canconi napoletane: “Anema ‘e core”...

...pochi cantanti stranieri sono riusciti ad affrontare le sonorità, lo spirito, le cadenze della musica napoletana senza cadere nel ridicolo. A noi viene in mente la grandissima Noa, e, insieme a lei, questi due mostri sacri del sound napoletan-brasilero. Offriamo al vostro ascolto questo stupendo pezzo:

                   Chico Buarque de Hollanda e Zizi Possi: “Anema ‘e Core”                        

                     Download chico_buarque_zizi_possi_anema_e_core.mp3

edit
                                       

sabato 21 ottobre 2006

L'angolo della scienza/11 - La velocità della luce cos'è?

Charlybrown_10 Divagazioni su un quesito: la velocità della luce.

Dedico questa puntata dell’Angolo della Scienza ad alcune domande che mi sono state fatte nel corso di questa trattazione. Vuole essere un po’ riassunto, un po’ spiegazione di uno dei fondamenti su cui si poggia la fisica teorica. Chi in questo momento legge, mi può pensare lungo e disteso su una comoda sedia sdraio davanti al Monte Baldo, a scacciare i lupi a bastonate. In considerazione della mia privilegiata (anche se transitoriamente) posizione, ho pensato bene di far prendere una boccata d’aria fresca anche ai miei stimatissimi lettori, evitando per questa settimana di propinare pietanze troppo indigeste. Ma veniamo al punto:

Marilù mi chiede : “si sa al 100% da cosa sia composta la luce? E la velocità della luce e' sempre costante? E potrebbe esistere una velocità più veloce di quella della luce?

Sono tre domande interessanti e vedrò di dare risposte - spero- chiare e comprensibili:

1. Ufficialmente si sa che la luce – così come ogni frequenza emanata o riflessa dalla materia – consista in propagazione di onde e di particelle. Sul concetto di onde come si è visto, ci sono due interpretazioni diverse, ma sorvolando quest’aspetto, ci troviamo a considerare l’emanazione di particelle. Cosa sono, queste in realtà? Sempre procedendo in termini di ufficialità, esse sono “fotoni” ovvero corpuscoli, che per loro necessità teorica, non possiedono massa. Corpuscoli senza corpo, insomma. Fantasmi.

Ma ora, più che della luce abbiamo parlato del fenomeno della emanazione energetica in generale, di cui la luce fa parte, così come ne fanno parte i raggi infrarossi, le onde radio, i raggi x, e le microonde del forno scaldavivande. Quello che differisce tutti questi fenomeni, da quello che noi definiamo “luce” è l’intensità della frequenza delle onde e non la qualità delle particelle, che in ogni caso sono e restano “fotoni”.

Tafuitzicht_park Per rispondere esattamente alla domanda “cosa è la luce” il discorso si complica un tantino. Intanto dobbiamo suddividere il concetto “luce” in due diversi contesti, uno oggettivo ed uno soggettivo. Se ci chiediamo cosa sia luce in termini di oggettività, si risponde semplicemente che questa è una porzione di frequenze, su una scala totale che va da 1 a 2 miliardi di teste d’onda al secondo. La porzione a noi percepibile come luce si colloca all’incirca su ¼ di questa scala, esattamente tra la frequenza infrarossa e quella ultravioletta.

Soggettivamente o meglio biologicamente, possiamo invece dire che la luce è quella scala di frequenze che viene percepita dalla nostra retina e che tradotta in impulsi elettrici viene spedita ad un settore del cervello che la interpreta in immagine. Come ho già spiegato, nei commenti relativi ad uno dei primi articoli da me scritti, per comprendere meglio, dobbiamo rifarci all’esempio di un dipinto impressionista. Osservando l’insieme delle pennellate, a distanza, in una visione globale, scorgiamo un immagine a noi riconoscibile: un gatto, un cavallo, un mazzo di girasoli ecc. Andando a guardare da vicino, vediamo invece solo delle macchie di vernice. Ora si deve immaginare: ogni macchia diversa di colore produce una certa sua frequenza tipica, che proiettandosi sulla retina, la invia al cervello, dove ogni macchia viene ricostruita, riproducendo l’immagine originale, con la stessa struttura dell’esempio del quadro, ovvero in macchie di colore, che nel loro insieme ripropone le fattezze dell’oggetto da noi osservato. In conclusione, noi non vediamo l’oggetto, ma vediamo la sua proiezione attraverso la frequenza che produce o che riflette. La prova di ciò e che in assenza di luce, gli anche essendoci materialmente, noi non li percepiamo visivamente.

 

Tafvoorkant_2006 2.la velocità della luce è sempre costante?

Nel contesto della fisica teorica si dovrebbe partire senza dubbio da questa convinzione, poiché è la base assiomatica, o premessa, su cui si fonda la teoria della Relatività, e quindi tutta la fisica cosiddetta “moderna”. Nell’ottica delle onde da me descritte nei due articoli precedenti, questa costanza non ha nessuna ragione di esistere. Il metodo di misurazione per cui si arriva a questa conclusione (velocità costante) si riferisce all’applicazione della fenomenologia tipica delle onde tradizionali. Come? Ecco: ogni fenomeno ha una sua struttura particolare. Se definisco la mia statura in litri e il mio peso volts, si potrebbe fare un po’ di confusione su che premessa stia alla base di questa misurazione. La fisica moderna, sulla traccia dell’esempio, misura le variazioni di velocità delle onde magnetiche con la tecnica dell’effetto doppler, in un fenomeno (onde gardener) dove questo non ha nessuna parte. Il risultato di questa misurazione è che la velocità della luce resta costante.

 

3. Esiste una velocità maggiore di quella della luce?

Da un punto di vista più logico, che matematico tutte le misure vanno da 0 a infinito. L’unica misura insuperabile, sempre per rigor di logica, è quella di infinito. Da quest’angolazione non si capirebbe perché il Buondio, o chi per Lui, abbia voluto applicare alla velocità della luce, un’ eccezione ad un principio, che trova riscontro in tutti i campi di applicazione logica e matematica. Ovviamente queste sono obiezioni che la fisica non prende in considerazione. L’attitudine della luce a mantenere costante la sua velocità, a dispetto dei movimenti della fonte trae spunto dagli esperimenti effettuati, anche se per le ragioni esplicate al punto 2.

Ciò che la fisica invece potrebbe prendere in considerazione più seriamente sono i risultati sperimentali recentemente raggiunti, dove risulta che la velocità di un raggio di luce può essere rallentata fino a 61 km/h o superata di 500 volte.

Spiegazioni convincenti, ancora nessuna e il mistero continua. A questo punto ognuno ha diritto di trarre le proprie conclusioni e credere ciò che gli piace. I fatti lo permettono. 

 

lunedì 16 ottobre 2006

Dalla rubrica "Tafanate" su "La Voce d'Italia"

Lavoce_1 Le Tafanate della settimana
a cura di Tafanus




Le tasse, la TV, la "qultura" dei parlamentari, la droga

POVERA ITALIA. Povera, anzi, poverissima. Gioiellieri da 1200 euro netti al mese, tassisti che acquistano come "bene strumentale" Mercedes da 60.000 euro e licenze da 200.000 euro, per poter svolgere un lavoraccio che, alla fine, consente loro di guadagnare dai 400 ai 900 euro netti al mese... e se in alternativa investissero tutti questi soldi in BTP? niente rischi, niente smog, niente stress, e potrebbero, a fine mese, staccare cedole per 900 euro, senza lavorare neanche un minuto, o facendo un altro lavoro. Per carità, è solo un consiglio!

LA "QULTURA" DEI POLITICI. Peggio della mancata diffusione dei nomi dei parlamentari schizzati. Perchè dalla droga si esce (magari con un soggiorno a San Patrignano, comunità tanto amata dalla Brichetto Moratti e da Maurizio Gasparri). Dall´ignoranza di dimensioni astrali, invece, non si esce, neanche andando in "comunità" alla CEPU...

La Gardini, che prima di fare, nientemeno, la parlamentare, aveva fatto addirittura la giornalista, e sarebbe "portavoce" del maggior partito italiano, nonchè membro della commissione "Borsa", non ha mai sentito parlare di "Consob". Messa brutalmente di fronte a questa insidiosissima domanda, si è comportata più o meno come Walter Chiari nella famosa scenetta del Sarchiapone, o come Massimo Troisi che cercava di descrivere a Lello Arena, davanti all´arca di Noé, come fossero fatti i "minolli" ed i "rostocchi". Un altro parlamentare di FI, nel penoso tentativo di difendere la malcapitata, avrebbe detto: "...sapete, col suo grande talento di attrice, ha voluto stare al gioco..." La toppa peggiore del buco.


Altri hanno sistemato Guantanamo in Afghanistan (anzi, in Afanistan. Per la precisione). Altri ancora hanno attribuito a Nelson Mandela la nazionalità brasiliana "ad honorem" (forse di Nelson Piquet).

Cose che capitano, quando si adotta lo stile di vita "darfur"...

TV: QUESTA RIFORMA NON S´HA DA FARE. "Banditi!", ha tuonato il Cav... siamo impazziti??? limitare la raccolta pubblicitaria al 45%? mandare Emilio Fede sul satellite, magari in compagnia di Floris? abbassare il limite orario di affollamento pubblicitario dal 18 al 16%??? Follia pura. E poi, questa idea strampalata di togliere l´Auditel (il controllore) dal controllo di Rai e Mediaset (i controllati)! Inaudito. Sandro Bondi, che prova ad essere più realista del re, ha già preannunciato lo sciopero della fame: si lascerà lentamente morire, o farà uno sciopero radical-style? L´unico che in questa faccenda ci abbia tenuto a mostrare un minimo di dignità è stato Buttiglione, che ha sussurrato: "Berlusconi deve capire, Mediaset non è l´Italia"...

Anche le formiche, nel loro piccolo, a volte si incazzano.

martedì 10 ottobre 2006

Totò Cuffaro e "Felice" Crosta

Sicilia, il boom degli stipendi d'oro. Burocrate record: 1.553 euro al giorno.

Megaretribuzione per un fedelissimo del governatore Cuffaro: al direttore dell'agenzia acque in busta più di mezzo milione.
di ATTILIO BOLZONI – Repubblica.it (23-10-2006)

Cuffaro_6 PER agguantare stipendi da favola sono imbattibili. E anche in tempi duri come questi, di manovre finanziarie e di tasse e di tagli, quelli della Regione siciliana fanno sempre bingo. Sono riusciti persino a sfondare il record del mezzo milione di euro, ancora una volta a Palermo si sono mirabilmente superati. In cima alla lista degli uomini d'oro c'è oggi un burocrate che ogni giorno di euro ne intasca 1553. A fine anno ne porterà a casa 567 mila e 300, lordi e comprensivi di tutte le indennità. È un primato assoluto anche nella Sicilia dei suoi califfi [...]

Fino all'ottobre del 2005 la più pagata della burocrazia siciliana era Patrizia Bitetti, quella signora - in pensione dal dicembre scorso - che avrebbe dovuto far quadrare gli sgangherati bilanci di Asl e ospedali. Servizio delegato per un compenso di 480 mila euro. Nel 2006 la Bitetti è stata raggiunta e sorpassata da un fedelissimo del governatore Totò Cuffaro.

Si chiama Felice Crosta l'ultimo favorito dalla sorte, il numero uno dei super stipendiati di quella macchina mangia soldi che è la Regione. E' il direttore generale della neonata Agenzia per le acque e i rifiuti, 120 dipendenti di una struttura voluta e coccolata dal presidente in persona.

Crosta è vicino a Cuffaro da quando lui era assessore all'Agricoltura nel primo governo di centro sinistra a Palazzo d'Orleans: da quel momento i due non si sono mai più separati. Il beneficiario della busta paga al top delle retribuzioni regionali è andato praticamente a sostituire per un incarico - dopo un interregno dello stesso governatore - quell'alto commissario all'"emergenza idrica" nominato dalla Presidenza del Consiglio a cavallo tra il 2000 e il 2001. Era l'ex comandante generale dell'Arma dei carabinieri Roberto Jucci.

 

Nonostante avesse cominciato a far arrivare più acqua districandosi fra gli interessi e le competenze di 556 enti e consorzi, il generale è stato mandato via dopo quasi un anno. Jucci dormiva in prefettura e aveva accettato la nomina a costo zero.

Solo un rimborso spese. Ci aveva raccontato l'ex comandante, durante i suoi mesi a caccia d'acqua fra le Madonie e le terre arse dell'agrigentino: "Ho una certa età, mangio una volta al giorno e acquisto due vestiti l'anno, quando il governo mi ha chiesto di scendere in Sicilia mi è sembrato corretto non farmi pagare".


Da 0 a 567 mila e 300 euro per il direttore generale che sovrintende alle acque. E fino a 162 milioni di euro per tutti i dirigenti. Un esercito: alla Regione sono 2220. Nei giorni scorsi qualcuno, a Palermo, ha esaminato alcune tabelle e poi ha confrontato i numeri della Regione Lombardia e quelli della Regione Sicilia. La prima paga i suoi dirigenti poco più di 19 milioni di euro, la seconda arriva appunto a 162. Quasi nove volte di più. A Milano c'è in Regione un dirigente ogni 60 dipendenti, a Palermo un dirigente ogni 6 dipendenti e un capoufficio ogni 2. Sono le performance dell'Anonima che spadroneggia alla Regione [...]
 

 

...omen nomen... uno che facendo il superburocrate, si porta a casa 1.553 euro al giorno (lordi, però...), come potrebbe chiamarsi? "Felice", of course... Felice Crosta. Un nostro lettore, però, ci ha citato l'articolo di Repubblica parlandoci di "Felice Cresta": provocazione o refuso?...


lunedì 9 ottobre 2006

In memoria dei morti del Vajont

Vajontprima Longarone com'era alle 23,28
 
...correva l'anno 1963... il 9 Ottobre, alle 23,29 in punto, nell'invaso della diga del Vajont precipita una frana gigantesca, preannunciata. La diga resiste, ma la massa d'acqua che tracima e si precipita a valle è imponente. L'ondata d'acqua, preceduta da un fortissimo soffio di vento, si precipitò a valle, cancellando in un attimo Longarone, Codissago, e buona parte di Erto e Casso. I morti furono oltre 1900. Non è stata una calamità, ma una strage colposa. Tutti, ma proprio tutti, sapevano che il monte Toc sarebbe venuto giù, ma nessuno, proprio nessuno, ebbe la volontà, la capacità, la forza di fermarsi, o di fermare i Signori della Sade.
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Questo non vuole essere un reportage (ne sono stati fatti a decine, alcuni bellissimi). Questo vuole essere un ricordo rispettoso di quei morti, ed un monito per tutti coloro che periodicamente dimenticano le lezioni della storia, e cominciano di nuovo a chiedere, progettare, invocare insensatezze di vario genere.

Ringrazio il nostro lettore Luca Picciali che mi ha ricordato l'anniversario, e mi ha incitato a ricordare.
 
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La testimonianza
10 ottobre 1963, il giorno dopo
di Angelo Frignani

"Il "lancio" dell'Ansa arrivò poco prima di mezzanotte. Da Roma, il Vajont appariva quasi un'entità astratta. Telefonata ai Vigili del Fuoco di Belluno. Il centralinista fu di poche parole: «Non so bene che cosa sia successo: sono tutti fuori. Ma se è caduta la diga, i morti sono migliaia». La diga non era caduta, ma i morti erano davvero tanti. Li tiravano su dal Piave, tornato alle sue dimensioni di piccolo fiume di montagna dopo la furia della notte precedente, e li allineavano sul fango secco della riva. Da Longarone a Fortogna, a Faè, fino al ponte della Priula e più giù ancora, verso il mare.

Vajontdopo  Come contarli? Fu necessaria una semplice, pur se macabra, sottrazione: gli abitanti risultati dal censimento del 1960, meno i pochi superstiti: il resto erano tutti là sotto. Sotto un metro o due di fango. Il primo impatto non fu impressionante: non c'erano macerie, non c'erano vistosi segni di distruzione. Poi, camminando verso la diga, ti accorgevi che l'assenza di macerie era proprio il segno dell'immensità del disastro. Dei paesi lungo la riva destra del Piave non c'era rimasta traccia: tutto liscio, levigato, "pulito". E il sole - in quelle eccezionali giornate di ottobre - colpiva implacabile.

Fu necessario seppellire in fretta le vittime, anche se ben poche erano ancora quelle identificate. La domenica successiva a quella del disastro, in un grande spazio spianato con le ruspe accanto all¹abitato di Fortogna, più di mille salme vennero inumate in lunghissime e profonde fosse, dopo essere state fotografate e contrassegnate da un numero.

 Un alpino, all'ingresso di quello che stava diventando uno dei più grandi cimiteri d¹Italia, mi porse una mascherina imbevuta di disinfettante maleodorante. Cercai di respingere l'offerta. «La prenda - disse il ragazzo - più avanti ne sentirà il bisogno». Avanti, più che la visione di quei poveri corpi in attesa di sistemazione, impressionarono le cataste di bare appena assemblate nelle decine di fabbriche di mobili della zona, "mobilitate" dalla Prefettura. E, più che il sentore dei morti, colpiva l¹odore dolciastro del legno segato di fresco, ché ovviamente non c¹era stato il tempo della stagionatura.

Un pomeriggio, il pilota di uno degli elicotteri americani arrivati da Vicenza mi invitò a "fare un giro", ma - siccome sapeva che a destinazione avrebbe incontrato un suo severissimo superiore e poiché aveva il divieto di trasportare estranei - pensò bene di posarsi sulla diga e di invitarmi a scendere. «Poi vengo a prenderti».

Rimasi lassù, da solo, più di due ore: da una parte la parete vertiginosa della diga, che la gigantesca ondata non aveva spostato di un millimetro; dall'altra quello che restava del lago, con gli abeti del monte Toc radicati al terreno, ma in posizione orizzontale. Sullo sfondo i paesi-fantasma di Erto e Casso. L'elicottero tornò all'imbrunire, quando il freddo (ma non era questione di temperatura) cominciava a entrarmi nelle ossa.

 Posso dire di aver - in quelle due ore - vegliato a modo mio i morti che avevo visto seppellire. Su di loro svettò fin dal primo giorno un'alta croce di tronchi d'abete fatta da una squadra di Vigili del Fuoco di Roma, alcuni dei quali, con i capelli bianchi, oggi saranno a Fortogna.

Chissà se ci sarà anche l'alpino che volle darmi per forza la provvidenziale mascherina, con premura. Come si rivolgesse a un fratello".

Ndr. Ci piace qui - del grande bellunese Dino Buzzati - riportare le ultime frasi che concludevano il suo articolo "Natura crudele" sul Corriere della Sera dell'11 ottobre 1963: "

...il monte che si è rotto e ha fatto lo sterminio è uno dei monti della mia vita il cui profilo è impresso nel mio animo e vi rimarrà per sempre. Ragione per cui chi scrive si trova ad avere la gola secca e le parole di circostanza non gli vengono. Le parole incredulità, costernazione, rabbia, pianto, lutto, gli restano dentro col loro peso crudele"

domenica 8 ottobre 2006

Le "Toghe Rosse" avevano ragione... Previti condannato

Previtisbarre_6 La Cassazione conferma la condanna a Cesare Previti per l’affaire Imi-Sir. Previti fu un "intermediario corruttore"; e chiede la riapertura della parte di processo riguardante il Lodo Mondatori. La partita fra Berlusconi e De Benedetti per il controllo della casa editrice potrebbe non essere chiusa.

Le motivazioni dell'Alta Corte: "Gioco di squadra per corrompere; Il giudice Renato Squillante non agì da pubblico ufficiale"

 

Repubblica.it

ROMA - Gioco di squadra per corrompere. Per assicurare agli eredi Rovelli mille miliardi di risarcimento dell'Imi. Con Cesare Previti "nel ruolo di intermediario corruttore". Eccole le motivazioni della Cassazione che conferma le condanne a Cesare Previti, Attilio Pacifico e Vittorio Metta per corruzione in atti giudiziari nella vicenda Imi-Sir.

Previti. La cassazione definisce da "difensore occulto" il ruolo rivestito dall'ex ministro della Difesa nella controversia civile Imi-Sir. A cinque mesi dalla sentenza definitiva con cui Previti è stato condannato a sei anni di reclusione, la sesta sezione penale della Suprema Corte parla di indizi "gravi, precisi e concordanti" secondo i quali "il ruolo di intermediario-corruttore svolto da Previti emerge in maniera eclatante". La Cassazione, inoltre esclude "perentoriamente" che il Gup di Milano abbia leso le prerogative di parlamentare di Previti, non concedendogli il legittimo impedimento a comparire alle udienze successive alla prima. Per piazza Cavour il Gup ha operato "correttamente" […]

Fascicolo 9520. Non c'è motivo di ritenere che il contenuto dei fascicoli relativi alle vicende Imi-Sir e Lodo Mondadori sia "incompleto", e dunque, vanno rigettati i ricorsi presentati dagli imputati "per palese violazione del diritto di difesa". La Cassazione interviene così, nelle motivazioni della sentenza Imi-Sir/Lodo, in merito al fascicolo 9520/95, dal quale scaturirono entrambi i procedimenti.

Carlodebenedetti Lodo-Mondadori. Con riferimento alle assoluzioni per la vicenda Lodo-Mondadori la Suprema Corte bacchetta la Corte d'Appello di Milano "per aver seguito un'analisi frazionata dei singoli elementi indiziari a carico degli imputati" e per aver "minimizzato la valenza di dati dall'indubbio significato indiziante". Insomma troppo "disinvoltamente" sono stati valutati e "sviliti dati oggettivi", come quello "della stretta contiguità temporale tra il bonifico effettuato dalla Fininvest in favore del Previti in data 14 febbraio 1991 e la pubblicazione della sentenza 'Metta' (24 gennaio 1991)". La Cassazione, allora, chiede un nuovo processo per indagare meglio, tra l'altro, sulla "causale del bonifico bancario" da 2.732.868 dollari inviato dalla Fininvest a Previti.

Ariosto. Le dichiarazioni della testimone Stefania Ariosto non sono state utilizzate dai giudici milanesi come prova dell'episodio di corruzione al giudice Vittorio Metta al centro della vicenda Imi-Sir. Le dichiarazioni dell'Ariosto, continuano i giudici, hanno delineato un "allarmante quadro d'insieme, ma non sono state utilizzate dai giudici milanesi come prova dell'episodio di corruzione al giudice Vittorio Metta".

 

Bocassini …insomma, una vittoria su tutta la linea delle “toghe rosse”: confermata la condanna a Previti per la vicenda IMI-Sir; da rifare il pezzo di processo concernente il lodo Monadori. Sbagliato non aver utilizzato la testimonianza della Ariosto. La Bocassini non ha impedito a Previti di fare il suo lavoro da parlamentare. La Bocassini non ha occultato parti del famigerato fascicolo 9520. Non si è capito perché siano passati quasi tre milioni di dollari da Fininvest a Previti. Non si è capito come il giudice Metta – Superman abbia potuto pensare e scrivere 160 pagine di motivazione in 24 ore…

...con tanti saluti alle teorie del complotto delle toghe rosse, ed alle teorie, perennemente utilizzate dai vari Berlusconi, Bondi e Cicchetto, della “giustizia ad orologeria”…

sabato 7 ottobre 2006

L'angolo della Scienza/9

Una premessa che cambia l’universo/1

di Luciano Rota, alias Charly Brown 

 Charlybrown_9 Ciò che fino a questo momento ho cercato di chiarire, fluisce verso un fine prestabilito: ovvero di trovare una premessa di base, che connetta la meccanica Newtoniana, con quella quantistica. Come è noto, fino ad oggi non è ancora stato possibile, partendo dalle concezioni della fisica relativistica. Quello che qui inseguito verrà introdotto e descritto è un fenomeno concreto che stia alla radice di un principio universale , in grado di riportare tutta la fenomenologia fisica sotto lo stesso cappello.

Per ottenere questo risultato è stato necessario partire da una diversa concezione di onde, cioè di un tipo di fenomenologia esistente in natura, che sia in grado di contenere e di sintetizzare le contraddizioni della fisica in generale. Una premessa che, sostanzialmente, sia in linea con tutti i risultati sperimentali ottenuti dal 1865, fino ad oggi.

Se avessimo potuto ricercare questo fenomeno attraverso un’inserzione su un giornale, questa sarebbe stata concepita nel seguente modo:

 

“Cercasi fenomeno naturale, assolutamente concreto, che non si sostenga con intuizioni teoriche o manipolazioni matematiche. Che abbia le capacità attitudinali di riunire tutta la fenomenologia Fisica, senza forzature e senza contraddizioni. Che sappia mettere ordine al disegno universale. Preferibilmente dotato di un carattere semplice e razionale, ed in possesso di qualità comunicative che gli permettano di farsi facilmente comprendere.

Il candidato ideale dovrà essere inoltre in possesso dei seguenti requisiti:

 

1) per propria natura essere insieme onde ed emissione di particelle.

2) Dovrà essere in grado di propagarsi attraverso lo spazio vuoto, senza usufruire dell’aiuto di una sostanza materiale, nè di sostanze teoriche come etere o campi magnetici.

3) Che presenti una velocità di propagazione che sia relativa alla fonte che le emette, così da essere perfettamente in linea con l’esperimento di Michaelson Morley e con tutti gli altri esperimenti sul terreno della propagazione come ad esempio, “Aberration”, “Fizeau” “Kennedy-Thorndike ecc.”

4) Che presenti una frequenza direttamente proporzionale al grado di calore della fonte che le emette ed in relazione al fatto che gli elettroni contenuti nella materia abbiano un senso vibratorio, tanto più intenso, quanto più alto è il grado di surriscaldamento.

5) Che sia in grado di spiegarci, in termini razionali, perché ricercando particelle ci sfugga il senso di onde e ricercando onde, ci sfugga il senso di emissione di particelle.

6) Che contenga nella propria natura la spiegazione del fatto che quando una fonte si muova in direzione di un punto d’osservazione, la frequenza delle teste d’onda aumenti nella stessa misura di quando invece il punto d’osservazione si muove verso la fonte (contrariamente alle onde tradizionali, dove invece esiste una notevole differenza tra le due cose).

 

Al seguito di quest’inserzione si è presentato all’appello un solo candidato, che ci ha inviato assieme ad una convincente lettera di applicazione, le seguenti immagini:

 

                                                     Download onde_1.mpg   

Newton_1A prima vista non siamo riusciti a capire bene di cosa si trattasse. Ci stupiva il fatto che fenomeni di microdimensioni, come quelli particellari potessero assumere una forma macroscopica tale da poter venire fotografata da una comunissima macchina digitale. Che avesse usato lenti speciali? No, niente di tutto questo, le immagini inviate sono solo un esempio macroscopico di quello che su scala infinitamente più piccola avviene nella materia. Quello che si vede nella ripresa è un banalissimo getto d’acqua in fuoruscita da una canna da giardinaggio, la cui bocca viene scossa con diversa intensità.

 

 

Tutto qui? Ci si chiederà delusi. Una delusione comprensibile, tutto sommato, la stessa che, probabilmente si procurarono i cerusici del passato, nello scoprire che la sede dei nostri più nobili sentimenti, fosse infine una stupida pompetta, che irrora freneticamente il nutrimento necessario al nostro corpo. O quella di scoprire che il nostro bel Sole, fonte di vita ed ispiratore di cantici, fosse una banale pallottola di gas in fusione nucleare. Si potrebbe anche comprendere la delusione dei sostenitori del sistema Tolemaico - dove il nostro pianeta era re e sole stelle e pianeti nostri vassalli - nel sentirsi dire da Galilei, che la Terra altro non era che una palla di roccia che assieme ad altre otto, gira attorno ad una palla di gas. Le cose è più bello immaginarle ed è bello immaginarle misteriose e piene di miracoli incomprensibili. Il fatto è, ed è inconfutabile, che la natura invece sceglie le vie più semplici e materialmente razionali per perseguire i propri fini. E questo ne è un ulteriore esempio, anche se sarà molto difficile, ancora una volta, rinunciare a credere che l’universo non si evolva attraverso principi che solo quattro o cinque fortunati al mondo sono in grado di capire. Difficile saper rinunciare ai misteri dello spazio/tempo, dei buchi neri, dell’universo che si espande in continuo, delle lattine di pelati, che alla velocità della luce, espandono il loro succo all’infinito, alle particelle fantasma di massa zero, ai rompicapi della quantistica ed a tutte quelle belle cose che, proprio perché non si possono realizzare logicamente e concretamente, hanno un fascino irresistibile.

 

Ma torniamo al nostro fenomeno, che chiameremo “onde gardener” (onde giardiniere) in onore al fatto che siano così facilmente esemplificabili e realizzabili visivamente, attraverso un esperimento fatto in giardino, che non costa un centesimo, ma che contiene la logica materiale dell’emissione energetica.

Vediamo se questo candidato sia veramente in possesso dei requisiti da noi richiesti:

 

1)  Avevamo preposto che questo fenomeno contenesse la dualità onde/particelle. Diamo un’occhiata al filmato: il getto è composto da qualche miliardo di molecole d’acqua – quindi, diciamo, particelle complesse – ma composte in una sequenza di teste d’onda in forma di flusso. Ogni singola particella - molecola nell’esempio – segue una traiettoria in linea retta, sebbene nel contesto di un flusso nel complesso ondulato . Ora, per riprendere questo fenomeno con una videocamera, abbiamo fissato un punto qualunque del flusso, osservando così una strenna di teste d’onda susseguirsi nell’inquadratura, ma perdendo di vista le singole particelle che lo compongono, che escono velocemente dal quadro. Se invece seguissimo con l’obiettivo una particella singola, che percorre la sua traiettoria lineare, perderemmo di conseguenza la percezione del flusso ondulato. Questo ci spiega perché si possono ricercare onde o particelle, ma mai le due cose insieme.

2) Cercavamo come premessa un fenomeno che venisse confermato dai più, importanti risultati sperimentali ottenuti fino ad oggi: il fenomeno “gardener” è una emissione in forma di onde (Maxwell 1865) . Poi: viene inteso che l’emanazione delle singole particelle che si convogliano in un flusso ondulato vengano proiettate nello spazio, in tutte le direzioni, da grumi di elettroni, (un singolo fotone per ogni elettrone), il che mette in relazione la velocità di espulsione con i movimenti della fonte e non più in relazione alla sostanza entro cui si propagano (original source). Così che quando fonte ed osservatore sono statici fra loro, ovvero che l’uno non si allontana ne si avvicina all’altro, non si registra tra i due parametri variazione di velocità né di frequenza originalmente emessa. (Michaelson-Morley 1887)

 

3) Non contenti, avevamo anche preteso che questo fenomeno facesse coincidere, in chiari termini di meccanica newtoniana, l’aumento di frequenza che si registra quando una fonte emittente di onde si avvicina con moto costante ad un punto d’osservazione, con quello registrato nel caso sia invece il punto d’osservazione ad avvicinarsi alla fonte con la medesima intensità di moto costante: è il caso delle onde gardener. Non lo è per le onde classiche. La fisica teorica inoltre, partendo da quest’ultime come premessa, mette in conto le variazioni di frequenza all’effetto Doppler, deducendo che la velocità dell’emissione tra fonte ed osservatore resti invariata.

 

4) Ma non ci accontentiamo ancora: il fenomeno ricercato, doveva mettere in relazione il moto vibratorio degli elettroni, con la frequenza di emissione delle teste d’onda. Nell’esempio delle foto sopra esposte, abbiamo visto diversi tipi di frequenza. Per ottenere questo risultato, non abbiamo fatto altro che imprimere alla bocca della canna un moto vibratorio, a diverse intensità. Se paragoniamo la bocca della canna ad una massa compatta di elettroni (e qui parliamo di centinaia di miliardi di singoli elementi), da questa partirà una sequenza a getto di fotoni (uno per ogni elettrone) in una composizione increspata, a filo di sega, con una frequenza direttamente proporzionale all’intensità di vibrazione degli elettroni. Peraltro già direttamente proporzionale al grado di surriscaldamento della materia che compongono. Risultato: maggiore il grado di surriscaldamento, maggiore il senso vibratorio e più alta la frequenza emessa.

5) Nell’esemplificazione filmata delle onde “gardener” osserviamo che a causa della gravità terrestre e dell’attrito dell’atmosfera, il getto, dopo pochi metri s’incurva e s’infossa. Diversamente sarebbe, se questo stesso esperimento fosse fatto in assenza di gravità e di atmosfera. Vedremmo questo flusso proseguire nello spazio interstellare per anni luce, mantenendo la velocità e la frequenza originariamente impresse.

 

Ci fermeremo qui, per questa puntata. Nelle prossime, potremo vedere come attraverso questa premessa si possa finalmente mettere ordine alla concezione che ci connette col nostro universo. Un viaggio nella realtà che ci porterà a comprendere l’origine del nostro esistere.

giovedì 5 ottobre 2006

..Spioni Telecom: metteranno fuori Tavaroli?

Afef_p_3 ...mentre noi ci accapigliamo su Mastella & Di Pietro, e sulle modalità con le quali disinnescare la "riforma" della Giustizia voluta dagli ineffabili Castelli & Cipria (scusate, ma scrivo "Giustizia" maiuscolo per inveterata abitudine), leggo su Corsera cartaceo di oggi la seguente notizia (nascosta a pagina venti, due colonnine su 15 centimetri):

Caso Telecom-Tavaroli: mancano i soldi per inviare le carte a Roma. Il furgone della Procura non ha più benzina.

MILANO - Non ci sono i soldi per la benzina e gli oltre quaranta faldoni sugli spioni Telecom, che dovrebbero arrivare con urgenza a Roma, alla Cassazione, investita del ricorso contro la misura cautelare in carcere presentato dalle difese di Giuliano Tavaroli, giacciono sul pavimento della procura di Milano da cinque giorni [...]

Castelli I PM non hanno potuto attingere ai fondi speciali del Ministero della Giustizia, perchè le procedure sono lunghe, e fanno a cazzotti coi termini stretti nei quali la Cassazione deve rispondere al ricorso, pena la scarcerazione di Tavaroli per decorrenza dei termini. I Cancellieri hanno fatto miracoli per fotografare più di un quintale di carte, ma ora il quintale di fotocopie giace in Procura, e non ha i soldi del viaggio... Il capo del Dipartimento Organizzazione Giudiziaria, Claudio Castelli (che ironia... un omonimo dell'Ingegnere Acustico Riformatore) spiega: "...abbiamo oltre 250 milioni di debiti: è la situazione che abbiamo ereditato dal precedente governo..." Ormai si va avanti coi "pagherò" del ministero. Oltre che acquistare penne biro e toner per la stampante di tasca propria, la settimana scorsa due PM hanno acquistato di tasca propria un PC. Quello in dotazione era rotto da mesi, e nessuno aveva soldi e competenze per farli riparare.

Ferdinando Pomarici denuncia: non ci sono più soldi neanche per la benzina, per accompagnare a casa i magistrati sotto scorta. Ricorriamo alla cortesia di Carabinieri e Polizia, ma ci risulta che anche loro, ormai, abbiano i serbatoi quasi asciutti...

mercoledì 4 ottobre 2006

Mastella_5 …credevo che mai, nella vita, avrei potuto pronunciare questa frase. Oggi mi succede. Vediamo di capirci. Mastella non mi è mai piaciuto: è da una vita che fa finta di condurre battaglie politiche di principio, che poi cessano appena arriva un sottosegretariato, un assessorato, una poltrona di Presidente dell’Assemblea Regionale per la Signora…

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Non mi piace gente chi milita indifferentemente a destra e a sinistra, secondo le variazioni delle stagioni, del clima e delle convenienze. Detto questo, nella diatriba da pollaio che si è scatenata ieri fra lui e Di Pietro, chi ha sbagliato non è Mastella, ma Di Pietro, nel metodo,  nel merito, e nel bel risultato ottenuto.

.Dipietro_6

Nel metodo: Di Pietro fa parte di una coalizione. Questa coalizione ha un programma approvato, dopo faticose mediazioni. Ovviamente un programma di governo non poteva spingersi fino a dire se l’abrogazione della riforma Castelli della Giustizia dovesse essere  fatta di un solo articolo, di tre o di tredici. Inoltre, Di Pietro è Ministro delle  Infrastrutture. Finora si sta occupando più del Ministero di Mastella che del suo. Finora è finito sulle prime pagine dei giornali prima per la legge sull’indulto, adesso per la legge sulla Giustizia. Anche se nel merito l’indulto non mi è piaciuto, nel metodo non mi è piaciuto Di Pietro.

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Degregorio_1 Di Pietro dice che i suoi senatori hanno esercitato in piena libertà il loro mandato. Perfetto. Allora Di Pietro si dimetta da leader dell’IdV: se non riesce a controllare i suoi e ad imporre la propria leadership, lo dica, sciolga il gruppo parlamentare, e che ognuno vada per conto suo. Tana libera tutti. Il gruppo misto esiste anche per questo, per ospitare cani sciolti e gaglioffi di vario genere..

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Non mi è piaciuto neanche Mastella, ma questa volta mi è “dispiaciuto” meno di Di Pietro; perché quando dice che se ci si mette sulla strada delle ripicche incrociate si va a sbattere, ha pienamente e perfettamente ragione. Mastella sbaglia quando dice che “Di Pietro ha rotto i coglioni” e che preparerà una mozione di sfiducia individuale contro Di Pietro, ma Di Pietro deve capire che se ogni volta che c’è un provvedimento importante sulla Giustizia si sdraia di traverso sulla strada di Mastella, prima o poi (più prima che poi) riporteremo a galla in nano di Arcore. Quindi Di Pietro cerchi di occuparsi di più delle Infrastrutture, e di meno della Giustizia.

.Castelli_laden_3

Nel merito, Di Pietro ha ottenuto un bellissimo risultato, che è quello di essere riuscito, probabilmente, a fare quello che non era riuscito al centro-destra: ottenere la separazione di fatto delle carriere dei magistrati. Un sogno, per Berlusconi. Se infatti il governo non riuscirà ad inventarsi alla svelta qualcosa, il 28 i magistrati dovranno scegliere se optare per la funzione inquirente o per quella giudicante. Un grande risultato, che Anna Finocchiaro (che nessuno, credo, si sognerà mai di giudicare incompetente o animata da spirito partigiano), ha così sintetizzato:

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Finocchiaro1_2 "Entra in vigore il peggio". "L'unica conseguenza certa del voto è che la parte più contestata della riforma Castelli entrerà in vigore e produrrà effetti irreversibili. Davvero un bel risultato...".

...intanto ad Arcore mettono lo champagne in frigo, il nano cammina di nuovo "pancia in dentro, petto in fuori", e l'ipotesi che "non arriveremo a mangiare il panettone" diventa sempre meno improbabile. Complimenti, ragazzi.

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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