mercoledì 28 febbraio 2007

Informazione e controinformazione - Storia di bombe e di patate)

INFORMAZIONE: NAPOLI: ANZIANA ACQUISTA PATATE AL MERCATO E TROVA UNA BOMBA - ORDIGNO SENZA SPOLETTA FATTO BRILLARE
 

Napoli, 28 feb. (Adnkronos) - Un'anziana di 74 anni che aveva acquistato delle patate al mercato di San Giorgio a Cremano (Na) appena tornata a casa si e' accorta che c'era anche una bomba, un'ananas' tipo quelle utilizzate dagli americani durante la Seconda guerra mondiale. L'ordigno non aveva la spoletta ma era perfettamente efficiente. La donna ha subito avvertito la polizia che si e' recata a casa dove ha prelevato la bomba e l'ha fatta brillare sul Vesuvio.

CONTROINFORMAZIONE: Anziana acquista bombe al mercato e trova una patata. Fatta bollire in cucina

sabato 24 febbraio 2007

Legge elettorale: ci fregheranno di nuovo

Calderoli_piazza_3Si preparano a farlo, e noi stiamo cadendo come allocchi nel tranello. Persino il “furbo” Violante, ieri sera, acconsentiva, con Alemanno, che non si può tornare a votare con questa legge elettorale, che fà schifo. La cosa bella è che acconsentiva anche Alemanno, senza che Violante gli ricordasse, neanche una volta, che erano stati LORO a volere fortissimamente questa legge.

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Vedo uno scenario da incubo: con una legge-porcata fatta quando i sondaggi davano per scontata la vittoria dell’Unione, imposta a botte di maggioranza, ci hanno imposto di governare senza maggioranza al senato.

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Adesso che i sondaggi dovrebbero buttare male per noi, vorrebbero tornare al voto, ma non subito; non con la legge-porcata, bensì con una nuova legge (questa volta fatta su misura a loro vantaggio, con un marchingegno che assicuri anche al Senato un buon premio di maggioranza). Noi, naturalmente, dovremmo aiutarli, in nome della stabilità, senza neanche poter ricordare loro chi ha fatto questa legge di merda.

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Nel frattempo, di conflitto d’interessi non parla più nessuno. Nessuno che abbia avuto l’idea (eppure non ci vorrebbe Einstein) di fissare una cronologia per cui prima si regolano il conflitto d’interessi e l’assetto TV, e poi, eventualmente si potrà discutere di legge elettorale. Ma noi siamo furbi: andremo in campagna elettorale col nano di Arcore ancora in possesso di tutto il suo armamento pesante, e gli consegneremo la premiership e la stabilità di governo. Suo.

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Insomma, un capolavoro di strategia politica.

 

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venerdì 23 febbraio 2007

Casa delle Amenità: "C'eravamo tanto uniti..."

...come tutti sanno, mentre "le sinistre" sono divise su tutto, nell'Isola delle Libertà regna l'armonia più totale, l'idem-sentire bossiano (?), ed altre stronzate assortite. Vediamole:

BERLUSCONI: ha detto che il governo Prodi non ha mai potuto e mai potrà governare, ma non ha detto se si deve rivotare, e, just in case, come, quando, con quale legge elettorale, e via evitando...

FINI: Prodi deve ottenere la fiducia senza l'apporto del voto dei senatori a vita. Insomma, i senatori a vita, come si sa, andavano bene solo per determinare la fiducia al Cipria 1°; adesso lo Zerfino propone di sospendere (un attimino?) la Costituzione vigente..

CESA: il quasi-carcerato, salvato dalla prescrizione, vuole una ALTA PERSONALITA': quanto alta? almeno quanto Totò Cuffaro?

BOSSI: vuole ridare "subbito la parola alla ggente", al popolo sovr'ANO.

DE MICHELIS: (...è stato ricevuto anche lui, ed anche lui è andato al trespolo delle interviste, micacazzi...): lui vuole le LARGHE INTESE. Quanto larghe?

Vi risparmio, per carità di patria, le dichiarazioni del DC-leghista siculo, del repubblicano, del pensionato, dell'avanguardista nazionale, di Briatore, di Apicella, di Marinella e della silente "portavoce" Elisabetta Gardini...

CORAGGIO, KOMUNISTI: se Sparta piange, Atene non ride. Al primo di voi che riuscirà ad individuare due leaders, leaderini o leaderoni dell'Isola delle Libertà che dirà la stessa cosa di un suo collega, il Tafanus regalerà l'abbonamento gratuito per una settimana alla newsletter...

Cesa: "Dare incarico ad altà personalità" (Come lui, che si è salvato da tre anni e mezzo grazie alla prescriziome?)

CONSULTAZIONI: SERVE ESECUTIVO SERIO E AUTOREVOLE, NO A RAPPORTI (???)

Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "L'Italia ha bisogno di un governo serio ed autorevole", perche' "ogni rapporto rischia di essere solo una inutile perdita di tempo". Per questo esecutivo l'Udc chiede che sia affidato l'incarico ad un' "alta personalita'", che guidi un governo "di responsabilita' nazionale", che abbia al centro del suo programma la riforma della legge elettorale sul modello tedesco.

Cesalorenzo_4BREVI NOTE BIOGRAFICHE SUL CESA CHE CHIEDE "ALTA PERSONALITA'"

A partire dal 1993 ha avuto un processo intentato per concussione, accusato dai magistrati romani di aver riscosso una mazzetta di trecentomila euro, subendo per questo in quell'anno un periodo d'incarcerazione, dopo alcuni giorni dall'ordinanza d'arresto. Nelle fasi del processo ha ammesso il verificarsi del fatto, dichiarandosene però estraneo, in quanto i soldi non sarebbero stati destinati a lui, ciononostante il 21 giugno 2001 è condannato in primo grado, insieme ad altri responsabili, a 3 anni e 8 mesi. La Corte d'Appello ha annullato l'anno seguente la sentenza per aver riscontrato una incompatibilità del Gup, così si è dovuti rifare daccapo il processo, arrivando poi alla prescrizione del reato

...insomma, l'invocatore di "alte personalità" non si è fatto 3 anni e 8 mesi di galera solo per "intervenuta prescrizione"...

Casini dica Dico

...della serie "Fate quello che DICO, non fate quello che faccio"...
 
Espresso_10 di Eugenio Scalfari
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A me non stupiscono e tantomeno mi scandalizzano gli interventi di Pier Ferdinando Casini e di Emilio Colombo che, da cattolici quali sono, intervenendo sulla questione delle convivenze di fatto mettono in discussione la propria vita privata. È stato un esercizio di verità cui un uomo politico è tenuto e che dimostra coraggio degno di lode.
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Casini_2 Mi stupisce invece (specie per quanto riguarda Casini) che dopo aver scoperto le proprie carte e la propria condizione, continuino imperterriti la loro partita quasi che aver raccontato o (nel caso di Colombo) accennato al loro vissuto, la trasparenza sia sufficiente a consentire una piena agibilità etica e politica. Come se un leader politico che si trovasse in uno stato di grave conflitto d'interessi (sappiamo di chi parliamo) avendo riconosciuto l'esistenza di tale conflitto, per il semplice fatto d'averlo portato in pubblico si sentisse autorizzato ad impancarsi a censure nei confronti di chi si trova nelle sue stesse condizioni senza modificare e risolvere la propria. Questo sì, lo trovo stupefacente e scandaloso. Scandaloso perché diseducativo.
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Personalmente non amo affatto i luoghi comuni del tipo 'predica bene ma razzola male', ma nei casi suddetti quel giudizio viene spontaneo, insieme all'altro 'da quale pulpito viene la predica' che solitamente vi si accompagna. Provo un certo imbarazzo a discutere di fatti privati che riguardano persone pubbliche, il capo d'un partito che è stato per cinque anni presidente della Camera dei deputati e un senatore a vita che fu più volte ministro e poi presidente del Consiglio.
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Uno di essi - Colombo - ha rivelato al pubblico la sua omosessualità ed anche, sia pur per breve periodo, la sua condizione di consumatore di cocaina; l'altro - Casini - la sua condizione di concubino e come tale escluso dai sacramenti, il che per un cattolico praticante non è certo cosa di poco conto.
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Eugenio_scalfariEntrambi tuttavia non solo criticano aspramente l'iniziativa del governo di presentare un disegno di legge che assicuri alcuni diritti ai conviventi; non solo preannunciano il loro voto contrario quando arriverà all'esame del Parlamento, ma si pongono come punti di riferimento d'una campagna politica e ideologica che sta contrapponendo laici e cattolici di stretta osservanza. Casini addirittura guida quella campagna, ne spiega la necessità, stigmatizza altri cattolici che ad essa si oppongono, e lo fa senza minimamente porsi il problema da lui stesso portato a conoscenza dell'opinione pubblica ed anzi usando quella sua personale esperienza come una sorta di gallone al merito dal quale trarre titolo per giudicare gli altri. Mi viene in mente un terzo luogo comune da affiancare ai due in precedenza ricordati ed è 'armiamoci e partite'. Sarà banale e fin troppo usato come arma polemica, ma in questo caso ce lo strappano di bocca [...]
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Afferma, l'ex presidente della Camera, che il figli nati al di fuori del matrimonio hanno gli stessi diritti dei loro fratelli 'legittimi'. Ma non è così. I figli 'riconosciuti' hanno gli stessi diritti dei 'legittimi' solo nei confronti del genitore che li ha riconosciuti, ma non dei nonni o degli zii. Sono pertanto esclusi dai diritti di successione di questi consanguinei a favore di consanguinei più lontani di loro nel grado effettivo di parentela e addirittura a favore di parenti acquisiti e non consanguinei. Questione non piccola, resa più grave per le convivenze di fatto se quei diritti non fossero esplicitamente considerati.
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Emilio_colombo Afferma anche, Casini, che le coppie di fatto sono unite da sentimenti di amore e non hanno dunque alcun bisogno che l'amore sia legalmente riconosciuto. L'amore c'è o non c'è. Il matrimonio è invece uno 'status' che - oltre ed eventualmente al di là del sentimento amoroso - estende la sua duratura influenza all'educazione della prole e al consolidamento della famiglia; crea pertanto diritti e soprattutto obblighi che permangono anche se l'amore finisce o si trasforma in altro tipo di sentimento. Per le coppie di fatto la questione è diversa. Nascono e durano con l'amore; quando esso scompare, scompare anche la coppia; se non fosse così non si capirebbe perché la coppia di fatto non accetti di sposarsi.
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Questo ragionamento è molto singolare. Intanto perché stabilisce una presunzione 'juris et de jure', cioè senza ammettere la dimostrazione del contrario; ed è la presunzione che il matrimonio possa e anzi debba sussistere indipendentemente dall'amore tra coniugi, mentre la convivenza di fatto è sempre e soltanto un rapporto tra due innamorati.
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Non so se Casini sia consapevole che questa sua concezione assegna alla convivenza di fatto una qualità sentimentale nettamente superiore a quella del matrimonio. Si direbbe di sì, che ne sia consapevole, poiché dichiara che la sua attuale convivenza lui la vive come un matrimonio di qualità superiore ai matrimoni normalmente celebrati. Se lo dice lui bisogna credergli.
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Ma, seguita ad argomentare il leader dell'Udc, proprio perché l'amore è il cemento delle convivenze di fatto, i conviventi non hanno alcun bisogno di pattuire o vedersi riconosciuti diritti e doveri reciproci; basta l'amore che è al di sopra d'ogni interesse. Questa posizione è Ruini_dito_2 molto romantica e come tale fa simpatia e tenerezza; ma è anche intollerabilmente classista. Può andar bene per conviventi benestanti che non hanno bisogno di assicurarsi la reversibilità della pensione del convivente, il diritto all'assistenza sanitaria e alla parte legale dell'eredità, la continuità del contratto d'affitto in caso di morte del partner, eccetera. Evidentemente le cose non stanno affatto così per le coppie sprovviste di mezzi e costrette quindi a misurarsi con le asperità della vita quotidiana nel momento in cui il convivente più fornito di mezzi e più fornito di risorse scompaia.
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Quanto al senatore Colombo, egli non è caduto in incongruenze così palesi. Si è limitato a dichiarare che i Dico sono contro la famiglia (che lui non ha mai avuto) e quindi contro la religione. È un assunto da dimostrare ma lui la pensa così e ne ha tutto il diritto. Su un punto però Colombo è chiaro: gli omosessuali non possono essere discriminati anche perché la nostra Costituzione non lo consente. In questo ha perfettamente ragione. Per cui - deduco io - se i Dico saranno approvati le coppie omosessuali non potranno esserne escluse. Forse Ruini non sarà d'accordo, ma Colombo che è pronto all'obbedienza su questo punto non verrà a patti. Il cardinale è avvisato.

giovedì 22 febbraio 2007

Basta regali a Berlusconi

...forse l'Unione, sotto la regia di Napolitano, si accinge a fare l'ultimo regalo, il più grande e definitivo, al Cipria ed ai suoi vassalli...

Dunque, sembra che Napolitano sia contrario a elezioni se prima non si rivede la legge elettorale, quel Porcarellum che ha portato alla ingovernabilità attuale. In linea di principio, nessuna obiezione. Senonchè, nella realtà dei fatti, qualla legge è stata fortemente voluta dalla CdL, quando l'Unione era data stravincente da tutti i sondaggi, proprio per rendere il paese ingovernabile. Scopo perfettamente raggiunto.

Ora, dovremmo fare il regalo inverso: ora che molti sondaggi danno vincente la destra, dovremmo andare a votare subitissimo, anzi, quasi-subitissimo, dopo aver rifatto una legge elettorale che assicuri stabilità ai futuri vincitori. Mi sembra francamente un pò troppo...

Credo che qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate, più che da una nuova legge elettorale, debba essere preceduta da una SERIA legge sul conflitto d'interessi, fatta di un solo articolo:

"Chiunque controlli, direttamente o indirettamente, anche lo zerovirgola di un giornalino a fumetti, non è candidabile a cariche elettive e/o di governo"

Oppure andiamo a votare subito, DOMANI; andiamo a votare col Porcarellum che, ci hanno spiegato da destra, era la legge più bella del mondo, totalmente priva di controindicazioni. Vincerà Berlusconi, con due senatori di maggioranza, e cadrà in sei mesi se tutto va bene. Napolitano, lei ha la sua bella età, però cerchi, se può, di non dimostrarla tutta.

Il voto dei Senatori a vita? Questa volta è OK

Montalcini_1...tutti abbiamo ancora nelle orecchie i latrati da canaio dei fascisti, degli italoforzuti, e persino dei miti e cattolicissimi "moderati di centro" di Casini, quando alcuni senatori a vita si sono permessi di votare (addirittura!) a favore dell'Unione...

...persino due vecchi della Patria ai quali il paese deve moltissimo, come Carlo Azeglio Ciampi e Rita Levi Montalcini, sono stati svillaneggiati da una indecorosa "curva sud" di centrodersa, dimentica del fatto che anche il primo governo Cipria era nato solo grazie all'apporto, determinante, del voto dei senatori a vita. Gli stessi che, quando votano per l'Unione, non possono, e sono giustamente insultati da statisti del calibro di Storace, Gasparri, Cesa e Calderoli...

Ciampi1_1 ...questa volta no; questa volta i voti dei senatori a vita Andreotti e Pininfarina sono andati bene. Nessuno, da destra, si è levato ad abbaiare che "i senatori a vita non possono votare", o che quantomeno il loro voto "è inopportuno". Questa volta senza le astensioni - che valgono voto contrario - dei senatori a vita, la mozione dell'Unione sarebbe passata. Ora attendiamo che, magari in ritardo, i fascisti si ricordino che i senatori a vita non possono votare, e che organizzino una sia pur tardiva canea riparatoria...

Nel confuso dibattito sulla politica estera delle ultime settimane, Massimo D'Alema ha mostrato la stoffa politica che anche gli avversari gli riconoscono. Non ha mai mancato di rivendicare il significato e la coerenza della sua azione alla Farnesina, ha sottolineato la svolta che a suo giudizio quell'azione manifestava rispetto al governo precedente, ha sempre cercato di difenderla dalle pressioni che miravano a spostarla su un terreno più radicale, di rottura più o meno palese con il quadro tradizionale delle nostre alleanze..

 

In questo sforzo quotidiano il nostro ministro degli Esteri ha fatto qualcosa che in Italia non è certo usuale: ha parlato con nettezza, e lo ha fatto ripetutamente. Ha detto fuori dai denti, rivolto ai turbolenti soci della sua coalizione militanti nella sinistra radicale, che un governo che si rispetti deve potersi reggere su una propria maggioranza in politica estera; che su un tema così decisivo non sono ammissibili apporti dell'opposizione; che se non si sta su questa strada allora l'unica alternativa è quella di abbandonare la partita. Non solo. D'Alema ha fatto di più: su ciò che andava dicendo ha deciso di impegnare la propria personale immagine di uomo di Stato. Dando una lezione di quella che si chiama «responsabilità politica», e insieme una lezione altrettanto importante di moralità politica, ha fatto chiaramente capire che in caso di sfiducia al suo operato di sicuro egli non avrebbe potuto restare al suo posto.

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Galli_della_loggia Ma naturalmente, ascoltando il D'Alema dei giorni passati, nessuno poteva dimenticare l'esistenza, accanto al D'Alema statista, di un altro D'Alema: del D'Alema tattico consumato, esperto di assemblee e di giochi d'aula, dell'oratore abile a radunare consensi. E' stato questo il D'Alema che ha parlato ieri a Palazzo Madama. Alternando con avvedutezza impegni e disimpegni, cautele e toni morbidi da un lato e affermazioni recise dall'altro, usando insomma tutti gli strumenti offertigli dal lessico e dalla dialettica, il ministro si è impegnato nel tentativo di convincere i recalcitranti della maggioranza a non fargli mancare l’appoggio. Sfortunatamente, il suo si è rivelato un tentativo disperato. Ha prevalso la coerenza ideologica di un pugno di massimalisti, cocciuta sino all'accecamento, e l'appoggio richiesto è mancato: il Senato non ha approvato la politica estera del governo.

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Adesso sappiamo che Prodi, dopo aver incontrato il presidente Napolitano e averne ascoltato il consiglio, ha deciso saggiamente di dimettersi. Ma al di là di questa decisione si può pensare — e siamo sicuri che egli per primo in queste ore lo sta pensando — che esista uno specifico caso D'Alema. Chiedergli perentoriamente di non partecipare al prossimo governo ha un sapore maramaldesco che non ci piace; sarebbe quasi rivestire i panni di Shylock. Una cosa sola pensiamo che l'opinione pubblica possa chiedere in questo momento a Massimo D'Alema: una parola, un gesto, veda lui quale, che comunque non dissipi la lezione di serietà, di impegno e di coerenza, che le sue parole hanno offerto al Paese nelle settimane passate.

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Ernesto Galli della Loggia – Corriere.it

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Di Ernesto Galli della Loggia non ho mai amato la tendenza all'ambiguità cerchiobottista. E tuttavia questa volta non posso non essere d'accordo con lui. Anche perchè, per una volta, tesse l'elogio non già di una probabile "new entry" nella stanza dei bottoni, ma di un probabile capro espiatorio che la stanza dei bottoni si accinge a lasciare, dopo aver lasciato (fra i pochi, insieme a Visco e Bersani) una traccia visibile e positiva del suo passaggio ministeriale.

 

sabato 17 febbraio 2007

Amato e Rutelli su Vicenza: tirare il sasso e nascondere la mano.

Giuliano_amato Aveva iniziato il dottor Sottile, con l'idiozia, seguita da una penosa smentita, di affermazioni su possibili saldature fra BR, no-TAV, centri sociali, no-global, e Dio solo sa ancora cosa (mancavano solo i mitici anarco-insurrezionalisti di Pisanu).

Cicciobello_1 Aveva proseguito Cicciobello Rutelli (il Principe Consorte), avvertendo che qualsiasi disordine sarebbe stato "represso" duramente. Poi, via via, si sono unite le "seconde linee" dell'imbecillità, a partire dal sindaco italoforzuto Hullweck detto Halloween, che ha evocato e preannunciato l'arrivo dei terribili black-bloc, quei duecento mascherati da demoni che hanno messo a ferro e fuoco i cassonetti della spazzatura di Genova, sotto l'occhio vigile e compiacente della polizia. guidata dai fascisti..

Col passare delle ore, la parola d'ordine non detta è stata quella di spargere il terrore (sarà una nuova Genova), per indurre il fallimento della manifestazione.

20070217 Un buon contributo lo ha dato il Prefetto, il quale ha "disposto la chiusura degli spazi aerei". La gente legge i titoli, e dice: Cazzo! le nuove BR devono essersi impadronite di qualche Tornado! Poi leggi meglio, e scopri che lo "spazio aereo" è chiuso per far volteggiare due elicotteri due della polizia. Ci sono molte occasioni nelle quali gli elicotteri "volteggiano": il giro d'Italia, la maratona di Roma, la Milano-Sanremo, ma a nessuno viene in mente di "chiudere lo spazio aereo". Al massimo si stabiliscono delle quote di volo massime per gli elicotteri e minime per gli aerei. Ci arriverebbe persino Galan.

I giornali di destra si sono subito, come direbbe il mio amico napoletano, "azzuppati il pane", con un allucinante campionario di piccole e grandi disonestà giornalistiche.

Prendete, ad esempio, il "Quotidiano": bel titolone carico carico:"Vicenza sotto assedio - Incubo black-bloc"; poi ti sposti sul corpo dell'articolo, e leggi: "...I segnali di giornata, a parte qualche polemica sull'adesione ideale del presidente della Camera, dicono che non c'è l'allarme rosso per le possibili violenze: in Consiglio dei ministri Giuliano Amato non ne parla, segno, dicono fonti governative, che la situazione è sotto controllo. E anche dall'ultimo incontro fra gli organizzatori della manifestazione e i responsabili dell'ordine pubblico giungono segnali distensivi. Si era parlato di caselli autostradali bloccati, stazione ferroviaria chiusa, tutto rientrato: l'unica preoccupazione dei tutori dell'ordine è per il passaggio più delicato, quando il corteo sfilerà davanti alla Questura in viale Mazzini..." E i black-bloc??? spariti! dall'articolo e da Vicenza!

Il Tempo di Roma, ricordando forse di essere stato la casa di Gianni Lecca, titola sobriamente: "Paura a Vicenza per il corteo anti-USA"

Elefantini Il Foglietto scrive: "...Sfileranno esponenti di Rifondazione comunista, Verdi, Comunisti italiani e Democratici di sinistra, ma non è annunciata la presenza di alcun membro del governo. Il sindaco della città, Enrico Hullwek, ha espresso preoccupazione per la possibilità dell’arrivo di black block dall’estero..."  Di nuovo Halloween coi black-bloc, "sfileranno i partiti della sinistra radicale"... e i vicentini? e le mille organizzazione della società civile, la Lilliput in su? niente... per Giuliano Ferrara, detto la Pancia della Verità, non esistono.

Scemoecretino1_6 Chi supera se stesso è, ovviamente il Geniale dell'amico americano di georgedabliu: "... Un sabato anti-americano di paura - Unione in piazza contro il governo - [...] Manifestazione di stampo antigovernativo, dal momento che si protesta contro l’ampliamento della base americana di Vicenza, decisa con il pieno avallo del governo Prodi [...]  Poi vai avanti nell'articolo a cercare gli elementi per i quali a Vicenza sarà un "sabato de paura", e non li trovi... pari pari come "Il Quotidiano"

Galan, il doge, intanto, per non restare indietro,  straparla da giorni di possibilità elevate di scontri violenti.

Anche sull'ineffabile Patania, titolone: "Le sparano troppo grosse. E Vicenza rischia un G8" Poi cerchi nel corpo dell'articolo il perchè di questo rischio G8, e non lo trovi. Sarà per la prossima cazzata.

Vittorio_feltriMa chi proprio non ci sta a restare indietro è il solito Littorio, che parte col titolone: "CENTOMILA MATTI IN PIAZZA", ma poi nel corpo dell'articolo non si fà mancare niente: "...Tra qualche ora saranno in piazza a Vicenza. La motivazione ufficiale è nota: boicottare l'allargamento della base Usa al quale Romano Prodi ha dato il proprio consenso in una dichiarazione pubblica. Alla manifestazione c'è di tutto: noglobal, disubbidienti, antagonisti, pacifisti, gente qualunque e, forse, qualche brigatista attivo o potenziale..."  Littorio ha trascurato solo (non si può pensare a tutto...) i no-TAV, i black-bloc, gli anarco-insurrezionalisti, i separatisti baschi e l'IRA.

L'Unità titola: "...Vicenza, una pacifica invasione - Attese almeno 50mila persone..."

Ilmanifesto Sul Manifesto, Gabriele Polo scrive un editoriale carico di amara ironia: "...Vicenza fa paura. Paradosso estremo per la città simbolo del doroteismo democristiano, mite perché devota, tranquilla perché ricca. Eppure la paura è stata costruita addosso a Vicenza con migliaia di poliziotti mobilitati, gli ospedali allertati, i tombini saldati; solo un estremo pudore ci ha risparmiato il rendiconto del numero di sacchi di plastica da obitorio. È una paura del tutto artificiosa, uno schermo mediatico che nutre la politica dei nostri tempi, ma capace di costruire un'altra realtà, la sola con cui i poteri sembrano sapersi misurare e attraverso cui determinare eventi concreti: affrontando la crisi della rappresentanza con una droga [...]

venerdì 16 febbraio 2007

Vicenza: arrivano anche i black-bloc !

Il Giorno riporta questa notizia: "...sono 80 mila i manifestanti che domani si aspetta il sindaco della città Enrico Hullweck. Il primo cittadino di Vicenza ha fatto questa previsione oggi, nel corso di una conferenza stampa alla vigilia della grande manifestazione prevista per domani pomeriggio contro il raddoppio della base Usa [...] È una valutazione che faccio a bassa voce - ha sottolineato il sindaco - ma questo è il numero di persone che attendiamo, perchè la mobilitazione è internazionale". "Non mi nascondo anche il pericolo di infiltrazioni di black-bloc perchè abbiamo saputo che da vari stati europei ci sarebbero gruppetti di manifestanti che vogliono essere presenti" [...]

Bene, i black-bloc non li aveva ancora avvistati nessuno. Ha provveduto a rimediare il sindaco italoforzuto Hullweck. Uno con quel cognome, può avvistare quello che vuole. Ma chi è, il cugino di Halloween? O solo una zucca vuota che pesca nel torbido? Dunque, riepiloghiamo: domani a Vicenza ci saranno pochissimi (forse nessuno) manifestanti pacifici. Per il resto, la città sarà in mano alle BR, che si sono saldate ai no-TAV, ai no-global, ai centri sociali, ai disoccupati organizzati, alla Banda della Magliana, alla setta dei Lupi Grigi, agli sbandieratori di Cesano Maderno, agli stupratori del Circeo...

Vicentini, ascoltate il vostro saggio sindaco Halloween: rimanete rintanati in casa, mentre Rutelli & Palombelli, alla guida di un drappello sub-comandato da Manganelli & Catenacci, veglieranno con polso di ferro sulla vostra incolumità.

Nel frattempo, noi veglieremo sulla incolumità mentale di Rutelli, Amato e Halloween.

Vicenza: arrivano anche i black-bloc !

Il Giorno riporta questa notizia: "...sono 80 mila i manifestanti che domani si aspetta il sindaco della città Enrico Hullweck. Il primo cittadino di Vicenza ha fatto questa previsione oggi, nel corso di una conferenza stampa alla vigilia della grande manifestazione prevista per domani pomeriggio contro il raddoppio della base Usa [...] È una valutazione che faccio a bassa voce - ha sottolineato il sindaco - ma questo è il numero di persone che attendiamo, perchè la mobilitazione è internazionale". "Non mi nascondo anche il pericolo di infiltrazioni di black-bloc perchè abbiamo saputo che da vari stati europei ci sarebbero gruppetti di manifestanti che vogliono essere presenti" [...]

Bene, i black-bloc non li aveva ancora avvistati nessuno. Ha provveduto a rimediare il sindaco italoforzuto Hullweck. Uno con quel cognome, può avvistare quello che vuole. Ma chi è, il cugino di Halloween? O solo una zucca vuota che pesca nel torbido? Dunque, riepiloghiamo: domani a Vicenza ci saranno pochissimi (forse nessuno) manifestanti pacifici. Per il resto, la città sarà in mano alle BR, che si sono saldate ai no-TAV, ai no-global, ai centri sociali, ai disoccupati organizzati, alla Banda della Magliana, alla setta dei Lupi Grigi, agli sbandieratori di Cesano Maderno, agli stupratori del Circeo...

Vicentini, ascoltate il vostro saggio sindaco Halloween: rimanete rintanati in casa, mentre Rutelli & Palombelli, alla guida di un drappello sub-comandato da Manganelli & Catenacci, veglieranno con polso di ferro sulla vostra incolumità.

Nel frattempo, noi veglieremo sulla incolumità mentale di Rutelli, Amato e Halloween.

La storiaccia brutta di Vicenza

20070214_2NON CI PIACE

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Tira una brutta aria: un’aria che non mi piace. Fra due giorni ci sarà Vicenza, città dove il Governo ha preso una decisione che non mi piace, perché detesto la guerra, le basi americane, il fatto che ogni militare americano in Italia sia “legibus solutus” a prescindere, anche per reati tipo il Cermis, Abu Omar, gli stupri di Pordenone.

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Non mi piace il fatto che il Governo si appelli ad una specie di “pacta sunt servanda”, quando non rende noti quali sia questi patti, a che titolo, con quali obiettivi, quando, perché, con quale discussione parlamentare siano stati presi… patto informale Cipria – Gerogedabliu? Ci consentano, Prodi, Amato e il resto della compagnia di giro: troppo poco, e decisamente insufficiente.

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Non mi piace il fatto che un’indagine che va avanti da due anni abbia prodotto i primi arresti solo a pochi giorni da Vicenza. Non mi piace che, dopo aver straparlato di 100 kalashnikov, ci dobbiamo “accontentare” di “…un fucile mitragliatore kalashnikov con relativo caricatore; un mitra Uzi con caricatore; una pistola mitragliatrice Skorpion; una pistola Sig Sauer; una pistola colt calibro 38; un cannocchiale per fucile; due divise estive della Guardia di finanza; tre giubbotti antiproiettile; varie fondine; una parrucca; numeroso munizionamento di vario calibro in corso di repertazione, un caricatore per una pistola calibro 7.65…” Cazzo!!! E una mazza da baseball, no?

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Non mi piace che si stia straparlando di rinascita delle Brigate Rosse per quattro improbabili sfigati che non sono riusciti neanche a far scoppiare un bancomat, e che non sono riusciti neanche ad appiccare il fuoco a un portone di legno massiccio. Ci sarebbero riusciti anche i miei nipotini di 8 anni. Non mi piace che questa fantozzata sia stata fatta passare per “attentato incendiario”.

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Finipatriota_2 Non mi piace che Amato e Rutelli stiano montando un clima di paura intorno a Vicenza, e che stiano straparlando di possibile saldatura fra centri sociali, BR, anti no-Tav, no-global… mancano solo gli anarco-insurrezionalisti di Pisanu, e poi ci siamo tutti. Questo clima serve solo ad evocare Genova, e a tener lontani dalla manifestazione i vicentini, di destra e di sinistra, ed impedir loro di manifestare il loro dissenso dall’operazione “raddoppio” della base.

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Non mi piace che Cicciobello Rutelli stia già anticipando “risposte dure”, alla Fini – Scajola – Ascierto. Castelli. Non mi piace che Cicciotello il Cristiano ipotizzi questori dai nomi significativi (Manganelli, Catenacci) che tirano calci in faccia gente ferita, inerme, sanguinante. E non mi piace evocare i mattatoi della Scuola Diaz e di Bolzaneto.

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Non mi piace che sia stato consentito al sindaco italoforzuto di Vicenza di far svolgere un democratico referendum consultivo fra i vicentini. Non pi piace che la sinistra non lo abbia organizzato leii, con le modalità delle primarie. E non mi piace che la sinistra non abbia pensato neanche di fare un sondaggio telefonico su un campione rappresentativo di vicentini, per farci sapere cosa ne pensano. Sarebbe costato quattro lire in croce.

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Mi piace che i sottosegretari della “sinistra radicale” abbiano deciso di non marciare contro il governo Prodi, ma mi piacerebbe che Prodi ascoltasse Paolo Cento: “…se noi non marciamo contro il governo per disciplina di coalizione, la stessa disciplina di coalizione deve valere per Mastella e i PACS. O no?…”

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Ho fatto un sogno: che la sinistra, anche quella c.d. radicale, contribuisca a trasformare l’incubo di Genova nella festa di Firenze, per smentire le troppe Cassandre delle “saldature”, dal dottor Sottile in giù. Io ho votato perché cambiassimo politica rispetto al Cipria, non per proseguire con la stessa politica sotto altre bandiere.

martedì 13 febbraio 2007

Berlusconi, le BR, la Bocassini e il Geniale: una storia indecente

L'assordante silenzio del Cipria

Per le cronache, questo il titolo di prima pagina del "Geniale":

Berlusconi e Mediaset nel mirino delle Br - 8 arrestati iscritti alla Cgil (di Gianluigi Nuzzi - martedì 13 febbraio 2007, 08:58

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=156647&START=0&2col=

Non riporto l'articolo, perchè nel suo genere è semplicemente disgustoso; chi vuole, può leggerlo nella sua interezza al link riportato sopra. Incredibile. Invano cerchereste, attivando la funzione "trova...", il nome "Bocassini". Eppure è Ilda la Rossa che ha guidato le indagini, o no?  In compenso, ampio risalto, fin dal titolone, al fatto che 7 dei 15 arrestati fossero iscritti alla CGIL. A quando la richiesta di perquisione della casa di Epifani?

Persino Feltri, che ieri in TV si era affrettato a ringraziare la Bocassini, oggi su Libero (almeno sulla parte "accessibile" del giornale online, si ri-dimentica della Bocassini; vuoi vedere che ieri sera si è sentito con Silviu 'u Curtu?

In compenso, su "Libbbero" c'è una articolessa dello spione Betulla alias Dreyfuss, tutto incentrato sulla CGIL... Epifani, datti alla latitanza, prima di fare la fine di Abu Omar...

Sempre su Libbbero, invece, l'articolessa di Gianluigi Paragone, fù direttore de "La Patania", scrive:

"...C'è una brutta aria in giro [...] la riorganizzazione delle Brigate Rosse scoperta e sventata dal Tribunale di Milano..."
 
...finalmente uno "onesto"... almeno cita il "Tribunale di Milano", una astrazione di alcune migliaia di persone. Bravo, Paragone. In un mondo di nanetti da giardino, lei, con le sue "omissioni veniali", riesce ad apparire come un gigante del giornalismo, un candidatro al premio Pulitzer 2007... in fondo non ha citato, neanche lei, la Bocassini, ma il tribunale di Milano, perdio, quello si! Si vede che lei ce l'ha duro, che è un patano, micacazzi...

lunedì 12 febbraio 2007

E la "Toga Rossa" Bocassini sventa attentato a Berlusconi

Bocassini_1 ...chissà come la prenderà Silvio... in mezzo a 7000 magistrati, proprio la nemica Ilda Bocassini doveva coordinare le indagini che forse gli hanno salvato la crapa pelata? ...buffa la vita... magari ora gli tocca persino ringraziarla...

ROMA - Quindici persone arrestate, tutti militanti di un'organizzazione dell'ala movimentista delle Brigate Rosse, la cosiddetta "Seconda posizione". Fra loro, sette sindacalisti della Cgil, che sono stati subito sospesi. E' il primo bilancio di una vasta operazione antiterrorismo che ha impegnato le questure di Milano, Padova, Torino e Trieste con il coordinamento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione. Oltre 500 gli agenti impegnati, con l'impiego di unità cinofile antisabotaggio, elicotteri e nuclei degli artificieri. I militanti sono accusati, fra l'altro, di associazione sovversiva e banda armata.
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I pedinati. Tra gli obiettivi dei presunti terroristi, c'erano
il professor Pietro Ichino, economista, "oggetto di sopralluoghi e di embrionali inchieste"; una delle abitazioni di Silvio Berlusconi, la casa di via Rovani a Milano; la sede dell'Eni a San Donato (Milano) "per ragioni di politica in Medio oriente"; la sede di Mediaset a Cologno Monzese; la redazione del quotidiano Libero, a Milano; la sede di Sky, anch'essa a Cologno Monzese; alcuni ex dirigenti della Breda, "ritenuti responsabili della morte di operai per malattie collegate alla presenza in fabbrica dell'amianto".
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Gli arresti. Sei gli arresti e una ventina di perquisizioni a Padova, almeno un arresto a Milano e a Torino. Almeno 70 indagati. I militanti finiti in carcere si erano dati una struttura articolata e si esercitavano a sparare nella Bassa Padana. Tali esercitazioni sarebbero state filmate dalla Digos. Ai quindici, secondo indiscrezioni, è contestato il progetto di un attentato. Anzi, il ministro dell'Interno Amato, ha dichiarato: "Probabilmente lo abbiamo sventato".

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Indagini dal 2004. L'operazione ha origine da un'indagine, iniziata dalla Digos di Milano nell'agosto del 2004 e coordinata dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Ilda Boccassini, avviata in seguito al rinvenimento, in una cantina, di documentazione di natura eversiva e materiale riconducibile ad attività illegali (passamontagna, attrezzatura tecnica per fiamma ossidrica, timer ed altra strumentazione elettronica). Il gruppo si sarebbe autofinanziato con rapine.
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I nomi. Tra gli arrestati c'è Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto uno dei leader di "Seconda posizione". Era stato condannato nel 1982 a dieci anni di carcere per rapina a mano armata. Fermato nel 1998 a Parigi su richiesta della magistratura italiana, fu rimesso in libertà qualche giorno dopo dalla Corte d'Appello della capitale francese. E' stato preso a Raveo, un piccolo centro agricolo, settanta chilometri a Nord di Udine. Fra i militanti fermati a Padova, ci sono attivisti del Cpo, centro popolare occupato, "Gramigna". Risulta agli arresti anche Bruno Ghirardi, ex appartenente ai Colp (Comunisti organizzati per la liberazione del proletariato). Era libero, dopo aver scontato una ventina d'anni di prigione per una condanna subita nel 1984. I Colp erano un gruppo attivo in Italia e collegato in Francia con Actione Directe [...]

 

Ultimo intervento sul problema “Giorno del Ricordo” e “Foibe”

…poi DOVRO’ staccare la spina su questo argomento, perché rischio di…finire la benzina.

Prendo spunto da una critica benevola che mi è pervenuta da una persona che stimo molto (Charly Brown) in forma privata, ed alla quale ho risposto (spero in maniera convincente) in forma privata. E prendo spunto da un intervento di Gian Nicola, il quale ha scritto questo commento:

“…Caro Taf, giunti alla fine di questa estenuante maratona sulle foibe (ho letto oggi tutti i post sull'argomento), devo testimoniare due cose: un grazie sentitissimo per la tua fatica (reale fatica, viste le tue condizioni di salute), che ha consentito a tutti noi di avere notizie, per una volta, serie e documentate e il mio personale fastidio per le decine di post sprecati a rispondere alle ignobili sciocchezze di una macchietta (Ardito) e di un finto-moderato (Neri). Ammiro, da un lato, la vostra sovrumana pazienza nei confronti dei meno dotati intellettualmente, ma trovo eccessivo questo intestardirsi a cavar sangue dalle rape. Bisogna rassegnarsi: gli idioti esistono ed esistono anche i mascalzoni. A volte, tragicamente,le due cose coincidono.

L'unica seria obiezione alla tua tesi è venuta da Prosdocimo col post delle 23.24 di ieri, sul post del Giorno del ricordo. Con argomenti corretti e motivati, Prosdocimo parla di "giustificazione relativistica" a proposito del tuo contrapporre i 1300 "morti sicuri" delle foibe ai milioni delle stragi nazifasciste. A lui, e solo a lui a mio avviso,andrebbe data risposta ( come alle altre "provocazioni" del suo post).Se ne hai tempo e voglia, mi piacerebbe sentire il tuo parere. Il mio, se ti interessa, lo scriverò in un altro momento per non dilungarmi qui ulteriormente. Scritto da: Gian Nicola | 12/02/07 a 12:25

Gian Nicola si riferisce al commento di Prosdocimo, che riporto di seguito, per non costringervi ad immani ricerche:

“…Vabbe', Ardito è dichiaratamente fascista e dice cose da fascista. Ma noi siamo comunisti e dobbiamo dire cose da comunisti? Mah, in certi contesti è d'uopo. Ma, poi, comunisti quali? Quelli che alla stazione di Bologna, in quanto lavoratori delle FFSS, negarono ai profughi istriani di scendere nella città "rossa" e perfino un pasto? No. Io no. Quelli che dissero "i compagni Russi avranno avuto le loro buone ragioni" nel '56 in mezzo ai fatti d'Ungheria e ribadirono il complesso concetto nel '68 per la Cecoslovacchia? Quelli che costrinsero il gruppo del Manifesto a uscire dal Partito sotto l'accusa di frazionismo, che ammutolirono Terracini e ridussero Ingrao ad uno sterile monumento di se stesso? O quelli che tramortirono di fronte alle "revisioni" di Gorbaciov? Io, no. Io dico che non si può glissare la domanda implicita di Ardito sul che cosa significano i 1300 morti sicuri delle foibe. Sono sufficienti, Antonio, a muovere una risposta perchè i milioni di vittime nazifasciste non stabiliscono un metro di misura al di sotto del quale ce ne usciamo ( anche noi?!) con una comoda rubricazione di " danni collaterali". Perchè è una domanda che , per noi non per Ardito, vuole una risposta. Anche imperfetta , la risposta, ma non quella " giustificazione" relativistica che accampi tu, Antonio. Ha ragione Ardito sul punto: Tito preparava il dopoguerra, la nuova spartizione d'Europa. Yalta dimostrò che non era certo lui il più cinico. Ma le popolazioni coinvolte, come birilli che non possono che perdere, pagarono le follie criminali in nome della Patria Nazionalista e quelle per la Patria Socialista. Perchè quello che per i Comunisti in buona fede - il vero popolo comunista - fu Internazionalismo e per gli altri Patria, per i Capi (di Partito, di Governo, di Stato) fu per quello adesione ad un unico punto di vista e per questa difesa degli interessi dei potenti di turno. Come e perchè, poi, i singoli credettero di agire in favore di questa o contro quella "linea", aderendo o rigettando questa o quella "visione del mondo" è storia di ideali, illusioni, tradimenti ed eroismi che compongono come mattoni inconsapevoli i muri di sostegno di ogni potere in cerca di legittimità . Obbligo: cascarci il meno possibile diffidando , fino all'eccesso, di tutte le categorie di giudizio che ci vengono imbandite come biada all'asinello.

Scritto da: prosdocimo | 11/02/07 a 23:24

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Prima di fornire testimonianze d’accusa e di difesa, vorrei chiarire una volta per tutte a Prosdocimo, a Gian Nicola, a Charly Brown, e persino a me stesso, alcune cose. La stanchezza, e la disorganicità con la quale si è svolta la discussione, mi costringono ad un certo “disordine espositivo”, di cui mi scuso in anticipo.

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Facendo un post (anzi, tre) sul Giorno del Ricordo, sapevo perfettamente che avrei suscitato un vespaio, come è puntualmente avvenuto. E sapevo perfettamente che alcuni avrebbero applaudito, ed alcuni avrebbero fischiato. Detto questo, chiarisco, in  bel disordine, i punti del mio pensiero, laddove sembra, da alcune reazioni, che non sia stato espresso chiaramente.

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-1) I morti, secondo me, non sono come le azioni per Cuccia (soleva dire che le azioni si pesano, non si contano). Per me la verità sta in qualche luogo mediano. Il numero dei morti non è tutto, ma non è neanche niente. Nei salotti usiamo dire che un morto o 100 morti sono la stessa cosa. Non sono d’accordo. Lo sono ancor meno quando iniziamo a parlare di 2500 e di 13 milioni. 2500 morti sono una vergogna per l’umanità, e per questi morti chi li ha compiuti e/o avallati deve vergognarsi. Anche 13 milioni di morti sono una vergogna per l’umanità; come i 2500, solo moltiplicata per 5000 volte.

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-2) I morti delle foibe in gran parte sono fatti risalire a episodi di criminalità politica, ma anche comune: un misto di “dissuasione” dal restare, partigiani che si vendicavano di fascisti, ustascia che ammazzavano partigiani, tutti contro tutti. I 13.000.000 della Shoah sono morti scientificamente programmati ed eseguiti da una grande nazione, appoggiate da un piccolo ometto di nome Mussolini. Non riesco a mettere nello stesso calderone 2500 omicidi barbari coi milioni di esseri umani, anche tedeschi e italiani, scientificamente passati per i camini senza neanche l’alibi di essere di una nazionalità nemica.

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-3) I miei rapporti col PCI sono iniziati DOPO lo strappo di Berlinguer e l’inizio del dibattito sulla questione morale. Quindi su Praga e Budapest stavo dove stavamo tutti: in strada, a manifestare contro i comunisti sovietici. Prima del ’75 votavo per Ugo La Malfa (il figlio non lo voterei neanche come rappresentante di scala nel condominio). Da Berlinguer in poi, PCI-PDS-DS, come direbbe il cavaliere. Niente extra-sinistra. Con questo spero di aver esaurito tutti i dubbi eventuali sulla mia posizione rispetto al vetero-comunismo ideologico.

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-4) Quando dico che i morti non sono tutti uguali, ovviamente mi riferisco ai morti che sono morti perché attivamente impegnati a far qualcosa. A costo di scandalizzare, ribadisco: se muore un partigiano che volontariamente lotta per liberare l’Italia dal nazifascismo, in una scala da uno a dieci il mio dispiacere è dieci. Se muore un nazista o un fascista perché un partigiano gli spara in fronte mentre tenta di rafforzare la sua posizione in un paese occupato, o tenta di portare un treno ad Auschwitz, il mio dispiacere è zero.

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-5) Concedo larghe attenuanti ai popoli jugoslavi che hanno pesantemente subito, per vent’anni, la violenza e la sopraffazione fascista, così come concedo larghe attenuanti agli ebrei post-shoah (quelle stesse attenuanti che non mi sento di concedere agli israeliani che ammazzano 20 palestinesi perché forse in un auto c’è un vice-sotto capo di Hamas).

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-6) Capisco chi, come Massimo Bacci, da figlio di esuli ripudia il Tafanus; noi continueremo a pensare “a prescindere” dal fatto se qualcuno abbia avuto dei danni, magari patrimoniali, personali. Il nostro pensiero dominante è che noi quella guerra, insieme ai tedeschi, non dovevamo farla. Oggi non siamo legalizzati ad accusare altri per le conseguenze di fatti che NOI abbiamo scatenato. Chi rompe paga, e i cocci sono suoi.

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-7) La Giornata del Rcordo: io ho seguito tutta la discussione in aula, nel 2004, e non mi è piaciuta. Gasparri e Menia hanno tentato un’operazione da MinCulPop: parliamo delle foibe per sminuire l’impatto mediatico della Shoah; mettiamo la Giornata del Ricordo il più vicino possibile alla Giornata della Memoria; la “cosa” più vicina al 27 Gennaio era il 10 Febbraio, che con le foibe, nello specifico, c’entrava poco o niente: il 10 Febbraio ’47 non è stata scoperchiata alcuna foiba, è stato solo firmato il Trattato di Parigi, che i fascisti chiamano spregiativamente “diktat”, scordandosi che la guerra funziona esattamente così: la fai; se la vinci, bene; se la perdi, arrivano le rese incondizionate, i diktat, i processi di Norimberga.

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-8) Io non condivido il Violante di allora, che tendeva a “pacificare” e ad assimilare, quasi, i partigiani ai “ragazzi di Salò”. I partigiani hanno contribuito a cacciare i nazifascisti, i ragazzi di Salò volevano difendere e perpetuare il potere dei due pazzi con l’elmetto nel cervello. No, i morti non solo uguali. Concordo con Violante quando dice che anche i “ragazzi di Salò” erano mossi da ideali. Tutti siamo mossi da ideali, giusti o sbagliati. Però io sono sempre stato cogli ideali di Pertini, di Bocca, di Tina Anselmi, e mai con quelli di Almirante e di Tremaglia. Tremaglia era un ragazzo? Anche la Anselmi, era una ragazza. Eppure ha fatto una scelta di democrazia, e non una scelta di difesa della dittatura sanguinaria, espansionista e razzista.

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-9) Mia madre, durante la sanguinosa ritirata dei tedeschi, dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia, era una ragazzina, anche se era già sposata e aveva avuto i primi due figli, fra i quali il sottoscritto. Io me la ricordo. Le sue coetanee facevano ancora la pagliacciata del “Sabato Fascista”, con le loro divise da non so cosa passate dal regime che era già morto ma non voleva accorgersene. Mia madre passava tutto il tempo libero in una chiesa adibita ad ospedale da campo, dove curava feriti americani, italiani e tedeschi, senza chiedere di che nazione fossero. Medicava ferite, cambiava bende, umettava le labbra dei moribondi, teneva la mano ai ragazzini che si spegnevano. Fino ad un mese prima, sarebbe svenuta solo a vedere un taglietto a un dito. Eppure neanche quei morti erano tutti uguali. C’erano tedeschi che si spegnevano con la vergogna nello sguardo, consci di quello che avevano scatenato nel mondo; ma c’erano anche tedeschi che crepavano dicendo, con l’ultimo respiro, Heil Hitler. No, i morti non sono tutti uguali.

 

Voglio chiudere, definitivamente, con un excursus di commenti ricevuti, scegliendo prevalentemente fra quelli pervenuti da gente che per storia personale o familiare, hanno qualcosa da insegnarci

Tafanus

 

Cari Amici, come detto qualche giorno fa, vi leggo sempre con molto piacere. Devo pero' dire che la vostra posizione sulle foibe e' irritante. Quei morti ci sono stati e meno male che dopo 60 anni sia stato detto.  Fine. Il giorno del ricordo è una pacchianata, ma il silenzio del dopoguerra ( e ci metto anche Cefalonia) è stato una vergogna. Si', meritavamo di perdere la guerra, embè? Allora non dobbiamo neanche dispiacerci per i nostri morti ? Vi ho sempre ammirato perché parlate al di fuori dei dogmi delle 'opposte tifoserie'. Continuate a farlo. Amichevolmente,

Marco Benvenuti.

 

Caro Antonio, volevo ringraziarti per questa lucido e preciso racconto sulle foibe. Io sono triestina e nei racconti dei miei nonni e della minoranza slovena del Carso questi fatti non sono andati come i fascisti Gasparri e Menia e altri amano raccontare!! Gran parte dei infoibati erano collaborazionisti e fascisti e come hai spiegato bene la guerra la iniziò Mussolini e non Tito! Grazie anche da quelle persone come gli Sloveni di Trieste che durante il fascismo e fino a qualche anno fa' non potevano parlare la loro lingua pena le botte e altro!! Per inciso io sono Italianissima (mio padre e' toscano) ma odio le ingiustizie!! E certe cose vanno dette: sono stufa di sentir parlare di queste foibe come di un altra Shoah, falso! Grazie e ancora grazie!

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Ho gia' inoltrato a delle mie amiche triestine (ma della minoranza slovena) il tuo giornale! Grazie ancora a te che pur non essendo nato nella mia città sei stato molto preciso nello spiegare questi avvenimenti! Ti ricordo che abbiamo un parlamentare di AN (Menia) ex picchiatore fascista che pochi anni fa, essendo assessore alla cultura a TS, non ha voluto celebrare nella RISIERA (unico forno crematorio in Italia) la ricorrenza del 25 aprile! Mi dispiace ma la memoria condivisa non fà per me!! Per me fascisti erano e fascisti rimangono! Ti ringrazio ancora. Con simpatia, un abbraccio.

Daria Gori – Florida

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Sono nato a Trieste , e questo non e stato un vantaggio per me, nel trovare sia un lavoro, e tanto meno una casa popolare perché quando facevo la domanda per entrare in graduatoria partivo con qualche punto di svantaggio, perché non ero esule , e così via per tante altre cose. Io non volevo avere di più di un esule, ma almeno quanto lui, alla pari .Grazie.

Logar Sergio nato 1954.

 

Tafanus, solo poche righe di apprezzamento per quanto hai scritto in relazione alla giornata del 10 febbraio. Sono davvero commosso, non pensavo affatto che dopo anni di "dezinformacija" e "Cuori nel pozzo" ci fosse in Italia qualcuno così informato riguardo ai fatti (vedi un po' cosa gira sulla wikipedia italiana sul tema, per esempio). Un grazie da parte di molti Sloveni di Trieste Gorizia e Udine. Continua così, da oggi in poi ti vorrò molto bene.

Scritto da: Triestino | 12/02/07 a 10:58 

 

Tutta questa cultura revisionista (in senso propagandistico, non storico) ha, secondo me, due radici: l'anticomunismo atlantico e il revanscismo di Salò. Per molti anni questo humus è rimasto silente a leccarsi le ferite della sconfitta. Ora che le destre sono tornate in auge a causa anche della xenofobia leghista e dell'opportunismo Berlusconiano, tutto l'armamentario propagandistico che si rifà alle due radici di cui sopra sta cercando di ottenere riconoscimento accademico. Stiamo attenti perchè con i volonterosi aiutanti di centrosinistra che si ritrovano tra un pò ci diranno che Mussolini era solo un romagnolo scavezzacollo.

Scritto da: Lameduck | 12/02/07 a 16:24 

 

Sono figlio di esuli da Fiume dove, come in Istria e Dalmazia, e' stata effettuata una pulizia etnica che e' proseguita nel dopoguerra perfino nei cimiteri, espellendo i morti con nome italiano sepolti anche da oltre un secolo e mezzo. Trovo indecente il vostro commento sul giorno della memoria delle foibe: vi siete messi allo stesso livello dei vari Gasparri e di quanti, nel dopo guerra, hanno fatto finta di non ammettere gli orrori perpretati dall'esercito di Tito. Sono un laico che vota a sinistra da sempre, mi fa orrore questa destra che ci ritroviamo, ma quello che avete scritto sulle foibe e' per me rivoltante. CANCELLATEMI dalle vostre liste.

Massimo Bacci

 

Caro Antonio,
hai fatto una ricerca talmente approfondita che non mi sento di aggiungere altro.
Faccio giusto un paio di riflessioni:

- la prima sulle belle parole che Napolitano ha pronunciato nella commemorazione del giorno della memoria e che io condivido:
«Dramma scatenato da un moto di odio e di furia sanguinaria»

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/02_Febbraio/10/napolitano.shtml

- la seconda su quello che io intendo per "memoria condivisa": una “memoria condivisa” di quegli accadimenti, non deve passare solo attraverso il riconoscimento di quello che fecero i”titini” in Istria dal 1945 al 1954 ma anche dei massacri che fecero i fascisti dal 1920 al 1945, questo a me risulta chiaro come una notte di luna piena con cielo sereno. Ora,devo dire,che anche in questo caso, la sinistra italiana seppur con colpevole ritardo ha fatto la sua parte, mi sembra invece che sia la destra che tenda invece molto a dar risalto al periodo 1945-1954 e cerchi invece di minimizzare il periodo 1920-1945. Ritengo inoltre che per avere una vera memoria condivisa,in questa giornata del ricordo,andrebbero coinvolte anche le popolazioni slave, attraverso i loro governi attuali,in cui noi riconosciamo tutto il male che abbiamo fatto a loro e loro,parimenti,riconoscono tutto il male che hanno fatto a noi. Personalmente, by my own, è un punto di incontro che ho già raggiunto; spero che in futuro lo sia anche a livello di governi, stante il fatto che la Slovenia è pure entrata in Europa e la Croazia e la Bosnia lo faranno presto. Ciao

 

Un bellissimo post che me ne ha ispirato un altro. Bisogna parlare di questi fatti e spiace che anche le figure istituzionali seguano la corrente senza ricordare anche gli antefatti che portarono alle tragedie delle foibe. Voglio dire che insistere con la balla "italiani brava gente" solo per compiacere il revanchismo fascista, alla fine, mi fa tristezza. Napolitano ha perso un'occasione per rendere giustizia anche alle vittime slovene dell'aggressione fascista alla Jugoslavia. Un saluto.

Scritto da: Lameduck | 11/02/07 a 19:32 

 

Incredibile! Sono capitata qui per caso... Scusa ma come vedi dal cognome sono una ragazza slovena, vivo in Italia e ho solo 26 anni. Quando sono nata il Maresciallo Tito era già morto. A scuola ci hanno raccontato un sacco di balle: che Tito era il peggior criminale di tutta la storia umana, che era un traditore Croato che ha venduto il suo popolo ai Serbi, che i Nazisti e i Fascisti italiani erano dei liberatori, che volevano bene al popolo Sloveno e che sono stati ammazzati da Tito, che da noi è peggio di satana. Io mi domandavo se veramente poteva esistere un uomo tanto cattivo, e che non era neanche Serbo, perchè per noi i Serbi sono i cattivi: si diceva che le guerre balcaniche erano colpa sua, ma come poteva essere colpa sua se era già morto? Si diceva che Milosević era il suo successore, ma come poteva essere lui che ha tolto la stella rossa dalla bandiera Jugoslava, ed era un nazionalista che è il contrario di un comunista? Si diceva ancora che la colpa più grave di Tito era quella di aver fatto una sola nazione fra i selvaggi e barbari Serbi e Macedoni, e noi "civili" Sloveni e Croati, e che non potevamo vivere insieme perchè troppo divesi. E' questa una colpa? Oggi nel mio paese si da la caccia agli Zingari, e molta gente pensa che Hitler aveva ragione a massacrarli tutti, e se non lo ha fatto, ora ci devono pensare gli Sloveni. E' questo un paese migliore? Da cosa siamo stati liberati? Siamo in Europa, ma ci comportiamo da Europei? Sai che il 99% degli Sloveni crede a queste cazzate che ci sono state insegnate a scuola? Io più leggo queste cose e più amo l'Italia, perchè da voi, a parte Gasparri e qualche altro cretino, non ce ne sono di persone che ragionano così. E mi vergogno profondamente di essere Slovena ed ex Jugoslava. Quando vado all'estero dico di essere Italiana, perchè ho imparato la vostra lingua, scusa se mi faccio passare per una vostra connazionale, ma mi vergogno di essere Slovena per i crimini che ha commesso la mia gente e per quelli che sta ancora commettendo. Ora vivo in Italia e non credo che tornerò mai più nel mio ex Paese.

Con affetto, amore e ammirazione per voi Italiani.
Valentina.

 

Cara Valentina, grazie per la tua visita, e spero di leggerti ancora. Grazie per il giudizio fin troppo generoso che dai sugli italiani, ma non farti eccessive illusioni. Questo è un paese che al 50% è pronto (e non vede l'ora) di riportare l'Italia sotto il governo del nano di Arcore, dei Gasparri, dei Buttiglione, dei Giovanardi, e di altri consimili personaggi. E poi, di cosa devi vergognarti tu, personalmente, a 26 anni? Le colpe dei padri ricadono sulle spalle dei figli solo quando i figli le sposano beceramente ed acriticamente. Non mi sembra il tuo caso. Come forse avrai potuto leggere in qualche commento, o in qualche altro post, la destra in genere, in Italia, non ci sta a recitare il mea culpa. Sono passati 60 anni, e ancora non riescono a dire "siamo stati dei pazzi criminali". Speriamo nei prossimi 60... Grazie e buonanotte
Tafanus

Scritto da: Tafanus | 12/02/07 a 01:14 

domenica 11 febbraio 2007

Papa Natzinger: PIU' IMPEGNO A FAVORE DEI MALATI TERMINALI

Papa_natzingerLeggo distrattamente questa AGI, e il cuore si apre alla speranza:

 

"...gli Stati debbono rivolgere maggiore attenzione ai problemi dei malati terminali..." A chiederlo e' il Papa. "E' necessario - ha detto oggi prima dell'Angelus - sostenere lo sviluppo di cure palliative che offrano un'assistenza integrale e forniscano ai malati inguaribili quel sostegno umano e quell'accompagnamento spirituale di cui hanno fortemente bisogno". "Desidero manifestare - ha aggiunto - la mia spirituale vicinanza e il mio affetto ai nostri fratelli e sorelle ammalati".

 

Poi leggo meglio, e il cuore mi si richiude. Non parla di AIDS, non parla di Africa, non parla di prevenzione, non parla di fornire qualche cassa di preservativi, non parla di qualche azione per convincere le case farmaceutiche a fornire a prezzo di costo gli anti retrovirali!!!

 

Macchè!!! il Papa Natzinger offrirà ai milioni di malati terminali "sostegno umano, accompagnamento spirituale", e per sovrappeso aggiunge "la sua personale vicinanza e il suo affetto"

 

Cazzo, come saranno contenti!

 

sabato 10 febbraio 2007

Foibe - I criminali di guerra (italiani brava gente)

Nell’immediato dopoguerra, tutte le parti politiche italiane, con l’appoggio ed il contributo determinante del comando anglo-americano, intrapresero una campagna, ed una opera, di deresponsabilizzazione. Gerarchi, federali, comandanti fascisti non solo evitarono punizioni ed epurazioni, ma furono lasciati ai più alti gradi di comando. Nessun generale, nessun comandante di armata, nessun ufficiale che si fosse macchiato di crimini di guerra, crimini contro l’umanità, venne mai processato o anche solo destituito. Il culmine della ipocrisia fu toccato, contemporaneamente, da De Gasperi e da Togliatti; dal primo, quando, alla Conferenza di Pace, illustrò meriti e onori del nostro Paese, e addirittura denunciò le pretese territoriali jugoslave che costringevano migliaia di profughi a scampare nella madrepatria (…l’Italia, stato aggressore, aveva perso la guerra!); il secondo, quando, da ministro di Grazia e Giustizia, emanò una amnistia generale che, se presentata come necessaria per pacificare il paese, in realtà permise la liberazione e il reintegro di migliaia e migliaia di fascisti.

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Mentre Germania, Polonia, Romania, Ungheria subivano mutamenti territoriali drammatici, con trasferimenti di milioni e milioni di persone (otto milioni i tedeschi che abbandonarono la Prussia), le clausole del trattato di pace di Parigi venivano presentate in Italia come un affronto alla Patria. Nessuno vuole negare né disconoscere il dramma dei 250.000 profughi istriani e dalmati, che dovettero abbandonare le loro terre (spesso indotti a farlo dallo stesso governo italiano), ma è necessario ribadire che quello non fu un dramma causato dalla volontà persecutrice titina e comunista, come è stato troppe volte ripetuto, ma fu un dramma causato dalla sete di potere e di sangue di un regime dittatoriale militarista ed espansionista, che non aveva esitato, solo pochi anni prima, ad aggredire un altro membro della Società delle nazioni, l’Etiopia, nel quale aveva provocato non meno di mezzo milione di morti in soli cinque anni di occupazione.

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Ma il senso di responsabilità mancò del tutto all’italia post-bellica, e, mentre le carceri si riempivano di ex partigiani, mentre i CNL venivano sciolti, mentre i consigli di fabbrica venivano cancellati, tutti i prefetti, tutti i questori, tutti i vicequestori nominati dal fascismo rimanevano saldamente sulle loro poltrone. Saranno gli stessi che, nel 1948, repressero con brutalità le manifestazioni seguite all’attentato a Togliatti, e gli stessi che, una volta epurata la polizia dai membri “sovversivi” (8.000 poliziotti definiti comunisti furono licenziati, o trasferiti in Sardegna e in Sicilia in una inutile e sanguinosa lotta al banditismo), provocarono gli scontri e i morti nel 1960, al tempo dell’infausto governo Tambroni.

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I militari, in particolare, ebbero le più alte protezioni. Lo stesso Badoglio, considerato dal governo abissino come il diretto responsabile di stragi e bombardamento con i gas asfissianti, godeva dei favori particolari degli inglesi. I quali inglesi negarono in modo risoluto ogni possibilità di consegna dei criminali di guerra fascisti ai paesi richiedenti. In una Italia che vedeva il passaggio di gerarchi nazisti da Roma, in fuga verso il Sudamerica, fuga organizzata e gestita direttamente dal Vaticano, la cosa non deve – purtroppo - sorprendere. Lo stesso Ante Pavelic, il più sadico dei dittatori d’Europa,  si rifugiò in Vaticano per poi imbarcarsi verso l’Argentina.

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Le autorità jugoslave fornirono immediatamente la lista dei criminali di guerra, con grande profusione di documenti. Le autorità militari inglesi, preoccupate del pericolo comunista, trovarono fin da subito ogni scusa per rimandare l’esecuzione degli arresti. Quando poi la sovranità tornò completamente al governo italiano, le richieste di estradizione furono semplicemente ignorate.

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Da Belgrado era stata presentata una lista con circa 800 nomi. Essa fu via via ristretta, fino ad arrivare al numero quasi simbolico di 40 . Ma neanche questo indusse De Gasperi e gli alleati a ricercare la verità e la giustizia. Anzi! È in quegli anni che si decide di occultare, nascondere, insabbiare anche ogni inchiesta sulle stragi nazi-fasciste compiute in Italia. Sarà solo negli anni ’90 che un caparbio procuratore militare scoprirà un armadio, con le ante chiuse e volte verso il muro, contenente i fascicoli e le prove di decine e decine di massacri compiuti nell’Italia centro-settentrionale da tedeschi e repubblichini. È “l’armadio della vergogna” che Franco Giustolisi racconta con profusione di particolari nel suo libro omonimo.

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Mentre in Germania si celebrano i processi di Norimberga (il più famoso, quello ai grandi gerarchi, provocò la condanna a morte di tutti i più alti esponenti del terzo Reich, ed altri ne seguirono contro funzionari minori, contro generali, medici, funzionari, magistrati e industriali corresponsabili delle barbarie naziste), in Italia le responsabilità della guerra e delle sue atrocità vennero semplicemente ignorate, ovattate, nascoste, poi, negate.

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L’unico grande gerarca condannato (ma soltanto per il suo ruolo nella Repubblica di Salò, non per i crimini contro i popoli stranieri) fu il Maresciallo Rodolfo Graziani. Graziani fu processato da un tribunale militare e condannato il 2 Maggio 1950 a 19 anni di carcere, di cui 13 condonati, per la sua attività legata alla RSI. La pena da scontare di un anno e otto mesi fu ulteriormente ridotta a quattro mesi per la richiesta della difesa, subito accolta, di far iniziare la decorrenza della carcerazione preventiva al 1945. Pertanto, quattro mesi dopo la sentenza, il 29 agosto, Graziani tornò in libertà lasciando l'ospedale militare dove aveva trascorso gran parte della durata del processo. Graziani nel marzo 1953 divenne presidente onorario del MSI. Morì nel 1955 per collasso cardiaco.

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La lista dei nomi completa è disponibile presso molti archivi ufficiali. Tra gli incriminati, ricordiamo in particolare il Gen. Mario Roatta, capo del corpo di spedizione italiano in Spagna e comandante della citata II Armata in Croazia;  il  comandante dell’XI corpo d’armata Gen. Mario Robotti, il grande deportatore di Lubiana,  il Gen. Taddeo Orlando, comandante dei Granatieri di Sardegna, poi sottosegretario nel governo Badoglio, e poi comandante dell’arma dei carabinieri nel dopoguerra! Il Gen. Paolo Berardi, capo di stato maggiore del Regio esercito dopo  l’armistizio, il Gen. Gastone Gambara, comandante a Lubiana e della piazza di Fiume…E poi altri generali, e colonnelli, e ufficiali, e sottufficiali, soldati, funzionari, comandanti dei campi di concentramento… nessuno di loro dovrà rispondere mai delle proprie azioni. Anzi, spesso li rivedremo nella storia della Repubblica occupare incarichi e uffici delicatissimi. È da notare che Mario Roatta fu, in effetti, processato e condannato all’ergastolo, ma per un altro reato: l’assassinio dei fratelli Rosselli. Il 4 maggio 1945, evade, fugge con la complicità dei carabinieri (al cui comando in quel periodo e' proprio Taddeo Orlando). Immediata fu la reazione popolare, e durante le manifestazioni ci furono due morti. Il giorno successivo Taddeo Orlando fu sostituito. Roatta si era rifugiato in Vaticano e di lì sarebbe partito con la moglie per la Spagna franchista, da dove ritornerà, amnistiato, nel 1966. Morì a Roma nel 1968. 1992 torturatori, massacratori, genocidi rimangono quindi impuniti. Non varrà neanche l’offerta jugoslava di uno scambio con i responsabili delle foibe a cambiare le cose. Una cortina di omissioni e falsità scende sull’Italia. Tutto questo, e le responsabilità britanniche nel processo di occultamento, è talmente noto (all’estero!) che la BBC, la televisione pubblica del Regno Unito, ha prodotto nel 1989 “Fascist Legacy”, un documentario estremamente approfondito sia sui crimini di guerra italiani in Africa e Balcani, sia sulla loro impunità successiva. “Fascist Legacy” è stato trasmesso da molte televisioni del mondo, ed è stato acquistato anche dalla RAI. Ma non è stato mai trasmesso.

venerdì 9 febbraio 2007

L'Abbonato? Ha sempre un posto (e una spranga) in prima fila!

Berlusconi_milan_1Berlusconi critica le misure anti-violenza: ''Ritengo sia una lesione della libertà non consentire agli abbonati di una squadra di calcio di andare allo stadio per vedere la loro squadra, per i fatti dolorosissimi di Catania che sono avvenuti fuori dallo stadio. Io come presidente del consiglio non lo avrei mai fatto'', ha detto il Cavaliere alla conferenza dei giovani di Forza Italia del Lazio.

Un vecchio spot della RAI recitava: "l'Abbonato" ha sempre un posto in prima fila". Ora possiamo aggiungere che ha anche una spranga ed altri attrezzi del mestiere...

Fino all'altro ieri, a chiedere le "deroghe", e l'ingresso per gli abbonati negli stadi non a norma, avevano mandato avanti il Galliani, che tanto è uno che sul proprio viso non ha mai visto affiorare il colore rosso.

Ieri hanno mandato in avanscoperta il Matarrese, che tanto dopo le figuracce fatte con l'intervista a Radio Capital, non avrebbe certo potuto peggiorare la propria immagine.

Oggi, finalmente è "sceso in campo" LUI, il Lider Maximo, il Cipria, in tutto lo splendore della coltre di fard, che copre qualsiasi (eventuale) rossore. Impedire l'accesso agli abbonati? E' un atto "illiberale". Che ricchezza di concetti! Che varietà di vocabolario!.

Senonchè vengono fuori alcuni elementi di disturbo: -a) l'indiziato per l'omicidio di Raciti era un signor Abbonato; -b) la maggioranza di frequentatori dello stadio (per alcuni stadi la quasi totalità) è costituita da Abbonati; -c) il Milan forse riuscirà ENTRO DOMENICA a installare e rendere operativi ben 28 tornelli (ma allora perchè non ce l'hanno fatta in due anni, ed hanno sempre chiesto proroghe, deroghe, slittamenti)?

Il Berlusconi Presidente del Milan chiedeva le proroghe, il Berlusconi presidente del consiglio, dopo lunghi turbamenti, le concedeva...

Benedetto Manlio Roberti, magistrato con le stellette: Io, fannullone di Stato

Quattro giorni di lavoro al mese. Lauto stipendio. Un giudice militare si autodenuncia. E dice: 'Trasferitemi'

(di Andrea Pasqualetto)

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Espresso Il giudice Benedetto Manlio Roberti ha un lavoro da sogno: guadagna il doppio di un giovane pm e va in tribunale una volta alla settimana: "In gennaio ho fatto due sentenze, due udienze preliminari, un decreto di sequestro e nient'altro", elenca, "quattro giorni lavorati dall'inizio dell'anno". La sua giornata tipo è scandita da tutt'altri appuntamenti: i tre figli da accompagnare a scuola, l'allenamento in bicicletta, l'aggiornamento culturale e qualche partita di calcio serale, in tv. E il tribunale? "Quando capita". Roberti, 49 anni, una bella moglie, una famiglia serena, fa il magistrato militare dall'88 ed è uno dei tre giudici in servizio a Padova. Insomma, un uomo fortunato. Eppure da qualche tempo ha iniziato a covare una profonda insoddisfazione. Culminata questa settimana con una sorprendente autodenuncia: "Devo riconoscerlo: rubo legalmente lo stipendio all'amministrazione". Mentre molti suoi colleghi incassano o mugugnano senza troppo rumore, lui ha deciso di urlare: "È ora di finirla con questa farsa. Qui non si lavora più e questa non è dignità". Prende in mano il calendario delle udienze del 2007: "La prossima ce l'ho il 13 febbraio, la seconda il 1 marzo e poi più nulla. Il vuoto assoluto per l'intero anno".

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Roberti è un magistrato stimato, uno che negli anni d'oro della giustizia militare smaltiva cinque fascicoli al giorno. Quando era gup a Torino, nel 1997, in otto mesi ha esaurito 3.250 procedimenti. E oggi ha deciso che non può più fingere di lavorare per una giustizia che non fa quasi più inchieste, che non ha indagati, non ha detenuti, non processa, non condanna e non assolve. Il motivo? Semplice: mancanza di militari e di caserme, cioè di materia prima. Al 30 settembre 2006 i procedimenti pendenti davanti ai nove tribunali delle Penisola erano appena 338, un minimo storico. Nel 1988 si viaggiava su numeri nove volte superiori: 2.880. Il crollo è confermato dai procedimenti chiusi: dai 4.195 dell'88 ai 1.382 nel 2002 ai 1.042 nel 2005 fino ai 763 del 2006. "Di contro", documenta Roberti, "il numero di magistrati e di personale militare e civile è aumentato". I togati sono passati da 75 del 1988 ai 103 attuali. Gli addetti erano 180 e oggi sono 590. Lo Stato paga 300 telefonini e 160 auto blu che un tempo non c'erano. Nel 1988 il costo di gestione della giustizia militare era stato stimato in 16,2 miliardi di lire, cioè 8,5 milioni di euro circa. Oggi è più del doppio. Eppure restano in piedi, oltre ai nove tribunali, le tre corti d'appello a Roma, Napoli e Verona, una Procura generale presso la Cassazione e pure un Tribunale di sorveglianza dove lavorano 35 persone che dovrebbero decidere le sorti di detenuti che non ci sono. Perché l'unico carcere militare d'Italia, quello di Santa Maria Capua Vetere, non ospita neppure un detenuto per reati militari. Gli ultimi sono usciti con l'indulto. "Insomma, qui non si lavora più, questa è la verità. Io spero che la proposta di legge di soppressione di magistrati e uffici militari con il transito nella giustizia ordinaria diventi legge prima possibile".


I motivi del calo di attività sono chiari: dopo la fine della guerra fredda si è ridotto il numero di caserme; e dal primo gennaio 2005 è venuto meno anche l'esercito di leva. L'apparato è dimagrito sensibilmente e così pure i reati. La sola struttura inalterata è la giustizia militare: "Ma a a fare che, mi chiedo. Cosa fanno quelli del Tribunale di sorveglianza? E quelli di certi tribunali? E il carcere militare?". Roberti non è solo nella sua denuncia. Ad appoggiarlo c'è anche Sergio Dini, il pm padovano di varie inchieste monstre, da Gladio ai crimini nazifascisti: "Il mio collega ha ragione, bisogna cambiare". Se potessero, passerebbero entrambi e subito a un tribunale ordinario. "Andrei a fare qualsiasi cosa e non vorrei neppure l'indennità di trasferimento", garantisce Roberti, "ma non me lo permettono perché bisogna fare un concorso".
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Ciclista Cosa fanno, dunque, i togati militari nel tanto tempo libero? "Tutt'altro: ci sono professori universitari, membri di commissioni tributarie, gente con incarichi nella giustizia sportiva". Roberti si dedica "alla famiglia e al ciclismo". Si è iscritto a una società, è salito in sella e si è messo a macinare chilometri: 12 mila l'anno, due ore al giorno. Nel 2006 ha pure ottenuto un risultato eccellente: quarto classificato over 45 nel circuito Alpe-Adria, quattro gare fra Italia e Slovenia. "La mia massima aspirazione, in mancanza d'altro", dice, "è allenarmi con un professionista". Anche se tornerebbe volentieri a pedalare in tribunale: "E invece sono costretto a rubare tutti i mesi un ottimo stipendio".

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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