mercoledì 30 maggio 2007

Un dramma dell'emarginazione: Alessandro Benetton non ammesso al "Clubino"

Chiara_beria_4 ...noi ci accaniamo a parlare di cose futili, come i risultati elettorali, la "riffa degli  organi", la quarta settimana, il precariato, il razzismo dilagante, e nel frattempo in Italia (si, proprio in Italia) si consumano nell'indifferenza generale tragedie inenarrabili. Rimediamo grazie alla sensibilità del nostro lettore Paolo Giacomino, che ci segnala questo articolo de "La Stampa" a firma Chiara Beria di Argentine. Ringraziamo Paolo, Chiara e La Stampa. In assenza del loro contributo, questa ennesima, triste storia di emarginazione sarebbe passata totalmente inosservata...

Il circolo più esclusivo di Milano boccia Alessandro Benetton - Al "Clubino" la vendetta dei supervip

Il primo ad accorgersi che qualcosa d’inaudito stava per succedere nella centenaria storia del «Clubino Dadi», il circolo per soli gentlemen dell’élite milanese, è stato, la mattina di mercoledì 16 maggio, il gallonato portiere: «Professore, posso farle una domanda? Come mai così tanti soci sono già venuti a votare?». Nella prestigiosa sede del circolo, Casa Degli Omenoni (dagli otto colossi che ornano la facciata tardo Cinquecento dello storico palazzo dietro piazza della Scala), a sole 48 ore dall’inizio della votazione per l’ammissione di 10 nuovi soci una folla - 150 - di lor signori avevano già espresso l’inappellabile giudizio. Lo spoglio delle 220 schede (a differenza di altri club non si usano più le pallottole di voto nere e bianche, ma il sistema è lo stesso: ogni voto contro annulla 5 a favore), depositate nell’urna di una saletta nella zona riservata ai soci (solo nella foresteria sono ammessi ospiti e signore), ha provocato il più devastante caso social-mondano nei salotti del tout-Milan. Elite alla sbando.

Clubino Tutto è andato liscio per il principe Michele di Jugoslavia, figlio di Maria Pia di Savoia, e per altri 6 candidati, da Alessandro Melzi d’Eril al nipote del fondatore dell’Edison, Pier Alessandro Motta. Tre invece sono stati impietosamente bocciati: un avvocato, Goffredo Guerra, un giovane finanziere, Camillo Greco e - sommo sfregio - Alessandro Benetton. Il neovicepresidente dell’impero di famiglia ha incassato 58 voti contro, da moltiplicare per 5: un vero disastro, in quel degli Omenoni; di rado una persona viene così clamorosamente bocciata anche perché, al primo sentore di difficoltà il candidato - tanto più se ha un nome di spicco - viene ritirato dai soci che lo hanno proposto.

Ora, a parte la notorietà del fascinoso e sportivissimo Benetton, a rendere ancora più devastante l’increscioso episodio per la vita del «Clubino» è che, di regola, i tre soci (un «proponente» e due «raccomandanti») che hanno presentato il bocciato rassegnano le dimissioni. Di solito vengono subito respinte. Ovvero, nel caso di Benetton un noto banchiere d’affari, Gerardo Braggiotti, Carlo Bonomi e Gaddo della Gherardesca; per Guerra addirittura un team di stimati avvocati, il professor Alessandro Pedersoli, Alberto Moro Visconti e Nicolò Bastianini. Che smacco, che scandalo! Mentre in quel di Ponzano Veneto, nella stupenda villa progettata da Tadao Ando dove abita con la compagna, la campionessa di sci Deborah Compagnoni e i loro figli, Alessandro Benetton ignaro dei riti e delle fobie da circolo («la più devastante - racconta un autorevole socio - è la psicosi da palle nere») riceveva la «ferale» notizia - si può immaginare con quale stupore visto che erano stati Braggiotti e amici a insistere da tempo perché si candidasse - in quel degli Omenoni piovevano le dimissioni di tutto il consiglio direttivo del «Clubino».

Alessandro_benetton Una grana delicata per Roberto Notarbartolo di Villarosa, il nobile finanziere (è ad di Rasfin sim), amico di Braggiotti (erano in Mediobanca) e di Benetton che, da alcuni mesi, ha sostituito Pier Andrea Dosi Delfini alla presidenza del club. Fondato nel 1902 come «New Club» (il nome fu italianizzato durante il fascismo), il circolo che ha avuto famosi presidenti da Leonardo Bonzi, medaglia d’oro dell’aviazione e marito di Clara Calamai, a Giovannino Sforza a Carlo Cito Filomarino, grazie al suo prestigioso gratin di soci - i più importanti nomi della grande borghesia, dai Pirelli ai Bonomi, dai Borletti ai Moratti - ha acquistato sempre più appeal rispetto all’Unione, il circolo della nobiltà in via Manzoni. Archiviata l’epoca degli industriali calvinisti e riservati, il «Clubino» è diventato un indirizzo chiave nella Milano degli affari. Status symbol, network di contatti. Non solo. Chi è socio ha accesso, in nome della reciprocità, a prestigiosi club stranieri come il Boodle’s a Londra e il Knickerbocker a New York.

Regole non scritte. Sommossa. Contro un certo rampantismo e una scarsa osservanza a regole non scritte («Ai bei tempi capitava di vedere l’avvocato Agnelli o Pirelli conversare con i giovani soci; certi nuovi potenti sono arroganti, usano il club per i loro affari», sostiene un socio) si è consumata la vendetta del coté più tradizionalista del «Clubino». Il grande trappolone. Per giorni prima del voto qualcuno ha fatto circolare la fotocopia di un trafiletto apparso il 23 aprile sul «Corriere della Sera» che attribuiva a Benetton smanie («per mettersi al riparo dal rischio bocciatura il manager di Ponzano si è assicurato uno sponsor "di peso": Gerardo Braggiotti») da arrampicatore sociale. Con tanto di avvertimento: «Le palle nere sono sempre in agguato». Non solo. A bocciatura avvenuta, tradendo la regola assoluta del riserbo sulle votazioni e sulla vita del circolo, c’è chi ha spifferato a «Libero» la storiaccia con dettagli in particolare sul ruolo di Braggiotti.

Di gossip in gossip la rubrica «Alta società» del «Foglio» ha aggiunto un particolare: «Braggiotti si è dimesso, Marco Tronchetti Provera forse farà altrettanto». Errato: non è il caso Telecom, Tronchetti è sempre socio. «E’ tutto così tremendamente unfair!», sospira accorato un gentiluomo. Morale: tace Benetton che, quando verrà a Milano, visto che non potrà fare colazione al «Clubino» magari si fermerà in uno dei suoi Autogrill; e tace anche il presidente Notarbartolo. Mentre tra gli amici di Braggiotti si è aperta la caccia a chi - roba da radiazione - ha parlato con i giornali, il 29 maggio è stata convocata l’assemblea dei soci. Poveri Omenoni!

(CHIARA BERIA DI ARGENTINE - La Stampa)

lunedì 28 maggio 2007

Storie poco parallele: SM e MA

Ho ricevuto questa lettera da una cara e giovane amica che, anche se non lo dice, è laureata in legge col massimo dei voti, e lotta da sempre contro questo nuovo mostro di istituto sociale (che di sociale non ha nulla) che si chiama "precariato"

 

 

Caro Antonio, voglio raccontarti una cosa successami questa mattina, e mi piacerebbe avere un tuo parere.

 

Come sai, mi considero un po' una cavia dei tempi che verranno, visto che sono laureata-sottoccupata/ disoccupata/ precaria e vivo in affitto in un quartiere diviso tra pensionati-proprietari e immigrati più o meno integrati.  Ma ora ti racconto.


Stavo andando al discount quando, a 50 m da casa, noto il solito cantiere di ristrutturazione edile: un palazzo era cinto e persino superato da impalcature, sulle quali lavoravano - sotto il sole cocente, fin oltre il  quinto/sesto piano - due ragazzi probabilmente mediorientali, senza casco, corde o scarponi. Sollevavano le pedane di lamiera che servono da camminatoi per le impalcature tirandole su con una normalissima corda.Se quella corda si fosse spezzata, se il ragazzo in cima avesse avuto un giramento di testa per il caldo, sarebbe successa una tragedia. Insomma, quando la notizia lontana te la vedi sotto gli occhi.


Si sono affollati tanti pensieri nella mia mente, in un solo attimo. Magari quei due ragazzi non sono assunti, e "magari" se vedono i carabinieri che arrivano a tutelarli gli prende un colpo, e...magari un corno! Il medico pietoso fa la piaga purulenta, la sicurezza e l'integrità fisica vengono prima di tutto, e inoltre certi atteggiamenti non aiutano né chi arriva in Italia né chi in Italia c'è nato. Perché chi arriva, a volte ha alle spalle una vita così disastrata da non aver mai conosciuto il concetto di dignità umana, e se non gli si da' la possibilità di conoscerlo, non avrà mai la capacità di essere un cittadino rispettato e rispettoso. E quante volte, anche per lavori più tranquilli - tipo colf - mi sono sentita dire "gli italiani non li prendiamo proprio in considerazione, perché: vogliono  i contributi, l'assicurazione, il contratto. Come fossero richieste assurde, pecche, e non diritti. Oltre il pericolo concreto di morte, certe situazioni creano una spirale di "gioco a ribasso" su diritti civili ed umani. Diventa normale quello che fino a ieri era illegale. Insomma, basta!


Volevo chiamare le forze dell'ordine dal cellulare e fare un filmato, ma un paio di vecchietti del quartiere mi guardavano male. Credo avessero intuito le mie intenzioni, e non volevo iniziassero a dire - quei discorsi li sento sempre gridare dal bar sotto casa, ti giuro che non li sopporto -  che ai loro tempi la sicurezza era una "panzana" (e magari "quando c'era lui" i treni arrivavano puntuali?), una scusa per chi ha poca voglia di lavorare. Lo dicano davanti a un figlio con la schiena spezzata, che è giusto considerare la sicurezza una panzana. Dicano davanti a chi soffre ciò che la loro fortuna gli ha evitato, che i diritti sono "panzane" moderne.


E se stanno lì a godersi la pensione al bar, facendo a botte per la Lazio e per la Roma (parlo di scene viste) lo devono a queste "panzane" di diritti, a questa "panzana" di costituzione. Così sono corsa a casa, per evitare il classico rimpallo tra 117 - 112 eccetera, ho cercato un numero diretto per la sicurezza nei cantieri e l'ho chiamato. Ho spiegato in dettaglio cosa avevo visto, loro mi hanno chiesto l'indirizzo preciso, hanno detto che sarebbero intervenuti subito subito. Io spero che facciano qualcosa, che intervengano davvero, e che quei ragazzi non si facciano male intanto. Che capiscano che la vita e la salute non sono monetizzabili.


Tempo fa, scrissi pubblicamente di fatti analoghi, e mi rispose un ragazzo che lavora in Cina, dicendo che non capivo niente, che a "loro" gli fai un dispetto se non li fai dormire in fabbrica, perché hanno voglia di guadagnare, hanno una voglia di "scalare il mondo che gli brucia dentro", roba che "noi italiani ce la sogniamo".

 

Ecco, Antonio, secondo me queste sono "panzane": Belle,buone, e molto pericolose, perché suadenti, capaci di trasformare la voglia di rispetto, di un equo dare-avere (il contratto di lavoro, come ogni contratto, si basa sul sinallagma), in "poca voglia di fare" che per la nostra società è quanto di peggio ci si possa sentir dire. Ti fanno sentire in colpa, un viziato, se chiedi  il normale indispensabile. Ed a fermarsi un attimo, a pensarci un attimo, ci si chiede: insomma, quest'Italia deve entrare in Europa o nel Terzo mondo? E a quale standard dobbiamo tendere, all'Europa o al Terzo Mondo?? Dobbiamo tendere alla Svezia o alla Cina??? Sono un po' scossa, ti confesso, e amareggiata perchè penso al mondo.


E poi, Antonio, tu che hai più esperienza del mondo, che ne hai visto anche uno diverso, spiegami, per favore, come spiegheresti a una figlia, perchè ciò che qualche decennio fa era doveroso - ad esempio la messa in regola contrattuale - ora è così oneroso da essere giudicato "impraticabile".  Cos'è successo? Cos'é cambiato? Cosa abbiamo sbagliato? Cosa possiamo fare? Davvero basta un caschetto giallo a mandare in rovina un'impresa? Davvero dopo i 25 anni siamo troppo vecchi per chiedere un CCNL? Se la retribuzione media, in Italia, è inferiore a quella degli altri paesi europei, perché è così insopportabile? I soldi, che fine hanno fatto?


Eppure ne girano, lo vedo, faccio siti adesso, spesso ho clienti dei quartieri bene. penso al disgustoso chirurgo e consorte, studio megalomane vicino a Via Nazionale, casa vicino al Quirinale, shopping da Prada, lamentarsi che non potevano assumermi come segretaria perché devono pagare l'affitto dello studio. Ed eccomi, qualche mese fa, segretaria a progetto con un finto contratto come ricercatrice psichiatrica.


Che sta succedendo al mondo, Antonio? Mi spaventa, ora ho le energie per affrontare queste battaglie quotidiane... ma non si hanno 29 anni tutta la vita.

Un caro saluto.

SM

 

P.S.: solo due cose devo aggiungere, ma sono importanti... Nessuno è intervenuto, io la denuncia l'ho fatta giovedì, e venerdì mattna i ragazzi pencolavano "sempre più in alto".. Quindi venerdì, furiosa, ho scatatto delle foto al cantiere, alla faccia dei vecchiazzi da bar. Foto di cellulare, per carità.  Le ho mandate, raccontando il fatto, a La Repubblica e a vari onorevoli, di tutti gli schieramenti. Chissà se qualcuno leggerà... ti terrò informato.

 

E poi, ho pensato..e - tieni conto che in casa non ho la tv - quanto comunque ci violentino il cervello con luoghi comuni deviati, tipo che chi lavora in nero ne ha vantaggio, e che chiedere sicurezza toglie lavoro e fa chiudere un'azienda. Quante palle escano, volino, rimbalzino, ogni giorno, e ci frastornino con il loro continuo, molleggiato rimbalzare. L'italia come un immenso quadrato di pallavolo. I media come un Giani - compaesano, sabaudiano come me, ex alunno di mio papà come me: fuori tema, ma un filo d'orgoglio ce vo' - deviato: potenti, micidiali.

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Ho ricevuto e tenuto in frigorifero questa lettera di Sonia per giorni, perchè non ho avuto il coraggio nè di rispondere, nè di non rispondere. Si chiama vigliaccheria dell’impotenza. Chiunque legga questa bellissima lettera, non può che essere d’accordo dalla prima all’ultima riga, ma poi? S. non sbaglia una domanda, ma io non riesco a trovare mezza risposta, se non una di quelle, caustiche ed inutili, che non risolverebbero il problema di S. e delle centinaia di migliaia di S. che ci sono in Italia.

 

S. è una ragazza speciale. Qualcuno di voi l’avrà vista in un dibattito pre-elettorale (credo su Sky Tg24), con F. ed altri, nel ruolo della precaria di professione. Ha anche creato un sito sull’argomento. Da quell’incontro televisivo, nonostante F. abbia spesso citato S. nei suoi successivi dibattiti, come paradigma della follia del precariato eletto a sistema, nulla è cambiato. Con una battuta di quelle che io odio per primo, si potrebbe dire che l’unico cambiamento visibile è stata la trasformazione dei co.co.co (nome molto ridicolo e molto ipocrita), in co.co.pro (nome un pelino meno ridicolo, ma altrettanto o forse più ipocrita.

 

Nei prossimi giorni leggerò e rileggerò questa lettera, finchè non troverò una parola di “fondata speranza” da dire a S.. Fate tutti altrettanto, vi prego. Cerchiamo una parola di conforto CHE ABBIA UN SENSO. Cerchiamo una soluzione. Prima che questa generazione di disperati arrivi di nuovo, trent’anni dopo,  alla conclusione che l’unica strategia possibile sia quella di ritornare alla P38.

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L’altro giorno un ragazzo come S. mi ha fatto notare che MA, enfant prodige della finanza italiana, è stato cacciato dall'azienda, ma contemporaneamente è stato liquidato con 50 milioni di euro, 100 miliardi di vecchie lire. MA è un genio di  43 anni, che presumibilmente lavora da meno di venti. Però il suo futuro (ed anche quello dei suoi figli e dei suoi nipoti) è assicurato. Se vorrà vivere senza patemi, potrà investire questo patrimonio in BTP, e tirarne fuori oltre 300 milioni di lire al mese (oltre 10 milioni di lire al giorno) solo staccando cedole. Cosa dico a questo ragazzo e a S? come glielo spiego che ad A. hanno regalato una “buonuscita” pari a 100.000 mensilità da co.co.pro, sempre ammesso che S. riesca a trovare tutti i mesi un tale fantastico introito? Aiutatemi a dare delle risposte.

Tafanus

Premio Nobel per la Pace: Gino Strada o Bernard Kouchner?

Kouchner_bernard Molto divertente.  A proposito della candidatura di Gino Strada al Premio Nobel per la pace, qualche settimana fa ho ricevuto una severa reprimenda; succo della stessa: “...Gino Strada no, è troppo politicizzato. Perchè non Bernard Kouchner, fondatore di « Médecins sans frontières », che lui si che è veramente staccato dalla politica e dedito solo a opere di bene !...”

 

Però il difetto dei fatti è quello di essere testardi, e di rifiutarsi, nel lungo termine, di adeguarsi alle opinioni. Succede così che si scopre, in questi giorni, che Bernard Kouchner era ben lungi dall’essere il Gino Strada Francese, visto che era membro del Partito Socialista Francese, guidato da François Hollande, e non solo “non era politicizzato”, ma lo era, e fin troppo.

 

Succede anche che Kouchner venga sbattuto fuori dal PS, perchè accetta l’incarico di Ministro degli Esteri nel governo di Destra di Francois Fillon. Quando si dice la forza degli ideali e il disinteresse per le poltrone. Proprio come Gino Strada.

 

Ora mi aspetterei, quanto meno, una seconda lettera del mio passato interlocutore, che mi ribadisca il concetto che Bernard Kouchner, lui si, meriterebbe la candidatura, perchè è un apolitico dedito al bene dell’umanità.

 

Gino_strada_2

Nel frattempo la nostra petizione per Gino Strada ha superato le 6.800 firme. E’ un grande risultato, considerando che la petizione per Rahmatullah Hanefi, lanciata da Repubblica e sostenuta quotidianamente dal giornale, ma anche, coi nostri limitati mezzi, dal nostro blog, sfiora in questo momento le 31.000 firme, cioè 4,5 volte i risultati del modesto Tafanus, che in termini di accessi non vale però un centesimo del sito di Repubblica.

 

Nessuna gara, per carità. Non ci sono le condizioni, e noi non facciamo nessuna guerra (l’operazione di Repubblica è linkata in maniera molto visibile sul nostro blog, mentre Repubblica, una volta ottenuta la liberazione di Mastrogiacomo, non si è spesa più di tanto nè in difesa dell’operato di Gino Strada, nè in difesa dei beni di Emergency in Afghanistan, che proprio in questi giorni vengono letteralmente espropriati dal Re Travicello, senza che il nostro governo abbia battuto un ciglio. Continuate a firmare per Gino Strada.

Tafanus

 

domenica 27 maggio 2007

I miei primi X-ant'anni

Tafano_antonioOggi 27 Maggio, alle ore 11,32, compirò i miei primi X-ant’anni. La X sta per quello che volete, tanto chi deve sapere esattamente la mia età la sa già, gli altri possono immaginare quello che vogliono. Non ci sono problemi. Era statisticamente previsto che arrivasse questo momento.

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Comunque posso affermare, senza possibilità di smentita, che sono più vicino ai quaranta che ai trenta.

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Posso anche comunicarvi, con una certa approssimazione, che mi spegnerò serenamente il 13 settembre 2020, intorno alle ore 15,47. Lo dice l’ISTAT, un organismo che non sbaglia mai. E se dovesse sbagliare, sarebbe certamente colpa mia, non dell’ISTAT.

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Non sceglierò mai Scapagnini come medico di famiglia, per un sacco di buone ragioni (quindi non insistete). La prima è che da uno di Forza Italia non mi farei toccare neanche con una prolunga. La seconda è che io con Silvio non voglio avere nulla da spartire, neanche il santone. La terza è che io voglio essere puntuale, e rispettare il lavoro dei valorosi studiosi dell’ISTAT che hanno stabilito che io dovrò morire alle 15,47 del 13 settembre 2020.

.Bimbi_neri_felici

Chi mi conosce, sa che ho un rispetto maniacale per la puntualità, retaggio culturale del mio “periodo napoletano”. Quindi tenetevi liberi per la mattina del 15 settembre 2020. Ci sarà un impegno di mezz’oretta, seguirà buffet.

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Nella 24ore che mi porterò dietro mettete, per piacere, il CD “Bill Evans Trio” (del ’64, mi raccomando); una stecca di Benson & Hedges (tanto, morto per morto, potrò concedermi di nuovo IL VIZIO: non posso morire due volte... almeno credo); l’opera omnia di Marco Travaglio; la promessa formale (su carta da bollo) che qualcuno farà andare avanti il Tafanus, sempre che nel frattempo non abbia provveduto io ad ucciderlo. Niente cellulare, per favore. E non dimenticate un accendino.

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Se proprio vorrete scrivere qualcosa su di me, scrivete che “ha fatto un sacco di cazzate, però ce l’ha messa tutta”. Comunque c’è ancora del tempo, prendetevela comoda, e fate le cose perbene.  Ci si sente...

 

Taf

sabato 26 maggio 2007

La lettera di Paolo Farinella, Prete, a Mons. Bagnasco

Bagnasco Ricevo da Paolo Farinella, Prete, che mi onora della sua amicizia, questa lettera:

Care Amiche e amici,
invio questa lettera spedita al mio vescovo, nonché Presidente della Cei, prima privatamente e dando una settimana di tempo per un eventuale incontro di approfondimento. Non ho avuto alcun riscontro, per cui mi sento libero di renderla pubblica. Molte altre cose avrei voluto dire, ma dovevo restare entro una pagina. Sarà per la prossima lettera d'amore.

Il giornale L'Unità mi aveva contattato per pubblicarla, ho aspettato due giorni, ma visto che anche lì non ne fanno nulla (visti i tempi e le fascine di legna accatastate  alla bisogna!!!!), la metto in rete. Lo scopo non è di discutere, ma solo di offrire una opinione personale. Può essere condivisa o no. Non attendo risposte, ma solo il rispetto che si deve alla buona fede. Se volete divulgarla attraverso i vostri mezzi, fate pure. Io sono tranquillo con la mia coscienza e davanti a Dio, come si conviene ad un credente che non può tacere di fronte all'immondo mercimonio a cui è sottoposta la religione ai nostri giorni.

Forse ad alcuni arriverà in doppio, forse ad altri non arriverà punto, forse qualcuno è finito nella mia rubrica per opera divina, insomma... chi vuole essere cancellato me lo dica.

Un abbraccio a tutte e a tutti

Paolo Farinella, prete - Genova


Lettera al presidente della Cei, Mons. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova


Sig. Presidente,

Il 12 maggio in piazza S. Giovanni a Roma al raduno organizzato dalla Presidenza della Cei attraverso le aggregazioni laicali cattoliche, è accaduto un fatto grave che come presidente dei Vescovi italiani non può lasciare senza risposta. Silvio Berlusconi, notoriamente divorziato e felicemente convivente, ha dichiarato che i cattolici coerenti non possono stare a sinistra, asserendo con questo che devono stare a destra, cioè con lui e con il suo liberismo che coincide sempre con i suoi interessi e mai col «bene comune».

Non è questa la sede per stabilire i confini di «destra» e «sinistra». Una sola annotazione: da tutta la letteratura documentale del magistero, da Leone XIII al «Compendio» pubblicato nel 2004 da Giovanni Paolo II, risalta che i programmi della «sinistra», presi nella loro globalità e alla luce della categoria dirimente del «bene comune o generale» sono molto più vicini alla «dottrina sociale della Chiesa» di quelli della «destra», che, al di là delle parole ossequiose e strumentali, sono la negazione di quella dottrina nei suoi principi essenziali (bene comune, democrazia, legalità, stato sociale, ecc.). Alcide De Gasperi, già negli anni ’50, definiva la DC «un partito di centro che guarda a sinistra».

Benedetto XVI ad Aparecida in Brasile ha detto che la scelta preferenziale dei poveri è costitutiva della Chiesa e ha dichiarato la fine del marxismo (forse intendeva dire del marxismo ideologico e storico come realizzato nel sovietismo) e il fallimento del capitalismo. Silvio Berlusconi è il rappresentante più retrivo del capitalismo speculativo e senza regole, appena condannato dal papa, perché egli adora un solo dio e ha una sola religione: il mercato. A condizione però che il mercato faccia gli interessi dei ricchi, i quali, si sa, sono capaci di sprazzi di «compassione» ed elargiscono elemosine ai poveri, magari davanti alla tv, conquistandosi anche il paradiso e risolvendo il rebus del cammello e della cruna dell’ago. Con le sue tv commerciali, egli guida e gestisce il degrado morale del nostro popolo, imponendo modelli e stili di vita che sono la negazione esplicita e totale di tutti i «valori» cristiani che il raduno del Family Day voleva affermare.

E’ notizia di oggi (14 maggio 2007) che Berlusconi ha comprato la società Endemol, la fabbrica del vacuo, dei grandi fratelli e del voyeurismo amorale e anti-famiglia che fornisce anche la tv di Stato che così viene ad essere, a livello di contenuti, totalmente nelle sue mani. Il conflitto di interessi ora è totale. La sua presenza ad un raduno di cattolici manifestanti a favore della famiglia è strutturalmente incompatibile. Egli non può stare nemmeno nei paraggi del cattolicesimo che di solito ossequia subdolamente e di cui si serve con qualsiasi strumento economico o di potere. Mi fa ottima compagnia P. Bartolomeo Sorge S.J. che ha dimostrato con ampia facoltà di prova sulla scorta del magistero ordinario nei memorabili editoriali di Aggiornamenti Sociali, l’incompatibilità del berlusconismo con la dottrina sociale della Chiesa e ancora di più con i principi esigenti del cristianesimo.

Un altro campione di famiglia cattolica, pontificante al raduno, fu il deputato Pierferdinando Casini. O tempora! O mores! Il 19 ottobre 2005, all’inaugurazione dell’anno accademico nella Università del Papa, la Lateranense, il Gran Cancelliere, Mons. Rino Fisichella, ebbe l’ardire di presentarlo come esempio di persona che «forte della sua esperienza trentennale di vita politica e sostenuto da una forte coscienza cristiana, può offrire a noi tutti un chiaro esempio di come la fede possa ispirare comportamenti politici liberi e coerenti nella ricerca del bene comune». Parole di un vescovo, Gran Cancelliere nell’Università del Papa, ad un cattolico praticante, divorziato e felicemente convivente con prole.

Tutto ciò crea disorientamento, scandalo e sconcerto nei cristiani che faticano ogni giorno a fare conciliare l’esigenza della fede con il peso delle situazioni della vita, a volte insopportabili. Ad un uomo divorziato che, di fronte a queste dichiarazioni, affermava il suo diritto di «fare la comunione», non ho potuto dare torto, perché non potevo contestare l’autorevolezza di un vescovo e Gran Cancelliere del Papa: ho dovuto dirgli che aveva ragione e che sulla coscienza e responsabilità di Mons. Fisichella, del deputato Pierferdinando Casini e di Silvio Berlusconi, divorziati e conviventi, paladini difensori della «famiglia tradizionale», dell’indissolubilità del matrimonio, poteva andare tranquillo. Rilevo di passaggio che sia Casini che Berlusconi, in quanto parlamentari, usufruiscono «già» per i loro conviventi di tutti i benefici che contestano al progetto di legge sui «DICO».

O la Chiesa è coerente fino allo spasimo, fino al martirio, sapendo distinguere i falsi profeti per difendere le pecorelle dal sopruso e dalla sudditanza di avventurieri senza scrupoli, o la Chiesa si riduce ad una lobby che intrallazza interessi materiali con chiunque può garantirglieli. E’ una questione «di verità» per usare un’espressione a lei cara. Sulla stampa (la Repubblica 14-05-2007, p. 9) all’interno di una intervista, mons. Giuseppe Anfossi, responsabile Cei per la famiglia, ha dichiarato che Berlusconi si assume la responsabilità di ciò che ha detto. Non parlava però a nome della Cei che, credo, abbia l’obbligo di fare chiarezza e prendere le distanze da simili individui che non fanno onore né alla chiesa, né alla politica (nella concezione espressa da Paolo VI), né al popolo italiano. Se non vi sarà una chiarificazione ufficiale da parte della presidenza della Cei resterà un «vulnus» che ne appannerà la credibilità.

Sulla stampa sono stati pubblicati i capitoli dell’8 per mille che hanno cofinanziato il raduno del Family Day, suscitando in larghi strati del popolo cattolico una reazione a devolvere altrove la quota della Chiesa, generando ancora una volta una scollatura più grande tra popolo di Dio e Gerarchia che ormai sembrano camminare su sentieri diversi. Mi auguro che lei abbia il coraggio necessario, adeguato alla situazione.

E’ mia intenzione nella giornata di lunedì 21 maggio 2007, rendere pubblica questa lettera di credente ferito che si dissocia dalle parole per nulla cristiane di Silvio Berlusconi e anche dal silenzio pesante della Presidenza della Cei. Nessuna pretesa, solo una testimonianza «nunc pro tunc».

 

Genova 14 maggio 2007

Paolo Farinella, prete

 

Tafanus Caro Paolo,

 

ogni volta che ricevo qualcosa da te, tremo, non per la mia salute, ma per la tua. Come puoi facilmente immaginare, io la tua lettera non posso che metterla on-line, con priorità assoluta, non solo sul Tafanus che già conosci (www.tafanus.it) ma anche su un blog secondario, La vecchia "Rassegna Stanca":

(http://banane-e-mazzette.blogspot.com/). Inoltre, la diffonderò anche attraverso il prossimo numero del Tafanus via e-mail.

 

Abbi cura di te. Un vecchio mangiapreti ateo che ti vuole bene.

Tafanus

venerdì 25 maggio 2007

Flavia Vento alla scoperta della grammatica italiana

La_voce

La collega Simona Scaccheri de "La Voce d'Italia" ha pubblicato questa esilarante descrizione di Flavia Vento, la quale ha protestato vivacemente col Direttore Marsili, minacciando fuoco, fiamme ed azioni legali. Naturalmente non solo l'articolo non è stato tolto dalla "Voce", ma lo riprendo su Tafanus, onde regalare ai lettori cinque minuti di buon umore, ed estendere, nei limiti del mio piccolo medium, questa perla ad altri beneficiari. Il blog riscuote sempre più successo grazie alla sua personale forma di espressione

L’italiano è una lingua complicata e indubbiamente difficile... Gli esperti dicono che solo pochi italiani conoscono davvero la propria lingua, ma forse non è una giustificazione sufficiente a spiegare la grammatica ‘sgrammaticata’ utilizzata da Flavia Vento nel suo blog. L’ultimo post pubblicato sui cani ha dell’incredibile: Flavia dice “vi prego e’una questione che mi sta troppo a cuore...i canili...ci sono migliaia di cani in gabbie che fanno i bisogni e non hanno spazio per vivere nelle loro celle che hanno bisogno del nostro aiuto”.

Il blog è decisamente divertente e non si capisce se a far ridere sia più il contenuto dei post o la forma scelta, ma probabilmente è un sano mix delle due cose. Non paga, Flavia continua: “portate fuori un cane anche solo per un ora vi prego aiutatemi a cambiare questo mondo di merda, dove la gente pensa solo a rubare e se volete un cane prendetelo al canile. Se fai del bene il bene tornera’ a voi.. quindi solo per un ora concedete una passeggiata a un povero cane viittima di uomini di merda”. Contenuti unici ed esilaranti, una visita va fatta: http://flaviavento.leonardo.it/blog/  (di Simona Scaccheri)

Cara Simona, hai ragione... li tagliàno è lingua complessa, roba per adulti... Quando Flavia ci informa che "...ci sono migliaia di cani in gabbie che fanno i bisogni e non hanno spazio per vivere nelle loro celle che hanno bisogno del nostro aiuto..." io penso con curiosità non disgiunta da raccapriccio a queste gabbie che fanno i bisogni, ed alle celle che hanno bisogno del nostro aiuto. Più avanti la Vento, con altre parole al vento, mi/ci/vi informa che "Se fai del bene il bene tornera’ a voi.." Ora sono decisamente più tranquillo.

...però non è che adesso abbandonate tutti il Tafanus per precipitarvi in massa sul blog di Flavia Vento... per morire ed imparare un buon i tagliàno c'è sempre tempo...

martedì 22 maggio 2007

Afghanistan: e da D'Alema parte un grande "affanculo" nei confronti di Bush

DalemaIslamabad - Il ministro degli Esteri D'Alema replica alla richiesta della Casa Bianca di "condividere i rischi della guerra": "Se il presidente Usa vorrà chiederci qualcosa, lo farà in occasione della visita in Italia" [..] "Noi rispondiamo solo al Parlamento"

"Non dobbiamo rispondere a nessuno: noi rispondiamo al Parlamento della Repubblica e le nostre Forze Armate si muovono sulla base delle decisioni del Parlamento, non di altri". Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha risposto così oggi a Islamabad ai giornalisti che gli chiedevano come valutasse la richiesta del presidente americano George W. Bush agli alleati impegnati in Afghanistan di "condividere i rischi" della guerra. Il vicepremier ha quindi precisato che "La nostra missione in Afghanistan si svolge sulla base delle decisioni del Parlamento italiano e quindi continuerà su queste basi, ovviamente".

La questione potrebbe tuttavia essere affrontata nel giro di poche settimane a Roma: l'Italia, ha ricordato D'Alema, "riceverà il presidente Bush tra pochi giorni (è atteso a Roma il 9 giugno, ndr)". "Se il presidente Bush vorrà chiedere qualcosa lo farà personalmente, non attraverso i giornalisti; parlerò - ha sottolineato - direttamente con lui".

Bush_mealIn vista dell'arrivo di Bush a Roma, i movimenti pacifista e la sinistra di governo stanno già organizzandosi per una grande manifestazione di protesta. "A Roma il 9 giugno arriverà Bush. L'uomo che ha spinto il governo degli Stati Uniti sulla rotta della guerra preventiva. Quindi, è giusto che il nostro Paese segnali con il movimento pacifista e contro la guerra un'avversità alle politiche di quest'uomo", ha detto Marco Rizzo, eurodeputato del Pdci. L'esponente dei Comunisti Italiani spiega che ancora devono essere definiti gli ultimi dettagli sulla manifestazione perchè "C'è chi vuole fare solo un presidio, c'è chi vuole manifestare e c'è anche un appello a fare un'unica cosa". (Da Repubblica.it)

...finalmente "qualcosa di sinistra", finalmente qualcosa di dignitoso. Tremo al pensiero di quale sarebbe stata la reazione del Cipria o del post-fascista...

sabato 19 maggio 2007

PICCOLO SCHERMO E GRANDI MANOVRE: La Rai è morta ma non lo sa

Espresso

di Edmondo Berselli

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Con l'affare Mediaset-Endemol è finito il duopolio televisivo. Perché le reti pubbliche diventeranno sempre più inutili, residuali e asservite ai partiti

 

Stefania_craxiA raccontarlo non ci si crede. Soltanto in un non-mercato come quello del sistema televisivo italiano poteva accadere che uno dei due rami dell'oligopolio, Mediaset, acquisisse dagli spagnoli di Telefonica la struttura creativa e produttiva, Endemol, che fornisce i programmi di massimo ascolto della Rai. Regala anche alcune patacche, per la verità, tipo 'Colpo di genio': ma in qualsiasi area di mercato, in altri settori economici, una qualche autorità antitrust avrebbe acceso fari e faretti sulla transazione, a causa di un intreccio anticoncorrenziale fin troppo evidente.

 

Invece il settore televisivo assiste con stupore ammirato e comunque senza troppo scandalizzarsi a un'operazione che non si sa come definire: endogamia televisiva, intreccio incestuoso fra soggetti che dovrebbero essere in concorrenza, proliferazione di conflitti d'interessi che nessuna norma e nessuna agenzia di controllo sembrano ormai in grado di correggere, a dispetto dei progetti di ridisegno del sistema tv e delle norme sul conflitto d'interessi. A cui si aggiungono veli di ipocrisia, e aria di superiorità internazionale rispetto ai ragionamenti da cortile di casa, quelli che chiamano in causa la politica nostrana. Perfino il direttore generale della Rai, Claudio Cappon, che minimizza, per prudenza: "Basta con questa impostazione tutta domestica, l'Italia è solo uno dei 25 paesi dove opera Endemol".

 

PiersilvioOra, che il mercato televisivo sia una finzione giuridica e politica dovrebbe essere fuori discussione. Ma registrare le parole di Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri che garantiscono che Endemol resterà un'entità autonoma, attiva e florida grazie alla propria creatività, completamente libera nell'azione e rispettosa del rapporto con la Rai, provoca un'impressione singolare: non dissimile, in fondo, dall'effetto che hanno sempre provocato gli spergiuri con cui Silvio Berlusconi è abituato a garantire che le reti Mediaset operano liberamente, in modo perfettamente autonomo dalla politica e dalla sua volontà. Anzi, talvolta premurandosi di aggiungere, con un tocco da fuoriclasse, che l'informazione Mediaset, i telegiornali, le rubriche e i talk show sono covi della sinistra.

 

Tuttavia si può anche prescindere per qualche momento dal timore che Mediaset diventi padrona di spazi e quote di ascolto, nonché di pubblicità qualificata, della Rai. È vero che la libertà creativa e l'autonomia della futura e mediasettizzata Endemol dipendono esclusivamente da un atteggiamento discrezionale di Mediaset; ma non è il caso di sottilizzare, dicono le parti più interessate, e neppure di nutrire sospetti preventivi.

 

Sarà per questo che il capo del governo di centrosinistra, Romano Prodi, ha assunto una posizione di serenità sovrana, caratterizzata dall'ottimismo sulle sorti dell'emittente pubblica e da un atteggiamento politicamente generoso verso l'altro ramo del duopolio: "Vedo con favore il rafforzamento di un'azienda italiana, che in questo modo incrementa anche un certo tipo di esperienza e di conoscenza". Mentre il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha parlato dell'acquisizione di Endemol come di un successo, "la spinta verso la diversificazione di un settore, che noi dobbiamo incoraggiare". A sua volta, Pier Luigi Bersani non si è mostrato preoccupato per il rafforzamento di Mediaset, che potrebbe diventare il maggiore fornitore della Rai, in quanto "l'azienda Rai farà autonomamente le sue scelte" [...]

 

Gentiloni Uno spirito polemico potrebbe concentrarsi su queste affermazioni e rilevare semplicemente che esse prescindono da qualsiasi logica fattuale. Sono parole. Peggio, sono il riconoscimento a priori che in futuro l'azione di Endemol, cioè in ultima istanza di Mediaset, dipendono esclusivamente da un'intenzione benevola della dirigenza berlusconiana. Il che non sembra deporre a favore del funzionamento razionale del mercato. Anzi, si configura una specie di privatizzazione ermafrodita, in cui tutto appare affidato a decisioni discrezionali, alla buona disposizione di spirito delle reti Mediaset.

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A una visione oggettiva, o anche solo banalmente empirica, del mercato televisivo, si tratta a prima vista di una mostruosità funzionale; in secondo luogo, che le autorità di garanzia non siano in grado di intervenire né di spendere una parola su un caso così plateale di ulteriore distorsione della concorrenza costituisce un nuovo straordinario capitolo del pasticcio televisivo all'italiana [...]

 

Già: un consiglio d'amministrazione indebolito dal rinvio a giudizio dei membri di centrodestra in seguito al caso Meocci (l'ex direttore generale dichiarato incompatibile, con il codicillo della multa di 14,3 milioni alla Rai); un consigliere, Angelo Maria Petroni, sfiduciato dal ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa ma sostenuto a lame roventi dai berluscones; il direttore Cappon alle prese con le nomine bloccate, le strategie frenate, gli ascolti calanti, una serie di flop da rasentare l'assurdo, dalla Ventura a Funari.

 

E ora il blitz clamoroso di Mediaset. Ce n'è abbastanza per sollecitare misure della massima urgenza. "Macché urgenza, qui siamo al dramma", replica Celli: "Se circolasse un po' di buonsenso, si approfitterebbe dell'affare Endemol per cambiare marcia. Fare piazza pulita e impostare una strategia seria dal punto di vista societario, aziendale e industriale. Vale a dire che risulta ormai indispensabile differenziare funzionalmente la Rai, separando il cosiddetto servizio pubblico, affidato al canone, da una Rai commerciale, in grado di stare sul mercato. Da una parte una tv 'minolizzata', per capirci, e dall'altra una entità televisiva finanziata dalla pubblicità. Altrimenti, continuare a far gestire la Rai da ex politici significa consegnarla al fallimento".[...]

 

Cavallo_rai...che dire? le entusiastiche dichiarazioni di Gentiloni, di Prodi, di Bersani, lasciano di sale. Qui, anzichè andare verso la soluzione del conflitto d’interessi e verso un maggior pluralismo, il nano non vuole solo conservare intatto il suo potere mediatico, incestuato con le sue ambizioni politiche, ma di fatto lo rafforza, impadronendosi del fornitore pressocchè unico di programmi, il quale da domani potrà, checchè ne dica Piersilvio (perchè adesso parla anche Piersilvio!) decidere quale merda di scarto lasciare alla RAI, e cosa tenere per Mediaset. Nel frattempo la RAI tiene rigorosamente chiusi nei sottoscala a far niente o quasi personaggi come Freccero, e si è definitivamente dimenticata di personaggi come Guglielmi che hanno inventato Rai Tre, quella che ha fatto tutto quello che di guardabile c’è ancora oggi in TV...

venerdì 18 maggio 2007

Luna Rossa, BMW Oracle e i sieropositivi d'Africa

Bmw_oracleSono incazzato nero. Questo pomeriggio Luna Rossa ha vinto la sua terza regata contro una di Oracle, ipotecando fortemente il passaggio alla finale della Louis Vuitton Cup. Allora, vi chiederete, perchè sei incazzato?

Semplicemente perchè ho appreso dalla trasmissione in Aidsafricafatherson diretta che BMW Oracle, che probabilmente non arriverà neanche a disputare la finale degli sfidanti per l'accesso alla Coppa America, ha speso per questa sfida 200 milioni di euro, pari a 400 miliardi di lire.

Sono incazzato perchè è la cifra che sarebbe necessaria e sufficiente per fornire a tutti i sieropositivi africani, per un anno, i farmaci anti-retrovirali che oggi assicurano una lunga sopravvivevza, e qualità della vita accettabile.

Sono incazzato perchè vivo in un mondo dove per il superfluo si trovano sempre tutti i soldi necessari, per l'indispensabile non si trova mai una lira. Infine, sono incazzato perchè ho visto a Valencia un abbronzatissimo Tronchetti Provera, che mentre i dipendenti Telecom accendono ceri a San Gennaro, era, bellissimo e abbronzatissimo, a godersi le regate dal suo mega-yacht da grande capitalista senza capitali e senza strategie.

Esce oggi il documentario "Gli Imbroglioni", di Deaglio e Cremagnani

Gli_imbroglioni_dvd Esce oggi in edicola lo speciale "Gli Imbroglioni" che avevo visto mercoledì alla presentazione di Deaglio. Esce in allegato con un numero monografico de "Il Diario" cartaceo, che è forse ancora più interessante del film, perchè mette, nero su bianco, la documentazione raccolta. Se dopo il primo DVD Pisanu aveva chiesto a Deaglio un risarcimento per danni di 5 milioni di euro, questa volta dovrà almeno raddoppiare la cifra, oppure andare in TV a render conto di tutte le bugie, smascherate dal filmato e dal giornale, che ha sparato in trasmissione come quella di Fazio e di Vespa.

...nell'aprile del 2006 Tavaroli, Mancini, Ghioni e Pollari sapevano - e se no che spioni sarebbero - che si stava indagando su di loro per reati molto gravi. Se gli italiani erano tutti molto interessati ai risultati elettorali, alcuni gentiluomini lo erano di più, e avevano anche il potere di cambiare l'esito del voto. Per quanto riguarda invece la proprietà Telecom, questo era un fascicolo ben presente e da risolvere con urgenza per chiunque fosse diventato presidente del Consiglio.

Perchè racconto questa storia? perchè è curioso che gli uomini del Tiger Team capitanato da Fabio Ghionisiano stati coinvolti dal Viminale per curare la sicurezza delle operazioni elettoralidel 2006, e in particolare impedire intrusioni di hackers: così entrarono al Viminale, realizzarono un lungo e dettagliato sopralluogo, fecero un'ispezione delle macchine, simulazioni di attacchi, verifica di password e meccanismi antintrusione.

Più strano è che, dopo che alcuni di questi personaggi sono finiti in galera, al Viminale non si siano ricordati di quei grandi esperti di sicurezza chiamati a vigilare sulla correttezza delle operazioni di voto. D'altra parte, quella notte, al Viminale non successe nulla di strano, vero?...

Non è fantastico? insomma, il fatto che le password del sistema informatico del Viminale e le chiavi d'accesso (e controllo e/o manomissione) dei sistemi anti-intrusione di un sistema in mano alla Accenture di Pisanu Junior fossero in mano ad una banda di galantuomini tuttora in galera, come Tavaroli e Ghioni?

lunedì 14 maggio 2007

Quelli che la famiglia tradizionale è sacra/1

IL FAMILY DAY-AFTER/1

 

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Berlusca_corna_veronica_2"C'è un attacco dell'Unione alla Chiesa e alla famiglia. I cattolici di sinistra vivono una contraddizione insuperabile: non si può essere al tempo stesso cattolici - e quindi riguardosi della dottrina della Chiesa - e allearsi con chi è frontalmente dall'altra parte. Noi diciamo no a caricature dei matrimoni". (Silvio Berlusconi al Family Day, 12 maggio 2007).

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Ania_pieroniBerlusconi. Marcello, iniziamo male l'anno!

Dell'Utri. Perché male?

 

Berlusconi. Perché dovevano venire due [ragazze, nda] di "Drive In" che ci hanno fatto il bidone! E anche Craxi è fuori dalla grazia di Dio!

Dell'Utri. Ah! Ma che te ne frega di "Drive In"?

 

Berlusconi. Che me ne frega? Poi finisce che non scopiamo più! Se non comincia così l'anno, non si scopa più!

Dell'Utri. Va bene, insomma, che vada a scopare in un altro posto!

 

Berlusconi. Senti, dice Fedele [Confalonieri, nda] che devi sacrificarti (...). Devi venire qui!

Dell'Utri. No, figurati!

 

Berlusconi. Purché le tette siano tette! Truccate soprattutto bene le tette! (...) Grazie, ciao Marcellino!

Dell'Utri. Un abbraccio, anche a Veronica. Ciao!

 

Berlusconi. Anche a te e tua moglie, ciao.

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(telefonata intercettata dalla Guardia di Finanza sul telefono della villa di Arcore - dove Berlusconi festeggia il Capodanno con Fedele Confalonieri e l'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi - in un procedimento per bancarotta a carico di Marcello Dell'Utri. Milano, ore 20.52 del 31 dicembre 1986).

 

 

(Marco Travaglio - Repubblica.it del 14 maggio 2007)

...ed ora, PER PIACERE, non venite a dirmi che nella vita privata il nano può fare quello che vuole... CERTO, che può fare quello che vuole, purchè non faccia contemporaneamente l'uomo pubblico, lo statista che vuole ridurre i miei comportamenti a misura di Papa Natzinger, sorvolando sui suoi. Che faccia quello che vuole. Che corteggi pure Mara Carfagna, che si metta pure sulle ginocchia le "Giovani di Forza Italia" per approfondire il progetto politico. A patto che non rompa i coglioni a me...

domenica 13 maggio 2007

Il "Family Gay": Riso Amaro

20070513 ...forse l'unica cosa seria che si possa tentare di fare su questa buffonata è buttarla sul ridere, visto il "parterre de roi" di divorziati, separati, concubini eccellenti che affollava la piazza "cristiana". Ad iniziare dalla vignetta di Vauro che non ho trovato: una persona che dice a qualcuno: "...al Family Day ci saranno un sacco di preti...". E l'altro: "...meglio lasciare i bambini a casa..."

20070512

20070513_2 

...durante una manifestazione del centro-sinistra contro la Moratti, eravamo stati criticati per aver portato alla manifestazione dei bambini. Ieri i critici hanno superato i maestri. Un terzo dei partecipanti erano bambini. Sembra che l'unico modo che molti partecipanti hanno trovato per far capire che erano lì "per la famiglia" sia stato quello di portarsi uno o più bambini. Magari presi a noleggio...

20070512

Totti col "ciuccio": l'idiozia al potere...

Totti_pancia_2 ...Francesco Totti, in arte "er pupone", stanotte ha avuto il secondoTottidito1  figlio. Non è un avvenimento eccezionale, avere un figlio. Ci sono riusciti persino i nostri genitori,  persino in  epoca di crescita zero, questo miracolo, solo in Italia, si ripete circa 70 volte al minuto.

Eppure continuiamo a sorbirci da più di un anno un ciuccione di trent'anni che ogni volta che segna un goal (evento che dovrebbe essere abbastanza normale, per un sedicente bomber), si ficca con aria ebete un poliice in bocca, a Tottidito2 "mimare" (?) la dedica del goal a suo figlio.

A prescindere dal fatto che non ho mai capito cosa significhi, esattamente, "dedicare un goal", ora c'è il rischio che il tasso Tottidito3 d'idiozia raddoppi, perchè ogni goal andrà dedicato a due figli.

Due dita in bocca?

Tottidito4 Tottidito5 Tottidito7

Totti col "ciuccio": l'idiozia al potere

Totti_pancia_2 ...Francesco Totti, in arte "er pupone", stanotte ha avuto il secondoTottidito1  figlio. Non è un avvenimento eccezionale, avere un figlio. Ci sono riusciti persino i nostri genitori,  persino in  epoca di crescita zero, questo miracolo, solo in Italia, si ripete circa 70 volte al minuto.

Eppure continuiamo a sorbirci da più di un anno un ciuccione di trent'anni che ogni volta che segna un goal (evento che dovrebbe essere abbastanza normale, per un sedicente bomber), si ficca con aria ebete un poliice in bocca, a Tottidito2 "mimare" (?) la dedica del goal a suo figlio.

A prescindere dal fatto che non ho mai capito cosa significhi, esattamente, "dedicare un goal", ora c'è il rischio che il tasso Tottidito3 d'idiozia raddoppi, perchè ogni goal andrà dedicato a due figli.

Due dita in bocca?

Tottidito4 Tottidito5 Tottidito7

venerdì 11 maggio 2007

il regime "delle Sinistre"

Bonsai_messina_2  ...questo è FORSE l'unico paese al mondo nel quale il servizio pubblico radiotelevisivo continua ad essere governato dall'opposizione. Questo è CERTAMENTE l'unico paese al mondo nel quale un nanetto di gesso, oltre  a possedere metà dei media del paese, vorrebbe fare politica, e continuare a governare anche la TV pubblica dall'opposizione. Questo è un paese nel quale le due principali reti della TV pubblica, in "regime" di sinistra, sono in mano ad un post-fascista (Tale Fabrizio Del Noce) e ad un leghista (tale Marano), che stanno scientemente, sistematicamente sfasciando le reti di loro competenza a botte di flops...

...ora, non vogliamo dire che lo facciano apposta, per favorire le reti di esclusiva proprietà del loro mentore (il sunnominato nano da giardino), ma al netto dalla chiacchiera, il risultato è questo...

...nel CdA continua a sedere (e ad essere determinante) un consigliere di destra, tale Petrone, che rimane fermo al suo posto, solido come una roccia, a dettar legge al CdA dei "komunisti" (omen nomen? Petrone come "culo di pietra"?)...Padoaschioppa_2

...oggi Padoa Schioppa, che è stato un buon consigliere della BCE, ma si sta rivelando una  catastrofe come ministro, non ha ancora trovato il coraggio di cacciare a pedate il "culo di pietra" (forse a Padoa Schioppa nessuno ha ancora dato il manualetto nel quale si spiega che il maggior azionista della RAI è il Ministro dell'Economia, che ha il potere di mandare tutti a casa, e dopo cinque minuti rinominare tutti tranne Petrone)...

...oggi, in attesa che Padoa Schioppa esca dal letargo, il nano da giardino ha già cominciato a strillare che se mandassero a casa il Petrone, con seguito di Marani e di Fabrizi delle Noci, si tratterebbe dell'ennesimo golpe delle "sinistre": questi comunisti, si "moderino": si accontentino di gestire un pezzetto di RAI Tre, mentre gli uomini "del fare" (o del malaffare?) si occupano delle altre cinque maggiori reti nazionali... (Tafanus)

giovedì 10 maggio 2007

BROGLI ELETTORALI: La parola "Fine"? - Esce "GLI IMBROGLIONI – Quello che hanno fatto con il nostro voto" - di Deaglio e Creamagnani

Gli_imbroglioni A sei mesi dal film Uccidete la democrazia!, che ha provocato polemiche nel mondo politico e un’inchiesta giudiziaria, che ha portato al riconteggio dei voti e alla sospensione dei progetti di voto elettronico, gli autori, Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio, continuano la loro indagine e propongono Gli imbroglioni. Questo è il titolo del nuovo film sui brogli elettorali che è arrivato a scoprire fatti gravissimi.

Che ci fosse la possibilità di truccare i dati elettorali con un software al ministero dell’Interno è confermato. Non solo. La nuova inchiesta prova che ci furono almeno tre intrusioni informatiche durante la notte dello spoglio e che ci fu un maneggio dei dati. A garantire la sicurezza informatica del Viminale in quella notte fu schierato il tiger team Telecom, ovvero il gruppo di esperti informatici oggi in carcere per hackeraggio assieme a un alto esponente dei servizi segreti. Il film racconta ancora come nei tre giorni seguenti l’11 aprile l’Italia corse il rischiodi un moderno colpo di Stato.

Gli imbroglioni dimostra che durante il voto sono stati commessi più reati, che il voto degli italiani è stato tenuto in scarsa considerazione e che le leggi e i regolamenti elettorali, compresi i poteri di controllo della magistratura, sono da ridiscutere profondamente perché è in gioco il destino della democrazia. Intanto Uccidete la democrazia! è stato denunciato per diffusione di notizie false, esagerate, tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico.

Gli autori sono stati rinviati a giudizio, ma non è ancora stato fissato un calendario di udienze. L’ex ministro Pisanu ha avviato inoltre una causa civile per danni chiedendo un risarcimento di 5 milioni di euro. Il film esce il 18 maggio in edicola e nelle librerie con un’edizione monografica di Diario. Lo speciale raccoglie i documenti inediti e riservati su cui si fonda l’inchiesta e il lungo racconto di come si è arrivati a comporre, tassello dopo tassello, l’impressionante mosaico di questa vicenda.

mercoledì 9 maggio 2007

Rutelli al Family Day: Vieni avanti, pretino!

Prete_laido«Scommetto che la manifestazione sarà una delle più grandi che il nostro Paese abbia mai visto» 
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«Se fossi stato deputato sLetizia Arnaboldi Brichetto Moratti: una donna che “non deve chiedere, mai”abato in piazza ci sarei andato». Lo dice, in un incontro promosso dalle Acli, il vicepremier e leader della Margherita Francesco Rutelli, parlando del Family Day che si terrà sabato prossimo.

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«Io scommetto che la manifestazione di sabato sarà una delle più grandi manifestazioni che il nostro paese abbia mai visto e sono sicuro che avrà un segno positivo, costruttivo e sereno», dice Rutelli a proposito del family day, aggiungendo che in quanto componente del governo non parteciperà all’iniziativa, perchè «credo che il posto di chi viene interpellato dalla piazza, essendo al governo, è quello di ascoltare». Detto questo, Rutelli sottolinea: «non mi permetto, però, di dire a questo o quel ministro di non andare. Questa è una mia personale valutazione».

Intanto si abbassano le ambizioni degli organizzatori: dagli "oltre 500.000" sparati qualche giorno fa, siamo scesi a 100.000. Ruini e i suoi cari...

sabato 5 maggio 2007

Letizia Arnaboldi Brichetto Moratti Viendalmare: una donna che “non deve chiedere, mai”

MorattiChe tristezza!!! una sedicente manager (che di manageriale ha avuto il pregio di ereditare non so se dal padre o dal marito una società di brokeraggio nel campo delle assicurazioni), entra nel primo governo Cipria, e viene catapultata, per le sue elevate competenze nel campo delle comunicazioni di massa, alla Presidenza della Rai. Riesce, grazie ad un mix di incompetenza e di vassallaggio politico al suo mentore, padrone dell’altra metà del cielo, quasi ad affondare la TV di Stato. Non riesce a completare l’opera solo per mancanza di tempo, visto che il Cipria Uno dura troppo poco...

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Nel Cipria Due viene chiamata all’arduo compito di distruggere definitivamente la scuola pubblica, a favore delle scuole private e confessionali. Qui riesce a svolgere quasi completamente il compito assegnatole: riduzione del numero di insegnanti a fronte del ritorno alla crescita del numero di studenti; caos totale sulla data di possibile – garantito – forse – non si sa – ingresso nella scuola dell’obbligo; ritorno, comunque lo si voglia chiamare, alla scuola di classe (Avviamento Professionale incluso); boom del precariato (siamo l’unico paese in cui i professori riescono ad avere ormai il lavoro garantito fra i 45 ed i 50 anni); maturità ridotta a barzelletta (anche i diplomifici a pagamento possono far sostenere in sede gli esami di maturità con professori interni, e UN commissario esterno che dovrebbe controllare tutto e tutti. Vi immaginate la CEPU, o altre benemerite organizzazioni consimili, che si mettono a tagliare i rami sui quali stanno comodamente assisi? Morale: “todos caballeros”, ormai i bocciati all’esame di maturità diventano rarità biologiche, oggetti di culto, soggetti di leggende metropolitane (nel 2001, a Legnano, sembra che ci sia stato un bocciato... storie di cui si parla, con cautela, al Bar dello Sport).

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Infine, la perla: decine di migliaia di insegnanti di religione scelti dal Vescovone, ma pagati dallo stato, ed illicenziabili, anche qualora dovessero ricevere una revoca di fiducia da parte del Vescovone stesso. Insomma, una bomba ad orologeria, perchè questi insegnanti di religione entrano come professori di ruolo, e se il Vescovone vuole, può ogni anno revocarne uno ed indicarne un altro, e lo stato deve solo abbozzare e pagare, i vecchi ed i nuovi. Anche qui, todos caballeros. Anche qui, una bomba sotto il culo dei conti dello stato. Grazie mille, Manager Letizia Arnaboldi Brichetto Moratti Viendalmare in Cipputi.

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Ora, l’ultima perla. Diventata sindaco della ormai ex-ex-ex capitale morale, butta fuori TUTTI i managers delle municipalizzate nominate non da Peppone, ma dal suo correligionario di partito Albertini (immagino con congrue buonuscite), e nomina 43 nuovi managers. Efficienza? No, solo il più bieco ritorno al Manuale Cencelli.

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Invano cerchereste delle associazioni fra ruoli e competenze. Oggi Repubblica (dorso di Milano) pubblica uno specchietto che, nel suo genere, è uno stimolatore al vomito, da assumere in caso di ingestioni accidentali di sostanze velenose:

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  • 15 “managers” hanno nel curriculum la provenienza da Forza Italia
  • 8 da “Alleanza Nazionale” (il famoso partito dalle mani pulite...
  • 5 dalla “Lega”: ma si, quella di Roma Ladrona...
  • 4 in quota UDC (il partito dei tecnici Volonté, Cuffaro, Cesa)...
  • 4 in quota a se stessa come “Lista Moratti” (in fondo, si è “contenuta).

E le competenze?. Per questo vi rimandiamo ad una prossima puntata, perchè vogliamo fare un lavoro accurato di inchiesta sui curricula dei 43 nuovi managers. Per ora vi basti sapere che fra i 43 c’è anche, in quota Lega, tale Bonomi Giuseppe di anni 43, presidente di Alitalia dal 2003 al 2004, nominato da Berlusconi. Colui che, dicono, ha dato il colpo di grazia all’Alitalia. Ora il suo compito (dare il colpo di grazia alla SEA) diventa obiettivamente più arduo.

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Ma noi abbiamo fiducia in lui. Ce la farà

venerdì 4 maggio 2007

Michela Vittoria Brambilla a Palazzo Chigi??? Non posso crederci!

 Il Foglio

Voci dalla corte del Cav.

Berlusconi rivela agli intimi che la Brambilla ha la statura giusta
Il capo di FI parla in giro di una nuova carta antipolitica, da giocare al massimo livello. Un ballon d’essai?

Michela_vittoria_brambillaRoma. Nella corte berlusconiana circola una notizia credibile perché a propalarla è stato proprio il Cav. La notizia è che Michela Vittoria Brambilla, presidentessa nazionale dei Circoli della libertà, viene giudicata da Berlusconi come la vera soluzione. Come una donna bella e brava da candidare a Palazzo Chigi. Come un investimento confortato dalla futurologia demoscopica alla quale il Cav. è sempre attento. Come il volto della meglio gioventù di Confcommercio capace di azzerare le velleità dentro Forza Italia, anche se il suo ruolo a venire rimane da negoziare dentro la coalizione e l’ex premier non ha voglia di mortificare nessuno dei pretendenti. C’è una logica assurda e rigorosa, in questa ultima seduzione politica del centrodestra, un tratto tipicamente berlusconiano. Ed ecco forse schiarirsi alla sua luce la ragione del dolce e colloquiale torpore che ultimamente ha pervaso il ruolo pubblico di un Berlusconi smagato e distante. A volte comprensivo con gli avversari di sempre, come durante il caso Mastrogiacomo o nella ricapitolazione della vicenda televisiva di Enzo Biagi [...] Qualcuno ne riderà come davanti a una bizzaria passeggera. Ma il Cav. diventa più imprevedibile quando dissumula e, se tace o si trattiene, sta incubando qualcosa di sonoro. E molti risero della discesa in campo con il nome “Forza Italia”. Prima.

Michela Brambilla potrebbe essere il frutto di questa incubazione. Intanto perché assomiglia molto al capo. E’ saldamente piantata nel fronte unico presidiato storicamente dal Cav., quello dell’antipolitica. Proviene dal mondo dell’imprenditoria lombarda (Lecco), da quel capitalismo famigliare e mediano che si è fatto da sé, per poi contaminarsi con la politica da una posizione di autosufficienza. Un’estrazione di buon conio garantita dal suo cognome che sa di milanesitudine fattiva e liberale, e che perciò può piacere in modo speciale a Umberto Bossi e alla sua Lega. A questi particolari Berlusconi è sensibile. Di Brambilla ha già potuto saggiare, oltre all’eloquio, le capacità organizzative dei Circoli e della tv satellitare forzista chiamata “Canale della libertà”, altro investimento ritagliato sulla misura delle sue qualità. Che sia anche questo un segnacolo televisivo, dunque importante, dell’eventuale trasmissione dei poteri? Chissà. Oltretutto Brambilla è una donna giovane, ed è un dettaglio centrale in un paese alla ricerca compulsiva di campionesse delle pari opportunità, come l’Italia, e in un’Europa che le fa da modello. Con il premier spagnolo Zapatero che guida un governo per metà femminile. Con Angela Merkel alloggiata nella cancelleria tedesca e un’aspirante sua imitatrice, da sinistra, in corsa per le stanze dell’Eliseo. E mentre certi uomini di potere si ritrovano già stanchi prima di ricevere l’investitura, come il troppo maschio e troppo scozzese Gordon Brown. Perché la politica è anche una questione di grazia. Quella che viene dalla provvidenza, della quale il Cav. si considera massimamente esperto. Oppure quella incarnata da un’imprenditrice. L’allusione al riguardo l’aveva fatta lo stesso Cav. E nel marzo scorso Sandro Bondi razionalizzava: “Berlusconi era ed è un uomo nuovo e ritengo che nel futuro solo una donna o un uomo della sua stessa sensibilità femminile potrà accogliere il testimone dalle sue mani”.

...non ci posso credere... ma davvero il Cav. pensa ad una vaiassa pescivendola per la sua successione a Forza Taglia??? E perchè non Angela del Grande Fratello?

martedì 1 maggio 2007

...lassù qualcuno ci ama?... la visitina del Grande Fratello...

...fantastico... ogni tanto vado a vedere la provenienza delle visite al Tafanus. Qualche minuto fa... Surprise!!! Indovinate chi viene a cena?...

ip: 192.104.54.21 whois: Ripe Arin Lacnic Apnic Afrinic 


Data
01-May-2007 23:00:32
Country

United States


Local date
01-May-2007 17:00:34


Region
District of Columbia -
Status
On line -
City
Washington -
ISP
Federal Communications Commission
Language
English
- en
Org
Federal Communications Commission


Ho voluto controllare a chi corrispondesse l'IP del visitatore, ed ho avuto la conferma: abbiamo a cena gli spioni di giorgio il cespuglio...

IP Address info for: 192.104.54.21

    Reverse lookup: gatekeeper4.fcc.gov
    Geographical location: Washington DC United States

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...