venerdì 30 novembre 2007

La RAI del Biscione: tutti gli uomini del Presidente

Espresso

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Operazione saxa rubra 2: terreni per costruire nuovi studi, comprati millantando licenze impossibili. Ecco la storia di 18 milioni buttati via
di francesco bonazzi

Baldassarre_antonio Il più grande pacco mai consegnato alla Rai sta lì nei prati, accanto agli studi di Saxa Rubra. E lo custodiscono alcune famiglie di zingari. Sono i 44 ettari sui quali doveva sorgere Saxa Rubra 2, una gigantesca operazione immobiliare da 700 mila metri cubi che avrebbe dovuto metter fine allo 'spezzatino' di sedi e uffici sparsi per la capitale. Quei terreni sono stati acquistati tra il 2002 e il 2003 per volere di Antonio Baldassarre e Agostino Saccà, pronti a far sborsare alla tivù di Stato 18 milioni di euro. Peccato che avrebbero potuto comprarli per un decimo e che la cubatura massima autorizzabile dal Comune di Roma fosse anch'essa un decimo di quanto sognato dalla Rai. Risultato: oggi la Rai sta comprando per una cinquantina di milioni gli studi della Dear, al quartiere Nomentano. Sull'intera vicenda sta indagando la Procura di Roma e 'L'espresso' è in grado di ricostruirla grazie a documenti inediti: i verbali del cda Rai, il carteggio con il Comune di Roma e gli atti notarili.

La fortuna, va detto, non ha mai baciato quei terreni. Negli anni Novanta, un costruttore della provincia aveva sognato di realizzarvi un parco divertimenti, centri commerciali e un albergo. Non c'era riuscito e la società che li possedeva, la Siciet, era finita in liquidazione e affidata ad Andrea Carli, figlio dell'ex governatore di Bankitalia Guido. Per il Giubileo si era anche pensato di utilizzare l'area come campeggio. Ma non se ne fece nulla perché l'Agenzia per il Giubileo valutò troppo elevato il rischio di esondazione del Tevere. Un pericolo che invece non deve aver impressionato i vertici Rai. Tanto è vero che il 23 ottobre 2002, tra le 'varie ed eventuali', il presidente Baldassarre chiama in cda il direttore generale Saccà per esporre l'affare. Ci sono solo 13 giorni per presentare l'offerta e Saccà chiede il via libera. L'uomo fortemente voluto da Berlusconi, però, non ha fatto i conti con la pignoleria di Luigi Zanda, consigliere di minoranza. Zanda lamenta che una questione tanto importante sia trattata così a ridosso dell'asta e mette a verbale alcune osservazioni: la legge 'Roma capitale' consentirebbe alla Rai di espropriare l'area; quei terreni sono comunque destinati a verde pubblico ed è difficile che il prossimo piano regolatore ne conceda l'edificabilità; il rischio esondazione è notorio e i costi di eventuali costruzioni sono destinati a lievitare enormemente. Insieme a Marco Staderini (in quota Udc e tutt'ora consigliere), Zanda ottiene uno slittamento. Baldassarre riconvoca tutti sei giorni dopo, e questa volta Saccà si presenta con un appunto scritto nel quale rassicura i consiglieri sulla possibilità di ottenere le varianti, vanta intese con il Comune per costruire 160 mila metri cubi e ipotizza addirittura di poter arrivare a 400 mila metri. Tenuto conto di tutto ciò, Saccà sventola una perizia interna da 29 milioni di euro. Il solito Zanda fa notare che sarebbe meglio attendere l'approvazione del piano regolatore, che non è stata fatta un'analisi di fattibilità tecnica e che Saccà si è anche scordato di mettere la sua firma in calce all'appunto. Si spaventa pure il consigliere leghista Ettore Albertoni e si decide un altro rinvio. Baldassarre non perde tempo e il 30 ottobre riunisce di nuovo il cda. Al momento di votare la delibera, Zanda abbandona il consiglio e Staderini riesce giusto a far inserire una clausola in base alla quale la Rai annuncia che non comprerà i terreni da nessuno se non dalla Siciet. Un 'comma' che farà risparmiare una quindicina di milioni e che taglia fuori una serie di immobiliaristi che già sognavano di comprare e rivendere a 'Mamma Rai' a stretto giro di posta. Il 12 novembre, la Rai è l'unica a presentare l'offerta e si aggiudica i terreni per 18 milioni.Sacc_agostino

Poteva andare peggio, è vero. Ma dall'esame del carteggio tra Rai e Comune di Roma emergono una serie di macroscopici errori. La Rai non aveva mai avviato le pratiche per l'esproprio, attraverso il quale, dieci anni prima, se la sarebbe cavata con l'equivalente di 1,7 milioni di euro. Il Comune, tre mesi prima della nota presentata da Saccà al cda, aveva comunicato alla Rai che su quei terreni si potevano costruire 78 mila metro cubi (e non 160 mila come riferirà il direttore generale). Infine, la perizia interna da 29 milioni è il frutto di un clamoroso errore: somma il valore del terreno ipotizzato come edificabile (20,8 milioni) con il valore della destinazione attuale del terreno (8,9). Ovvero, gonfia il risultato sommando tra esse due situazioni chiaramente antitetiche. Se sono stati commessi reati, lo stabilirà la magistratura penale con i suoi tempi. Ma chi potrebbe fare più in fretta è la Corte dei Conti, chiamata a valutare il danno erariale.

Agostino Saccà - "... l'editto bulgaro annunciò il mio allontanamento dalla Rai (ma anche quelli di Michele Santoro e di Daniele Luttazzi), devotamente eseguito, poi, da Agostino Saccà, un uomo così fedele da dichiarare che non solo lui, ma tutta la famiglia, davano il voto a Forza Italia"..." (Enzo Biagi)

Antonio Baldassarre: da Ingrao, a Cossiga, Craxi e ora a Fini. Antonio Baldassarre è il prototipo dell'opportunista elevato alla massima potenza, dell'arrivista sempre pronto a salire sul carro del vincitore e disposto a rinnegare la sua passata militanza nel PCI, a prostituire le sue idee e le sue convinzioni politiche, a diventare antiabortista per coltivare le sue frequentazioni in Vaticano e disposto perfino a stringere amicizie poco raccomandabili con il capo dei gladiatori Cossiga, il defunto ladrone del PSI Craxi, il plurinquisito Cesare Previti e il fascista in doppiopetto Fini pur di fare carriera.Appena nominato neo presidente Rai, Baldassarre ha confermato di avere anche una "bella'' faccia di bronzo affermando di essere "un uomo senza partito e imparziale'': proprio lui che, come testimonia la sua storia politica e personale, di partiti ne ha cambiati tanti da "sinistra'' a destra ed è sempre stato al servizio di tanti padroni [...]

Stimatissimo dall'ex segretario del PCI Alessandro Natta, agli inizi degli anni '80 Baldassarre approda alla corte dell'allora neoduce Craxi. Nel 1988 Baldassarre fa parte del codazzo di politici, professori e intellettuali che a New York presero parte al banchetto della Naif, l'associazione degli emigranti di successo, organizzato per celebrare la nomina di Craxi come "italiano dell'anno'' e di cui ha parlato diffusamente Stefania Ariosto nell'ambito dei processi per corruzione giudiziaria.

Tra il 1988 e il 1994 Baldassarre frequenta assiduamente il salotto romano di Cesare Previti dove era di casa gran parte dell'entourage di Berlusconi a cominciare da Fedele Confalonieri, stringe amicizia con il futuro leader dell'Ulivo Francesco Rutelli, anche lui ospite fisso di casa Previti, e dove, secondo le inchieste dei Pm di Milano e i racconti dell'ex madrina di casa Stefania Ariosto, fra un cocktail e l'altro veniva deciso l'ammontare delle mazzette per corrompere i giudici romani e comprare le sentenze [...]

Baldassarre dalla poltrona di presidente della Consulta ha sempre lavorato per favorire i suoi sponsor politici e per accrescere le sue simpatie in Vaticano. Attacca il diritto all'aborto e viene lungamente applaudito dai ciellini a Rimini per aver detto che la 194 è fuori dalla Costituzione, boccia le regole sulla par condicio e autorizza gli spot televisivi per i referendum scatenando la gratitudine e le simpatie di Berlusconi che lo ricopre di elogi, collabora attivamente alla stesura di una possibile soluzione del conflitto di interessi che non penalizzi più di tanto Berlusconi. Più recentemente esprime un parere giuridico favorevole a Berlusconi per quanto riguarda la ricezione da parte dell'Italia delle nuove norme sul mandato di cattura europeo. Alle ultime politiche, quando Scajola, dopo aver combinato il pasticcio delle "liste civetta'', fu costretto a cercare un giurista disposto a difendere Forza Italia in Cassazione, trovò solo Antonio Baldassarre. Due pronunce quest'ultime che gli hanno fatto guadagnare anche la stima e la simpatia del neofascista Fini che Baldassarre in più di un'occasione ha già dimostrato di gradire molto volentieri.

Ettore Albertoni - Il filofascista ideologo della Lega, già craxiano. Dopo la scomparsa di Gianfranco Miglio, è lui il nuovo ideologo della Lega secessionista di Bossi [...] Dopo una lunga militanza fra le file del PSI di Craxi ai tempi della "Milano da bere'', Albertoni si è avvicinato alla Lega nella prima metà degli anni '90. Dal 1997 al 1999 è stato presidente del Comitato scientifico del "Progetto autonomia città di Bergamo'' e componente effettivo del nucleo di valutazione dei dirigenti della provincia di Bergamo. Nominato assessore alla Cultura, identità e autonomie nell'attuale giunta lombarda di Formigoni, ha inaugurato il suo incarico affermando che: "La mia cultura sarà lombardo-veneta''. Anche per questo egli è oggi considerato l'uomo che più richiama alla memoria Gianfranco Miglio.Insomma un leghista duro, puro e filofascista che non scontenta nemmeno gli alleati di AN in quanto è stata proprio sua l'idea di aprire a Salò un centro studi sulla cosiddetta "repubblica sociale''.
(da www.pmli.it)

 

 

30 Novembre 2007: il giorno in cui il grillo cambiò il Mondo

Grillo_ombrello Finalmente la Data Fatale è arrivata: oggi, come annunciato con largo anticipo (esattamente il 27 Ottobre), ma anche con largo ritardo (sull'8 Settembre), il nuovo leader che il mondo aspettava compirà il nostro destino: andrà personalmente in Cassazione a presentare le 350.000 firme che cambieranno la Storia di questo Paese (tutto maiuscolo).

Veramente su questo tema il blog del Ragionier Grillo tace da oltre un mese, ma l'ultimo post sull'argomento è quello che riporto in calce, e il Rag. è un grillo d'onore, quindi nessuna apprensione. Domani il nostro Destino sarà compiuto. E poi non si può chiedere al Rag. Grillo di vivere troppo a lungo sepolto sotto una valanga di scatoloni.

"...oggi voglio fare il punto della situazione. Al V-day sono state raccolte circa 350.000 firme uniche e autenticate di maggiorenni italiani. I comuni di residenza dei firmatari stanno certificando le firme [...] Sto ricevendo dai comitati e dai meet up scatoloni su scatoloni con i moduli. A fine novembre andrò a Roma a depositare le firme alla Cassazione. Se non verranno sollevate eccezioni, quando le proposte arriveranno in Parlamento, chiederò di illustrarle alla Camera, in diretta..." (post del 27 Ottobre sul Blog del Rag. Grillo)

...chiediamo alle nostre amiche romane (a Mietta, ad Anto) di non sciupare questa occasione Storica. Si appostino, armate di telecamerine, nei pressi della Cassazione, per documentare l'arrivo delle autocolonne che porteranno gli "scatoloni su scatoloni" da Genova a Roma. Queste riprese passeranno alla storia, come il bombardamento di Pearl Harbour, lo sbarco in Normandia, l'abbattimento della statua di Saddam...

...Insomma, oltre che guadagnarsi delle benemerenze storiche, le nostre amiche potrebbero anche monetizzare questo "sgub". Buon Lavoro!

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Ma, passando dal faceto al serio, ecco cosa scriveva, appena tre giorni fa, un altro grillista pentito: Antonello Piroso de "La 7":

Beppe Grillo e il Presidente Napolitano
Scritto da ANTONELLO PIROSO Il 27/11/2007 - Copertine TG

Giusto ieri ci chiedevamo, tra di noi in redazione: ma dov'è finito Beppe Grillo? Come mai se n'è parlato per settimane e adesso... nisba? In realtà il Grillismo aveva trovato terreno fertile nella sacrosanta voglia di pulizia dell'opinione pubblica e nella latitanza di notizie vere (e difatti il Vaffa-Day è caduto a settembre). Aveva cavalcato il legittimo malcontento trovando sponde in giornali, programmi e conduttori televisivi che riescono a farsi sentire solo all'insegna del jovanottiano "un, due tre…casino!".
Alla fine è ricomparso per articolare un, chiamiamolo così, ragionamento politico. Si è svegliato e si è detto: "oggi... pesto alla genovese", e quindi via con un attacco a Giorgio Napolitano, accusato (da lui, che nel 2008 compirà sessant'anni) di essere un vegliardo ultra 80enne.

"Non serve un Presidente da ospizio di garanzia dello status quo partitico" ha tuonato il capopopolo, ebbro evidentemente di farinata di ceci.

[...] conclude Grillo: "l'età lo nobilita, con quegli anni può dire ciò che vuole. Una volta c'era la bocca di Virna Lisi, oggi la dentiera presidenziale". Caro Grillo, dia retta a un suo (ex) fan: qui di senile ci sono solo i soprassalti intermittenti - e quindi, sia detto con rispetto, un po' arteriosclerotici - di un (ex) comico. Antonello Piroso

Insomma, sembrerebbe che per ora fiocchino più  pentimenti che camionate di scatoloni  di firme. A sproposito: qualcuno ha notizie recenti del Professor Pancho Pardi?

giovedì 29 novembre 2007

Una giornata particolare: stanno perquisendo gli uffici di Letizia Arnaboli Brichetto Moratti Viendalmare

Moratti07MILANO - Il sindaco di Milano Letizia Moratti è indagato per abuso d'ufficio a scopo patrimoniale nell’ambito dell’inchiesta sugli «incarichi d'oro» assegnati a consulenti esterni. Perquisizioni e acquisizioni di documenti sono in corso a Palazzo Marino da parte della Guardia di finanza e dei carabinieri. Altri quattro dipendenti comunali devono rispondere di concussione, tra loro ci sono anche Giampietro Borghini, ex sindaco del capoluogo lombardo e attuale direttore generale del Comune, e la sua vice Rita Amabile. Borghini è accusato di concussione, abuso d'ufficio e truffa aggravata. Gli altri due indagati sono Benucci, capo di Gabinetto, e Bordogna, ex direttore centrale delle risorse umane. L'indagine era sta avviata dalla Procura di Milano ed è condotta dal pm Alfredo Robledo.

Una giornata particolare: stanno perquisendo gli uffici di Letizia Arnaboli Brichetto Moratti Viendalmare

Moratti07MILANO - Il sindaco di Milano Letizia Moratti è indagato per abuso d'ufficio a scopo patrimoniale nell’ambito dell’inchiesta sugli «incarichi d'oro» assegnati a consulenti esterni. Perquisizioni e acquisizioni di documenti sono in corso a Palazzo Marino da parte della Guardia di finanza e dei carabinieri. Altri quattro dipendenti comunali devono rispondere di concussione, tra loro ci sono anche Giampietro Borghini, ex sindaco del capoluogo lombardo e attuale direttore generale del Comune, e la sua vice Rita Amabile. Borghini è accusato di concussione, abuso d'ufficio e truffa aggravata. Gli altri due indagati sono Benucci, capo di Gabinetto, e Bordogna, ex direttore centrale delle risorse umane. L'indagine era sta avviata dalla Procura di Milano ed è condotta dal pm Alfredo Robledo.

Bufera intercettazioni: la RAI sospende Debora Bergamini

GRANDE SGUB DEL "TAFANUS": DIO ESISTE !!!

Dioesiste ROMA - La Rai ha sospeso dalle funzioni la giornalista e direttore della sezione marketing Deborah Bergamini. La lettera dell'azienda è già stata consegnata alla Bergamini, attualmente direttore del Marketing Strategico di Viale Mazzini.

La Bergamini compare nelle intercettazioni, pubblicate da Repubblica, da cui sembra che prenda accordi con Mediaset su programmazione e contenuti dei notiziari. Con Bergamini coinvolti Bruno Vespa, Carlo Rossella, Fabrizio Del Noce, Clemente Mimun. Bergamini era stata convocata anche dall'Ordine dei giornalisti di Milano presso cui è iscritta come giornalista professionista.Bergamini_debora

...e ora pensiamo agli altri camerieri...

Questo quanto pubblicava Repubblica il 22 Novembre:

Rai-Mediaset, pugno duro di Cappon: il direttore generale di viale Mazzini chiede regole "certe" alla politica - Il Capo dello Stato ha ricevuto al Quirinale il presidente della Rai Claudio Petruccioli - Berlusconi: "Vedo sciacalli contro di me - Siamo alla comica, al telefono si dicono cose che poi nella realtà sono diverse"


Bruno_vespaROMA - Non si placa la bufera sollevata dallo scandalo delle intercettazioni Rai-Mediaset pubblicate da Repubblica, e Silvio Berlusconi, chiamato in causa come beneficiario del "patto segreto" fra le due aziende, replica parlando di "un attacco" contro di lui, e sostiene di vedere "sciacalli in azione". Commenta e si smarca Gianfranco Fini: "Non vedo sciacalli, la vicenda va approfondita, bene l'inchiesta interna Rai". Intanto l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni annuncia l'apertura di un'istruttoria. Mentre il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, chiede che si restituisca "l'onore al servizio pubblico". Duro il commento del presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che parla di "una Rai sfigurata" e della sua "perdita di autonomia".

Clemente_mimunRai, convocato cda. "Agiremo di conseguenza". La riunione del consiglio di amministrazione Rai è convocata per giovedì 29 novembre. "Saremo garantisti fino all'ultimo, ma se saranno effettivamente accertati errori, agiremo di conseguenza in coerenza con quanto fatto nel recente passato con calciopoli e vallettopoli" dice il direttore generale Cappon [...]

Istruttoria dell'Authority. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni annuncia l'apertura di un'istruttoria. "Valuteremo la situazione alla luce degli elementi di fatto che acquisiremo - dice il presidente, Corrado Calabrò - in base ai riscontri, decideremo quali interventi adottare a garanzia sia del pluralismo, sia dell'indipendenza e della libertà dell'informazione". Intanto il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Lazio ha deciso di ascoltare Deborah Bergamini, Fabrizio Del Noce, Clemente Mimun, Francesco Pionati e Bruno Vespa per verificare "eventuali violazioni deontogiche". Intanto si apprende che sia Cappon che l'ex direttore generale Flavio Cattaneo saranno sentiti in Vigilanza.


Rossella_carloBerlusconi: "Siamo alla comica" - Dopo le esternazioni sugli "sciacalli all'opera contro di lui", il Berlusconi-pensiero sulle intercettazioni che rivelano il patto Rai-Mediaset viene esposto in chiaro, da lui medesimo, in serata davanti ai microfoni di La7 ospite di "Otto e mezzo" di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni: il caso, per farla breve, non esiste. "Sono andati fuori di testa, siamo ai limiti della comica. Queste telefonate sono la normalità per chi fa televisione" dice il Cavaliere. "E' logico che si telefonino" in certe situazioni, spiega l'ex premier che offre poi la sua lettura psicologica del rapporto col telefono: "Quando si parla al telefono si entra come in una dimensione onirica. Si dicono cose che poi nella realtà sono molto diverse".
(22 novembre 2007)20071127

...chissà se il Cipria trova anche logico aver assunto in RAI una sua segretaria, per la quale fino a quel momento la TV era stata poco più che un "elettrodomestico bruno", come Direttore Marketing e Responsabile dei Palinsesti (cioè, in soldoni, delle strategie comunicazionali e competitive dell'azienda)...


Delnoce_fiorello...chissà se il Cipria trova logico aver rinnovato e migliorato, al cameriere di Porta a Porta, un contratto miliardario, alla scadenza del suo mandato come premier... beh!... per essere logico, tutto questo, è logico. Ora ci piacerebbe capire anche se sia morale e lecito. Nel frattempo, facciamo i più vivi complimentoi a Cappon per aver cacciato la serva in sette giorni, come si fa con le colf filippine...

martedì 27 novembre 2007

"La Storia siamo loro"

Manifesto
Quello che segue è l'incipit dell'editoriale di oggi del Manifesto:

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20071127"...Bush e Condoleezza Rice già vantano il successo della presenza siriana e saudita. Sarebbe pronta tra israeliani e palestinesi una dichiarazione per «negoziati finali». Ma quello che si apre oggi nel Maryland è l'incontro di tre fallimenti (Bush e il Grande Medio Oriente in fiamme, Olmert in caduta libera in Israele, Abu Mazen leader della metà dei palestinesi), con il tentativo americano di costruire un'alleanza tra arabi «moderati» contro l'Iran. La Palestina può attendere..."
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Nel frattempo, mentre tutti i media sono concentrati ad Annapolis per parlare di pace, Repubblica di oggi riporta la seguente notizia:

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Muro_vergogna "...GAZA - L'avvicinarsi dell'avvio della conferenza di pace di Annapolis non ferma la violenza nella Striscia di Gaza. Mentre nella città del Maryland si completavano i preparativi per l'incontro di questa mattina tra Bush, Olmert e Abu Mazen, a Gaza i miliziani palestinesi vicini a Hamas, che si oppone duramente alla conferenza, si scontravano con le forze israeliane. Il bilancio delle ultime 24 ore di combattimenti è di almeno sette palestinesi uccisi, in prevalenza miliziani. Quattro sono morti nella giornata di ieri e in nottata, altre tre stamani..."
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Andreotti, che è uno che di Pazzi se ne intende (avendo a suo tempo nominato un tale di nome Pazzi, proprietario di qualche sala cinematografica, Presidente della Consob - che sarebbe come nominare la Gardini membro della Commissione sulla Finanza e la Borsa, o come nominare Maria Giovanna Elmi Presidente del Teatro Stabile di Trieste), soleva dire che esistono due categorie di pazzi:
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-a) quelli che credono di essere Napoleone (e che oggi, fra Berlusconi, Bossi, Grillo, sono in fortissima crescita);

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-b) quelli che credono che si possono risanare le Ferrovie dello Stato.

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A queste due consolidate categorie, oggi dobbiamo aggiungere, con raccapriccio, quella di coloro (incluso D'Alema) che pensano che Bush possa raggiungere l'obiettivo di far cessare le ostilità fra israeliani e palestinesi.

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Bush_coccodrillo Fra le tre categorie di pazzi, quest'ultima è la più pericolosa, perchè il fallimento della trattativa, e la frustrazione delle speranze, farà esplodere la delusione e nuove violenze. Solo Bush (al quale un folto gruppo di esperti ha tentato, negli ultimi giorni, di mostrare sul mappamondo dove cazzo sia Israele, e come si faccia lo spelling di "Palestina".

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Spiacente, ma proprio non riesco ad associarmi al clima di generale ottimismo. Non si seppelliscono, con una ospitata ad Annapolis, decenni di violenze, di insediamenti abusivi, di attentati, di repressioni, di muri della vergogna, di Oriette Fallaci e di Fiammette Nierenstein. La cultura che ebrei e palestinesi abbiano uguali diritti, ma che quelli degli ebrei siano più uguali degli altri, ormai si è diffusa, negli Stati Uniti, come una metastasi, e non sarà certamente Il Grande Idiota che riuscirà ad estirparla.
.Giovanardi
Nel frattempo, La Storia è segnata da un altro evento epocale: Carlo Giovanardi lascia l'UDC per passare, con armi (poche) e bagagli (molti) nel PdPplL (Partito del Popolo per le Libertà), perchè Berlusconi gli ha assicurato che sarà un vero partito democratico, alla cui leadership tutti potranno concorrere, incluso Giovanardi. Questo è un evento che segnerà la Storia (maiuscolo), come è già avvenuto in passato per il passaggio di Irene Pivetti all'UdEur prima e a "Balla con noi" dopo, di Luigi Grillo a Forza Italia, e di Daniele Capezzone dappertutto. Ne dà notizia il Geniale, ma non si capisce bene se lo faccia con gioia o con raccapriccio.
La Storia siamo Loro

lunedì 26 novembre 2007

G8, identificati due dei poliziotti autori delle telefonate choc

Repubblica

Si tratta di una agente donna in servizio alla questura di Genova e di un agente toscano, che faceva parte dei rinforzi inviati alla questura.

Genova_pestaggiGENOVA - Sono stati identificati due dei poliziotti autori delle telefonate 'choc' registrate nela notte dell'irruzione nella scuola Diaz durante il G8 del 2001 a Genova. Si tratta di una poliziotta in servizio alla questura di Genova e un agente toscano gli autori di una delle telefonate choc (tra la sala operativa e gli agenti in strada) che hanno segnato la notte.

I due poliziotti sono stati individuati nel corso dell'indagine interna all'amministrazione scattata per decisione del capo della polizia, Antonio Manganelli. L'agente ha detto: "Speriamo che muoiano tutte, quelle zecche". "Tanto è già uno a zero per noi" è stata la risposta.

L'agente donna è in servizio a Genova e in questo momento è in congedo per motivi personali, mentre il poliziotto toscano faceva parte dei rinforzi inviati alla questura del capoluogo ligure.

(26 novembre 2007)

...ieri abbiamo parlato della violenza "contro" le donne, senza escludere dalle nostre considerazioni la violenza "delle" donne (avevamo citato Erika, le brave ragazze pugliesi che avevano assassinato l'amica del cuore, Vanna Marchi e figlia...). La notizia di oggi ci obbliga a ritornare sul'argomento. Ma a questi due stronzi di poliziotti, prima di mettere in mano un distintivo, un manganello e una pistola, qualcuno ha impartito solo lezioni di tiro al poligono, o anche lezioni di etica? e Tonino Di Pietro che ne pensa? Ci faccia sapere...

domenica 25 novembre 2007

Ciss: viaggiare informati - Avviso Urgente

Cciss_logoATTENZIONE!!! Venerdì prossimo, 30 Novembre, non mettetevi in viaggio per nessun motivo al mondo. Si prevedono ingorghi di traffico molto pesanti su tutte le strade d'Italia. Il 27 Ottobre il blog di Beppe Grillo ha prodotto quest'ultimo comunicato sul V-Day:

Ingorgo"...oggi voglio fare il punto della situazione. Al V-day sono state raccolte circa 350.000 firme uniche e autenticate di maggiorenni italiani. I comuni di residenza dei firmatari stanno certificando le firme. E’ un iter lungo, e non a caso. In Italia le leggi popolari vanno scoraggiate. Sto ricevendo dai comitati e dai meet up scatoloni su scatoloni con i moduli. A fine novembre andrò a Roma a depositare le firme alla Cassazione. Se non verranno sollevate eccezioni, quando le proposte arriveranno in Parlamento, chiederò di illustrarle alla Camera, in diretta...) Postato da Beppe Grillo il 27 Ottobre 2007

Insomma, sono settimane e settimane che Beppe Grillo riceve "scatoloni su scatoloni" di moduli con le firme. La paralisi del traffico, sia sull'asse Genova - Roma, che in tutta la città di Roma, specie in prossimità della Corte di Cassazione, saranno inevitabili.

ChiquitaVi invitiamo alla massima prudenza. 350.000 firme, suddivise su fogli da 50 firme ciascuno, significano non meno di 7.000 fogli, cioè non meno di 14 risme da 500 fogli. Calcolando 10 risme a scatolone, il 30 Novembre un fiume di uno scatolone e mezzo dovrà essere trasportato da Genova a Milano.

La Società Autostrade ha già contrassegnato il 30 Novembre col bollino rosso. Grillo col bollino della Banana Chiquita. Siate prudenti, e Buona Fortuna

venerdì 23 novembre 2007

La Voce del Predone

20071123_2

Ieri il maiale-padrone e il maiale-servo hanno raggiunto vette di finto giornalismo raramente eguagliabili. Mi chiedo se il maiale-servo abbia mandato le domandine concordate a memoria, o abbia avuto addirittura davanti agli occhi il "gobbo", sul quale scorreva lo story-board con le domande da fare, la durata delle pause, i simboli per l'inserimento degli ammiccamenti, e persino i tempi d'inserimento degli stacchi pubblicitari, che ieri sono stati (è una mia impressione, per carità!) particolarmente sobri e brevi.

Apprendiamo che stasera ci sarà Veltroni, senza contraddittorio. Non mi sembra che fino a ieri se ne fosse parlato. Insomma, una scelta editoriale già fatta ed annunciata nei giorni scorsi, e maliziosamente trascurata da noi komunisti trinariciuti, o una sopravvenienza dettata dalla decine o centinaia di emails di insulti ricevute dal maiale-servo?Giuliano_ferrara

E buon per noi che questi non abbia pensato di organizzare un dibattito vero (come forse sarebbe avvenuto in Inghilterra, in Francia e persino nello Botswana) fra Confalonieri e Petruccioli. Quest'ultimo sarebbe probabilmente arrivato con un mazzo di rose rosse ed un vassoietto di pasticceria mignon da offrire a Confalonieri ed al maiale-anfitrione. Ci è andata ancora bene...

Unita Rai-Mediaset, per Berlusconi un complotto di «iene e sciacalli» -  Ma l'Authority avvia un'indagine

Non ha mai incontrato Veltroni, né ieri né oggi, e l'incontro sarà comunque successivo a quello con Fini già fissato per lunedì prossimo. Ma Silvio Berlusconi molto loquace per tutta la giornata anticipa prima ai cronisti e poi in tv da Ferrara ciò che dirà a Veltroni: che vuole votare subito con questa o con una legge riveduta in senso proporzionale. «La nostra posizione è molto chiara - dice in mattinata - chiediamo che debba cadere prima di tutto questo governo e andare al più presto alle elezioni, con questa legge elettorale oppure con una nuova legge elettorale in senso proporzionale». E a sera aggiunge di essere disponibile «per un bipolarismo fatto di due partiti e non di due coalizioni». Lui aspetta ancora la caduta di Prodi, adesso sul Welfare. E a quel punto «Veltroni sarà costretto a trovare l'accordo con noi per andare al voto con questo sistema o con un sistema in senso proporzionale». Insomma è convinto di essere ancora lui a guidare il gioco.

Berlusconi_ridanciano Contento di stare al centro dell'attenzione, dice qualcosa anche sulla "Cosa bianca", cioè l'invito rivolto da Casini a Fini - e da questo già rifiutato -per una forza comune. «Non commento: io non entro mai in casa degli altri», come a dire che non lo riguarda ciò che si agita nel suo campo, attorno al suo partito nuovo di stampo.

Poi entrando ad un pranzo con l'ambasciatore di Israele prende in esame la diffusione dei verbali su Rai-Mediaset, sostenendo che si deve «fare qualcosa» per difendere la privacy. Il leader di Forza Italia non ha dubbi: le intercettazioni pubblicate sulla stampa relative ai rapporti passati tra dirigenti Rai e Mediaset rappresentano un attacco contro di lui. «Sono abituato», commenta. Ma s'indigna: «Prendere questa situazione e farne uno scandalo è una cosa inaccettabile. Parlo di iene e di sciacalli e sono assolutamente convinto. È una cosa illegittima e bisogna andare fino in fondo».Bruno_vespa

Comunque a suo giudizio questo nuovo scandalo a proposito del suo strapotere televisivo non dovrebbe pesare nella trattativa sulle riforme. «Non credo», risponde il Cavaliere alla domanda diretta che sa di "moviolone" della Bicamerale.

Per lui il vero scandalo - dirà in serata ospite da Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni a "Otto e mezzo" - sono ancora una volta i giudici. «In Italia i cittadini non possono parlare al telefono tranquillamente» perché «i magistrati si comportano in una maniera contraria alla legge». Per lui «sono andati fuori di testa», «queste telefonate sono la normalità tra chi fa televisione».

Per il resto Berlusconi è convinto che il governo Prodi cadrà in ogni caso, la volta "buona" sarà ora sul pacchetto Welfare da inserire in Finanziaria. Il Cavaliere dice anche di essere stato «moderato» nel fare opposizione e che la maggioranza dell'Unione è comunque «in disfacimento». Anzi dice testualmente: «Ho visto nel disfacimento della maggioranza l'unico sistema possibile per chi fa opposizione. Ho chiesto - spiega - degli incontri ad alcuni senatori e nel linguaggio e nei comportamenti sono stato moderato» pensando che questi senatori «potessero avere anche dei registratori. Ho invitato loro a dirmi come stavano in Senato con i comunisti. Non è che ho fatto shopping».

Filippo_facci Non ha tentato di comprare dei senatori, cioè, ma sostiene di essere stato «addirittura messo in croce da alcuni alleati perchè il mio tentativo di mandare a casa la maggioranza è andato in porto a metà». E a quel punto ha deciso di mettersi «in gioco» personalmente. «Io e Forza Italia», dice.

Tornando poi al conflitto d'interesse, risponde: «La legge esiste, e il presidente del Consiglio in 5 anni non è mai incorso in nessuna situazione di approfittare della situazione». Del resto nel salotto del suo ex consigliere Ferrara rivendica anche di aver governato bene per 5 anni e di aver ottemperato «all'85 percento» delle promesse elettorali.

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Repubblica I tartufi del giornalismo
di FRANCESCO MERLO

Mi rendo conto che è difficile rompere le abitudini mentali, ma questo non è un articolo contro Silvio Berlusconi e la sua parte politica. Si sa che non c'è vera libertà di stampa senza sapienza di lettura, senza la libertà di chi legge. Ebbene, io mi prendo la libertà, scorrendo l'elenco dei giornalisti intercettati o coinvolti nelle intercettazioni Rai-Mediaset, di interessarmi a quelli che non ci sono, molto più che a quelli che ci sono. Vorrei insomma sottolineare non tanto la presenza di Mimun e Rossella, di Del Noce, Pionati e Vespa. Carlo_panella

Ma l'assenza di Enrico Mentana, per esempio, che, all'epoca delle prime intercettazioni, era ancora il direttore del Tg5. Né troviamo in quell'elenco Mauro Mazza che era ed è il direttore del Tg2 e che anzi nelle intercettazioni esplicitamente viene bollato come inaffidabile.  Sono eroi dell'informazione libera?

Più umilmente è probabile che siano, come la gran parte di noi, dei professionisti che coltivano i propri umori politici, i propri valori e la propria cultura con un rispetto per le notizie e una onestà che non sono oscurate né dalla dipendenza economica (è il caso di Mentana) né dalla militanza nel centro-destra (è il caso di Mazza).

Sergio_romano Recentemente l'Ordine nazionale dei giornalisti ha radiato - anzi aveva radiato, visto che la Cassazione l'ha reintegrata - la direttrice di non so quale rivista pornografica, la collega Florence Odette Fabre, che non conosco, ma che, in aperto contrasto con il mio Ordine, non esito a definire collega. E' evidente che per pornografia qui si intende tutto ciò che attiene alla prostituzione, e cioè alla messa in vendita del proprio corpo e più in generale dei propri talenti. In questo senso anche la signora Odette merita, a pieno titolo, un posto nell'Ordine dei giornalisti, perché la pornografia della quale si è macchiata è persino migliore della pornografia praticata da quegli altri giornalisti che hanno venduto intelligenza e competenze, forse non il corpo ma certamente l'anima a un leader politico.

Con questa scettica premessa su una virtù eroica alla quale non credo, invito adesso a valutare sino a dove si sia spinta la pornografia, nel senso sopra indicato, di
quei giornalisti della Rai e di Mediaset che concordavano i servizi e i servizietti da offrire a Berlusconi quando era capo del governo, e che si facevano non so se dettare o solo suggerire modi e tempi della propria professione dai migliori funzionari del berlusconismo nel campo delle comunicazioni, - Crippa Querci, la Bergamini - bravissimi nel loro mestiere. Socci_antonio

Ho sempre pensato che un giornalista può stare, anche decisamente e faziosamente, con una parte politica, e si può legittimamente schierare, per esempio, con Silvio Berlusconi e il suo partito. Addirittura penso che nell'attuale Italia delle fazioni armate il giornalista più affidabile è quello consapevolmente fazioso, perché la consapevolezza gli detta la deontologia; il sapersi fazioso e il fare sapere che è fazioso lo costringono a non esserlo, e comunque tutta la sua attività professionale è trasparente e leale. Nella sua consapevolezza faziosa c'è infatti la dichiarazione di lealtà rispetto al lettore o al telespettatore.

Tutti conoscono la solare appartenenza di Giuliano Ferrara, ma pure il rispetto, la decenza e la libertà di cui dà prova. Penso che a Ferrara capiti di dare consigli a Berlusconi, ma sono certo che non prende ordini né da lui né tanto meno da Querci, dalla Bergamini o da qualcun altro. E dietro Ferrara, dietro al suo grande talento e alla sua importanza mediatica, ci sono molti giornalisti - e tanti li conosco - dell'impresa Berlusconi, suoi dipendenti o suoi fans politici o suoi elettori, che non gli hanno venduto l'anima.

Piero_ostellino Al contrario qui, in questo elenco di intercettati, ci sono quelli che da sempre e con forza si dicono al servizio della verità mentre poi trafficano sotto banco con il padrone politico. Fanno come qui preti che in nome della castità sono pedofili e in pubblico si battono pure contro la pedofilia, mostrandosi irreprensibili campioni di etica e di coerenza. In una parola sola: tartufi.

Ecco dunque cosa ci insegna quest'ultima tornata di intercettazioni, che - è vero - di nuovo viola la privacy. Di certo è spazzatura telefonica ma - lo abbiano già detto molte altre volte - in Italia non c'è nulla di più valoroso e di più pulito della spazzatura, visto che si arriva alla verità solo rovistando tra le scorie gergali e i rimasugli verbali. L'Italia, per gli studiosi dei rifiuti, è come la caramella: tra coloranti, dolcificanti, aggreganti chimici, acidi e aromi da laboratorio, la cosa più sana, la più ricca e la più trasparente è la carta che si scarta, è il residuo, è la monnezza. Nella spazzatura abbiamo scoperto la verità, gli umori, le fobie, i fastidi, i traffici, 'l'umano troppo umanò dei finanzieri, dei brasseurs d'affaire, dei palazzinari, dei banchieri, dei politici. Ora tocca alla monnezza dei giornalisti.

20071123_4 Non è infatti il conflitto di interessi, non è la miseria della politica che in queste intercettazioni vengono esposte. Ma è la professione, è il giornalismo. E non sto facendo una tiritera su quel giornalismo presunto anglosassone che non esiste, ma che ossessiona i nostri provincialissimi e insopportabili anglofili. Né è questione di indignazioni pelose, dei moralisti stagionali che condannano nell'altrui campo quel che elogiano nel proprio. Sospettiamo che vituperabili e deplorevoli pratiche siano, con dosaggi diversi, bipartisan. Ma oggi il dato incontrovertibile sono queste intercettazioni che illuminano un male operare avvenuto dentro il centrodestra.Artuto_diaconale

E torno dunque a quell'Ordine dal quale ero partito. Molti in Italia avevamo già il sospetto che si trattasse di una bardatura corporativa, una specie di retaggio medievale nel mondo moderno delle professioni, dalle quali ormai giustamente si entra e si esce con grande libertà. Tutti possono praticare la storiografia, e il giornalista può vendere pizze: c'è una mobilità interprofessionale che è opportunità e ricchezza. Wittgenstein aveva una certa idea dello spazio e senza entrare nell'Ordine degli architetti progettò la casa di sua sorella, dirigendone i lavori.

Comunque sia, la discussione che, come si vede, sarebbe interessante, non può neppure cominciare se prima l'Ordine non chiarisce, senza retorica, quali sono i rapporti tra la nostra professione e la politica. Attenzione. Io non chiedo che Del Noce e Vespa, Rossella e Mimun vengano radiati: per carità!

Bonaiuti_berlusconi L'importante è che i lettori e i telespettatori capiscano, abbiano gli strumenti per orientarsi, per distinguere, per riconoscere e, se è il caso, per dileggiare. C'è già in giro una miserabile censura, - e c'è in molti posti, come dimostra il caso dello Iap, per esempio, che è l'organo censorio dei pubblicitari. C'è - dicevamo - una miserabile censura che cerca il capro espiatorio per verginizzarsi, che si erge a campione del buon gusto e dell'etica. L'Ordine dei giornalisti ha radiato, per citarne uno per tutti, Giampiero Mughini perché apertamente aveva fatto pubblicità (ma gli esempi sono tanti, e tutti buoni).
Ora Mughini può essere criticato per mille motivi, anche per le giacche se volete, ma non certo perché, come questi intercettati, faceva accordi sottobanco o prendeva ordini per telefono dai luogotenenti di un politico. Di più: sospetto che questi prendano ordini senza che ci sia qualcuno che li comandi. Ancora più zelanti, incarnano una straordinaria maschera italiana: il servo disinteressato.

20071123_5 Capisco infine che tutto venga confuso e che l'inevitabile battaglia delle fazioni possa renda imbarazzante parlare di colleghi che, in questo caso, stanno tutti nel centrodestra. Voglio dire che il silenzio dei giornalisti più autorevoli nasce certamente dall'imbarazzo e magari dall'incredulità e non dalla complicità.
Ci manca tuttavia il giudizio di colleghi indipendenti e di grande prestigio liberale come Sergio Romano e Piero Ostellino. Mi spingo più in là e mi chiedo cosa ne pensino Mario Cervi e il più giovane Filippo Facci. Credo davvero che qui l'antiberlusconismo possa non entrarci: o l'Ordine dei giornalisti accerta che non siamo tutti compromessi, oppure si cominci a restituire l'onore a chi, per molto meno, è stato radiato, sanzionato, in un parola sola perseguitato. E subito dopo l'Ordine si autosciolga. Non per avere violato virtù civiche, ma soltanto il senso del ridicolo.


(23 novembre 2007)


giovedì 22 novembre 2007

MinCulPop: i rapporti incestuosi di un cavallo e di un biscione

Repubblica_2Nelle intercettazioni tra 2004 e 2005 allegate all'inchiesta sul fallimento della Hdc dell'ex sondaggista Crespi, la prova che alla concorrenza si era sostituita la complicità. La rete segreta (segreta?) del Cavaliere che pilotava Rai e Mediaset. Ecco le telefonate dei dirigenti vicini a Berlusconi

di EMILIO RANDACIO e WALTER GALBIATIBiscione

Cavallo_saxa_rubraMILANO - "Media-Rai". Le due superpotenze nazionali della tv, che dovrebbero competere aspramente per la conquista dell'audience, fare a gara nella pubblicazione di servizi esclusivi, in realtà si scambiano informazioni sui palinsesti. Concordano le strategie informative nel caso dei grandi eventi della cronaca. Orchestrano i resoconti della politica. Su tutto, la grande mano di Silvio Berlusconi e dei suoi collaboratori, che quotidianamente tessono la tela, fanno decine, centinaia di telefonate, si scambiano notizie, organizzano fino ai più piccoli dettagli. È il quadro che emerge dalle intercettazioni telefoniche - realizzate tra la fine del 2004 e la primavera del 2005 - allegate all'inchiesta sul fallimento della "Hdc", la holding dell'ex sondaggista del Cavaliere, Luigi Crespi. E in particolare dai resoconti, redatti dalla Guardia di Finanza, delle conversazioni telefoniche di Debora Bergamini, ex assistente personale di Berlusconi e, all'epoca, dirigente della Rai, e di Niccolò Querci, pure lui ex assistente di Berlusconi e, all'epoca, numero tre delle televisioni Mediaset.

La_voce_del_padroneLa "ragnatela" avvolge e intreccia le vicende della tv di Stato con quelle di Mediaset. I direttori di Tg1 e Tg5 (all'epoca Clemente J. Mimun e Carlo Rossella) fanno, testuale, "gioco di squadra". Il notista politico del Tg1 informa la Bergamini e la rassicura sul fatto che le notizie più spinose saranno relegate in coda al servizio di giornata. Fabrizio Del Noce cuce e ricuce, assicurando che Bruno Vespa, nella sua trasmissione, accennerà "al Dottore in ogni occasione opportuna". Querci, insieme al gran capo dell'informazione Mediaset, Mauro Crippa, cuce sul versante opposto. E arriva fino ad occuparsi delle vicende del festival di Sanremo (quell'anno affidato a Paolo Bonolis), cioè della trasmissione di massimo ascolto dell'azienda che dovrebbe essere concorrente. E poi ancora, le fibrillazioni in due fasi delicate: la morte del Papa e le elezioni amministrative dell'aprile 2005. Bergamini_debora

L'allora presidente Ciampi è pronto per una dichiarazione a reti unificate per onorare Giovanni Paolo II? La Bergamini allerta prima l'assistente personale del Cavaliere e poi Del Noce per preparare una performance parallela dell'inquilino di Palazzo Chigi. E ad essere allertato è anche il "rivale" Crippa. Le elezioni sono andate male? Bisogna "ammorbidire" i resoconti sui risultati elettorali. La Bergamini contatta Querci e con lui concorda la programmazione televisiva. La ragnatela avvolge tutto, pensa a tutto, provvede a tutto.

Consulto Del Noce-Rossella sulle elezioni" - "Dati brutti, Cattaneo ora tenta di ritardarli"

[...] Le elezioni amministrative. Poco dopo le 15 di quel complicato 2 aprile in cui poco prima delle 22 l'agenzia Ansa batterà la notizia della scomparsa di Giovanni Paolo II, Debora Bergamini e Benito Benassi, vicedirettore marketing Rai, iniziano a pianificare la strategia mediatica per gestire al meglio le elezioni. Debora "dice che Flavio Cattaneo ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbero chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali". Alle 16 ancora Debora per Benito. "Gli dice che Nardello è molto nervoso. Benito ha intuito che il d. g. (Flavio Cattaneo-ndr) vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata". Alle 17 la temperatura sale, come la sensazione che per la Casa delle Libertà le imminenti elezioni si tramuteranno in una sconfitta. Debora chiama Fabrizio Del Noce: "Lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella. Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset".

Delnoce_fiorelloAlle 18 e 30 Del Noce telefona alla Bergamini: "Le comunica che Vespa ha parlato con Rossella. Del Noce le riferisce che Vespa accennerà in trasmissione "al Dottore" (ndr, Silvio Berlusconi) ad ogni occasione opportuna". Un minuto dopo Debora contatta nuovamente Crippa: "Parlano dei rispettivi palinsesti" [...]

Alle 17 è il consigliere Rai Angelo Petroni a fare squillare il telefono sempre più incandescente di Debora: "Voleva chiederle notizie dei sondaggi. Debora dice di aspettare dati attendibili dopo le 18.30". Le telefonate si susseguono velocemente. Benito a Debora: "Le dice che i dati sulle elezioni sono abbastanza disomogenei e che quindi i suoi dati non sono del tutto attendibili (ore 20.00 circa). Benito dice che l'Udc ha comprato voti in Calabria". Alle 21.29, l'allora notista politico del Tg1 Francesco Pionati, oggi senatore dell'Udc, per Debora Bergamini: "Parlano dei sondaggi elettorali e delle ripercussioni delle elezioni sull'azienda Rai. Pionati si raccomanda a Berlusconi tramite la Bergamini". (...che squallore... NdR...)Cattaneo_flavio

La mattina di lunedì 4 aprile il nervosismo è palpabile. Poco dopo le 10 del mattino una certa Linda per Debora: "Linda le passa Niccolò Querci, parlano del lutto nazionale e della programmazione televisiva. Debbi dice che loro fanno la prima serata sul Due (per le elezioni) e quindi gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5. Si risentiranno tra un quarto d'ora". Alle 18.51 è il direttore generale a scendere direttamente in campo. Tenta la mossa della vita, negare l'innegabile: "Cattaneo per Bergamini dice di aver parlato con Paolo Bonaiuti che era con Piersilvio Berlusconi, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati. Cattaneo dice che sta rompendo i coglioni Follini, ma prima o poi dovranno dare i dati. Cattaneo dice che terranno più duro possibile".

Pionati_francescoAlle 19.30, arriva la telefonata direttamente da Arcore. È "Silvio Berlusconi per Bergamini". Cosa si dicono resta un mistero, perché il brogliaccio non può riportare le parole di un deputato, quale è appunto Berlusconi. Ma sull'altro fronte Cattaneo non demorde: "Dice che deve essere Nexus a dire che non ha i dati nazionali, non la Rai. Bergamini conferma che non li produrrà Nexus. Bergamini dice che alle dieci e trenta poi il Tg3 potrà dare i dati che vuole. Cattaneo dice che anche Vespa fa la serata elettorale e la Bergamini sostiene che "tanto Vespa è Vespa".

Alle 20.38 la linea Cattaneo sembra incredibilmente prevalere. Benito per Bergamini: "Parlano dei dati elettorali che sono dannosi per uno schieramento e quindi è meglio non darli a Vespa". Alle 22.39 viene sancita la Caporetto. Una nota dell'Ansa ufficializza i dati: "Regionali: Unione verso l'11 a 2. Prodi: l'Italia ci chiede di governare. Follini: una sconfitta su cui riflettere".

Il mattino successivo lo smarrimento all'interno dei vertici di viale Mazzini prosegue mestamente. Questa volta è la direzione del Tg1 per Debora: "La segretaria gli passa il dottor Mimun Clemente; continuano a parlare della sconfitta di Berlusconi".[...] Intorno alle 22 di martedì 5 aprile, la notizia della presenza di Berlusconi a Ballarò, la trasmissione di Rai Tre, coglie tutti di sorpresa: "Ma è pazzo?", si chiedono in viale Mazzini [...]Bruno_vespa

L'8 aprile un altro sconosciuto per Debora: "Commentano che ormai sono in mano ai comunisti, poi Debora dice che si devono vedere ed insiste che lui vada da lei. L'uomo dice che ha letto i giornali e gli chiede come sta il suo ex capo (parlano di politica); dicono che devono produrre una cosa scritta e seria. L'uomo parla del suo lavoro. Debora dice di andare a pranzo con Comanducci e Del Noce". Intorno a mezzogiorno un uomo contatta la Bergamini. "Parlano del fatto che Berlusconi è stato inquadrato pochissimo dalle telecamere presenti al funerale del Papa. E fanno commenti sul cerimoniale e sui capi di Stato" [...]

...quando sento dire che un tizio come il puffo cotonato Flavio Cattaneo (quello che voleva promuovere Marzullo ai più alti gradi della RAI) fà di tutto e di più, incluse le più atroci figure di merda che oggi vengono alla luce, per rinviare di qualche quarto d'ora la comunicazione della sconfitta del suo "donatore di lavoro", mi vengono i brividi. Non tanto per la statura morale dei personaggi (sulla quale non ho mai nutrito il minimo dubbio), quanto per la totale coglionaggine professionale. A che pro? Clemente_mimun per qunto tempo si riuscirà a "non parlare" di un risultato che è ormai su tutte le agenzie, su tutti i giornali on line, sulle bocche di milioni di italiani? E poi lo squallore di un tizio come Pionati, che pietisce dalla Bergamini (una ex segretaria catapultata dal nano di Arcore al suo "livello di incompetenza") la "intercessione" presso Berlusconi!...

...no, l'Italia della vergogna non ha finito di rovesciarci in testa le sue secchiate di merda. Intendiamoci, tutta roba che nella sostanza abbiamo sempre saputo ed immaginato. Ma quando i secchi di merda ti arrivano in faccia con la crudezza di queste intercettazioni telefoniche, allora improvvisamente ti accorgi di quanto puzzi la merda, e ti prende il terrore che questa merda possa ritornare... Grosse Koalition sticazzi!!!...

L'uso criminoso della TV

...ho mutuato questo titolo da un articolo di Marco Travaglio sull'Unità cartacea di oggi, perchè mi sembra il più adatto a rappresentare la situazione, ed insieme il più "vendicativo" rispetto all'editto bulgaro del nano di Arcore. Che fare? Spero di riuscire, in giornata, a mettera a fuoco una idea che mi ronza nella testa da mesi, ma che oggi, sia pure in forma ancora imperfetta, vorrei iniziare a rodare. Ma ne riparleremo...

Repubblica

Linea diretta continua tra Rai e Mediaset: "Dosiamo spot e politici". Bergamini-Crippa, l'asse della "tv unica"

Debora_bergamini di WALTER GALBIATI ed EMILIO RANDACIO

MILANO - Linea comune, scambio di informazioni sui palinsesti, accordi per rallentare il flusso delle notizie in caso di dati elettorali negativi. Rai e Mediaset, nella primavera del 2005, avevano deciso di condividere perfino la politica degli spot, perlomeno nel caso di alcuni eventi straordinari, e la gestione delle presenze di esponenti politici nei programmi di punta della prima serata elettorale.

VERTICI A CONFRONTO
Venerdì 1° aprile, vigilia della scomparsa di Giovanni Paolo II, alle 11.42, queste "affinità elettive" sembrano materializzarsi ai massimi livelli aziendali. La responsabile dei palinsesti Rai, Debora Bergamini, chiama il responsabile dell'Informazione Mediaset, Mauro Crippa. "Debora - annota un militare delle Fiamme gialle nel suo brogliaccio depositato agli atti del processo sul fallimento della società Hdc - dice che Cattaneo (ndr, direttore generale Rai) ha parlato con Piersilvio (ndr, Berlusconi) e si sono accordati per dare coerenza ai palinsesti in relazione a una presunta notizia della morte del Papa. Debora dice di sospendere tutti gli spot e poi di modificare tutto in relazione a ciò".

Trascorre poco più di mezz'ora e la Bergamini ricontatta Crippa. "Parlano di nuovo dei palinsesti e Mauro dice che sta andando in riunione da Piersilvio. Debora comunica i palinsesti della Rai". Aggiunge anche "di non indicare alcun politico nelle trasmissioni". Alle 12.34 nuovo contatto. Questa volta la dirigente Rai decide di "aggiornare Mauro alla luce della conferenza stampa e dice che trasmetteranno gli spot regolarmente ad esclusione delle trasmissioni riferite al Papa".

Quando, a metà pomeriggio, da viale Mazzini si decide di rifare la scaletta dei programmi (ore 16.12), la Bergamini viene contattata, quasi in tempo reale, da Crippa. L'importanza strategica del ruolo della Bergamini appare evidente alle 17.50. "Un uomo (telefono intestato a ministero dell'Interno) per Debora: parlano del Papa e del fatto che le elezioni verranno comunque effettuate. Poi accennano ai sondaggi elettorali". Una rassicurazione importante in vista del tour de force che attende la tv di Stato in vista delle elezioni regionali.

LA PAURA DELLE URNE
Il 2 aprile, alla vigilia del voto, alle 16 Debora chiama Benito (con tutta probabilità Benassi, numero due del marketing Rai). "Dice che Nardello (ndr, responsabile del palinsesto di viale Mazzini) è molto nervoso. Benito ha intuito che il d. g. (ndr, Cattaneo) vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata". La lunga mano di Debora arriva anche sulle frequenze radiofoniche. In serata, dopo le 18, un uomo per Debora: "È un dipendente Rai che lavora nel settore radiofonico. Parlano dell'organizzazione dei palinsesti radiofonici Rai". Non passa mezz'ora e Debora ricontatta ancora una volta Mauro Crippa: "Parlano dei rispettivi palinsesti. Debora dice di aver sentito Antonio Socci (ndr, giornalista e conduttore televisivo)".

Nella mattina di domenica 3 aprile, "in sottofondo voce di Debora che dice che Bondi e Cicchitto sono coscienti". Forse anche nel Palazzo trapelano i primi exit poll che riportano la netta supremazia dell'Ulivo sulla Casa delle Libertà. Ma si può solo ipotizzare. Alle 12.06 Debora per Giovanni: la donna "dice che ha finito ora la riunione di palinsesto. Giovanni vorrebbe dirle delle cose a voce che dovrebbe riferire anche al presidente. Giovanni si trova nella redazione di "Punto a Capo" al Clodio".

Poco dopo le 19, ancora Debora per Nardello: la donna "gli chiede come mai è stata spostata la riunione con il direttore generale e lui dice perché devono andare alla camera ardente del Papa. Debora gli chiede se andrà anche Paglia (ndr, probabilmente Guido, altro manager Rai) e lui risponde che è stato lui ad organizzare la visita".

IL TRACOLLO
Martedì sembra un fuggi fuggi generale. Alle 15.48, la Bergamini per Benassi: "Debbi si lamenta perché tutti la chiamano facendole coraggio sulla situazione elettorale. Debbi dice che ha cercato Cattaneo ma che non lo ha trovato". Alle 17 ancora la Bergamini per tale Riccardo: "Parlano di politica e commentano gli articoli che hanno pubblicato sui giornali. Debbi dice che la situazione politica di adesso sembra quella di Mediaset quando era indebitata ed è stato deciso contro la sua volontà di collocarla sul mercato (fu fatta una cessione e risanata la parte organizzativa e i conti) e Debbi dice che occorre anche per il governo un'operazione anche contro la sua volontà. Debbi dice che i risultati dell'Udc sono stati occultati; parlano di politica e di personaggi politici".

Alle 18.24 la discussione sembra spostarsi addirittura sulle benedizioni politiche che personaggi noti devono avere per presentarsi nei programmi di prima serata. E non importa se a discuterne, da quanto risulta dai brogliacci, siano due funzionari Rai. Benito per Debora: "Parlano del palinsesto del 6 aprile. Benito dice di aver sentito Delogu (ndr, probabilmente il senatore di An Mariano), rispetto alla presenza di Rossella in prima serata su Canale 5".

Alle 19.45 Fabrizio per Debbi: "Fabrizio dice che Marinella (ndr, con tutta probabilità segretaria personale storica del Cavaliere) ha chiamato Guido e che gli ha fissato un appuntamento con il Dottore. Debbi dice che è strano questo". Alle 22.05, mentre il Cavaliere a sorpresa appare tra gli ospiti di "Ballarò", la dirigente Rai commenta con una interlocutrice la mossa, che sembra non convincerla. "Comunque sta dimostrando di essere vivo e soprattutto di avere coraggio... II problema semmai è nelle cazzate che è capace di dire, e forse era il caso di prepararsi meglio!!". (...caspita... questo giudizio, venendo da una che è stata per anni "segretaria particolare" del Capo, è da prendere molto sul serio...)...

(22 novembre 2007)

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...