venerdì 29 febbraio 2008

..fusse ca fusse la vorta 'bbona?!...

Ladies & gents, I'm back home. Bentrovati. Voglio darvi subito una notizia che ci rattrista tutti enormemente: forse Silvio non ha, come sostiene Scapagnini e come conferma Silvio stesso, "biologicamente" 36 anni, ma 72, com'è giusto che sia... Silvio, non lasciarci proprio adesso. Dove lo troviamo, un altro come te?

Giallo sulla salute del Cavaliere: due leggeri malori consecutivi, apparizioni televisive cancellate - E mercoledì scorso la visita a Villa Stuart. "Stress da elezioni" - Libero: "Silvio riguardati" - L'ex premier replica: "Ma se ho lavorato come un giovanotto..."... "Menzogne, è iniziata la campagna di disinformazione"

Silvio_riguardati ROMA - "Silvio riguardati". Dalla prima pagina di Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri lancia l'allarme sulle condizioni di salute del leader del Pdl. Due leggeri malori, consecutivi, che avrebbero anche fatto annullare anche la prevista apparizione al Tg5 del Cavaliere.

Si riapre così il giallo sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi, dopo che ieri sono circolate con insistenza voci secondo cui l'ex premier sta incontrando i primi sintomi da stress elettorale. Un paio di malori, leggeri, tanto che ieri a Via del Plebiscito si minimizzava. In effetti, però, già mercoledì scorso aveva fatto visita a Villa Stuart, una clinica romana, per un check up che lo stesso Berlusconi aveva circoscritto ad uno stiramento della gamba destra. Berlusconi_ammalorato

Per tutta la giornata di ieri, comunque, il Cavaliere non è uscito da Palazzo Grazioli. Qualcuno parla di riposo forzato, mentre i boatos alludono a qualcosa di più di un semplice affaticamento muscolare. Ecco allora che oggi Libero, dopo aver sottolineato la brillantezza offuscata del leader durante la sua apparizione a Matrix, suggerisce al Cavaliere di riposarsi, magari nella splendida villa delle Antille.

Stamattina, però, Berlusconi ha negato di sentirsi male. "Lievi malori? Ma se ho lavorato come un giovanotto..." ha detto intervenendo alla trasmissione di Maurizio Belpietro su Canale 5. "E' cominciata la campagna della disinformazione, sono i frutti della menzogna", dice l'ex premier. "Ieri non sono andato al Tg5 perché ero ancora impegnato nella stesura del programma. Abbiamo finito a mezzanotte", ha detto il leader azzurro.

                  ...Silvio, riguardati: abbi cura di te, ma soprattutto abbi cura di noi...

martedì 26 febbraio 2008

Incontro con Paolo Farinella, prete

L'incontro con Paolo Farinella è fissato per domenica 9 Marzo, a Genova. Chi fosse interessato ad esserci, scriva direttamente a Pasionaria, la quale si è fatta carico spintaneamente dell'organizzazione. Chi non ha l'indirizzo email di Pasionaria, scriva a me, ed io provvederò ad inoltrare.

Poichè è mia intenzione anche sottoporre a Paolo una serie di domande mie ed altrui (domande che vorrei concentrare in una sola intervista condotta virtualmente da presenti ed assenti), vi prego di farmi pervenire al più presto le vostre domande per Paolo, sia che pensiate di essere presenti all'incontro, sia che pensiate di non esserci.

Sarà mia cura raggruppare eventuali domande duplicate, per snellire il numero di domande. Raccomando estrema sintesi. Grazie.

Tafanus

domenica 24 febbraio 2008

...metti una scema a cena...

Scema_2 Della serie "Quando le donne decidono di farsi del male da sole":

...metti che ti capiti di conoscere una donna, e che questa donna ti sembri quasi normale... metti che ti salti in mente di invitarla a cena per il giorno dopo, e che accetti; metti che la sera convenuta ti presenti sotto casa sua a prenderla...

...citofoni, e dopo qualche minuto si apre il portone di casa, e viene fuori questa "cosa"...

Voi siete nella VOSTRA città, dove non è escluso che, dovunque decidiate di andare, possiate incontrare qualcuno che vi conosce, e che fino al giorno prima vi ha stimato.  A questa apparizione, come reagite?

-a) fingete un improvviso malore, vi scusate, e vi dileguate.

-b) fate buon gioco a cattiva sorte, ed iniziate a pensare DOVE ci siano le minori probabilità di incontrare dei conoscenti.

-c) la fate scendere, con la scusa che volete controllare se funzionano i lampeggiatori posteriori, e sgommate via.

-d) chiamate la protezione animali.

-e) vi fate coraggio, pensando che in fondo avrebbe potuto mettere anche un cappello a forma di vassoio di frutta, e non lo ha fatto.

-f) le proponete una trattoria da camionisti in via Gallarate, in modo che sia lei costretta a fingere un malore.

-g) ALTRO (specificare)

P.S.: per la cronaca, questo umiliante "strumento" non è stato disegnato da uno stilista maschio misogino, ma da una stilista di sesso femminile.

Hillary Clinton: questa donna ha perso la testa!

Hillary Hillary all'attacco: "Obama, vergognati! Stai facendo una campagna sporca" - L'ex first lady accusa il senatore di usare metodi scorretti: "Sei come Karl Rove" - E lo sfida ad un confronto pubblico. Lo staff di Barack: "Da noi solo informazioni corrette"

WASHINGTON - Archiviato il fair play, Hillary Clinton parte all'attacco dello sfidante Obama, con una esplicita accusa di condurre una "campagna sporca". Se nei giorni scorsi la ex first lady si era detta "onorata" di concorrere alla Casa Bianca con un avversario come Obama, oggi ha usato toni completamente diversi. Si è presentata ad un comizio in Ohio furiosa con il senatore dell'Illinois, accusandolo di attribuirle messaggi falsi, distorcendo le sue posizioni e di mandare per posta informazioni false agli elettori dell'Ohio circa le sue proposte sul programma di assistenza sanitaria.

"Vergognati, Barack Obama!" ha detto Hillary parlando a Cincinnati e presentandosi sul palco esibendo una serie di messaggi elettorali distribuiti dalla campagna di Obama e riguardanti appunto le proposte di Hillary in materia di sanità. Quella posta secondo Hillary, è completamente fuorviante "e ricorda le tecniche che Carl Rove usò a sostegno della campagna dell'allora candidato George W. Bush" ha detto Hillary, visibilmente arrabbiata, riferendosi allo stratega delle vincenti campagne elettorali di Bush.

"Vergognati, Barack Obama! - ha ribadito Hillary -. E' tempo che tu e i tuoi conduciate una campagna coerente con il vostro messaggio in pubblico. Questo è quello che mi aspetto da persone come voi. Vi aspetto a un dibattito in Ohio sulle vostre tecniche e sul vostro comportamento in questa campagna".

Uno dei portavoce di Barack Obama, Bill Burton, in una conferenza stampa in Ohio ha replicato negando che la posta elettorale inviata agli elettori dell'Ohio contenga informazioni false circa le proposte di Hillary: "Ogni cosa che è contenuta in questi messaggi è completamente accurata - ha detto Burton -. Non come gli attacchi scriteriati da parte della campagna di Hillary Clinton, che sono già stati rigettati in Sud Carolina, in Wisconsin e in mezza America".

Hillary Clinton ha sollecitato Obama ad un confronto pubblico. Un faccia a faccia tra i due candidati democratici è già in programma per la prossima settimana a Cleveland, in Ohio.

(Repubblica.it - 24 febbraio 2008)

mercoledì 20 febbraio 2008

Paolo Farinella: "...se questo è un prete..."

Questo Paolo Farinella, prete (minuscolo) è sempre più sorprendente. Oggi, preso da un improvviso raptus, gli ho scritto una lettera che avevo voglia di scrivergli da tempo, e che per pudore non ero mai riuscito a scrivere. Per la cronaca, l'ho inviata alle 13,26. Questo il testo:

Caro Paolo,

...I have a dream... Ho un sogno che coltivo da tempo, dalla prima volta che un ateo come me ha incrociato un prete come te: il sogno di conoscerti personalmente. Devo confessarti che la tua personalità mi affascina e mi incuriosisce. Se devi, per ragioni di cui non ti chiederei mai i dettagli, dire di no, fallo pure senza remore. Non me ne avrò a male, e non cambierà il mio atteggiamento nei tuoi confronti.

Se invece esiste una certa apertura, ti propongo una serie di ipotesi, in ordine di preferenza (tieni presente che io abito a Milano, e che detesto guidare):

-a) un incontro informale e conviviale (una pizza?) a mezzogiorno, a Genova, in un giorno di tua scelta. Ci sono diversi altri amici (fra i quali alcuni genovesi) che sarebbero felicissimi di conoscerti, quanto se non più di me;

-b) un incontro non conviviale e non larghissimo (tu, io e mia moglie, la "Pasionaria" di Genova che mi legge in copia, e che collabora al blog, con suo marito);

-c) un non-incontro virtuale, con intervista a domande e risposte scritte per il Tafanus: io raccoglierei le domande mie e quelle di altri amici del blog, tu risponderesti per email. Meglio che niente, anche se non sarebbe questo "the dream".

Aspetto fiducioso.

P.S.: Ho postato la tua email fra i commenti all'articolo sulla Carluccia, sul Tafanus:

                                  LINK ARTICOLO SU CARLUCCI

Un abbraccio dall'ateo devoto Tafanus, alias Antonio,

Alle 15,12 (da non credere!), cioè in meno di due ore, ho ricevuto questa risposta:

Caro Tafanuccio bello,

io sono aperto  e sono arrivato ad un punto di altissimo valore: non mi scandalizzerei mai più, nemmeno se vedessi Ratzinger incinto.

Dimmi un solo motivo lecito per cui non dovrei incontrarti. Se riesci a trovarne uno, vinci la pizza, il pranzo, quello che vuoi.

Facciamo così. Scegli tu il modo, come ti viene meglio (a te l'onore delle armi), tra le ipotesi prospettate. Dammi due o tre ipotesi di giorni e io ti dico in base alle mie cose: se fosse di domenica si può fare intorno a mezzogiorno (quando finisco messa), si va a pranzo da qualche parte. Invita la Carlacci così la butto nel mare fognario di Genova, ma con carità cristiana. Aspetto tue nuove, o come si dice in dialetto, le tue news.
Paolo prete


Pubblico questo "carteggio" per diversi motivi:

-1) Voglio dare pubblicamente atto a questo prete (minuscolo) della sua "Maiuscolità". Si può dire?

-2) Voglio informare nella maniera più spiccia gli amici potenzialmente interessati alla cosa, affinchè facciano un pensierino organizzativo.

-3) Infine, voglio incastrare Pasionaria, nella maniera più ignobile (e cioè mettendola di fronte al fatto compiuto), per quanto concerne gli aspetti organizzativi (il giorno, il luogo, l'ora del delitto e le modalità del delitto).


P.S.: ricevo in questo momento un nuono messaggio da Paolo prete, al quale avevo chiesto il permesso di estendere l'invito ad un'altra genovese illustre:

Caro Tafanus,
 
che tu sia bastardo dentro e fuori lo sapevo da tempo. D'altra parte se frequenti gentaglia come Carlacci, Casini, Fini, berluskaz, ecc. puoi essere diverso? Giammai! Le brutte compagnie fanno sempre danni irreparabili. Da parte mia come si dice nella mia ditta "nihil obstat". Invita chi vuoi, anzi sarà per me un piacere immenso scambiare qualche opinione sul tempo che corre in questa martoriata terra d'Italia, provincia ecclesiastica ad libitum. Io sono a tua disposizione.
 
Avrei una ideuzza per le prossime elezioni. Perché non risolviamo il problema alla radice, nominando con un referendum costituzionale il papa Re d'Italia? Non  avremmo parlamentari, avremmo solo cardinali che, vuoi mettere, vestiti da donna, fanno più figura e poi le riprese tv sarebbero più ricche di colori. Dimmi che anche tu ci hai fatto un pensierino. Logicamente per me chiederei il compito di fuochista nella sicura restaurazione dei roghi. Un abbraccio
 
Paolo prete

 

sabato 16 febbraio 2008

Aborto: e Giuliano "fat's ball" Ferrara restò solo

Espresso
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I
più contrari a una lista pro life guidata da Giuliano Ferrara? I cattolici.

Elefantini Prima un corsivo di 'Avvenire' che la bollava come inopportuna. Poi gli attacchi di Savino Pezzotta ("Una iniziativa pericolosa") e di Paola Binetti ("La vita non si strumentalizza"): e sì che erano due compagni di strada del direttore del 'Foglio', il primo con lui sul palco del Family Day lo scorso 12 maggio, la senatrice teodem contestata insieme all'Elefantino a Cassino durante una conferenza contro l'aborto.

E poi il no delle associazioni storiche, da Acli alla Azione cattolica. E il diniego degli amici di Comunione e Liberazione, che da anni invitano Ferrara ai loro meeting estivi, ma che questa volta sono chiamati a restare fedeli al loro leader di sempre, Roberto Formigoni. Un'ostilità che ha un precedente: già nel 2005, all'epoca dei referendum sulla fecondazione assistita, Ferrara spingeva per fare i comitati del no e alla fine si accodò alla strategia del presidente della Cei Camillo Ruini, quella (vincente) dell'astensionismo.

La Chiesa ruiniana non ha molta voglia di farsi inchiodare sui numeri: preferisce combattere le sue battaglie senza misurarsi su percentuali elettorali che potrebbero dimostrarsi "irrilevanti". Così, dopo tanti applausi per la sua moratoria universale contro l'aborto, il direttore del 'Foglio' è rimasto solo. Sul piano della realpolitik la Chiesa non si fa dettare la linea da nessuno.

Una domanda imbarazzante: coglioni si nasce o si diventa?

mercoledì 13 febbraio 2008

Una splendida notte. Sono le quattro, ed il sole è alto nel cielo. YES, WE CAN!

Barackobama ...mi ero ripromesso di aspettare che, all'una, dessero i primi exit-polls sulla CNN. Poi, non sono più riuscito a staccare gli occhi dalla TV. Stava succedendo una di quelle cose che capitano una volta nella vita (il passaggio di Capo Horn, la nascita del primo figlio, un paese razzista che impazzisce per un nero)...

Stavo assistendo, in diretta, alla Caporetto dell'establishment americano che, meglio di ogni altra cosa, era rappresentato dall'aria ebete di Hillary Clinton, che aveva stampato in faccia un sorriso a 64 denti, fisso, da paresi facciale. Guidava i battimani ritmati, un'aria da trionfo in corso. Solo che sulla CNN scorreva il banner con gli aggiornamenti dei risultati.

Maryland: Obama avanti 60 a 36; Virginia: Obama avanti 64 a 35; DC, Columbia, Obama avanti 75 a 24... Tutti i "ragionamenti" sulla segmentazione del voto per fasce socio-economiche stanno andando tranquillamente a puttane. Quando prendi 3 voti su 4, vuol dire che ti stanno votando bianchi e neri, ladinos e wasps, ricchi e poveri, giovani e anziani, colti e illetterati.

Hillary sorride, ed intanto i sintomi che qualcosa di irreversibile stia avvenendo si moltiplicano, diventano valanga. Bill Clinton non si vede. Dopo il licenziamento della responsabile della comunicazione di Hillary, si dimette la numero due. Per la prima volta, i Clinton vedono essiccarsi il fiume dei finanziamenti, e devono staccare un assegno da 5 milioni di dollari di tasca propria. Hillary sorride, sorride, ed intanto le cifre scorrono, impietose sui banners della CNN.

Barack ha vinto negli ultimi 8 stati nei quali si è votato. Barack conduce 22 a 13. Barack, stanotte, per la prima volta, pasta in testa come numero di delegati acquisiti. Segnali, solo segnali. Barack prende la parola, a braccio, ed è un fiume in piena. Hillary continua a tenere la bocca aperta in un innaturale sorriso, ma non dice una parola, tranne le solite banalità del tipo "...grazie, grazie... siete tantissimi, siete magnifici..."Michelle_obama_2

Si, dopo stanotte, credo proprio che si possa fare. Nulla contro la Clinton, ma non amo le dinastie, non amo le cose scontate, le lobbies che l'hanno appoggiata (a cominciare dalla eccessiva presenza del principe-consorte, per finire con l'abbraccio mortale di george dabliu). Non mi piaceva l'idea che una coppia potesse governare per quattro mandati.

Infine, i sondaggi dicono che contro McCain Obama è avanti di 6 punti, mentre, sempre contro McCain, Hillary potrebbe persino perdere, e regalarci un terzo mandato guerrafondaio. Se Obama dovesse farcela, l'America potrebbe, per la prima volta nella sua storia, dimostrare di essere davvero il paese che ha sempre preteso di essere, senza mai riuscirci fino in fondo.

Annotatevi questo prezioso link: Risultati Primarie in Progress

lunedì 11 febbraio 2008

Gianfanco Fini: "Le ultime parole fumose"

Camerata cameriere
(Carta Canta - Marco Travaglio - Repubblica.it)

I_due_orfanelli"Il nuovo partito fondato da Berlusconi in piazza San Babila? Comportarsi nel modo in cui sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Da queste mie parole, volutamente molto nette, voglio che sia a tutti chiaro che, almeno per quel che riguarda il presidente di An, non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi... Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio posizione. Se vuole fare il premier, deve fare i conti con me, che ho pure vent'anni di meno. Mica crederà di essere eterno... Lui a Palazzo Chigi non ci tornerà mai. Per farlo ha bisogno del mio voto, ma non lo avrà mai più. Mai. Si faccia appoggiare da Veltroni" (Gianfranco Fini, 18 novembre 2007)

"Abbiamo vissuto l'epoca berlusconiana con un certo qual disagio (...). Le vignette che lo rappresentavano come uno scodinzolante cagnolino intorno a Bush hanno fatto il giro del mondo (...). Non si sottovaluti la portata di queste sue celebri gaffes internazionali" (Il Secolo d'Italia, organo ufficiale di An, 23 novembre 2007)

"Il Cavaliere ha distrutto la Cdl, e ora dovremmo bussare alla sua porta con il cappello in mano eVoce_del_padrone la cenere in testa? Non siamo postulanti. Io tornare all'ovile? Sono il presidente di An, non una pecora" (Gianfranco Fini, 16 d icembre 2007)

"Condivido la proposta di Berlusconi di dare al popolo del 2 dicembre, al popolo della libertà, un'unica voce in Parlamento. E' una pagina storica della politica italiana: il 13 aprile nascerà un nuovo grande soggetto politico ispirato ai valori del Partito popolare europeo e quindi alternativo alle sinistre. Mi auguro che gli amici dell'Udc vogliano scrivere questa importante pagina assieme a noi" (Gianfranco Fini, 8 febbraio 2008)

domenica 10 febbraio 2008

10 Febbraio: Il Giorno del Ricordo - Foibe ma non solo

 

Foibe_mortiDal 2005 la giornata del 10 febbraio è dedicata alla commemorazione dei morti e dei profughi: FOIBE e non solo: “…La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del Ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della piu' complessa vicenda del confine orientale…" Così recita la legge istitutiva n. 92 del 30 marzo 2004 che vuole mantenere viva la memoria di quanto accaduto al termine della seconda guerra mondiale in Istria, nel Quarnaro e in Dalmazia. Tanto per la precisione. La Giornata del Ricordo non evoca “gli infoibati fascisti uccisi dai cattivi partigiani comunisti (secondo gli storici Gasparri, Bisi ed altri), ma TUTTI gli infoibati (anche quelli comunisti infoibati dagli ustascia), ed anche la tragedia dei profughi italiani in Jugoslavia.

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Il 10 Febbraio, Giorno del Ricordo, non richiama l’apertura di una foiba, la liberazione di pochi superstiti su 13 milioni di ammazzati, come nel caso del Giorno della Memoria. Il pretesto per la scelta del 10 febbraio è stato il collegamento al 10 febbraio 1947, data della firma del trattato di Parigi, che assegnò alla Jugoslavia il territorio occupato nel corso della guerra dall'armata di Tito. E’ allora il caso di tentare di rimettere in piedi uno straccio di verità storica, ad uso specialmente delle giovani generazioni, e delle deboli menti... sintetizziamo? non è stato Tito ad attaccare l’Italia, ma Mussolini ad attaccare la Jugoslavia.

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Allora perché la Destra, con lo statista Gasparri in testa, ha voluto questa data, che per loro dovrebbe essere una data di sconfitta e di vergogna? Elementare, Mr. Watson! Perchè era la data più vicina possibile al 27 Gennaio, Giorno della Memoria. Insomma, un tentativo persino poco intelligente di avvicinare mediaticamente e politicamente Shoah e Foibe, di attenuare l’impatto della Giornata della Memoria. In termini comunicazionali, persino Foibe_ingresso Ajazzone avrebbe fatto meglio. Perché parlare delle foibe è una nuova occasione per mostrare, per differenza, tutto l’orrore della Shoah. E per sottolineare ancora una volta che le colpe di chi ha iniziato a menare le mani, e di chi ha reagito, magari con mezzi impropri, non possono essere accostate, neanche da Gasparri o da Bisi, noti storici italiani.

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Nel corso del post, spiegheremo perché. Ma un’anticipazione, tanto per non lasciare dubbi, vogliamo darla: ad Auschwitz – Birkenau, nei periodi di massima “efficienza”, si facevano passare per i camini 2500 persone al giorno in media. Nella storia delle foibe, anche a voler prendere le cifre più alte riportate da storici o sedicenti tali di destra, si parla di 10.000 morti (dopo i vaneggiamenti iniziali che parlavano di 20/30.000 morti). Nei 10.000 sono inclusi, per dire, più di 5.000 “morti presunti”; cadaveri provenienti dai campi di concentramento nazifascismi e buttati nelle foibe; morti ammazzati dai nazifascisti nostrani e jugoslavi. Ed ANCHE, fascisti ammazzati dai partigiani. Quindi rispetto al solo campo di Auschwitz – Bierkenau, quando parliamo di foibe, parliamo di un totale di morti che non arriva a due giorni di ”lavoro” di un solo campo nazifascista. Tanto per la precisione.

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Il sito più pronto ad aumentare a dismisura il numero degli infoibati (www.leganazionale.it) scrive: “…Quanti furono gli infoibati? Purtroppo è impossibile dire quanti furono gettati nelle foibe: circa 1.000 sono state le salme esumate, ma molte cavità sono irraggiungibili, altre se ne scoprono solo adesso (60 anni dopo) rendendo impossibile un calcolo esatto dei morti. Approssimativamente si può parlare di 6.000 - 7.000 persone uccise nelle Foibe, alla quali vanno aggiunte più di 3.000 persone scomparse nei gulag (campi di concentramento) di Tito…”

 

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Foibe_graziani Tanto per mettere in fila i fatti (che in genere sono ottimi segnali delle responsabilità), vediamo un po’ di cronologia:

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Cronologia della Campagna di Jugoslavia

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27 settembre 1940 - Germania, Italia e Giappone firmano a Berlino il patto tripartito.

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28 ottobre 1940 - L'Italia attacca la Grecia.

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27 marzo 1941 - A Belgrado un gruppo di ufficiali dell'aeronautica, guidati dal Capo di Stato Maggiore gen.Dusan Simovic attua un colpo di stato rovesciando il governo filotedesco dei Karageorgevic, depone il reggente Paolo e insedia re Pietro II che ripudia l'alleanza con Hitler, il quale ordina di liquidare la Jugoslavia.

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5 aprile 1941 - Trattato di amicizia e di non aggressione tra Jugoslavia e URSS.

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6 aprile 1941 - La Germania invade la Jugoslavia e dichiara guerra alla Grecia. L'aviazione tedesca bombarda Belgrado (operazione "Castigo"). Anche l'Italia dichiara guerra alla Jugoslavia.

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10 aprile 1941 - Occupazione tedesca di Zagabria e nascita della Croazia indipendente governata dal movimento filofascista degli "ustascia" di Ante Pavelic.

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11 aprile 1941 - L'Ungheria dichiara guerra alla Jugoslavia. La II Armata italiana, comandata dal gen.Ambrosio, entra in Jugoslavia dalla frontiera giuliana.

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12 aprile 1941 - Le forze armate tedesche occupano Belgrado.

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17 aprile 1941 - Capitolazione dell'esercito jugoslavo. Re Pietro II e il governo, a bordo di aerei inglesi, vanno in esilio prima in Grecia e poi a Londra.

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Lubiana 3 maggio 1941 - L'Italia si annette la provincia di Lubiana.

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5 maggio 1941 - Il Partito comunista jugoslavo decide la resistenza armata con la guida di Tito. Quasi subito, però, ci sono anche sanguinosi scontri tra i vari gruppi di "resistenti" esistenti in Jugoslavia.

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15 maggio 1941 - Viene costituito, sotto il controllo italiano, il Regno di Croazia.

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8 maggio 1941 - Il Duca di Spoleto, Ajmone di Savoia - Aosta, è nominato re di Croazia con il nome di Tomislao II.

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7 luglio 1941 - Primi combattimenti tra partigiani jugoslavi e reparti tedeschi e italiani.

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3 ottobre 1941 - Il Montenegro occupato diventa protettorato italiano

 

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Vediamo cosa pensa del Trattato di Parigi un sito di destra:

 

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10 Febbraio 1947: firma, a Parigi, del Trattato di Pace tra l'Italia e le nazioni vincitrici della seconda guerra mondiale. Un atto fortemente contestato, anche da personalità non certo accusabili di filofascismo (per tutte Benedetto Croce (sic!)), un trattato che viene imposto all'Italia senza alcuna possibilità negoziale (sarà definito, per tale ragione, "Diktat") e che segna in maniera drammatica le sorti del confine orientale italiano: cessione alla Jugoslavia di Zara, di Fiume e di gran parte dell'Istria, costituzione di uno stato cuscinetto, tra Italia e Jugoslavia, definito T.L.T. - Territorio Libero di Trieste, affidato alla tutela dell'ONU (che dovrà nominarne il Governatore) - e comprendente Trieste, il territorio ad essa immediatamente limitrofo ed una parte dell'Istria, corrispondente a circa un quarto della penisola. All'epoca, non meno che in tutti i decenni che ne sono seguiti, il Diktat del '47 è stato ripetutamente bollato per la sua ingiustizia ed iniquità: giudizio di certo sacrosanto […]

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Gasparri_9 …sacrosanto anche bollare come atto di stupidità scegliere come Giorno del Ricordo il giorno della firma di questo "iniquo diktat", al quale, se non andiamo errati, siamo stati portati dalla cogliona e criminale politica degli antenati di Gasparri&Bisi, o no? Siamo pronti a scommettere che se il Trattato di Parigi fosse stato firmato in settembre, a nessun fascista sarebbe venuto in mente di volere il giorno del trattato come Giorno del Ricordo, cercando disperatamente un altro evento “storico” più vicino al Giorno della Memoria (della serie “più si è vicini, più si disturba…) Vedete, amici della destra (minuscolo): quando si menano le mani, si possono darle o si possono prenderle, e noi le abbiamo prese: si può fare a mazzatte per difendersi o per attaccare, e noi abbiamo attaccato. E’ nella logica delle cose: chi perde, paga. E se durante la partita ha fatto delle porcherie, spesso viene ripagato con le stesse porcherie. Un consiglio mediatico-politico ai grandi storici Gasparri&Bisi: presentate una bella mozione per la cancellazione della giornata del Ricordo, perché è un autogol, di quelli Memorabili…

 

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Si può sapere quanti sono questi benedetti morti? (domanda posta da un incazzatissimo Bruno Vespa circa i morti dell’Italicus, quando ancora il treno bruciava, e neanche i pompieri potevano entrare nella galleria)

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Quante furono le vittime? Secondo alcuni: 20-30 mila (sparare cazzate non è un reato punito per legge). Ma un’indagine minuziosa del Centro studi adriatici raccolta in un albo pubblicato nel 1989 le fa scendere a 10.137 persone: 994 infoibate, 326 accertate ma non recuperate dalle profondità carsiche, 5.643 vittime presunte sulla base di segnalazioni locali o altre fonti, 3.174 morte nei campi di concentramento jugoslavi. Erano presi di mira tutti coloro che si opponevano al disegno dell'annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia, compresi molti antifascisti, membri del Cln che avevano fatto la Resistenza al fianco dei loro assassini. La "caccia al fascista", infatti, si esercitò, perfino con maggiore precisione, nei confronti di antifascisti, i componenti dei Comitati di Liberazione Nazionale di Trieste e di Custercamp Gorizia, e gli esponenti della Resistenza liberaldemocratica e del movimento autonomistico di Fiume. Dunque, infoibati perché italiani. Lo sostiene anche lo storico Giovanni Berardelli: "La loro principale colpa era quella di essere, per la loro nazionalità, un ostacolo da rimuovere al programma di Tito di annessione del Friuli e della Venezia Giulia". Da cui l'odierna accusa di genocidio o di pulizia etnica.

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La storia dei 10.137 morti delle foibe (che includono, e non si sa perché, anche 3.174 morti nei campi di concentramento jugoslavi), è di una tale sconvolgente precisione, rispetto alla doverosa approssimazione degli storici più seri), che mi fa venire in mente la barzelletta, cretina ma sempre attuale, della vedetta del Generale Custer. Dunque, il Generale Custer manda in avanscoperta una vedetta, perché gli riferisca con esattezza quanti siano i nemici nascosti dietro le tre colline che chiudono la linea dell’orizzonte. Dopo 24 ore, la vedetta rientra e riferisce: “Generale, i nemici sono 10.137” Bravissimo, ma… come fai ad essere così sicuro e preciso? “Generale, vede la collinetta piccola, sulla sinistra? Ci sono esattamente 120 nemici… ho sentito l’appello; vede la collinetta piccolissima, sulla destra? Ci sono esattamente 17 nemici, li ho contati durante il rancio” Vai avanti, e allora?… “Vede quella grande collina al centro?, beh… lì c’è una gran quantità di nemici: saranno, a spanne, diecimila!”

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Non vogliamo essere dissacratori, ma quando per superare la “soglia psicologica” dei 10.000 morti si ficcano dentro assassini comuni, morti partigiani, morti nei campi di concentramento, e si rimane ancora molto, troppo distanti dalla cifra-obiettivo, ecco la trovata alla Custer: “…5.643 vittime presunte sulla base di segnalazioni locali o altre fonti…”. Non è meraviglioso?

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Guzzanti_mussoliniIl punto di vista dell'ANPI

 

 

VIOLENZA FASCISTA
Il Trattato di Rapallo, firmato nel 1920 tra il regno d’Italia e quello dei Serbi, Croati e Sloveni ebbe l’effetto di un fiammifero sulla benzina. «Il Trattato - è scritto nella relazione - accolse in pieno le esigenze italiane e amputò un quarto abbondante dell’area ritenuta dagli sloveni come proprio "territorio etnico"». La politica estera fascista fece il resto: «Nella Venezia Giulia vennero progressivamente eliminate tutte le istituzioni nazionali slovene e croate, le scuole furono italianizzate, gli insegnanti licenziati o costretti ad emigrare, vennero posti limiti all’accesso degli sloveni nei pubblici impieghi». All’eliminazione politica delle minoranze, si accompagnò da parte del regime mussoliniano un’azione che «aveva l’intento di arrivare alla bonifica etnica della Venezia Giulia». In questo senso, la commissione mista ricorda la repressione attuata nei confronti del clero, che rappresentava un importante momento di sintesi della coscienza nazionale delle minoranze: «Tappe fondamentali dell’addomesticamento della Chiesa di confine furono la rimozione dell’arcivescovo di Gorizia, Francesco Borgia Sedej, e del vescovo di Trieste, Luigi Fogar. I loro successori applicarono le direttive "romanizzatrici" del Vaticano», anche attraverso «l’abolizione dell’uso della lingua slovena nella liturgia e nella catechesi».
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ODIO ANTI ITALIANO
La prima conseguenza di «questo programma di distruzione integrale delle identità» fu la fuga di gran parte delle minoranze dalla Venezia Giulia: «Secondo stime jugoslave emigrarono 105 mila sloveni e croati». Ma soprattutto si consolidò, agli occhi di queste minoranze, un fortissimo sentimento anti italiano, «l’equivalenza tra Italia e fascismo» che portò «la maggioranza degli sloveni al rifiuto di quasi tutto ciò che appariva italiano». Come reazione, si radicalizzarono gli obiettivi delle organizzazioni clandestine slovene che, verso la metà degli anni Trenta, «abbandonarono le rivendicazioni di autonomia culturale nell’ambito dello Stato italiano per puntare invece al distacco dall’Italia dei territori considerati loro». Un’azione che trovò l’appoggio del Partito comunista italiano. La risposta fascista fu pesante: dopo l’occupazione dei territori jugoslavi nel ’41, il regime «fece leva sulla violenza, con deportazioni nei campi istituiti in Italia (Arbe, Gonars, Renicci), il sequestro di beni e l’incendio di case».
 

         Dal sito http://www.informa-azione.info/foibe_sul_revisionismo_storico

Foibe - Sul revisionismo storico - Il genocidio di migliaia di infoibati perchè italiani

Così oggi i fascisti - con l’appoggio delle rappresentanze democratiche da destra a sinistra - amano descrivere gli avvenimenti che interessarono le regioni dell’Istria e della Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale. Parlano di migliaia e migliaia di persone gettate nelle cavità carsiche con l’unica colpa di essere italiani, parlano di genocidio verso il solito popolo di brave persone, intitolano piazze ai martiri delle foibe, descrivono le popolazioni slave come feroci barbari assetati di sangue, innalzano di anno in anno il numero dei morti includendo ormai qualsiasi persona sparita in quegli anni e in quelle terre, ripropongono costantemente l’immagine del soldato italiano umanitario vittima di un furore omicida.

Balle!!! Uno sterminio etnico c’è stato, è vero: quello perpetrato dalle truppe italiane durante l’occupazione dei Balcani nella seconda guerra mondiale. Occupazione che ha comportato l’esodo di intere popolazioni, la deportazione e la morte di migliaia di persone nei campi di concentramento, le esecuzioni sommarie di civili, la distruzione di villaggi, la sostituzione pianificata delle popolazioni locali con coloni italiani. Un vero progetto di pulizia etnica attuato dal regime fascista e documentato dagli archivi militari.

Quando ricordiamo gli orrori della seconda guerra mondiale, sarebbe quantomeno onesto ricordare innanzitutto i crimini rimossi del colonialismo italiano. Isolare la “questione delle foibe” dal contesto della guerra voluta dal fascismo è una squallida operazione politica.

Il dieci febbraio, i rappresentanti delle istituzioni democratiche saranno in piazza per commemorare le vittime delle foibe, per trasformare una menzogna di parte in una verità di Stato, per far passare per vittime molti carnefici. Con loro, per rispolverare i luoghi comuni del Ventennio, ci saranno anche i fascisti, quelli di oggi, quelli che sono tornati ad arringare la folla, a fare il saluto romano nelle assemblee di partito, a bruciare i campi nomadi, a intitolare strade e piazze ai loro gerarchi.

Il dieci febbraio anche noi saremo in piazza per dire che non si possono confondere episodi di guerra civile e rappresaglie, anche brutali, nei confronti dei fascisti e dei collaborazionisti con un tentativo di pulizia etnica nei confronti degli italiani. Per dire che non si può riscrivere la storia, travisando la memoria del passato per tornare a giustificare campagne coloniali che esportano la civiltà a suon di bombe.

DOMENICA 10 FEBBRAIO, dalle ore 17 in L.go foibe a Rovereto: Mostre, interventi e proiezioni

Saremo in piazza per ricordare le vittime del colonialismo italiano. Saremo in piazza perché non accettiamo che questa città diventi il teatro di sfilate e raduni neofascisti.

lunedì 4 febbraio 2008

Piero Calamandrei parla ai giovani della Costituzione

Nella riunione di ieri, organizzata a Milano dall'ANED (Ass. Naz. Ex Diportati), è stato letto da Gherardo Colombo, che si sta spendendo con molta generosità nell'educazione dei giovani, il bellissimo discorso di Piero Calamandrei ai giovani sulla Costituzione Italiana. E' del 1955. Sembra scritto ieri. Nel 60° anno dal varo della Costituzione Italiana, e mentre potrebbero tornare al governo coloro che vorrebbero stravolgerla, riteniamo di fare cosa utile riproponendo per intero  questa lezione. Una lezione da non dimenticare. Tafanus

Pierocalamandrei_2 L'articolo 34 della nostra Costituzione dice: “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra Costituzione c’è un articolo che è il più importante, il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo, impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare la scuola a tutti. Dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. 1 “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, questa formula corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e studiare e trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica, perché una democrazia in cui non ci sia questa eguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una eguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale. Non è una democrazia in cui tutti i cittadini siano veramente messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro migliore contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società; e allora voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà; in parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinnanzi!...

Però vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove; perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. L’indifferentismo che è, non qui per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghi strati, in larghe categorie di giovani, un po’ una malattia dei giovani: l’indifferentismo. “La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica?”

Ed io, quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: - Ma siamo in pericolo?- E questo dice: se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda. Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: "Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda". Quello dice: "...che me n’importa? unn’è mica mio!...".  Questo è l’indifferentismo alla politica.

E’ così bello, è così comodo, è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi di politica! Eh, lo so anche io, ci sono…Il mondo è così bello vero? Ci sono tante cose belle da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica!

E la politica non è una piacevole cosa: Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…

Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra, metteteci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo, che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora, vedete, io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, tutte le nostre sciagure, le nostre glorie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane… E quando io leggo nell’art. 2 “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”; o quando leggo nell’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria italiana in mezzo alle altre patrie…ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini! O quando io leggo nell’art. 8: “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”, ma questo è Cavour! O quando io leggo nell’art. 5: “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”, ma questo è Cattaneo!; o quando nell’art. 53 io leggo a proposito delle forze armate: “l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, esercito di popolo; ma questo è Garibaldi! E quando leggo nell’art. 27: “non è ammessa la pena di morte”, ma questo, o studenti milanesi, è Beccarla! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…

Ma ci sono anche umili voci, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!Dietro ad ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta, Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.

(da Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, Milano, 1955, disco Cetra CL 0449/33 giri)

Facciamo un regalo ai nostri figli: stampiamo questo discorso di Calamandrei, facciamogliene dono. Fra di loro, 99 su cento lo butteranno nel cesso, ma se UNO SOLO non lo farà; se UNO SOLO lo leggerà e ci rifletterà su, il nostro sforzo non sarà stato vano. Tafanus

 

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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