mercoledì 2 luglio 2008

Lo "gnocca-gate" che devasterà l'Italia

(Supplemento alla "Lettera Aperta a Silvio)

Diciamolo subito: con la pubblicazione di questo supplemento alla lettera aperta a Silvio, sul nostro blog pioveranno le critiche dei moralisti a targhe alterne. Ma come!!! il Tafanus si dedica al gossip! Ed allora tanto vale "chiarire prima", con questa memoria difensiva preventiva.

Berlusca_corna_veronica A noi delle abitudini, attitudini e preferenze sessuali del cittadino Berlusconi Silvio, anni 72, residente ad Arcore, non potrebbe fregare di meno. Diciamolo con una metafora: se il suddetto si limita a tenere seduta sull'uccello Angela, e a darle una toccatina sulle chiappe, è affar suo. Se preferisce la posizione n° 1, piuttosto che la sodomizzazione, piuttosto che il sesso orale in stile clintoniano, è ancora affar suo. Se trova più efficace il Cialis o il Viagra è, ancora e sempre, affar suo. I suoi affari privati di gnocca mi interessano, su una scala da 0 a 10, circa -2.

Se però dovessero saltare fuori dei documenti atti a provare una stretta correlazione fra "Pompini & Potere" (scusate per la sottile allusione), allora diventerebbe affare di tutti i cittadini italiani, incluso il sottoscritto e i suoi 14 lettori. Detta con maggior "ésprit de finesse": sono anni che gli stranieri, e gli italiani alfabetizzati (teniamo quindi fuori dal discorso gli italoforzuti), si interrogano sul come e sul perchè alcune nullità assolute assurgano non solo alla "semplice" carica di ben remunerate parlamentari, ma addirittura a quelle di membri di commissione Economia senza aver mai sentito parlare della Consob, oppure a quelle di membri della commissione Ricerca ed esperte in "fisica della particella" (forti dell'esperienza di sculettatrici TV: per sculettare in TV ci vuole il "fisico". O no?); oppure, infine, fulminei passaggi da attività di pescivendola a sottosegretaria; da segretaria del Nano Incatramato prima a Direttore Marketing Strategico alla RAI, quindi a parlamentare; da velina e "calendarista", o da 21enne fondatrice di Clubs FI, direttamente a ministre. Questo paese (o almeno quella parte che non ha portato ancora il cervello all'ammasso ad Arcore) non può accettare proprio tutto.

Carfagna_mara_1 Anche Caligola si dilettava a nominare senatori i suoi cavalli. Ma c'era della lucidità, in questa follia. Innanzitutto queste nomine servivano a sbattere in faccia agli avversari il suo potere. In secondo luogo, servivano per dire ai suoi prezzolati servi che non contavano un cazzo, tanto che nominare senatori loro, o un cavallo, o una vongola, era faccenda assolutamente equivalente sul piano della funzionalità e dell'etica. Bossi e Fini sono avvisati. Tutt'altra storia, rispetto al Caligola de noiantri, che, forse, nomina senatrici delle pulzelle per "bassi" servigi già resi, o da rendere. Bassi, in tutti i sensi. Quindi niente gossip: stiamo parlando di politica.

Ecco come i giornali parlano di Gnocca-Gate

Repubblica
Alla Camera incubo Grande Fratello - Tensione per le indiscrezioni sull'uscita delle conversazioni private tra il premier ed alcune esponenti Pdl

ROMA - "Ci sono, ci sono, quelle intercettazioni private. Eccome se ci sono. E dentro c'è di tutto e di più. Tutta roba privata, s'intende. Questa è l'unica cosa certa. Le ha in mano un magistrato. Bisognerà solo capire come verranno fuori. E quando. Presto, temiamo, lo useranno come colpo finale. Fa bene Silvio, non si può che ricorrere al decreto". Margherita Boniver, lunghissima militanza parlamentare socialisforzista a cavallo delle due repubbliche, la sa lunga su tutto ciò che accade in Transatlantico e dintorni. E dell'arietta per nulla tranquilla che soffia da un paio di giorni tra i banchi della maggioranza (e del governo) si fa interprete senza tanti giri di parole. (e se lo dice Margherita "Bonazza" Boniver, che di "camere" ha tanta pratica, ci possiamo credere... NdR).

Giammanco_gabriella_1 Nel palazzo, tra un voto e l'altro, ieri è stato tutto un giro di allusioni, mezze battute, ammiccamenti, "ma tu hai sentito di quella", "ma dai, anche la ministra". E il riferimento non era alle intercettazioni già pubblicate dall'"Espresso" ma a quelle che, come ha paventato da Napoli Berlusconi per giustificare il ricorso all'atto d'urgenza, sono forse prossime a venire. A spizzichi e bocconi i giornali qua e là fanno trapelare. A Montecitorio se ne parla come se qualcuno le avesse lette davvero. Richiamano in causa il premier? Una, due, tre ministre? Berlusconi certo ha fretta, si è visto [...]

Deborah Bergamini che, come racconta prima di entrare in aula, ha "vissuto e subito in prima persona" l'effetto intercettazioni (inchiesta Rai-Mediaset) e "quanto la vita di una persona possa cambiare quando si finisce in quel vortice", avrebbe una proposta. "I giornali si fermino, per una volta. Si convochino gli stati generali dell'informazione e dopo un lungo stop si riparta diversamente". (...interessante, questa fantastica teoria della deborah, minuscolo e con la acca: fermare tutto? e perchè mai? ripartire diversamente? e "come", esattamente? Ci faccia sapere... NdR)

È stata "intercettata", ma solo dai fotografi in aula mentre con una collega rispondeva a un biglietto gentile del premier, la new entry Gabriella Giammanco. "C'è un clima da voyeurismo, come nel mio caso qualcuno chi si diverte a guardare nel buco della serratura. È insopportabile". (...cara onorevola Giammanco, è mai stata sfiorata dall'idea che se si limitasse a fare il suo lavoro, anzichè scambiarsi ammiccanti pizzini col Nano, non avrebbe nulla da temere dai buchi della serratura? Io in casa mia non ho mai tappato i buchi della serratura con lo scotch. Lei, da donna pubblica, dovrebbe avvertire il dovere di allargarlo, il suo buco della serratura, e di accettare il controllo della "pubblica opinione". Si chiama così, sa? NdR) [...]

Il RiformistaGiammano_bigliettini_1

Berlusconi_bigliettini_giammanco Silvio e il suo Harem.... Sono il Santo Graal della Terza Repubblica. Tutti le cercano ma non le trovano.

È il Codice da Silvio, che intriga molto, ma molto di più del blocca-processi e del lodo Alfano, testi aridi e noiosi. Ieri Dagospia ha annunciato che usciranno entro una settimana. E in quel momento, giura, si scatenerà l'Apocalisse. Testuale. Non a caso le redazioni dei quotidiani italiani sono in ansia da giorni e i loro direttori tentano di capire che cosa fare. Qualcuno le tiene chiuse in un cassetto, un altro le vorrebbe ma non ce l'ha, un altro ancora si augura che vengano censurate.

Il più diretto, invece, è stato Vittorio Feltri di Libero: «Il vero guaio di Silvio è la gnocca». Insomma, a tenere banco tra gossip e realtà, parafrasando Ligabue, sono le presunte intercettazioni hard del Cavaliere su ministre, veline e attricette. Ossia i brogliacci telefonici usciti dall'inchiesta di Napoli sul duopolio collusivo Rai-Mediaset, quella su Saccà tanto per intenderci, e classificati come «non penalmente rilevanti». E tutto ciò fornirebbe inoltre una chiave di lettura ben precisa all'annuncio fatto ieri dal premier: «Sulle intercettazioni probabilmente ci sono i termini di necessità e urgenza per procedere con urgenza al decreto legge».

Brambilla_berlusconi Sabato scorso il Riformista ha riferito che la telefonata più piccante riguarderebbe un'ex soubrette poi diventata ministro [...] I nomi sono quelli lì e ieri poi un autorevole testimone de oculo, che sostiene cioè di aver letto qualche brano del prezioso Codice da Silvio, ha confidato a qualcuno che le ministre sarebbero addirittura due. In pratica, in una telefonata a un amico il premier farebbe una comparazione tra le qualità delle due donne. Solo voci? Pura fantasia? Fatto sta che in Transatlantico, ma anche altrove, non si parla d'altro.

Prima scena, ieri a Montecitorio. Fuori nel cortile non si respira per il caldo. Interlocutore maschio: «La telefonata di ... (segue nome e cognome del ministro) è quella più forte. Roba da paura. Uno scandalo. C'è lei che spiegherebbe a un'altra come trattare il premier... (segue descrizione di una pratica già causa in un altro paese occidentale di impeachment)».

Gelmini1 Altro capannello, altra telefonata: «Il Cavaliere teme che esca una conversazione in cui riferirebbe a un altro le sue difficoltà... (segue specificazione del campo in oggetto) e di come li avrebbe risolti grazie a un farmaco sperimentale». Le due voci riportate sono poi indicative dei partiti che si stanno formando sul contenuto delle intercettazioni (sempre se ci sono) e sulle relative interpretazioni.

I partiti sono due. Il primo mette insieme deputati e senatori che concordano soprattutto su un punto: il Cavaliere non avrebbe nulla da perdere con queste telefonate. Anzi. C'è pure chi ripete una frase pronunciata dal premier nei giorni scorsi. Questa: «Io paura? Sono altre a essere tormentate. Io sono tranquillo, non temo nulla. Al massimo verrà fuori che sono il più bravo anche in quello». Capito? Il blocca-processi non sarebbe stato fatto per i dettagli scabrosi in incubazione alla procura di Napoli. Il secondo partito, ovviamente, è convinto del contrario: il Cavaliere teme di perdere la faccia (tesi sostenuta anche da Feltri) per i particolari che verrebbero fuori. Senza contare che poi lo scandalo investirebbe altri pezzi di governo. A quel punto non sarebbe esclusa una crisi.

Brambilla_michela_cesso_new Fantapolitica? Può darsi, ma qualcuno ricorda che cosa successe quando furono rese pubbliche le insinuazioni su un ipotetico flirt tra Gianfranco Fini e un altro ministro. Era qualche anno fa. Su un quotidiano uscì una conversazione intercettata al bar fra tre colonnelli di An e successe il finimondo, compresa un'epurazione ai vertice del partito. Non solo. Terzo capannello a Montecitorio e altro interlocutore maschio: «La vera questione non è il sesso. Uno scandalo del genere comporterebbe la separazione di Berlusconi dalla moglie Veronica. E a quel punto ciò che gli farebbero i giudici civili in una causa di divorzio sarebbe molto pesante. Gli potrebbero portare via anche metà del patrimonio. Altro che i processi penali, qui rischia grosso».

Riassumendo: in queste ore al centro della vita politica del paese ci sono le voci e i sussurri sulla vita privata del premier. L'ennesimo conflitto d'interessi. Battute a parte, sarebbe in atto una vera e propria corsa contro il tempo per bloccare l'Apocalisse annunciata dal sito di Roberto D'Agostino [...]

Brambilla_solforetti_2 Ieri, intervistato da Renato Farina per Libero , il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha detto che stavolta per il premier è scattata «la soluzione finale». Che comprende anche il gossip e le intercettazioni a luci rosse. Di qui la decisione del Cavaliere di dare una stretta alla pubblicazione delle conversazioni sui giornali: decreto legge coi caratteri di urgenza e necessità. Anche perché il ddl varato dal consiglio dei ministri ancora non ha cominciato il suo iter parlamentare. Altro che refuso allora. Quando, infatti, il governo decise di intervenire sulle intercettazioni ci fu il giallo del decreto legge: a Palazzo Chigi il ddl divenne dl e il Quirinale si pronunciò duramente contro un'ipotesi del genere. Il Cavaliere si difese dicendo che era tutta colpa di un refuso e non c'era dolo.

Adesso che invece è partito il conto alla rovescia sulle trascrizioni provenienti da Napoli, è rispuntato fuori il dl. E stavolta non si tratta di un refuso. Stando alle indiscrezioni, allora, ciò che avrebbe preoccupato dall'inizio il premier era soprattutto Napoli, non Milano con il processo Mills. La risoluzione dell'enigma sarebbe contenuta in quelle pagine. Forse verranno fuori, forse no. In ogni caso la guerra tra il Caimano e le toghe non è destinata a fermarsi. Dice un berlusconiano autorevole. «I magistrati hanno cercato di colpire il bersaglio in tutti i modi. E visto che non ci sono riusciti adesso sono pronti a far uscire l'ira di Dio sul premier». La «soluzione finale» come profetizzato da Cossiga, che in casi come questi ci prende sempre.

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