domenica 31 agosto 2008

Milan 1 - Bologna 2: DIO ESISTE!!!

...CI SONO COSE CHE NON SI POSSONO COMPRARE! Per esempio, la faccia di Berlusconi. Per tutto il resto, c'è MasterCard...

Mastercard Imperdibile: il Milan stellare dei Pato, Kaka, Emerson, Ronaldino, Sheva, Seedorf, e quant'altri, che costa venti fantastiliardi, e dal quale si potrebbero costruire non meno di tre nazionali, perde in casa, all'esordio, contro il neopromosso Bologna, fatto tutto da operai del pallone i cui cognomi finiscono tutti in "ini"... Una squadra che ti compri tutta col solo prezzo di Ronaldino.

Ecco cosa aveva detto alla vigilia, il tecnico del Bologna: .
"Il debutto di Ronaldinho nel Milan? Bene: partecipiamo alla festa. Per rovinarla? Magari". Così Daniele Arrigoni, tecnico di un Bologna che vuole rientrare dalla porta principale in serie A facendo subito lo sgambetto al Milan. "Bologna non ancora al massimo - dice l'allenatore -, ma lo sono poche squadre in questo momento. Però questo stadio e questo avversario ci portano tantissimi stimoli. Sono abbastanza tranquillo, anche se chiaramente più ci si avvicina alla partita e più la tensione si sente. Qualche ragazzo, tra l'altro, è anche all'esordio in Serie A"...

giovedì 28 agosto 2008

FASCISMO E FASCIONANISMO - a cura di Charly Brown

 

Charly La logica che si connette con i regimi autoritari, sia di destra che di sinistra, s’identifica in primo luogo nella facoltà del potere emergente di eliminare l’opposizione. Questo può avvenire in maniera cruenta od incruenta, ma è sempre il primo passo verso un regime liberato da ogni ostacolo dialettico, che ne rallenti o affossi la facoltà decisionale. Il Parlamento diventa un fantoccio nelle mani del despota, un fantasma formale, così come lo fu il Senato nella Roma imperiale.

Ovviamente, in assoluto, il primo passo da compiere per il potere dispotico è quello di ottenere il consenso maggioritario del popolo. Quello di mettere la museruola all’opposizione rappresenta un ostacolo indispensabile da superare, ma implica cautela ed una progressiva escalation che non turbi radicalmente la sensibilità dei sostenitori.

Mussolini si permise il lusso di addossarsi la responsabilità del delitto Matteotti, quando ormai fu certo di aver messo fuori gioco l’opposizione e poter contare sulla pavida sottomissione del popolo e della mancanza di qualunque straccio d’opposizione mediatica.

Chi oggi sente sulla pelle le avvisaglie di una situazione analoga all’avvento del fascismo, non si distanzia di molto dalla verità: l’unica differenza che s’interpone in questa nuova forma di regime – quella che io definisco fascionanismo – che non è certamente da sottovalutare, consiste nell’aver sostituito la violenza fisica, con una forma subdola di violenza psicologica. Il possesso di un capitale privato di circa 25 miliardi, tra beni al sole e beni all’ombra, e la libera, sfrenata gestione di cinque canali televisivi, più diversi quotidiani e periodici, rendono superfluo l’uso dei manganelli e dell’olio di ricino, al posto dei quali sopravvengono lavaggi del cervello e vaselina. Il denaro, come arma d’aggressione, ha oggi molto più efficacia di otto milioni di baionette, con cui al massimo ci si potrebbero affettare otto milioni di salamelle.

L’impressione che turba maggiormente in questi giorni della martoriata storia di questo Paese, è proprio quella di un progressivo, subdolo ed inesorabile attacco alle uniche voci libere che ancora annoverava l’Italia. All’osservatore attento non sarà certamente sfuggito il progressivo annacquamento dell’opposizione di Repubblica, che a prescindere dagli editoriali di Scalfari e pochi altri, assume i toni sempre più vaghi di un’informazione asettica. Oppure  del poco chiaro cambio della guardia all’Unità. Ci si domanda: ma l’opposizione che fa? A parte le fatue promesse di una dimostrazione autunnale, fino ad oggi ha dimostrato un’epa disposta a digerire qualunque nefandezza. Certo, l’Aventino non paga le trasferte, meglio stare in Parlamento e stare zitti. Al massimo cacciare qualche rutto ben retribuito. Insomma è la festa del vitello d’oro. O con loro o contro di loro.

Il fascionanismo è una nube, arrivata come innocuo cirro dall’orizzonte, che oggi scatena tuoni e fulmini sul nostro Paese. Ma come tutte le nubi, questa si dissolverà senza vittime, solo con disastrosi danni materiali e morali, che il tempo galantuomo risanerà.

Spesso dico ai miei figli, quando si lamentano delle conseguenze delle loro scelte sbagliate: “che ti serva di lezione”. E’ ciò che vorrei ripetere a quei piccoli imprenditori ed artigiani, spina dorsale dell’economia italiana, la grande maggioranza di coloro che hanno osannato l’avvento di questo regime, sono quelli che subiranno i sacrifici maggiori per la loro non oculata, stolida scelta. (Charly Brown)

lunedì 25 agosto 2008

Per gli ambulanti, niente lodo Alfano

TERMOLI - Un giovane ambulante extracomunitario aggredito, tenuto per il collo e trascinato sull'asfalto, lungo il corso della città. Da tre vigili urbani. (Repubblica.it)

Ambulanteaggredito_2E' accaduto a Termoli, all'altezza del corso Nazionale, sabato scorso, verso sera. Testimoni dell'accaduto diversi cittadini che non solo hanno fotografato la scena con i telefonini, ma sono intervenuti in soccorso del giovane straniero, affrontando le forze dell'ordine.

La polizia municipale aveva fermato l'ambulante in quanto sprovvisto di licenza di vendita. Pare che l'extracomunitario, a quel punto, abbia opposto resistenza aggrappandosi alla merce che i vigili volevano sequestrare. Poi, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato strattonato a terra e trascinato in mezzo alla strada fino all'auto dei vigili.

"Volevano caricarlo nel portabagagli" raccontano alcuni testimoni al sito internet Primonumero.it che per primo ha pubblicato le foto dei lettori indignati per l'accaduto.

"Ho assistito a una deplorevole scena di crudeltà gratuita - commenta un testimone - i vigili urbani hanno trascinato e strattonato un ragazzo di colore perché non era in possesso della licenza. Alcuni miei amici hanno scattato delle foto con il cellulare. I vigili urbani è inutile che cerchino giustificazioni poiché non è vero - come affermano - che l'ambulante ha avuto una reazione eccessiva e che li ha autorizzati ad usare violenza nei suoi confronti. Ero presente ai fatti e ho ancora nelle orecchie la voce e il pianto dell'extracomunitario che supplicava".

Il responsabile della polizia municipale Rocco Giacintucci, replica: "Non so nulla, ero in ferie. Sto apprendendo ora quanto è successo. Una cosa però è certa: se i vigili hanno agito in quel modo è perché evidentemente c'è stata una reazione spropositata del giovane. Le regole in qualche modo le dobbiamo fare rispettare. Capisco che certe scene possono apparire più o meno cruente, ma dipende dalla reazione del soggetto".

"Davvero il pericolo più grave e il rischio più grande per l'ordine pubblico per la mia città, sono i venditori abusivi?" si chiede Marcella Stampo, della cooperativa Baobab "e quand'anche fosse così, non c'è altro modo per arginare il pericolo che picchiare e portare via una persona come fosse una cosa vecchia o una carcassa di animale, chiuso in un portabagagli? Mi rallegra solo pensare che le persone presenti abbiano avvertito la stupida cattiveria dell'accaduto e abbiano protestato".

...no... questo non è più il mio paese... questo è il paese delle ercoline milanesi viendalmonte, dei poliziotti della diaz, degli alenani, dei larussa, dei marroni... credo proprio che sa giunto il momento di pensare, davvero, in termini non più solo dialettici, ma operativi, a come far tornare questo paese alla democrazia...

Esistono forme di "legale illegalità", che consentono di mettere in ginocchio una città, NEL PIENO RISPETTO DELLE LEGGI. Lungi da noi l'idea di fomentare comportamenti illegali. Un esempio? Sulla superstrada Milano-Lecco (tre corsie più corsie di emergenza), strada percorribile con tutta tranquillità a velocità autostradali, esiste il limite di 90 Km/h, che nessuno rispetta, onde evitare colpi di sonno e formazione di code lunghe 20 chilometri. Ma nei pressi di Vimercate, dove la superstrada sfiora ricche residenze (costruite DOPO la superstrada, NdR), i bravi patani hanno chiesto ed ottenuto di mettere, per alcuni chilometri, il limite di 60 km/h, nel vano tentativo di ridurre il rumore di fondo. Un limite che, se rispettato, mi sottoporrebbe al serio rischio di essere tamponato da un TIR. Ebbene, se un gruppo di "nuovi resistenti" aggregati ed organizzati in rete decidesse di fare una passeggiata da Milano a Lecco alle 18, o da Lecco a Milano alle 8, RISPETTANDO RIGOROSAMENTE TUTTI I LIMITI DI VELOCITA', si creerebbe, nel pieno rispetto della legalità, il più grande ingorgo che la storia della Lombardia ricordi.

Una rete piramidale di contatti Internet (ognuno che si metta in rubrica 50 nomi, ognuno dei quali provi a fare altrettanto, e così via: insomma, una rete di collegamento in stile "catena di Sant'Antonio...). Niente di illegale. Il giorno in cui un gruppo di amici dovesse decidere di fare questa passeggiata, o di presentarsi in qualche centinaio alla biglietteria della Stazione Centrale di Milano per comprare, AGLI SPORTELLI, un biglietto da Milano Centrale a Milano Lambrate (tre chilometri), un nodo stradale, o un nodo ferroviario, sarebbero "temporaneamente morti". Nel pieno rispetto della legalità. Niente blocchi strradali, niente barricate. Solo rispetto delle regole.

Lo so che il mio amico maresciallo sta leggendo queste note. Ho infilato di proposito non meno di dieci parole chiave per risvegliare la sua attenzione. Però vede, maresciallo: se noi riuscissimo a costituire questa rete di contatti, perfettamente legale, e prendessimo le decisioni di "gite sociali" a Lecco in auto, o a Lambrate in treno, con un paio d'ore di preavviso, voi non potreste farci niente. E sa perchè? Perchè due ore non bastano alla vostra burocrazia interna per prendere delle decisioni ed attuarle. Perchè avete bisogno di giorni per chiedere, e forse ottenere, i buoni-benzina. Perchè la rete è veloce e voi siete lenti. Perchè potreste solo assistere, rabbiosi e impotenti, ad un "reato legale". Cinquanta auto che viaggiano rispettosamente a 60 km/h in superstrada non sono reato. Però costringono altre 20.000 auto a rispettare il codice stradale. Dovreste, just in case, darci un ambrogino, magari di latta, per il nostro senso civico.

domenica 24 agosto 2008

Motti fascisti e minchiate famose

Stimolato dall’arrivo sul blog della Ercolessa (post-fascista un poco fessa), e dal mio istintivo masochismo, ho voluto ripescare le peggiori minchiate del fascismo, raggruppandole per categorie logiche..

L’ARDITISMO

Ardisco ad ogni impresa

Beffo la morte e ghigno

Boia chi molla

Chi osa vince

Chi si ferma è perduto

Chi non è pronto a morire per la sua fede non è degno di professarla

Eja, Eja, Eja, Alalà!

Marciare non marcire

Meglio vivere un giorno da leone, che cento anni da pecora

Me ne frego

Noi tireremo dritto.

O con noi o contro di noi

Spezzeremo le reni

Sposi della vita, amanti della morte

Anche se tutti, noi no!

Ardisco ad ogni impresa

L'Ardito della "Muti" serve, combatte e muore per l'Italia, per il Duce, per il Fascismo.

L'Italia fascista può se necessario portare oltre il suo tricolore, abbassarlo mai

Non basta essere bravi bisogna essere i migliori

Nessuno ha potuto fermarci...nessuno ci fermerà!

Una maschia gioventù con romana volontà combatterà

Il credo del borghese è l'egoismo, il credo del fascista è l'eroismo

.L’INDIPENDENZA DI GIUDIZIO

Credere, obbedire, combattere

Dux mea lux

Il Duce ha sempre ragione.

Mussolini ha sempre ragione

LE CAPACITA’ PREVISIONALI

Le radici profonde non gelano mai

Non siamo gli ultimi di ieri ma i primi del domani

Ringrazia ogni giorno devotamente Dio perché ti ha fatto italiano

Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato

Con le nostre macchine, come, soprattutto, col nostro popolo e con la nostra fede, andremo sicuramente verso la vittoria.

 

Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque e con le sue armi

Tutte le mete saranno raggiunte

IL “MINCHIATISMO” SUBLIMATO

Duce a noi

Fascismo è libertà

È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. Il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori.

Italia agli italiani

La Patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina

Libro e moschetto, Fascista perfetto

Non basta essere bravi, bisogna essere i migliori

Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi

La cinematografia è l'arma migliore (?)

Oggi non ci sono più italiani di ponente o di levante, del continente o delle isole: ci sono soltanto degli italiani

Ci sono cretini Small, Medium, ed anche XXL.

Mariastella_gelmini ...i cretini non sono tutti, necesariamente, della stessa dimensione: ci sono Small, Medium, ed anche XXL...

"Nel Sud alcune scuole abbassano la qualità della scuola italiana. In Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata organizzeremo corsi intensivi per gli insegnanti" (Mariastella Gelmini, Ministronza per caso)

Franco Modigliani, Premio Nobel per l'Economia: Vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 1985. Nacque a Roma da una famiglia di origine ebraica. Lasciò la capitale italiana nel 1939 a causa delle leggi razziali fasciste.

Enrico Fermi, Premio Nobel per la Fisica: (Roma, 29 settembre 1901 – Chicago, 29 novembre 1954) è stato un fisico italiano naturalizzato statunitense del XX secolo, tra i più noti al mondo, principalmente per i suoi studi teorici e sperimentali nell'ambito della meccanica quantistica.

Emilio Segré, Premio Nobel per la Fisica: (Tivoli, 1º febbraio 1905 – Lafayette, 22 aprile 1989) Studiò fisica all'Università degli studi di Roma "La Sapienza", dove fu allievo di Enrico Fermi, e dove ottenne una cattedra nel 1928; in seguito divenne direttore dell'Istituto di fisica dell'Università di Palermo (1936). Nel 1938, in seguito alla proclamazione delle leggi razziali in Italia, emigrò negli Stati Uniti e collaborò con il gruppo di fisici nucleari di Berkeley. Lavorò poi a Los Alamos e nel 1946 tornò all'università di California. Nel 1937, a Palermo, scoprì il tecnezio, poi, a Berkeley, l'astato, e collaborò alla produzione del plutonio. Nel 1955, servendosi del betatrone di Berkeley, riuscì a produrre l'antiprotone, in collaborazione con Owen Chamberlain. Assieme a quest'ultimo ricevette il Premio Nobel per la fisica nel 1959. Nel 1974 venne chiamato a ricoprire la cattedra di fisica nucleare all'università di Roma.

Maria Grazia Deledda, Premio Nobel per la Letteratura: (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata una scrittrice italiana, originaria della Sardegna e vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926.

Luigi Pirandello, Premio Nobel per la Letteratura: Pirandello nacque nel 1867 a Càvusu, luogo che al momento della sua nascita aveva cambiato la sua denominazione originaria in "Caos",[1] (località attualmente parte del comune di Porto Empedocle, che a quel tempo apparteneva per metà al primo e per metà al comune di Girgenti, oggi Agrigento)...

Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura: (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968) è stato un poeta italiano la cui poetica muove dall'ermetismo, premio Nobel alla letteratura 1959...

Renato Dulbecco, Premio Nobel per la Fisiologia: nasce a Catanzaro nel 1914...

Mariastella Gelmini, berlusconide: fondatrice, a 21 anni, del primo Club di Forza Italia a Desenzano. Arcorizzata della prima ora. Ciellina. Sfuggono ulteriori titoli di merito non legati al Berlusconismo.

La MiniStronza/2: Il "mirettifico"

ROMA - "Non ho mai detto che gli insegnanti del Sud abbassano la qualità della scuola italiana. Chi riporta il mio pensiero in questo modo è in grave malafede e vuole creare una polemica che chi conosce il mio pensiero sa che non ha fondamento". Mariastella Gelmini fa marcia indietro il giorno dopo aver parlato di "corsi speciali per gli insegnanti del Mezzogiorno".

Il ministro dell'Istruzione torna sul dibattito pubblico di ieri a Cortina d'Ampezzo e si corregge: "Ho sempre ritenuto che esistono bravi professori sia al Nord che al Sud, ma il Sud ha oggi un deficit strutturale e di progettualità che non è certo imputabile al corpo docente". E insiste: "Mi sono limitata a segnalare che la scuola nelle regioni meridionali è colpita da una grave crisi. Sfido chiunque a sostenere il contrario".

Secondo la Gelmini "non si può far finta di nulla, non si può non porre il problema quando tutte le classifiche nazionali e internazionali (Ocse Pisa) segnalano questa grave arretratezza". La priorità adesso, continua il ministro, è "colmare il gap esistente tra scuole del Nord e scuole del Sud con più formazione e aiuti sia per i docenti che per gli studenti".
(24 agosto 2008)

...ah peri patetica!!! (staccato)...

sabato 23 agosto 2008

Frattini e autgoreggenti Brambilla: 'O Grande Amor?

Questo l'articolo apparso su Vanity Fair, segnalato da Angelo:

CATTIVI PENSIERI, di Balthazar

BrambillatotalMetà del Parlamento s’interroga, fingendosi disinteressato alla risposta, se sia vera o no la favola d’amore sbocciata tra Michela Brambilla, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e Franco Frattini, ministro degli Esteri: “La coppia più bella del mondo”, secondo l’informatissimo Lino Jannuzzi.

Un’autentica passione che giustificherebbe – ad avviso di molti parlamentari, incrollabilmente saldi nelle loro convinzioni viriliste – l’assenza del ministro dall’importantissimo vertice europeo sull’emergenza in Georgia. Addirittura.

Altri avanzano altre ipotesi: per esempio De Giovannangeli su l'Unità: "...Silvio non voleva scegliere fra Bush e Putin - Così Frattini è restato in esilio alle Maldive [...] Silvio ha nel cuore sia Bush che Putin. Mantenere una posizione di “attesa” significava anche non scontentare nessuno». E c’è chi mette in risalto l’opera di ricucitura di uno «scalpitante» ministro degli Esteri: fosse stato per lui, riflettono fonti bene informate, il «buen ritiro» delle Maldive si sarebbe concluso alle prime cannonate sparate dai carri armati russi penetrati in Georgia.

Troppo evidente era il contrasto tra la cancelliera Merkel impegnata in un vortice d’incontri nell’assediata Tbilisi e il volto abbronzato e soddisfatto di Berlusconi che assiste compiaciuto al trionfo calcistico del suo Milan contro gli storici rivali juventini... Questione d’immagine [...]

FrattiniincantatoMa il Cavaliere ha preferito assumere un atteggiamento «attendista», limitando la sia iniziativa diplomatica, e quella del titolare della Farnesina, alle telefonate. Profilo basso. Ammantato da una (pur ragionevole) esigenza di coniugare fermezza ed equilibrio: è il Berlusconi style in questo arroventato agosto caucasico. Solo che quel profilo defilato non poteva reggere ancora a lungo di fronte all’attivismo francese e a quello tedesco.

Altro che "attendismo diplomatico"! Frattini è Frattini. Io lo ricordo con disgusto quando, ad attendere la conferma della morte di Enzo Baldoni, anzichè installarsi nella sala operativa della Farnesina (era ministro degli Esteri anche allora...), si installò nelle più comode e mediatiche poltrone di "Porta a Porta".

La morte di Baldoni fu comunicata a questa sottospecie di ministro per telefono, nella "terza Camera" (quella di Bruno Vespa), ed taciuta da questo tizio, con la perenne aria da professorino col ditino alzato a rimbrottare gli altri, fino alla fine del rito mediatico presso l'unico insetto che anzichè pungere, lecca.

venerdì 22 agosto 2008

Concita De Gregorio nuovo Direttore del'Unità

Concitadegregorio

Concita De Gregorio, della cui penna al cianuro sono sempre stato grande ammiratore, è il nuovo Direttore dell'Unità. Sostituirà Padellaro, a partire dal 25 Agosto..

Non so se e cosa ci sia dietro questo cambio, ma istintivamente ne sono felice. Qualche tempo fa avevo postato un articolo della De Gregorio dedicato ai circoli inesistenti di Vittoria Michela Autoreggenti Brambilla. Per chi volesse leggerlo, questo è il link:

          [ARTICOLO DI DE GREGORIO SU MICHELA AUTOREGGENTI]

...c'era un laboratorio gestito da cinesi... (ma all'insaputa dell'assessore patano) ?!?...
(di Massimo Franchi - l'Unità)

Capannone_leghista Predicano bene, ma razzolano molto male. I leghisti urlano contro l'immigrazione clandestina e nel frattempo sfruttano gli stessi immigrati per arricchirsi.

Faceva così anche Roberto Zanetti, assessore della Lega alle Attività produttive e presidente degli artigiani di Cartigliano, comune in provincia di Vicenza. Nel capannone di sua proprietà la Guardia di Finanza di Bassano del Grappa ha scoperto un laboratorio di confezionamento di abbigliamento con nove cinesi costretti a lavorare in condizioni pietose.

L'assessore adesso cerca di difendersi dicendosi sconcertato. «Questa storia mi toglie 10 anni di vita, io non ne sapevo niente».

Dopo aver effettuato una serie di controlli nei giorni precedenti, i finanzieri della Compagnia di Bassano sono entrati in azione all'una di notte di mercoledì. Nell'immobile c'erano 9 asiatici. A finire in manette sono state la donna cinese che gestiva il laboratorio, immigrata regolarmente in Italia, e due operai sui quali pendeva già un provvedimento di espulsione, arrestati per violazione della legge (pensa un po') Bossi-Fini. Tre erano regolari, altri tre non avevano documenti.

Gli operai lavoravano giorno e notte in mezzo a puzza e rumore. Ma nel capannone erano completamente segregati dormendo in due stanzette nascoste dietro un armadio con un solo e lurido wc. Gli otto vivevano come schiavi: lavoravano tutta la notte, non uscivano mai. La "direttrice", almeno, aveva una camera tutta per sè.Pontida

«Quando siamo arrivati hanno iniziato a correre e a gridare, ma la cosa che ci ha colpito di più - spiega il capitano Danilo Toma della compagnia di Bassano del Grappa - è stato il doppio fondo che abbiamo trovato su un muro. Da una botola si accedeva alle stanze, di cui una piccolissima, pochi metri quadri con i letti ammassati e un puzzo incredibile».

Per quanto riguarda la posizione dell'assessore, il capitano spiega: «Come il fratello, al momento non è indagato, anche perché il contratto di affitto era regolare». Difficile però credere che la famiglia Zanetti non fosse al corrente di cosa stesse accadendo nel capannone. «La casa dei Zanetti dista poche centinaia di metri», osserva il capitano. In più, non è la prima volta che nel profondo Nord est leghista vengono scoperti laboratori clandestini: «Di casi simili anche in zona ne abbiamo scoperti parecchi», ricorda il capitano.

Zanetti da parte sua cerca di difendesi. «La cinese titolare - spiega Roberto Zanetti - era venuta da noi la scorsa primavera; era stata costretta ad abbandonare la precedente sede, ne cercava un'altra e aveva saputo del nostro capannone. Era iscritta alla Camera di Commercio e, a quanto ci constava, i suoi dipendenti erano a posto con il permesso di soggiorno. Insomma, sembrava tutto in regola e abbiamo perfezionato la locazione, alla luce del sole».

Peccato che "alla luce del sole" però non lavorassero i cinesi. E Zanetti ne era al corrente. «Parevano invisibili - continua l'assessore vicentino - lavoravano di notte, come formiche, non disturbavano. Cosa combinassero là dentro, non lo sapevamo: avevano messo subito le tende alle finestre e non aprivano a nessuno. Consideravamo l'affitto che ci pagavano una sorta di compensazione: in fondo, è proprio per colpa della Cina che abbiamo cessato la nostra attività originaria».

È rimasto «sorpreso e sconcertato» anche il sindaco leghista di Cartigliano, Germano Racchella, nell'apprendere che il capannone dove è stato scoperto un laboratorio cinese clandestino è di proprietà di un suo assessore. «Una bella mazzata - commenta il primo cittadino - Sono sorpreso più come leghista che come sindaco», dice orgogliosamente. Racchella non ha ancora sentito il suo assessore e collega di partito Roberto Zanetti e non lo farà prima di sera. «Ho convocato una riunione - spiega il sindaco - vedremo cosa uscirà dall'incontro»

Impalpabili amici segaioli, proviamo a riassumere?

-1) L'assessore seghista affitta il capannone, ma non sa bene a chi e per cosa. Lui considera l'affitto come un "risarcimento". Danni di guerra.

-2) Nel suo capannone (nel SUO) c'è una intercapedine, un alloggetto, ma il seghista non sa come si trovi li, chi l'abbia costruito, perchè... Mi ricorda il Maroni che, preso a fischi dai suoi, nel '94, per aver fcontrofirmato il "decreto salvaladri" di Alfredo Biondi, ha affermato senza arrossire: "...l'ho firmato, ma non lo avevo letto..."

-3) Nel decreto "sicurezza" non c'era mica scritto che chi affitta qualcosa a clandestini deve essere prima arrestato, poi condannato al'ergastolo, e subito dopo impiccato in carcere? perchè non iniziamo da questo stronzo di sfruttatore seghista? Punirne uno, per educarne mille!

Perchè una cosa è chiara: o questo stronzo è un delinquente, ed allora deve finire in galera; o deve essere interdetto da qualsiasi attività economica per gravi carenze mentali.

mercoledì 20 agosto 2008

Who's Who: il "Chi è" della blogosfera

Il commento di Zdenek sull'articolessa della "Ercolina"  Milanesi ha stimolato la mia curiosità, e sono "andato a vedere"…

.

MilanesiercolinaDunque, sul suo sito, la Ercolina parte con un avviso perentorio: "E' ASSOLUTAMENTE VIETATO RIPRODURRE, ANCHE PARZIALMENTE, SCRITTI DELLA ERCOLINA, SENZA CITARE LA FONTE".

 

...per carità, Ercolina... non sia mai detto che le rubiamo la proprietà letteraria dei suoi preziosi scritti... Anche se, a dire il vero, noi del Tafanus autorizziamo sempre, esplicitamente, tutta la blogosfera ad utilizzare ciò che credono del Tafanus, anche senza "citare la fonte", e cioè il sottoscritto. Siamo infatti più interessanti alla diffusione delle eventuali idee contenute nel blog, che non alla diffusione del nostro "santino". Eccola quindi accontentata: tutto ciò che scriviamo in nero (of course!) è frutto del genio e della cultura di Ercolina Milanesi. Quanto invece è riportato in marron (colore della cacca) è frutto della maldicenza e della cattiveria del Tafanus. Dunque, il sito della nostra ercolina è il seguente:

 

http://www.ercolinamilanesi.com/

 

e la sua biografia è reperibile al link seguente:

 

http://www.ercolinamilanesi.com/chisono/chisono.html

 

Dopo il logo del blog (che è una bella fiammetta tricolore semovente), ecco come la Ercolina parla di se stessa:Milanesiercolina2

 

"...sono giornalista, collaboratrice e free-lance su diversi quotidiani nazionali, ed i particolare per "Il Popolo d'Italia", "La Prealpina di Varese", "Rinascita", "Libero", "Il Giornale d'Italia" di Roma, "Il Secolo XIX" , "La Voce di Parma" e altri, comprese riviste culturali, fra le quali "L'Altra Voce..."

 

...azz... tutta robbba di livello... insomma, la "qultura" con la Q maiuscola. E, soprattutto, tutta robbba non schierata...

 

"...da sempre milito nell'area politica di destra, prima nel Movimento Sociale Italiano, poi in Alleanza Nazionale ed ora mi ritengo apartitica..."

 

...così la Ercolina ci avverte subito, correttamente, della sua totale, programmatica mancanza di potenziale obiettività: lei scrive "con la mano destra". Così siamo avvertiti, ed evitiamo di aspettarci la benchè minima, accidentale caduta distratta nel peccato di imparzialità... Poi continua:

 

"...amo molto studiare e le mie materie preferite sono la politica estera (diverse volte sono stata inviata per reportage), la politica interna, la storia, la teologia e la filosofia..."

 

La Storia (quella che dovrebbe essere maestra di Vita, di Politica e di Giornalismo), non deve occupare una parte predominante, nel mix. Solo la sua connaturata modestia le impedisce di parlarci delle sue esperienze nel campo della bioetica, delle scienze esoteriche e della filatelia

 

"...non più giovane, adoro scrivere e sono sempre in prima linea con le mie osservazioni ed i miei articoli. Non per nulla sono definita "la reazionaria"..."

 

Caspita, Ercolina… finalmente qualcosa che ci accomuna: anch’io spesso sono in prima linea con le mie osservazioni, e spesso mi trovo d’accordo con me stesso. Non per niente non sono definito “il reazionario”.

 

Non più giovane??? strano... guardando la foto che esibisce sul suo sito, sembra una bellagnocca giovane virgulto. Massimo trent'anni. Però, leggendo le sue note autobiografiche con la dovuta attenzione, scopriamo che nel 1944 aveva 14 anni. Un complesso calcolo, ed arriviamo alla conclusione che ha 78 anni. Niente di male: neanche chi vi parla ha trent'anni. Ma perchè cazzo a destra c'è questa mania di vergognarsi degli anni che passano, e che segnano i volti? Scuola Berlusconi? Ma ecco cosa scrive di se questa ex bellagnocca, costretta (dai partigiani, non dal fascismo), ad una vitaccia d’inferno:Castello_balduiino

 

"...la mia mente torna al lontano 1944, quando in Italia vigeva il caos (VIGEVA??? Ercolina, vabbè l'età... ma il caos non VIGE. Il caos c'è o non c'è). Sfollati a Montalto  Pavese, ove avevamo  una bella villa. Un giorno, mamma e Angelo, mio  fratello, vanno a Casteggio, con il calesse. Ed  io a giocare a tennis dai conti Balduino nel loro castello. Al ritorno a casa una amara sorpresa: la nostra domestica mi avvisa che sono arrivati i partigiani per prendere la mamma. Papà è lontano nelle Petrolifere di Fornovo Taro, essendo  dirigente. I mezzadri  mi  consigliano  di  scappare per paura che i partigiani possano rivalersi su di me. Ho 14 anni, però incosciente, prendo la bicicletta e corro incontro ai miei cari per avvisarli, e ci riesco. Però  torno a casa e trovo tutte le  finestre e le porte aperte e la casa spoglia di tutto..."

 

No, proprio Ercolina Bellagnocca, per quanti sforzi faccia, non riesce a dipingere a tinte fosche la terribile vita da sfollata alla quale era stata costretta dai banditi della resistenza. Pur essendo il tutto contrastante col quadro del disordine che VIGEVA, la Ercolina non resiste alla tentazione di dirci chi ella-essa-it sia. E così, in meno di dieci righe, riesce a fare l’affresco: nel caos VIGENTE, la bellagnocca, padre Dirigente, madre non si sa, bellavilla, mezzadri, domestica, tennis (mica al Centro Coni di Viale Mecenate… no, nel Castello dei Conti Balduino). Vi risparmio il resto. Non so se turbata dalla logica, o dalla sintassi della ercolina, la piattaforma Typepad si è rifiutata di proseguire. Però trovate tutto sui links di bellagnocca indicati prima. Per chi ha stomaco.

 

Insomma, una vita d'inferno. Quasi come quella di quei disgraziati che Benito aveva mandato in Russia con le scarpe di cartone. E’ proprio vero: questi banditi di partigiani devono aver prodotto nella psiche di questa giovane donna guasti devastanti ed irreparabili.

La fantastica immagine dell'talia nel mondo

Prima l'Independent, che dedica un fantastico articolo, per fortuna semiserio, all'estate d'oro dei sindaci-sceriffi, e dei loro fantastici, idiotissimi divieti (della serie "famoli strani"); adesso l'Observer, purtroppo su una storia molto più seria, sintomatica delle pulsioni razziste di un paese ormai classificabile a pieno titolo come "fascista dentro"

L'«Observer» dedica un articolo alla politica italiana sui rom. Partendo da una vicenda che ha scosso il mondo

«Perché gli italiani ci odiano?». Se lo chiede Miriana Djeordsevic, madre 30enne di Cristina e Violetta, le due ragazzine rom di 15 e 13 anni morte a luglio a Torregaveta, sul litorale flegreo. L'interrogativo dà titolo a un articolo pubblicato sull'Observer, domenicale del quotidiano inglese The Guardian, a firma di Dan McDougall. Un mese dopo la tragedia ci si chiede perché un fatto che ha scandalizzato il mondo - per la terribile indifferenza con cui i bagnanti hanno "convissuto" per ben tre ore con i corpi delle due vittime sul bagnasciuga - sia passato quasi sotto silenzio in Italia. Un Paese - scrive il settimanale - che ha "dichiarato guerra" ai rom con il provvedimento delle impronte digitali.

Corpibimberom_2CENSIMENTO - Il giornalista è andato nel campo di Secondigliano, dove le due ragazzine vivevano con la madre (che ha altri tre figli). Ha parlato con la donna, ha cercato di capire come i rom vivono la politica del governo Berlusconi (definita «populista»), il cui obiettivo sbandierato è censire i piccoli nomadi per far sì che tutti abbiano un'istruzione. «A Cristina e Violetta sono state prese le impronte poco prima della tragedia - racconta Miriana, scappata dal confine serbo-bosniaco. Violetta piangeva e Cristina era arrabbiata, aveva capito tutto: era cosciente del fatto che ci stavano trattando come animali».

FASCISMO - Il settimanale inglese impietosamente mette in risalto le contraddizioni di una realtà, come quella di Secondigliano, che rappresenta il "granaio" della camorra per quanto riguarda lo spaccio di droga. «Un terzo dei bambini napoletani non va a scuola - spiega Francesca Saudino, della onlus OsservAzione che lotta contro la discriminazione di rom e sinti - e molti di loro, soprattutto i figli di immigrati russi, odiano l'Italia e gli italiani. Ma nessuno prende loro le impronte». Una forma di "selezione" che ha già fatto gridare al rischio fascismo (pochi giorni fa da parte del settimanale Famiglia Cristiana).

DICHIARAZIONI - L'Observer analizza la maggioranza di governo, con Umberto Bossi che guida «un piccolo partito di ex fascisti», Roberto Calderoli «ricordato per la sua apparizione in tv con una maglietta con su una caricatura del profeta Maometto», Giuliano Ferrara che insiste sul fatto che «non esiste una persecuzione etnica in Italia» e il ministro dell'Interno Roberto Maroni che - di fronte al rogo in un campo nomadi di Napoli dopo la denuncia del tentativo di rapimento di una bambina da parte di una donna rom - afferma: «È quello che succede quando i rom rubano i bambini». Pochi giorni fa il ministro degli Esteri Franco Frattini ha risposto alle accuse di razzismo che arrivavano dalla Bbc proprio in merito alla vicenda di Torregaveta.

«COME CANI» - Si stima che l'84% dei rom in Europa viva sotto la soglia di povertà - ricorda l'Observer - dopo le varie persecuzioni che si sono succedute nei secoli, fino a quella di stampo nazista. Poi ci sono state le guerre dei Balcani. «Ho chiesto a un prete cattolico perché gli italiani ci odiano e non ha saputo darmi una risposta. Ha detto che anche i rom sono figli di Dio e gli ho replicato che la realtà sembra molto diversa» conclude Miriana Djeordsevic. «Il vero crimine comunque è ciò che è successo intorno alle mie figlie morte, trattate come cani morti annegati nel Mediterraneo».
(Laura Cuppini - Corsera)

                    GODETEVI LA FIGURA DI MERDA DI FRATTINI CON LA BBC

Queste immagini fanno star male. Vedere questa coppia di borghesucci piccoli piccoli, armati di kit da spiaggia (borsa-frigo inclusa) che continuano imperterriti la loro giornata di mare, a cinque metri dai cadaveri di due bambine che arrostiscono al sole, senza neanche avvertire l'esigenza (non per rispetto verso le bambine - per carità! - ma per il loro stesso "confort") di spostarsi di cento metri, dicono più di un trattato di sociologia circa il degrado morale che 14 anni di berlusconismo hanno regalato a questo disgraziato paese.

martedì 19 agosto 2008

Ferroviere denuncia le penose condizioni dei treni di Trenitalia. Licenziato

Scontro Cipolletta-sindacati sul ferroviere licenziato - Il presidente Fs: «Ha infamato l'azienda». Il ferroviere licenziato: «Ora c'è un clima di paura»

Cipolletta MILANO — La prima comunicazione Dante De Angelis l'ha ricevuta a voce, da un dirigente di poche parole. E solo ieri ha ritirato la lettera con cui le Fs gli danno il benservito. Giaceva da qualche giorno nell'ufficio notifiche del Comune di Velletri ma lui non ne ha saputo nulla fino allo scorso Ferragosto, quando tornando al lavoro gli hanno sbarrato la porta: «Lei è fuori». Aveva perso il posto per una dichiarazione di troppo.

Ora la vicenda del macchinista che ha denunciato la vicenda degli Eurostar spezzati in due diventa un caso politico. E davanti alle accuse di sindacalisti e parlamentari (non solo di sinistra) anche il presidente del Gruppo Ferrovie, Innocenzo Cipolletta, deve ribadire che «De Angelis è stato licenziato non perché ha segnalato un incidente, ma perché ha fatto delle affermazioni false sulla sicurezza, molto pregiudizievoli per l'azienda». Insomma, per il numero uno delle Fs il macchinista avrebbe macchiato l'immagine del gruppo: «Ha dato l'idea che i treni fossero insicuri e che si potessero spezzare durante la corsa. Una cosa impossibile, tanto che lo stesso De Angelis lo ha ammesso successivamente, facendo una sorta di marcia indietro. Ormai, però, il danno era stato fatto».

[...] Non usa mezzi termini, né eufemismi d'occasione Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista. Per l'ex ministro del Welfare quanto accaduto a De Angelis è una «vigliaccata ed è sintomatico della regressione in atto oggi nel nostro Paese». Ferrero sottolinea che il lavoratore era anche rappresentante sindacale interno: «La Costituzione repubblicana è stata davvero ributtata fuori dai luoghi di lavoro se una grande azienda come le Fs utilizza simili ritorsioni nei confronti di chi si batte per la sicurezza dei lavoratori e di tutti i cittadini. Colpiscono Dante al fine di zittire e intimidire un'intera categoria» [...]

La sigla Sdl, Sindacato dei lavoratori, annuncia «pesanti iniziative di lotta» e sottolinea di aver avviato le procedure di legge per indire uno sciopero. E se al fianco del macchinista scendono uomini del mondo della sinistra e sigle sindacali, qualche perplessità agita anche la maggioranza: «Se il macchinista è stato licenziato per aver dichiarato il falso procurando un danno all'azienda — chiede il sottosegretario Francesco Giro — i dirigenti Fs chiariscano cosa è accaduto il 14 e il 22 luglio a Milano quando due Eurostar si sono spezzati. Sarebbe facile e dunque sbagliato licenziare una persona tenendo la bocca cucita».

Antonio Castaldo - Corsera

Falso allarme? procurato danno d'immagine? e che diamine deve fare un macchinista, quando scopre che ogni giorno la vita di migliaia di cittadini è a rischio? Star zitto, per far contento Cipolletta? Il Tafanus aveva pubblicato, nei giorni scorsi, un post sul degrado della manutenzione nelle FF.SS., e sui rischi connessi, pubblicando dati tratti da "l'Espresso" e da altre fonti.

                                           CAOS AD ALTA VELOCITA'

Cipolletta cosa farà, denuncerà anche noi? Per aiutarlo, ecco alcuni passi di ciò che abbiamo pubblicato:

[...] Nessuno deve sapere che alcuni degli Eurostar che correranno a 300 all'ora tra Milano e Bologna già perdono pezzi. Oppure che le porte difettose degli Eurostar-city ogni settimana ghigliottinano le gambe di passeggeri e capitreno, con un incredibile elenco di contusi e feriti gravi. E nemmeno che negli ultimi mesi, secondo i macchinisti, sia stato sfiorato il disastro più di una volta: come il 5 aprile, quando lungo la Firenze-Roma un Eurostar partito da Milano ha perso a 220 all'ora un pezzo del tetto della locomotiva di coda, poi investito dal Roma-Udine in arrivo sul binario accanto [...]

 

L'incidente del 5 aprile lo raccontano alcuni ferrovieri ed è riportato da 'La talpa', il giornale dei macchinisti di Milano. Quel sabato pomeriggio l'Eurostar 9437 Milano-Napoli sta correndo a 220 all'ora lungo la Direttissima Firenze-Roma, il primo tracciato italiano ad alta velocità. Al chilometro 24, secondo le testimonianze, dalla locomotiva di coda dell'Etr 500 vola via un grosso strato di 'imperiale', il tetto. Un pezzo di oltre 70 chili, grande quattro metri quadri. Settanta chili a 220 all'ora dentro un finestrino avrebbero l'energia di una bomba. Questione di pochi istanti. Il pezzo cade sulle rotaie e viene investito a 205 chilometri all'ora dall'Etr 460 Udine-Roma. "Si è rischiato un impatto frontale con la cabina o un deragliamento dalle conseguenze disastrose", spiegano i macchinisti [...]

 

"Il 7 gennaio scorso, nei pressi di Orvieto, il personale del treno 9312 Roma-Bolzano (Etr 485) e gli stessi passeggeri, mentre viaggiavano alla velocità di 220 chilometri all'ora, hanno avvertito un forte rumore seguito da contraccolpi e sobbalzi delle prime vetture. Dopo l'immediato arresto del treno... è risultato il distacco dell'albero di trasmissione del secondo motore della vettura di testa, la distruzione e il danneggiamento di numerose apparecchiature meccaniche ed elettriche del sottocassa delle prime vetture e danni al binario. In particolare si è accertata la distruzione della gabbia metallica posta a protezione dello stesso albero di trasmissione e la rottura delle travi di sostegno della cassa. A seguito di ciò si è verificato un principio di incendio...". I delegati per la sicurezza di Trenitalia sanno bene che pericolo abbiano corso personale e passeggeri: "Il rischio è talmente elevato", scrivono a Moretti, "che nessuno è autorizzato a confidare nelle fortunose circostanze che fino a oggi hanno evitato gli eventi facilmente immaginabili". L'Etr 485 Tbiz ha insomma rischiato di volare a 220 all'ora fuori dalle rotaie. "Dopo lo scontro frontale è il tipo di incidente più pericoloso che possa capitare a un treno ad alta velocità", spiega un macchista chiedendo l'anonimato: "La rottura ha interessato i binari. Questo significa che se il pezzo dell'albero di trasmissione si fosse puntato contro le traversine, l'effetto catapulta avrebbe sollevato la locomotiva scaraventando il treno a 220 all'ora giù dalla massicciata o contro le pareti di una galleria [...]

Ma ora basta... non posso ricopiare tutto il post. Leggetevelo. Se scatterà qualche iniziativa sindacale o parasindacale a favore di De Angelis, il Tafanus si mobiliterà per dare una mano. Questi stanno prendendo la brutta abitudine di essere inflessibili con macchinisti, fattorini e centralinisti, e molto tolleranti con se stessi. Questa storia deve finire.

FIRMATE LA PETIZIONE PER L'IMMEDIATO REINTEGRO DEL MACCHINISTA DANTE DE ANGELIS 

                   Petizione pubblicata anche sul blog di Franca Rame, al link

                                               BLOG DI FRANCA RAME 

Chi vuole aderire all'appello, invii nome, cognome, azienda, qualifica, città, alla seguente email:

                                                   BAZZONI PER FIRMA                                

             
  

 

lunedì 18 agosto 2008

Il Paese di Bengodi: le tasse? solo un optional...

Chi ha detto che l'Italia è ultima in tutto??? L'Italia è prima in Europa per evasione fiscale: il 48% dell'imponibile non dichiarato. Parola del sito contribuenti.it

ROMA (17 agosto) - E' l'Italia il paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 48% del reddito imponibile che non viene dichiarato al fisco. A rilevarlo un'indagine su un campione di 1.500 cittadini condotta da Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani. Secondo l'indagine i principali evasori sono industriali (32%), bancari e assicurativi (28%), seguiti da commercianti (12%), artigiani (11%), professionisti (9%) e lavoratori dipendenti (8%). L'evasione è diffusa soprattutto al Sud (34,5% del totale nazionale), seguito dal Nord Ovest (26,5%), dal Centro (20,1%) e dal Nord Est (18,9%).

Il 44% di chi non paga le tasse «lo fa per insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo Stato o la scarsa cultura della legalità, il 36% per la complessità delle norme e soltanto il 20% per la scarsità dei controlli».

Dall'indagine è inoltre emerso che «solo un cittadino su cinque - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it - sa perché paga le tasse, mentre quattro su cinque si considerano sudditi di un'amministrazione finanziaria troppo burocratizzata, che non eroga i servizi sociali dovuti, violando i diritti dei contribuenti».

La cosa bella, in tutto questo, è che i bravi contribuenti si auto-assegnano un sacco di bellissime giustificazioni per evadere. Ce ne fosse uno che dice "...evado, perchè pagare è meno divertente che non pagare... e visto che questo governo non solo consente, ma incoraggia e manda segnali..." Treconti non era ancora tornato al timone, che già l'evasione era ripartita, alla grande. Qualcuno ha voglia di valutare di quanti punti potrebbe scendere la pressione fiscale per i cittadini quasi onesti, se solo si riuscisse a scovare un terzo di questi evasori?

Aridatece Visco!

domenica 17 agosto 2008

Quando si dice l'amicizia

Berlusconi: dipendenti, amici, avvocati, portaborse: tutti onorevoli
(di Tullia Fabiani - l'Unità)

DellutriTutti a corte. L’appello comincia: deputato Berruti Massimo Maria, ex consulente Fininvest? Presente. Deputato Brancher Aldo, ex collaboratore di Fedele Confalonieri e manager di Publitalia? Presente. Senatore Comincioli Romano, ex compagno di scuola di Silvio Berlusconi, suo manager e prestanome? Presente. E così via. All’appello dei cortigiani non manca proprio nessuno: consulenti, medici, avvocati, conduttrici e manager televisivi, perfino compagni di scuola. Uomini e donne approdati in Parlamento sulla scia del loro paziente, cliente, padrone, compagno di banco e di banchetti. Mentore. Perché certi legami, si sa, restano forti nel tempo e allora, quando poi si diventa famosi, personaggi pubblici, magari presidenti del Consiglio, i rapporti possono tornare smaglianti. Lucidati dalla necessità, dalla convenienza reciproca, oltre che dai sorrisi, dai favori di scambio. E dai ricordi al chiaro della luna di Arcore.

Quanti ricordi. Quanto tempo trascorso assieme a fare e disfare. Silvio Berlusconi e il senatore Marcello Dell’Utri ad esempio. Erano gli anni Sessanta: si conoscono all’università a Milano, subito amici e sodali uomini d’affari. Lui, giovane palermitano migrato al nord, diventa il suo segretario e col tempo guadagna la sua fiducia. Negli anni Settanta lavora all'Edilnord e segue i lavori di ristrutturazione della villa di Arcore (dopo che Berlusconi l'ha acquistata ad un prezzo di favore dalla marchesina Annamaria Casati Stampa, di cui Cesare Previti era il tutore legale). Poi l’esperienza di Publitalia: vicende di false fatture e fondi neri; inchieste, condanne, patteggiamenti. Circostanze condivise, avventure che cementano rapporti. Previti1

Simili a quelle vissute con Massimo Maria Berruti, oggi deputato Pdl alla Camera. Trenta anni fa, circa, ufficiale della Guardia di finanza, dicono le fonti sulla sua biografia, «ebbe la ventura di interrogare un giovane Silvio Berlusconi, imprenditore emergente, a proposito della ambigua situazione proprietaria e finanziaria della sua società Edilnord». Berlusconi rispose che della Edilnord era soltanto un “semplice consulente”. Berruti, nel suo rapporto conclusivo, «prese per buona la versione di Berlusconi, permettendo così l’archiviazione dell’accertamento valutario che ipotizzava la dipendenza della Edilnord da società estere». Poi si dimise dalla Guardia di finanza e andò a lavorare per Berlusconi: consulente prima e poi avvocato Fininvest. Nel gennaio 1994, tra un’indagine, una condanna e un arresto, per favoreggiamento a Berlusconi nell’inchiesta sulle tangenti alla Guardia di finanza (condannato in primo grado, 10 mesi e in appello, 8 mesi), “l’amico” gli ha affidato l’organizzazione della campagna elettorale di Forza Italia a Sciacca e nella provincia d’Agrigento. E il premio è arrivato nel 1996 con un posto in Parlamento.

Anche al Senato un posto tra i banchi non poteva mancare per uno che proprio sui banchi del liceo è stato compagno di interrogazioni (ancora non parlamentari), compiti in classe e merende. Romano Comincioli, eletto per il Popolo delle libertà. Compagno di scuola e poi manager e prestanome di Berlusconi. Uomo dalle mille faccende, imputato a Roma (e poi assolto) per i suoi rapporti con Cosa nostra e la banda della Magliana. Grazie a lui la Fininvest realizzò affari con il faccendiere sardo Flavio Carboni. Relazione riconosciuta dallo stesso Berlusconi, il 27 agosto 1992, dinanzi al Pm milanese Pierluigi Dell’Osso e riportata nel libro L’orgia del potere, di Mario Guarino (Edizioni Dedalo): «Circa la mia conoscenza e i miei rapporti con il signor Carboni, afferma Berlusconi, posso dire quanto segue. Il mio gruppo ha una piccolissima attività imprenditoriale in Sardegna. Se ne occupa il mio amico Romano Cominciali. (…) È titolare di una certa società che ha ricevuto da noi i finanziamenti necessari per l’acquisto dei terreni, acquisto effettuato appunto tramite il Carboni. I terreni sono stati poi intestati a due società fiduciarie del signor Comincioli, che una volta ultimata l’operazione saranno acquisite dal Gruppo Fininvest».

MiccichgianfrancoL’affare è raccontato anche in una deposizione da Emilio Pellicani (segretario di Roberto Calvi): «Il Carboni era l’uomo che doveva cercare i terreni e Silvio Berlusconi era quello che doveva finanziare l’operazione». Comincioli «avrebbe dovuto fungere da ago della bilancia». In questo modo – riferisce ancora Pellicani – alla fine del 1980, «tra acquisti effettuati e preliminari per accaparramento, il Carboni ed il Comincioli e il Berlusconi avevano proceduto ad acquisire nelle zone Olbia Sud e Olbia Nord circa 1000 ettari di terreno» in un tratto di costa allora quasi vergine. Comincioli, accusato poi per bancarotta fraudolenta, e imputato nel processo per le false fatture di Publitalia è stato latitante per alcune settimane. Infine, cronache recenti, intercettato come mediatore tra il banchiere Gianpiero Fiorani e Berlusconi durante il tentativo di scalata ad Antonveneta. Dopo tali mirabili imprese, è finito a fare il senatore della Repubblica. Naturalmente quando Silvio è diventato il ‘capoclasse’.

Quanti ricordi. E quanta bella gente incontrata e reclutata in carriera, oggi compagna di Comincioli: Piero Longo, senatore, l'avvocato di Silvio Berlusconi nel processo Mills. Salvatore Sciascia, senatore, presidente della holding Italiana ‘Quattordicesima’, uno degli scrigni nei quali sono custodite le azioni della Fininvest , nonché vicepresidente della Immobiliare Idra, la società che gestisce le ville del premier. E Alfredo Messina, senatore, vicepresidente della Mediolanum. Ancora: Massimo Baldini, senatore e avvocato, uno dei legali di fiducia di Silvio. Enzo Ghigo, ex dirigente del gruppo Publitalia-Fininvest. Sempre proveniente dal gruppo, lo zoccolo duro del Pdl, è Guido Possa senatore, ingegnere meccanico nucleare, amico fraterno di Berlusconi, «assieme al quale vendeva a domicilio scope elettriche» racconta la biografia. Dal 1988 al 1995 ha lavorato presso Fininvest, prima come responsabile della segreteria di Presidenza, poi come direttore del settore sviluppo. Romano_comincioli

E se non fossero bastati i posti al Senato, ci stanno sempre gli scranni della Camera da riservare. Per stare tra amici e non perdersi di vista: così c’è Paolo Romani, che prima di occuparsi di politica aveva svolto il ruolo di editore di televisioni locali, TVL Radiotelevisione libera, Rete A, Telelombardia. C’è il plurinominato Gianfranco Micciché, ex dirigente di Publitalia ’80. E, per giocare comunque in casa, un altro ex dirigente, ma della Standa, Mario Valducci. Inoltre, per non farsi mancare proprio niente, un posticino anche ad Aldo Brancher, eletto in Veneto, regista dell’accordo tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi nel 2001. Ex prete paolino e manager pubblicitario. Brancher abbandonò il sacerdozio, divenne collaboratore di Fedele Confalonieri e manager di Publitalia. Nel 1993, raccontano fonti biografiche, viene arrestato da Antonio Di Pietro per tangenti (300 milioni al ministro della Sanità Francesco De Lorenzo). Condannato (in appello) a 2 anni e 8 mesi per falso in bilancio e violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Per la sua fedeltà aziendale è stato premiato: diventa responsabile di Forza Italia nel Nord e poi, nel 2001, candidato alla Camera in Veneto.

Sbagliato però pensare che siano tutti raccomandati Fininvest. Ci sono anche i medici ad personam, extra azienda, come Antonio Tomassini senatore e medico personale di Berlusconi. Mogli di giornalisti Mediaset, che a dimostrazione della par condicio del Cavaliere e del suo celebrato conflitto d’interessi, lavorano in Rai; vedi la senatrice Diana De Feo, consorte di Emilio Fede, appassionata di musica, storia, cani e gatti. Grande viaggiatrice e inviato speciale del Tg1 per l’arte e la cultura. O qualche ex: Deborah Bergamini, deputato, ex assistente personale del Cavaliere, ed ex direttrice del marketing Rai (dopo alcune intercettazioni). E Mariella Bocciardo, deputata, ma soprattutto ex cognata del Cavaliere, prima moglie del fratello, Paolo Berlusconi.

Debora_bergaminiPoi, da cultore e grande professionista dell'immagine quale è, Silvio Berlusconi poteva trascurare il dato estetico e massmediatico? Ed ecco qualche volto telegenico ad abbellire l’Aula, facce, corpi, nomi, ri-pescati dal ricco repertorio tv. Dalla campionessa di Rischiatutto, anno domini 1973, Gabriella Mondello deputato. Alle più attuali Michela Brambilla, imprenditrice e giornalista televisiva per il gruppo Fininvest negli anni Novanta; Maria Rosaria Carfagna detta Mara, deputato e ministro delle Pari opportunità, già showgirl e finalista a Miss Italia. E poi, altro nome caro a Silvio, la telegiornalista del Tg4 Gabriella Giammanco.

Infine, i famosi e plurinominati a prescindere: Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini, un titolo d’eccellenza su tutti: avvocati del premier.

...non per fare torto alla bravissima Tullia Fabiani, ma non dimentica nessuno? per esempio uno dei primi avvocati - deputati, Vittorio Dotti, quello cacciato perchè la ex compagna Stefania Ariosto si era messa a parlare troppo?...

sabato 16 agosto 2008

Catania: dal Medioevo al Rinascimento, andata e ritorno

Ricordate la Catania amministrata dal centro-sinistra? quella che era venuta fuori dalla paura di uscire di sera, e aveva scoperto la movida, la  creazione della "Normale", il polo d'eccellenza dell'informatica, la STM di Pistorio? Ecco cosa diceva Pistorio, esattamente 10 anni fa, prima che iniziasse la fantastica opera di demolizione di Catania portata a termine dell'accoppiata Berlusconi - Scapagnini (il Padrone ed il suo cagnolino da lecco):

"...sapevate che un'auto su tre, al mondo, utilizza componenti elettronici concepiti, sviluppati e costruiti nel nostro insediamento di Catania?. Pasquale Pistorio, amministratore delegato di Stmicroelectronics, l'ha spiegato anche alla Confindustria giapponese quant'è bello e redditizio investire a Catania. Al sud, invece di metter soldi in attività ad alto contenuto di manodopera con la scusa che il lavoro manuale costa un po' meno, Pistorio ha scommesso su attività ad alto contenuto di conoscenza e tecnologia: perché qui c'è una vasta riserva di cervelli molto qualificati, la facoltà di Ingegneria elettronica con 1.300 iscritti lavora con noi mano nella mano, il costo del lavoro intellettuale è inferiore del 30 per cento rispetto al nord.. Le sovvenzioni e agevolazioni di Stato e Regione fanno il resto.

Sicché dei quattromila miliardi che StMicroelectronics ha previsto di investire in Italia nei prossimi cinque anni, mille finiranno a Catania, per completare e ampliare l'attuale struttura. E forse anche i duemila per la costruzione di un nuovo stabilimento, non appena il mercato lo richiederà, e preferibilmente dove già c'è un nostro insediamento..."

Bene, dimenticate tutto ciò. Tutto finito. Dal 2000 Catania è governata dagli "uomini del fare", ed anche da quelli del malaffare, che sono tornati, alla grande. Ecco un estratto dell'inchiesta pubblicata su Repubblica da Concetto Vecchio:

La bancarotta di Catania - Minacciato Orazio Licandro, l'autore delle denunce: "Ora andrò via". Dal 2000 governa il centrodestra. Debiti a quota 900 milioni e fornitori infuriati. Buio, rifiuti e scuole sfrattate. Catania sull'orlo del crac.

Scapagnini_vasaCATANIA - L'ultima minaccia è arrivata la mattina del 14 luglio. Un foglio bianco nella buca delle lettere: "Non rompere più la minchia". Un mese dopo, il 10 agosto, gli hanno tolto la scorta. "Non sussistono più ragioni di pericolo", recita l'asciutto dispaccio della Prefettura. Orazio Licandro, 46 anni, è un uomo solo.

È l'ultima conseguenza del pauroso crac che sta mettendo in ginocchio Catania, la nona città d'Italia. "Me ne andrò da qui", annuncia in un bar di corso Sicilia, tra frastuoni di ambulanze e zingarelli che reclamano l'elemosina. "Non lo faccio solo per me: lo faccio soprattutto per i miei figli, che hanno 7 e 4 anni.

Questa è la città con il più alto tasso d'illegalità d'Europa. E noi della sinistra siamo disarmati, anche per colpe nostre beninteso". Probabilmente non esagera in pessimismo: "Nuatri semu catanisi e i cristiani s'ana spagnari", motteggia un barista di via Etnea. "Noi siamo catanesi e la gente deve avere paura di noi".

E Catania fa davvero paura, gravata da un fardello di debiti comunali pari a 900 milioni. E' stato Licandro, ex parlamentare del Pdci, a far esplodere il caso, invocando accertamenti patrimoniali non solo nei confronti dell'ex sindaco Umberto Scapagnini - al potere dal 2000 al 2008 - ma anche della burocrazia comunale. "A tutt'oggi non sappiamo dov'è stata inghiottita questa gigantesca montagna di denaro".

La Procura a luglio ha spedito 40 avvisi di garanzia. Come si vive in una città sull'orlo della bancarotta? Mute di cani randagi scodinzolano la sera per via Umberto, di fronte alla storica villa dedicata al Bellini, chiusa da aprile. Tornare a casa dopo il cinema mette paura. Nella vicina via Pacini, dove abita il governatore Raffaele Lombardo, non ci sono cassonetti per depositare la spazzatura e i sacchetti di plastica si ammucchiano come piramidi davanti ai portoni, e spesso prima dei netturbini arrivano i bastardini a squarciarne i resti. Non a caso: gli spazzini percepiscono gli stipendi a singhiozzo e rovesciano la loro rabbia svuotando periodicamente i contenitori davanti al municipio. Da settembre incerti gli stipendi dei dipendenti comunali. Le scuole rischiano lo sfratto [...]

Novecento milioni di debiti ha il Comune, 16 milioni li deve alla società che gestisce l'illuminazione pubblica, e tratti del centro storico sono al buio, da mesi. In via dei Corridoni, di fronte alla casa del "viceré" Lombardo, l'illuminazione è data dalle insegne dello storico cinema Odeon. I fornitori sono inferociti: aspettano 140 milioni. Le cooperative sociali non pagano gli stipendi da mesi. Perfino le edicole non forniscono più i giornali. Le librerie non accettano i buoni libri. Senza benzina i vigili. Uno scooterista alle 8 del mattino sfreccia per piazza Duomo, è senza casco (a Catania s'usa così), il vigile lo chiama, pensi che gli faccia la multa, invece discutono di una faccenda privata, poi il motociclista si congeda impunito: "Salutammu".

L'economia langue. Ikea doveva aprire uno stabilimento nella zona industriale, centinaia di assunzioni in cantiere: hanno rinunciato. Forse apriranno a Palermo. Licandro, che insegna diritto romano a Catanzaro, medita di andare a vivere a Roma. "Cosa potranno fare qua i miei figli, una volta terminati gli studi? Bussare alle porte della segreteria di un politico. Questa città non ha futuro". Un milione di abitanti ha Catania (paesi satelliti compresi). Una vitalità prepotente: piena di teatri, cinema, anche rockstar (Consoli, Trovato, Battiato, Venuti).

I catanesi, pur votandolo in massa, l'avevano capito subito di che pasta era fatto Scapagnini, ribattezzato "Champagnini". Il paradosso è che alle ultime comunali otto su dieci hanno votato per il Pdl. Tutto è lento: hanno impiegato 45 giorni per la proclamazione degli eletti, 58 giorni per l'insediamento del consiglio comunale. Come assessore al Bilancio è stato nominato l'ex presidente della commissione bilancio Gaetano Riva, commercialista: "Catania, come Roma, si merita un impegno governativo", dice. Il sindaco Raffaele Stancanelli (An), intanto ha speso 300 mila euro - presi da chissà dove - per due stabilimenti balneari sulla spiaggia di piazza Europa. Li hanno subito sequestrati. Erano abusivi.
(Concetto Vecchio)

Con tutto il rispetto per quel catanese perbene su cinque che sembra (r)esistere, verrebbe da dire agli altri quattro che la merda morale e materiale nella quale sono stati ripiombati la meritano tutta. Prima hanno votato in massa un cane da lecco come "Champagnini", adesso si ritrovano con un sindaco fascista che, in una città che non paga gli stipendi agli spazzini, fa sparire  600 milioni di lire in due stabilimenti balneari abusivi. Di chi sono? chi ha favorito? cosa ha avuto in cambio? Alle elezioni regionali, come "Governatore" hanno plebiscitato tale Lombardo, controfigura di Totò Vasa Vasa Cuffaro, condannato ad otto anni e mezzo per favoreggiamento non della mafia (per carità!) ma di "singoli mafiosi". Forse ora che persino le briciole hanno smesso di cascare dal tavolo, i bravi catanesi cominceranno a capire di essere stati servi sciocchi, per un secolo, di "cavalieri del lavoro" tutti macchia, di mafiosi, di democristiani famelici prima, poi di socialisti, di italoforzuti, di fascisti. Tutti personaggi che hanno mangiato la polpa, e ai catanesi hanno lasciato qualche osso da succhiare. Complimenti! Tafanus

venerdì 15 agosto 2008

Off Topics del 15 Agosto

...Buon Ferragosto a tutti, qualunque cosa significhi... Tafanus

"...e non manca, nel post della Guzzanti, un riferimento al ministro Mara Carfagna, che, dopo il suo intervento dal palco di piazza Navona, aveva sporto querela nei suoi confronti: "Berlusconi dice: la crisi si fa sentire, è il momento di stringere i denti. Mara tu no...", commenta velenosa la Guzzanti.

                                  Il bello del Ferragosto20080815_3

20080807_3

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Unità pubblica un e-book sui primi, fantastici 100 giorni del Cialtronesku. Caso mai questo prezioso libello dovesse diventare irreperibile, lo ho salvato sul mio server, e linkato sulla colonna laterale del blog.

Emanuele_eleonora_riccardino ...e arrivano gli auguri di Emanuele, l'impagabile organizzatore del nostro soggiorno fiorentino...

Ciao  a tutti!!! Qua tutto a gonfie vele..anzi gonfissime!!! Spero che tutti siate bene..per chi sa di me devo dirvi che vi assillerò ancora per parecchio tempo!!eheheh

Scrivo poco per il tempo ma vi seguo e vi penso spesso... Grazie ad Annarosa e a coloro che ogni tanto mi mandano sms. Sapete, anche se sono giovane e siamo quasi nel 2010, sono ancora negato con i cellulari, sto aspettando che esca il cellulare a cui i messaggi si possano dettare!!eheh...

Vi allego una foto recentissima e spero che tutti voi stiate bene... Un saluto a tutti. L'anno scorso siamo stati pochi giorni insieme, ma sono stati giorni fantastici in cui mi siete arrivati tutti, mi è arrivata la vostra profondità di persona. Ciao a tutti, e quando passate dalla Toscana sono qua a disposizione!!!

Emanuele, Eleonora, Riccardino

Caro Emanuele, ti vedo in gran forma, e ti assicuro che se passerò dalla Toscana, non rinuncerò certamente al piacere di incontrarti ancora. Un abbraccio da me e da Marisa

giovedì 14 agosto 2008

Roma "Città Aperta": a una manica di stronzi

Altra brillante operazione di polizia a Roma

Ecco come è narrata oggi su Repubblica: "...scambiata per prostituta, umiliata davanti ai passanti proprio nel centro della città, portata all'ufficio Immigrazione. E lasciata lì, tutta la notte, in una cella minuscola, sporca e maleodorante con prostitute vere, che le passano accanto e sbrigano le pratiche per il rilascio ben più velocemente di lei. Succede a Roma, la città che, su disposizione del governo, avrà il maggior numero di militari a presidiare strade, stazioni, ambasciate. La stessa dove i primi appuntamenti nell'agenda del sindaco sono le nuove ordinanze anti-rovistaggio, anti-accattonaggio Scambiata per prostituta, una notte in cella.

Le vittime sono due ragazze normalissime. Vestite come qualsiasi altra giovane romana. Jeans, T-shirt a girocollo, ballerine, 28 anni, occhiali a goccia, capelli legati e un filo di trucco. Solo che, nonostante l'inflessione romanesca, sono peruviane. Almeno di nascita: a Roma ci vivono da cinque anni. Sono diplomate in Italia e frequentano regolarmente l'università "La Sapienza". Si mantengono con qualche lavoretto, una fa la cameriera e l'altra la baby sitter. La domenica insegnano catechismo a Santa Maria degli Angeli.

Un racconto fatto di lacrime e paura, quello delle due protagoniste della storia, M. J. P. e Y. V. "Erano le 17 quando sono arrivata in via XX Settembre per aspettare che la mia amica uscisse dal lavoro. Dovevamo andare con amici a prendere l'aperitivo. Lei era in ritardo, così ho deciso di sedermi sui gradini di Santa Maria della Vittoria. Cinque minuti e una volante della polizia mi si avvicina. Gli agenti abbassano il finestrino e uno dei due mi chiede: "Ma che fai ti metti a lavorare proprio qui, davanti a una chiesa?". Io, incredula, rispondo: "Come?". Lui ripete lo stesso concetto. Rimango senza parole, non riesco a credere che si possano essere permessi di confondermi con una prostituta: sono una ragazza normale, vestita con gonna e camicia. Non riesco a reagire. L'unica cosa che faccio è chiamare la mia amica". Che racconta: "Sono scesa, ho trovato M. in lacrime. Mi sono avvicinata e gli agenti hanno ripetuto a me la stessa cosa, con lo stesso tono sprezzante: "Bella, diglielo pure alla tua amica, questa è una chiesa, non potete mettervi a lavorare qui". Vado su tutte le furie e loro, di tutta risposta, ci chiedono i documenti: io li avevo, la mia amica no perché aveva una borsetta da sera molto piccola. Intorno, la gente iniziava a innervosirsi per la reazione dei poliziotti. Tanto che, dopo qualche schermaglia, decidono di andare via".

Ma non finisce qui: alcune donne che hanno assistito alla scena convincono le studentesse ad andare a denunciare l'accaduto in questura. Hanno preso pure il numero di targa della volante. Le due ragazze decidono di seguire il consiglio e a piedi arrivano a via San Vitale, sede della questura di Roma.

"Entriamo in portineria e chiediamo di fare una denuncia: il poliziotto all'entrata è gentilissimo. Dopo un minuto, dall'ingresso entra lo stesso agente con cui avevamo litigato. "Ancora qui state? Adesso vi faccio passare la voglia". E mi prende per un braccio - racconta Y. V. - io mi divincolo e gli dico che lo denuncerò. L'agente per la prima volta abbandona il tono arrogante, si stizzisce e carica la mia amica in macchina. "Con te non posso ma con lei sì, è senza documenti".

E se ne vanno senza nemmeno dirmi dove la portano. I colleghi della questura, che hanno visto la scena senza battere ciglio, dopo la mia insistenza mi dicono la destinazione, l'ufficio immigrati di via Patini. Chiamo un amico, vado a casa di M. a prendere i documenti e li porto là. Arrivo alle 20 e consegno tutto. Chiedo quanto ci metteranno a rilasciarla: due ore circa. Decido di aspettare. Passano le ore e delle mia amica nemmeno l'ombra".

"Mi hanno tolto tutto quello che avevo - spiega l'amica - e mi hanno chiuso dentro una cella sporca di immondizia. Non riuscivo a smettere di piangere. Tutti gli altri stranieri che stavano lì uscivano prima di me, ladre, prostitute, pusher, abusivi. La notte è passata così, tra lacrime e preghiere. Sono uscita solo alle 10.30 del mattino". Versione confermata anche da un amico italiano, C. B., che ha accompagnato Y. a prendere i documenti a casa della ragazza e poi a via Patini. "Siamo stati lì davanti fino alle 3 del mattino, poi siamo tornati più tardi. E, infine, alle 10.30 sono stato io a prendere M. quando, sconvolta, è stata rilasciata e l'ho accompagnata a casa in motorino".

E ancora ieri, una volta fuori, le ragazze non riescono a dimenticare. "Roma è diventata invivibile per gli stranieri: siamo regolari, parliamo romano, abbiamo amici italiani eppure veniamo trattate così. Siamo qui da tanti anni, continuiamo ad amare questa città, ma facciamo fatica a viverci". Forse tutto questo andrebbe denunciato. "Volevamo farlo ieri, ma poi è andata come è andata. Ora abbiamo paura, chi ci torna in questura?".

Al Sindaco Rudy Giuliani Alenano, al Questore, A La Russa, a Maroni, a Berlusconi, ed anche all'ultimo dei questurini:

Avete trasformato questa città, e questo Paese, in luoghi di cui vergognarsi. Un paese di stronzi, guidato da stronzi. Un paese che non è alle soglie del fascismo, ma c'è già dentro, fino al collo. Un Paese in cui persino i preti,  tradizionali sostenitori di questi stronzi, iniziano a mollarli, e a dirgliene di tutti i colori. L'unica notizia consolante è che, finalmente, c'è stata una timida reazione di solidarietà da parte di passanti perbene, contro questi nuovi stronzi in divisa, guidati, comandati, "educati" da stronzi in doppio petto. Stronzi, incurabilmente stronzi.

E ora arrestate pure me, per vilipendio alle istituzioni. Continuerò a "vilipendere" sempre, comunque, da dovunque. Un'ultima cosa: se un episodo così capitasse a mia figlia, questi stronzi, se non avessero ciò che meritano dalla "giustizia" (quella che non farà scontare un solo giorno di carcere ai responsabili della "macelleria messicana" di Genova) dovrebbero stare attenti al minimo odore di benzina dietro l'uscio di casa. Tafanus 

Fini e le amnesie sulle stragi fasciste

TafanusQuesto articolo di Michele Prospero, tratto dall'Unità di oggi, lo dedichiamo al rinascente (o rinato?) fascismo. Al questurino di Roma che arresta una brava ragazza perchè straniera, perchè non risponde in maniera deferente, e perchè a questa scuola di fascismo è cresciuto. Al questore di Roma, che risponde quasi stranito alle critiche. A quelli che "...si, la shoah però anche le foibe..."; a quelli che hanno passato le acque a Fiuggi, e vorrebbero dedicare piazze e strade al repubblichino Giorgio Almirante; ai revisionisti della sub-specie "Gianpaolo Pansa", quello delle ultime annate del "Bestiario", e del "Sangue dei Vinti". Ai fascisti alla La Russa del "decreto sicurezza", ai fascisti della Bossi-Fini, ai fascisti alla Alemanno che si sentono Rudolph Giuliani; alla nuova genìa di sindaci-sceriffi; ai Violante che "si però anche i ragazzi di Salò..."; ai uolter che "con questa gente dobbiamo imparare a dialogare".  Dialogare sticazzi. io non voglio prenderci neanche un caffè al banco, in piedi.

Ormai non c'è solo il rischio di un nuovo ventennio. C'è tutto. Manca ancora solo un Matteotti, ma presto arriverà. Abbiamo già il rogo dei libri, il "dalli al frocio, allo zingaro, al mendicante, all'ateo, al comunista, al nero..." Abbiamo al governo della Capitale d'Italia un ex picchiatore fascista, ed al governo della chiesa un ex rappresentante, forse non pentito, della Hitler Jugend. Insomma, non ci manca niente. Tafanus 

Unita_2 Poche sono le tradizioni politiche che, al pari della destra radicale, mostrano un attaccamento quasi feticistico a nomi, simboli, riti. Non è un caso che, a ormai 15 anni di distanza dalla svolta di Fiuggi, Alleanza Nazionale conservi ancora l’imbarazzante richiamo identitario alla fiamma tricolore, accesa sessant’anni fa in onore del corpo defunto del duce. Un omaggio oggi forse solo formale alle vecchie credenze che crea però troppi incidenti di percorso per non dare nell’occhio.Ratzinger1 

Già nel suo discorso di insediamento alla presidenza della camera, Fini fece ricorso ad acrobazie verbali piuttosto evidenti pur di non pronunciare, tra i malanni storici del secolo scorso, la parola fatidica di fascismo. Per non parlare delle soluzioni lessicali alquanto infelici adoperate di recente per la strage fascista di Bologna.

E ora la reticenza prosegue con questa omissione linguistica sulle colpe terribili dei "ragazzi di Salò" che, insieme ai nazisti, a Sant’Anna, in provincia di Lucca, bruciarono vive centinaia di persone, squartarono viva una donna incinta e colpirono il suo feto a pistolate. Perché un partito inserito ormai a pieno titolo nella dinamica istituzionale, riconciliato in apparenza con la legalità costituzionale, presenta queste amnesie? Il problema è che non si tratta affatto di semplici contrattempi o dimenticanze.

Fini_fascista_2No, per An la memoria, e soprattutto la rivisitazione della storia repubblicana per alterarne i suoi fondamenti costitutivi, riveste una importanza strategica. Più importante di tante altre cose, per An è proprio la questione dei simboli. La destra si può certo riconciliare con la repubblica purché però la repubblica rinunci ai suoi momenti simbolici più forti e riconosca, accanto a quelli riconosciuti e celebrati, altri padri.

La proposta di Fini di fare anche Almirante un padre della patria repubblicana rientra appunto in questa proposta di scambio indecente. Con Almirante si cerca di archiviare gli anni di Salò, condotti all’insegna della comunione di ideali con il nazismo. Non si calcolano le stragi compiute insieme da tedeschi e da repubblichini. A Monticano l’11 marzo del 1944 ci fu un eccidio, dopo un processo sommario. A Montalto di Cessapolombo, 27 ragazzi, avevano poco più di vent’anni, furono fucilati dai miliziani fascisti. Lo stesso avvenne a Montemaggio, a Cumiana. A Monteriggioni 147 civili furono massacrati, altri 400 deportati in Germania, la metà vi morì. 269 civili caddero sotto il fuoco fascista a Lipa, i loro cadaveri furono fatti esplodere con la dinamite. Eccidi ci furono a Turchino, a Milano, a Borgo Ticino, a Tavolacci, dove la polizia repubblichina arse vivi 64 civili.Pansagianpaolo_2 

Un’esperienza di sangue e di terrore, quella di Salò, che è difficile annacquare oggi con la retorica della pacificazione nazionale. Con i ragazzi di Salò (gerarchi, prefetti, membri dei tribunali straordinari repubblichini, ufficiali) che combatterono a fianco delle forze militari germaniche di occupazione in verità si mostrò più che comprensiva già la Corte di Cassazione nelle sue vergognose sentenze emesse tra il 1946 e il 1947. La suprema corte ricostruì con dovizia di particolari l’enorme quantità di omicidi, rappresaglie, eccidi, depredazioni, saccheggi, stragi, torture, deportazioni, rastrellamenti operati dalla guardia repubblichina. Ma, con un colpo di bacchetta magica, accertati i reati, assolse i colpevoli, quasi tutti fatti rientrare con manica larga nei casi di amnistia. Indenni se la passarono così i militi che trasformarono una canonica in un bordello e trucidarono il parroco. I solerti membri dei tribunali che ordinarono le fucilazioni di ostaggi, di civili, di partigiani se la cavarono perché, per la Cassazione, non valeva il principio della responsabilità collegiale dell’organo e del tutto impossibile era appurare i nominativi di chi aveva materialmente votato a favore della sentenza di morte.

I componenti dei plotoni di esecuzione ebbero riconosciuta anch’essi dalla Cassazione lo stesso trattamento con i guanti. Per i supremi giudici infatti tutti i componenti delle squadracce erano da amnistiare poiché era impossibile acclarare da quale arma fosse effettivamente uscito il fuoco omicida. La suprema corte scrisse persino che torturare e far morire i prigionieri soffocandoli con i propri capelli oppure costringere i catturati, in pieno inverno, a farsi una doccia fredda onde causare la morte, così come uccidere i prigionieri colpendoli con i calci di fucile o finirli con supplizi e percosse non erano episodi di violenza così efferati da rientrare nella speciale casistica di atti che "sorpassano ogni limite". E quindi anche per i torturatori fu riconosciuta l’impunità e il diritto alla amnistia.

Berlusconi_gasparriMa la pagina più esemplare di giustizia per i ragazzi di Salò è stata scritta dalla Cassazione nella sentenza del 12 marzo del 1947. Così si legge nella sentenza: "è applicabile l’amnistia ad un capitano di brigate nere, che dopo aver interrogato una partigiana, l’abbandona in segno di sfregio morale al ludibrio dei brigatisti che la possedettero, bendata e con le mani legate, uno dopo l’altro". Per la suprema corte si tratta sicuramente di bestialità ma non certo di "sevizie". Al più, contesta la Cassazione, si tratta di "offesa al pudore e all’onore, anche se la donna abbia goduto di una certa libertà essendo staffetta dei partigiani". Così scriveva la suprema magistratura della repubblica: partigiana e dunque puttana! Altro che onore al sangue dei vinti. A quando un po’ di rispetto per la memoria del sacrificio dei vincitori?

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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