martedì 30 settembre 2008

Piccolo diario - Vacanze Romane

Lasciare Napoli: lunedì si riparte per Roma. O, almeno, si tenta di ripartire. Il percorso da Posillipo alla Stazione Centrale è un tormento (sapremo poi che c'erano delle dimostrazioni di lavoratori Alitalia). Arriviamo in stazione pochi minuti prima della partenza del treno per Roma. Il treno non è segnato sul tabellone. Solo per caso Marisa riuscirà ad interpretare un muggito proveniente dagli altoparlanti per un avviso che riguarda il nostro treno: "Il treno partirà non più da Centrale ma da Campi Flegrei".

Cazzo! e ce lo dite 5 minuti prima? Un gentile ferroviere ci rassicura: "Signurì, non vi preoccupate... prendete la metropolitana per Campi Flegrei. Chillu 'u treno v'ascpetta!" Così è. Con 45 minuti di ritardo, già stanchi, trafelati e incazzati, saliamo su un IC le cui condizioni ci fanno pensare con nostalgia ai treni per Nairobi. Cessi rotti e già sporchi, vetri del finestrino dai quali si intuisce che a sinistra del treno c'è il mare, porte dei cessi che o non si chiudono dall'interno, o si chiudono ma poi si deve sfondare la porta per riaprire, puzzo di fogna in tutto il vagone, foderine dei poggiatesta che è prudente non sfiorare neanche con una canna da pesca. Basta così? Ci sarebbe dell'altro, ma lasciamo perdere...

CriminiIn tutto questo Napoli non c'entra nulla. Trenitalia non è un'azienda napoletana. E' un'azienda gestita dagli "uomini del fare" di nomina romano-brianzola. Avvicinandoci a Napoli, ci calmiamo. Siamo riusciti ad avvertire  del nostro ritardo, e ci sentiamo più tranquilli. E poi stiamo andando a Roma, la città più bella del mondo!

Roma inizia prima di Termini. Pezzi di acquedotto romano iniziano ad intravedersi prima dell'ingresso in stazione, e ci seguono in pratica fino in città. E' uno spettacolo che ho visto mille volte, ma al quale non farò mai l'abitudine.

 

Roma01

Ieri erano già arrivati Rosana, Claudio r., Silvano. Ci ritroviamo tutti.  La giornata è di quelle impagabili: sole splendente, aria fresca, Roma come te la immagini. Provo a sentire le mie ossa percorse da brividi alenaneschi di pericolo incombente. Colpa mia, certamente, ma non ci riesco.

Ancora questo nano fisico e politico non è riuscito ad instaurare il Terrore nella città. Oppure non c'è mai stato, e lui si accampa il Bellaromamerito di averlo fatto sparire? I suoi manifesti autopromozionali direbbero questo. Poche settimane di sindacatura, ed Alenano ha già cambiato la città. I nani sono uguali a qualsiasi latitudine. Berlusconi in poche settimane aveva ridotto l'immigrazione dall'Albania del 138% (???). Alenano, in 90 giorni, ha ridotto i "crimini" di ben 5.000! Cosa intende per "crimini"? Anche i divieti di sosta? e chi, oltre lui, certifica queste cifre? Mistero. E con quali strumenti li ha ridotti? coi vigili urbani? con le trittuglie di La Rutta, che peraltro non vuole in città? Altro mistero!

Roma, nonostante la grande criminalità lasciata dal governo Prodi, da Innocenzo X e da Romolo e Remolo, è città godibilissima, dove andrei a zonzo per ore, respirando la città e la gente.  Sull'autobus mi viene da ridere, perchè mentre cerco con garbo di liberarmi da una "pippa" che mi ha attaccato una signora, mi accorgo che un gentile signore ha attaccato una "pippa" di analoga intensità a Marisa...

Non vi descriverò la passeggiata romana. Potete immaginarla. O Alenano ha compiuto il miracolo di farne una città bella in 90 giorni, oppure ci dev'essere lo zampino di qualche sindaco komunista.

Tiriamo il tardo pomeriggio, e poi rientriamo, per prepararci all'incontro "alimentare" serale col resto dei tafani. Roma è proprio la città dell'insicurezza. Pensate: alla Garbatella (o "a" Garbatella, come dice ), non piove. A Termini, dove sono accampati Silvano, Rosana e Claudio, diluvia.Anto

Ci diamo una rinfrescata, prima di avviarci verso il ristorante, dove è fissato l'incontro con tafani noti ed ignoti. Il traffico è quello che è... mi dicono le ragazze romane che l'alelano, in meno di 100 giorni, è riuscito a compiere un miracolo: basta vie chiuse al traffico, più parcheggi per tutti. Con quattro euri si compra il diritto di incasinare Roma per tutto il giorno. I bottegai di riferimento di alenano sono soddisfatti, gli altri romani un po meno... Chissà quanto ci metteranno, questi bottegai, ad accorgersi, dal registratore di cassa, che, come succede in tutto il mondo civilizzato, i negozi che "tirano" sono quelli in aree pedonali...

Al ristorante ci saranno persone che conosco da "alquanto", e new-entries che io non ho mai avuto il piacere di conoscere. Sono molto curioso. Arriva Anto. Che pazza... è venuta a Roma in ufficio coi mezzi pubblici, perchè non sapeva dove parcheggiare: Dopo l'ufficio è tornata a casa sua, ha preso la macchina, ed è tornata a Roma. El_Nino non c'è ancora. Lo aspetteremo all'interno, visto che "l'altra volta" ha fatto, mi dicono, un ritardo di una paio d'ore. Questa volta arriverà con un'ora e mezza di anticipo, cioè solo con mezz'oretta di ritardo.

Che dire? i veterani li conosciamo da Firenze. I nuovi?  Anto è più luminosa e bella di quanto ce la immaginavamo. El_Nino, che pure mi era stato descritto come un vulcanico casinista, è più vulcanico e casinista delle peggiori previsioni. Forse un giorno cambierà pusher... Peccato per Roberto il Partigiano, che non ce l'ha fatta. I nostri giovani lo avrebbero incontrato volentieri. Peccato per Mietta: neanche questa volta riuscirò a conoscerla. Speriamo alla prossima...

 La cucina è ottima, e le pause fra una portata e l'altra abbastanza lunghe da permetterci di chiacchierare. Il tempo scorre veloce. Ogni tanto il mio pensiero corre al "come" ci siamo conosciuti... ma allora la "rete" non è solo un fatto solo virtuale...

Che nostalgia di "quelli che non ci sono"! Il gruppo storico detto del "Cesso di Desenzano", il gruppo "Venessia", i milanesi, i genovesi... il gruppo toscano, Paolo Farinella... Dobbiamo ancora iniziare questo incontro romano, è già vorrei pensare al prossimo... chissà se un giorno riusciremo ad imboscarci quasi tutti, per qualche giorno, in una "beauty-farm" dell'anima...

Ci si lascia con un certo rammarico, ma domattina qualcuno lavora. Quante cose non dette... Domani ultimi incontri, turismo, qualche momento di commozione, e poi gli "arrivederci", perchè questi incontri stanno diventando una specie di benefica droga, che crea dipendenza... (continua)

venerdì 26 settembre 2008

Piccolo diario privato e pubblico della settimana

Da_bedandbreakfastL'ARRIVO Dovrò pur cominciare l'improbo lavoro di rendere pubblico ciò che ho fatto, visto, e più o meno apprezzato in questa settimana d'assenza. Iniziamo da Napoli, dall'arrivo nel bellissimo Bed&Breakfast di via Caracciolo. Camere molto grandi e belle, vista sul porticciolo di Mergellina e su profilo di Capri, ma quarto piano di quelli antichi (da 5 metri ciascuno) con l'ascensore nuovo non ancora attivo... Connessione a banda larga in tutte le camere. Peccato che non funzioni neanche alla velocità del vecchio analogico. Pazienza, vuol dire che "staccherò la spina", almeno parzialmente.Ilmiomedico

Meno male che nel mio albergo c'è anche Patrizia, cugina di Marisa, primario a Bari... Almeno se finirò stroncato al terzo piano e mezzo, il tutto avverrà con la migliore assistenza medica possibile...

E meno male che ci sono anche Marianna e suo marito Riccardo, che mi attenderanno a livello strada, per aiutarmi ad issare due valige per 20 metri...

IL MATRIMONIO Il giorno dopo, matrimonio della mia penultima nipotina libera, Maria Sole. Matrimonio misto. Una terrona di Napoli, con un terrone di Roma. Chiesetta, deliziosa, si Santa Maria del Faro, a Marechiaro. C'è vento forte, tanto sole, cielo limpido. La penisola sorrentina sembra quasi di poterla toccare.

Tanta gente, da Napoli, da Milano, da Bari, da Roma (città dello sposo, e prossima residenza di Maria Sole), dall'Honduras (Gaetano con Lidia e Mae)... tanto casino, tanti giovani, molta allegriaChiesa. Incontro tanti vecchi amici dei tempi che furono (Università, qualche anno di lavoro). Potrebbe essere una città meravigliosa... Lo è stata, e sono certo che prima o poi tornerà ad esserlo. La monnezza dalle strade "bene" è sparita, ma nessuno sa dire o si chiede dove sia finita. Lo sanno gli addetti ai lavori: le stesse discariche di sempre, ora coperte, come centrali nucleari, da segreto e protezione militare.

Dove sono finite le donne piangenti, che bloccavano le strade verso le discariche giurando che tutti i loro figlioli erano affetti da gravi malattie (da tumori in su?) Nessuno sa dirlo... Qui, comunque, nella stradina di Marechiaro, sembra di essere in un'altro mondo.Sposa01

La cerimonia non è lunga, per fortuna, ed io la seguo dall'esterno, guardando Capri, le regate, e chiacchierando con chi viene fuori a fumare una sigaretta. La chiesa è piccolina, e ci fornisce un alibi perfetto per restarne fuori.

Il "dopo" è perfetto. Nessuno sembra aver voglia di lasciare quel pezzetto di paradiso che è Marechiaro. Si ciacola, si scattano foto, si guarda con una certa invidia la bellissima gioventù che accompagna on questa giornata Maria Sole, ed il gruppo delle cugine e cugini storici (fra cui le mie Marzia e Marianna).

Marianna, amica del cuore di Maria Sole, è alquanto commossa. Marisa e Marzia meno. Lasciamo il sagrato di Santa Maria del Faro senza fretta. Sembra che nessuno abbia voglia di andarsi a rinchiudere il un ristorante, per quanto bello. Però è giunta l'ora... tutti in macchina, destinazione Villa Belvedere, al Vomero. Altri panorami, altra carrellata su questa città alla quale sembra mancare sempre qualcosa per essere meravigliosa. Il trasferimento al ristorante non è traumatico. E' sabato, poco traffico, e stiamo trasferendoci da un posto bello in un altro posto bello: Villa Belvedere, al Vomero. Vecchia villotta nobiliare, vista stupenda sul Golfo, Su Castel dell'Ovo, ora adibita a celebrazioni di vario genere.

Marisa_marziaPer fortuna il tutto si svolge come dovrebbe essere sempre... meno di 47 portate, piatti raffinati ma non pantagruelici, musica "etnica" (cioè napoletana). Non sono riusciti ad ingaggiare Apicella. Pazienza... ci accontentiamo di due posteggiatori forniti di mandolino e di una discreta voce.

Maria Sole non ha l'aria distrutta. Il tutto si svolge con grande allegria. Il lavoro grosso lo ha "sbrigato", con grande aiuto da parte dei suoi, nei giorni precedenti. Al pranzo ci arriva distesa. Io un po meno... Quando si tratta di cerimonie, non vedo l'ora che finiscano. Non sono più abituato a giacche, cravatte e scarpe di cuoio.

Per fortuna il pranzo è leggero: antipasti ed assaggini in quantità, ma tutti molto delicati, e poi pranzo leggero, che include una favolosa spigola portata per l'occasione da un elicottero della Guardia di Finanza

Mariasole

Nel tardo pomeriggio, ritorno in albergo (20 metri di scalata con le scarpe in mano), per goderci il tramonto sul golfo. Poi una ripulita, e quindi a casa della sorella di Marisa, a Posillipo, a godere di un'altra vista stupenda. Prima tramonto, poi notturna, sul golfo. Dopo il gran vento, le luci della penisola sorrentina e di Capri sembra di poterle toccare.

Peccato... riusciremo mai a recuperarla, questa città? Domani è un altro giorno. Ci attende una pranzo leggero, spero una passeggiata per Napoli semideserta per la giornata domenicale, e poi a sera una pizza informale fra amici che non abbiamo incontrato. Marisa ed io, Pupetta ed il suo zito, Marco...

Sono molto curioso di incontrarli. Peccato non averlo deciso prima ed in maniera più formale. Avremmo potuto allargare la cosa ad altri Tafani. In fondo, però, è meglio così... Trenta persone mettono allegria. In cinque o sei si riesce a conversare insieme dello stesso argomento. Ma questa è storia di domani... (Continua)

Riccardo_marianna_3

 

Taf_figliamarzia_2

 

Gruppo01

Abstract

 

giovedì 25 settembre 2008

...scusate per il ritardo...

Guantanamo_larutta_marroniUna settimana di impegni parentali e conviviali, di cui vi racconterò, mi hanno distratto dai miei doveri di insetto molesto. Spero di recuperare, anche se sarò costretto a farlo attraverso spiacevoli gaps temporali, ed in maniera piuttosto disordinata. Le scriverò così, in ordine sparso, cose che fanno ridere, e cose che fanno disperare.

Iniziamo da questa pagliacciata aviatoria. Siamo tutti "voleurs", come direbbero i francesi, che non significa siamo tutti "uomini volanti", ma siamo tutti ladri. Quanto è costata questa pagliacciata? Quanto costa far volare un caccia per mezz'ora, con l'aggravante di dover fare servizio di baliatico a due ministruzzi in cerca di emozioni forti, photo-opportunities e becera propaganda personale? Non si vergognano, questo avvocaticchio, e questo suonatore di bongos? E Brunetta, feroce licenziatore di bidelli e centralinisti, non ha niente da obiettare? E la Corte dei Conti si sveglierà dal sonnellino pomeridiano? Perchè non chiede ai due della pagliacciata il rimborso del danno erariale?Larussa_maroni_topstrun

Napoli. La monnezza è sparita dalle zone-bene (Piazza Municipio, Chiaia, Posillipo). Discuteremo nei prossimi giorni sul dove sia stata nascosta. Però neanche nelle zone bene i soldatini congiunti di La Rutta & Marroni sono riusciti a ripulire il territorio dalla monnezza umana. La Rutta & Marroni hanno ragione. Gli extra-comunitari costituiscono un problema. Nella zona-bene di Chiaia, quattro italiani "bravaggente" massacrano di botte, lasciandolo per terra mezzo morto, un extra-comunitario che avevano "colto sul fatto": un giovane americano che aveva osato appoggiarsi al loro SUV. Finalmente anche a Napoli la legalità è ristabilita.

Trenitalia, Viaggiare Infornati: Intercity Napoli-Roma. arriviamo in stazione 15 minuti prima della partenza. Sul tabellone elettronico il nostro treno non è indicato. Dopo qualche minuto, sentiamo qualcosa che sembra un muggito dire qualcosa circa il nostro treno. Annuncio solo in italiano, acustica incomprensibile. Ci informiamo. Ci dicono (ormai mancano solo 5 minuti all'orario di partenza) e ci dicono che il treno non partirà più da Napoli Centrale, ma da Napoli Campi Flegrei. Signurì! non vi preoccupate, pigliateve a metropolitana, 'o treno v'aspetta! Niente avvisi sui tabelloni luminosi; niente avvisi, nè acustici (peraltro inutili), nè luminosi, su questa piccola variante. Tutti gli stranieri perderanno il treno. Anche molti italiani.

Noi siamo fortunati. Prendiamo il treno a Campi Flegrei. Partiamo con 50 mimuti di ritardo per un viaggio da 120 minuti. La prima cosa che colpisce, entrando nello scompartimento, è il puzzo da fossa biologica in tutta la vettura. Ci sono due toilette, lerce fin dalla partenza, ai due estremi della vettura. In una delle due, i viaggiatori ignari entrano, si chiudono, e rimangono bloccati dentro, Ogni volta volenterosi compagni di tradotta, aiutano il malcapitato a sfondare la porta e ad evadere dal pertugio maleodorante. All'altra estremità c'è una toilette che si apre dall'interno. Ha qualche problema alla chiusuta. Si deve sbattere la porta molto forte. Lo faccio. La vibrazione fa staccare un armadietto di metallo arruginito (poggiao nella sua sede ma non fissato (mancano le viti relative. Mi cade sul piede di spigolo, e quasi me lo buca. Scopro la fonte del puzzo da fogna: la saracinesca che dovrebbe isolare la tazza del WC dalla canna di scarico è bloccata in posizione di aperto. Torno nello scompartimento. Il puzzo di merda in tutto il vagone è insopportabile. Ci chiudiamo ermeticamente, in sei, nello scompartimento. Vetri ermeticamente chiusi (la vettura è "predisposta" per l'aria condizionata, che non funziona).

Un viaggiatore abituale ci dice che a sinistra si vede il mare. Nessuno riesce a vederlo. Possiamo però immaginarlo: io me lo ricordo, da quando ero ragazzo. Il vetro del finestrino è una impenetrabile cortina di sporcizia. Le foderine dei poggiatesta, meglio non guardarle. E' importante ricordarsi di non sfiorarle, neanche occasionalmente. Mi viene da grattarmi in testa, continuamente. Suggestione? pidocchi veri? A Roma arriviamo con 50 minuti di ritardo, incazzati, puzzolenti, sudati e scorticati dalle grattate. Posso assicurare che alcuni treni che da Malindi andavano a Nairobi erano meno preoccupanti.

Il Nano di Arcore, dopo aver risolto brillantemente il problema di Alitalia, si farà carico anche di Trenitalia?

Dopo l'Aviazione, arriva la Marina: anche l'accordo firmato fra i due statisti Gheddafi e Berlusconi rappresenta una svolta epocale, tanto che Marroni aveva pensato di spendersela con uno sbarco (vestito da marinaretto, questa volta?) in Libia, a bordo di una imbarcazione militare. Questa volta gli è andata male. Lo statista Gheddafi (per una volta benedetto da Dio), gli ha fatto sapere che in Libia Marroni ci andrà se, quando e come lo deciderà la Libia. Intanto gli sbarchi di clandestini, dopo l'accordo Gheddafi - Cipria, hanno raggiunto livelli record. Ieri 260 vivi, ed un numero imprecisato di morti. Nel dare la notizia in pochi secondi, il Tg5 (quello comunista) ha accuratamente evitato di avanzare qualsiasi ipotesi su quale sia stato il paese d'imbarco. Sono giornalisti seri, eccheccazzo!

Intanto continua la "tragedia dei cieli": c'è l'accordo, anzi forse. Alle 12 scade l'ultimatum dell'ENAV. Anzi no. Forse trattasi di penultimatum. Fantozzi "prende tempo": ha inviato all'ENAV la documentazione per dimostrare che l'Alitalia è in grado di volare "almeno fino a fine mese"! ...azz... ancora 5 giorni di vita! Per Alemanno il problema ' "difendere strenuamente Fiumicino": SE AVANZO SEGUITEMII, SE MI FERMO SPINGETEMI, SE INDIETREGGIO UCCIDETEMI. Vediamo di accontentarlo. Per Formigoni & Letizia Brichetto il problema è difendere strenuamente Malpensa. Per mio cugino il problema è difendere strenuamente l'aeroclub di Bresso. Per Scajola il problema è difendere strenuamente l'aeroporto di Albenga, mentre per Bossi il problema è difendere strenuamente il progetto di un nuovo hub a Cassano Magnago.

Altero Matteoli è cautamente pessimista, Sacconi è cautamente ottimista. Le grandi linee aeree (lo ha assicurato Berlusconi) si stanno picchiando per entrare nella NewCo (l'abominevole AirFrance alla quale "non venderemo mai", la Lufthansa, e persino la British. Forse anche l'Air Dolomiti, che ha un volo per Innsbruck, diventerà partner internazionale, e darà il suo know-how. Veniamo anche noi del Tafanus. Trovare compratori "a gratis" e a rischio zero è un gioco da ragazzi. Tutte le sigle sono d'accordo, anzi no. AVIA non è stata convocata, anzi si, ma "informalmente" (?) Colaninno non rilascia dichiarazioni. I piloti frenano, Letta accellera.

Air France potrebbe entrare col 10%, ma forse col 25%. Lo ha detto Apcom, che lo ha saputo da FrancePresse, che lo ha saputo da fonti industriali, che lo hanno saputo da mio cugino Ubaldo, che lo ha saputo da un amico di Sacconi. (continua)

lunedì 22 settembre 2008

Gomorra, fronte del Nord

(di Gianluca De Feo ed Emiliano Fittipaldi - l'Espresso)

Bologna, Modena, Parma, Reggio: è la nuova terra di conquista dei casalesi. Il pentito Bidognetti descrive l'assalto camorrista. Con il gioco d'azzardo, il racket, l'ingresso nei cantieri. E con la sfida dei padrini campani a Felice Maniero: 'Fatti da parte'

Altanfutmer Tra la via Emilia e il West, nella Modena cantata da Francesco Guccini, c'è gente che le pistole le usa davvero. "Gli interessi dell'organizzazione dei casalesi si estendono oltre la provincia di Caserta, anche ai territori dell'Emilia-Romagna, e in particolare alle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna. L'interesse dei casalesi e la loro presenza sul territorio inizia sin dalla fine degli anni Ottanta, ma in realtà molti miei concittadini, per motivi attinenti ad attività da loro prestate, in modo particolare nel settore edile, si trasferirono in Emilia già negli anni '70. Oggi si può dire che, vista la numerosa presenza di casalesi in quella zona, Modena e Reggio Emilia corrispondono a Casal di Principe e San Cipriano D'Aversa....".

Domenico Bidognetti è stato un protagonista del romanzo criminale che in vent'anni ha portato i camorristi di tre paesini alla costruzione di un impero. Lui Gomorra l'ha vista crescere e prosperare. È cugino del padrino Francesco Bidognetti, quel Cicciotto 'e Mezzanotte che anche dal carcere ha dominato l'ascesa dei mafiosi campani. La sua collaborazione con i magistrati, che va avanti da un anno, sta svelando nuove dimensioni della conquista casalese. Partendo dall'occupazione di quelle province del Nord dove maggiore era la prospettiva di guadagno e minore il rischio di entrare in guerra con le cosche siciliane e calabresi, radicate in Lombardia e Piemonte: l'Emilia-Romagna, appunto, e parte del Veneto. Con il sogno proibito di mettere un piede a Milano, realizzando quell'assalto alla capitale morale già tentato da Raffaele Cutolo nei primi anni Ottanta.

Giochi d'azzardo Il contagio avviene sempre partendo dai soldi. Prima le bische e gli investimenti immobiliari. Solo in una seconda fase si mettono sul tavolo le armi e la violenza per imporre il racket. Con un obiettivo strategico: entrare nel giro delle grandi opere, trasferendo sopra la linea gotica gli accordi con le aziende padane collaudati nei cantieri campani dell'Alta velocità. Si comincia quindi dall'industria dell'allegria. Bidognetti elenca night e ristoranti gestiti dagli affiliati, racconta della spartizione del territorio con i calabresi e con il boss del Brenta Felice Maniero, parla delle mazzette estorte ai costruttori Pizzarotti di Parma, in un'Emilia inedita in cui i camorristi sembrano muoversi come fossero a casa loro.

Rivelazioni pagate a caro prezzo. Il padre di Bidognetti è stato assassinato tre mesi fa. Lui invece è andato avanti. Le sue parole intersecano e completano anni di indagini della Procura antimafia di Napoli, che già hanno svelato la penetrazione della famiglia Zagaria a Parma. Ma anche l'altro collaboratore di giustizia, Gaetano Vassallo, fornisce retroscena illuminanti sui traffici di cocaina tra Riviera romagnola e Costa Domiziana, completando l'affresco dell'arrembaggio malavitoso.

Soldi facili La scoperta della terra promessa avviene secondo il modello classico: il soggiorno obbligato. Un capoclan spedito dai giudici a Modena fa di necessità virtù criminale: sfrutta le colonie di emigrati campani onesti per imporre il modello camorrista. "Accadeva tra l'89 e il '90. All'epoca noi ritenevamo questa zona molto sicura, una sorta di fortezza. Sui casalesi e i sanciprianesi residenti lì esercitavamo pressioni, quando eravamo a Modena o Reggio per latitanza o provvedimenti di natura giudiziaria". Domenico Bidognetti si trasferisce in Emilia una prima volta a 15 anni: è apprendista di una ditta casertana, ma dopo tre mesi torna indietro "perché mi sentivo sfruttato". Scopre così che ci sono soldi molto più facili. Le bische, ad esempio, e i videopoker che i casalesi decidono di gestire "in regime di monopolio". La rete che unisce Caserta, Modena e Reggio frutta oltre 200 milioni di lire al mese, che i boss venuti dal Sud non vogliono dividere con nessuno.

"Venimmo a sapere che c'era un gruppo riconducibile a Felice Maniero e a un calabrese che volevano inserirsi in quell'attività. Decidemmo di incontrare il Maniero, e da Casal di Principe partì una squadra di notevole spessore criminale": una delegazione che somma diverse condanne all'ergastolo. Due auto con pezzi da novanta come i cugini Bidognetti, Raffaele e Giuseppe Diana e l'imprendibile latitante Antonio Iovine. "Nell'incontro imponemmo a Maniero di lasciar perdere. Quando tornammo, mio cugino Cicciotto commentò l'inutilità del loro intervento, dando del 'drogato' a Maniero". L'atteggiamento cambia nei confronti della 'ndrangheta. I padrini casertani si fanno più rispettosi e stringono patti. Le zone dove incassare il racket vengono divise in base alla provenienza: ognuno impone il pizzo a negozianti e ditte create in Emilia da emigrati della zona d'origine, riproducendo al Nord omertà e regole di casa. È una situazione paradossale: nella gogna finiscono imprenditori che avevano lasciato il Sud proprio per sfuggire alla prepotenza dei clan. Per i boss invece le spedizioni hanno parentesi felici: nei ristoranti e nei night emiliani non devono chiedere, tutto viene offerto, tutto è gratis. "Tirammo fuori solo una mancia per le ragazze che ci avevano intrattenuto..." [...]

La legge del clan Il pentito non lesina dettagli. Elenca i capi militari a cui era affidata la custodia del fronte Nord. "Nel 1995 Francesco 'Sandokan' Schiavone ci rappresentò la necessità di sottoporre a estorsione non solo i commercianti casertani, ma anche quelli non campani, come ad esempio gli emiliani. Per noi fu una novità: sino ad allora le estorsioni venivano praticate solo a danno di imprenditori che realizzavano grossi appalti". La richiesta è legata a un momento di grande crisi economica del clan, con le prime operazioni antimafia che avevano fatto finire in cella capi e gregari e quindi la necessità di mantenere le famiglie. Anche in questo caso c'è un'osmosi tra le attività campane e quelle emiliane. Le commesse pubbliche più importanti a Caserta andavano spesso a colossi del Nord, che poi accettavano la legge dei camorristi, concedendo quote di lavoro e mazzette cash. Il collaboratore ripercorre la storia della Pizzarotti di Parma, che scese a patti per la costruzione del nuovo carcere di Santa Maria Capua Vetere, destinato a custodire proprio i camorristi. Un appalto da 82 miliardi di lire, portato avanti dal '93 in poi, quando Mani Pulite aveva azzerato i cantieri settentrionali. A vincerlo è un consorzio guidato dalla celebre coop ravennate Cmc e dalla Pizzarotti. Gli emissari delle aziende emiliane e i loro geometri vennero intimiditi con schiaffi, percosse e pistole spianate. "Partecipai a una riunione con l'ingegnere della Pizzarotti per sollecitare i lavori che spettavano a una delle nostre ditte di fiducia". I boss ottengono un duplice vantaggio: denaro in nero, pagato attraverso giri di fatture false, e contratti leciti per entrare in una dimensione imprenditoriale.

Scacco alle due torri "Anche a Bologna da tempo i casalesi hanno propri interessi economici". Bidognetti però sugli investimenti non sa essere più preciso: è un uomo d'azione, che ricorda tutto delle pistolettate, ma non ha amministrato capitali. Sul riciclaggio sotto le due torri gli investigatori lavorano da tempo nel segreto. Ma le indagini hanno già smantellato parte della rete creata a Parma dagli Zagaria, assieme ai Bidognetti e agli Schiavone la terza grande famiglia casalese: lì si erano uniti a immobiliaristi locali, trovando agganci nella politica cittadina e sfiorando il colpo grosso. Uno degli Zagaria riesce a incontrare Giovanni Bernini, leader emergente di Forza Italia e presidente uscente del consiglio comunale ma soprattutto consigliere dell'allora ministro Pietro Lunardi. Dalle intercettazioni emerge come la ricerca di un contatto con Lunardi e con i costruttori parmensi fosse quasi un'ossessione per gli Zagaria. Non è un caso. Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna scandiscono l'asse delle opere più importanti in ballo: l'Alta velocità, le tangenziali, le nuove corsie dell'autostrada. Un Eldorado di cantieri e subappalti che hanno tentato in tutti i modi di infiltrare. Finora non c'è prova che ci siano riusciti. Ma i padrini casertani contano sul fattore protezione: quasi tutti i colossi italiani hanno costruito nel territorio chiave tra Roma e Napoli. Dove avrebbero ricevuto dai casalesi servizi importanti: sicurezza, manodopera a basso costo e pace sindacale. Il tutto in cambio di subappalti, portati a termine con efficienza. Un contratto che molti manager settentrionali hanno trovato vantaggioso.

La dama bianca In Romagna i casalesi scoprono anche delle professionalità innovative. Ne parla Gaetano Vassallo, 'il ministro dei rifiuti' della camorra, descrivendo l'ammirazione del clan per un narcos romagnolo, che apre una nuova rotta per i rifornimenti di cocaina dal Sudamerica. Un personaggio che viene subito ammesso nella cerchia che conta per la capacità di far entrare fiumi di droga attraverso tanti corrieri insospettabili: dieci chili a settimana, 40 al mese. Li chiamavano 'criature', ossia bambini. Ma l'amico della Romagna era anche in grado di fornire rifugi sicuri per i latitanti che volevano stare alla larga dalle retate e dai killer avversari. Quando il clima ad Aversa e a Casal di Principe si faceva teso, quale migliore esilio che il divertimentificio adriatico?

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Perquisito l'Espresso, proteste dei giornalisti
(Repubblica — 21 settembre 2008)

Otto ore di perquisizione. La Guardia di Finanza è tornata al settimanale l'Espresso. Per la seconda volta in otto giorni. Setacciate le case degli autori dell'inchiesta "Gomorra al Nord", copertina del numero in edicola, che racconta l'assalto del clan dei Casalesi all'Emilia Romagna e al Veneto, con estorsioni e minacce,

Le collusioni di imprenditori e politici campani. La procura di Napoli, che ha firmato il mandato, è a caccia di prove sui responsabili della fuga di notizie. Perquisita l'abitazione di un collaboratore del giornale che non ha mai lavorato agli articoli sotto accusa ma che cura le corrispondenze. «Pesante intimidazione. Andremo avanti», dice Daniela Hamaui, direttrice del settimanale. All'alba dodici uomini della guardia di Finanza bussano a casa di Emiliano Fittipaldi, al quartiere Esquilino a Roma, che con Gianluca Di Feo firma l'inchiesta. Il decreto di perquisizione riguarda anche Di Feo che però è fuori per il weekend, dunque l'appartamento resta piantonato sino al suo rientro. «Non c'era molto da portare via - dice Fittipaldi - avevano già rastrellato tutto l'altra volta. Non restava che il registratore di mia moglie».

Venerdì 12 settembre, infatti, subito dopo la pubblicazione dell'articolo "Così ho avvelenato Napoli" sullo scandalo rifiuti, le "fiamme gialle" hanno fatto una prima perquisizione con sequestro di documenti, agende, hard disk. Anche stavolta, all'indomani dell'uscita del settimanale, la perquisizione. Ieri mattina per oltre cinque ore i finanzieri hanno setacciato anche la redazione de l'Espresso. «Hanno portato via i nuovi hard disk e l'intero computer di Di Feo». Nelle stesse ore a Napoli veniva perquisita la casa di Claudio Pappaianni, collaboratore del giornale, «del tutto estraneo» alle inchieste sugli affari dei Casalesi. Ma che ha subito il sequestro di agende e hard disk. L'Espresso documenta l'assalto camorrista a Bologna, Modena, Parma, Reggio. Racconta la nuova frontiera dei Casalesi. Con il gioco d' azzardo, il racket, la sfida a Felice Maniero, il boss del Brenta. A parlare sono "pentiti", che narrano di accordi inconfessabili con politici campani, accusano tra gli altri il sottosegretario al Tesoro, Nicola Cosentino, esponente del Pdl. La direzione del giornale assicura i lettori che «il settimanale continuerà nella sua opera di puntuale informazione e denuncia, che non si farà intimidire da spettacolari e gravi iniziative della magistratura tese a limitare la libertà di informazione». La redazione esprime «massima preoccupazione». Il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e i vicedirettori sono solidali con i colleghi de l'Espresso «per le ripetute e sproporzionate azioni intimidatorie che minacciano il loro lavoro». L'Ordine dei Giornalisti parla di «episodio illegittimo». La Federazione nazionale della stampa si ribella contro «quest'azione invasiva, grave, sconcertante». «A questo punto intollerabile». per saperne di più: http://www.espresso.repubblica.it www.gdf.it e http://www.giustizia.it politica e giustizia
(Elsa Vinci)

Questi i fatti nudi e crudi: da due settimane l'Espresso pubblica articoli molto documentati sulle collusioni di rappresentanti di partiti di maggioranza (in particolare Forza Italia ed AN (e non di rappresentanti di secondo piano) con la camorra. Ora dobbiamo fare i modo che sia gli articoli dellEspresso, che la notizia dello sconcio della caccia alle guardie, anzichè la caccia ai ladri, non spariscano datta rete, facilitandone una diffusione capillare sul maggior numero possibile di blogs. Invito pertanto chi dovesse leggere questo post a riprodurlo e diffonderlo. In difesa della libera informazione, primo motore della democrazia. Tafanus

sabato 20 settembre 2008

..quando si dice la Patania mitteleuropea...

Era da un pezzo che a Milano e dintorni si sentivano lamentele, sempre più frequenti, circa semafori nei quali il giallo aveva la durata di millisecondi. Cogli l'attimo. Multe che fioccavano anche su gente che non attraverserebbe mai col rosso, neanche se il rosso si inchiodasse per un'ora. Ora viene fuori questo porcaio, che fa onore alla Capitale Morale e dintorni. Una domanda sorge spontanea: come si fa ad affidare l'installazione dei semafori, e la loro regolazione, a mazzettari che vengono retribuiti non già sulla base del costo dell'opera, ma su base "provvigionale"? Più multi, piu' gadagni, ed una parte non irrilevante finisce nelle tasche di chi ti ha appaltato il lavoro.

Ma alla Letizia Brighetto Arnaboldo Moratti Viendalmare, donna del fare, una eventualità di possibili imbrogli incoraggiati, e addirittura suggeriti da questo meccanismo, mai venuta in mente?

MILANO - C'è il comandante di polizia municipale che dice: "In agosto si sposa mia figlia... Mi servirebbe un prestito da mille euro". E c'è il sindaco di un paese in provincia di Imperia che riesce a sistemare la figlia come dattilografa in una società di controllo degli impianti semaforici. Ma soprattutto, ci sono le tangenti. Quelle che secondo una "gola profonda" della Guardia di finanza sarebbero state pagate a vigili urbani e amministratori locali per aggiudicarsi la gestione degli impianti che fotografano gli automobilisti troppo veloci o troppo incuranti dei colori del semaforo.

A rivelarle è un ex dipendente di un'azienda con sede nel Delaware, negli Stati Uniti, ma attiva tra le province di Brescia e di Verona. Una delle ditte su cui sta indagando il pubblico ministero Alfredo Robledo della procura di Milano. Il testimone parla esplicitamente di "atti di corruzione" e assicura: i compensi hanno riguardato trecento amministrazioni comunali.

Le rivelazioni del "pentito delle multe selvagge" disegnano un sistema diffuso in tutt'Italia, una sorta di tangentopoli che è al contempo anche una "parentopoli". La corruzione, infatti, sarebbe avvenuta attraverso il coinvolgimento di familiari dei funzionari pubblici da oliare che venivano assunti come dipendenti della società. Si era stabilita una tariffa: per ogni verbale notificato 3 euro dovevano andare al vigile corrotto. Il "contratto" veniva stipulato direttamente dal titolare della società con il sindaco, il segretario comunale o il comandante di polizia municipale di turno.

La Finanza ha già trovato numerosi riscontri: in un comune in provincia di Rovigo, ad esempio, una società ha assunto il fratello del comandante dei vigili come videoterminalista, ritrovando anche un documento in cui si attesta il pagamento di un anticipo di 500 euro.

Con le amministrazioni, inoltre, la società stipulava dei contratti di "progetto obiettivo": una volta raggiunto determinati introiti, il compenso destinato all'azienda. "In realtà tale compenso - dice il testimone - andava alla polizia municipale", in una percentuale che oscillava tra il 5 e il 7 per cento. Al centro di questo sistema c'era un imprenditore che, direttamente o attraverso vari prestanome, controllava otto società diverse che in più casi si presentavano come concorrenti nelle gare d'appalto, riuscendo in questo modo a pilotarle. Gli accertamenti delle Fiamme gialle si stanno concentrando su decine di comuni italiani, da Brianzé, in provincia di Vicenza, a Sant'Olgese, in provincia di Genova, da Lurago d'Erba, in provincia di Como, a Palestro, in provincia di Pavia. Del cartello di società faceva parte anche un'azienda incaricata di attestare la taratura degli autovelox ogni volta che la Prefettura e il Giudice di pace lo richiedeva dopo i ricorsi presentati dagli automobilisti. Quasi sempre, però, "si trattava di false attestazioni": le operazioni tecniche, in realtà, non venivano mai eseguite.

A capo del gruppo imprenditoriale c'era un imprenditore bresciano legato, secondo la testimonianza resa alla Guardia di finanza e coperta da segreto, anche a un'associazione di polizia locale.

Le rivelazioni fanno parte della stessa inchiesta che ha portato, mercoledì scorso, all'arresto di quattro imprenditori che farebbero parte, per la procura, di un altro cartello, al cui vertice ci sarebbe Raoul Cairoli, amministratore della Citiesse srl. Ieri Cairoli è stato interrogato dal gip Andrea Ghinetti, alla presenza dell'avvocato Davide Bartulli e ha chiesto di poter essere ascoltato nei prossimi giorni dal pm Robledo.

giovedì 18 settembre 2008

Storie indecenti su Saccà, Berlusconi, puttanelle varie, questuanti di destra.

Espresso_raisetSaccà-Berlusconi, nuove telefonate: depositate novemila intercettazioni. Sull'Espresso le conversazioni tra l'allora capo dell'opposizione e l'ex direttore Rai Fiction Agostino Saccà - A Napoli il Cavaliere è indagato di corruzione. I rapporti tra potere politico e Rai

TELEVISIONE E POTERE
Silvio segreto
(di marco lillo)


GLI SCAMBI POLITICO-AFFARISTICI CON IL DIRIGENTE RAI SACCA' . LA SUPERVISIONE SULLE SCELTE MEDIASET. DALLE INTERCETTAZIONI DI NAPOLI EMERGONO LE TRAME RISERVATE DI BERLUSCONI

"...Non è possibile che il produttore di fiction Valsecchi ha 50 milioni di euro di contratto quadro e lui niente. Ma insomma, qui si tratta di fare un contratto quadro che per lo meno sia di 30 milioni di euro all'anno per tre anni anche a Guido De Angelis...".

A parlare così in un'intercettazione telefonica agli atti della Procura di Napoli non è il direttore della fiction di Mediaset, Giancarlo Scheri. Nemmeno il direttore generale del gruppo Alessandro Salem. L'uomo che sta spiegando come suddividere la torta tra i produttori di serie televisive per Mediaset, riequilibrando le quote tra loro, è uno dei membri dell'Autorità garante delle Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi. E il suo interlocutore, il destinatario di quel consiglio, come lui stesso racconta al telefono, è Silvio Berlusconi. E sarà poi lo stesso Cavaliere a mettere in pratica quel suggerimento, girandolo a suo figlio Piersilvio e a Salem in un incontro ad Arcore. Queste intercettazioni, che smontano la teoria di Berlusconi sul suo totale disinteresse sulla gestione di Mediaset, fanno parte delle 9 mila telefonate depositate nell'inchiesta napoletana per corruzione contro il Cavaliere e il direttore di Rai fiction, Agostino Saccà. 'L'Epresso' ha visto una parte di questo materiale e ha scoperto uno scenario di scambi segreti, complotti e raccomandazioni. Il tutto scandito nelle telefonate intercettate, quelle che in futuro potrebbero essere oscurate dalla legge che imbavaglia l'informazione.

SaccaSi parte dall'intercettazione inedita nella quale il Cavaliere prega il direttore di Rai fiction Agostino Saccà di fare lavorare l'attrice Antonella Troise perché "sta diventando pericolosa". È il 12 settembre del 2007 quando il leader di Forza Italia chiama dalla sua residenza romana il telefonino di Saccà. Dopo un commento sulla nomina di Fabiano Fabiani (successivamente uscito di scena) a consigliere Rai ("Ho un buon rapporto con lui ", dice Silvio, "non è una sciagura") il Cavaliere entra nel vivo: "Quella pazza della Antonella Troise si è messa in testa che io la odio. Che io ho bloccato la sua carriera artistica, ed è andata in giro a dire delle cose pazzesche... Ti chiedo questa cortesia di farle una telefonata... Perché sta diventando pericolosa". Cosa possa avere di tanto pericoloso per l'uomo più potente d'Italia una giovane senza lavoro è davvero un mistero. E lo resterà fino a quando la Procura di Napoli non depositerà tutti i nastri, compresi quelli delle utenze delle ragazze, che pur non essendo indagate sono state intercettate dalla Guardia di Finanza di Napoli. Al momento i pm napoletani Paolo Mancuso e Vincenzo Piscitelli non hanno depositato quelle telefonate perché ritenute non rilevanti: probabilmente seguirà uno stralcio dagli atti e la loro distruzione.Fedele_confalonieri

I rapporti con le ragazze, comunque, si inseriscono in uno scenario dove le raccomandazioni sono un mezzo e non un fine. Saccà, secondo la Procura, usa il suo ruolo nella televisione pubblica e piazza le attrici segnalate per ricevere dal Cavaliere un aiuto nella sua futura attività privata ("Agostino, ti contraccambierò quando sarai imprenditore"). E anche per Berlusconi talvolta il fine ultimo sarebbe quello di convincere un politico di sinistra a passare dalla sua parte: quella che lui chiamava"operazione libertaggio".

Se i pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio per Berlusconi non è certo perché raccomandava cinque attrici: oltre alla Troise, sono indicate Evelina Manna, Elena Russo, Camilla Ferranti ed Eleonora Gaggioli. Ma perché "nella sua duplice veste di leader politico e di maggiore imprenditore privato italiano del settore televisivo prometteva al direttore di Rai fiction il sostegno economico alle iniziative private che Saccà si apprestava a intraprendere".

Bordon_willer "Il gioco grosso", lo definisce al telefono Saccà, quello che doveva riportare Berlusconi a Palazzo Chigi, grazie alla spallata contro Romano Prodi di un manipolo di senatori transfughi del centrosinistra. L'uomo chiave di questo 'gioco grosso' finora è rimasto nell'ombra. Si chiama Giancarlo Innocenzi , è stato sottosegretario alle Comunicazioni nel governo Berlusconi e prima ancora dirigente di Mediaset. Poi è stato nominato membro dell'Autorità garante delle Comunicazioni, ma più che un arbitro sembra un giocatore. Nell'agosto del 2007, quando il governo Prodi comincia a scricchiolare, Innocenzi entra in campo e comincia a lavorare ai fianchi il senatore del centrosinistra Willer Bordon (a sua volta intercettato durante un colloquio con Saccà per difendere la fiction di De Angelis 'Incantesimo' a rischio chiusura). Bordon ha una moglie attrice con un buon curriculum, si chiama Rosa Ferraiolo: Innocenzi mette in pista il suo amico produttore cinematografico De Angelis per farla lavorare. È lui stesso a raccontarlo il 2 agosto ad Agostino Saccà. A stopparli è il direttore di RaiUno, Fabrizio Del Noce, per un problema di costi. E Saccà si preoccupa, teme che il capo di RaiUno racconti la vicenda della moglie di Bordon: "Perché possono capire che c'è un gioco più grosso". (...il "gioco più grosso", a posteriori, può essere individuato nell'improvviva ostilità di Bordon al governo Prodi, e cioè al piatto in cui ha abbondantemente mangiato. Ma forse ha ancora più fame... Ndr)

Evelina_manna Parallelamente al 'gioco grosso', prosegue anche quello piccolo. Berlusconi raccomanda amiche per parti minori nelle fiction Rai e trova finalmente una sponda proprio nel produttore Guido De Angelis che manda a casa una attrice selezionata per merito, Sara Zanier, per fare spazio alla raccomandata del Cavaliere ("Una figura di merda", chiosa De Angelis). Ma Berlusconi apprezza. Vuole conoscere De Angelis e lo invita a pranzo per il 25 ottobre. Ma prima tocca al 'gioco grosso', a 'Inox' e 'Tex', i nomi in codice usati nelle conversazioni intercettate per definire rispettivamente Innocenzi e Willer Bordon. Subito dopo un incontro con Berlusconi, Innocenzi chiama De Angelis al telefono e racconta quello che ha detto al Cavaliere: "Dovete fare a Guido un contratto quadro che sia per lo meno di 30 milioni all'anno. Guarda c'era anche Willer". Frasi che riportano in primo piano la questione del conflitto di interessi, tanto più perché riferite a un membro dell'Authority che dovrebbe controllare Mediaset. Non solo: alla scena assisterebbe, se è vero quello che dice Innocenzi, anche un senatore dell'opposizione, Willer Bordon.

Gianni_lettaIl giorno dopo tocca a De Angelis incontrare Berlusconi. Per il produttore trattamento di prima classe: pranzo a due, chiacchiere amichevoli e impegno a rivedersi al più presto ad Arcore, stavolta per discutere di lavoro. De Angelis in gioventù è stato un cantante famoso. Con il fratello ha creato il gruppo degli Oliver Onions, celebri per le colonne sonore di sceneggiati e film, come 'Sandokan' e 'Trinità'. Complice la passione della musica nasce un idillio. Guido regala il suo ultimo disco e il Cavaliere ricambia. A sera si scambiano i pareri. Con De Angelis che commenta: "Ho sentito il tuo disco. Allora, le canzoni che preferisco sono in ordine: 'Il fantasma di un amore'. 'Mi dici addio'... E tre, 'L'ultimo amore'. Sono belle. Prendono. Sono toccanti, sono...". Berlusconi è più prosaico: "Grazie; io invece ho messo su il tuo disco... e sono stato strappato dall'ascolto dalle terribili telefonate che mi venivano ieri sera dal Senato, dove li abbiamo messi sotto per ben sette volte". Poi il leader del centrodestra va al sodo e segnala un'attrice: "Se potete fare una telefonata oggi a questa Evelina Manna, perché è in uno stato di frustrazione assoluta... Se puoi chiamarla tu personalmente... dicendole che io sono intervenuto". Insomma i due si capiscono al volo.Piersilvio_berlusconi

Il 6 novembre, Berlusconi fa salire De Angelis sul suo aereo personale da Ciampino a Linate poi lo porta ad Arcore in elicottero: lì parlano con i vertici di Mediaset. Pranzano insieme in quattro con il direttore generale di Mediaset, Alessandro Salem, e il vicepresidente Piersilvio Berlusconi. Il Cavaliere dice: "Dopo Valsecchi, la priorità va a Guido", Piersilvio e Salem acconsentono. Perché tutta questa attenzione? Guido De Angelis è diventato un personaggio fondamentale in entrambi i giochi che stanno cuore al Cavaliere. Il 4 novembre Berlusconi lo chiama per dirgli: "Senti, per le fanciulle mie, ti ringrazio, le avete convocate credo, tutte quelle che vi ho dato?". E lui risponde: "Sì, tutte tranne una. Perché ti volevo chiedere l'impegno... Sai queste vogliono fare tutte le dive". Ma non è solo quell'aspetto a intrigare il Cavaliere. La sera prima del meeting di Arcore, il 5 novembre 2007, Giancarlo Innocenzi racconta a Guido De Angelis che il presidente lo ha chiamato a mezzanotte e mezza per sapere se riusciranno a convincere Tex Willer. Tanta fatica per nulla. A far cadere il governo, poi, ci penserà da solo Clemente Mastella.

Giuliano_urbani Telefonano in tanti, per chiedere favori: La Statista - Tutta - D'un - Pezzo Letizia Arnaboldi Brichetto Moratti Viendalmare, per racomandare lamoglie sel suo stretto collaboratore Paolo Glisenti; il compassato Gianni Letta, meglio noto come il Richelieu di Al Cafone; il fustigatore di costumi Maurizio Costanzo; l'integerrimo Fedele Coinfalonieri...   E poi si telefona per Luca Barbareschi (quello di AN dalle mani pulite), E Giuliano Urbani (il fondatore dell'Associazione per il Buon Governo, nientemeno...) per la sua compagna Ida Di Benedetto. Tutti a chiedere, a segnalare, ad intercedere... per carità.. solo se si può...

Aiutami, quella è diventata pericolosa

Telefonata tra Silvio Berlusconi (B) e Agostino Saccà (S) del 12 settembre 2007. Il Cavaliere dice al dirigente Rai che gli vuole parlare di "due cose": la prima riguarda il senatore "calabrese eletto in Australia" e i metodi per contattarlo, la seconda l'attrice Antonella Troise.

B: Punto secondo, quella pazza della Antonella Troise...

S: Sì.

Antonella_troise B: Si è messa in testa che io la odio...

S: Sì.

B: Che io ho bloccato la sua carriera artistica..

S: Ma...

B: È andata a dire delle cose pazzesche in giro... Ti chiedo questa cortesia, di farle una telefonata...

S: La chiamo...

B: E di dire: guarda che e, e, e... fissare un appuntamento, non lo so, dire che c'è qualche cosa, e di dire che io ti ho tolto la tranquillità perché sono un po' di settimane che continuo a dirti: io devo far lavorare la Troise...

S: Va bene, la chiamo, la convoco...

B: Scusa, dille, sottolinea il mio ruolo attivo...

S: Va bene.

B: Perché io continuo a dirglielo, ma lei dice pensa che io le sia di ostacolo addirittura, che è una cosa folle, io non sono mai stato di ostacolo a nessuno in vita mia in nessun campo... va bene, però è pazza e, quindi...

S: Sì.

B: Fammi questa cortesia perché sta diventando pericolosa.

S: Va bene...

In questa telefonata, quello che impressiona di più è il servilismo di Agostino Saccà, quello che dà del lei al Presidente, il quale continua a dargli del tu. Dignità zero. Servo come pochi. NdR

Per favore, Agostino...
(di Marco Lillo - l'Espresso)

Luca_barbareschiLetta. Urbani. Letizia Moratti. Minoli. Landolfi. Cuillo. Tante le richieste a Saccà. È un telefono bollente, dove arrivano richieste di raccomandazione d'ogni genere. Politici d'ogni colore, sindaci, attori, manager. Tutti domandano qualcosa ad Agostino Saccà: dal gran capo di Mediaset Fedele Confalonieri ai vertici dei Ds, da Letizia Moratti a Luca Barbareschi. Tra giugno e ottobre 2007 la Procura di Napoli registra questa sterminata ragnatela di segnalazioni smistate dal direttore di Rai Ficton, il settore della televisione di Stato con il budget più ricco. Tutti cercano di inserire attrici e programmi nel palinsesto. Lui ascolta, promette, si impegna, richiama: non dice mai di no. Lavora per gli altri e per sostenere i suoi favoriti personali, come l'attrice Isabella Briganti che conquista due fiction. Secondo la ricostruzione dei magistrati, opera nella struttura pubblica lavorando già per il suo futuro di imprenditore privato. Alcune volte raggiunge il risultato: partono appalti e scritture. In molti casi invece l'intervento non pare avere avuto esito. Anche perché l'inchiesta per corruzione nel frattempo diventa pubblica: scattano interrogatori e perquisizioni, facendo cambiare il clima intorno al manager della fiction. Che adesso rischia il processo penale e deve fronteggiare il procedimento disciplinare della Rai. Ma intorno a Saccà si era creata una galassia di potenziali conflitti di interessi e un sistema di scambi di favori, finanziati con il denaro dei contribuenti. Ecco una rassegna delle persone che hanno chiamato Saccà, tratte dai brogliacci di intercettazione depositati negli atti del processo di Napoli.

Giuliano Urbani e Ida Di Benedetto: il connubio tra l'ex ministro della Cultura, ora membro del consiglio della Rai, e l'ex attrice, oggi produttrice di fiction, sopravvive agli anni e alle polemiche. Vittorio Sgarbi nel 2002 fu colpito da una querela per aver insinuato un legame tra le produzioni e la relazione amorosa. Cinque anni dopo la coppia resiste e anche il conflitto di interessi: il 18 giugno del 2007 Saccà riceve una telefonata di Urbani che vuole sbloccare l'attivazione (cioè il via libera ai pagamenti) di 'Angelica', una miniserie della casa si produzione della sua compagna. La stessa mattina, Ida Di Benedetto fa una scenata alla segretaria di Saccà proprio per quella miniserie. Se 'Angelica' stenta, c'è un'altra fiction targata Di Benedetto della quale Urbani si interessa che invece decolla: 'La meravigliosa storia di suor Bakhita'. Approvata e girata.

Letizia_moratti_2Letizia Moratti, Il sindaco di Milano, raccomanda la moglie del suo braccio destro, Paolo Glisenti. Saccà, per rassicurarla sul fatto che il provino al quale teneva era stato fatto, interrompe una proiezione. Purtroppo il provino va male e, puntuale, arriva la telefonata di rimbrotto. Luciana Barazzoni, assistente personale della Moratti è molto dispiaciuta e dice che i suoi capi, Letizia Moratti e Glisenti, oggi segretario generale dell'Expo 2015, tenevano molto al provino per Eliana. Nell'intercettazione non si dice il cognome ma tutto fa supporre si tratti di Eliana Miglio, attrice e moglie di Glisenti. Saccà protesta la sua innocenza per l'esclusione. Dice che non decide da solo, c'è una commissione e comunque lui ce l'ha messa tutta: è andato prima dal produttore e poi dal capostruttura ma non c'è stato nulla da fare.

Luca Barbareschi, Il neodeputato del Popolo delle Libertà, ha una sua casa di produzione, ed è uno degli interlocutori più combattivi quando si parla di soldi. Il 19 giugno 2007 discute con Saccà di una fiction da girare in Sicilia con il contributo della Regione. Chiede 3 milioni e 900 mila euro. Saccà non sgancia più di 3,6 milioni. Barbareschi replica che allora non si fa. Quando Fabrizio Del Noce, a suo dire, gli blocca il contratto, il 18 settembre chiama infuriato da New York. L'amico Agostino gli promette che, attraverso Andrea Ronchi, farà chiamare il direttore generale Cappon. E Barbareschi, poco prima di entrare a Montecitorio, fa in tempo a scandire: "Le intercettazioni di Napoli sono una trappola. Saccà è una risorsa".

Il 21 settembre 2007 chiama Fedele Confalonieri: "Ti disturbo per due cose. La prima è una 'bassa raccomandazione' e la seconda è che vorrei parlare di Valsecchi, De Agostini, per fare un percorso insieme". Accantonata subito la discussione sui massimi sistemi della fiction e sui "percorsi insieme", Fidel passa al sodo: "Mi dicono che la società Albatross di Alessandro Jacchia stia facendo per voi la fiction 'Il bene e il male'. Per la parte del magistrato donna ci starebbe bene Simona Borioni (attrice di 'Vivere') e siccome sia l'agente dell'attrice, Pellegrini, che il regista ne hanno parlato con Jacchia, insomma "le chiedevo se poteva interessarsene". Non capita tutti i giorni di vedere il presidente di Landolfi_mario_2 Mediaset che tenta di piazzare un'amica alla concorrenza. Ma Saccà non si pone domande e si impegna a chiamare il capostruttura e pure il responsabile del progetto per fare il provino e cominciare a ragionarci su.

Il 4 ottobre 2007 chiama Gianni Letta per raccomandare Giuditta Saltarini, la vedova dell'amico Renato Rascel, per un provino a 'Un posto al sole'. Quattro giorni dopo Saccà chiama il produttore della fiction, Roberto Sessa, e chiede della Saltarini. Ancora 4 giorni e il 12 ottobre Francesco Nardella, capostruttura fiction, chiama Saccà e gli dice: "Ma quanto tieni a Giuditta Saltarini?". Saccà risponde: "Tanto, perché è segnalata da Letta". Comunque, la Saltarini non ha ottenuto la parte. Letta ci riprova il primo ottobre quando raccomanda Ruggiero Marino, ex redattore de 'Il Tempo', che vorrebbe scrivere sceneggiature. Agostino si impegna a farlo lavorare come consulente. Detto, fatto. Due settimane dopo, Saccà chiede al produttore se può inserire il giornalista come consulente della sceneggiatura del 'Terremoto di Messina'. Venti minuti dopo Saccà chiama al telefono Letta e gli dice che sta con Marino e che per la sceneggiatura del 'Terremoto di Messina' è tutto a posto. Letta chiama di nuovo un mese dopo per ricordare a Saccà il figlio di Simona Izzo, Francesco Venditti. Saccà si impegna a chiamarlo presto.

Maurizio Costanzo Il 26 giugno raccomanda a Saccà Brigitta Boccoli per il provino che ha sostenuto per 'Incantesimo'. Il 21 settembre del 2007 chiama di nuovo per Giulietta Revel per il cast di 'David Copperfield'.

Mario Landolfi Il parlamentare di An è presidente della commissione di Vigilanza Rai mentre chiama il 16 ottobre del 2007 per il produttore Piero Di Lorenzo. Segnala che il produttore ha speso più di quanto la Rai vuole riconoscergli. Saccà dice che ci stanno lavorando.

Gennaro Malgieri Il consigliere della Rai in quota An chiama per raccomandare la società di Gabriella Bontempo, la moglie di Italo Bocchino, parlamentare di An. Gabriella Bontempo vuole la lettera di attivazione che non arriva ed è preoccupata. Sollecitato da Malgieri, Saccà telefona ad Antonio Marano. A dimostrazione del ruolo centrale di Saccà nello smistare favori, Marano comunica a lui e non a Malgieri l'invio della lettera alla Bontempo. Una raccomandazione a buon fine e una nuova richiesta: Marano, contestualmente, gli chiede di far lavorare nella fiction una ragazza di Luino, in provincia di Varese.Maurizio_costanzo

Giovanni Minoli: Sono le telefonate più importanti sulle manovre per le poltrone chiave di viale Mazzini. Il 27 giugno 2007 Saccà incontra Berlusconi e sponsorizza la nomina di Minoli a direttore generale al posto di Cappon. Poi chiama Minoli e gli riferisce tutto. Il 24 luglio Saccà torna sull'argomento con Minoli e gli spiega che ne ha riparlato con Berlusconi. Minoli dice che bisogna forzare su Urbani e Saccà conferma che Urbani ha un margine molto forte sul presidente.

Roberto Cuillo - Il 21 giugno la collaboratrice di Saccà, Paola, parla del progetto di Cuillo per una fiction su Anna Magnani. Mentre il 7 agosto, proprio quando Saccà sta cercando di convincere qualche senatore a mollare Prodi per far cadere il governo, il braccio destro di Fassino gli chiede il video della fiction 'Il cielo è sempre più blu' da proiettare alla festa dell'Unità.

Francesco Rutelli - Il 27 giugno chiama il vicedirettore generale Rai Giancarlo Leone. Ricorda a Saccà che un mese prima gli aveva inviato una lettera in cui raccontava che erano andati da lui il produttore Saraceni e Maria Scicolone a proporre una fiction sulla famiglia Loren. Leone vuole dare una risposta alla Scicolone e, spiega, vuole dare un segnale di attenzione a Francesco Rutelli, che aveva mandato da lui il produttore e la Scicolone.

Clemente Mastella - Alessandra Martinez tormenta Saccà con una decina di telefonate perché vuole la parte di Coco Chanel. Ottiene il provino e Saccà la sostiene pressando un po' la Lux . Il 27 agosto Alessandra Martinez gioca la carta politica: "Anche Clemente sarebbe felice se facessi quel ruolo". Saccà replica che Clemente lo ha già chiamato ma non è facile. Alla fine la spunta Barbara Bobulova.

Questo il quadro delle intercettazioni. Che si aggiunge alle contestazioni penali. E all'atto di accusa disciplinare contro Saccà, contenuto in due lettere del 21 dicembre 2007 e del 13 marzo 2008, entrambe firmate dal direttore generale Cappon. Saccà è accusato di "avere agito in grave violazione degli obblighi discendenti dal suo rapporto di lavoro ponendosi quale assuntore di iniziative riferibili e funzionali agli interessi, non della Rai, ma di Berlusconi e del suo movimento politico". Ad aggravare la sua posizione sono arrivate le testimonianze davanti ai pm di Napoli del direttore relazioni istituzionali di Mediaset, Andrea Ambrogetti, confermate poi da Confalonieri. Secondo la ricostruzione di Ambrogetti, citata da Cappon, "già prima dell'estate del 2007 Saccà aveva manifestato l'idea di andarsene e di avviare un progetto imprenditoriale nella produzione audiovisiva, progetto che era stato sottoposto a Berlusconi, incontrato prima delle vacanze e al presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri".

Fausto Gardini, il tennista-operaio

Voglio ricordare una persona che rispettavo moltissimo. Fausto Gardini. E' morto ieri, a 78 anni, stroncato da un infarto. La sua morte ha sorpreso tutti, perchè Fausto non soffriva di disfunzioni cardiache.

Fausto_gardiniTutti conoscevano Fausto come tennista. Non bellissimo da vedere, con qui suoi rovesci "accartocciati", così lontani dall'estetica di Nicola Pietrangeli... Ma che grinta! uno che non mollava mai. Basti pensare che ha disputato, fra il 52 ed il 63, 38 incontri di Davis, vincendone 29, e senza MAI perdere un incontro il Italia.

Così lo ricorda Nicola Pietrangeli: "...era un amico. A me sembra un po' presto morire a 78 anni: come è strana la vita, lui che era un lottatore a quanto mi risulta se ne è andato senza lottare". "Fausto - prosegue Pietrangeli - era sicuramente un esempio per come giocava, bisogna ricordare che non ha mai perso un incontro di Coppa Davis a Milano pur giocando con giocatori molto forti. Lottava sempre, lui si stancava sempre perché anche le partite facili per lui erano delle lotte. Mi dispiace molto..."

Fausto ha fatto tennis quando con quello sport non si diventava nè famosi, nè miliardari. Il suo più importante successo (Internazionali di Roma del 1955, contro Beppe Merlo) è avvenuto in epoca pre-televisiva. Da junior Gardini aveva vinto un paio di titoli italiani di doppio in coppia (non sorridete) col nostro mitico Gianni Clerici.

Soldi ne giravano pochi. Ricorda Clerici come la prima volta che, con sua somma sorpresa, era stato ammesso nell'empireo di Wimbledon, aveva fatto il viaggio dalla sua Como a Londra con la sua 500, per risparmiare sul viaggio.

Ho avuto la ventura di conoscere Gardini non come tennista, ma (cosa che molti ignorano) come dirigente di un'agenzia di pubblicità che ha conosciuto momenti di grande sviluppo: la Pubblinter-Ayer. Fausto Gardini era il socio di Fausto Rebuffat, fondatore dell'agenzia. L'ho incrociato quando io, giovane dirigente d'azienda, avevo inserito la Pubblinter nella "short-list" delle agenzie finaliste per la gara di assegnazione di un importante budget pubblicitario. All'agenzia non fu assegnato il budget, ma Gardini continuò ugualmente a comportarsi con me con la massima signorilità e cortesia.

Poi l'ho perso di vista... tranne ritrovarne le tracce, qualche anno dopo, a Beaulieu, in Francia, cittadina che ho frequentato per 25 anni, avendola eletta a "campo base" delle mie attività veliche. Il locale Tennis Club organizza, da decenni, uno dei più importanti tornei francesi per "veterani", suddiviso nelle varie classi (da "over 45" ad "over 75"...). Ebbene, il nome di Fausto Gardini era scolpito nel marmo dell'albo d'oro, che ricopre la facciata della Club House che guarda verso il mare, per anni ed anni di seguito, in tutte le classi d'età che ha raggiunto, una dopo l'altra.

Oggi, purtroppo, il tennis ha bruciato i tempi. Si diventa campioni a 17 anni, e pensionati a 25. Fausto sarà per sempre un esempio di come questo sport, se spogliato dalla sua velenosa carica di agonismo aggressivo, possa essere anche interpretato e goduto in maniera diversa. Grazie a questo grintoso gentiluomo per le sue lezioni di vita. Tafanus

mercoledì 17 settembre 2008

Il "Grande Blob" del fallimento Alitalia

Bonaiuti_berlusconiCicchitto&Bonaiuti ci tengono di buonumore. I nuovi Franchi & Ingrassia della politica italiana. Come quei soldati giapponesi che, vent'anni dopo la fine della guerra, sono stati scovati nella giungla, a guardia di un fusto di benzina, perchè nessuno li aveva avvertiti che la guerra era finita, questi due comici da Bagaglino continuano, ogni volta che passano davanti ad un microfono o ad un taccuino, a spiegare che la trattativa con Alitalia è fallita "Prodi Regnante". Qualcuno riuscirà mai a spiegar loro che quando Air France ha sbattuto la porta Prodi non contava un cazzo, visto che la "sbattuta di porta" è del 22 Aprile, e i risultati delle elezioni sono del 17 Aprile?

Ormai per questi "due due" anche il palcoscenico del Bagaglino è diventato "troppo". Diamogli uno sgabello, e mandiamoli in Hide Park, fra gli oratori ubbriachi. Ma tant'è: poichè siamo certi che questa solfa di attribuire a Prodi, ai komunisti e alla Spectre la gestione tragicomica della crisi, e prima che il sonno dei media sotterri tutto, abbiamo pensato di raccogliere in questo lungo e Cicchittonoioso post, a metà strada far "Blob" e "Carta Canta", la nostra documentazione. Per non dimenticare. Per "conservare agli atti" di un medium non embedded come il Tafanus. Con la speranza che qualche altro blogger, magari su nostra segnalazione, o su segnalazione di nostri lettori, voglia conservare questo post sulla propria piattaforma.

...PRIMA DELLE ELEZIONI...

"...Il governo faccia di Alitalia quello che vuole. Air France, Air One. Io non interferisco. Ma Palazzo Chigi deve riprendere le redini della politica dei trasporti del paese. Non si può decidere a Parigi come si muoveranno gli italiani..."
(Letizia Moratti, 16 Febbraio 08)

"...l' ex ministro leghista Roberto Maroni è stato ancora più categorico: «Malpensa si salva se il centrodestra vincerà le prossime elezioni. Perché imporremo ad Air France moratoria di tre anni su tutti i voli tagliati. Lo metteranno nel programma..."
(Roberto Maroni, 18 Febbraio 08)

"... il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso contro la trattativa in esclusiva avviata dal Tesoro con i francesi presentato dalla cordata concorrente di AirOne.."
(2 Marzo 08)

"...La verità è che Prodi e Padoa-Schioppa, dopo avere cercato invano un compratore cinese o del Golfo per la nostra compagnia di bandiera, hanno lasciato che il vertice Alitalia trattasse con l'unica compagnia solida da cui proveniva un' offerta piena di spine, ma seria: l'Air France. L'alternativa all'acquisto da parte dei francesi (che prudentemente attendono il parere del futuro governo prima della firma definitiva) non sarebbe certo la fantasiosa Air Padania, bensì il fallimento di Alitalia..."
(Gad Lerner - 5 Marzo 08)

"...Silvio Berlusconi si dice contrario alla vendita di Alitalia a Air France e il titolo in Piazza Affari tocca il suo minino storico. Proprio le parole del leader del Popolo della Libertà ha messo un macigno sul buon esito della trattativa tra i due vettori..."

"... L' altra incognita per l' esito delle trattative Alitalia-Air France arriva dal fronte giudiziario Ap Holding, la holding di Carlo Toto che controlla Air One ha depositato il ricorso in appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che aveva rigettato la richiesta di sospendere la trattativa in esclusiva in corso..."
(Luca Iezzi - 5 Marzo 08)

"...in 24 ore Berlusconi cambia idea sul futuro assetto di Alitalia. E dà il proprio via libera alla trattativa con Air France, dopo un attacco che aveva messo al palo le speranze di chiudere la vendita col sigillo del Pdl. Il Cavaliere, che aveva detto no all' intesa con i francesi, ci ripensa..."
(6 Marzo 08)

"...Ieri il leghista Roberto Maroni, ha ribadito il suo no alla retromarcia da Malpensa: «Quando saremo al governo imporremo ad Air France di fare quello che ha già fatto in Olanda, né più né meno. In Olanda il governo impose ad Air France una moratoria di 7 anni quando comprò Klm..."
(Roberto Maroni - 10 Marzo 08)

"...Dopo il via libera del Cda di Alitalia ad Air France, esplode l' ira dei sindacati: «Messi con le spalle al muro..."
(17 Marzo 08)

"...Per salvare Alitalia dal fallimento e sottrarla alle grinfie dei francesi, Silvio Berlusconi ha un' idea italiana e anche familiare. Nella cordata di imprenditori che può comprare la compagnia aerea, il Cavaliere vede bene i suoi figli: "Credo non direbbero di no". E lui stesso metterebbe dei soldi nella partita se solo non avesse un ruolo pubblico, politico. Alla guida della cordata nazionale, ci sarebbe Air One di Carlo Toto..."
(20 Marzo 08)

"...Silvio Berlusconi aveva annunciato un imminente sì del Cda di Banca Intesa per spalleggiare AirOne in una nuova offerta per Alitalia, ma Banca Intesa ha precisato di non essere interessata a fare alcuna offerta e di non averne nemmeno mai parlato nel Cda di ieri..."
(21 Marzo 08)

"...il leader del Pdl Silvio Berlusconi, al grido «o si fa Alitalia o si muore», è tornato a parlare a tutto campo della compagnia, «della necessità di non svenderla» e, ancora una volta, della cordata di imprenditori italiani che sarebbe «già pronta», e che nel giro di «tre o quattro settimane..."

Segnatevi in rosso questa data: 18 Aprile 2008: perchè è esattamente la "data massima prevista" per "l'appalesamento" della cordata italiana" NdR

"...Oltralpe, la possibilità che Air France riesca a conquistare Alitalia comincia ad essere messa seriamente in dubbio, anche se la stampa preferisce non commentare. Ieri sera tutti i siti di informazione hanno dato grande risalto al nuovo no di Berlusconi alla compagnia transalpina e i toni degli articoli, pur nei limiti della cronaca, non erano ottimisti.."
(22 Marzo 08)

"...«Abbiamo visto nel tempo che i vari dirigenti italiani che si sono succeduti alla "cloche" dell' Alitalia, non sono stati in grado di gestire al meglio l'azienda - dice una hostess al check-in - ho molta più fiducia nei francesi..."
(23 Marzo 08)

"...Per salvare Alitalia servono diversi miliardi. Air France ne ha messi sul tavolo quasi 3 da subito, di tasca sua, e pare difficile che un pool di imprenditori italiani riesca a presentarsi al Tesoro con un arsenale simile. A meno che l' obiettivo non sia quello di raccogliere i cocci di Alitalia dopo un' amministrazione controllata. Allora i tagli li deciderebbe un commissario, gli esuberi li pagherebbero i dipendenti, gli ammortizzatori li metterebbe il governo. E i compratori, a quel punto, porterebbero a casa per un piatto di lenticchie una compagnia molto più magra e meno problematica..."
(Lucio Cillis - 25 Marzo 08)

"...il leader del Pdl Silvio Berlusconi parla della compagnia e batte il tasto della cordata italiana. «Sarà pronta a giorni», promette. E aggiunge: sarà appoggiata da una «importante banca» anche se «non vedrà» la partecipazione dei figli del Cavaliere. «Non è qualcosa di campato in aria - precisa Berlusconi - ci sono i nomi di imprenditori, che non posso fare per dovere di riservatezza. Fra qualche giorno questi nomi saranno conosciuti da tutti..."
(27 Marzo 08)

"... ancora una volta, il Cavaliere gioca la sua roulette russa sulla pelle del Paese. Era il 17 febbraio 2004, quando governava l' Italia e dichiarava all'Ansa: «Per fortuna di Alitalia c'è il signor Berlusconi che impiegherà tutto il suo talento per risanarla». Sono passati quattro anni. E non solo allora non l'ha risanata. Ma ora sta impiegando tutto il suo «talento» per farla fallire. In un micidiale impasto di indegnità politica, di irresponsabilità economica e forse addirittura di illiceità giuridica..."
(Massimo Giannini - 29 Marzo 08)

"...se il centro-destra vincerà le elezioni, con Air France non se ne farà nulla. Alitalia non passerà ai francesi perché l'offerta messa sul piatto da Spinetta è «offensiva» e le condizioni dettate dal manager d'oltralpe sono «irricevibili e inaccettabili». Se a qualcuno fosse rimasto un minimo dubbio sul peso assunto dalla questione Alitalia in campagna elettorale, Silvio Berlusconi, leader del Pdl, ieri ne ha fatto piazza pulita.
(29 Marzo 08)

"...Volantini colorati, un Berlusconi truccato da clown con un cappio e la scritta: «Sto preparando la cordata per i dipendenti Alitalia». è atterrata da poco la sua delfina, Michela Vittoria Brambilla. La aggancia un sindacalista dell' Ugl, Pasquale Lione e dice: «La cordata è una trovata elettorale sulla pelle dei lavoratori» e lei, «no, no, c'è un interesse vero di Berlusconi a non far entrare Air France..." (...nessunoi aveva avvertito Coscialunga che queste cose non si dicono. Non in pubblico. A far fallire la trattativa con Air France, dovranno essere indicati solo Prodi e la Spectre. NdR)
(Napoli, 3 Aprile 08)

"...Stampa straniera contro Air Silvio -La vicenda Alitalia ha trovato vasta eco sulla stampa internazionale. Con molte critiche. A cominciare dal Wall Street Journal che ha dedicato alla trattativa due articoli e un editoriale, dal titolo "Air Silvio", nel quale attacca il leader Pdl. «E' raro per un politico - scrive il Wsj - innescare una grave crisi prima ancora che abbia vinto le elezioni. E' quello che Silvio Berlusconi ha fatto con Alitalia [...] Per il Financial Times, Alitalia ha ormai raggiunto «la fine della pista» e l' unica soluzione possibile è quella tipo Parmalat[..] Critiche anche dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung («con questi sindacati non la compra nessuno») [...]
(5 Aprile 08)

"...quel piano va ritoccato, senza modifiche è troppo indigesto per poter essere firmato». All'ombra di una possibile ripresa delle trattative con Air France, il fronte dei piloti Alitalia è compatto su una linea prudente: rimettersi al tavolo a discutere, ma non ammainare bandiera firmando la qualunque perché «questo non l'accetteremmo mai». A comandanti e primi ufficiali il futuro disegnato da Spinetta piace poco..."
(9 Aprile 08)

"...un crollo del 21% ha salutato il rientro del titolo Alitalia alle contrattazioni di Borsa dopo quattro giorni di sospensione..."
(10 Aprile 08)

...E DOPO LE ELEZIONI...

"...archiviati i proclami elettorali, anche Silvio Berlusconi inizia a fare i conti con la realtà sul caso Alitalia e riapre uno spiraglio ad Air France, promettendo di «interloquire» con il governo Prodi. «Se ci fosse pari dignità tra Klm, Air France e Alitalia e se la nostra compagnia di bandiera restasse compagnia di bandiera» ha detto ieri il Cavaliere, il dossier francese potrebbe essere riaperto..."
(Silvio Berlusconi, 17 Aprile 08)

"...uno scarno comunicato di cinque righe mette fine alla trattativa tra Air France-Klm e Alitalia. «A seguito della richiesta di Alitalia di chiarire la situazione legale successiva alla rottura delle negoziazioni fra Air France-KLM e Alitalia - recita il testo - Air France-KLM ha comunicato ad Alitalia che gli accordi contrattuali annunciati il 14 marzo scorso con l' obiettivo di lanciare un' offerta pubblica di scambio su Alitalia non sono più validi dal momento che non sono state soddisfatte le condizioni preliminari al lancio dell' offerta.... (...22 Aprile, Cicchitto & Bonaiuti... Prodi e la Spectre erano già sostanzialmente ed ufficialmente fuori da Palazzo Chigi da 5 giorni...)
(22 Aprile 08)

...vi eravate annotati la data del 18 Aprile? era la data massima per la quale il Cipria aveva promesso di "appalesare" i nomi dei cordatari-cravattari. Quella data è passata da 4 giorni. Niente! aspetteremo ancora. Non c'è fretta... NdR

"...dalle tasche degli italiani, già pesantemente prosciugate dal dissesto senza fine di Alitalia, vengono ora prelevati altri 300 milioni - dovevano essere 150, ma è stato Berlusconi a chiederne il doppio - per quello che soltanto con cinica ipocrisia può essere chiamato un prestito-ponte..."
(23 Aprile 08)

...passata la festa, gabbatu lu santu... notare come da questa notizia, con l'Alutalia che continua a bruciare due milioni al giorno, NIENTE di rilevante succede per 27 (ventisette) giorni. Ormai lo scopo è raggiunto. Le elezioni sono state vinte. NdR.

"...Nessuna nuova buona nuova, dice il proverbio. Il silenzio di tomba calato su Alitalia, invece, desta più di una preoccupazione. Le decine di apprendisti stregoni che si sono alternati al capezzale del grande malato dell' industria italiana prima del 13 aprile sono spariti. Il premier Silvio Berlusconi - incassato al voto il dividendo della sua battaglia per l' italianità della compagnia - sembra essersi dimenticato del dossier per concentrarsi su Napoli e Rom. Giulio Tremonti, cui forse non dispiacerebbe il commissariamento della Magliana, è restio a occuparsi del caso anche perché, dicono i maligni, non pare troppo convinto della cordata tricolore. Bruno Ermolli è riuscito a mettere assieme un gruppo di imprenditori (Air One in testa) pronti a scendere in pista. Ma anche lui - esaurito il suo compito - sarebbe pronto a farsi da parte per lasciare il testimone a qualcuno con le spalle più larghe (Banca Intesa?). Il tempo, intanto, passa. Alitalia brucia due milioni al giorno, il capitale è azzerato e gli amministratori, tra breve, saranno costretti a convocare l' assemblea per la ricapitalizzazione..."
(Ettore Livini - 20 Maggio 08)

"...il primo a parlare del bisogno di un "esorcista" per Alitalia era stato alcuni mesi fa l'ex presidente della compagnia di bandiera, Maurizio Prato, manager molto vicino alla Santa Sede (è il revisore dei conti del Vaticano) scottato dalla fine delle trattative coi francesi. E ieri anche Jean-Cyril Spinetta, numero uno di Air France, non ce l'ha fatta. è sbottato, dopo anni di rapporti strettissimi con la Magliana e l'inaspettato dietro front che ha allontanato (forse) per sempre i due vettori: «Per Alitalia ci vuole l'esorcista: aveva ragione Prato, sembra proprio che non ci siano altre strade per salvare quella compagnia», ha detto. Altro che cordata o grande vettore tutto tricolore. Spinetta, insomma, non nasconde il suo «dispiacere», per il fallimento della fusione nella quale ha sempre «creduto molto». Ma il nuovo tentativo di salvataggio del governo Berlusconi non attira in questo momento l' interesse del gruppo transalpino: «Noi ne restiamo fuori, inoltre non c' è stato alcun contatto»..."
(3 Giugno 08)

"...in cerca di compratori per Alitalia, Silvio Berlusconi improvvisa un sondaggio davanti ai giovani industriali di Santa Margherita Ligure: «Chi si sente di partecipare, alzi subito la mano». E qualche mano si alza per davvero, più per gioco che per convinzione..." (...ma come... non doveva essersi già "appalesata" la cordata, fin dal 18 Aprile?...)
(8 Giugno 08)

"...Alitalia, spunta un polo con AirOne e Meridiana - ...potrebbe inserirsi anche Meridiana nell'operazione di salvataggio di Alitalia. Si fanno infatti sempre più fitte le voci che vorrebbero il vettore fondato dall'Aga Khan coinvolto nel progetto di costruzione di un unico polo aereo nazionale assieme alla compagnia di bandiera e ad Air One..."
(15 Giugno 08)

"...Soluzione entro luglio, con un nuovo vertice esperto e pronto a pilotare Alitalia verso la salvezza. Sono le indicazioni arrivate dall' audizione del ministro dell' Economia Giulio Tremonti alla Camera..."
(26 Giugno 08)
 
"...c'è qualcosa che indigna più delle veline. E' il caso di Alitalia. Da persona informata dei fatti posso dire che nei giorni attorno alle elezioni si lavorava per riannodare il dialogo tra Air France e i sindacati. Si affacciava la possibilità di chiudere. Il vincitore delle elezioni ribadì in modo sprezzante il suo no e garantì che era pronta un'altra soluzione. I francesi se ne andarono. Dopo un decreto legge, dopo 300 milioni buttati, dopo uno specialissimo incarico all'advisor, eccoci dunque alla soglia del traguardo: si parla di una bad company con debiti, esuberi e qualche attività da dismettere e di una new&co che prenderà il volo con Air One e/o con chi ci sta. Ho l'impressione che sfugga a molti la portata del pasticcio che si sta determinando..."
(Pierluigi Bersani - 30 Giugno 08)

"...mentre i colossi British, American e Iberia stanno riscrivendo la Yalta dei cieli, l'Italietta e la sua compagnia morente spariscono dal mappamondo. L'offerta Air France era davvero l'ultimo slot possibile. Berlusconi ha la drammatica responsabilità di averla boicottata. I sindacati hanno una responsabilità ancora più tragica: hanno combattuto contro quell'offerta, che prevedeva 5 mila esuberi ma con la garanzia che "nessuno sarebbe rimasto a terra". Si sono illusi che il Cavaliere avrebbe fatto il miracolo. Non hanno capito che il tempo dei miracoli è finito per sempre. Prima di cercare altri inutili modi per fallire, meglio scegliere l'unico possibile: i libri depositati in tribunale. Sarà una bella lezione per tutti..."
(Massimo Giannini - 7 Luglio 08)

"...mentre a Roma ci si continua a baloccare attorno a una piccola Alitalia in tricolore, nel resto del mondo si corre, anzi si vola. La partecipazione di nozze fra British Airways e Iberia che Londra e Madrid hanno spedito ieri ai mercati non giunge inattesa e sarà forse presto accompagnata dall' annuncio di un "ménage a trois" con American Airlines..."
(30 Luglio 08)

...ed ora (e non per colpa del Tafanus, parte un altro black-out di circa un mese. Si sa, in questo mese Alitalia brucerà un terzo del "debito-ponte. Ponte? Verso il nulla. Ma le vacanze sono vacanze. Non sono ammesse deroghe. Il Cav. sulla collinetta di Villa Certosa - con o senza quakche "grandesorella" seduta sull'uccello; Fini a Giannutri; Gasparri a Marettimo; in fondo, anche il mio Bar-Tabacchi chiude, per ferragosto. La Crisi può aspettare... Poi, però, rinfrancati dal giusto riposo, i nostri riprendono, con più forza e con energie fresche, la "Sagra della Minchiata" - NdR

"...gli esuberi dell' Alitalia ricollocati alle Poste, o in altre aziende pubbliche come l' Agenzia delle entrate o il Demanio? «è un' ipotesi percorribile», risponde il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli (An), appena arrivato al Meeting di Rimini, e nel governo scoppia il caso. Perché dell' ipotesi si è accennato nel vertice ministeriale a Palazzo Chigi di martedì scorso, ma nessuno intende assumersene la paternità..."
(28 Agosto 08)

"...«Un grande Paese, uno dei Paesi economicamente più sviluppati deve avere strumenti adeguati per proteggere e promuovere la propria economica, la propria immagine nel mondo e uno di questi strumenti fondamentali è una grande, solida, efficiente compagnia aerea di bandiera». Silvio Berlusconi affida ad un lunga dichiarazione letta in serata nella sala stampa di Palazzo Chigi, l'orgogliosa spiegazione delle motivazioni e delle modalità del piano di salvataggio. Un monologo di circa un quarto d' ora. «Alitalia è una della compagnie più antiche e gloriose del mondo e salvarla era un dovere - argomenta - quando vediamo un aereo dell'Alitalia ovunque nel mondo ognuno di noi sente l'Italia vicina». Subito dopo aver evocato l'orgoglio, passa all' incasso sugli impegni presi durante la campagna elettorale. E sempre in tono elettorale sono le accuse al predecessore: «Come sapete il nostro governo ha ereditato dal governo della sinistra diverse situazioni davvero pesanti: i conti pubblici, la tragedia dei rifiuti di Napoli e questa situazione irrisolta dell' Alitalia, per la quale il governo Prodi aveva tentato, senza riuscirci, una svendita ad Air France, cioè alla Francia..."
(29 Agosto 08)

"...durante la trasmissione tv, Porta a Porta, Berlusconi sottolinea la criticità del momento: «Alitalia così può andare avanti per giorni, qualcuno pensa addirittura ore, di certo non per delle settimane. L'accordo va trovato al più presto». Ancor prima di sapere l'esito finale, però, già promuove l' operato del governo: «Ha mantenuto tutte le promesse che aveva fatto, abbiamo trovato 16 imprenditori tra i migliori in Italia che hanno investito oltre un miliardo di euro..." (15 Settembre 08)

Per ora questo "Carta Canta" di Tafanus si ferma, ma solo temporaneamente. Sarà aggiornato e ripreso la settimana prossima, dopo i bagordi napoletan-romani...

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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