venerdì 31 ottobre 2008

Strettamente confidenziale

Ci sono di quei giorni in cui vivi sfiorando la morte. Quella sconfitta da una tua amica, che avevi visto l’ultima volta triste ed impaurita, e che ritrovi rifiorita, rinata, bella, allegra… Poi c’è quella che sarà sconfitta dalla tua amica dalla voce da bambina, che non riuscirai per il momento a vedere, perché è nel suo “campo-base”, dove non ti lasciano entrare. Ci sei vicino, molto vicino, ma puoi solo chiamarla a telefono, sentire ancora una volta quella sua voce affettuosa e allegra, gioire e penare per quella commozione che non ti è dovuta, sorridere per quelle battute sempre in punta di lingua, e riattaccare con la matematica certezza che la prossima volta, finalmente, potrai vederla, abbracciarla, perchè avrà vinto lei… Poi, infine, c’è quell’altra… quella della tua più cara amica dei vent'anni, che sta perdendo la sua partita, che la perderà certamente, ma che è ancora convinta di poterla vincere. L’amica che non rivedrò mai più.

Allora, all’improvviso, ti rendi conto della tua piccolissima statura, e cerchi in te le parole che non trovi, i pensieri ai quali non riesci a dar forma. Ma per fortuna c’è sempre qualcuno che ha dato forma compiuta alla tua creta. A te resta solo il compito di scegliere e di mettere in fila ciò che più ti assomiglia.

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Una persona non muore quando dovrebbe, ma quando può. Gabriel García Marquez

Le amicizie non sono spiegabili e non bisogna spiegarle se non si vuole ucciderle.  Max Jacob

Fidarsi degli uomini è già farsi uccidere un po’.  Louis Ferdinand Cèline

Se sei triste e vorresti morire, pensa a chi sa di morire e vorrebbe vivere.     Jim Morrison

Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.  Gandhi

Forse ci rendiamo la vita tanto difficile perché ci sia più facile la morte.  Gerhard Uhlembruck

Gli uomini sono buoni con i morti quasi quanto sono cattivi con i vivi.  Indro Montanelli

Siamo tutti rassegnati alla morte; è alla vita che non arriviamo a rassegnarci.     Graham Greene

Quando si guardano troppo le stelle, anche le stelle finiscono per essere insignificanti.  Jules Renard

Se si tollera qualcosa, diventa sopportabile e poco tempo dopo anche normale.   Israel Zangwill

L'adulazione procura amici, la verità genera odio.  Terenzio

Non farti più amici di quanti non possa tenerne il cuore.  Julien De Valckenaere

Non abbiamo tanto bisogno dell'aiuto degli amici, quanto della certezza del loro aiuto.  Epicuro

Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.  Arthur Schopenhauer

Molti ti saranno amici finchè sarai felice, ma quando verrà il brutto tempo, resterai solo.   Ovidio

L'amicizia è un tormento in più.  Sören Kierkegaard

Non ha amici l'uomo che non si è mai fatto dei nemici.  Alfred Tennyson

Gli amici vanno e vengono, i nemici si accumulano.  Anonimo

Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.  Martin Luther King

L'amicizia è una presenza che non ti evita di sentirti solo, ma rende il viaggio più leggero.  David Trueba

Un amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci.  Elbert Hubbard

Tutti vogliono avere un amico, nessuno si occupa di essere un amico.  Alphonse Karr

Non dovremmo preoccuparci di aver vissuto a lungo, ma di aver vissuto abbastanza.  Seneca

La vita, più è vuota e più pesa. Alphonse Allais

Per trovare il senso della vita non c'è niente come morire.  Enrique Jardiel Poncela

Prima raccogli i fatti, così in seguito potrai distorcerli come ti pare.  Mark Twain

Per chi è solo, il rumore è già una consolazione.  Friedrich Nietzsche

Avere la coscienza pulita è segno di cattiva memoria.  Anonimo

Tutti vogliono il nostro bene. Non fatevelo portar via.  Stanislaw Jerzy Lec

Nulla è più complicato della sincerità.  Luigi Pirandello

Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più.  Oscar Wilde

Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole.   Elbert Hubbard

L’unione fa la viltà.   Leo Longanesi

Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene.   Denis Diderot

La bruttezza del presente ha valore retroattivo.   Karl Kraus

Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.   Voltaire

Credete a chi cerca la verità, non credete a chi la trova.   André Gide

I fatti sono la cosa più testarda del mondo.   Michail Bulgakov

Il rimangiarmi le mie parole non mi ha mai dato l'indigestione.   Winston Churchill

L'occhio vede tutto. Salvo sé stesso.   Alessandro Morandotti

Sono sempre pronto ad imparare; non sempre a lasciare che mi insegnino.   Winston Churchill

Se non ricordiamo non possiamo comprendere.      Edward Morgan Forster

Ma dove troverò mai il tempo per non leggere tante cose?   Karl Kraus

Nessuno di noi riesce a sopportare che gli altri abbiano gli stessi nostri difetti.   Oscar Wilde

La diplomazia è l'arte di permettere ad un altro di fare a modo tuo.  David Frost

Se avessimo tutti le stesse opinioni non ci sarebbero le corse dei cavalli.  George Bernard Shaw

Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore.   Bertolt Brecht

Quelli che non si ritrattano mai amano sé stessi più che la verità.   Joseph Joubert

P.S.: quando mi capita “uno di quei giorni”, penso che, quando la signora in nero, armata di falce, verrà a cercarmi, mi piacerebbe se qualcuno mi dedicasse questo epitaffio:

Dopo soli sette giorni di assenza, almeno quattro persone di accorsero che era sparito

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lunedì 27 ottobre 2008

La morte de "La7", uccisa da Antonello Piroso e da Gianpaolo Pansa

Stamattina, chi ha avuto la ventura di assistere alla trasmissione de "La7" condotta da Antonello Piroso, ha potuto vedere in diretta come si uccide una TV ex-quasi-libera.

Intanto il conduttore: quell'Antonello Piroso al quale il Tafanus aveva dedicato una lettera aperta, in occasione della conduzione di una trasmissione dedicata al commissario Calabresi. Presente in studio, senza alcun contraddittorio, il figlio del commissario Calabresi. Piroso commosso fino alle lacrime, che chiedeva un minuto di silenzio in ricordo del commissario, e che dedicava un commosso saluto alla moglie di Calabresi. Sulla moglie dell'"anarchico" Pinelli, entrato nella questura di Calabresi con le sue gambe, ed uscito volando da una finestra del quarto piano, neanche una parola.

Stamattina, una trasmissione dedicata in parte alla manifestazione di Roma, e in parte al film tratto dal libro di Gianpaolo Pansa, "Il sangue dei vinti". Il parterre era, se possibile, ancor più schifosamente e compattamente schierato a destra. Più che un parterre de roi, un parterre de droit.

Oltre al solito, ammiccante Piroso (reduce da tante battaglie combattute nel "Geniale" e a Panorama), un sempre più disgustoso Gianpaolo Pansa, ormai sempre più calato nel suo ruolo di "voce scomoda" autocertificata di sinistra. Insomma, il neo-fascista che avevamo sgamato da cinque anni abbondanti, e che ora, buttato fuori da giornali come Repubblica e l'Espresso (ero ora!), ha trovato rifugio in un giornaletto come il Riformista. Pansa_giampaolo01

Gli altri partecipanti al dibattito erano il Direttore del giornale della Confindustria (Stefano Folli), un "opinionista del Corsera, già parlamentare di Forza Italia (Francesco Verderami), poi Oscar Giannino (laureato in giurisprudenza, ma sedicente economista, estrazione giornalistica da testate prestigiose come "Il Foglietto" e "Libbbero", nonchè autore di un prestigioso testo di economia politica dal titolo "Contro le tasse" (edizioni Mondadori - La Voce del Padrone, of course).

In questo parterre de droit l'unica voce timidamente dissenziente era quella di Jacopo Jacoboni della Stampa, giovanissimo, al quale Fascio Pansa dava sulla voce perchè un giovane non si può permettere di dissentire da un vecchio, secondo il nostro tollerante fascista di sinistra. Motivo principale del contendere? Il servizio che il giovane Jacoboni aveva fatto su "La Stampa", sul film tratto dalla nuova Bibbia del revisionismo italiano, "Il Sangue dei Vinti".  Il tollerante Pansa, piuttosto irato, pretendeva di spiegare a Jacoboni come e perchè la sua intervista all'ex ministro Paolo Ferrero fosse fatta coi piedi. L'argomento del contendere era il film di Michele Soavi.

Un film che Paolo Ferrero ha definito, da sinistra, una "porcheria revisionista", dove tutto affoga nel melò. Però Maurizio Gasparri, che non manca di una certa incultura ed intolleranza, e non riesce mai a nascondere né l'una, nè l'altra, questo film non l'ha apprezzato per le ragioni opposte, e vuole addirittura che adesso se ne faccia un altro "a compensazione". Chi dovrebbe farlo, prodotto e diretto da chi, su quale sceneggiatura, il Gasparri non dice. Durante la proiezione scuote la testa, si agita, dall’atteggiamento si capisce che quella che finora è stata una polemica di sinistra passa alla destra, delusa da una lettura che non incrina il mito della Resistenza. Le parole sono diplomatiche ma chiare: «Il film mi è piaciuto, un bel romanzo, ma non c’è il sangue dei vinti».

Ecco alcuni passaggi dell'articolo de "La Stampa", che hanno dato adito a polemiche:

GasparrimarcorIl film si intitola "Il sangue dei vinti", ma sullo schermo scorre soprattutto il sangue dei partigiani, i vincitori. «Non è il libro di Pansa», si agita sulla sedia Ennio Albano, classe ‘14, repubblichino di Salò arrivato al Festival alla prima del film di Michele Soavi per essere ripagato in parte da quelle che considera bugie della storia: «Ancora una volta non hanno raccontato cosa è successo, la nostra verità» [...]

Pansa è soddisfatto, ma lo fa innervosire la decisione del Festival di accettare il film, ma fuori concorso. Meglio comunque che a Venezia, dov’è stato rifiutato. Sgarbo ancora non ricucito. «Il direttore della mostra Marco Müller ha detto che si aspettava un film gotico, ma che cosa significa?». E intanto Pansa annuncia il suo prossimo libro, uscita in maggio, sempre sulla guerra civile. «Insisto», dice e già immagina le polemiche [...]

Insomma, Pansa ha deciso: l'ultima parte della sua vita l'ha dedicata (e continuerà a farlo) allo studio storiografico delle malefatte dei partigiani. Le ha anche accuratamente contate e catalogate. Sono 19.801. Per la precisione. Ho passato gran parte della giornata a cercare di capire chi fosse questa 19.801ma vittima; questa piccola unità sfuggita al controllo della storia e del destino. Chissà che un giorno Sancho Pansa non si decida a fornirci qualche piccolo particolare in più... Tafanus

Altre informazioni sul dibattito seguito alla presentazione del film su questo link:

                                                          [ Agenzia ASCA ]

domenica 26 ottobre 2008

Il re e la sua Televisione

di Giorgio Bocca - L'Espresso

Ecco come nasce il potere mediatico di Silvio Berlusconi. E quali sono le conseguenze. 'L'espresso' anticipa un capitolo del nuovo libro di Giorgio Bocca, 'È la stampa, Bellezza!'

Cade il Muro di Berlino, si pensa che abbia vinto la democrazia. Invece ha vinto il mercato, che della democrazia non sopporta né i controlli, né le responsabilità. Silvio Berlusconi è il figlio naturale di questo mutamento. L'ho conosciuto nella sua villa di via Rovani a Milano. Avevo scritto sul 'Giorno' di un palazzinaro, sconosciuto all'alta borghesia cittadina, che era riuscito a deviare gli aerei in partenza da Linate dalla loro rotta naturale verso i laghi e le Prealpi, perché sorvolavano un suo quartiere satellite: Milano 2. Per deviarli aveva costruito un ospedale che non doveva essere disturbato dai sorvoli. All'incontro c'era anche il suo vecchio amico Fedele Confalonieri, che mi aveva ripetuto: "Non preoccuparti, fra te e Silvio c'è il feeling". Silvio era più divertito che irritato: "Volevo proprio conoscerla. Uno lavora per anni a fare una nuova città, a costruirla, convinto di aver fatto qualcosa di importante, e un mattino apre il giornale e scopre che un signor Giorgio Bocca dice che metà del lavoro è sbagliato". Più divertito che irritato.

Lo rividi quando mi chiamò a lavorare a Canale 5, la sua televisione, a partire dal 1983. In una delle prime trasmissioni mi fece intervistare Bettino Craxi, che era il suo protettore, colui che riaccendeva i suoi schermi quando glieli oscuravano. Stavo sulla porta dello studio e Craxi mi passò accanto come in un'eclisse di sole, e mentre ero nel cono d'ombra mormorò: "Come va, professore?", con lo stesso tono con cui aveva chiamato Bobbio 'filosofo dei miei stivali". Silvio salì nella cabina di regia per essere sicuro che seguissero le sue disposizioni. La sera, quando l'intervista fu trasmessa, vidi che mi avevano ripreso solo di nuca, dove si annunciava la calvizie.

Ma la misura piena della sua onnipotenza la ebbi quando volle che lo intervistassi sul tema della libertà di stampa, caro a quelli che la temono. Arrivò nello studio accompagnato da una regista che mi fece spostare per cedere a lui la posizione migliore, un tecnico che coprì i riflettori con delle calze di seta perché la luce fosse morbida, e altri attenti a un suo batter di ciglia. Quell'intervista non venne mai trasmessa. Cosa non gli era piaciuto? A un padrone cosa gli piace o cosa non gli piace non glielo si può chiedere. Il tono disinvolto di alcune domande? Qualche ruga sul suo volto? Insomma un muro di gomma, un silenzio insondabile. Telefonai a tutti in azienda, provai anche con la mitica signora Fatma Ruffini, quella dei quiz e delle fiction, ma tutto fu inutile. Ancora oggi, a distanza di anni, le persone che lavoravano a Canale 5 non hanno saputo o voluto rispondermi.

La televisione di Berlusconi, Hollywood in una periferia milanese, stava fra cascine diroccate, campi di erba tisica e l'impianto di cremazione. A poche centinaia di metri c'erano i capannoni abbandonati dell'Innocenti, e l'Idroscalo, il mare dei poveri, e gli orti dei poveretti che abitano nei quartieri dormitorio. Ma dentro Milano 2, sorvegliata dai vigilantes, dentro gli studios delle televisioni, c'era il mondo che non c'è, della ricchezza, della giovinezza eterna, dell'eleganza che fuori non ci sono. Impiegate, segretarie, attricette, truccatrici, nella Milano 2 si muovevano con sicurezza da diva con le loro minigonne. La paga che prendevano non era diversa da quella delle fabbriche e degli uffici, ma a Milano 2 respiravano il profumo della ricchezza. Le stanze del trucco erano il luogo del miraggio collettivo, manicure appena giunte dalla periferia indossavano camici bianchi e vi restituivano l'eterna gioventù con il cerone, la cipria e le matite morbide. In quel paese dei balocchi sentivi arrivare i rumori di fondo della Milano povera, delle case di ringhiera, dei tram sferraglianti, ma negli studios il miraggio era avvolgente. "Dove vai?", "Vado al trucco". E scendevamo nei laboratori sotterranei del montaggio, dove tutti si sentivano come gli alchimisti della nobile città di Praga, che trasformavano il piombo in oro. Poveracci e ignoranti come prima, ma dentro i pascoli infiniti dell'era tecnologica e della pubblicità.

Un comune sentire passava per gli studi e gli uffici di Milano 2, come una Pentecoste della modernità, anche perché il segno che vi lasciava Silvio, efficiente, mirato a un sicuro profitto, rendeva tutti euforici. Tutto era spedito e semplice. Le aziende dove il padrone c'è le riconosci subito dal giro rapido dei soldi: fai un lavoro, passi alla cassa e ti pagano "sull'unghia", come si dice. Gli impiegati clonati di Publitalia, il settore della pubblicità, stavano in un palazzo vicino, uomini tra i venti e i trent'anni, in doppiopetto blu o grigio, proibiti il verde e il marrone, la valigetta ventiquattrore piatta, camminavano per i corridoi appaiati come i carabinieri, niente mani sudate, niente alito cattivo, mai e poi mai che sapesse di aglio, l'odore odiato da Silvio.

Una volta Guglielmo Zucconi e io fummo invitati a una convention, una delle autocelebrazioni del gruppo. Gli uomini dell'organizzazione ci lasciarono in un camerino con l'ordine di servizio: ore 16.30 trucco, ore 17 ristoro, ore 17.30 convocazione sul palco. Puntuali alle 16.30 entrarono nel camerino le truccatrici con il cerone e le ciprie, e oggi che Silvio è presente in tutti i palazzi del potere non so se ridere o piangere di fronte a questo totalitarismo che non ti uccide ma ti trucca, e ti ordina i doppi petti blu o neri, mai marroni o verdi. Zucconi e io preparavamo il telegiornale che veniva rimandato a tempo indeterminato. Era lavorare come per finta, ed essere pagati per fare niente ci dava un lieve stordimento. Era questo il futuro? Alla convention Silvio parlò e recitò per più di un'ora, facendo roteare il filo del microfono portatile come un lazo che ci stava legando.

A Milano 2 c'era un club chiamato Sporting, come nel Principato di Monaco o a Santa Monica. Ci andai a pranzo con Silvio e con Freccero, uno che allora aveva fama di mago del palinsesto. Entrambi indossavano una giacca blu con bottoni d'oro e cravatte regimental. Uno dei due mi disse che dovevo imparare a "forare lo schermo".

Un'altra sera Silvio m'invita a villa Casati ad Arcore. Mi chiede se voglio fare quattro passi nel parco. Camminiamo su un prato di erba soffice come una coperta di cachemire, ci sono aiuole di fiori rossi, gialli e blu, ben curate, c'è una piscina di acqua azzurra, c'è un recinto dove pascolano i caprioli. Andiamo per il parco senza fine, che supera con un sottopassaggio la strada provinciale, e arriva fino al Lambro. A Silvio piace la scultura di Pietro Cascella. Ci sono immani obelischi bianchi in mezzo ai prati, sormontati da ruote di mola. Mi porta nel sacrario della famiglia, in un edificio in granito bianco su cui Cascella ha composto, in apparente disordine, sfere, punte di lancia, compassi, incudini, come nella Selinunte terremotata. Uno scalone di granito bianco scende nelle cappelle del sepolcreto, dove già riposa il padre di Berlusconi. "Non sapevo che fosse permessa la sepoltura fuori dai cimiteri", gli dico. Non risponde, si avvicina alla porta chiusa della cappella, fa un gesto circolare con la mano: "Lì ci sarà il cerchio dell'amicizia: ho già scelto i posti per Confalonieri, per Dell'Utri". Questa sera ceneremo soli lui e io. Sullo spiazzo coperto di ghiaia pulita ci sono i tendoni e le poltrone rosa per la siesta del pomeriggio o l'aperitivo, le luci delle finestre e dei saloni sono un po' technicolor. Silvio è uomo di teatro, lui non parla ai suoi manager, ai suoi dipendenti, recita come i veri attori. Prendere o lasciare. Andiamo nella sala da pranzo, c'è una grande finestra che dà su una enorme aiuola di fiori rossi. Anche il tavolo è enorme, lui da una parte, io dall'altra, fra noi candelieri d'argento e un vaso di margherite gialle e blu. Il discorso arriva su Carlo Caracciolo, il vero nemico di Silvio, che non lo chiama mai per nome, ma sempre 'il Principe'.

"Ma perché ti preoccupi tanto di lui?".

Il volto di Silvio s'incupisce. In quella un cameriere arriva con il telefono e un promemoria. "Scusa", dice Silvio, "ma mi chiamano alle 10.10 dalla Franco Costa dove ci sono i dirigenti e i quadri della Standa in crociera". E spiega: "Improvviserò a braccio. Ne conosci un altro tra gli imprenditori che possano improvvisare a braccio per un'ora, un'ora e mezza senza farsi preparare il discorso da un negro? Ieri ho parlato per un'ora alla presentazione del 'Principe' di Machiavelli".

"E quelli del 'Cuore' ti hanno dedicato un quaderno con una vignetta spiritosa".

"Sì, molto spiritosa, io seduto ascolto il mio segretario che dice 'Berlusconi, adesso che lei è l'editore della Mondadori e dell'Einaudi, bisogna che impari a leggere'. Spiritosa, solo che non la capisco. Mi sono laureato con il massimo dei voti, faccio delle buone letture, dirigo delle grandi aziende".

Squilla il telefono, sono quelli della Standa, Berlusconi dice: "Vi ringrazio tutti, e vi vedo, siete belli, siete abbronzati, siete felici. Ho detto ai miei amici di prepararmi lo smoking per la prossima crociera, non mancherò. So che tra di voi c'è il mio vecchio amico Smaila. Attente belle signore, che lui vi porta allo spogliarello di 'Colpogrosso'. Siete abbronzati, siete belli, e ora quando tornerete avrete un'altra giornata di vacanza pagata". Lo smoking è pronto, alla prossima crociera Silvio non mancherà, e magari accompagnato al piano da Fedele Confalonieri canterà 'La vie en rose', come ai bei tempi in cui andava in tournée. Tutto avrei immaginato allora, meno che avrei ritrovato Silvio capo del governo e padrone dell'informazione.

Mi ha detto Fedele Confalonieri: "Quando Silvio decise di scendere in campo con Forza Italia, la nostra alternativa era di finire in galera come ladri o come mafiosi". Marcello Dell'Utri ricorda: "Che facciamo?", gli chiesi. "Facciamo un partito", disse lui. "Ma come lo facciamo un partito?". "Lo fanno tutti, lo facciamo anche noi"...

(...) Il conflitto d'interessi di Silvio Berlusconi fra politica e azienda è così macroscopico da confondersi con la normalità, ma è la norma, in tutti i paesi i conflitti d'interessi delle mega aziende hanno fatto scempio di ogni etica del capitalismo, la grande finanza è una giungla che divora anche i suoi figli. Il nostro Piccolo Cesare a volte dà nel comico, ma quella su cui galleggia è una forza enorme e dissennata. Ecco perché non ha senso dire che il suo è un 'regime che non c'è'. C'è eccome, come progressiva liquidazione della democrazia, dei suoi diritti, della sua libertà. Ha fatto il giro del mondo una fotografia in cui il capo del nostro governo, in una riunione dei governanti europei, faceva le corna sulla testa di un collega spagnolo. "Per far ridere un bambino", ha detto, "per mettere un po' di allegria nel cerimoniale". Ma non era un gesto casuale, era un gesto da commesso viaggiatore, per essere simpatico, volgare ma popolare. "Mi consenta" è uno degli intercalari preferiti di Silvio, e tutti sanno che vuol dire: "Mi consenta di fare e dire quello che voglio". In tutte le case del nuovo industrialismo si ascoltano le barzellette sessuali, le ripetizioni sessuali che nei film americani sono ossessive, i 'vaffan', i 'fotti tua sorella', come un suono di fondo, come il battito di un cuore violento e ottuso. Ora che è in politica Silvio sembra attirato da un gallismo goliardico, loda le belle gambe delle delegate a un congresso, premia un atleta e sospira: "Ah, tu sei giovane e bello, hai tutte le donne che vuoi", non si vergogna dei suoi vizi, che sono diventati virtù, modelli delle masse...

(...) In fatto di televisione non consente oppositori: "Per me è inconcepibile che la televisione di Stato sia contraria al capo del governo". E ignora l'abc della democrazia, che lo Stato non è la stessa cosa del governo, e che il governo non è al di sopra delle autonomie costituzionali. Il regime in Italia non c'è, ma il capo del governo ignora la Costituzione, può nominare il consiglio di amministrazione della Rai, licenziare i giornalisti sgraditi, aggiungendo, nello stile del "qui lo dico, qui lo nego", che nella sua richiesta non c'era nulla di personale. Nel coro degli assensi si poteva cogliere la voce del ministro Urbani: "Tanto più grandi sono gli interessi privati del presidente del Consiglio, tanto più sono facilmente visibili e controllabili".

Ogni mattina vediamo un mondo più spostato a destra, gli ex fascisti alla presidenza della Camera e nei ministeri, fotografati e intervistati, raggianti. La svolta di quelli che fanno i giornali è stata superiore alle più avvilenti previsioni, spazio sempre maggiore è stato concesso al revisionismo, in pratica alla diffamazione della Resistenza. Direttori e capiredattori, nei quotidiani e nei settimanali, si sono rimandati il pallone della controriforma. Negli anni di Gobetti e di Amendola c'era il rischio di farsi ammazzare dai manganelli fascisti. Adesso le armi del nuovo padrone sono meno rozze e più persuasive: lui ha il controllo della pubblicità, che è lo spirito santo del mercato. E c'è lo Stato, che vuol sempre dire il controllo del 50 per cento della spesa. E alle spalle di tutti, come sempre nelle svolte autoritarie, c'è la necessità storica. In questo caso il capitalismo globale. Forza Italia, il partito di raccolta della restaurazione, non ha ereditato la dottrina sociale della Chiesa. Il 47 per cento degli iscritti non ha un titolo di studio superiore a quello elementare, il 68 per cento si riconosce nella cultura pubblicitaria e consumistica. Non assomiglia neppure al fascismo e al suo socialismo ripudiato ma non cancellato. Si presenta come il partito del fare, della libera impresa, della democrazia, ma dietro c'è la voglia di impadronirsi dello Stato, distruggerlo, di fare a pezzi la giustizia, il sindacato, la scuola, l'informazione: tutto...

(...) La povertà culturale del berlusconismo non dà fastidio alla borghesia dei buoni affari, non disturba un'alleanza di potere così stupefatta di essere maggioritaria e di essersi ritrovata nelle mani la gestione dello Stato, che non perde certo tempo nelle autocritiche e nei distinguo: tutti insieme appassionatamente alla greppia. Nell'età tecnico-industriale, il mito dell'organizzazione incanta la sinistra rivoluzionaria come la restaurazione capitalista. Berlusconi dirige il suo partito come Enrico Mattei dirigeva l'Eni, con le grandi ambizioni del potere, ma anche ispezionando le toilette degli autogrill o la pulizia negli uffici di San Donato. Per Silvio le ambizioni sono immense, ma l'organizzazione indispensabile, va sempre in giro con le cartelle dei memorandum organizzativi, si tratti d'incontrare il presidente Bush o di badare alle fioriere a Genova per il convegno dei G8. Chi lavora con lui deve seguire le sue direttive: il modo di vestire, di presentarsi, di avere l'alito fresco. ...

La politica spettacolo come ricerca del consenso di massa cancella le tradizioni nobili. Lo stile cede la piazza alla falsa cultura popolare. Silvio ha inventato poco, ma ha intuito molto: fra l'altro che l'onda del neoliberismo stava sommergendo il mondo. E ci è salito su in tempi non sospetti, quando lo Stato sociale sembrava ancora di moda. Anche Craxi pensava che il socialismo consistesse nell'imitazione dell'efficienza e del benessere aziendali; liquefattosi quel finto socialismo, Silvio ha intuito che la sua salvezza stava nella conferma del potere dei soldi e nei privilegi che la Resistenza antifascista per breve tempo aveva cancellato. E così è diventato lo sdoganatore del neofascismo e il compagno di strada della Lega. Tutte le volte che l'Italia dei soldi e dei privilegi si è trovata a dover scegliere tra il riformismo democratico e il fascismo, ha preferito il fascismo, che non le fa veramente paura. Silvio, come la maggioranza degli aderenti a Forza Italia, non è stato fascista e del fascismo farebbe volentieri a meno. Ma, in caso di bisogno, meglio un alleato così, neofascista, che i rischi e le incognite dei moti popolari come la Resistenza.

Giorgio Bocca

venerdì 24 ottobre 2008

Ambiente: cambiale all’incasso – a cura dell’Ing. Alessandro Cariani

Ingalessandrocariani L’interesse a fonti alternative spazzato via da una boutade del cipria, oppure preciso calcolo strategico? senza dati numerici appare difficile districarsi dal rumore di fondo… vediamo di dare alcuni dati utili a raccapezzarci.

Il protocollo di Kyoto. Noto a tutti almeno a livello di sentito dire, il cosiddetto Protocollo di Kyoto, firmato nel dicembre 1997, rappresenta lo strumento attuativo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, approvata a New York il 9 maggio 1992, che rappresenta la risposta pensata a livello internazionale per contrastare e ridurre al minimo gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta. La Convenzione ha come obiettivo la stabilizzazione a livello planetario della concentrazione dei gas ad effetto serra che sono le principali sostanze in grado di interferire ed alterare il clima globale. I sei gas ritenuti capaci di alterare l'effetto serra del nostro pianeta sono:

                                                 l'anidride carbonica (CO2);
                                                           il metano (CH4);
                                                 il protossido di azoto (N20);
                                                  gli idrofluorocarburi (HFC);
                                                   i perfluorocarburi (PFC);
                                                  l'esafluoruro di zolfo (Sf6).

Risulta ovvio a questo punto che gli eventuali costi relativi alle procedure atte alla diminuzione dei gas responsabili dell’effetto serra (in primis il biossido di carbonio, ma negli ultimi anni molta dell’attenzione si è spostata verso la verifica dell’influsso delle polveri sottili, in gran parte causate dai vetusti sistemi di riscaldamento adottati per le abitazioni civili) debbono giocoforza ricadere sulle metodologie di produzione a bassa tecnologia tramite  incrementi di efficienza.

                                                 [ Vedi articolo Repubblica ]

L’unione europea, tramite il collegio dei commissari della Commissione europea al piano dell'Unione ha sviluppato un pacchetto di proposte legislative (sulle quali il consiglio Ue aveva giù trovato l'intesa nel marzo del 2007), fissando gli obiettivi sintetizzati con la sigla "20-20-20". Ovvero il raggiungimento del 20 per cento della produzione energetica da fonti rinnovabili, il miglioramento del 20 per cento dell'efficienza e un taglio del 20 per cento nelle emissioni di anidride carbonica, da raggiungere tutti entro la data del 2020.

Per quanto riguarda l'Italia, l’obiettivo consisterebbe nel tagliare il 13% di emissioni di C02 in settori non inclusi nel sistema di scambio di emissioni (Ets) e dovrà aumentare del 17% i consumi energetici da fonti rinnovabili entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005. 

Secondo il governo adempiere agli obiettivi previsti dalla direttiva 20-20-20 costerebbe all'Italia una cifra compresa tra i 18 e i 25 miliardi l'anno, pari a circa l'1,14 del Pil. Dati che secondo Palazzo Chigi si desumono da valutazioni della stessa Unione Europea nei suoi studi preliminari e che avrebbero l'effetto di frenare la ripresa economica nazionale. Posizione questa, in sintonia con quella di Confindustria, grande sponsor dell'indietro tutta nella lotta ai cambiamenti climatici.

Ovviamente qui si gioca la partita: al di là dell’evidente conflitto di interessi da parte dell’attuale presidente di Confindustria Marcegaglia, il cui gruppo è leader nella produzione metallurgica e nella installazione di termovalorizzatori, è chiaro che la diminuzione della percentuale di combustibili fossili si scontra violentemente con le esigenze dei vari petrolieri che dal 20% di biofuels non avrebbero nulla da guadagnare, in particolare tenendo conto del fatto che la produzione di sistemi da coltivazione permetterebbe d  abbattere ulteriormente l’entità di CO2 emessa grazie a scambi in fotosintesi.

Interessante la presentazione effettuata da Guido Ghisolfi all’Italian Energy summit, che presenta come soluzione quella della coltivazione della canna comune in zone a coltivazione nulla con costi in parità rispetto alle attuali produzioni (a 100 dollari a barile…).

Va detto che, come afferma il greco Stavros Dimas, commissario Europeo all'Ambiente, "La stima dei costi aggiuntivi secondo la Commissione, è pari infatti al massimo allo 0,66% del Pil. E questo dato prende in conto tutti gli elementi del pacchetto su clima ed energia: non solo gli obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra e per lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche i 'meccanismi flessibili' che si possono utilizzare per raggiungerli".

Vero è che, come correttamente affermano gli ambientalisti, sarebbe necessario valutare anche le innegabili ricadute positive che il governo italiano sembra non voler contabilizzare. "Per l'Italia - spiega Edoardo Zanchini di Legambiente - l'Ue stima un risparmio di 7,6 miliardi l'anno nel taglio delle importazioni di idrocarburi e di 0,9 miliardi di euro nei costi per contrastare l'inquinamento. I costi effettivi pertanto scendono fino a trasformarsi in un guadagno netto di 600 milioni di euro l'anno. Questo senza contare i benefici di lungo termine sul piano dello sviluppo di un settore innovativo come quello delle rinnovabili e di crescita occupazionale (vedi l’articolo di Repubblica)

                                     [ Vedi art. Repubblica su energie rinnovabili ]

Posizioni almeno in parte simili sono condivise anche da larghi settori dell'industria europea. Il Gruppo europeo dei dirigenti di impresa, che raggruppa i vertici di grandi società come Phillips, Shell, Tesco e Vodafone, ha inviato in data 20.09.08 ai parlamentari europei una lettera in cui esprimeva il proprio favore nei confronti delle misure proposte. "Siamo dell'idea - si leggeva nella missiva - che i benefici di un intervento deciso e tempestivo sul cambiamento climatico siano superiori ai costi dell'inazione. Riconosciamo che le questioni legate alla competitività europea e le preoccupazioni europee riguardo alla recessione economica globale influenzeranno il dibattito, ma siamo certi che l'adozione di un pacchetto legislativo deciso ed efficace alla fine avrà effetto positivo sulle imprese europee".

Altro tema di scontro tra Roma e l'Europa è il mercato delle emissioni di CO2 (Ets, Emission trading scheme). Si tratta in poche parole di una speciale "Borsa", la cui creazione era già prevista dal Protocollo di Kyoto, che permette agli operatori virtuosi (coloro che hanno ridotto le proprie emissioni) di vendere i tagli in eccesso alle imprese rimaste invece indietro. Un meccanismo che dovrebbe permettere di incentivare l'innovazione che migliora l'efficienza e il risparmio energetico. Secondo il presidente del Consiglio la compravendita di questi titoli assomiglia a un mercato dei derivati simile a quello dei mutui subprime e pertanto va assolutamente abbandonata.

Ovviamente il Cipria dimentica che il mercato, del resto già gestito dal GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) S.p.a. di proprietà unica del ministero delle Finanze, che “ha un ruolo centrale nella promozione, nell'incentivazione e nello sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia. Azionista unico del GSE è il Ministero dell'Economia e delle Finanze che esercita i diritti dell'azionista con il Ministero delle Attività Produttive. Il GSE è capogruppo delle due società controllate AU (Acquirente Unico) e GME (Gestore del Mercato Elettrico). In seguito al trasferimento del ramo d’azienda relativo a dispacciamento, trasmissione e sviluppo della rete a Terna S.p.A, avvenuto il 1° novembre 2005 per effetto del DPCM dell’11 maggio 2004, il GSE si concentra sulla gestione, promozione e incentivazione delle fonti rinnovabili in Italia, attività in parte già svolte. Il Gestore dei Servizi Elettrici - GSE S.p.a. svolge un ruolo fondamentale nel meccanismo di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate, predisposto dal provvedimento CIP 6/92, e a gestire il sistema di mercato basato sui Certificati Verdi.”

Orbene, l’informatissimo coglione non sa (o dimentica) che il GSE gestisce GIA’ da qualche anno il mercato del famosi certificati verdi, che differentemente da quanto da lui affermato ci permettono di poter sperare di rientrare negli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto grazie ai risparmi garantiti dall’utilizzo di sistemi quali lampadine a basso consumo o riduttori di flusso.

Certo… penserete mica che le varie ENEL, Ikea e compagnia bella vi regalino lampadine o filtri senza aver nessun vantaggio? No, i risparmi certificati dal GGSE divengono i famosi certificati verdi, posti in vendita ogni lunedì alla borsa dell’energia. Niente di male, intendiamoci, però il presidente del consiglio (e la macchietta che dovrebbe fungere da ministra dell’ambiente) affermano che “i costi sarebbero maggiori dei benefici”.

A parte che l’utilizzo di sistemi di termovalorizzazione è notoriamente poco vantaggioso dal punto di vista economico (un processo di riciclo si porta a break even point entro tre anni)  e che un solo tumore giustificherebbe scelte anche più onerose (ma sempre meno del salvataggio a nostro carico di enti autorizzati alla rapina quali le banche oppure di Alitalia) i geni del libero mercato dimenticano che le aziende Italiane nel settore  rinnovabile sono in crescita esponenziale: solo nel 2007 il fatturato è aumentato del 500% nel settore fotovoltaico e del 375% nell’eolico (fonte… confindustria, Alessandro Clerici all’Italian Energy Summit del 30.09) con un consolidato di circa 7,1 Miliardi di euro. Cioè circa il 30% di quanto gli ineffabili vorrebbero fosse il “danno” alle nostre aziende…

In questo caso da Bruxelles nessuno si è scomodato per rispondere in maniera diretta a Berlusconi, tanto il mercato delle emissioni (che gode anche della benedizione delle Nazioni Unite) è ritenuto uno strumento chiave. "Il commercio dei diritti di emissione - ha ricordato ancora il Commissario Dimas - consente alle industrie dell'Ue di scambiarsi le quote di CO2 assegnate loro, garantendo che le emissioni siano ridotte laddove risulti meno costoso farlo". Recentemente il meccanismo Ets è uscito tra l'altro rafforzato (anche se con delle modifiche sgradite agli ambientalisti) dal voto della Commissione Ambiente dell'Europarlamento.

Altro elemento portato dall'Italia a sostegno dello stop alla direttiva 20-20-20 è l'obiezione che l'Europa da sola non è in grado di ottenere nessun risultato di rilievo nel contrastare i cambiamenti climatici, mentre Stati Uniti e Cina continuano ad inquinare senza freni: si tratta di un'affermazione vera (ovviamente) solo in parte. I leader dell'Unione più impegnati nella lotta ambientale come Angela Merkel hanno presente il problema e non hanno esitato ad ammettere la questione, ma hanno più volte ribadito che il miglior modo per convincere i paesi emergenti recalcitranti (Cina, India e Brasile innanzitutto) è dimostrare che chi sino ad oggi ha fatto i danni maggiori (ovvero l'Occidente) sia credibile nel dare il buon esempio.

Inoltre non è esattamente vero che Cina e Stati Uniti non intendono impegnarsi. Pechino, che sicuramente non vede positivamente l'idea di sottostare a vincoli internazionali, non ha però escluso del tutto un'adesione al rinnovo del Protocollo di Kyoto (dal 2012 in poi) e al momento sta mercanteggiando per ottenere aiuti tecnologici dall'Occidente. Allo stesso tempo la Cina internamente sta portando avanti obiettivi ambiziosi quanto quelli dell'Ue (rinnovabili al 19% entro il 2020) e il risparmio energetico è divenuta una delle priorità di governo indicate dal Partito comunista, tanto è vero che l’industria dell’Eolico ha base principalmente nella provincia del Sichuan con circa 170.000 addetti.

Anche negli Usa le cose non sono così statiche come descritte da Berlusconi. Pochi in questi giorni hanno sottolineato che tra i provvedimenti inseriti nel piano di salvataggio del ministro del Tesoro Henry Paulson è stato inserito anche il rifinanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili. Inoltre, seppur tra contraddizioni e ambiguità, tanto Obama quanto McCain, hanno ammesso la necessità di regolamentare in maniera stringente le emissioni di anidride carbonica. Aperture dettate sia dal fatto che chiunque vinca la Casa Bianca dovrà vedersela sicuramente con una maggioranza democratica (un disegno di legge in proposito è già stato depositato), sia dal fatto che molti Stati stanno andando avanti per conto proprio. A fine settembre, ad esempio, si è svolta la prima asta organizzata da una coalizione di 10 stati del Nordest, la Regional Greenhouse Gas Initiative, per l'acquisto dei diritti d emissione. Un'iniziativa che si richiama all'Ets europeo.

Quindi: qual è il motivo per cui sulla base di una industria in fase di enorme sviluppo (220.000 addetti antro il 2012) che assicura una maggiore libertà energetica rispetto ai fornitori esteri (e quindi una bilancia di pagamenti migliore) e che permette di migliorare la qualità di vita di tutti noi si risponde no ? Ovvio. Gli sponsor del deficiente non sono le multinazionali che tutto hanno da guadagnare da una riallocazione del mercato energetico mondiale, ma i soliti furbetti che pur di mantenere le loro pidocchiose posizioni frutto di servilismi e di spregio di leggi e morale non esitano a boicottare una parte di Italia che investe e lavora. E, oltretutto, con la complicità di un intero gruppo dirigente.

Una esclusiva per "Tafanus" dell'Ing. Alessandro Cariani - L'articolo può essere riprodotto in tutto o in parte citando l'autore ed il link.

Chi è Alessandro Cariani

"...è stato presentato a Potenza un gel in grado di catturare l’energia solare e trasformarla in elettricità. Costa la metà di un normale pannello fotovoltaico. Inserito nello spazio tra i doppi vetri, consente una normale visibilità e l’isolamento termico dell’abitazione. In un prossimo futuro i pannelli fotovoltaici potrebbero essere sostituiti da un gel che, iniettato nei doppi vetri delle finestre, cattura l'energia solare trasformandola in elettrica e riversandola in un normale accumulatore [...]

Il brevetto del "Gel fotovoltaico", realizzato dalla "Esco Energy" dopo quattro anni di studi, è stato presentato stamani, a Potenza. Secondo quanto spiegato dal responsabile della ricerca della Esco, Alessandro Cariani, "il costo è pari alla metà di un normale pannello fotovoltaico": lo spazio tra i doppi vetri delle finestre viene riempito dal gel, consentendo una normale visibilità e, come effetto secondario, l'isolamento termico dell'abitazione [...]

L'energia solare viene catturata e assorbita da piccoli terminali elettrici installati nelle finestre, per essere poi riversata in rete, permettendo una produzione di cento watt/ora per ogni metro quadro di superficie "e può essere montato - ha detto Cariani - su strutture già esistenti" [...]

fonte: lanuovaecologia.it    [ Articolo Nuova Ecologia ]

Ringrazio l'amico Ing. Alessandro Cariani per questo interessantissimo contributo. Tafanus

mercoledì 22 ottobre 2008

Lettera aperta a Roberto Saviano

Tafanus Caro Roberto,

ieri ho pubblicato, sul Tafanus, una lettera aperta di Silvia Palombi diretta a te. Una lettera molto bella, che è servita a scuotermi parzialmente e temporaneamente da problemi personali. Ho definito questa lettera, in maniera volgare ma efficace, come il "calcio nei coglioni" di cui avevo bisogno per riportare alle giuste (cioè piccole) dimensioni, i miei microscopici problemi personali.

                                               [La lettera di Silvia Palombi]

Il fatto che io abbia non solo pubblicato questa lettera, ma addirittura attribuito a questa lettera qualità "terapeutiche" nei miei confronti, ti spiega - ammesso che serva spiegarlo - come io ti giudichi persona di grande valore (letterario e civico). Fino a stamattina, "senza se e senza ma".

Ti devo però confessare che oggi la tua lettera aperta a Repubblica, ha aperto, nella mia ammirazione nei tuoi confronti, una piccolissima crepa. Microscopica, appena accennata, ma spero che non si allarghi. Che non sia, tanto per intenderci, una crepa "strutturale".

Il motivo della piccola delusione è presto detto: fra i tuoi ringraziamenti a tutti coloro che ti hanno appoggiato e che continueranno a farlo (il Presidente della Repubblica, la gente comune, i poliziotti che fanno parte della scorta che ti è stata giustamente assegnata, i giornali liberi, i tifosi della legalità, la rete), hai infilato, con mia grande sorpresa, il Presidente del Consiglio che, voglio ricordartelo, è anche il proprietario del PdL.

Niente di personale, ma una persona "informata dei fatti" quale tu sei, non può ignorare che, quando già tale Nicola Cosentino, Forza Italia, plenipotenziario di Berlusconi nel casertano, da due mesi era sotto la lente d'ingrandimento della magistratura con la pesantissima accusa di essere il trait-d'union fra Forza Italia ed i clan dei casalesi, il Presidente del Consiglio, nella sua incommensurabile generosità, lo ha voluto (o ha accettato che diventasse?) anche sottosegretario del suo Governo.

Dalla formazione del governo sono passati oltre 5 mesi; le accuse a Cosentino stanno diventando valanga. L'Espresso ha condotto, grazie a De Feo e Fittipaldi, approfondite indagini, che non puoi non conoscere. L'unico risultato ottenuto? quello delle ripetute, intimidatorie perquisizioni della sede dell'Espresso, e dei PC privati dei due giornalisti. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo lanciato una petizione, da inoltrare al Presidente della Repubblica, in difesa della libertà di stampa in genere, e dei giornalisti De Feo e Fittipaldi in particolare.

                                     [Petizione in difesa di De Feo e Fittipaldi]

E' vero, le rivelazioni su Cosentino e altri non sono sentenze passate in giudicato. Ma è sotto gli occhi di tutti che la presenza di un signore fortemente indiziato di essere contemporaneamente al servizio di Forza Italia e dei casalesi, non è il massimo per l'Italia. La situazione sta creando un forte imbarazzo, ma per il momento non sembra che il Presidente del Consiglio voglia chiedere a Nicola Cosentino di "fare un passo indietro". Oppure (e la cosa sarebbe ancora peggiore) "vorrebbe ma non può".

Nel frattempo, arriva un'altra notiziola (spero che non ti sia sfuggita): stanotte, a Casal di Principe, un posto dove ormai ci sono più poliziotti e soldatini di La Russa che abitanti, qualcuno ha potuto esporre sul municipio un enorme striscione di insulti e minacce a te, Roberto, ed al sindaco di Casal di Principe, Nuzzo. Dov'erano i soldatini di La Russa? Perchè può succedere questo nel comune più controllato d'Italia? Perchè il sindaco Nuzzo, che fa del suo meglio, a rischio della sua stessa vita, per tentare di ristabilire un minimo di legalità, è ancora privo di scorta? Forse perchè dobbiamo ancora scortare Irene Pivetti (alla quale nessuno torcerebbe un capello, non foss'altro che per non sporcarsi le mani con la cremina?

Infine, una domanda che riassume tutte quelle precedenti : di cosa senti il bisogno di ringraziare il Presidente del Consiglio??? Io aspetterei, prudentemente, che si decidesse almeno a dare la scorta a Nuzzo, e che cacciasse dal governo e dalla carica di coordinatore regionale del PdL l'imbarazzante Nicola Cosentino, prima di dirgli grazie. Grazie, dde chè?

Tuo grande estimatore, Tafanus

                                                  [Primo articolo Espresso]

                                               [Secondo articolo Espresso]

martedì 21 ottobre 2008

Silvia Palombi, Roberto Saviano, e "la scossa"

Saviano_roberto ...ricevo questa lettera dalla mia amica Silvia Palombi, scrittrice. A volte, quando ti viene quella forte voglia di mollare, il calcio nei coglioni che ti serve per ricordarti quanto siano infinitesimali i tuoi piccoli problemi, ti arriva dalla direzione meno prevedibile, e quindi non puoi schivarlo... Grazie, Silvia.

Caro Antonio, m’è scappata questa lettera dal cuore. La manderò anche a qualche giornale, ma è troppo lunga. La  condivido con voi.
sp

"Duole leggere le parole di Saviano; duole doppio perché, dando la misura di cosa siamo diventati, disgusta. Ci sta facendo fare brutta figura, ci mette in cattiva luce, dicono. Ma non è vero, l’Italia sta facendo una brutta figura e lui lo dice, solo che lo dice con la forza del big bang. Rivoglio la mia vita, dice. Ha ragione. Mi piacerebbe che queste cose che mi preme dirgli gli arrivassero.

Caro Saviano siamo in tanti, a darci da fare ogni giorno contro le mafie e il pensiero che le sostiene. Tanti si espongono, tanti no, ma ciascuno continuamente fa qualcosa, con la forza, le capacità e il tempo che ha. Qualcuno dietro alle barricate qualcuno di lato. Tu ci sei sopra e davanti, sei stato capace di salirci. Noi ti vediamo e ci dai forza, ci dai respiro.

Spesso arriva la sera e in tanti scrollando la testa diciamo "non ce la faremo mai", la mattina dopo basta una rassegna stampa, una pagina di giornale e ci si ri-incazza di nuovo, si ricomincia.

Non mi riconosco in questo paese. E’ su una spilla che porto addosso da mesi. Mi fermano per la strada, si dicono d’accordo, chiedono dove l’ho presa. L’ho fatta io una mattina di rassegne stampa più brutte del solito. Sciascia disse che se l’Italia voleva davvero sconfiggere la mafia doveva mettere in conto di suicidarsi. Noi si lotta, neanche più giorno per giorno, è una lotta di ora in ora.

Ma questo paese ha anche qualche qualità e ha prodotto una persona come te. Sarei felice di averti come vicino di casa. Vai via per  un po’, respira di nuovo a fondo e dormi per un mese nello stesso letto. Non rinunciare. Siamo più di quanti loro credano. Grazie."

silviapalombi

mercoledì 15 ottobre 2008

In morte della civiltà e della carità - Paolo Farinella, prete

...ricevo da Paolo Farinella, prete, l'articolo uscito sull'edizione ligure di Repubblica-Il Lavoro di oggi. Il titolo del post è assolutamente arbitrario, ma sono certo che l'amico Paolo lo approverebbe...

PaolofarinellaCapitolo Primo
Apprendo in questo momento che il ministro leghista, ateo, xenofobo e non so che cosa, è stato nominato dal papa   insieme a Frattini "cavaliere del Sacro Ordine Piano", istituito da Pio IX. Siamo ormai alla deriva totale se un papa  (qui c'è lo zampino del segretario di Stato) arriva all'impudenza di nominare cavalieri due ministri di un governo immondo, uno dei quali è un ministro che partecipa attivamente al rito del dio Po. Le persone normali pensano che il papa approvi il suo operato di macelleria disumana contro gli immigrati.

La Lega e il ministro cavaliere dell'Ordine Piano ieri hanno votato un odg che impone le classi separate per immigrati nelle scuole. E' apartheid  con la benedizione papale e l'appoggio della Gerarchia: o il papa è impazzito da sé o è impazzito da Dio. Aspettiamo solo che il segretario di Stato Vaticano vada a convivere con Silvio Berlusconi istituendo così una coppia di fatto. Ormai Vaticano e governo italiano sono una decalcomania: cambiando l'ordine degli addendi, il prodotto non cambia.

Mi sento profondamente extranecomunitario da questa ditta ecclesiastica fallimentare, senza con questo sentirmi fuori dalla "Ecclesìa" che vive nell'anonimo popolo di Dio e che ormai va per conto suo. Il Vaticano sa quello che fa e per questo gli autori di questa scelleratezza sono colpevoli di panteismo pratico e di insulto alla fede dei piccoli e dei poveri. Che Dio ce ne liberi al più presto!. In questi giorni, non abbiamo avuto il piacere di una parola dei Vescovi sulla situazione economica che sta facendo fare affari alla mafia finanziaria e sta falcidiando i poveri e gli esclusi insieme alla famiglie monoreddito.

Capitolo Secondo
Un sondaggio, pubblicato da Repubblica domani (16 ottobre), dice che il governo gode ottima salute e che il presidente pro tempore del consiglio è al 62% con i suoi ministri al top del gradimento, Carfagna desnuda compresa. Invece il PD cala e cala e cala come Trinchetto: ma perché Veltroni non va a farsi monaco trappista e si butta via la chiave?

Forse facciamo in tempo a vedere Pecorella Giudice Costituzionale: colui che ha calpestato ogni decenza di diritto, che ha stravolto il concetto stesso di difesa a favore del suo padre padrone, diventa Giudice Costituzionale. Anche se dovessi restare solo contro tutto il 99,99% della popolazione italiota, continuerò a dire che tutto questo è immorale e la colpa di questo degrado spetta per intero alla sinistra che scientemente ha fatto di tutto, riuscendoci, a mandare il nano al governo. Il popolo plaude e se ne frega del lodo, della Carta suprema, della scuola, dell'Alitalia. La democrazia non coincide con la verità. Anche Hitler e Mussolini arrivarono al potere per via democratica.

Capitolo Terzo
Vi informo che lunedì scorso alle ore 11,00 sono stato eletto presidente dell'Associazione "Massoero 2000" che si occupa di assistenza ai senza fissa dimora. Essa gestisce una serie di appartamenti "assistiti" per persone che provengono dalla strada e che da sole non sono in grado di gestirsi la vita. L'Associazione li accompagna fino al livello massimo di autonomia sotto ogni punto di vista, non abbandonandoli mai. Ora riprendiamo l'assistenza a coloro che ancora vivono per la strada (alcuni per scelta che rispettiamo) altri perché sbattutivi da una società incivile che genera mostri di povertà accanto a ricchezze ristrette.

La vergogna delle vergogne: lo Stato si fa carico dei debiti delle banche, ma abbandona a se stessi coloro che le banche hanno scaraventato nel baratro. La situazione è grave, specialmente ora che si avvicina l'inverno che per molti è un inferno. Ho sentito un dovere civile accettare questa responsabilità perché considero un onore servire i poveri e anche una vergogna che possa esistere una Associazione che debba prendersi carico di "senza fissa dimora". Io penso che in una città civile al minimo denominatore non possa e non debba esistere una sola persona che dorme per strada perché è un'accusa a tutti e a ciascuno.

Il Comune ha tagliato quasi tutti i fondi e già adesso siamo senza un centesimo e sulle spalle abbiamo oltre 60 persone, più 60 pasti ogni giorno garantiti a chi viene da lontano perché non può nemmeno risolvere il problema di mangiare una volta al giorno. Tutto ciò accade in un Paese dove si muore anche per dieta e dove la tv di Stato ogni giorno ammannisce ricette e ricette di ogni tipo e di ogni forma... con i soldi dei cittadini.

Capitolo Quarto
Il giorno 7 ottobre mi sono visto con l'assessore alla cultura del Comune di Genova e anche lì per farla breve, il solito ritornello "non abbiamo più soldi". Bene. Sopravvivenza e Cultura subiscono i tagli più drastici, ma il governo si fa carico delle Banche, cioè delle mafie dell'usura organizzata e legalizzata. Io prego e spero che questo sistema diabolico di capitalismo becero e senza morale possa crollare al più presto.

Capitolo Quinto
Il giorno sabato 25 ottobre alle ore 17,30 Antonella Coppola, Mezzosoprano e Andrea Chezzi, organo e clavicembalo, terranno un concerto dal titolo "Il prete rosso", tutto dedicato ad Antonio Vivaldi. Da non perdere.

Il giorno 1° novembre solennità di Tutti i Santi e di Tutte le Sante, la Messa alle ore 10,00 verrà arricchita dalla cappella Musicale che eseguirà la "Messe à quattre choeurs di Marc-Antoine Charpentier (1643-1704)", una esecuzione straordinaria a quattro cori. Chi la perde perde un pezzo di vita.

Capitolo Sesto
E' in costruzione il sito [ Paolo Farinella ]  sul quale metteremo in rete le poche e piccole cose che facciamo in questo lembo di ligure terra. L'aggiornamento del sito, una volta funzionante, verrà fatta da un mio caro amico, Fabrizio Zunino, che mi garantisce un lavoro accurato e preciso.

Un caro saluto a tutte e tutti.
Paolo Farinella, prete

sabato 11 ottobre 2008

Off Topics dell'11 Ottobre - Ottime notizie corrono

20070509pTROPPA GRAZIA! Come definire altrimenti un weekend che inizia con un sacco di buone notizie?

 MUORE JOERG HAIDER: Vienna, 11 ott. - (Adnkronos/Dpa) - Il mondo politico austriaco e' sotto shock, dopo essersi svegliato con la notizia della morte in un incidente d'auto di Joerg Haider, cui tutti, alleati ed avversari, riconoscono grandi dote, pur ammettendo che fosse una figura divisiva. "Era un politico di grandi doti e di grande talento - ha detto il presidente austriaco Heinz Fischer, rendendo omaggio al leader del Bzoe - Era oggetto di grande approvazione ma anche di forti critiche".

Una "figura divisiva"??? per piacere... era uno stronzo razzista, con nostalgie naziste. Figura divisiva! Non credo che andrò alla messa celtica in suo suffragio che senz'altro Borghezio e Bossi organizzeranno a Chignolo Po!Haider01

Haider02 3 Dicembre 2007 - E’ bufera sul governatore della Carinzia Jorg Haider, per alcune foto pubblicate sulla stampa scandalistica. Nelle immagini si vede il leader dell’estrema destra in atteggiamenti teneri con dei giovani in una discoteca. Alcuni avversari politici hanno anche chiesto le dimissioni al governatore austriaco.
                                                        [ La fonte ]

SPIKE LEE: IL BOTTEGHINO DICE NO - Il discusso film di Spike Lee, che per ragioni di cassetta ha conservato il riferimento, nel titolo, alla tragedia di Sant'Anna di Stazzena (nel film, ma anche nel romanzo da cui è tratto), per volontà del produttore, subisce la legge del taglione, e sembra che la risposta del botteghino sia, per il momento, ampiamente insoddisfacente. Le cose sembrano destinate ad aggravarsi, visto che i giudizi di critica e pubblico sono largamente impietosi. In una scala da 1 a 5, il pubblico dice 2,6 (meno della sufficienza); la critica dice 1,4: una bocciatura senza appello. Credo che sia il pubblico che la critica siano stati ampiamente irritati dal riferimento strumentale di una storia fantastica ad una tragedia vera. [ Le critiche ]

SARAH PALIN COLPEVOLE: la Candidata Repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti, Sarah Palin, responsabile di abuso di potere da governatrice dell'Alaska. Ha licenziato nel mese di giugno scorso il capo della polizia, reo di non averle obbedito quando gli ha chiesto di licenziare un poliziotto che aveva lasciato sua sorella... Fossimo in Italia, in milieu berluscojones, sarebbe già partito l'assalto contro la "giustizia ad orologeria"...Gallup_3

RINVIATO IL CONVEGNO: la marchetta dei dipendenti pubblici precettati dal ciellino Formigoni per far da clacque a pagamento alla ministronza ciellina Gelmini "rinviato" per le polemiche scatenate dai comunisti brutti, sporchi e cattivi. Viva il Comunismo!

19 Manifesti nazi-fascisti all'interno del chiostro dell'Università Cattolica di Milano, affissi da studenti fascisti di Forza Nuova, e "tollerati" dalle autorità (?) accademiche. Un'altra ragione per non piangere per la morte di Haider [ vedi gli ignobili manifesti ]

venerdì 10 ottobre 2008

Off Topics del 10 Ottobre - Un Tremonti da far rinsavire?

20070522pIndicedowjones_2 ...finalmente, col dow jones che perde il 39% in un anno, forse persino tremonti potrebbe iniziare a pensare alla Grande Crisi del '29... Non è mai troppo tardi per essere seri...

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Lul_3

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Agli amici milanesi del Tafanus: i nostri amici Dante Fusi e Giancarlo "gattaccio" in un lavoro teatrale di Carlo Bertolazzi, per la regia di Rino Silveri. I dettagli nella locandina.

QUESTO E' TUTTO SCEMO!

Roma, 10 ott. (Adnkronos) - ''Nel giorno in cui il capo dello Stato invita saggiamente a non diffondere allarmismi e' assolutamente inconcepibile che il presidente del Consiglio (alle ore 15,39) annunci che 'si parla di una nuova Bretton Woods per scrivere nuove regole e di sospendere i mercati per il tempo necessario per scrivere queste regole'. Ed e' altrettanto assolutamente inconcepibile la consueta successiva smentita delle 16,49 con l'incredibile 'Questa ipotesi non e' stata ventilata da nessun leader e tantomeno da me'''. Cosi' Walter Veltroni replica alle parole del premier Silvio Berlusconi sull'ipotesi di 'sospensione dei mercati'. ''La situazione -sottolinea il leader del Pd- e' drammatica e richiede competenza e responsabilita' mentre al governo italiano e' toccata l'onta di vedersi arrivare una smentita (la seconda in pochi giorni) dal portavoce di Bush. La crisi finanziaria non e' una discoteca in cui si possono raccontare barzellette. Ogni parola sbagliata condiziona i mercati e aumenta la confusione. Non spetta poi al presidente del Consiglio dire quali azioni acquistare e quali no, specie se i titoli indicati sono di societa' per la maggioranza private. Il Partito democratico conferma la sua responsabile posizione volta a limitare i rischi racchiusi in questa delicata fase. Ci si attende in queste ore, da parte di tutti -auspica Veltroni- l'equilibrio e la sobrieta' necessari''.

Dalle pagine di Parma di Repubblica: Emmanuel, i vigili "ammettono" con l'autorizzazione del sindaco Vignali - Il sindaco autorizza i sei vigili coinvolti nel fermo del ragazzo a parlare con un giornalista di Panorama: "forse colpo partito accidentalmente" [...] Il neocomandante dei vigili Giovanni Maria Jacobazzi spiega che le dichiarazioni riportate dai vigili coinvolti nel presunto pestaggio di Emmanuel Bonsu Foster "sono state fatte su autorizzazione del sindaco di Parma Pietro Vignali".

Monguidi_emma Dunque, una notizia buona ed una ridicola: la notizia buona è che la comandante dei vigili, la mitica Emma Monguidi, alla quale avevamo dedicato le nostre attenzioni, non è più comandante dei vigili di Parma. Non sappiamo perchè... (sarà stata promossa ad altro incarico?) ma ne siamo felici. Ci piacerebbe vederla dirigere il traffico, da una pedanina rotonda, in un incrocio puzzolente.

La notizia ridicola è che mentre una volta "partivano accidentalmente" colpi di spistola, adesso "partono accidentalmente" pugni negli occhi. Una volta avevamo il carabiniere che, mentre inseguiva un ladruncolo, inciampava, gli partiva (accidentalment, si capisce!) un colpo, ed ammazzava il ladruncolo. Ma qualcuno può spiegarmi come faccia a partire "accidentalmente" un pugno?

giovedì 9 ottobre 2008

Sant'Anna di Stazzema: la storia riveduta e corretta da Spike Lee

Tafanus Ieri sera (anzi, notte) in quinta serata, e cioè in orari nei quali sono svegli solo prostitute, lenoni, presidenti del consiglio e bloggers, ho avuto la ventura di guardare una bellissima puntata de "La Storia siamo noi" di Minoli, che riguardava il tristemente famoso "armadio della vergogna": quell'armadio nel quale i servizi, complice la classe politica, ha imboscato per sessant'anni oltre seicento fascicoli, nei quali erano raccolte le prove degli eccidi nazisti, coi nomi e i cognomi di mandanti ed esecutori.

I processi aperti dopo l'apertura di questo pozzo di San Patrizio (circa sessanta), si sono conclusi tutte con gravi condanne. Ma nessuno farà un solo anno di carcere, avendo i responsabili sopravvissuti superato, tutti, gli 80 anni.

L'armadio era "dimenticato" da decenni in uno sgabuzzino chiuso con catena e lucchetto. Le ante erano rivolte contro il muro, ed era stato dissepolto solo grazie ad un'inchiesta del giornalista Giustolisi dell'Espresso (tanto per cambiare...)

Fra le stragi "dimenticate" nell'armadio della vergogna c'era anche quella forse più orrenda; quella di Sant'Anna di Stazzema. Minoli, come spesso gli accade, ha fatto un buon lavoro, raccontando la storia dell'armadio, dei responsabili, intervistando alcuni superstiti nazisti della strage, ed intervistando, infine, Spike Lee, il regista del film uscito alcuni giorni fa sulla strage: "Il Miracolo di Sant'Anna".

Io non parlerò del film per due buone ragioni: -a) non l'ho visto; -b) quando vorrà e potrà, lo farà forse , con ben altra competenza rispetto alla mia. Voglio invece parlare della sgradevolissima impressione che mi ha lasciato addosso Spike Lee. Non dirò che mi ha lasciato addosso l'impressione di essere un grande stronzo, ed un insopportabile narciso, di quelli che "zitti voi che non capite un cazzo della mia grandezza", solo perché potrei passare per un razzista, visto il colore della pelle di Spike Lee. Ed è l'ultima cosa che vorrei, come qualsiasi frequentatore non occasionale di questo blog può certificare.

Minoli_giovanniLe domande accusatorie rivolte da Minoli vertevano sul fatto di aver voluto infilare ad ogni costo nel film, contro ogni evidenza storica e processuale, un bieco partigiano doppiogiochista, principale responsabile della strage. Insomma, i partigiani, nella testolina di Lee, erano "tutti comunisti", e Lee, come molti della sua generazione, sono cresciuti nella cultura del più bieco maccartismo. Vietato tracciare un quadro nel quale i partigiani possano venir fuori senza macchia. Qualcosa bisognava pur ficcarci dentro...

Per inciso, mi sono spesso chiesto PERCHE' ne "La vita è bella" Benigni abbia voluto chiudere un film bellissimo e commovente con una pacchiano e marchiano falso storico: quello del carrarmato americano che entra ad Auschwitz per liberare i superstiti. Lo sanno anche i bambini (non quelli che frequentano le scuole private di Alenano) che ad entrare ad Auschwitz erano stati i sovietici. Se Benigni si fosse attenuto alla verità storica, il film avrebbe forse perso in pathos? Non credo. Però forse avrebbe perso notevoli chances di vincere l'Oscar. Si sa, i films di successo, nella testa degli americani, devono avere il lieto fine, devono "arrivare i nostri", e i nostri non possono che essere bravi ragazzi dell'Ohio.

Dunque, richiesto del PERCHE' di questo pacchiano e marchiano falso, Spike Lee avrebbe potuto dare due risposte, brutte ma verosimili:Spikelee

-a) l'ho fatto per ragioni di marketing;

-b) l'ho fatto perchè, per superficialità, non ho fatto verificare la sceneggiatura da uno storico "vero".

Si è guardato bene dal fare sia l'una cosa che l'altra. Con aria di grande sufficienza, ha spiegato che:

-1) si trattava di un film, e, come tutti sanno, i films sono opere della creatività e della fantasia;

-2) All'inizio del film c'è un cartello che avverte "Qualsiasi riferimento a fatti, persone eccetera..."

Sul punto -1): Spike Lee, che in qualche circostanza è stato un non disprezzabile documentarista, non ha spiegato perché, per fare una creativa opera di fantasia, sia andato in un posto vero, a parlare, in maniera raffazzonata e falsa, di un fatto vero. Poteva "inventarsi" di sana piana un luogo e un fatto, e costruirci sopra un'opera di fantasia.

Sul punto -2): in TUTTI i films c'è un cartello simile. In termini da paraculi azzeccagarbugli si chiama "disclaimer", e lo si mette per azzerare o ridurre le responsabilità legali. Insomma, una forma abbastanza scontata e volgare di "qui lo dico, e qui lo nego".

Se alla sostanza di questa intervista si aggiunge il tono di sincero disprezzo di Spike Lee nei confronti dell'intervistatore, ed alcune affermazioni circa i partigiani italiani che "devono ancora chiarire molte cose", il quadro è completo. Quindi chiudo da dove avevo cominciato. A volte, anche un nero può lasciarti addosso la spiacevole sensazione di essere uno stronzo. Amen Tafanus

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Che l'ispiratore culturale di Spike Lee sia un tale Gianpaolo Pansa? Sentite cosa scrive del nostro convertito all'anticomunismo Repubblica, il 3 ottobre:

Pansa_giampaolo01 L' Anpi è una setta di fanatici e no global. Non conta niente, è solo una piccola setta politica nata da una scissione delle associazioni di partigiani. Oggi è una setta di fanatici che vedendo sparire per motivi anagrafici molti associati ha aperto le iscrizioni ai giovani e sono entrati molti no global”.

Va giù duro il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa, intervenuto in diretta nella trasmissione ‘Viva voce’ su Radio 24 e dedicata alle polemiche suscitate dal film di Spike Lee, ‘Miracolo a Sant’Anna’. L’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) ha attaccato il regista americano accusandolo di aver inserito la figura di un partigiano traditore che non risulta dagli atti processuali, stravolgendo così parte della storia tragica della strage di Sant’Anna di Stazzema, quando il 12 agosto 1944 ben 560 civili furono massacrati dai tedeschi.

“Le dichiarazioni di Spike Lee sul fatto che dopo gli attentati molti partigiani scappavano sono banali. È ovvio che la strategia di una guerriglia è quella del mordi e fuggi. Ma è anche vero — aggiunge Pansa — che i civili a volte sono stati messi in difficoltà con un calcolo politico ben preciso. Diceva De Felice, grande storico del fascismo, che la popolazione italiana era una grande zona grigia che non stava né con i partigiani né con i fascisti. Per provocare una rivolta, alcuni capi delle formazioni partigiane legate ai comunisti a volte hanno attuato proprio una strategia mirata a provocare la reazione dei nazisti, nella speranza che la popolazione si sollevasse”.

Santanna_stazzema La replica di Ennio Mancini, sopravvissuto alla strage di Sant’Anna (aveva 7 anni) e dirigente dell’Anpi di Pietrasanta, è ferma e pacata: “Vorrei dire al signor Pansa che sono scampato all’eccidio di Sant’Anna e che, come molti altri membri dell’Anpi, non esco dai centri sociali. In quanto alle polemiche sul film — spiega — hanno un motivo ben preciso: ho letto il libro e so bene qual è la tesi trattata ed è falsa. Conosco le storie che si raccontano su quella strage. Il problema è che non si parla dei fascisti che hanno portato i nazisti fino al paese, ma sempre dei partigiani che avrebbero tradito”.
(Repubblica.it)

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Ma Spike Lee non si è fatto mancare niente, ed ha "esternato" anche sul Corsera:

"...dopo gli attentati molti combattenti fuggivano abbandonando i civili..." - Spike Lee, scontro con i partigiani: "Antifascisti traditori? Non mi scuso". L'Anpi protesta: «Menzogne storiche e offesa recata alla Resistenza»

ROMA — Per i partigiani, non ha fatto la cosa giusta. «Le dichiarazioni di Spike Lee ci indignano, ha fatto un film che non ha presente l'esatta verità di ciò che è avvenuto a Sant'Anna di Stazzema». Il vicepresidente della sezione Anpi di Pietrasanta, Giovanni Cipollini, ha replicato in serata al regista Usa. Lui aveva appena finito di dire che dopo gli attentati i partigiani spesso fuggivano lasciando i civili inermi, soli a vedersela con le rappresaglie dei soldati tedeschi. E poi: «Come regista, non mi scuso con nessuno». Il regista di "Fa la cosa giusta" avrebbe voluto chiudere così la polemica dei partigiani sul film "Miracolo a Sant'Anna".

Stazzemaossario Mercoledì all'anteprima del film a Viareggio l'Anpi, l'associazione dei partigiani, farà volantinaggio di protesta «per le menzogne storiche e per l'offesa recata alla Resistenza». Volevano incontrare il regista per un confronto, «ma non è stato possibile». I partigiani l'avevano già accusato di «falso storico», perché si ipotizza che la strage di civili a Stazzema ad opera delle SS sarebbe causata dal tradimento di uno di loro. A dire il vero le stragi nel film sono due e, per motivi diversi, entrambe provocate da partigiani: il traditore impersonato da Sergio Albelli («non ho mai pensato di recitare il cattivo») non avvisa dell'arrivo di una colonna di tedeschi, e l'eroe Pierfrancesco Favino («siamo un paese diviso a metà dai tempi di Dante») non attribuendosi la colpa dell'imboscata provoca la strage in chiesa col principio della decimazione: 10 civili inermi per ogni soldato ucciso.

«Che il film possa aprire una discussione sul passato dell'Italia — continua il regista — è una cosa positiva, ci sono diverse interpretazioni su ciò che è successo, ma il fatto è che il 12 agosto 1944 la 16ª divisione di SS massacrò 560 civili italiani, uomini e donne, anziani e bambini». James McBride è sceneggiatore e autore dell'omonimo romanzo (edito da Rizzoli): «Chiedo scusa se ho urtato la suscettibilità o la sensibilità dei partigiani. Però è una storia di finzione, romanzata, nata il giorno in cui sono entrato nel villaggio di Sant'Anna di Stazzema. Nessuno parlava più dell'eccidio, c'è voluto un film e un romanzo, che non è un libro di storia [...]

All'inizio una vecchia sequenza con John Wayne, il simbolo della mitologia del soldato bianco, «per marcare una differenza rispetto agli altri film». Altri italiani nel film, Omero Antonutti nella parte di un fascista e Valentina Cervi che fa sua figlia. Spike Lee con la sua rabbia dentro, la sua forza e il suo limite, risponde alle critiche negative ricevute in Usa, soprattutto quella di Variety, all'impressione di un film a tesi di 144 minuti dove i soldati neri sono tutti bravi fratelli «trattati come schiavi da una nazione che non li vuole». «Faccio questo mestiere da 23 anni, sono un artista che si prende i suoi rischi, non è che a ogni recensione negativa mi taglio le vene o mi butto dall'Empire State Building».
(Corsera - Valerio Cappelli - 30 settembre 2008)John_wayne1

...ne siamo convinti... uno come lei non si svenerebbe MAI per una critica. E butterebbe caso mai giù dall'Empire State Building chi ha osato muovere delle critiche...

Quanto a James McBride, ed alla sua asserzione che "...nessuno parlava più dell'eccidio, c'è voluto un film e un romanzo...", devo far notare che forse si sopravvaluta. Di Sant'Anna parlava l'ANPI. A Sant'Anna di Stazzema un tale Carlo Azeglio Ciampi, ex paritigiano prima che Presidente Emerito della Repubblica, è andato a trascorrere il primo dei suoi sette "25 Aprile" da Presidente. E della strage si è occupata, a lungo, e con grandi risultati storici se non giudiziari, la casta delle "toghe rosse". Quelle che adesso non piacciono più neanche a Gianpaolo Pansa, fulminato sulla via del revisionismo (per ora... più tardi si vedrà).

P.S.: Spike Lee è finito più volte al centro delle polemiche anche per i suoi ripetuti contatti con Louis Farrakhan. Il regista infatti chiese l'aiuto esplicito al Fruit of Islam, ossia il reparto della sicurezza della Nation of Islam, per difendere i suoi set. Molti giornalisti criticarono il regista, a causa della sua vicinanza a Farrakhan, considerato un razzista per le sue dichiarazioni, quando Lee si esprimeva sempre contro il razzismo. (Wikipedia)

Nel 2005 ha pubblicato la sua autobiografia, intitolata "Questa è la mia storia e non ne cambio una virgola".

Per carità, Spike... in Italia nessuno le ha mai chiesto di cambiare la SUA storia. Però ci faccia una cortesia: se proprio deve occuparsi della nostra, lo faccia attenendosi alle risultanze della magistratura. Sono a disposizione di tutti, anche sua.

P.S.: su cortese segnalazione di Marilù, che ringrazio, riporto i links all'articolo di Giorgio Bocca sul film di Spike Lee, ed il link alla risposta di Spike Lee a Bocca. Non li avevo letti, ma dell'articolo di Bocca avevo sentito spezzoni in una rassegna stampa notturna.

                                       [ Articolo di Giorgio Bocca ]

                                          [ Risposta di Spike Lee ]

I due pezzi non fanno che rafforzarmi nella convinzione di quanto ho scritto, forse in maniera alquanto brutale, nel post. Ovviamente sposo totalmente la risposta di Giorgio Bocca.

Mara Carfagna dichiara guerra a Sabina Guzzanti, Per chi tifare?

20070531p ...chi ha detto che la borsa sta scendendo???

Mibtel_capovolto

...se volete risolvere TUTTI i vostri problemi finanziari, è sufficiente appendere il grafico del Mibtel capovolto. Diventa bellissimo!

CATTIVI PENSIERI: Un milione di euro di danni. E' la richiesta fatta recapitare da Mara Carfagna, tramite il suo legale, a Sabina Guzzanti, in riferimento alle parole pronunciate dall'attrice durante la manifestazione dell'8 luglio di piazza Navona. E' la stessa Guzzanti a comunicare sul suo blog di aver ricevuto la citazione da parte del ministro, che ieri, a Porta a Porta, l'ha definita, a sua volta, una persona "fragile anche mentalmente", che le "fa compassione". Il ministro delle Pari opportunità del governo Berlusconi ha comunque optato per una causa solo civile. "Strano per una preoccupata di essere stata diffamata no? (la diffamazione è un reato penale)", fa notare la comica. "La querela - osserva ancora - è firmata da un avvocato sconosciuto che mi fa pensare che sia solo di facciata e che dietro ci siano i soliti avvocati di Berlusconi".

E' da mesi (esattamente dal 25 Aprile) che aspettiamo con impazienza la preannunziata querela della Carfagna a carico della Sabina Guzzanti, per le allusioni sugli esami orali da ministra. Non è singolare che questa querela, tanto attesa, sia arrivata solo dopo che Guzzanti padre ha affermato che Berlusconi lo fa vomitare?

mercoledì 8 ottobre 2008

Lettera aperta a Paolo Guzzanti

Caro Senatore, nonché Vice-Direttore del Geniale,

Guzzanti apprendiamo da un articolo di Repubblica, che riprende un post sul suo blog, che lei ha cambiato idea su Berlusconi. Adesso il suo donatore di lavoro la fa vomitare. Meglio tardi che mai. Noi stiamo vomitando dal 1994: dal famoso video con la calza della "scesa in campo" (ricorda? ..."l'Italia à il paese che amo"...). Nel nostro vomitare quotidiano non siamo soli. Siamo in gradevole compagnia dei suoi figlioli, dai quali lei avrebbe tanto, ma tanto da imparare...

Ma noi non votiamo solo al pensiero di Berlusconi, Senatore Guzzanti. Noi vomitiamo, da anni, anche pensando al suo lavoro di giornalista (usiamo questo termine solo per convenzione semantica). Noi vomitiamo per il lavoro sporco che lei ha svolto, in combutta coi Trantino, coi Vito, col "Conte" Igor Marini (consulente di Marcinkus "ma anche" scaricatore di frutta e verdura ai mercati di Brescia, nonchè, letteralmente, "avanzo di galera"), con lo scopo di demolire, con mezzi "vomitevoli", l'immagine di Fassino, di Dini, di Prodi, su mandato, immagino, del suo "donatore di lavoro".

Noi vomitiamo pensando alla pregevole opera da lei svolta, con l'aiuto di tale Scaramella, sulla monnezza del dossier Mitrokin, che TUTTI i servizi europei hanno visto e buttato nel cesso, perchè chiaramente fasulli come i famosi "diari" di Mussolini, o come le teste di Modigliani scolpite col Black & Decker...

Sono ANNI, egregio, che Berlusconi non perde occasione per parlare dell'amico Putin, per ergersi a suo avvocato, e addirittura per sparare minchiate circa l'ingresso della Russia nella Nato, e persino nella UE! Sono anni di foto "pappa e ciccia", di ospitate in villa in Sardegna, o in dacia col nano in colbacco, e lei scopre solo oggi che Berlusconi è culo e camicia con Putin? Lentino, di riflessi, per essere un "giornalista"...Berlusconiputin

Nella ipotesi a lei più favorevole, avrebbe dovuto iniziare a vomitare, pensando a Berlusconi, non oltre il 7 ottobre 2006, data dell'assassinio della giornalista Anna Politkovskaja (ricorrenza che ieri ci siamo colpevolmente lasciati sfuggire, travolti dai grandi successi che sta conoscendo, in questi giorni, il mondo liberale liberista libertario che lei così bene rappresenta. Si sapeva già allora chi fosse Putin (noi, veramente, lo sapevamo dagli anni lontani del KGB...). Invece, il 1° Dicembre 2006 (due mesi dopo la mattanza della bravissima giornalista (lei si!... giornalista), Repubblica ci regala intercettazioni mai smentite nelle quali lei tresca con  il celeberrimo "consulente" Mario Scaramella... Non ha dimenticato, vero, Senatore?

Per fare un servizio giornalistico completo sui vomiti suoi e nostri, pubblichiamo la sua dichiarazione di "vomito" su Berlusconi (un po tardiva, neh?); l'ultimo articolo di Anna Politkovskaja (ben altra statura, Vice Direttore Guzzanti!), e tanto per non farci mancare niente, le intercettazioni, da vomito, delle telefonate fra lei e Mario Scaramella. Sperando che così capisca perché noi non vomitiamo solo pensando a Berlusconi, ma anche pensando a lei.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai suoi figlioli. Non è bello, avere un padre di cui vergognarsi!

Tafanus

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Paolo Guzzanti ha cambiato idea: Berlusconi? Lo fa vomitare.

 

ROMA - "Berlusconi mi fa vomitare". Paolo Guzzanti, deputato Pdl ed ex presidente della Commissione Mitrokhin, attacca frontalmente il presidente del Consiglio. Dal proprio sito internet Guzzanti torna a difendere la Georgia, invasa da Mosca, e attacca la Russia di Putin. Quello stesso leader politico che Silvio Berlusconi non perde occasione di lodare. Un comportamento che a Guzzanti non va giù. E non lo manda a dire.

 

Berlusconi_colbacco Stavolta a scatenare la polemica sono le frasi dette ieri da Berlusconi nel corso della riunione del gruppo Pdl alla Camera. Ecco, secondo Guzzanti, la descrizione dei fatti: "Berlusconi ha superato se stesso paragonando il presidente georgiano Saakashvili a Saddam. Ho vomitato. Ieri sera ho ascoltato da Berlusconi parole terribili e inaccettabili che non avrei mai voluto ascoltare. Di questa storia ne ho abbastanza. Ciò che ho trovato più grave, inaccettabile e nauseante è stato il tono con cui Berlusconi ha ripetuto a megafono le storie della propaganda russa, dicendo che 'bisognava ad andare a prendere quello là, quel Saddam', intendendo il presidente Saakashvili. Mi fa schifo e non capisco l'allineamento col capo del Kgb al potere".

 

Guzzanti - a cui recentemente è stata levata la scorta - non si ferma e rivela anche un dialogo che sarebbe stato raccontato da Berlusconi. "Mi telefona Bush e mi dice: hai visto cosa ha fatto il tuo amico Putin? - scrive Guzzanti riferendo le parole del premier - ma Putin è amico mio quando fa le cose che non ti piacciono e amico nostro quando fa quelle giuste? Sentiamo, che ha fatto? E Bush: 'Ha cancellato tutti i candidati dalle elezioni locali, tutti, e li ha sostituiti con uomini suoi, dal primo all'ultimo. "Allora - ricostruisce sempre Guzzanti citando il Cavaliere - io vado a Mosca e dico: cos'è questa storia dei candidati? E Putin: ma sai, avevano candidato tutta gente sui 70 anni, quindi erano tutti legati al passato sovietico. Ho voluto dare una svecchiata e ho ordinato di far mettere quarantenni, gente che dirige aziende. Va bene, dico io". Un atteggiamento che Guzzanti critica duramente. Una reazione troppo morbida, quella del premier italiano, che il deputato della Pdl non tollera: "Berlusconi ha anche detto che quella russa non sarà proprio una democrazia perfetta, ma sapete, ci vuole del tempo per passare dal totalitarismo alla democrazia".

 

Conclusione al vetriolo. "Ieri sera avevo l'impressione di ascoltare qualcuno che esprimesse parole, sorridenti per di più, per giustificare Hitler". Un qualcuno che si chiama Berlusconi.
(Repubblica - 8 ottobre 2008)
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QUALCOSA DI SERIO... L'ultimo articolo di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006

 

Tutti ci chiedono: "L'assassinio di Anna Politkovskaja è collegato all'articolo sulle torture in Cecenia che stava preparando e di cui aveva parlato durante una trasmissione di radio "Svoboda” (Libertà) giovedì 5 ottobre, un giorno prima della sua morte?" Oggi in questa pagina pubblichiamo dei frammenti di due materiali che Anna stava preparando, ma non conclusi. Il primo è un testo contenente le testimonianze dirette di vittime delle torture, confermate da analisi mediche.

 

Il secondo consiste di fotografie sulle quali si sarebbe dovuto basare un secondo testo, mai scritto. Queste immagini, in possesso della Politkovskaja, raccontano le torture subite da cittadini, la cui identità è ignota. Il video (facciamo appello alla persona che lo ha consegnato ad Anna di farsi viva) è stato girato dagli stessi carnefici. Si presume siano funzionari delle forze dell’ordine governative cecene.
(La redazione della Novaja Gazeta)

 

TI CHIAMIAMO TERRORISTA: L'uso della tortura nel programma antiterrorismo in Nord Caucaso

 

Anna_politovskya Ogni giorno ho sulla mia scrivania decine di cartelle: le copie degli incartamenti riguardanti cause penali di persone in carcere per "terrorismo" oppure, per il momento, solo indagate. Perché qui la parola "terrorismo" è tra virgolette? Perché la stragrande maggioranza di queste persone sono state etichettate con questo marchio, quindi sono solo terroristi di nome, ma non di fatto. Nel 2006 questa prassi di "marchiatura dei terroristi" non ha semplicemente sostituito un’autentica lotta al terrorismo, ma ha anche trasformato in potenziali terroristi tutti coloro i quali desiderano vendicarsi. Quando i magistrati e i tribunali non agiscono secondo la legge e per punire i colpevoli, ma invece ubbidiscono a ordini della politica e vanno a caccia dei criminali designati dal Cremlino per compiacere la sua volontà in materia di antiterrorismo, le cause penali spuntano come funghi.

 

La produzione in serie di confessioni "spontanee" fornisce ottimi dati al programma di "lotta contro il terrorismo nel Caucaso del Nord". Ecco cosa mi hanno scritto le madri di un gruppo di giovani prigionieri ceceni: "...in realtà, queste penitenziari correzionali sono dei veri e propri campi di concentramento per i condannati ceceni, che subiscono ogni genere di discriminazione etnico-razziale. Non possono uscire dalle loro celle e dai blocchi di isolamento. La maggioranza, per non dire la quasi totalità, viene condannata con accuse inventate, senza che esistano prove a sostenerle. L' essere detenuti in condizioni terribili, il vedere la propria dignità umiliata, generano in loro un odio verso tutto e tutti. Quello che ritorna da noi è un intero esercito il cui futuro è stato rovinato...". Dico la verità: ho paura del loro odio. Ne ho paura perché quest'odio, prima o poi, scoppierà e strariperà come un fiume in piena. E proprio tutti diventeranno degli estremisti, ma non quelli che li hanno torturati.

 

Le questioni dei "marchiati come terroristi" è il campo nel quale si scontrano faccia a faccia due diverse concezioni ideologiche di quello che succede nell'ambito delle "operazioni antiterroristiche nel Caucaso settentrionale": combattere l’illegalità con la legge? Oppure applicare  la "nostra" illegalità alla “loro”? Questo scontro provoca una pioggia di scintille che minaccia il presente e il futuro. Come risultato di questa "marchiatura a terroristi" c’è l'aumento del numero di coloro che non si rassegnano a questa situazione. Non molto tempo fa l'Ucraina ha estradato, su richiesta russa, un certo Beslan Gadaev, ceceno, arrestato all'inizio di agosto durante un controllo documenti in Crimea, dove risiedeva in seguito a emigrazione forzata dalla Russia. Ecco alcune righe di una sua lettera datata 29 agosto:Groznyi11

 

"...dopo essere stato estradato dall'Ucraina a Groznyi, sono stato trascinato in un ufficio, dove mi hanno chiesto se avessi ucciso membri della famiglia Salichovyi, un certo Anzora e un suo amico. Ho giurato di non aver ucciso nessuno e di non aver mai sparso una goccia di sangue, né russo, né ceceno. Loro hanno risposto: "No, li hai uccisi". Ho di nuovo negato. Dopo di che hanno immediatamente cominciato a picchiarmi. Per prima cosa mi hanno colpito due volte con un bastone vicino all'occhio destro. Quando mi sono ripreso da questi colpi, mi hanno fatto girare, mi hanno ammanettato e mi hanno infilato il bastone tra le braccia, in modo che non potessi muovere né le braccia, né le mani. Poi mi hanno afferrato, o meglio, hanno afferrato questo bastone, e mi hanno appeso a due armadietti, ad un'altezza di circa un metro. Subito dopo mi hanno avvolto un cavo attorno ai mignoli e, dopo pochi secondi, hanno cominciato a far passare la corrente e contemporaneamente a picchiarmi dove potevano con un manganello di gomma. Siccome il dolore era insopportabile, ho cominciato a gridare, a chiamare l'Altissimo, e a pregarli di smettere. Per tutta risposta, mi hanno messo sulla testa un sacchetto di plastica nero, in modo da non sentire quello che dicevo. Non so di preciso per quanto hanno continuato, ma ad un certo punto ho cominciato a perdere i sensi per il dolore. Dopo essersi accorti che stavo perdendo conoscenza, mi hanno tolto il sacchetto dalla testa e mi hanno chiesto se avrei confessato. Ho risposto che l'avrei fatto, anche se non sapevo di cosa stessero parlando. L'ho fatto solo perché la smettessero di torturarmi almeno per un po'.Politkovskaja01

 

Allora mi hanno tirato giù dagli armadietti, hanno tolto il bastone e mi hanno sbattuto per terra. Mi hanno detto: "Parla". Ho risposto che non avevo niente da dire. Al che hanno ricominciato a picchiarmi sull'occhio destro con il bastone con cui mi avevano tenuto appeso. I colpi mi hanno fatto rotolare sul fianco e, mentre ero quasi svenuto, sentivo che mi bastonavano dove capitava. Poi mi hanno riappeso agli armadietti e hanno ricominciato tutto da capo. Non so per quanto è durata, continuavano a farmi rinvenire con dell'acqua. Il giorno dopo mi hanno lavato e mi hanno spalmato qualcosa in faccia e sul corpo. Più o meno verso l'ora di pranzo è entrato un funzionario del comune. Mi ha detto che erano arrivati dei giornalisti e che avrei dovuto confessare tre omicidi e alcuni furti e che se non l'avessi fatto avrebbero ricominciato a torturarmi e avrebbero anche abusato sessualmente di me. Ho acconsentito. Dopo l’intervista con i giornalisti, i miei torturatori, usando le stesse minacce a sfondo sessuale, mi hanno obbligato a confessare che tutte le percosse, da loro ricevute, me le ero invece procurate durante un tentativo di fuga.”

 

Zaur Zakriev, avvocato di Beslan Gadaev, ha comunicato agli esponenti di Memorial che nel territorio di Groznyi sono state perpetrate violenze fisiche e psicologiche sul suo cliente. BeslanSecondo la dichiarazione di Zakriev il suo assistito ha confessato di aver compiuto atti di banditismo nel 2004 nei confronti di esponenti delle forze dell’ordine. Ma nella questura di Groznyj hanno ottenuto da lui anche la confessione di crimini da lui non commessi avvenuti nel villaggio di Starye Atagi della regione di Groznyj. Secondo l'avvocato, le torture subite da Gadaev hanno lasciato evidenti lesioni sul suo corpo. I medici del reparto di isolamento 1 di Groznyi dove è attualmente detenuto Gadaev (accusato di "associazione a delinquere" secondo l'articolo 209 del Codice Penale della Federazione Russa) hanno stilato un rapporto che, in base alle visite effettuate su di lui, elenca numerosi segni di percosse, lesioni quali cicatrici, abrasioni, ecchimosi, bruciature, costole rotte, oltre che danni permanenti ad organi interni. Per tutte queste violazioni dei diritti dell'uomo, l'avvocato Zaur Zakriev ha presentato ricorso al procuratore generale della Repubblica Cecena.
Anna Politkovskaja

 

Nel video (trovato tra i dischetti della giornalista), due uomini, presumibilmente appartenenti a una struttura governativa cecena (gli stessi che hanno girato il filmato), hanno preso due giovani e li stanno torturando. Uno dei due giovani è seduto su un veicolo, sanguina copiosamente (è ben visibile un coltello che spunta  vicino al suo orecchio). Un altro è stato apparentemente buttato fuori dalla macchina e giace sull'asfalto. I torturatori non sono visibili, si sente solo parlare in dialetto ceceno.
                                      http://www.peacereporter.net/
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E QUALCOSA DI SPORCO E DI IDIOTA... Le intercettazioni delle telefonate fra Il vomitevole Senatore Paolo Guzzanti, ed il suo "consulente" Mario Scaramella.

 

Nelle telefonate le manovre per far apparire il premier Prodi uomo del Kgb - "Così incastreremo Prodi" - il piano Scaramella-Guzzanti - Le trappole emergono dal lavoro dei pm di Napoli

 

Nella lingua inglese, c'è un'efficace formula per definire il piano preparato nei segreti della "Commissione Mitrokhin" contro Romano Prodi. La formula è character assassination, la distruzione della reputazione, l'annientamento della sua credibilità, l'assassinio di una persona non nel suo corpo, ma nella sua identità morale, professionale, sociale. Il senatore Paolo Guzzanti è determinatissimo a trovare elementi che possano diventare, una volta pubblici, la tomba politica dell'antagonista di Silvio Berlusconi. Li chiede, li invoca, li pretende, dal suo consulente privilegiato Mario Scaramella e il "professore" non lesina al presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta occasioni, opportunità posticce, piani di aggressione privilegiati e subordinati. Prodi deve diventare l'uomo di fiducia del Kgb in Italia. Potrebbe non bastare e, allora, il "professore" consiglia al senatore di autorizzare altre manovre. Nella Repubblica di San Marino si possono creare le condizioni per accusare Prodi di essere finanziato da Mosca attraverso la Cassa di Risparmio e, da qui, a Nomisma. La confezione di questi falsi documenti sarebbe dovuta finire sul tavolo del procuratore di Bologna. Se le testimonianze, raccolte dai transfughi del Kgb in Europa, non dovessero essere sufficienti, il "professore" si dichiara disponibile a raccogliere direttamente a Mosca altri dossier del Kgb compromettenti.

 

Scaramella Forte di una lettera del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, dovrebbe però avere il placet del "Capo" per evitare problemi con Vladimir Putin. Infine, le Coop. Si potrebbe organizzare un'evidenza del loro legame con la criminalità organizzata. Una convergenza d'interessi che si consuma nell'indifferenza, tutta politica, delle "toghe rosse" della procura di Napoli. Un bel piano, no, alla vigilia delle elezioni.

 

Paolo Guzzanti mostra sempre grande entusiasmo per le fantasiose trovate del suo collaboratore. Che appare molto interessato a capire, anche per il suo futuro professionale, qual è la parte in commedia di Silvio Berlusconi. Guzzanti, come leggeremo, lo rassicura: "... Annuiva gravemente... Ha voglia di giocare all'attacco".

 

La storia delle trappole preparate dentro il Parlamento con i poteri speciali attribuiti a una commissione di inchiesta contro Romano Prodi, allora candidato premier, a soli tre mesi dalle elezioni, si può, in fondo, raccontare con due sole telefonate tra quelle intercettate per ordine della Procura di Napoli, oggi nel fascicolo trasmesso al pubblico ministero di Roma.

 

La prima telefonata ci racconta come potessero apparire buffi, grotteschi, ridicoli, i tentativi di Mario Scaramella agli occhi di chi, tra gli altri, avrebbe dovuto accreditare le sue frottole. Come l'ucraino Aleksander Talik.

 

Il 5 gennaio 2006, conversando con la moglie, le dice: "Tu capisci? Mario sembra un bambino. È tutta una cosa che non quadra. Io non capisco niente, sembra un gioco. Tutte queste storie sul Kgb, sugli attentati. Mi fa schifo tutto questo. Io non capisco tutte queste combinazioni stupide. Non capisco proprio la ragione di queste cose. Mario mi porta questo che ha scritto Andreij (Andreij Ganchev, interprete ufficiale della commissione Mitrokhin). Ma chi è Andreij? Andreij può scrivere quello che vuole, dico io. Per me ha lo stesso valore che scrivere su un muro che Aleksander è scemo. È la stessa cosa. Che senso ha tutto questo? Mario ha nominato alcuni personaggi: grandi colonnelli, eccetera. Dice che Andreij ha dato le informazioni a questo colonnello del Fsb. Ma dico io: questo colonnello non ha niente da fare che scrivere queste cose deliranti? Delirio assoluto, incomprensibile. Mi capisci?". La saggia moglie, Natasha, la fotografa con concretezza con un paio di parole: "Sasha, loro hanno semplicemente inventato questa storia". Scaramella2004

 

I fabbricanti della storia inventata li si può vedere all'opera qualche giorno dopo. E' il 28 gennaio del 2006. Sono le 10 e 59 minuti. Paolo Guzzanti e Mario Scaramella discutono per 21 minuti e 37 secondi.

 

Mario Scaramella: "Il segnale che io ho avuto è questo: non c'è un'informazione Prodi uguale agente Kgb, ma parliamo di "coltivazione", contatti".

 

Paolo Guzzanti: "Coltivazione è abbastanza, eh?!".

 

Scaramella: "Per me, è moltissimo. È quello che mi viene detto. A questo punto, non pretendete una dichiarazione da chicchessia che dica "Prodi è un agente"".

 

Guzzanti: "Perché, "coltivato" invece si?".

 

Il problema del senatore e del suo collaboratore è chiaro. Non possono accusare Romano Prodi di essere un agente e dunque ripiegano su una formula meno assertiva, ma più malignamente suggestiva. Romano Prodi è stato un uomo "coltivato" dal Kgb. Il problema dei due signori è di costruire un supporto di testimonianze che regga in pubblico, perché, come dice Guzzanti, "non è una lite tra giornali, qui si finisce poi in tribunale". Tocca a Scaramella trovare il testimone chiave. Vladimir Bukovskij (intellettuale dissidente riparato a Londra, scambiato dai sovietici nel 1976 con il comunista cileno Luis Corvalan) si è chiamato fuori con una considerazione che non fa una piega "Se attacchiamo politici occidentali, quando non abbiamo documenti, poi perdiamo credibilità, anche quando invece abbiamo i documenti". "Comunque - racconta Scaramella a Guzzanti - non arriviamo a dire che Prodi è un agente del Kgb in questi termini. Quello che è certo è che i russi consideravano Prodi amico dell'Unione Sovietica".

 

Paologuzzanti Guzzanti si infuria: "Scusa Mario, abbi pazienza! Per me, agente o "coltivato" va bene. "Amico dell'Unione Sovietica" non significa un cazzo! Che mi frega a me? Che ti pare una notizia, "Prodi amico dell'Unione Sovietica"? Ci aveva pure [rapporti] con l'Istituto Plecanov. Mi stai a prendere per il culo, scusa? "Coltivato" a me va benissimo, perché l'espressione "coltivato" significa quel che significa nel linguaggio di intelligence".

 

A questo punto, il "professore" propone come testimone chiave Oleg Gordievskij (ex colonnello del Kgb, riparato a Londra nel 1985, autore con Cristopher Andrew de "La Storia segreta del Kgb"). Ma c'è una difficoltà. Oleg non ne vuole sapere di mettere tra virgolette "Prodi agente del Kgb", perché "questo non è accaduto", dice. Scaramella però conviene che si può lavorare sul discorso di "coltivazione" [...]

 

Definiti i passaggi successivi del piano, Scaramella cerca di capire da Guzzanti, il suo "Capo", qual è l'opinione del "Capo" di Guzzanti su quel che stanno cucinando. A chi pensare se non a Silvio Berlusconi? Proprio al presidente del Consiglio in carica in quel gennaio 2006, sembra far riferimento il senatore di Forza Italia quando informa il consulente di come sono andate le cose.

 

Scaramella: "Tu hai qualche dettaglio in più dell'incontro con il Capo?".

 

Guzzanti: "La notizia ha avuto un forte impatto. Io quando vado da lui gli dico le cose a voce ma, contemporaneamente, gli metto sotto il naso un appunto scritto in cui ci sono le stesse cose che gli sto dicendo e nell'appunto scritto - che lui s'è letto e riletto sottolineando i punti salienti, scrivendo 1, 2, 3, come fa lui - ci sono le cose di cui abbiamo parlato come futuro... Annuiva gravemente, come uno che non solo è..., anzi, quando io ho detto: "Sai, il problema di questa faccenda è che, se noi andiamo a un processo, poi è una (parola incomprensibile)... è una cosa in cui dobbiamo dimostrare ciò che diciamo", e lui, sorprendendomi un po',... però ho capito che ha voglia di giocare all'attacco. Ha detto: "Beh, un momento! Intanto però, li costringiamo a difendersi". Questa l'ho trovata una reazione estremamente positiva. (...) E contemporaneamente io gli dico: "Guarda, ... ti porto il risultato [...]

 

Guzzanti: "Ma i tempi? Tutto deve essere consegnato al più tardi per venerdì prossimo".

 

Scaramella: "Per il 10, eh? E allora mi organizzo questa settimana di andare a Mosca (...) Se puoi fare tu un passaggio, visto che noi abbiamo la lettera di Fini che dice: "Ho dato istruzioni...", si potrebbe fare lunedì un passaggio. Io vado da martedì, mercoledì. Vado a Mosca e torno con un bottino anche più grasso dell'agenzia ecologica [...]

 

                      [ Testo completo intercettazioni Guzzanti - Scaramella ]
(1 dicembre 2006) Repubblica

 

Ecco, Senatore Guzzanti. Questo è quanto... dovrebbe essere sufficiente a farle capire perchè noi vomitiamo da tanto tempo... esattamente da 14 anni e mezzo. E perchè non vomitiamo solo pensando a Berlusconi.

 

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CHI E' MARIO SCARAMELLA
La resistibile ascesa di Mario Scaramella - di Claudio Gatti Il Sole24Ore

 

Per 18 anni Mario Scaramella si è presentato presso giornali, procure, organi nazionali e internazionali spacciandosi per professore universitario con cattedre a Napoli, Londra, Stanford, San José e Bogotà oltre che segretario generale di un'importante organizzazione intergovernativa, l'Ecpp. Non era né l'uno né l'altro e nella prima parte della nostra inchiesta abbiamo raccontato com'è riuscito a passarla liscia per oltre un decennio. Ma come ha fatto poi a traslocare dal campo della criminalità ambientale a quello dell'intelligence sovietica, diventando consulente della Commissione parlamentare Mitrokhin? Come mai il presidente di quella commissione, il senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti, ha deciso di affidargli una serie di compiti estremamente delicati come quello di acquisire documenti ed effettuare ricerche presso istituzioni e organismi dell'ex Unione Sovietica, e addirittura di cercare «collegamenti tra l'intelligence sovietica, il terrorismo islamico e altre strutture eversive straniere»?

 

Si potrebbe essere tentati di rispondere cinicamente che in questa vicenda l'incredibile si è spesso rivelato possibile. Ma c'è una spiegazione più pedestre (e puntuale): la sua candidatura fu sponsorizzata da Lorenzo Matassa, magistrato distaccato a tempo pieno presso la Commissione Mitrokhin. Abbiamo perciò girato a lui la domanda: «Nel 2002 avevo incontrato Scaramella al convegno del Cira (il Centro italiano di ricerche aerospaziali che aveva ospitato un incontro organizzato da Scaramella, nonostante un'email di avvertimento che lo descriveva come un millantatore, ndr). In quell'occasione ebbi modo di intuire che aveva diretti rapporti anche con alti rappresentanti di pubbliche istituzioni russe. Ricordai quest'ultima circostanza circa un anno dopo allorché, presso la commissione Mitrokhin, si manifestò la necessità di acquisire la sentenza di condanna per tradimento irrogata nei confronti del defezionista del Kgb (Mitrokhin, ndr); per questo motivo prospettai al presidente Guzzanti la possibilità di utilizzare i contatti istituzionali del professor Scaramella in Russia». Quando abbiamo chiesto che cosa c'entri il mondo spaziale con il Kgb, Matassa si è limitato a dire che i contatti di Scaramella al Cira «saranno stati dei militari, vicini al Cremlino... e poi comunque non ci sono "serviziologhi"» [...]

 

Il fatto che, nella Commissione Mitrokhin, Matassa non sia stato il solo a dare credito a Scaramella non giustifica però nessuno. «Scaramella si presentava molto bene, conosceva le lingue straniere e sapeva tenere lunghi discorsi. Ma non diceva nulla», osserva il professor Paolo Oliviero, che per anni ha denunciato menzogne e trucchi di Scaramella. «Io mi sono accorto che era un imbroglione proprio da quello. Perché non solo non era in regola con le carte o i titoli, ma neppure con la sostanza di quello che diceva» [...]

 

Se volete incrementare la quantità di vomito, andate al link sottostante, dove è dettagliatamente riportato il curriculum di Mario Scaramella, sedicente Professore.

 

                              [ Inchiesta del Sole24Ore su Scaramella ]

 

Altre esilaranti notizie su questo malfattore, se avete ancora qualcosa da vomitare, potete trovarle su Wikipedia: roba da non credere, se non fosse che è roba accertata per acta...

 

                               [ Biografia di Scaramella su Wikipedia ]

 

Alla prossima tornata di vomito, ricostruiremo le "magnifiche sorti e progressive" dei rapporti del nostro con tale Conte Igor Marini...

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