domenica 29 marzo 2009

L'accordo Sarkozy - Berlusconi sul nucleare? una bufala atomica

Messi sull'avviso dal bel servizio di Report sul c.d. "accordo" italo-francese sul nucleare, ci siamo messi alla ricerca di questo fantomatico "accordo", del quale tutti noi sapevamo solo quanto l'affidabilissimo premier italiano ha avuto la bontà di comunicarci, mooolto per sommi capi, a reti quasi unificate. E' così che abbiamo scoperto che L'ACCORDO è poco più che un bigliettino dei Baci Perugina, ma molto meno non solo di un contratto, ma anche di una semplice lettera d'intenti. Il testo che segue è tratto dal dal sito di ASPO-Italia, ed è dovuto alla lucida penna di Ugo Bardi. Tafanus
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Tricastin "Ormai da molto tempo seguo una saggia regola che mi dice che non vale la pena guardare la televisione e leggere i giornali dato che tutte le notizie che vengono date sono o false, o esagerate, o irrilevanti (e spesso tutte e tre le cose insieme). Con questa regola, vivo tranquillo e mi risparmio le varie follie che periodicamente infestano gli schermi e le pagine dei giornali.

Tuttavia, ogni tanto mi capita di dovermi interessare per forza di qualcosa che appare sui giornali o in TV. Ultimamente mi è successo per la questione dell'accordo nucleare fra Italia e Francia. Avevo, in effetti, sentito parlare vagamente di questa faccenda e l'avevo automaticamente classificata fra le cose false, esagerate e irrilevanti. Ma mi è toccato approfondire un po' perché mi hanno intervistato alla TV su questo argomento. La regola è stata confermata in pieno, ma vediamo di discuterne un attimo.

Allora, prima di presentarmi per l'intervista allo studio televisivo, mi sono letto il comunicato ENEL sull'accordo. Poi, mentre *me stavo seduto impalato e incravattato davanti alla telecamera ad aspettare, mi è toccato sorbirmi tutto il notiziario del giorno, nel quale mi sono accorto con stupore (ma neanche poi tanto) che si dicevano cose del tutto diverse da quelle scritte nel comunicato. Si diceva che Francia e Italia hanno "firmato un'accordo per la costruzione di quattro centrali nucleari in Italia entro il 2020". Ma è vero?

Bene, guardiamo un po' il testo del comunicato stampa emesso da ENEL. Ve lo riporto per intero in fondo, ma qui concentriamoci sulle frasi significative.

Risulta dal comunicato che ENEL e EDF (electricité de France) hanno "siglato due memorandum of understanding (MoU)". Cos'è questo oggetto che ha come nome un curioso mix di latino e inglese, e che viene abbreviato con la sigla di una caramella? In Italiano, si dovrebbe dire "protocollo d'intesa" oppure "lettera di intenti". Già il fatto che nel comunicato stampa abbiano usato il nome più pomposo di "memorandum of understanding" la dice lunga sulla volontà di offuscazione di questa gente. Ma andiamo avanti.

Allora, un memorandum of understanding (o protocollo di intesa, o lettera d'intenti che dir si voglia) rappresenta l'equivalente un po' più formale di una stretta di mano. Non che non possa avere valore legale; anche una stretta di mano lo può avere. Ma il fatto di usare questo termine e non quello di "contratto" indica che i partners dichiarano soltanto la loro buona volontà ma non prendono nessun impegno. Non abbiamo i testi dettagliati di queste due caramelle MoU, ma dal testo che abbiamo ci accorgiamo subito che, in effetti, non corrispondono a nessun impegno reale.

Ci sono due MoU fra Enel e EDF. Il primo "pone le premesse per un programma di sviluppo congiunto dell’energia nucleare in Italia da parte delle due aziende. " Notate che "pone le premesse", ovvero per ora non c'è nessun piano del genere.

Dice poi che "Enel ed EDF si impegnano a costituire una joint-venture paritetica (50/50) che sarà responsabile dello sviluppo degli studi di fattibilità per la realizzazione delle unità di generazione nucleare EPR". Ovvero, l'unico impegno di questo MoU e che EDF e ENEL faranno insieme uno studio di fattibilità. Ma notate che qualcuno dovrà finanziarlo, e qui non si accenna nemmeno a uno stanziamento.

Leggiamo poi che "Successivamente, completate le attività di studio e prese le necessarie decisioni di investimento, è prevista la costituzione di società ad hoc per la costruzione, proprietà e messa in esercizio di ciascuna unità di generazione nucleare EPR", Notate che "è prevista" la costituzione di una società ad hoc, ma questo è qualcosa che avverrà in un futuro non ben definito quando saranno prese "le necessarie decisioni di investimento", ovvero qualcuno avrà trovato i soldi, se ci riuscirà. Ovviamente, non c'è nessun impegno legale a fare questa cosa.

La seconda caramella MoU è altrettanto insipida della prima: dice che "Enel ha espresso la volontà di partecipare all’estensione del precedente accordo sul nucleare a suo tempo raggiunto con EdF per la realizzazione in Francia di altri 5 reattori EPR". Notate che Enel "ha espresso la volontà," tutto qui! E notate anche che soltanto ENEL ha espresso questa volontà; secondo il comunicato stampa, EDF non ha detto niente. Di solito, quando si fa un contratto, bisognerebbe essere d'accordo in due!

Diciamo che questi MoU sono equivalenti a una situazione in cui io potrei andare, per esempio, dall'agente immobiliare che vende una bella villa sulla Costa Smeralda e firmare con lui un "memorandum of understanding" nel quale io mi dichiaro interessato a comprare la villa e lui si dichiara interessato a vendermela, ma non si menziona a che prezzo. Una cosa del genere non vale niente; ovviamente. Infatti, quando fai un contratto serio per comprare una casa paghi una caparra e sul contratto c'è scritto il prezzo, i termini e le condizioni. Ma qui, fra Francia e Italia non c'è proprio niente del genere, niente di serio sul nucleare.

Questo non vuol dire che Francia e Italia non siano interessate a collaborare sull'energia nucleare. Anzi, con il proprio nucleare ormai in netto declino, la Francia ha bisogno di partners per rilanciare e rifinanziare nuove centrali e probabilmente questa è la ragione che ha spinto Sarkozy a Roma. Ma questo cosiddetto "accordo" fra Italia e Francia è puro fumo e rumore; aria fritta, propaganda fatta secondo un copione ormai collaudato e, curiosamente, la gente continua a cascarci.

Eppure, per tutta la giornata del 24 Febbraio, giornali e televisione ci hanno bombardato con la notizia che Italia e Francia si sono messe daccordo per la realizzazione di quattro centrali nucleari, dando la cosa come certa e assodata. Tutta la vicenda conferma in pieno la saggia regola che continuerò ad applicare: tutto quello che ti raccontano in TV o sui giornali va ignorato in quanto o è falso, o è esagerato, o è irrilevante, o tutte e tre le cose insieme.

(di Ugo Bardi,  su [Risorse, Economia e Ambiente] , il blog dell'associazione ASPO-Italia)
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(comunicato stampa di Enel del 24 Febbraio 2009 - cortesia di Pierangela Magioncalda)

ACCORDO ENEL-EDF PER LO SVILUPPO DEL NUCLEARE IN ITALIA

Nel quadro del Protocollo di Intesa italo-francese per la cooperazione energetica, l’Ad di Enel Fulvio Conti e il Pdg di Edf Pierre Gadonneix hanno siglato due Memorandum of Understanding per studiare la fattibilità  di almeno 4 unità di terza generazione avanzata del tipo EPR da costruire nel nostro Paese e per estendere la partecipazione di Enel al programma nucleare in Francia, a partire dal reattore di Penly recentemente autorizzato.

“Enel è onorata di avere al suo fianco nel progetto di rilancio del nucleare in Italia un partner industriale come Edf che ha in questo campo un’esperienza e una reputazione riconosciute a livello internazionale – ha commentato Conti –. Gli accordi siglati oggi contribuiscono a rafforzare i legami tra i sistemi industriali di Italia e Francia in un settore strategico come quello dell’energia e a sviluppare ulteriormente la reciprocità nei rispettivi mercati."

Roma, 24 febbraio 2009 - Nel quadro del Protocollo di Intesa italo-francese per la cooperazione energetica, Fulvio Conti amministratore delegato e direttore generale di Enel e Pierre Gadonneix, presidente e direttore generale di Edf hanno firmato un primo Memorandum of Understanding (MoU) che pone le premesse per un programma di sviluppo congiunto dell’energia nucleare in Italia da parte delle due aziende. Quando sarà completato l’iter legislativo e tecnico in corso per il ritorno del nucleare in Italia, Enel ed EDF si impegnano a sviluppare, costruire e far entrare in esercizio almeno 4 unità di generazione, avendo come riferimento la tecnologia EPR (European Pressurized water Reactor), il cui primo impianto è in costruzione a Flamanville in Normandia e che vede la partecipazione di Enel con una quota del 12,5%.

L’obiettivo è di rendere la prima unità italiana operativa sul piano commerciale non oltre il 2020. Con il MoU di oggi, Enel ed EDF si impegnano a costituire una joint-venture paritetica (50/50) che sarà responsabile dello sviluppo degli studi di fattibilità per la realizzazione delle unità di generazione nucleare EPR. Successivamente, completate le attività di studio e prese le necessarie decisioni di investimento, è prevista la costituzione di società ad hoc per la costruzione, proprietà e messa in esercizio di ciascuna unità di generazione nucleare EPR, caratterizzate da:

· partecipazione di maggioranza per Enel nella proprietà degli impianti e nel ritiro di energia;

· leadership di Enel nell’esercizio degli impianti;

· apertura della proprietà anche a terzi, con il mantenimento per Enel e EDF della maggioranza dei veicoli societari.

L’accordo Enel-EDF entra in vigore il 24 febbraio 2009 e ha una durata di 5 anni dalla data della sua firma, con possibilità di estensione.

In un secondo MoU, Enel ha espresso la volontà di partecipare all’estensione del precedente accordo sul nucleare a suo tempo raggiunto con EdF per la realizzazione in Francia di altri 5 reattori EPR, a partire da quello che recentemente il Governo francese ha autorizzato nella località di Penly.

“Enel è onorata di avere al suo fianco nel progetto di rilancio del nucleare in Italia un partner industriale come Edf che ha in questo campo un’esperienza e una reputazione riconosciute a livello internazionale – ha commentato Conti –. Gli accordi siglati oggi contribuiscono a rafforzare i legami tra i sistemi industriali di Italia e Francia in un settore strategico come quello dell’energia e a sviluppare ulteriormente la reciprocità nei rispettivi mercati.”

Enel è oggi presente in Francia nel nucleare, con una partecipazione del 12,5% nell’impianto di terza generazione EPR a Flamanville (1.660 MW); nelle rinnovabili, tramite la controllata Erelis, con 8 MW eolici operativi a fine 2008 e una pipeline di circa 500 MW; nella commercializzazione di elettricità con oltre 1.000 GWh venduti nel 2008. Ulteriori possibilità di sviluppo di Enel in Francia, riguardano la costruzione di un impianto a carbone pulito da 800 MW, la partecipazione in due unità a ciclo combinato alimentate a gas (CCGT) di Edf da 930 MW e la partecipazione al processo di gara per il rinnovo di concessioni per 25 centrali idroelettriche.
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Questo è tutto, cioè NIENTE. se ci concentriamo sulle parti in grassetto del c.d. "protocollo d'intesa", scopriamo che l'aria fritta è molto, ma molto più consistente di questa barzelletta che Berlusconi, in pompa magna, ha definito ACCORDO per la costruzione di quattro centrali nucleari in Italia.

venerdì 27 marzo 2009

L'episcopato nel fortino - di don Aldo Antonelli

Aldo-Antonelli Dalla rabbia allo sconcerto. E’ l’aggravamento di sentimenti cui mi sento costretto nell’ascoltare un episcopato “fortilizzato”  nel corto perimetro della propria autoreferenzialità e prigioniero di una fedeltà feticista che scambia, appunto, la fede per feticismo, l’obbedienza per sottomissione e il rispetto per culto della personalità.

Avevo, ma inutilmente, sperato che di fronte alle critiche intra ed extraecclesiali i vescovi si fossero interrogati sui problemi reali degli uomini e delle donne di questo terzo millennio, mentre me li ritrovo arroccati nella stanca ma altèra ripetizione di vecchi proclami, più preoccupati di difendere se stessi che di servite quella comunità “per la quale” sono stati costituiti. La loro, ormai, è una contro testimonianza.

20090327

La Chiesa che emergeva dal Vaticano II era una Chiesa più attenta a lavare i piedi dell'umanità che non preoccupata di curare le vesti che portava addosso. La chiesa che invece loro sognano è “un  popolo di colli storti”, per dirla con le parole di Bernanos nel suo “Diario di un curato di campagna”.

Con tutta la buona volonta non riesco a capire da quale scuola vengano questi vescovi.Ho ormai l’impressione che tocchi a noi, semplici sacerdoti e semplici fedeli, rievangelizzarli, ricordando loro che “Il precetto del Magistero non è che comando umano: ma la coscienza è voce di Dio”, come già affermava San Tommaso.

 

Tocca a noi ricordare quanto, ai tempi del Concilio, e ai tempi della sua innocenza, Joseph Ratzingher stesso scriveva: “Al di sopra del papa, come espressione della pretesa vincolante dell'autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell'autorità ecclesiastica. L’enfasi sull'individuo, a cui la coscienza si fa innanzi come supremo e ultimo tribunale, e che in ultima istanza è al di là di ogni pretesa da parte di gruppi sociali, compresa la Chiesa ufficiale, stabilisce inoltre un principio che si oppone al crescente totalitarismo”.
Aldo Antonelli

 

mercoledì 25 marzo 2009

Sbatti il Mostro in prima pagina: Lombroso è morto, Bruno Vespa invece è vivo

Tafanus La cosiddetta "emergenza stupri" a Roma, è una delle pagine più vergognose fra le pur numerosissime pagine vergognose scritte in Italia nel capitolo "Brillanti Operazioni di Polizia". Da Pinelli, a Valpreda, a Tortora, al congolese di Perugia, al "mostro" di Erba, alla scuola Diaz. Pagine vergognose che mandano sotto zero la credibilità delle forze di polizia. E poco importa che queste storie vergognose siano una minima parte del totale. La polizia che arresta il colpevole "giusto" dopo indagini "serie" dovrebbe essere la norma, ed è giusto che la cosa non faccia rumore. Quando invece si imbocca   una strada sbagliata (per eccesso di pressione politica, o di ambizione personale? è irrilevante), e poi si fa una fatica boia ad abbandonarla, a costo di distruggere la vita di un innocente, pur di salvare il proprio incommensurabile ego, allora la "cosa" fa rumore, e scatta in noi un irrefrenabile senso di disgusto verso le "istituzioni" e verso i media. Verso "certi" media.

Roma-cambiaCominciamo dall'inizio: a settembre dell'anno scorso ero a Roma, per una cordiale riunione con un gruppo di carissimi amici ed amiche romani. Alemanno si era insediato come sindaco da appena tre mesi, in un tripudio di saluti romani, teste rapate e grida di "Duce, Duce", e già sui muri di Roma campeggiava un manifesto col quale Alemanno si autoincensava: "Governiamo da tre mesi, e già ci sono 5.000 reati in meno". Le corse al record, si sa, sono spesso accompagnate da dati truffaldini di giudici sportivi compiacenti, da doping, e da altre cosette sporche. Ma tant'è: Alemanno aveva vinto le elezioni principalmente gridando "al lupo, al lupo!". Aveva veicolato un'immagine di Roma che manco il Bronx, incurante dei danni all'immagine ed al turismo. Non poteva fermarsi di colpo. Avrebbe rischiato il colpo di frusta alle vertebre cervicali. E così che tutti insieme, allegramente, sono andati a sbattere. Alemanno, Maroni, Berlusconi, Vittorio Rizzi, Arditti, Bruno Vespa, e tutto il peggio dell'informazione e della politica in Italia.

Ma andiamo con ordine: dopo la brutta storia di Guidonia, arriva lo stupro della ragazzina alla Caffarella. In un battibaleno, l'enfant prodige della mobile, Vittorio Rizzi, consegna a Berlusconi ed ai suoi servi i colpevoli. Certissimi, senza scampo. C'è una confessione (alquanto strana, nei tempi e nei modi, ma c'è). C'è un riconoscimento fatto, senza il minimo dubbio, da una eroica ragazzina di 14 anni, che, nonostante il terrore e lo stato di choc, ha avuto modo di fotografare nei minimi dettagli i due stupratori. Al fantastico Rizzi non passa neanche per la mente la lunga serie di "riconoscimenti" fatti da una persona fragile, e successivamente smentiti dai fatti. Ma ciò che rende trionfale ed incontestabile l'operato di Rizzi è la tipologia dei due arrestati. Intanto sono romeni, come quelli di Guidonia. Due facce da manuale di Lombroso. Il biondino con una faccia fredda, bellissimi occhi gelidi. Del "pugile" (che, nella sua vita vera, è un pasticciere) viene fatta circolare, in maniera ossessiva, solo una foto, sempre la stessa, Faccia dura, sottoesposizione, ripresa dal basso. Insomma, perfetto, secondo la scuola lombrosiana.

Veramente ci sarebbero delle cose che non tornano. Per esempio, il "pugile" ha ben sette testimoni pronti a deporre che nel giorno dello stupro fosse altrove. Ma si sa, i sette sono romeni, quindi per definizione sono delinquenti, omertosi se non complici, e comunque bugiardi. Oddio... ci sarebbe uno strumento sicuro: il DNA. Questo arriva dopo le insistenze del legale del "pugile". Disastro! crolla tutto il quadro accusatorio. Nelle tracce organiche lasciate sulla ragazza, non c'è traccia del DNA dei due romeni della "busta A".

Racz1 Finita li? Scarcerati con tante scuse ed una stecca di sigarette in omaggio? Neanche per sogno. Il fantastico Rizzi percorre tutti i TG che ci sono in Italia, per spiegare che anche se non sono loro gli stupratori, restano in carcere perchè comunque erano "in zona", quasi certamente "complici". Nel frattempo, uno "scienziato" embedded a "Porta a Porta" spiega che l'assenza del DNA dei due romeni non conta nulla, perchè potrebbe essere "corrotto" dal "mischia-mischia", Salvo essere smentito, a stretto giro di posta, da un genetista che spiega come anche in tracce organiche miste, se ci sono tracce del DNA di uno o entrambi i romeni, quelle caratteristiche "traccianti" ce le devi trovare. Non ci sono Santi, Vespe o Rizzi che tengano.

Ma la strada è tracciata. Il Rizzi i suoi due romeni li ha avuti, e guai a chi glieli toglie. Non hanno stuprato? erano allora complici, o pali. Cade anche questa tesi? il biondino resta in carcere per falsa testimonianza, per calunnia, e per qualche reato precedente (e ci può anche stare). Ma il pugile? Non ha stuprato. Non era sul posto. E' quasi certo che fosse a Livorno. Non ha calunniato nessuno. Non ha reati da scontare. Però è l'esemplare lombrosiano perfetto. Rizzi ha già ricevuto l'encomio scritto di Berlusconi, e gli costa tanto doverlo restituire. Alemanno fa la ruota come un pavone davanti a tutte le telecamere che i "24 addetti 24" del suo Ufficio Stampa (più di quelli di Obama) riesce a precettare. Maroni ha finalmente "una ragione di più" per portare avanti le sue politiche razziste. Vespa è spiazzato: ha concesso a Rizzi persino una ospitata da primadonna; gli elogi si sono sprecati, e gli sguardi di amorevole ammirazione pure... Difficile rinunciare a tutto questo ben di Dio, ma di fronte ai risultati implacabili delle controanalisi, non c'è riconoscimento di una ragazzina traumatizzata o di un professionista col fiatone che "riconosce" i due, mentre porta a spasso la pancia facendo footing, che possano contrastare la decisione del Gip (meglio tardi che mai) di scarcerare il pugile-pasticciere, al quale non si può imputare, allo stato dell'arte, neanche un attraversamento col rosso.Romeni-busta1

Ma veniamo agli altri atout del formidabile Rizzi: messa di fronte a delle foto, anche la 41enne stuprata di Primavalle riconosce, senza ombra di dubbio, il "pugile": è LUI, non ci sono dubbi. I dubbi invece cominciano a serpeggiare appena circola la notizia che il DNA dei romeni proprio non si trova. Prima nella testa dei due ragazzini della Caffarella, che non sono più "quasi certissimi" come erano nel primo riconoscimento. A seguire, "adesso che ci pensa bene", qualche dubbio viene anche alla stuprata di Primavalle. Della quale sembra assolutamente accertato che sia una mitomane, che si sia inventato tutto, e che abbia si avuto un rapporto sessuale, ma di mattina, consenziente, e con un'altra persona. Tracce di DNA, anche li niente. Ma la donna spiega di essersi lavata accuratamente con l'acqua minerale. La prossima volta lo farà con l'acido muriatico o con lo champagne? Insomma, una bufala totale.

Poi arriva lo "stupro di Capodanno". Un'altra bufala, ma tanto, tanto utile. Perchè è sull'ondata di indignazione nata da quello stupro che è passato il decreto stupri, fortemente voluto dai fascisti e dai razzisti che ci governano. La storia, anche qui, sembra alquanto semplice. Una festa, cocaina ed alcool in abbondanza. I due ragazzi si "appartano" in una toilette chimica". La versione del ragazzo non cambia mai. Quella della "stuprata" cambia tre volte. Una prima volta afferma di essere stata stuprata per terra, su una delle tre piste da ballo, mentre gli amici dello stupratore facevano corona per nascondere il fatto. Insomma, siamo a "Babbo Natale esiste, ed abita a Rovaniemi". Poi arrivano altre due versioni, che non hanno niente a che vedere con la prima. Ora "sembrerebbe" (il condizionale è d'obbligo) che sia stata la ragazzina ad adescare il ragazzotto: talmente inesperto da suscitare la derisione della ragazza; cosa che lo manda in bestia, per cui sferra un paio di cazzotti alla ragazza. Fine della storia. Niente tracce organiche. Niente violenza sessuale. Accusa derubricata da stupro a percosse e lesioni, per poter mandare il ragazzo ai domiciliari (cosa che, col nuovo decreto, non sarebbe stata possibile se fosse rimasta in piedi l'accusa di stupro).

Rizzi-vittorio1

Sembrerebbe che sia stato l'avvocato della ragazza
a chiedere alla magistratura la derubricazione dell'accusa, anche per evitare troppi approfondimenti, che avrebbero potuto portare su una strada impervia, e non precisamente commendevole, la posizione e l'immagine della sua assistita. E così, viene fuori che due su tre degli ultimi, clamorosi stupri di Roma-Bronx siano delle emerite bufale. Finito tutto?


No, perchè Rizzi non si rassegna, Vespa non si rassegna. Rizzi si giustifica (ma sempre con l'aria del primo della classe che non deve giustificarsi, mai!) dicendo che fra gli elementi che il destino cinico e baro ha messo di traverso sulla strada della sua bravura, c'è anche la incredibile rassomiglianza, a coppie, dei romeni della busta A e dei romeni della busta B. Incredibile, è vero.Tanto incredibile, che non ci credo. E' questa la ragione per la quale ho disperatamente cercato, chiedendo anche l'aiuto dei lettori del Tafanus, una foto dei due romeni "B" (Alexandru Jean Jonut e Oltean Gavrilia). Niente. Non riesco a trovare una sola foto dei due, neanche col soccorso degli amici lettori del Tafanus. Privacy??? Macchè! di che stiamo parlando? i giornali e la rete sono pieni delle foto dei due romeni "A". Foto messe in rete quando la loro colpevolezza non era provata, ed avrebbero quindi meritato più riservatezza e rispetto. Invece non c'è UNA SOLA FOTO dei due colpevoli, questa volta rei confessi, e col DNA che "quadra". Quanto rispetto, per la privacy dei veri colpevoli!

Strano, vero? No, niente di strano, perchè se potessimo vedere, side-by-side, coi NOSTRI occhi, le foto dei due + due romeni, avremmo lo strumento per valutare le affermazioni auto-assolutorie di Rizzi, sulla "incredibile" somiglianza che ha portato fuori pista il celebrato investigatore. Potremmo capire se i due ragazzini della Caffarella, che prima hanno riconosciuto con assoluta certezza i due innocenti, e poi con altrettanta assoluta certezza i due colpevoli, non siano vittime del loro stato di choc, e del loro inconscio desiderio di vedere il loro mondo ripulito al più presto dai mostri che hanno avuto la sventura di incontrare. Ma in tal caso dovremmo farci delle domande anche sull'encomiato investigatore, che ha preso per oro colato i riconoscimenti di due ragazzini sotto choc prima, e di una mitomane dopo. Non dovrebbero essere più scafati, più cinici, i celebrati investigatori? Non dovrebbero sapere quanto sia difficile per una ragazzina terrorizzata, "frantumata" da uno stupro, riconoscere lucidamente qualcosa o qualcuno? Sarà per il prossimo riconoscimento, Capo Rizzi.


Vespa Finita la storia? No. E' proseguita ieri sera nella tana dello squallido insetto di RaiUno. Ci aveva sperato tanto, Vespa, di poter almeno vendere una biografia del "pugile" fatta di efferati reati compiuti nel suo paese: stupri seriali, rapine a vecchiette, arance meccaniche... Niente: dal Ministero degli Interni Rumeno arriva la fedina penale del "pugile".  In tutta la sua vita precedente, è stato beccato una volta in treno senza biglietto. Ma la vespa non si arrende: "...sicuro di non aver mai fatto qualche reato, in Italia, magari piccolo, piccolissimo...?" Niente. Solo il ditino mostruoso dell'insetto, piegato come una chela, che sgrida il "pugile": "guardi che se ci dice le bugie, poi non le vorremo più bene"...

MA VAFFANCULO !!!! Solo Crepet ha avuto la forza e la dignità di chiedere scusa. Non Rizzi, non Alemanno, non Vespa, non Maroni, non Berlusconi. Nessuno di questa emerita compagnia di servi e di padroni. Povera Italia!


P.S.: Anche i romeni della busta due (che molto probabilmente sono i veri colpevoli, ma l'esperienza insegna che è meglio aspettare un attimo...) sono stati individuati seguendo tracce e tabulati telefonici. Con la nuova legge sulle intercettazioni fortemente "comandata" da Berlusconi ai suoi scherani, MAI si sarebbe arrivati ai due presunti colpevoli, perchè MAI si sarebbe potuto investigare a tappeto, e "random", sul tracciato dei cellulari, se non in presenza di "gravi e concordanti indizi" raccolti con altri strumenti d'indagine. Quali, non è dato sapere. Se oggi l'Italia è, per i criminali di ogni angolo del mondo, una specie di oasi di tranquillità, con la legge prossima ventura sulle intercettazioni diventerà un eden.

Infine, una domanda sorge spontanea: se dovessero mai stuprare la figlia di uno dei nostri eroi, costoro ci spiegherebbero che la privacy delle persone è sacra sempre e comunque, o ci spiegherebbero che in "certi casa di estrema gravità" si possono fare delle eccezioni? Perchè l'Italia è pur sempre il paese del lodo Schifani, e del lodo Alfano. Un paese nel quale "La Giustizia è Uguale per Tutti", ma per alcuni è un po' più uguale. Tafanus


lunedì 23 marzo 2009

Il partito in fasce

PdL: il partito in fasce
20090322
Accorpamento scuole con meno di 500 alunni: l'ultimo, clamoroso fallimento dellla Gelmini, il tailleur con dentro niente: erano previsti 2500 accorpamenti. Saranno 240. Forse da Gelmini inizia a rendersi conto di qualcosa che le avevamo spiegato subito, e cioè che non si possono "accorpare" paesini della Sila o delle valli del Trentino distanti chilometri di strade di montagna. [vedi articolo]

L'italia, grazie a Berlusconi e Tremonti, è il paese del pianeta meglio attrezzato per affrontare la crisi. Non è dello stesso avviso Joaquin Almunia, che è particolarmente preoccupato per Italia e Grecia. Cattivone! ce l'ha con noi! [vedi articolo]

Ancora polemiche in Israele per il comportamento delle forze armate (Tsahal) durante l'operazione Piombo fuso contro Hamas a Gaza. Secondo la filiale israeliana dell'organizzazione Dottori per i diritti umani (Phr) "Tsahal ha violato i codici etici" quando "non solo non ha evacuato famiglie palestinesi assediate e ferite, ma ha anche impedito alle squadre palestinesi di soccorso di raggiungere i feriti". In un dettagliato rapporto, consegnato oggi alla stampa, la Ong sostiene che in alcuni casi i feriti morirono dissanguati. [vedi articolo]


Ubriaco investe e uccide un 14enne in moto - L'incidente è avvenuto sotto gli occhi dei genitori della vittima: l'automobilista era già stato denunciato tre volte per guida in stato di ebbrezza. Repubblica ne parla, pudicamente, come di "S.N., 26 anni". Scommettiamo che non è romeno? [l'articolo]

Si discute di profilattici e Aids, e su Facebook scatta la censura. Si susseguono i casi di contenuti cancellati nel social network più popolare al mondo. L'ultimo riguarda il gruppo Rassegna Stanca, un rotocalco quotidiano che ripubblica le notizie apparse sui media e alimenta il dibattito. E' stato cancellato. Scatta la censura di Facebook per oscurare la discussione in rete su condom e Aids accesa dalle parole del Pontefice alla vigilia del suo viaggio in Africa. [l'articolo]

P.S.: vedo con piacere che dopo aver affascinato prima la Radio della Svizzera Italiana, e poi la trasmissione di Bertolino, il titolo "Rassegna Stanca", che era quello del nostro primo blog e della prima newsletter, continua a trovare epigoni...

Silvio Berlusconi certifica poi di essere presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Luigi Berlusconi Onlus e di essere stato, fino all'8 maggio 2008, presidente del Cda del Milan Calcio. Ridottissime le sue spese elettorali: appena 19,02 euro per l'apertura e la chiusura di un conto alla filiale di Segrate del Monte Paschi di Siena intestato a Giuseppe Spinelli, in qualità di mandatario elettorale. Berlusconi spiega poi di non avere ricevuto contributi elettorali nè in denaro nè in servizi gratuiti da terzi in nessuna forma, di non aver assunto obbligazioni per la propaganda elettorale e di non aver usufruito di materiale di propaganda elettorale messo a disposizione dal Pdl e riferibile direttamente alla sua candidatura.

L'irrefrenabile narcisismo del Rag. Grillo

Grillo si autoincensa. Niente di nuovo sotto il sole

Grillo01 Stamattina il Rag. Grillo, in uno dei suoi abituali processi di auto-incensazione (o autocombustione?), ha spiegato, nell'aula dove si celebra il processo Parmalat, che lui - e lui solo - già nel 2002 aveva denunciato il crack Parmalat prossimo venturo (su un palcoscenico, non alla più vicina Procura della Repubblica. Altrimenti, che comico sarebbe?).

Poichè spesso e volentieri, quando il Rag. Grillo affronta temi economici e finanziari, spara bordate di minchiate allucinanti, e poichè stamattina non mi sono svegliato "giusto", sono andato a vedere quanti e quanto, almeno fin dal 1° gennaio del 1999, abbiano denunciato i sintomi della malattia Parmalat. Non a Zelig, ma sulle colonne dei giornali. Mi sono fermato al 1999, perchè suppongo che tre anni e mezzo di brutte notizie su Parmalat dovrebbero essere sufficienti a dimostrare a Grillo Rag. Giuseppe che qualcuno, prima di lui, aveva visto il buio oltre il tunnel.

Questo servizio lo devo anche a quanti - anche sul Tafanus - sono ancora oggi convinti che il comico genovese sia un veggente dell'alta finanza, e che nessuno prima di lui avesse avvertito e denunciato che tipo di strada stesse imboccando la Parmalat. Nessuno, tranne qualche migliaio di giornalisti, analisti, operatori di borsa, e persino lettori attenti, che per anni si sono chiesti come mai un'azienda splendida come la Parmalat avvertisse il bisogno di ripetute emissioni di prestiti obbligazionari, sempre più grossi, sempre più onerosi, sempre più strani.
Tafanus

Grillo: "Il crac Parmalat? Mi avvisò Domenico Barili"
23/03/2009
Il comico genovese che in un suo spettacolo del 2002, ben prima della bancarotta, denunciava i debiti della multinazionale di Collecchio, ha appena finito di testimoniare nel processo del secolo: "Tutti sapevano, tranne i risparmiatori" [articolo]

Le emissioni non si fermano: nuovi bond Parmalat e Barilla
15/11/2002
...nonostante il caso Cirio, non si arresta l' emissione di obbligazioni da parte dei gruppi alimentari italiani. Ieri Parmalat ha annunciato il lancio di un bond da 175 milioni di euro indicizzato al titolo, zero coupon... [articolo]

Nuovi prestiti per Parmalat
24/04/2002
...Parmalat ha collocato un prestito obbligazionario convertibile trentennale da 250 milioni di euro più altri 50 milioni di greenshoe. L'operazione, il cui bookrunner è Morgan Stanley, servirà a rifinanziare l'indebitamento. [articolo]

Parmalat: timori di riflessi per la crisi Argentina
14/07/2001
...uno dei pochi spunti di seduta è il timore per la crisi argentina che manda in lettera per il secondo giorno buona parte delle società italiane esposte nell' area. I nomi sono IntesaBci, Parmalat, Pirelli e Sogefi. [articolo]

Banche e industrie, chi piange per l'Argentina
14/07/2001
Tutta colpa della globalizzazione. L' aggravarsi della crisi argentina e il rischio che si estenda ai paesi vicini fa un rumore che si sente anche al di qua dell' oceano e guasta il fine settimana delle società italiane che hanno un qualche interesse in America Latina [...] Nelle ultime due sedute, per tutti i titoli di queste società non è stata proprio una festa in Borsa. La più colpita è Parmalat, che al Sudamerica deve il 30% circa del volume d' affari (e in Argentina il 2%). Giovedì il titolo dell' azienda di Collecchio ha avuto un ribasso del 4,5%, ieri un altro calo e il brutto voto di Abn Amro, che ha abbassato a "reduce" da "add" la raccomandazione sull'azione, proprio a causa dell'esposizione del gruppo sui mercati emergenti. [articolo]

Acquisti in vista crolla la Banca di Roma
13/07/2001
...i titoli con attività sudamericane sono tra i più colpiti dalla lettera, a causa della crisi argentina che si aggrava. Fiat, Pirelli e Italgas cedono circa il 3%, fa anche peggio Parmalat. [articolo]


Crac Mediterranea
13/11/2001
Poveri risparmiatori. Il gioco delle tre carte, così degnamente rappresentato nel processo barese ai vertici della Cassa di risparmio di Puglia, aveva un altro abile prestigiatore a Potenza: l' amministrazione della Banca Mediterranea che, nel ' 93 (stesso anno di Caripuglia) avrebbe ingannato oltre settemila risparmiatori e commesso una serie di falsi in bilancio [...] E nella vendita delle azioni sarebbe stato commesso un altro reato contestato agli imputati, che devono rispondere anche di violazione delle leggi bancarie. Da una parte, avrebbero ostacolato le funzioni di vigilanza della Banca d' Italia (come nel processo Caripuglia), dall' altra avrebbero concesso a grossi clienti (tra cui Parmalat, Mediofin e Pafi) crediti per 50 miliardi, poi utilizzati per acquistare azioni dello stesso istituto di credito. E, ancora una volta, il gioco era riuscito. Oggi i piccoli azionisti si sono costituiti in un comitato, con sede a Melfi, e nel processo come parte civile. Rivendicano le loro ragioni, ma non sarà facile ottenere giustizia se alla prossima udienza, a gennaio, i giudici notificheranno l'avvenuta approvazione della nuova normativa, la prescrizione del falso in bilancio e la "caduta" del processo. [articolo]

Torna il denaro sui tecnologici In rimonta anche i telefoni
01/09/2000
La Bce fa bene alla Borsa. Grazie all' accelerazione dopo la decisione della Banca centrale di Francoforte di alzare i tassi di 25 punti base (e non di 50 come qualcuno temeva), Piazza Affari si aggiudica la palma di migliore Borsa europea con un rialzo dell' 1,15% [...] Nel Midex, invece, tonfo di Parmalat a -5,4% [...] [articolo]

Cedono Fiat Parmalat e Pirelli
08/01/1999
Sembrava una giornata da vivere alla grande: alla vigilia le Borse mondiali, Wall Street in testa, avevano fatto fuoco e fiamme e a Milano si voleva recuperare il terreno perduto. Infatti i prezzi hanno aperto in netto rialzo, con un guadagno del 3,10 per cento. Poi la tendenza si è indebolita [...]. Tra le blue chip i timori per un ipotetico collasso del Brasile hanno trascinato al ribasso i titoli delle società impegnate in Sud America: Fiat cede il 2,6 nonostante la conferma di trattative con Volvo, Parmalat il 7 per cento [...] [articolo]

IL PUNTO IN ITALIA
14/01999
Ennesimo brusco calo dei prezzi in Piazza Affari, il sesto per importanza nella storia della Borsa telematica, con una perdita della capitalizzazione globale valutata in circa 20 miliardi di euro (qualcosa come 40.000 miliardi di lire). L' effetto Brasile ha colpito duramente i prezzi per gran parte della giornata, in linea con le indicazioni che giungevano da tutti gli altri mercati internazionali [...]  Il peggio è stato toccato verso le 14, quando il Fib 30 è arrivato a perdere l' 8,39 per cento [...] La svalutazione "de facto" della moneta brasiliana e le dimissioni del governatore della Banca Centrale di Brasilia Franco hanno sollevato non pochi timori sulla tenuta dei mercati [...] Sono stati i titoli dei gruppi più esposti verso il mercato brasiliano a soffrire maggiormente. Le vendite hanno colpito Pirelli, Parmalat e Fiat [articolo]

Piazza Affari in caduta Mibtel ai minimi dell' anno
10/02/1999
Umore decisamente nero per le Borse. La zaffata dell' Orso comincia a farsi sentire; non solo a Piazza Affari, che ha concluso la sesta seduta consecutiva con il segno meno, chiudendo ai minimi dell' anno [...] Non è certo da ieri che le cose vanno malino a Piazza Affari: l'indice Mib30 ha perso l'8% dal 30 dicembre ad oggi, ma solo cinque titoli del paniere hanno il segno più e ben otto hanno accumulato perdite che vanno dal meno 18,7% di Parmalat al meno 21,5 di Mediobanca al meno 24 di Ras e Montedison [articolo]

sabato 21 marzo 2009

Aiuto! mi faccio la barca...

Mare di legno Oggi, sabato, giorno tradizionalmente destinato alle attività meno politiche, ne approfitto per rispondere ad un'amica milanese del blog, che mi manda questa email con un'accorata richiesta di soccorso. Poichè ho ricevuto diverse domande più parziali su alcuni di questi argomenti, metto insieme il tutto in un'unica risposta.

Caro Antonio, DEVO approfittare di te perchè ti sei sempre vantato di essere un velista e quindi adesso mi aiuti. Avremmo una lontana intenzione di acquistare una barca a motore con 4 posti letto e siccome non siamo per niente esperti, e negli annunci si usa un linguaggio tecnico, ti chiedo aiuto, perchè devo capire cosa sia importante e cosa no. Ti ringrazio in anticipo e spero di non farti perdere troppo tempo. Puoi spiegarmi cosa sono queste cose, la loro utilità e importanza?

Risponderò supponendo arbitrariamente, da quello che ha scritto, che la mia amica abbia in mente una barca di dimensioni intorno agli 8/10 metri.

Acque nere: quelle del cesso, della doccia, del lavandino. Vanno a finire in un recipiente stagno (serbatoio per le acque nere), contenente prodotti tipo lisoformio, e possono in teoria essere scaricate solo nelle apposite strutture portuali. In pratica queste strutture di svuotamento non esistono. La prassi è che la gente le scarica in mare. I più educati, aspettano di essere ad almeno un paio di miglia dalla costa, e stanno attenti a scaricare quando c'è brezza di terra, che allontana il tutto dalla costa. In casi di emergenza lo fanno anche in porto, dove i c.d. "cefaloni mangia-merda" provvedono a far pulizia in un attimo della roba marron, ma non da shampoo, lisoformio e detersivi per i piatti.

Autopilota: l'accessorio più indispensabile che ci sia: è un motorino elettrico collegato alla timoneria della barca, e contenente all'interno una bussola. Impostando la rotta che si vuole tenere sull'autopilota, la bussola interna mette in moto la parte meccanica dell'autopilota ogni volta che si crea una differenza fra la rotta impostata e quella seguita dalla barca. Consente di non dover stare attaccati per ore al timone, di scendere nella toilette a fare pipì, di preparare un caffè. A patto di avere sempre un occhio "periscopico" che veda tutto ciò che succede intorno. L'autopilota ignora le regole per prevenire gli "abbordi in mare", altrimenti detti tozza-tozza.

Antenna satellitare: su barche di dimensioni medio-piccole, non serve a nulla. Inoltre, è un termine vago. E' "satellitare" l'antenna di un sistema di telefonia satellitare, ma anche quella di un sistema cartografico "Decca", l'antenna del GPS (vedi avanti), e persino un'antenna auto-puntante per vedere Sky.

Bimini: è un robusto tendalino parasole (o pioggia: dipende dal "culo") semi-rigido, montato su tubi in accio a compasso, che si richiude in un attimo come la capote dei moderni cabriolet. Utile rispetto ad un comune tendalino, ma non indispensabile.

Cappottina: tessuto+finestre di plastica trasparente che chiude completamente il pozzetto della barca. Indispensabile se si pensa di stare in barca spesso, anche d'inverno, magari solo in porto.

Dinette: è l'ambiente comune della barca, col tavolo da pranzo, i divani, il tavolo da carteggio, la cucina.

Dissalatore: aggeggi, costosissimi, che trasformano acqua di mare in acqua dolce, usando elettricità o energia solare. Inutile ed improponibile per una barca media da crociera.

Eco o ecoscandaglio: assolutamente indispensabile: è uno strumento che invia ultrasuoni verso il fondo, e dalla misurazione del tempo necessario per il "ritorno" dell'eco, ti dice la profondità del fondale. Indispensabile avere un ripetitore delle informazioni in pozzetto. Quasi tutti sono dotati di allarme acustico di bassi o di alti fondali. Se dormi in rada, su dieci metri di fondo, impostando i due allarmi, ad esempio, su 5 e 15 metri, sei quasi sicura che se disancori vieni avvertita in tempo. Non segnala gli scogli affioranti, perché non "guarda avanti", ma solo in basso.

Elica di poppa: è la normale elica che serve a spingere la barca in avanti (o in retromarcia, con efficienza molto minore). Esistono tantissimi tipi di eliche (a passo fisso, variabile, eliche di superficie, eliche di profondità, a due, tre, quattro pale...) Ma qui non c'è lo spazio per scrivere un trattato sulle eliche. Risposta ad una domanda che non mi hai fatto: due motori gemelli sono un must. Per la sicurezza, ma anche perchè una barca a motore a carena piatta, planante, con un motore solo, in porto non manovra. In porto si manovra giocando sui due motori (uno in avanti e l'altro fermo, oppure indietro), perchè i timoni delle barche a motore sono molto piccoli, e in manovra la barca è quasi ferma.

Elica di prua: piccola elica alloggiata a prua, in un foro passante, sommerso dello scafo. Lavora non longitudinalmente, ma trasversalmente, e serve a spostare, in manovra, la prua della barca a sinistra o a destra, evitando "intraversamenti" dovuti al vento. Utile su barche a vela medio-grandi, poco o niente su barche medie con due motori.

Fuoribordo: il motorino che serve a far muovere il gommoncino, o tender. Il più piccolo, leggero e affidabile che si riesca a trovare. Ottimo l'Honda a benzina (quattro tempi) con raffreddamento ad aria, e frizione automatica come quella dei motorini stradali.

Generatore: piccolo motore, in genere diesel, acusticamente ben coibentato. Portatile o fisso, in "sala macchine". Quando è in funzione, genera corrente alternata a 220 volts,che puoi utilizzare come tale, o mandare al raddrizzatore, trasformare in continua a 12 o 24 volts, ed alimentare tutte le utenze di bordo (strumenti, frigo, cesso elettrico, luci e quant'altro).

Inverter: è un aggeggio che prende corrente continua a 12 o 24 volts dalla barca, e la trasforma in corrente alternata a 220 volts. Può servire se hai bisogno di questo tipo di corrente per far andare un TV, o un forno a microonde. Scarsamente consigliabile, perchè le utenze di tipo domestico in banchina le usi prendendo il 220 dalla banchina, in navigazione non le usi.

Log: strumento in via d'estinzione. E' una piccola elichetta sommersa, che viene mossa dallo scorrimento dell'acqua rispetto alla barca, e dal suo numero di giri uno strumento di bordo deduce la velocità della barca in nodi, e la distanza percorsa in miglia. Impreciso, perchè dipende dalle condizioni di pulizia; perchè ti da la velocità della barca rispetto all'acqua, e non rispetto al fondo (se c'è corrente marina, le due cose non coincidono); si incrosta e si blocca facilmente. Infine, oggi tutti i plotters+gps ti danno, con molta maggiore accuratezza, la stessa informazione.

Passerella
: è un "passaggio" in alluminio, o in teak, che consente di tenere la barca a "ragionevole" distanza dal cemento della banchina, e di salire e scendere in barca. Quelle manuali possono essere regolate in altezza con delle cime e delle carrucole. In navigazione si lasciano "pendere" dietro, o si ritirano a bordo (ma sono pesanti ed ingombranti. Quelle idrauliche vanno avanti e indiesro, in alto e in basso con dei comandi idraulici, azionati da un telecomando. Utilissime e costosissime. Scompaiono, in genere, in appositi alloggiamenti ricavati nello scafo.

Plotter + gps: hai presente il navigatore dell'auto? stessa cosa: è un navigatore che anzichè contenere le carte dell'ACI o della Michelin, contiene il memoria le carte dell'Istituto Idrografico della Marina. Il GPS è lo stesso delle auto. "Global Positioning System", ti dà la posizione della barca sul tuo plotter cartografico (sullo schermo) con un margine d'errore ridottissimo. Puoi impostare il prossimo punto al quale sei diretta, o anche un'intera rotta "spezzata", fatta da più segmenti.  Quasi tutti hanno una porta NMEA che consente di interfacciare il plotter col timone automatico. Non lo usa quasi nessuno, questo automatismo, perchè è una sicura fonte di guai.

Radar: invia onde radio di una certa frequenza a 360° intorno alla barca, e queste onde, riflesse da navi, alberi di barche a vela, "ritornano e lasciano una traccia su uno schermo con dei cerchi concentrici. Sai dov'è il nemico, a che distanza, e se vi state andando addosso oppure no. Assolutamente inutile su barche che non prevedano di fare frequenti navigazioni notturne. Utilissimi in caso di nebbia fitta, ma in trent'anni di navigazione io la nebbia fitta in mare l'ho trovata solo due volte...

Raddrizzatore (o, più familiarmente ed impropriamente, "caricabatterie"): è il contrario dell'invertitore. Prende dalla banchina del poro corrente di tipo domestico (alternata, 220 volts) e la trasforma in continua, a 12 o 24 volts. Utile per far andare in barca tutto l'armamentario a 12 o 24 volts usando la corrente dell'enel, e nopn le batterie della barca. Sul raddrizzatore non si deve risparmiare (nè sulla capacità, né sulla qualità della "marinizzazione).

Riscaldamento: in porto una bella stufa da casa (non ad aria: sono rumorose), ma con radiatori ad olio. Più lenta, ma assolutamente silenziosa, ed alimentata attraversdo la corrente della banchina. In navigazione, scordarsene: niente alcool, niente gas, niente benzina, Ce ne sono a gasolio, ma sono costosissime. Coprirsi bene, e via andare.

Tendalino: un pezzo di tela dimensionato per essere teso fra punti rigidi della barca con qualche elastico o cordino, e creara un pò d'ombra (o un precario riparo dalla pioggia. Assolutamente vietato (dal buonsenso) in navigazione. Fa vela, e si spacca in 5 minuti.

Vento: le "stazioni del vento" misurano sostanzialmente velocità e direzione dell vento, ed hanno un elaboratore che fornisce la velocità apparente del vento e quella reale; direzione apparente e reale. Su una barca a motore basta uno strumento che ti dia la velocità reale del vento, per capire se cresce o se diminuisce. Non servono sofisticazioni costose.

Vhf: radio ricetrasmittente (Very High Frequency) con potenza di trasmissione limitata per legge a 25 watt (sufficiente, perchè le onde del vhh lavorano esclusivamente a portata ottica o poco più. Insomma, non seguono la curvatura della terra. Non superano ostacoli come promontori o isole. Hanno in genere 55 frequenze pre-installate, ognuna delle quali serve univocamente a qualcosa (ad es. il ca. 5 per le comunicazioni fra barche, il 9 per chiamare le capitanerie di porto, il 16 come canale d'emergenza, il 25 per le telefonate via pomte radio, altri canali vari per la ricezione degli avvisi di pericolo, dei bollettini meteo, eccetera). Non risparmiare sul vhf.

Spero che per il momento queste informazioni siano utili per un primo orientamento. Tafanus
    

mercoledì 18 marzo 2009

Turtti cintro Berlusconi e i suoi tagli all'Istruzione

Onda-pisaTorna l'Onda in tutta Italia. A Roma cariche della polizia

Migliaia in piazza in tutta Italia per protestare contro il piano dei tagli all'istruzione varato dal governo Berlusconi. All'agitazione indetta dalla Cgil hanno aderito anche i ragazzi dell'Onda che torna così a far sentire la sua voce. E alla Sapienza di Roma la polizia ha caricato gli studenti che volevano uscire in corteo dall'Ateneo. L'articolo completo su [Repubblica.it] e sul blog dedicato [L'Onda Informa]

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La sindrome da "indispensabile"

Img083 

"...a Yaounge il giornale "Le Messager" scrive: "è un segreto di Pulcinella che nella chiesa cattolica africana, e in Camerum in particolare, la maggioranza dei preti e parecchi prelati vivano in concubinaggio notorio, ed abbiano figli. La prima causa di mortalità fra i preti è l'AIDS..."

martedì 17 marzo 2009

Fiducia in Dio Berlusconi: qualcosa si smuove?

(Il sondaggio IPR Marketing per Repubblica )

La crisi economica fa calare la fiducia nel premier e nel governo. "Effetto Franceschini" sul PD in risalita.

(di Massimo Razzi - Repubblica - Ultimo aggiornamento IPR: 17 marzo ore 10.13)

ROMA - Altri tre punti in meno. Silvio Berlusconi raggiunge il suo minimo storico da quando è ritornato a Palazzo Chigi. Il sondaggio mensile sulla fiducia di Ipr Marketing per Repubblica.it dice che 52 cittadini su 100 hanno molta o abbastanza fiducia nel presidente del Consiglio, mentre 45 ne hanno poca o nessuna e tre sono senza opinione. Solo un mese fa, a febbraio la fiducia toccava il 55%.

Perde altri due punti anche il governo che scende a quota 44% di "fiduciosi" contro il 52% che esprimono un giudizio negativo. Tra i partiti, fermo il Pdl (48% di "sì") sale di un punto l'Idv (41%) e di 2 la Lega Nord (33%). Ma soprattutto, dopo alcuni mesi di picchiata, la cura Franceschini sembra rivitalizzare il Pd che riprende 4 punti. Tra i ministri, bene Maroni e Bossi, male Matteoli e Tremonti.

Il premier. Nel maggio 2008 (primo di dieci sondaggi) il premier toccava quota 53% di "fiduciosi". Poi, una marcia trionfale fino al 62% dello scorso ottobre. Da lì, sotto i colpi della crisi, Berlusconi ha visto "appannarsi" il suo carisma: 4 punti in meno a novembre, poi uno stop e altri sei punti perduti dall'inizio dell'anno. In dieci mesi, il premier ha perso un notevole gruzzolo di fiducia: 10 punti percentuali. E per la prima volta scende sotto il dato di partenza: come dire che, per la prima volta gli elettori esprimono un tasso di fiducia inferiore a quello che avevano al momento delle elezioni.

Ipr-berlusconi  

Il governo. Perde, dunque, il premier, ma resta comunque sopra il 50% di giudizi positivi. Il trend del governo, invece, è decisamente negativo. Per il terzo mese consecutivo, infatti, la fiducia nell'esecutivo (che aveva toccato quota 54% in ottobre) resta sotto quota 50% e scende fino al 44%. Ma per la prima volta, i cittadini che danno un giudizio negativo in termini di fiducia sono diventati maggioranza assoluta passando dal 49% al 52%, mentre il 4% non esprime un giudizio.

Ipr-governo  

I partiti. Il dato più evidente è la risalita (4 punti) del Pd. Evidente l'effetto Franceschini. I democratici restano ancora all'ultimo posto sotto quota trenta (29% di fiduciosi), ma tornano al livello dello scorso ottobre, a nove punti dal loro massimo (38%) toccato a maggio. Fermi l'Udc (30%) e il Pdl (48%, lontano dai vertici del 54% di ottobre). Salgono la Lega Nord (33% più tre punti) e l'Idv (di uno) a quota 41%.

Ipr-partiti  

(l'articolo è tratto da Repubblica.it - Le tabelle sono tratte dal  sito [Ipr Marketing])  

...forse si può tornare a sognare... forse qualcuno inizia a capire che fra il dire e il fare c'è di mezzo la demagogia del comiziare... forse non tutto è ancora perduto... Tafanus

domenica 15 marzo 2009

La fretta dei "bushisti" contro Obama

         ...homeless in California...

Homeless-California-Afp Negli USA crolla Obama nei sondaggi. Forse i bravi bianchi si aspettavano che Obama rimediasse in 60 giorni ai danni prodotti in 8 anni dal bushismo... A proposito: il totale dei debiti (pubblico più privato) del "sistema" America è passato in un anno dal 350% del PIL al 550%. Siamo cioè alla bancarotta conclamata. Solo in Italia il nostro non mostra segni di cedimento? Allora vuol dire che ce lo meritiamo!

A Firenze Berlusconi, mosso da pietà per noi, che abbiamo scelto di candidare l'obbbama de noantri, il ggiovane Renzi, sta cercando di darci una mano candidando nientemeno che l'ex portiere (e neamche dei più bravi) Giovanni Galli. Una sua clamorosa papera (la palla che lentamente e beffardamente gli passa in mezzo alle gambe) servì a farci eliminare da un mondiale. La reazione di Galli? Una risatina!. Ciononostante riusciremo a perdere anche Firenze, perchè Renzi no, proprio non si può!

Abbiamo ripreso la buona abitudine di "stoccare" gli editoriali che meritano di non essere persi nel blog "La Rassegna Stanca", su piattaforma blogspot di google, a cominciare dall' [editoriale di Scalfari] di oggi. Just in case a qualcuno venisse in mente di chiudere il Tafanus, ed anche per non appesantire troppo il Tafanus stesso.

Il mondo impazzito - Iraq: un giocatore della squadra del Sinyer, Heidar Kazem, è morto in ospedale dopo che, poco prima, uno spettatore gli aveva sparato, colpendolo alla testa, nel corso di una partita. Kazem aveva appena segnato un gol per il Sinyer, impegnato contro il Buhayrat. A quel punto, irritato per la rete subita, un tifoso del Buhayrat aveva estratto un’arma che aveva con sè e ha sparato verso il calciatore della squadra avversaria, uccidendolo. 

venerdì 13 marzo 2009

In mostra le "foto del silenzio" di Filippo Crea

"La finestra"
La finestra

FILIPPO CREA


Inaugura alle ore 18 di lunedì 16 marzo

LA MOSTRA FOTOGRAFICA

“IL SILENZIO”

 presso la Libreria Mursia di Milano
via Galvani, 24 – tel. 02.67.37.8530

dal 17 al 27 marzo
da lunedì a venerdì dalle 9.,30 alle 19.30

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"5525 silenzi"
5255 silenzi

 

Il Silenzio - fotografie di filippo crea

Per capire il silenzio non basta guardare. Bisogna entrarci dentro.
Il silenzio di Filippo Crea è una porta che si apre sul vuoto.
Ma davanti a noi non c’è un baratro, una voragine; ogni immagine, anche
la più lontana, è un frammento di vita che rimanda a un sogno,
a un ricordo, a una paura.
Nella faticosa ricerca di un tempo più umano affiora la tristezza
consapevole di quel che è andato perduto. Oggi camminiamo quasi
senza suono, scriveva il poeta Giovanni Raboni, sorpreso ad ascoltare
i suoi passi nella città con il traffico bloccato. Siamo frastornati da un
grande rumore di fondo. In casa e fuori è sempre più difficile sentire
le voci che ci parlano dentro.

Non so dove Crea è andato a cercare queste voci . Ma è riuscito a trovarne
e ad isolarne qualcuna, a farci sentire con le sue foto quei suoni
che ogni giorno ci sembrano indistinti, confusi, a volte perfino ostili.
Io ho visto il silenzio nelle mani intrecciate di una donna vestita di nero,
accanto a due sedie vuote che non fanno compagnia. Ed ho sentito il silenzio
caldo della controra nel riposo di un operaio in canottiera, solo e abbioccato.

In qualche foto c’è una solitudine che sgomenta. E la vaga dolcezza di un mare
o di un cielo non bastano ad attutire il senso di uno smarrimento che poi è il nostro.
E’ quello di chi non riesce a sentire più nulla.
Quando ci si addentra nei luoghi muti e deserti ci si ferma, si lavora
con l’immaginazione e la fantasia vola. E’ bello meditare nell’apparente semplicità
di un silenzio senza addobbi. A Milano succede di rado. Ci vuole una grande
nevicata, forse. Oppure basterebbe essere un poco più normali. Ci sono silenzi
irripetibili che ci aiutano a pensare.
Ma, come ha fatto Crea, bisogna andarseli a cercare.

 

Giangiacomo Schiavi - Corriere della Sera
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                    "Garfagnana"
Garfagnana Il silenzio l’ho incontrato in letteratura; è il silenzio, ad esempio, che inquieta il tenente Drogo ne “Il deserto dei Tartari” di Buzzati, nella sua prima notte alla Fortezza Bastiani.


Il silenzio l’ho incontrato in pittura: penso a quello inquietante delle "piazze inanimate" di De Chirico.

Il silenzio ho voluto incontrarlo anche in fotografia. E ci ho provato. Ho percepito silenzi diversi, talora inquietanti, talora tranquillanti.

E l’ho trovato:

# negli spazi a noi estranei, indefiniti, privi di presenze significanti, abitati da fantasmi sconosciuti.

# nella solitudine degli uomini.

# nelle cose, nelle presenze senza vita che accendono il libero gioco della fantasia.

Il silenzio va cercato nei nostri umori, è nelle nostre paure o nel nostro essere acquietati, in rottura o in armonia con le cose che vediamo o crediamo di vedere.

Il silenzio è...il silenzio. E questa, in chiusura, è la confessione, forse di comodo, della mia presunzione nell’aver voluto foto/raccontare il silenzio.

filippo crea
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                       "Venezia"
Venezia Anch'io vorrei dire due parole. Filippo Crea, come si deduce dal cognome, ha qualcosa a che fare con me. Ma non è perchè conosco Filippo, quasi come un fratello, che pubblico le sue foto, ma perchè conosco le sue foto. Non ricordo quando sia iniziata la cosa. Molto tempo fa. Fotografa cose e persone "vili", alle quali nessuno di noi presterebbe la minima attenzione.

Scrive da anni su uno dei maggiori giornali specializzati, "Tutti Fotografi", dove sottopone a critiche, talvolta feroci, le foto che gli vengono inviate dai lettori del giornale. Detesta sommamente le foto di gente "in posa", ed ancora di più le foto fatte con costosissime e sofisticatissime attrezzature, minuziosamente descritte dagli orgogliosi proprietari. A costoro cerca di far capire che è assolutamente inutile portarsi dietro una Hasselblad con chili di ottiche e filtri, se poi il loro occhio è incapace di "cogliere" la potenziale bellezza fotografica di un chiodo arruginito, conficcato in un vecchio muro, nell'ora della luce radente e delle ombre lunghe. 

Questa "cosa", se la cogli, la puoi fermare anche con una kodak instamatic usa e getta. Se non la vedi, non sarà il baule di accessori Hasselblad che te le farà vedere. Lui ha trovato i suoi compromessi, molto equilibrati. Niente di tanto speciale che non sia presente nelle case di metà di noi. Insomma, nessun feticismo verso l'oggetto tecnico, ma una grande capacità di scovare il bello, o il significatico, dove 99 persone su cento non si sognerebbero neppure di iniziare a cercarlo.
Tafanus

mercoledì 11 marzo 2009

Razzisti di mmmerda...

20090306

...il [Berlusconi Coglione] in diretta di Paolini...

Due fratelli albanesi di 33 e 37 anni hanno denunciato alla polizia di essere stati aggrediti da una trentina di italiani armati di mazze, bastoni, pietre. Quattro degli aggressori, secondo le vittime, erano anche armati di pistole. È successo poco prima di mezzanotte in via Paolo Ferdinando Quaglia, a Tor Bella Monaca, quartiere popolare di Roma, già teatro di episodi di razzismo: venti giorni fa, sette bottiglie molotov furono lanciate contro un negozio di "romeni che hanno infestato il quartiere" come fu scritto sui muri del quartiere.



sabato 7 marzo 2009

La diplomazia al posto del vangelo - di Paolo Farinella, prete

Caro Bagnasco la crisi dei valori non è una password per tutte le stagioni

Paolo-Farinella Sabato 21 febbraio 2009 si è svolta a Genova l’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico ligure con una relazione del Vicario giudiziale, mons. Paolo Rigon. A latere , ha parlato il cardinale Angelo Bagnasco che di diritto è il moderatore del tribunale. La diagnosi riguarda la regione ecclesiastica ligure per il 1° grado (tutta la Liguria) e la diocesi di Milano di cui il tribunale è istanza di appello. I dati sono tragici: diminuiscono drasticamente i matrimoni religiosi e anche le richieste di dichiarazione di nullità sono in calo rispetto allo scorso anno; il cardinale ha detto che interverrà con aiuti economici per non gravare ulteriormente su persone sofferenti, già gravate dalla crisi economica in atto (per una panoramica della relazione cfr. Donatella Alfonso «Matrimoni, il flop della Sacra Rota», in La Repubblica/Il Lavoro di domenica 22 febbraio, p. VII). Oltre l’analisi dei dati, a me preme una valutazione di fondo che mai viene presa in considerazione perché sia il cardinale che il vicario giudiziale e gli organi di stampa cattolici amano svolazzare sulla solita e comoda «caduta dei valori» e la sua variante «vuoto di valori». Ormai il termine «valori» (plurale) è diventato la password di ogni approccio ecclesiastico alla vita, alla società, all’etica, al pensiero, alla modernità. Il cardinale Bagnasco ha colto l’occasione per parlare anche di «sicurezza», di «eutanasia» e della doppia crisi «matrimonio ed economia», tre realtà di grandi rilievo sociale ed ecclesiale.

Mi sarei aspettato dal vescovo un approccio non dico «profetico», che è un aspetto che i vescovi hanno eliminato dal loro orizzonte, ma almeno evangelico. Riascoltandolo, ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un discorso diplomaticamente misurato ed equilibrista. Non una parola sulle ronde istituite dal governo, perché appaltare ai privati uno dei compiti più delicati di uno Stato di diritto significa abdicare al proprio statuto costituzionale. La commissione vaticana Migrantes non ha fatto in tempo a balbettare di «abdicazione dello stato di diritto» che subito la sala stampa vaticana ha bacchettato l’incauto monsignore perché non si deve disturbare il governo «amico» con il quale però è lecito commettere atti impuri.  

Il card. Bagnasco tuona a ruota libera sul modello culturale e sociale occidentale che «scombina le carte per quanto riguarda il concetto di amore». Potrei essere d’accordo sull’analisi, ma non posso più esserlo quando constato che lo stesso Bagnasco, da presidente della Cei, in solido con la Segreteria di Stato, è un autorevole sostenitore di un governo che è la definizione stessa della caduta dei valori o meglio, una causa della frantumazione dei valori del diritto e della civiltà, senza scomodare quelli religiosi, usati solo come indecorose foglie di fico.  La celebrazione dell’80° anniversario dei Patti Lateranensi ne sono stati un esempio visivo: stavano accanto ridenti e soddisfatti (in ordine) Bagnasco, Berlusconi, Bertone (le tre B) e il capo dello Stato, girato dall’altra parte.

Come si può parlare di etica e di rispetto della vita se si sostiene e ci si accorda con uno che moralmente è stato condannato dal tribunale della Repubblica per corruzione di testimone in giudizio (v. processo Mills)? Il governo non ha una politica della casa o della famiglia e ha affossato quella della scuola,  poiché le sue priorità stanno altrove. Dal presidente della Cei vorremmo sentire un «si,si – no, no» evangelico e non assistere ad uno sfruculiare con corrotti e amorali che conoscono solo il «valore» dell’interesse privato e dell’odio razziale con la benedizione della gerarchia romana che non ha esitato ad attaccare vilmente la più alta Magistratura dello Stato di diritto, il Presidente della Repubblica, pur di stringere un’alleanza diabolica con il governo degli atei e dei miscredenti baciapile, banchettando addirittura sulle spoglie tragiche di una ragazza morente e di una famiglia lapidata a colpi di rosari blasfemi e di Crocifissi vilipesi da chi dovrebbe esserne il segno vivente in terra.
(Paolo Farinella, prete - Pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro - Edizione della Liguria - 2 marzo 2009)).


giovedì 5 marzo 2009

Impregilo condannata per smaltimento irregolare di rifiuti

Image001Tav, AD Impregilo condannato per smaltimento rifiuti [Notizie Yahoo]  - Gli altri siti non lo dicono o non mettono in evidenza la connessione con Impregilo... però le borse se ne sono accorte lo stesso: Impregilo è a -8% (segnalata da Patrizia T)

Una ronda patana ha segnalato un'auto sospetta, mobilitando l'unica "pantera" disponibile in una cittadina veneta. L'auto "sospetta" era un'auto civetta di un altro corpo di polizia...

Non esiste più la lista delle razze canine potenzialmente pericolose. Non esiste più neanche il termine "pericoloso": non è politically correct. Da oggi i cani, per legge, sono tutti uguali. Barboncini e mastini napoletani. Solo il veterinario, dopo una serie di colloqui col cane, potrà stabilire se il cane sia "Impegnativo" (è questo il termine politically correct), e comunicare il nome del cane e del proprietario all'apposito albo. Chissà se fra i metodi d'indagine il veterinario userà anche le macchie di Rorschach...

Una notizia fantastica! Bondi vuole una rete RAI senza spots e senza Auditel. Due piccioni con una fava. Da una parte si convoglia la pubblicità della rete prescelta sulle altre reti (le due RAI rimanenti e le tre del suo padrone). Dall'altra, l'assenza dell'Auditel servirà a poter fare impunemente programmi privi di ascolto (L'allevamento del Lombrico Rosso nella Lomellina, La Geometria Euclidea, eccetera). Insomma, un bel regalino al Principe, fatto a spese del Popolo. Bravo Bondi! Ed io che pensavo che fosse totalmente cretino!

martedì 3 marzo 2009

...a mezzanotte va la ronda del paciere...

Tafanus Chissà perchè, ma a me questa storia delle "ronde" patane fatte da panettieri, idraulici, imbianchini, cassiere di Auchan, che si mettono in divisa da boy-scouts un pò cresciuti, indossano la faccia feroce e vigile, e cominciano a girare, con fare circospetto, per le stradine di paesini di 640 abitanti dove da trent'anni non rubano neanche una gallina, riesce, più che a crearmi angoscia, a mettermi addosso una stupida, irrefrenabile allegria!

E' di ieri la notizia che poliziotti (veri) siano stati impegnati a mettere pace fra ronde di panettieri con pettorina cretina, e gente incazzata di sinistra che menava i panettieri. Titolo della scenetta: "La Ronda del Paciere". E' di stamattina la notizia che La Rutta (si, proprio lui!) inizia ad avere qualche preoccupazione che la situazione del campionato "Ronde" possa sfociare in qualcosa di spiacevole...

Mi è venuta in mente la scenetta di un mio collega di università che una sera, mentre cazzeggiavamo per Viale Augusto, a Napoli, si mise ad inseguire una pantegana grossa come un coniglio. Ad un tratto la pantegana, finita in un "cul-de-sac", invertì la rotta di 180°, e si mise ad inseguire il mio amico,  bianco come uno straccio per la paura... Si sa... il subconscio gioca brutti scherzi... Cosa succederebbe se il panettiere incontrasse un gruppo di bastardi veri? Gli lascerebbero il tempo di impugnare il telefonino come una Colt, per chiamare il 113 ?!?!


Rondepadane Oggi guardavo una fotina su Repubblica (che allego) e l'inconscio mi portava, in maniera incontrollabile (altrimenti che inconscio sarebbe???) a due cose che non c'entrano nulla: al "Tango delle Capinere", e al fantastico libro di Meneghello. "Libera Nos a Malo", che dovrebbe essere, per obbligo di legge, presente in tutte le case. In particolare, di Meneghello mi tornava repentinamente alla memoria la parte nella quale i ragazzini di Malo (Profondo Veneto) ricordavano a modo loro un eroico inno fascista, che mi piace riportare side-by-side nella versione "eroica" originale, e in quella storpiata, terrorizzante ed incomprensibile che arrivava alla mente dei ragazzini di Malo...

 

Vibra l'anima nel petto           Vibralani! Mane al petto!
sitibonda di virtù:          Si defonda di virtù!
freme, o Italia, il gagliardetto,          Freni, o Italia, al gagliardetto
e nei fremiti sei tu!          e nei freni ti sei tu!

 

Così interpreta questa sana follia il Diodati:

"...così prese corpo nella mente dei ragazzi di Malo l'eroica stirpe dei "Vibralani", che correvano impetuosi, irrefrenabili dietro al gagliardetto, che solo l'Italia, la grande, augusta, sovrana Patria, poteva frenare e, per dirla con Hegel, in ciò darsi una realtà: proprio in ciò, in questo suo sapere farsi o dare freno all'impeto non altrimenti infrenabile dei Vibralani, forse anche perciò opportunamente invitati a tenere le "mane al petto", come "le braccia conserte" a scuola, e a non sbracciarsi nella solita furia scomposta..."

Anche il Tango delle Capinere c'entra, nel contesto, esattamente come "Libera nos a Malo": cioè, nulla. Ma l'ho detto prima. I Pensieri viaggiano per conto loro. Sono autonomi. Lasciamo che vadano dove vogliono. Anzi, che vadino, come si dice in corretto patano.


Ronda
 

 

Tango delle capinere
(di Bixio e Cherubini)

Laggiù nell'Arizona, terra di sogni e di chimere,
se una chitarra suona, cantano mille capinere.
Hanno la chioma bruna, hanno la febbre in cuor.
Chi va cercar fortuna, li troverà l'amor...

A mezzanotte va la ronda del piacere,
e nell'oscurità ognuno vuol godere.
Son baci di passion, l'amor non sa tacere,
e questa è la canzon di mille capinere.

Il bandolero stanco scende la sierra misteriosa.
Sul suo cavallo bianco spicca la vampa di una rosa.
Quel fior di primavera vuol dire fedeltà, e alla sua capinera egli lo porterà.

A mezzanotte va la ronda del piacere,
e chi ritornerà, lasciando le miniere
forse riporterà dell'oro in un forziere,
ma il cuore lascerà fra mille capinere!

[Il Tango delle Capinere]

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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