sabato 30 maggio 2009

...oggi alle 13 il Tafanus ha superato 3.000.000 di pagine scaricate...

...è un traguardo significativo, ma quando il contatore ha tagliato il nastro, ero fuori casa, e non ho potuto stappare la gazzosa... sarò per il prossimo traguardo volante. Nel frattempo, ringrazio tutti coloro che hanno aiutato il blog a raggiungere questo traguardo...
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giovedì 28 maggio 2009

Punti di vista e postille: la Cei, il papi e la regina - di Paolo Farinella, prete

Paolo-Farinella 1. E’ di oggi un pesante articolo non firmato (quindi molto autorevole) del Financial Times e dell'Independent di Londra  che certamente non sono comunisti,  che definiscono il sultano di villa Certosa «Un pericolo» per l'Italia, dopo il Times di Londra, quotidiano filo conservatore  e il Guardian, quotidiano filo laburista. Essi definiscono il presidente italiano del consiglio dei ministro «un pericolo per l'Italia e un maligno esempio» e «corruttore dell’avvocato David Mills». La differenza con i giornali nostrani è abissale.

2. La Cei ha parlato. Dovremmo essere tutti contenti e soddisfatti che finalmente i vescovi, riuniti a Roma per la loro 59a conferenza (25-29 maggio 2009). I giornali hanno parlato di parole forti di critiche al governo per le misure promesse e non mantenute e al comportamento personale del capo del governo. Insomma, un rigurgito di etica sana a salutare. Per un momento mi sono sentito orgoglioso che i vescovi avessero tutto ad un tratto acquistato quella libertà di parola che piagnucolano ad ogni piè sospinto. Mi è venuto il dubbio che essendo domenica prossima Pentecoste, lo Spirito Santo avesse fatto una deviazione e li avesse investiti a loro insaputa.  L’illusione è durata poco.

3. I giornali  hanno sintetizzato in poche frasi 15 cartelle suddivise in 10 punti, lette dal card. Angelo Bagnasco (e non potrebbe essere diversamente), dando così l’impressione che l’eminenza avesse detto parole di fuoco contro un signore che ha occupato il posto di primo ministro, che frequenta le minorenni, che è aduso all’harem (30/40 vergini alla volta), che è malato (sempre parola della moglie), che dice bugie in pubblico e al governo; che del terremoto, finita la passerella, nulla si sa più; che i giornali di tutto il mondo deridono, solidali con la Repubblica e le sue dieci domande inevase.

4. Dopo avere letto i giornali inglesi, vado a leggere la prolusione del card. Bagnasco e cosa trovo? Nulla. Il nulla del vuoto, anche del vuoto spinto. Quattro pagine di saluti ai nuovi vescovi e a quelli morti e infine l’inno consueto di omaggio al papa, felicemente regnante, con il suo luminoso esempio di magistero in Italia, nella visita ai terremotati di Abruzzo e in Palestina. Manca solo la prostrazione materiale per il bacio della sacra pantofola.

5. Il cardinale dice che il papa è stato fatto «bersaglio» di ostilità per la bella lettera che ha inviato ai vescovi di tutto il mondo dove spiegava le sue ragioni per la revoca della scomunica ai lefebvriani e dove prende le distanze dal negazionista Williamson. Il cardinale si dimentica che fu il papa a prendere come bersaglio il concilio ecumenico Vaticano II, concedendo la revoca della scomunica senza pretendere la sottomissione al magistero conciliare: fu lui ad aprire la falla della divisione perché i tradizionalisti ora esigono che il concilio venga dichiarato non vincolante. Io credo che il papa abbia commesso un illecito e non  ne aveva diritto ed è responsabile dello scisma silenzioso che serpeggia nella chiesa. Penso che debba essere il papa a chiedere scusa a quanti ha ferito con le sue scelte poco cattoliche e molto scismatiche.

6. Poi il cardinale, nella più tradizionale delle forme diplomatiche, diluisce, sopisce sparge parole anche forti, ma in un diluvio di parole oppiacee per cui «auspica un fisco più leggero» e non parla quindi di «operai», ma di «leva occupazionale»: «Contraendosi gli ordinativi e le commesse, dalle imprese viene azionata la leva occupazionale, talora in tempi e modi alquanto sbrigativi, come si trattasse di alleggerire la nave di futile zavorra». In questo contesto «a patire le maggiori ripercussioni è la fascia dei precari.. Per questi lavoratori gli ammortizzatori previsti sono davvero modesti».

7. Francamente non mi pare una messa in mora del governo che non ha mantenuto una sola promessa, che è responsabile del degrado lavorativo e sociale di tutto il paese. Mi pare al contrario una carezza con una piuma di struzzo che nasconde la testa per no vedere la tragicità della realtà.

8. Poi al punto 8 a pag. 11, si parla di immigrazione: «Nell’ultimo periodo si è parlato molto di immigrazione … a causa del disegno di legge sulla sicurezza che … peraltro non ha superato tutti i punti di ambiguità. In secondo luogo a causa della concomitante ripresa degli attraversamenti del Mediterraneo … Ad essi le nostre Autorità hanno infine risposto con la controversa prassi dei respingimenti, già sperimentata in altre stagioni come pure in altri Paesi» cui segue il pistolotto d’obbligo sulla «dignità della persona e bla bla bla».

9. Finalmente al punto 9 a pag. 11 ci si aspetterebbe che il presidente della Cei fosse informato su quanto avrebbe fatto, detto, non fatto e smentito il presidente del consiglio, suo socio in affari di stato e di chiesa. Invece con un linguaggio clericale e cantilenante, l’eminenza sua parla di «emergenza educativa» e riesce a dire che «in certa misura, il problema dei giovani sono gli adulti! Il mondo adulto non può gridare allo scandalo, esibire sorpresa di fronte alle trasgressioni più atroci che vedono protagonisti giovani e giovanissimi, e subito dopo spegnere i riflettori senza nulla correggere dei modelli che presenta ed impone ogni giorno. Sono modelli che uccidono l’anima, perché la rendono triste e annoiata, senza desideri alti perché senza speranza. Ma il cuore dei giovani, anche quando sembra inerte o prigioniero del nulla, in realtà è segnato da una insopprimibile nostalgia di ideali nobili, e va in cerca di modelli credibili dove «leggere» ciò che veramente riempie  la vita».

10. A me pare evidente che il cardinale parli di Berlusconi e del suo «maligno esempio», eppure chi legge non capisce nulla: le parole eminenti dell’eminenza sua valgono per tutti, per il genitore disoccupato e precario come per il ricco che se ne frega altamente delle parole eminenti, salvo usarle per dire che i Vescovi non hanno nemmeno nominato Berlusconi.

11. I vescovi si ritengono custodi della morale: ma chi custodisce i custodi? il loro linguaggio diplomatico e vellutato ha quasi lo scopo di non recar danno eccessivo al manovratore, corruttore di vergini (?) e corruttore di avvocati. Un’occasione mancata. Poteva venire dalla Cei un insegnamento di alto livello che poteva aiutare gli Italiani a invertire la tendenza del degrado etico e invece i vescovi fanno colazione con il latte di gallo perché loro non giudicano, loro non interferiscono.

12. L’indomani il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, si defila ancora di più e dice espressamente: «Nessun giudizio, ognuno ha la propria coscienza, aggiungendo – bontà sua! – che  «non si può essere incuranti degli effetti che certi atteggiamenti producono, e ciò vale a seconda della visibilità di ciascuno». Che delicatessa! Non serve nemmeno l’anestesia!

13. Eppure, è l’intero governo che è di «maligno esempio», esempio che ha corrotto anche i vescovi se è vero come è vero che il vescovo dell’Aquila, tale Giuseppe Molinari, ebbe a rimproverare Franceschini del PD che osava criticare il premier sulla questione della verginella di Casoria.

14. Invece di esigere che i cattolici prendano le distanze da un uomo che ha dilapidato il tessuto etico del Paese, piegandolo ai suoi bassi interessi e scomunicando quanti lo appoggiano in politica, in affari e pederastia, i nostri beneamati pastori non «sono incuranti degli effetti». Ci fosse Totò, si lascerebbe scappare dal profondo del cuore: «Ma mi faccino il piacere … !!!!».

Ci auguriamo un degrado sempre più profondo e senza fine, sperando un giorno di toccare il fondo per avere un punto di appoggio per risalire la china. Intanto preghiamo la Carfagna, la Gelmini e le altre «scoperte» dal sultano di villa Certosa di curare il loro papi con affetto, condizione essenziale per mantenere il posto di impiegate del capo.

Paolo Farinella, prete –
Genova - 27 maggio 2009

lunedì 25 maggio 2009

La lettera di don Giorgio De Capitani

Giorgio-de-capitani Ricevo da don Giorgio, e pubblico con molto piacere. Tafanus

Non capisco perché non si possa e non si debba urlare, urlare maledettamente, in difesa della Democrazia e dei suoi valori portanti, quali la libertà e la giustizia. Siamo ormai prossimi alla fine, e ce ne stiamo qui ancora a parlare di pettegolezzi o d’altro, di veline e di culi al sole, di calcio e di divorzi di attori e di ricchi, solo perché abbiamo paura: paura di guardare in faccia la realtà.

Perciò distogliamo lo sguardo altrove, oppure copriamo la verità di tali apparenze; che vediamo solo le apparenze; e ci divertiamo godendoci le apparenze. 

È giunto il momento di tagliare la testa al Mostro di Demenza, recidendone i numerosi tentacoli. Lui, il Corruttore più osceno, che si permette di dire le più perverse falsità, tra il totale silenzio di un popolo rincoglionito o impaurito o sfatto in ogni sua dirittura morale, sa di contare sulla sudditanza di intellettualoidi prezzolati, e difeso da avvocati affamati di soldi. Niccolò Ghedini sta mungendo bene la vacca. Si appella a tutto, ad ogni cavillo, e soprattutto fregandone di qualsiasi decenza etica.

Ghedini-niccolo01 Non potrei mai fare l’avvocato di un porco delinquente, casomai mi metterei al servizio della povera gente. Ma Ghedini si è venduto anche l’anima: a lui interessa stare alla ruota del padrone-riccone. Lo difende arrampicandosi sui vetri. Ma non tutti sono tanto idioti da farsi incantare da un avvocato “ipocrita”, prezzolato a tal punto da accettare di essere “onorevole” (!) parlamentare. Esiste una nazione in cui un presidente del consiglio si è circondato da “onorevoli” avvocati? Onorevoli! Che assurdità! Che oscenità!
Perversione di ogni diritto democratico!
 
Vorrei insistere su un’altra cosa: sul silenzio di una Chiesa che se ne sta a guardare in attesa che il suo Protettore, san Silvio Pervertitore, riesca come al solito a fregare un popolo dicendo un mare di balle. E ci riuscirà! E la Chiesa tirerà un profondo sospiro! Almeno una parola! No, silenzio assoluto! Proibito per il momento parlare di Silvio il Corruttore. La Chiesa sta vivendo momenti di angoscia. Ha raccolto tutte le anime contemplative, e ha dato loro ordine di supplicare Dio perché salvi Silvio dagli artigli di giudici demoniaci. 

E se fosse vero che il suo protettore,  San Silvio Pervertitore, ha fatto quell’azione poco edificabile? 

Eppure basterebbe poco: correre in Vaticano a purificarsi, meglio se circondato dalle minorenni, anch’esse disponibili al battesimo lustrale. E il Vaticano avrebbe già pronta una bella penitenza: Silvio deve promettere di far fuori tutti i comunisti rimasti! Infilzarli uno ad uno, a cominciare da quei ministri di Cristo che hanno impugnato le armi del Vangelo radicale. 

E pensare che già qualcuno in Vaticano stava sognando l’avvento del Regno di Dio: la restaurazione definitiva del Vangelo secondo Silvio. Il quinto e ultimo Vangelo. L’apocalisse non sarebbe altro che la rivelazione della giustizia che si è fatta finalmente carne nel profeta di Arcore.

Pallonaro sì pallonaro no, lui è il messia, l’unico, - neppure Gesù Cristo ci era riuscito - a conciliare la verità con la menzogna, a fare dell’una e dell’altra una sola carne. Da tempo la Chiesa aveva tentato, senza mai riuscirci. Ed ecco che ora la profezia si è fatta realtà: la menzogna si è fatta verità! 

Non mi piace giocare con gli assurdi, e tanto meno riderci sopra. Ma una cosa è certa: la Chiesa tace, se ne sta a guardare, ci lascia tutti sconcertati: sconcertati da un Demente che ci prende tutti per il culo, e ci sodomizzerà di nuovo con la sua arte diabolica!

Vivo tra gente che ci dice cristiana, che viene in chiesa con la testa drogata, con il cuore arido e pieno d’odio, in adorazione della Menzogna. Mi sento circondato da credenti idolatri, da poveracci che si sentono già ricchi, senza nemmeno il pudore di chiedersi se questa società non sia del tutto sbagliata.

Eccoli: li vedo! Mi compatiscono, scuotono la testa, fanno gestacci nei miei riguardi. E sono lì in chiesa a pregare e a cantare. Li compatisco!  Mi fanno pena! Non sanno che fra poco dovranno piangere sui ruderi della loro stessa idiozia! Li compatisco, ma non lotto per loro: con gli idioti non vale la pena! Lotto per i loro figli, destinati al macello! 

don Giorgio De Capitani - S. Ambrogio in Monte di Rovagnate (Lc)

martedì 19 maggio 2009

Il "paradosso di Alfano": Mills è stato corrotto da Berlusconi, ma Berlusconi non è un corruttore

Mills-berlusconi
UnitaL'avvocato David Mills ha agito per conto di Berlusconi e della Finivest. È questa la motivazione con cui i giudici hanno condannato il legale inglese per corruzione in atti giudiziari. I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduti da Nicoletta Gandus (ricusata senza esito dal premier) nello spiegare «il movente sotteso alle condotte di Mills», scrivono: «Egli ha certamente agito da falso testimone, da un lato, per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse o, almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie e finanziarie illecite compiute fino a quella data; dall'altro, ha contemporaneamente perseguito il proprio ingente vantaggio economico».

 Nel determinare la pena inflitta a Mills i giudici rilevano «l'oggettiva gravità della condotta, di assoluta rilevanza nei procedimenti in cui è stata posta in essere, anche in ragione della qualità e del numero dei reati ivi giudicati; va poi considerato il ruolo istituzionale di alcuni dei soggetti imputati nei procedimenti penali in cui David Mills rendeva falsa testimonianza».

La condanna per Mills è stata di quattro anni e sei mesi, solo due mesi in meno di quanto era stato richiesto dal pubblico ministero Fabio De Pasquale. Il punto fermo è dunque che Mills è stato corrotto. Il presunto corruttore, Silvio Berlusconi, invece, per ora non rischia niente: il processo nei suoi confronti è sospeso, in attesa che la Consulta decida sulla legittimità costituzionale del Lodo Alfano.

Dal canto suo, Mills si era difeso con un memoriale in cui affermava che Berlusconi era stato vittima dei suoi errori e chiedeva scusa al premier. Per i consulenti della difesa è dimostrato che i 600mila dollari facevano parte di una somma più ingente che Mills aveva ricevuto dall'imprenditore Diego Attanasio perché la gestisse.

«Riferirò in Parlamento». È stata questa la risposta di Silvio Berlusconi, a margine dell'inaugurazione del Policlinico di San Donato, alla richiesta di un commento sulle motivazioni della sentenza di condanna dell'avvocato inglese David Mills nel processo che vede coinvolto anche il premier. (da l'Unità)
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Mills di questi giorniBerlusconi-santo
(di Marco Travaglio)

 Per il Tribunale di Milano l'avvocato David Mills, ex consulente della Fininvest di Berlusconi, è stato corrotto con 600 mila dollari provenienti dalla Fininvest di Berlusconi per testimoniare il falso in due processi a carico di Berlusconi. Notizia davvero sorprendente, visto che Mills aveva confessato tutto al suo commercialista («ho tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo») e alla Procura di Milano. Mistero fitto sull'identità di Mr.B, cioè del corruttore.

Il sito del Corriere, attanagliato da dubbi atroci, titola: «I giudici di Milano: Mills fu corrotto». Da chi, non è dato sapere. Voci di corridoio parlano di un nano bitumato, che poi era l'altro imputato nel processo, ma è riuscito a svignarsela appena in tempo con una legge incostituzionale, dunque firmata in meno di 24 ore dal Quirinale nell'indifferenza della cosiddetta opposizione. Ora Mills dichiara: «Mi è stato raccomandato di non fare commenti». Da chi, è un mistero. Purtroppo l'ignoto raccomandatore s'è scordato di tappare la bocca anche ai suoi portavoce, che han commentato la sentenza come il condannato fosse lui: «Condanna politica e a orologeria». Anche la Rai s'è regolata come se il corruttore fosse il padrone, cioè il premier: infatti non ha inviato nemmeno una videocamera amatoriale a riprendere la lettura della sentenza. Uomini di poca fede: non hanno capito che Berlusconi non c'entra, che Mills s'è corrotto da solo. Infatti, subito dopo la sentenza, non s'è dimesso il presidente del Consiglio. S'è dimesso il capo dell'opposizione. (l'articolo di Travaglio)
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Segnalo anche [l'articolo di Giannini] segnalato da Giancarlo

venerdì 15 maggio 2009

Niente resterà impunito: le promesse "a minchia" del Cav. Cazzuola

Terremoto: Berlusconi, case pronte già dal 10 settembre

...fate un copia&incolla di questo articolo di
[abruzzo24ore.tv]
, perché è certo che fra 119 giorni tutti saremo accusati di aver stravolto le sue parole, sotto la guida dei komunisti:

"...Il governo accelera e punta a consegnare le prime case nuove a partire dal 10 settembre, vale a dire due mesi in anticipo rispetto alla scadenza iniziale. Il termine ultimo infatti è la fine di ottobre, perché le tende devono essere smontate prima che il freddo arrivi di nuovo in Abruzzo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è consapevole della "mission impossible" che rappresenta la ricostruzione post-terremoto ma si dice convinto che alla fine la battaglia sarà vinta. "Siamo soddisfatti - afferma - continuiamo a lavorare". E questo "nonostante impazzino 'sparlatori' di professione e picchetti di fischiatori organizzati..."

Questa Minchiata è stata rilasciata su abruzzo24ore.tv del 3 maggio 2009 alle 13,10; è stata riportata sugli "Off Topics" del Tafanus dell'11 Maggio, e non è smentibile.

Berlusconi-rassicuratore

[Qui lo dico e qui lo nego]: Roma, 14 Maggio -  il premier agli stati generali delle costruzioni organizzati dall'Ance: "Entro il 1° Novembre saranno costruite 4000-4500 abitazioni per 13 mila persone. Non ci saranno baraccopoli. Questi alloggi serviranno poi come campus universitario"
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Berlusconi-fra-inteso Ma ieri il Cav. Cazzuola in Cazzata ha realizzato lo "all times record" in termini di smentita: [In mattinata] , davanti alla platea dei costruttori, il premier ha parlato anche del Piano casa "che potrebbe liberare in 18 mesi una spesa di 70-150 miliardi di euro". E ha aggiunto: "Credo che entro stasera si trovi l'accordo per il 20% di aumento delle abitazioni monofamiliari e bifamiliari".

[Il "Piano Casa" non decolla] Questa volta fra la promessa e la smentita è passata meno di un'ora. Questo record è destinato a durare a lungo: dai governatori nuovo "No" - Berlusconi aveva dato per imminente l'intesa per aumento del 20% delle cubature - Errani: "Le Regioni attendono ancora risposte a richieste fondamentali".

Dai governatori nuovo 'No' - Fumata nera fra governo, Regioni e autonomie locali sul decreto legge contenente le misure urgenti in materia di edilizia, meglio conosciuto come Piano casa. E' saltata la prevista conferenza Unificata che avrebbe dovuto dare il via libera al provvedimento, necessario per portarlo al Cdm di domani. Non sono bastate oltre due ore di vertice al ministero per i Rapporti con le Regioni, per sciogliere i nodi posti dai governatori e dai vertici delle altre autonomie locali. Una vera e propria doccia gelata per Berlusconi. Il premier, meno di un'ora prima, parlando ai costruttori dell'Ance riuniti a Roma, aveva parlato del decreto legge "che potrebbe liberare in 18 mesi una spesa di 70-150 miliardi di euro".

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AVVISO URGENTE AGLI AQUILANI: fra 77 ore potranno rientrare nel 75% delle case dell'Aquilka, restituite alla piena agibilità dal Cav. Cazzuola in Cazzata.

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mercoledì 13 maggio 2009

Maroni il Tastierista: nel '96 reclutava le Guardie Padane

Maroni Dalle carte, in parte inedite, del processo ancora in corso a Verona sul tentativo di secessione leghista, emerge il ruolo dell'attuale ministro Maroni, la passione per le ronde. In una lettera come membro del "Governo Provvisorio" invitava gli iscritti a presentare le domande di adesione. "Esercitiamoci al tiro a segno"
 
Da reclutatore della ronde della Repubblica Federale della Padania a regolarizzatore delle ronde della Repubblica Italiana. Dalle carte, in parte inedite, dell'indagine svolta nel '96 dall'allora procuratore di Verona Guido Papalia sulla secessione leghista, è possibile ricostruire nei dettagli l'iperbole politica di Roberto Maroni passato da "portavoce" del comitato provvisorio di liberazione della Padania, nel 1996. A ministro dell'Interno in carica del terzo Governo Berlusconi.

L'indagine del procuratore Papalia contro tutto lo stato maggiore della Lega Nord aveva per oggetto la secessione ("la loro intenzione di disciogliere l'unità dello stato"), e le ronde padane (la Guardia nazionale padana e le "camicie verdi, aventi all'evidenza caratteristiche paramilitari"). E' tutt'ora pendente presso il gip veronese, in attesa che la Consulta si pronunci su un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato  (vedi la lettera del "reclutatore" Maroni) per l'uso che la procura veronese ha fatto delle intercettazioni telefoniche di alcuni parlamentari leghisti. In questa inchiesta sulla "costituzione, il 14 settembre del '97, a Venezia, di un governo della Padania" (da allora mai disciolto) il cui presidente del consiglio risultava Maroni, sono attualmente ancora indagati tre ministri leghisti del governo Berlusconi: lo stesso Maroni, il ministro per le Riforme e leader leghista Umberto Bossi, e il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli.

Da quei documenti giudiziari che portano il timbro della procura di Verona, emergono dal passato dettagli e particolari che acquistano oggi nuovi significati soprattutto se riletti alla luce del dibattito in corso sul ddl sicurezza. E sulla determinazione della Lega Nord a porre la fiducia sul pacchetto di norme fra cui spicca, non a caso, la regolarizzazione su tutto il territorio nazionale delle ronde.

Le carte della procura di Verona testimoniano che Maroni, tredici anni fa, era il "portavoce" del "Comitato di liberazione della Padania" il cui statuto prevedeva "la non collaborazione, la resistenza fiscale e la disobbedienza civile" come "forma di lotta democratica per garantire il diritto di autodeterminazione dei popoli". E che si avvaleva delle "camicie verdi" per garantire il "servizio d'ordine organizzato nell'ambito dei territorio della Padania".

Maroni-roberto Oggi Maroni è il ministro dell'Interno della "tolleranza zero" che - contro il parere di tutti i sindacati dei poliziotti che lo accusano, come dice Enzo Letiza del'Anfp, di "togliere il monopolio dell'ordine pubblico alla Polizia e di stornare fondi dalle forze dell'ordine ai volontari della sicurezza" - vuole legittimare tutte le ronde d'Italia. Comprese forse anche quelle di cui nel '96 era reclutatore e responsabile: la "Federazione della Guardia nazionale padana" e le "camicie verdi" (tutt'ora esistenti e operanti nelle realtà del Nord nell'ambito della Protezione civile, seppure con la faccia più presentabile di onlus).

Secondo l'atto costitutivo in origine di questa Federazione - presente fra le migliaia di carte processuali - sottoscritto da Maroni, Gnutti e Bossi, uno degli scopi della Gnp era "proporre l'esercizio del tiro a segno come momento di pacifico riferimento storico, come attività sportiva, di svago e motivo di aggregazione sociale". Non a caso, nei moduli di iscrizione alla Gnp era prevista la domanda sul possesso di porto d'armi da parte dell'aspirante. Tiro a segno e porto d'armi, tuttavia, non si spiegano di fronte al dettato dell'art. 2 comma "d" che mette tra i princìpi ispiratori delle Guardie padane: "...il rifiuto di ogni attività che implichi anche indirettamente il ricorso all'uso delle armi o della violenza".

In sostanza, il Maroni ministro dell'Interno potrebbe legittimare, oggi - fra le tante ronde sparse un po' ovunque per il Paese - anche l'ex servizio d'ordine del governo provvisorio della Padania di cui era membro e portavoce, oggi onlus. Che fosse proprio lui il reclutatore della Gnp, del resto, emerge con inoppugnabile chiarezza da una pagina spuntata dai trenta faldoni stipati nell'ufficio del gip di Verona.

Si tratta di una lettera del 7 ottobre del '96, firmata a mano "affettuosi saluti padani, Roberto Maroni", nella quale l'attuale ministro dell'Interno annunciava che per la costituzione della Gnp erano arrivate talmente tante domande, "che il governo Provvisorio della Repubblica Padana ha proceduto nel giro di pochi giorni alla costituzione di 19 Compagnie provinciali".

Irenepivetticatwoman "Per consentire tale reclutamento - si legge ancora in quella lettera di Maroni - il Governo padano ha approvato una campagna di reclutamento di volontari in tutte le provincie". "Attenzione - ammoniva poi - La domanda di adesione alla Gnp deve essere trasmessa al goverrno via fax e nessuna scheda dovrà essere conservata all'interno della sezione della Lega Nord. La Gnp riveste carattere strategico per il futuro della Padania". Che cosa fosse in realtà quel carattere strategico della Gnp lo chiarirà, il 22 settembre del '96, Irene Pivetti, ex presidente della Camera leghista, al procuratore Papalia che la interrogò come teste.

"Bossi mi spiegò - verbalizzò la Pivetti - cosa significasse per lui la Guardia nazionale Padana: "quando un popolo si sveglia, mi disse, ha bisogno del suo esercito". La regolarizzazione delle ronde che la Lega farà passare ponendo oggi la fiducia alla Camera è questione antica. Ci aveva già provato nel '96 con la
Repubblica Padana. In un documento acquisito il 13 gennaio del '98 dalla Questura di Pavia c'è infatti una "proposta di legge d'iniziativa del governo della Padania" rivolta al suo Parlamento. E intitolata "norme per la costituzione della Guardia Nazionale Padana e per il riconoscimento delle associazioni volontarie di prevenzione e controllo della sicurezza dei cittadini e del territorio denominato Guardia Nazionale Padana".

Ciò che a Maroni non riuscì nel '97 quando era portavoce del Governo Provvisorio della Repubblica Padana, gli potrebbe riuscire in questi giorni, dieci anni dopo, come ministro dell'Interno della Repubblica italiana.
(di Alberto Custodero - Repubblica.it)

lunedì 11 maggio 2009

Off Topics dell'11 Maggio (Le notizie squallide non si esauriscono mai)

Obama-stampa «...so che sono tempi difficili per molti di voi, che ci sono grandi giornalisti che stanno perdendo il lavoro a causa delle difficoltà del settore - ha detto Obama -. Sono tempi di rinnovamento tecnologico, di cambiamento. Ma ci tengo a dire che il vostro servizio è essenziale per la tenuta della democrazia. L'ipotesi di un giorno in cui non vi sia una forte critica nei confronti del governo non è un'opzione contemplata per gli Stati Uniti d'America. Voi - ha aggiunto, tra gli applausi dei tanti giornalisti presenti - a volte peccate di approssimazione. Ma ogni giorno ci aiutate a renderci conto della complessità del mondo in cui viviamo. Questa è una stagione di rinnovamento e di cambiamento. Per questo, sinceramente, vi offro il mio ringraziamento e il mio supporto...» ...no... he's not Burlesquoni,,,...

Finalmente un provvedimento serio: (ANSA) - L'AQUILA, 10 MAG - Anche il capo della protezione civile Guido Bertolaso e l'arcivescovo dell'Aquila mons. Giuseppe Molinari erano alla processione di Onna. Il piccolo centro alle porte dell'Aquila, distrutto dal terremoto del 6 aprile, si e' ritrovato oggi compatto accanto alla Madonna delle Grazie. (...magari funziona...)
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Nell'ambito del dibattito aperto sul Tafanus circa il referendum, ascoltate [il parere di Stefano Rodotà]

E intanto [fioccano le smentite] a tutti coloro che vorrebbero trovare una qualsiasi "ragion politica" alla strana amicizia del Cav. Cazzuola con Noemi Letizia e papi/2
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RICEVO DAL VI MUNICIPIO DI ROMA:

Oggi 11 maggio è stato recapitato al Presidente del municipio VI di Roma un plico contenente una lettera con gravi minacce. Nella lettera vengono inoltre rivendicati gli attentati che il 21 aprile hanno colpito una sezione del PD ed una del PDL.


Le forze Politiche della Sinistra del VI Municipio, Partito dei Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, condannano con decisione qualunque tentativo di alzare la tensione in vista della campagna elettorale, esprimono sostegno e solidarietà all’Istituzione Municipale e rigettano qualsiasi tipo di violenza nell’azione politica nella convinzione che le sacrosante rivendicazioni dei cittadini, dei soggetti più deboli ed indifesi, dei lavoratori, dei giovani e degli anziani, vanno supportate da una lotta politica schietta, decisa, incisiva e pacifica.

Le forze politiche della Sinistra del VI Municipio chiamano tutte le forze democratiche, le associazioni, i cittadini a vigilare affinché venga mantenuto un clima di corretta dialettica e collaborazione civile, unica garanzia di tutela della democrazia.

Ufficio Stampa - Dott.ssa Letizia Palmisano
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Terremoto: Berlusconi, case pronte già dal 10 settembre

...fate un copia&incolla di questo articolo di
[abruzzo24ore.tv]
, perché è certo che fra 119 giorni tutti saremo accusati di aver stravolto le sue parole, sotto la guida dei komunisti:

"...Il governo accelera e punta a consegnare le prime case nuove a partire dal 10 settembre, vale a dire due mesi in anticipo rispetto alla scadenza iniziale. Il termine ultimo infatti è la fine di ottobre, perché le tende devono essere smontate prima che il freddo arrivi di nuovo in Abruzzo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è consapevole della "mission impossible" che rappresenta la ricostruzione post-terremoto ma si dice convinto che alla fine la battaglia sarà vinta. "Siamo soddisfatti - afferma - continuiamo a lavorare". E questo "nonostante impazzino 'sparlatori' di professione e picchetti di fischiatori organizzati..."
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sabato 9 maggio 2009

G8: l'addio alla "Maddalena d'oro" - Le "bertolazzate" non finiscono mai.

Maddalena
Costi dei lavori lievitati. appalti nel mirino dei pm. Il vertice traslocato.

(da un articolo di Fabrizio Gatti - l'Espresso)

Espresso Doveva essere l'hotel delle notti di Obama e Sarkozy, il cinque stelle superiore dei capi di Stato del mondo. È già una cattedrale nel deserto, con la sua facciata bianca stretta tra un capannone della Marina militare, una strada trafficata e il mare senza spiaggia che qui, e solo qui su tutta l'isola, a volte puzza di fogna. Nessuno vuole gestire il più grande dei due alberghi costruiti alla Maddalena per il G8 che non si farà. La gara indetta dalla Protezione civile è andata deserta. Perché, almeno per pareggiare il capitale già speso, lo Stato o la Regione Sardegna dovrebbero affittare l'albergo a un imprenditore che a sua volta dovrebbe far pagare mille euro a notte per queste stanze con vista da motel. Tutte queste opere sono sotto inchiesta. I carabinieri del Ros stanno indagando sulla catena di appalti.

Anche il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, commissario delegato per il G8 e responsabile dell'applicazione delle procedure d'urgenza, ha avviato un'indagine interna. (...e qui siamo al vaudeville, perchè bertolazzo indaga su se stesso... riuscirà a scoprire il colpevole? NdR) Un provvedimento seguito pochi giorni fa dalla decisione del Consiglio dei ministri di chiedere per decreto il taglio retroattivo dal primo marzo delle maggiorazioni alle imprese per le lavorazioni su più turni, dei premi di produzione e la riduzione del 50 per cento dei compensi per le prestazioni professionali destinati a progettisti, esecutori e collaudatori. Maggiorazioni, premi e compensi confermati da almeno 16 tra ordinanze e decreti voluti, firmati o proposti dal governo e dalla Protezione civile. Un dietrofront che limita (di poco) i danni per le casse statali, ma anche le possibili responsabilità giudiziarie di funzionari e controllori, tuttora da identificare, che prima avrebbero avallato le spese e ora stanno lavorando per contenerle. Letta così la decisione di Silvio Berlusconi di trasferire il vertice a L'Aquila, non è solo un atto d'affetto e un doveroso impulso al risparmio. È anche una via d'uscita necessaria. Forse bastava una formulazione più moderata dei preventivi e dei contratti. E i soldi per l'evento sarebbe bastati.

La domanda da cui parte l'inchiesta dei carabinieri del Ros è una: nella formulazione delle offerte, c'è stata o meno concorrenza tra imprese? Un dubbio che hanno avuto anche i vertici della Protezione civile. Nel giugno 2008 Bertolaso chiede al professor Gian Michele Calvi come poter verificare se alla Maddalena si stia spendendo più del necessario. Calvi, oltre che amico del capo della Protezione Civile, è tra i massimi esperti di ingegneria antisismica e membro della Commissione grandi rischi. Pochi giorni dopo il professore, che insegna a Pavia, viene accompagnato a visitare i cantieri. Sempre in quei giorni un'ordinanza di Berlusconi sostituisce il soggetto attuatore degli appalti Angelo Balducci con il suo collaboratore Fabio De Santis e istituisce una commissione di tre esperti: "Al fine di assicurare un'adeguata attività di verifica degli interventi infrastrutturali posti in essere dai soggetti attuatori in termini di congruità dei relativi atti negoziali", è scritto nell'ordinanza. Insomma, un'indagine su interventi e contratti. In autunno viene sostituito anche De Santis e a capo degli appalti è nominato il professor Calvi.

La questione dei costi continua a preoccupare. Calvi avvia le verifiche delle spese, voce per voce. E a fine febbraio spedisce tutti i progetti al Consiglio superiore dei lavori pubblici perché esprima un parere. Presidente di questo consiglio è proprio Angelo Balducci, nel frattempo promosso dal ministro Altero Matteoli al vertice del massimo organismo di controllo del ministero. "È vero che il Consiglio si trova a dover valutare provvedimenti di spesa approvati quando Balducci era soggetto attuatore", spiega una fonte vicina alla struttura di missione della Protezione civile alla Maddalena, "ma Balducci conosce i cantieri e gli imprenditori che hanno vinto gli appalti. E forse è l'unico funzionario di Stato in grado di far accettare a quegli imprenditori tagli ai loro incassi. Il rischio è sempre quello dei ricorsi".

Tutti nei cantieri della Maddalena sanno che i carabinieri stanno indagando. L'indagine del Ros parte dall'intercettazione il 9 agosto 2008 di una telefonata dell'architetto Marco Casamonti, 43 anni, fondatore dello studio Archea, uno dei progettisti dell'hotel. Casamonti, arrestato e rilasciato dopo l'interrogatorio, è sotto inchiesta in Toscana dall'autunno per i presunti accordi sottobanco tra la Fondiaria-Sai di Salvatore Ligresti (...quando si dice la combinazione/1...NdR) e alcuni politici della giunta di Firenze. "Ci hanno chiamato per dare una mano per i progetti del G8 all'isola della Maddalena", dice Casamonti nella telefonata intercettata, "perché stanno facendo i lavori e sono nella cacca più nera. Perché hanno dato incarico agli architetti di Berlusconi che non sono in grado...".

Adesso il decreto voluto dal governo per tagliare i premi alle imprese potrebbe addirittura aggravare i conti. La retroattività al primo marzo, quando ancora si parlava di G8 alla Maddalena, e la decisione di dimezzare i compensi ai professionisti rischia di esporre lo Stato ai ricorsi. Alcune ditte appaltatrici, una minoranza, stanno già studiando la questione con i propri legali. La maggior parte degli imprenditori ha per ora deciso di concludere comunque i lavori. In palio c'è l'Abruzzo e la possibilità di partecipare agli appalti per la ricostruzione.

Il caos di questi giorni, la manifestazione degli abitanti, le proteste del sindaco della Maddalena, Angelo Comiti, hanno nascosto il risultato positivo dei lavori sull'isola. Per la prima volta in Italia un'opera pubblica viene progettata, appaltata, eseguita e consegnata in poco più di un anno. Al posto di un arsenale militare, contaminato da amianto e idrocarburi, ora c'è uno yachting club con porto turistico per 700 barche, aree per conferenze, scuole di vela e un albergo di lusso progettati dall'architetto Stefano Boeri.

Un polo di attività che avrà forse più successo dell'hotel-cattedrale ricavato nell'ex ospedale militare, quello che nessuno vuole. Per la sua gestione, il cuore del progetto che avrebbe dovuto ospitare il meeting, ha vinto la Mita Resort, società della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. (...quando si dice la combinazione/2... NdR) E il fatto che altre due società sarde abbiano presentato ricorso al Tar per far annullare la gara, significa che questo complesso richiama interesse. Con il suo indotto di posti di lavoro e ricadute economiche. Facendo qui il G8, Berlusconi rischiava cioè di dar lustro a un'idea uscita dal programma dell'ex governatore sardo di centrosinistra, Renato Soru. Un'eventualità che il premier ha sempre tentato di evitare, fin da quando appena eletto aveva proposto di trasferirlo a Napoli.

L'altra incognita sull'avvenire della Maddalena è la mancanza di infrastrutture. Dirottate alle imprese costruttrici le principali risorse, non sono rimasti più soldi per l'allargamento dell'aeroporto di Olbia, la realizzazione della superstrada Olbia-Sassari e la costruzione della passeggiata a mare che avrebbe dovuto collegare il paese della Maddalena al nuovo porto turistico. I tre progetti, più volte confermati dal governo, sono stati via via sfilati perché i costi già alti e le varianti in corso d'opera stavano svuotando la cassa. "A più di due settimane dal trasferimento del G8", racconta il sindaco, Angelo Comiti, "non ho ricevuto una sola telefonata di Bertolaso. Di nessuno, né del governo, né della Protezione civile. Ci hanno spinti in una situazione antipatica. Perché sembra che vogliamo fare concorrenza agli amici dell'Aquila che vivono settimane tragiche. Non è così, andrò a L'Aquila a spiegarlo. Però il lavoro enorme che abbiamo fatto qui non può essere ridotto a una sceneggiata di 'Scherzi a parte'. Ti svegli una mattina e ti dicono che era tutto una finzione".

Pochi giorni fa Comiti ha potuto visitare i cantieri, ancora coperti dal segreto di Stato e presidiati dal battaglione San Marco come se il G8 si dovesse svolgere ancora qui. La riservatezza sui cantieri dovrebbe essere tolta il 20 maggio. Al sindaco i rappresentanti della struttura di missione, Riccardo Micciché e Francesco Piermarini, cognato di Bertolaso, (...quando si dice la combinazione/3...NdR) hanno garantito che i lavori saranno completati entro il 31 maggio. Come previsto. Data confermata dall'architetto Boeri: "Non posso dire di più perché vale sempre il segreto, ma nonostante i tagli le imprese hanno deciso di concludere".Verranno comunque consegnati immobili senza arredamento.  La Protezione civile ha inoltre deciso di non completare l'asfaltatura dei viali e l'arredo a verde per risparmiare altri 50 milioni da impegnare per il G8 a L'Aquila. Questo dovrebbe ridurre i costi alla Maddalena da 377 a 327 milioni di euro. La previsione di spesa al momento della firma dei contratti era di 308 milioni. Secondo la Protezione civile che, va detto, ha sempre garantito trasparenza sulle cifre, c'è stato dunque un rincaro del 22 per cento. Le imprese però avevano già ottenuto per contratto un incremento del 30 per cento per il fatto di lavorare su un'isola, del 15 per cento per i turni di lavoro giorno e notte e ancora del 12 come ulteriore 'premio di accelerazione'. Cioè un aumento del 57 per cento.

Il risultato è un valore degli immobili completamente fuori mercato che difficilmente potrà restituire alle casse pubbliche quello che tutti noi abbiamo speso. Per l'albergo nell'ex ospedale che nessuno vuole gestire si tratta di 16.800 metri quadri. Ci sono costati 73 milioni, calcolando un aumento medio del 22 per cento sui 60 milioni previsti. Significa un costo di costruzione senza arredamento di 4.345 euro al metro (3.571 senza l'aumento). Alla Maddalena i costi non superano i 1.200 euro al metro. Le ultime tabelle dell'Agenzia del territorio fermano il costo di vendita di una villa di lusso a 3.200 euro al metro. Poiché tra suite e standard, le stanze sono 101 significa un costo medio per ogni stanza di 722 mila euro. Cioè l'equivalente, per ogni camera, di 14 mini appartamenti da 50 mila euro da costruire a L'Aquila. Considerata una rendita del 4 per cento, se lo Stato dovesse pretendere il pareggio da questo investimento con l'incasso di un affitto, il povero gestore dovrebbe sperare di incassare 28 mila euro l'anno per ogni stanza. E poiché l'estate alla Maddalena riempie gli alberghi non più di 40 giorni, significa partire già da 722 euro a notte. E a questo punto fallirebbe perché non avrebbe soldi per pagare il personale, la manutenzione, le tasse. Alla fine dovrebbe alzare il prezzo. Almeno mille, 1.200 euro a notte. Per affacciarsi su un capannone, una strada, lo scarico. E gustarsi il panorama che Obama e Sarkozy non hanno mai visto. 

[...e poi ci sono chilometri di fibra ottica che non serviranno a niente...]

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Ma a Bertolaso gestore di Grandi Improvvisazioni non butta proprio bene... Mondiali sotto inchiesta

Dovrebbe fare 3 mila appartamenti per L'Aquila. Ma le esperienze passate con i Mondiali di nuoto del 2009 non sono confortanti. Nel dicembre 2005 Bertolaso chiede e ottiene da Berlusconi i poteri straordinari, promettendo di costruire per luglio 2009 le strutture. Dopo tre anni e mezzo la struttura commissariale guidata prima da Angelo Balducci e poi da Claudio Rinaldi, ha fallito. Nonostante gli appalti assegnati con urgenza per ben 110 milioni di euro, gli uomini di Bertolaso non hanno concluso nemmeno una nuova opera. Il museo dello Sport (21 milioni), il polo di Ostia (15 milioni), le piscine di San Paolo (13 milioni) e il palazzetto del Foro Italico (30 milioni) non saranno pronti. E ora alla figuraccia si aggiungono le indagini. La Procura di Roma ha acquisito le carte su un circolo sportivo. Il Salaria Village, come raccontato da 'L'espresso' a gennaio, ha potuto ampliare le sue strutture a ridosso del Tevere grazie alle deroghe urbanistiche concesse dalla struttura del commissario Claudio Rinaldi. Ora i pm vogliono vederci chiaro anche perché la società che ha usufruito di queste deroghe (e dei finanziamenti speciali) vantava tra i soci il figlio del precedente commissario dei mondiali, Angelo Balducci, e Diego Anemone, della famiglia omonima, asso pigliatutto degli appalti assegnati con procedure di urgenza sia per il G8 che per i Mondiali.

giovedì 7 maggio 2009

Il mio addio a Ivano Barberini. Lo rimpiangeremo


Voglio fare le mie più sentite condoglianze a familiari e dipendenti di un vecchio amico, scomparso ieri: Ivano Barberini, a lungo Presidente della Lega delle Cooperative, che ho avuto l'onore e il piacere di frequentare spesso quando, ho gestito, come TBWA, il budget pubblicitario della Coop. Ivano era una persona speciale. Presidente di un impero che già a metà anni '90 fatturava oltre 4.000 miliardi di lire, aveva la semplicità e la cordialità di comportamento non tipica di TUTTI i dirigenti dell'azienda.

Fenomeno più unico che raro nel panorama manageriale italiano, Ivano Barberini è riuscito a coniugare il benessere dell'azienda, con lo sviluppo e la crescita professionale del personale, proprio perché ha sempre sposato la teoria che le due cose fossero indissolubilmente legate. Ai familiari di Ivano, ed a Tamara Palombi, splendida responsabile della Comunicazione della Lega, il mio più caldo abbraccio. Tafanus, alias Antonio Crea

 

 

 

L'Avvenire contro Berlusconi: "Vogliamo un premier più sobrio"

Avvenire Duro attacco del quotidiano dei vescovi: "Il sospetto può essere persino peggiore della verità più scomoda. Prima o poi arriva il momento del conto"

ROMA - "La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell'occasione il peggio di se". E' durissimo l'editoriale di prima pagina di 'Avvenire' dedicato alla vicenda Lario-Berlusconi. Il quotidiano dei vescovi fa sentire la sua voce e non sono parole che faranno piacere al premier. "Ci ha inquietato lo Berlusconi-harem spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un'altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto", si legge nell'editoriale. Un esplicito richiamo ad un redde rationem che getta un'ombra sui rapporti, fino ad oggi più che cordiali, tra il Vaticano e il governo del Cavaliere.

Poi l'editoriale chiama direttamente in causa Berlusconi. Tracciando l'identikit di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di un capo di governo: "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese".

...:surprise...  su Silvio, avevano ragione Paolo Farinella, Aldo Antonelli, Giorgio De Capitani e tanti altri preti da battaglia, e avevano torto tanti cardinaloni vestiti come madonne in processione, carichi di vestiti carnascialeschi e di ex-voto? Sarebbe un grande achievement se persino i Ruini, i Bagnasco, i Bertome, i Fisichella, i Natzinger si accorgessero che c'è, non può non esserci una differenza semantica fra "Partito della Libertà" e "Partito del Libertino". Ora persino i preti, forse, saranno costretti ad interrogarsi sul significato delle parole "ciarpame" e "politica".
Tafanus
 

domenica 3 maggio 2009

La segretaria di Galan, Claudia Minutillo, ne ha fatta di "superstrada"...

L'ex assistente del governatore Galan, la "dogessa" Claudia Minutillo, ha costruito un impero di società con base a San Marino. Che si danno molto da fare nei grandi appalti della regione.

Espresso Gli avversari politici del suo capo, senza grande sfoggio di fantasia, si erano inventati per lei il soprannome di 'Dogessa'. Maligni. A quei tempi, era il 2005, Claudia Minutillo faceva da segretaria a Giancarlo Galan, governatore, e quindi 'Doge', del Veneto. La signora sfoggiava modi spicci e un'aria vagamente manageriale, ma certo nessuno si aspettava di ritrovarla, a quattro anni di distanza, addirittura a capo di una piccolo gruppo finanziario-industriale. Costruzioni, immobili, editoria: un network di società, tutte targate Minutillo, nate e cresciute dopo che la collaboratrice di Galan ha lasciato il suo incarico in Regione.

Ovviamente si parte dal Veneto, per arrivare fino a San Marino, il paradiso fiscale in terra di Romagna. Da quelle parti Minutillo, 45 anni compiuti lo scorso autunno, amministra la Finanziaria Infrastrutture. A che serve? Non si sa. Il nome suggerisce un qualche impegno nei grandi lavori, strade, ponti e così via. A ben guardare, però, la ditta con base sul Monte Titano non ha nessuna attività in Italia. Insomma, ha tutta l'aria di una scatola vuota, almeno per il momento.

  Giancarlo Galan, il Banal Grande

Galan-giancarlo Non finisce qui, perché a San Marino ha sede anche la Bmc Broker, un'altra società gestita dall'ex braccio destro di Galan. Nel 2006 questa sigla, sconosciuta ai più, si vide assegnare incarichi e parcelle dalla giunta di centrodestra. C'è da pubblicizzare il Sistema metropolitano regionale? Ci pensa la Bmc di San Marino. Cerimonia al porto di Venezia? La regia dell'evento è firmata Bmc. Cose piccole, tutto sommato, che però all'epoca sollevarono malumori e sospetti in consiglio regionale. Ma il bello arriva dopo, con il cemento. Sì, perché, a quanto pare, la segretaria diventata imprenditrice di successo ha sviluppato una gran passione per le opere pubbliche. Un cambio in corsa, il suo. Smessa la divisa da dipendente pubblico è tornata a bussare alle porte della Regione, ma questa volta a caccia di appalti. Dapprima, a sorpresa, il suo nome spunta tra gli amministratori della Pedemontana, la società a capitale privato (Autostrade, Impregilo, banche e altre imprese di costruzioni) chiamata a realizzare il progetto in discussione da decenni di una nuova strada tra Vicenza e Treviso. Questo primo incarico diventa un trampolino di lancio verso nuovi affari.

In effetti il Veneto, da qualche tempo, è una miniera di occasioni. Passanti, bretelle, strade e autostrade. La torta vale miliardi. E in questa girandola di progetti si è ritagliata un ruolo anche la ex 'Dogessa'. Un posto al sole? Piuttosto uno strapuntino, ma su un treno che viaggia a tutta velocità. Lo guida Piergiorgio Baita, gran capo della Mantovani spa. Baita, 60 anni, veneziano, è un asso pigliatutto delle costruzioni. Da anni ormai la Mantovani, controllata dalla famiglia Chiarotto, fa incetta di appalti in tutto il Triveneto. Il giro d'affari cresce di conseguenza: 210 milioni nel 2005, 348 milioni l'esercizio successivo, e nel 2007, ultimo dato disponibile, 417 milioni con 13 milioni di profitti.

Baita comanda, ma Minutillo si è messa in scia. Prendiamo l'azienda veneziana Adria Infrastrutture. A prima vista sembra una sigla marginale, una delle tante che nuota nel gran mare dei lavori pubblici. Dalle carte societarie però spuntano nomi e affari importanti. L'azionista principale è il gruppo Mantovani, quello di Baita. Mentre al timone della società, con i gradi di consigliere delegato, c'è proprio lei, l'ex collaboratrice del governatore, che partecipa anche al capitale. La sua quota, il 5 per cento, risulta intestata a una società di Mestre, la Investimenti srl.

Senza dare troppo nell'occhio, in questi ultimi anni Adria Infrastrutture si è conquistata la sua fetta di lavori pubblici. Sono appalti regionali, assegnati con la regia dell'assessore veneto ai Trasporti, il forzista Renato Chisso, instancabile promoter di grandi opere dalla Laguna fino alle Dolomiti, in un diluvio di progetti, cemento e asfalto. Qualche esempio: Adria Infrastrutture guiderà l'associazione di imprese chiamata a costruire la 'Via del Mare', la superstrada a pedaggio che dovrebbe collegare l'autostrada A4 con il litorale di Jesolo. In totale quasi 20 chilometri di tracciato con due viadotti, sette sottopassi, 6 caselli. Poi c'è il cosiddetto passante Alpe Adria, 85 chilometri di autostrada per unire Longarone a Tarvisio attraverso il Cadore e la valle del Tagliamento. Un primo tratto di 20 chilometri sarà realizzato in base al progetto presentato da Adria infrastrutture insieme a Mantovani e alla romana Fincosit.

Non sempre fila tutto liscio. L'anno scorso, per esempio, la coppia Baita-Minutillo puntava su un'area messa in vendita dall'Autorità portuale a Marghera. All'asta però è risultata vincente l'offerta di una società immobiliare gestita dal finanziere Andrea De Vido. Risultato: la gara va ai supplementari, tra ricorsi e controricorsi al Tar, ma la rimonta a questo punto sembra difficile.

Poco male, perché ormai la segretaria-manager è lanciatissima. E di recente, a quanto pare, si è buttata a capofitto anche nel gran business dell'editoria. La rampante Minutillo, infatti, ricopre il ruolo di consigliere delegato in sei società gemelle. Si chiamano 'Il Venezia', 'Il Verona', 'Il Treviso', 'Il Padova', e così via, con i nomi di tutti i capoluoghi di provincia veneti esclusa Rovigo e con l'aggiunta di Mestre [...]

L'estate scorsa, per dire, Mantovani e Pizzarotti si sono aggiudicate insieme la ricca commessa per realizzare la superstrada che unirà tra loro le tangenziali di Padova, Vicenza e Verona, una sorta di raddoppio dell'autostrada Serenissima. Insomma, il piatto forte dell'alleanza sono gli appalti, ma a fare da contorno c'è l'editoria, con i quotidiani veneti del gruppo E Polis. Sarà un caso, o forse no, ma a gestire il business dei giornali è stata nominata proprio la neo-manager Minutillo. Cioè l'ex segretaria di Galan, nonché buona amica di Chisso, i due politici che gestiscono incarichi e commesse.

(di Vittorio Malagutti - l'Espresso)

...storia esemplare,quella di questa Carneade: spiega perchè la destra berlusconiana governerà fino all'arrivo della "comare secca", e forse anche oltre... Ormai stanno occupamdo tutte le posizioni border-line fra affari e politica. Macchine per far tanti soldi, ma attente a lasciare briciole non sempre microscopiche a clientes di varia importanza (e di vario costo). Il Veneto, ma anche la Lombardia con l'Expò,la Sicilia e la Calabria col mitico "Ponte", la tela di Penelopedella Salero Reggio Calabria, la TAV, la moezza, la ricostruzione in Abruzzo... Forse la macchina cientelare che questi stano costruendo potrà far vivere di vita propria il beuscosnismo affarista, anche dopo la dipartita (che, come è noto, non arriverà prima dei 130 anni d'età) del Cav.Cazzuola.

In fondo, l'esperienza da "Muratore" nei ranghi della P2, deve pur esere servita a qualcosa...Tafanus

sabato 2 maggio 2009

Clamoroso!!! l'Alitalia a Vanna Marchi - Lo "sgub" di Michele Serra

Espresso L'annuncio da parte di Silvio Berlusconi su una cordata italiana per rilevare Alitalia è stata accolta da molti con scetticismo. Si sbagliavano, perché esistono molte cordate

Gli scettici e i disfattisti hanno ridacchiato quando Berlusconi annunciò una cordata italiana per rilevare Alitalia. Beh, si sbagliavano. Le cordate ci sono, sono parecchie ed è in atto una gara molto accesa per arrivare alla soluzione migliore. Ecco, tra i tanti, quali sono gli acquirenti più quotati.

Mafia Dispone di liquidità sufficiente per ripianare tutti i debiti, raddoppiare gli stipendi dei dipendenti, assumere i loro figli e nipoti, introdurre su tutti i voli il terzo pilota, servire ai passeggeri ostriche e champagne anche sulle tratte di un quarto d'ora. In cambio, i boss vogliono la liberazione immediata dei detenuti e il riconoscimento ufficiale della Mafia come ente morale. Berlusconi è favorevolmente colpito ma sospetta che Napolitano non voglia seguire il protocollo suggerito dai Corleonesi, che chiedono di essere ricevuti al Quirinale vestiti da generali dell'aviazione.

Lapo Elkann Il dinamico manager torinese, guru della nuova creatività italiana, intende rilevare Alitalia, pagandola con l'intero patrimonio della famiglia Agnelli, per realizzare un suo sogno: ricavare dagli oblò degli aerei una nuova linea di occhiali da sole molto trendy. Ogni lente pesa sedici chili, ma in compenso costa settemila euro e Lapo conta su un rapido successo internazionale presso il target dei ricchi coglioni, Famigliamarchiin rapida espansione in tutto il mondo, giudicato il più interessante per gli originalissimi prodotti della sua factory.

Ricucci Il re degli immobiliaristi cerca la sua rivincita, partendo come sempre dal basso. Con i 3mila euro rimasti in cassa, intende scalare Alitalia con il solito, ingegnoso sistema: acquista il carrello usato di un Fokker in demolizione (fase uno) e contestualmente annuncia ai giornali di essere entrato nel settore aeroportuale (fase due). Il giorno dopo (fase tre) lascia intendere di essere interessato ad Alitalia e sposa Alessia Marcuzzi.

Prima che si arrivi alla fase quattro (gli inquirenti scoprono che non c'era copertura finanziaria neanche per sposare la Marcuzzi, nel frattempo risposata con un altro), Ricucci riesce a spopolare per oltre un anno in tutti i telegiornali e su tutti i giornali come nuovo tycoon di Alitalia.

Ligresti Il ricco costruttore, molto anziano, ha accolto con autentico entusiasmo l'appello di Berlusconi di guidare una cordata per rilevare Alitalia, ma pensa che si tratti di una grossa area edificabile. Ha già fatto montare alcune gigantesche gru in varie zone di Milano e ha investito dieci milioni di euro in vanghe, picconi e cazzuole. Ha anche prenotato l'intera produzione di mattoni traforati del prossimo anno. La sua felicità è tale che nessuno ha ancora osato spiegargli che si tratta di un equivoco.

Ali5Berlusconi Sarebbe lo stesso presidente del Consiglio a comperare Alitalia grazie a un accorto sistema di opzioni, garanzie e accordi, a raffinate strategie finanziarie elaborate dal suo staff, e soprattutto grazie a una legge da lui varata che trasferisce gratuitamente a Mediaset la proprietà dell'intero pacchetto azionario della compagnia, di tutti gli aerei e delle hostess sotto i trent'anni. Lo stesso Berlusconi è garante dell'operazione, e veglierà sulla correttezza del passaggio di proprietà. Sempre Berlusconi avrà l'incarico di presiedere l'authority incaricata di controllare il Berlusconi garante.

Vanna Marchi Guida la cordata forse più rappresentativa della nuova economia nazionale. Oltre alla dinamica imprenditrice, che sogna di vendere le sue creme scioglipancia su tutti i voli (sono state giudicate molto più gustose dei vassoi Alitalia dai primi clienti che le hanno assaggiate), partecipano anche gli ultras della Lazio, la sezione italiana di Al Qaeda, la Fondazione Mario Merola e un paio di case di produzione di pellicole porno. Bankitalia e Consob, esaminate le carte, hanno decretato che, a quanto visto fin qui, è questa la cordata più seria.

venerdì 1 maggio 2009

Il 1° Maggio dell'arcorizzato

20090430 "...Nessuno, quindi, che racconti come Berlusconi sia diventato amico della famiglia Letizia, mamma Anna, papà Benedetto e Noemi, che aveva un fratello morto sette anni fa in un incidente stradale. Benedetto ha commentato con qualche conoscente la visita del premier al compleanno di Noemi dicendo che lo ha fatto «per la nostra antica amicizia». Berlusconi dice che lui quell'uomo lo conosce da anni: «È un vecchio socialista, era l'autista di Craxi». Ma si sbaglia, assicura chi l'autista di Craxi lo conosceva bene. Come Bobo, il figlio: «L'autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto ed è morto». Pure due socialisti napoletani che furono in auge nell'era pre-tangentopoli, Giulio Di Donato e Silvano Masciari, escludono che Craxi, anche nelle sue visite a Napoli, abbia mai avuto un autista che si chiamava Benedetto Letizia. Quindi Berlusconi proprio si confonde. Benedetto Letizia fu effettivamente molto vicino al Psi, però non ha mai fatto l'autista ma sempre l'impiegato comunale. E lo faceva anche nel febbraio 1993, quando fu arrestato con l'accusa di peculato e concussione per una tangente da 35 milioni. Una vicenda giudiziaria ormai estinta, e lui, dopo tre sospensioni, nel 2007 è tornato definitivamente a lavorare al Comune di Napoli..." Corriere.it

FEBBRE SUINA: Berlusconi: "Io meglio di Obama: a metà giugno lo incontrerò [..] I sondaggi che ho io mi danno il 75,1% di consensi, mentre per il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, i sondaggi che conosco io dicono che luì è al 59%: soltanto Lula (il presidente del Brasile) arriva al 64%. Quindi il mio è un record assoluto".

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QUALCOSA DI TRISTE... A nome di Nonna Mana, che ha appena avuto un grande lutto in famiglia, e che in questo momento non si sente di scrivere sul blog, porgo gli auguri di Buon 1° Maggio ai tantissimi suoi amici ed estimatori. Questa splendida persona, pur attraversando un momento tristissimo, non ci ha dimenticati. NonnaMana, ti vogliamo bene, e ti siamo vicini...

 

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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