domenica 27 settembre 2009

Omaggio a Beppe Cremagnani

Ho trovato molto bella l'idea dell'amica Orsola Sinisi di organizzare questo incontro informale di amici di Beppe alla "Scighera", e quindi volentieri do una mano ad Orsola per promuovere questo evento, che spero raccolga l'adesione di molti amici che gravitano nell'area del milanese. Questo il testo del post sul [sito de "La Scighera]:
Martedì, 29 Settembre, 2009 - 21:30 - 23:30
Proiezione de L'ultima crociata (59'), documentario di Beppe Cremagnani e Enrico Deaglio. Un film-inchiesta dedicato alla memoria ritrovata dai giovani spagnoli sull'essenza del franchismo.

Beppe-Cremagnani1 "Sto girando l'Italia per presentare "Governare con la paura", e incomincio a vedere molta disperazione fra chi sta perdendo il posto di lavoro a causa della crisi. Credetemi non c'è da essere per niente ottimisti, ci sono intere zone dove l'occupazione verrà rasa al suolo" - 05 luglio, ore 18.47

Questo è l ultimo post di Beppe Cremagnani sulla sua bacheca di facebook. Beppe è morto poco dopo. Infarto.

Giornalista, autore televisivo, autore necessario di documentari di inchiesta, Beppe ha scritto pagine su L'Unità, La Repubblica, è stato autore di Milano Italia, Inviato speciale, La nostra storia, L'elmo di Scipio, è stato consulente di Che tempo che fa; dall'esperienza di Diario con Enrico Deaglio sono nati documentari come Quando c'era Silvio, Uccidete la democrazia, Gli imbroglioni, e ultimo Governare con la paura.

Governare con la paura è riuscito a raccontare il G8 di Genova con lucida critica. Beppe è venuto a presentarlo alla Scighera: pochi mesi fa ha inchiodato il pubblico prima con il film, poi col suo parlare, semplice e coraggioso. Non siamo riusciti a offrirgli da bere altro che acqua gasata, e ha insistito per lasciare una sottoscrizione e regalarci una copia del dvd. Ha parlato a lungo, generosamente, lasciato il microfono ha continuato ancora, e poi fuori in strada, dopo l'orario di chiusura.In tanti siamo rimasti lì a parlare con lui. Questo è fare politica.

Dell'umanità di Beppe a chi l'ha conosciuto non servono spiegazioni, agli altri proveremo a raccontarlo dopo la proiezione con Ada Cremagnani, Enrico Deaglio e tutti gli amici di Beppe che saranno con noi. Orsola Sinisi

sabato 26 settembre 2009

Il Premio Nobel per la Pace a Berlusconi. Perchè no? In alternativa, ad Ahmadinejad...

 "...Il successo è l'abilità di passare da un fallimento all'altro senza perdere l'entusiasmo e lo scatto..."  Winston Churchill

[Il sito ufficiale] dei promotori di questa impagabile minchiata è qualcosa al tempo stesso di esilarante e di istruttivo. Accompagnato dall'audio di un pomposissimo Inno di Mameli, in prima pagina porta l'elenco dei promotori. Si comincia dalla home-page, dove ci sono le "motivazioni":

"...crediamo che, anche, l'Italia meriti di ricevere tale riconoscimento, e di essere degnamente rappresentata da Silvio Berlusconi, per il suo indiscusso impegno umanitario in campo nazionale ed internazionale..."

Di più non si dice. Forse si allude alle politiche di respingimento dei migranti nei lager di Gheddafi; oppure del fiancheggiamento del bandito georgedabliu in Iraq ed Afghanistan... chi può dirlo?...

Poi si passa alla pagina "Chi siamo", che presenta i notissimi promotori di questa iniziativa-minchiata:

Del Presidente. Avv. Emanuele Verghini, e del Vice Presidente (Avv. Alessandro Carnevali), cercando su Google si scopre solo che esistono davvero, e che sono fra i promotori di questo comitato-farsa. Altro non trovo.

Gli altri tre, invece, sono delle eminenti figure politiche. Il Dott. Giammarco Battaglia è, nientemeno, non solo Portavoce del Comitato, ma anche Presidente di una cosa che si chiama "Rifondazione Democristiana". Proprio così. Nostalgia di Piccoli, Rumor, Bisaglia, Ciancimino? Poi c'è l'Avv. Valerio Cianciulli, VENTESIMO dei non eletti nella lista Alemanno, con ben 738 voti, e il Dott. Cav. Edoardo Babusci, non eletto nella lista di Antonio Tajani, con ben 138 preferenze.

Può darsi che con questa iniziativa per "Berlusconi Nobel" non raggiungano l'obiettivo primario, ma magari la prossima volta si guadagneranno una posizione in lista più adeguata al loro fervore adulatorio... Si sa... Silvio è sensibile alle leccate... Non si vergogna neanche dell'esistenza di circoli che si chiamano [Menomale che Silvio c'è.it], che invece di sconfessare per pudore, certamente cita ed onora, e forse sottobanco finanzia... Tutto fa brodo...

Poi si arriva alla lista degli entusiastici aderenti all'iniziativa. Tralasciamo gli speranzosi consiglieri comunali di roccacannuccia o della quinta circoscrizione di zona, e restiamo ai "rappresentanti delle istituzioni", e cioè ai parlamentari italiani:

On.le Emerenzio Barbieri - Deputato del PDL
On.le Sabrina De Camillis - Deputata del PDL
On.le Giampiero Catone - Deputato del PDL
Sen. Giuseppe Ciarrapico - Senatore del PDL
On.le Nunzia De Girolamo - Deputato del PDL
Sen. Ulisse Di Giacomo - Senatore del PDL
On.le Pietro Franzoso - Deputato del PDL
On. le Monica Faenzi - Deputata del PDL
On.le Foti Tommaso - Deputato del PDL
On.le Arturo Iannaccone - Deputato del MPA
Sen. Domenico Nania - Senatore del PDL
On.le Alessandro Pagano - Deputato del PDL
On.le Paola Pelino - Deputata del PDL
On.le Enzo Raisi - Deputato del PDL
On.le Laura Ravetto - Deputata del PDL
Sen. Luigi Ramponi - Senatore del PDL
On.le Elvira Savino - Deputata del PDL
On.le Michele Scandroglio - Deputato del PDL

Bene, siamo a 18 parlamentari. Tranne uno sfigato della "Lega Nord del Sud", gli altri 17 sono TUTTI  del partito di proprietà del candidato Nobel... Le percentuali di adesioni, persino all'interno del partito proprietario, non sono propriamente esaltanti. Su 270 deputati del PDL, ben 15 - pari al 5,6% - hanno detto "SI". Quindi il 94,4% ha detto "NO".

Al Senato è andata, se possibile, ancora peggio. Su 145 senatori del PDL, hanno detto "SI" (come l'uomo Del Monte) in 4 (quattro), pari al 2,8%. Ha risposto "picche il 97,2%. Un successo "epocale".

Ma vediamo chi sono questi giganti della politica. Premessa: non citiamo coloro sui quali le uniche notizie sono quelle fornite da loro stessi.

Emerenzio Barbieri: ex UDC, è noto per aver fatto una interrogazione parlamentare, lamentandosi che alla Camera dei deputati manchi un parrucchiere gratuito per le parlamentari.

Sabrina De Camillis, culo e camicia con Ciarrapico.

Nunzia De Girolamo: beneventana, sezione "bellocce" di 35 anni, membra dell'associazione [Rialzati Italia] (una sorta di Viagra Ideologico) ha toccato il suo momento di gloria il 22 c.m., quando è intervenuta in Parlamento, in difesa delle "imprese cunicole". Non scherzo: "Imprese cunicole, la De Girolamo chiede l’intervento del Governo: “Da oltre due anni il settore dell’allevamento nazionale del coniglio da carne è in crisi e si sta verificando un drastico ridimensionamento delle imprese cunicole, nonostante i consumi nazionali siano in costante, seppur graduale crescita [...] Costante, seppur graduale??? Ma questa dove cazzo ha studiato l'italiano...

Ulisse di Giacomo: milieu molisano. Chi è interessato ad approfondire sulla statura del personaggio,  legga [questo articolo].

Pietro Franzoso: Ex assessore ai Trasporti della Regione Puglia, è stato arrestato nel dicembre del 2004 per voto di scambio. Secondo l’accusa, per ottenere voti avrebbe promesso l’assunzione, presso un’azienda a lui riconducibile, di uno dei boss della famiglia mafiosa Soloperto.

Michele Scandroglio, primo firmatario di una legge pro-palazzinari in Liguria [Leggi l'articolo]

Faenzi Monica: dal suo sito apprendiamo che oltre che belloccia (tanto per cambiare) ed ex sindaca di Castiglione della Pescaia, durante questa legislatura ha sollevato il grazioso sederino dalla panca, nel luglio 2008, per presentare una proposta che recava "disposizioni urgenti per la competitività del paese". Azzz... nientedimeno...

Tommaso Foti: "...Inizia giovanissimo l'attività politica iscrivendosi al Fronte della Gioventù, in cui successivamente ha ricoperto l'incarico di segretario provinciale, di componente della Direzione Nazionale, e nel 1983 di componente dell'Esecutivo Nazionale..." Insomma, l'ennesimo demo-fascista...

Arturo Iannaccone: "...Iscrittosi a 18 anni alla Democrazia Cristiana, ha ricoperto la carica di Delegato Provinciale del Movimento Giovanile, di Vice Segretario ed infine di Segretario Provinciale della DC irpina. All'atto dello scioglimento della Democrazia Cristiana, aderisce al Centro Cristiano Democratico, candidandosi alla Camera dei Deputati nel collegio n°12 in coalizione con Forza Italia, Unione di Centro e Polo Liberal Democratico sfiorando l'elezione..." Beh, ha sfiorato. La prossima volta, magari, andrà meglio, anche se il traghettamento nella Lega Nord del Sud di Lombardo potrebbe rallentarne la folgorante carriera politica...

Domenico Nania: Dirigente del FUAN - Destra universitaria, nel 1987 viene eletto deputato per il Movimento Sociale Italiano [...] A 18 anni è stato arrestato per 10 giorni e poi condannato in via definitiva a 7 mesi per lesioni volontarie personali nel 1969, per scontri fisici tra studenti di destra e di sinistra.

Paola Pelino: la caramellaia di Sulmona, che non vende i suoi preziosi confetti ai comunisti...

Enzo Raisi: "...Dirigente nazionale del Fronte della Gioventù alla fine degli anni '80, diviene componente del Comitato centrale del MSI prima, e dell'Assemblea nazionale di An poi" ...Insomma, l'ennesimo "lavato a Fiuggi"...

Laura Ravetto, o la "Generation Maleducation Blackberry". Basta il filmato

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Elvira Savino: Dopo essersi diplomata nel liceo scientifico  di Conversano (BA)  si è iscritta alla facoltà di economia e commercio dell'Università di Bari dove si è laureata nel 2003. Precoce, la ragazza... ma con le idee poco chiare: poco più che diciottenne, partecipa alle comunali di Conversano nelle file di Rifondazione Comunista. Voti di preferenza: zero (un record! non si è data neanche il suo voto!). Poi la "svolta democratica" verso i luoghi delle poltrone. Prima l'UDC (Ufficio Stampa e Comunicazione), poi Forza Italia, e la posizione di "consulente" a Rai New Media".  Su cosa consulentasse, non sappiamo. Poliedrica, la ragazza... da rifondazione ai post DC, dalla partita doppia alla comunicazione... Una cosa è certa: anche lei, ad occhio, è una "quinta", come piacciono al futuro Nobel.

Savino-elvira

...e veniamo alla "crème"...

Luigi Ramponi: ex sottocapo di Stato Maggiore, nel 2001 è eletto sotto le bandiere (nere?) di Alleanza Nazionale".

Giampiero Catone: Proprietario del marchio DC, uomo di Rocco Buttiglione, un curriculum giudiziario lungo come la Treccani... Chi è Giampiero Catone, uno dei più autorevoli sostenitori di "Berlusconi Nobel"? estraiamo alcune annotazioni da "Onorevoli Wanted", di Peter Gomez e Marco Travaglio:

I partiti li ha girati quasi tutti: Dc, Forza Italia, UDC, CCD, Pdl... Giampiero Catone, napoletano, 50 anni, è l'uomo che ha nelle sue mani un pezzo della storia della Repubblica: dopo varie peripezie legali, ha ottenuto la proprietà del glorioso scudo crociato, simbolo della Democrazia Cristiana. Dopo la morte della Dc si mette all'ombra di Rocco Buttiglione. Lo segue nell'Udc e diventa il suo uomo forte in Abruzzo. Quando poi Buttiglione diventa ministro, Catone è suo capo di gabinetto. [...] Alle europee del 2004 è riuscito a raccogliere oltre 48 mila voti, quasi 3 mila in più del suo capolista e leader Rocco Buttiglione  [

...] Quando Buttiglione fu proposto dal governo Berlusconi come commissario europeo alla Giustizia, il curriculum giudiziario del suo braccio destro, il professor Catone (diffuso a Strasburgo da una giornalista italiana, Paola Severini) fu una delle cause della bocciatura del ministro italiano amico dei teo-con. Forte del suo simbolo, Catone è poi passato alla Dc di Gian Franco Rotondi, alleato con il Nuovo Psi di Gianni De Michelis, anche se, per avere la certezza dell'elezione, è inserito nelle liste di Forza Italia in Lombardia. Un seggio, a Roma o a Strasburgo, alla fine lo avrà. Lo vuole per naturale aspirazione politica, ma anche perché gli garantisce l'immunità parlamentare. Utile, specie per chi, come Catone, ha qualche guaio con la giustizia.

Il 9 maggio 2001, a pochi giorni dalle elezioni politiche, Catone (allora candidato con il Ccd) finisce in carcere insieme al fratello e ad altre dodici persone. L'ipotesi di reato della Procura di Roma è associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta pluriaggravata: due bancarotte da 25 miliardi di lire l'una e 12 miliardi di finanziamenti a fondo perduto dal Ministero dell'Industria ottenuti con carte e perizie false, che consentivano alle società amministrate da Catone d'incassare più volte lo stesso contributo per un "polo tessile aquilano" mai esistito. Uno degli episodi contestati riguarda il tentativo messo in atto dal gruppo Catone di acquisire una società (la Iris Moda) nonostante il rifiuto del titolare. Presto fatto: secondo i giudici, il gruppo avrebbe creato un falso amministratore nella documentazione presentata per ottenere il finanziamento. Il Ministero dell'Industria, alla fine, scuce 2 miliardi in contanti all'insaputa della società (quella vera).

Catone è anche coinvolto nel fallimento dell'Abatec, azienda di Chieti di cui Catone era amministratore. Avrebbe dovuto produrre macchinari ad alta tecnologia per la lavorazione dei pannolini, ma viene dichiarata fallita dopo un aumento di capitale deliberato prima ancora che fossero sottoscritte le quote sociali. Per non parlare del contorno di spericolate operazioni finanziarie grazie alle scatole cinesi di una manciata di società off shore. Per queste vicende Giampiero Catone ha già collezionato un paio di rinvii a giudizio. In quello per Abatec, il giudice definisce il gruppo all'opera «associazione a delinquere Catone».

Catone-buttiglione

Eppure le disavventure non sembrano avergli precluso la carriera. Anzi, Rocco Bottiglione lo promuove prima responsabile della segreteria politica, quindi capo segreteria del ministero delle Politiche Comunitarie; poi, nel novembre 2002, viene eletto (in Abruzzo) primo segretario regionale della neonata Udc. Sempre nel 2002, un decreto del governo Berlusconi a firma Gianni Letta istituisce una "Struttura di Missione" tutta per lui, con l'incarico di studiare il contenzioso tra governo italiano e Unione europea. Durante il semestre di presidenza italiana Ue, Catone coordina l'azione dell'esecutivo. Ma l'incarico che sembra calzargli a pennello, vista l'esperienza maturata in patria, è quello di presidente del Progetto comunitario "Pon/Atas" «per il corretto utilizzo dei fondi strutturali destinati alle Regioni», struttura decisiva per ottenere finanziamenti dall'Unione Europea.

Come mai la giornalista romana Paola Severini (ex moglie del ministro del primo governo Berlusconi Antonio Guidi) aveva inviato a tutti gli eurodeputati un dossier pubblico sulle imprese di Catone? Perché lo aveva conosciuto molto da vicino. Severini aveva infatti fondato nel 1996 "Angeli", rivista di cultura sociale, che era poi cresciuta come cooperativa sociale in cui lavoravano soprattutto disabili e che progettava di diventare quotidiano: "Quotidiano sociale", un prodotto di servizio per le famiglie con figli disabili. Nel 2001 era entrato nella cooperativa Ugo Rossolillo, segnalato dall'ufficio editoria della Presidenza del Consiglio. Suo compito avrebbe dovuto essere quello di curare le pratiche di finanziamento pubblico. Peccato che Rossolillo non fosse affatto un commercialista, non fosse neppure laureato, né un consulente del lavoro: in compenso era un dipendente di Giampiero Catone.

Alla ricerca di finanziamenti per lanciare il "Quotidiano Sociale", Paola Severini riceve la telefonata di un amico, Rocco Buttiglione: «So che stai cercando finanziamenti. Ho un amico che produce pannolini e a cui farebbero comodo spazi pubblicitari su una pubblicazione come la tua e sarebbe interessato a investire». Chi è l'amico di Buttiglione? Giampiero Catone, of course. E la ditta di pannolini? L'Abatec, una di quelle bancarotte per cui il capogabinetto del ministro era finito in galera un paio d'anni prima. Ma questo Buttiglione non lo dice. Dice invece che Catone «è un buon cattolico» e che può portare contributi pubblici, a patto che la fondatrice di "Angeli" si accontenti della direzione editoriale e della minoranza nella cooperativa. Severini accetta e in un paio di mesi, nel 2004, è cacciata dalla sua cooperativa. Grazie agli uffici del finto commercialista Rossolillo spuntano falsi libri sociali e verbali contraffatti.

Da allora il "Quotidiano sociale" è nelle mani di Giampiero Catone, che, licenziata la fondatrice, non assume nemmeno i disabili ma riempie la redazione di amici, facendo un travaso di dipendenti dalla "Discussione" (Franco Insardà, Emilio Gioventù, Ivan Mazzoletti). Il "Quotidiano sociale" non ha mai visto la luce, ma un risultato Catone lo ha comunque portato a casa: ha ugualmente incassato i contributi pubblici. La sua specialità.


Giuseppe Ciarrapico: io con Silvio, ma resto sempre fascista (Antonello Caporale, Repubblica)

Ciarrapico

ROMA - Settantaquattro anni di fascismo molto ben portati. Giuseppe Ciarrapico imprenditore multicanale ("ho amici a destra e a sinistra") impugnerà la fiaccola nel Senato della Repubblica. Così ha deciso Silvio Berlusconi. Sette giorni fa la comunicazione, oggi l'annuncio ufficiale.

"Fare il senatore di Roma a chi per una vita ha studiato e onorato la bandiera della Civiltà romana ha il senso del coronamento finale, del passo che conclude un cammino lungo".

La Civiltà romana saluta Benedetto XVI.
"Un grande striscione in piazza San Pietro. C'ero anch'io, nel giorno in cui molti politici accorsero. Alcuni s'inginocchiavano, noi ci inchiniamo davanti al Pontefice".

Viva il Duce!
"Il fascismo mi ha dato sofferenze e gioie. Mai rinnegato, mai confuso, mai intorpidita la mente da pensieri sconclusionati e antistorici".

Chissà Gianfranco Fini come sarà contento.
"Di Fini non conservo alcun interesse politico. La sua alleanzuccia non mi è mai piaciuta. Mi sono tenuto lontano e ho fatto bene. Ho visto che ha accettato di unirsi a Silvio Berlusconi".

Lei parla col Capo, non con i sottoposti.
"Con Berlusconi l'amicizia è di antica data. E il suo ingegno è davvero raro. Sabato al Palalido di Milano ho conosciuto la potenza di questo movimento".

Ha conosciuto anche Bondi? Secondo il decalogo da lui diramato coloro che hanno un aggravio giudiziario dovrebbero essere esentati dalla corsa.
"Ho tutti i diritti civili e politici integri. Bondi badi alle vicende altrui e non inganni il tempo con riflessioni sul sottoscritto".

Un Ciarrapico si sarebbe visto meglio in compagnia di Storace.
"E' un caro amico. Al momento della fondazione del suo movimento io accompagnai Berlusconi. E la platea mi tributò un applauso inaspettato e gradito".

Con i lineamenti fascinosi della Santanché la Destra trova anche il senso di una relazione intima con l'Italia del Duemila.
"La conosco bene. Ma ho detto a Starace...".

Storace, con la o.
"Sto lavorando a una biografia di Starace. Scusi la confusione".

In effetti le sue idee le ha tenute vive seguendo fedelmente Andreotti.
"Con il peso di tutto quello che sono".

A proposito di peso: perché appesantisce le pareti delle redazioni dei suoi giornali con le foto del Duce?
"Bellissimo".

Ad Isernia le colleghe sono costrette al lavoro sotto quell'occhio così vigile.
"Ovunque c'è".

Potrebbe alleggerire pur dentro il solco del nuovo corso. Un ritratto dei Village People, per esempio?
"L'ultima volta che sono stato a Predappio era, mi pare, ottobre. Sedicimila persone".

Tante.
"E quando prendo la mia barchetta in estate e vado a Gallipoli faccio sempre un salto al cimitero dov'è sepolto Storace".

Starace.
"Grande uomo".

Berlusconi vincerà.
"Intelligenza raffinatissima".

(10 marzo 2008)

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Ecco, questi sono gli sponsors di Silvio Berlusconi, Premio Nobel per la Pace. Io spero che costui trovi finalmente, anzichè il Nobel per la Pace, la definitiva pace dei sensi. Per il suo bene, e per il nostro. Tafanus

La t-shirt

 

Maglietta-silvio
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L'inno "La Pace può"

 

 

giovedì 24 settembre 2009

La Posta del 24 Settembre

Coloro che, al tempo in cui si affrontavano temi come la fecondazione assistita, oppure il riconoscimento delle coppie di fatto,  ed ultimamente quello della interruzione delle cure per Eluana Englaro, ritennero che la posizione della Chiesa influisse sugli uomini politici italiani, oggi, alla luce delle vicende riguardanti il respingimento dei barconi dei disperati provenienti dall'Africa, dovrebbero ricredersi, o perlomeno ammettere che l'influenza della Chiesa è alquanto blanda, relativa. La Chiesa, infatti, ha espresso la sua disapprovazione, ma è rimasta inascoltata. Certo, non è arrivata a parlare esplicitamente agli uomini politici, come fece ad esempio quando temeva fossero riconosciute legalmente le unioni tra persone omosessuali, ed uscì il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede (28 marzo 2003), approvato da Giovanni Paolo II e firmato dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, nel quale era scritto: "Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge". Non ha parlato in tal modo, e forse è giusto non l'abbia fatto giacché sarebbe vera e propria ingerenza, però ha fatto sentire chiaramente la sua voce, così come l'ha fatta sentire a proposito delle vicende recentissime riguardanti i comportamenti non esemplari del Cavaliere, nonché le bassezze cui è arrivato un giornalista.  Voce assolutamente inascoltata. Deduzione: gli uomini politici italiani seguono le indicazione della Chiesa non secondo coscienza ma secondo convenienza. Qualora non si perdano consensi, o meglio ci sia la possibilità di guadagnarne, conviene schierarsi dalla parte della Chiesa. Altrimenti essa diventa solo un ostacolo da combattere o da ignorare.
Renato Pierri

Caro Tafano,
Ti segnalo una chicca che ho notato ieri sera guardando il Tg5 (purtroppo ho il tempo di guardare solo quello, naturalmente con il cervello in "on"!): hanno fatto un'intervista a due militari impegnati in afghanistan, padre e figlio, che hanno un po' raccontato la loro esperienza... A parte l'espressione notevolmente intelligente del figlio il quale ha addirittura raccontato che dopo uno scontro a fuoco per sdrammatizzare si è fatto una risata con i commilitoni (cosa normalissima, come fare un gavettone allo sfigato di turno...) ho notato sullo sfondo un muretto su cui era dipinto lo slogan "Ora e sempre..." e il resto era volutamente coperto nell'inquadratura dal suddetto faccione sprizzante cultura da ogni poro. Ora, visto che sono un po' curioso, ho fatto una ricerca su internet della frase "ora e sempre" e ho trovato anche - guarda un po' - "Ora e sempre duce". Che fosse proprio quella la frase incriminata? Che i nostri militari siano un branco di fascisti nostalgici? Ma noo... Poi ho ricordato i miei giorni di CAR a Trieste e mi sono venuti in mente alcuni slogan dipinti sui muri dei reparti per "motivarci" e qualche piccolo sospetto mi è venuto. Purtroppo non sono riuscito a beccare il video su internet, ti chiedo comunque di postare la notizia sul tuo sito perchè a quanto mi risulta il partito fascista è stato dichiarato illegale da un bel po' e non sarebbe male tirare su un po' di casino con questa storia. E sempre restando in tema il prosindaco di Treviso Gentilini, uomo sempre in vena di "monate", vorrebbe reintrodurre il saluto romano per difenderci da possibili contaggi di influenza suina mediante le strette di mano. Per fortuna che abbiamo geni come lui... Sarà per questo che li paghiamo così tanto? Con Ammirazione,
Silvio Mogno

Caro direttore, per nostra fortuna raramente i giornalisti trasformano il fine principale del loro mestiere (l'informazione) in un mezzo per raggiungere altro scopo. E' ciò che ha fatto, purtroppo, Vittorio Feltri, certamente non rendendosi conto della gravità della sua azione. In qualche modo, il bravo giornalista, inconsapevolmente (almeno spero), ha stravolto il suo mestiere. Si è servito del giornale che dirige, per perseguire una sorta di vendetta, di "punizione", per far del male ad un collega, insomma. Penserà seriamente a dimettersi?
Veronica Tussi

Sig. Antonio, segnalo questa "perla", in riferimento non tanto l'articolo all'articolo in sè, quanto per la rilevanza dei contenuti espressi dal ministro delle pari opportunità. Si prendono di mira stupratori e immigrati responsabili delle mutilazioni genitali femminili, niente da eccepire per carità, ma ci si dimentica, hops che sbadata, del nostro caro presidente del consiglio, che non mi pare abbia dimostrato finora di avere una grande considerazione della donna... [Vedi: Carfagna, no al "machismo"]
Giorgio Bianchini

Si apre la Conferenza internazionale contro la violenza sulle donne, e Avvenire pubblica in prima pagina: "Donne offese 140 milioni di volte", mentre l'Osservatore Romano titola così il suo articolo: "La tutela delle donne garanzia dei diritti fondamentali". Bravi. Strano però che la Chiesa sembra non chiedersi mai che cosa possa fare, nel suo piccolo, per tentare di cambiare la mentalità degli uomini, o perlomeno dei maschi italiani. Mi permetto di suggerire un paio di piccole iniziative. Raccomandare a tutti i docenti cattolici e segnatamente a quelli di religione, di tener nel massimo conto durante il loro insegnamento, a cominciare dalle scuole materne, di libri importanti come quello pubblicato ultimamente da Feltrinelli dal titolo "Ancora da parte delle bambine" di Loredana Lipperini; oppure: "Dalla parte delle bambine" di Elena Gianini Belotti, ed anzi di farli leggere nelle scuole superiori.  L'altra cosina da fare invece sarebbe una sorta di vera e propria rivoluzione culturale.  Riconoscere  che la negazione del sacerdozio alle donne non trova serio fondamento nel Vangelo e stride con la ragione. Il motivo fondamentale che induce la Chiesa ad escludere le donne dal sacerdozio è questo: “Gesù Cristo non ha chiamato alcuna donna a far parte dei dodici. Se egli ha fatto così, non è stato per conformarsi alle usanze del suo tempo, poiché l’atteggiamento, da lui assunto nei confronti delle donne, contrasta singolarmente con quello del suo ambiente e segna una rottura voluta e coraggiosa” (Congregazione per la Dottrina della Fede - Inter Insigniores). La debolezza del ragionamento è evidente. Si fa un'affermazione, si trova un'obiezione facilmente inficiabile, la si confuta e il gioco è fatto. In realtà, l'obiezione e ben più seria e non è confutabile. E’ ovvio che non fu il timore di infrangere le regole dell’epoca a determinare la decisione del Signore, bensì la consapevolezza che chiamare delle donne a far parte degli apostoli, sarebbe stato non solo perfettamente inutile, ma anche di serio ostacolo all’evangelizzazione del mondo. Il Signore sapeva perfettamente che nessuna donna avrebbe potuto sostituire gli apostoli, in quel periodo ed in quella società. Le difficoltà, già insormontabili per un uomo, sarebbero state impossibili da superare per una donna. Al tempo di Gesù, legalmente, la donna era considerata minorenne, e quindi irresponsabile. Come si può pensare che Gesù potesse mandare delle donne “come pecore in mezzo ai lupi”? Ma non è che ancora oggi la Chiesa considera le donne un pochino meno responsabili degli uomini? Un pochino meno capaci di interpretare la volontà di Dio? Eterne minorenni insomma?  
Miriam Della Croce

Buon Compleanno a mia figlia

Marianna-aliocha-02

...ancora una volta, mi permetto di usare il Tafanus per "scopi privati": voglio fare gli auguri di Buon Compleanno a mia figlia Marianna, che oggi compie... XXX anni.

La foto, come è chiaro, non è recentissima, ma è una foto che entrambi amiamo, perchè ci riporta agli anni in cui ancora riuscivamo a condividere piacevoli vacanze insieme. Poi il lavoro, i trasferimenti, il matrimonio... Ma oggi voglio ricordarla così: al timone dell'Aliosha, mentre usciamo dalla rada di Marsiglia.

Auguri, Marianna!

mercoledì 23 settembre 2009

L'inno della "Folgore": come direbbe il rag. Fantozzi, è "una cagata pazzesca"

...e la musica è, se possibile, persino peggiore delle parole. Ma come si può cantare una porcheria simile, tronfia e gonfia di retorica e di luoghi comuni...


...come folgore dal cielo...

Aggancia la fune di vincolo, spalanca nel vento la botola,
assumi la forma di un angelo, e via pel tuo nuovo destin!
Come folgore dal cielo canta il motto della gloria.
Come nembo di tempesta precediamo la vittoria.

Un urlo di sirena: Fuori! Fuori!
E giù dall'infinito sul nemico più agguerrito
per distruggere o morir,
per distruggere o morir.

Passa pei cieli un canto, un canto di vittoria:
i figli della gloria in alto vanno ancor.
E pronti alla battaglia, col cuore sempre all'erta
ripeteran l'offerta con impetuoso ardor.

L'occhio nemico scruta: son nuvole che vanno...
ma, poi che il vento muta, li vedi: già son qui!
E gli angeli di guerra, pugnale in mezzo ai denti,
in uno contro venti, si battono così.

Sganciato ogni corpo dai vincoli, racchiusi in quadrato fermissimo,
il piombo nemico si sgretola: nessuno di noi cederà!
Come folgore dal cielo canta il motto della gloria.
Come nembo di tempesta precediamo la vittoria.

Un urlo di sirena: Fuori! Fuori!
E giù dall'infinito sul nemico più agguerrito
per distruggere o morir,
per distruggere o morir.

martedì 22 settembre 2009

Il sonno della ragione genera mostri (Francisco Goya, featuring Giulio Tremonti, Silvio Berlusconi ed Augusto Minzolini)

Tafanus

Oggi, nel TgUno dell 13,30, questa terna di imbroglioni ha superato se stessa. Con aria trionfante, Minzolini ha mandato in onda, senza una parolina di dissenso da chiunque pronunciata, questa serie di minchiate abissali:

Goya_sleep

-a) l'Italia uscirà dalla crisi prima e meglio di tutti. Infatti, il calo del PIL nel 2009 è stato rivisto al ribasso (dal -5,0% al -4,8%). Una goduria. Italia locomotiva del mondo.

-b) Anche la crescita nel 2011 è stata rivista: al rialzo, da un magnifico +0,5%, ad un fantasmagorico +0,7%. Con questi dati (che oltretutto, come sempre, saranno sbugiardati al ribasso dalla realtà) ci metteremo un ventennio a ritornare alla condizione pre-crisi.  Ma il commercialista di Sondrio  e il venditore di Folletto di Arcore sono felici, felici...

-c) anche il rapporto deficit/PIL viaggia magnificamente. Non sarà il 5,8% del PIL, ma SOLO il 5,2%. Quasi il doppio del 3,0% consentito.

-d) In termini di disoccupazione, l'Italia è (useless to say) il miglior paese della UE, col suo 7,4%, contro una media del 9,4%.

-e) Nessuna parola sull'andamento del debito, che viaggia a lunghe falcate verso i livelli peggiori della storia italiana (oltre il 120% del PIL). Nessuna parola sull'avanzo primario (il famoso "tesoro" costruito da Ciampi), praticamente azzerato.


Fine del sonno della ragione. Poi arrivano quei comunisti del TgTre (i "licenziandi"), e ci spiegano quello che avremmo voluto sapere, ma che Minzolini non ci dirà mai:

Minzolini-berlusconi
-a) Nel trimestre aprile/giugno 2009, 370.000 persone hanno perso il posto di lavoro. Questo è il dato peggiore dal 1994 (cioè da quando esiste Berlusconi Statista). La fonte non è l'Unità, ma l'ISTAT, i cui vertici sono di nomina berlusconiana.

-b) E' vero: la disoccupazione è al 7,4% (è sempre l'ISTAT che spiega), ma solo perchè la gente ha ormai persino smesso di cercare lavoro. Non si iscrive più neanche al collocamento, per la manifesta impossibilità di cavarne qualcosa. E l'ISTAT, purtroppo, rileva la disoccupazione non già su analisi campionarie, ma sul numero di gente che cerca lavoro.

-c) In Italia è in crollo verticale non solo il numero di persone che trovano un impiego a tempo indeterminato, ma per la prima volta in quindici anni diminuiscono anche coloro che trovano qualcosa da fare attraverso contratti di collaborazione o contratti a termine.

Qualcuno, cortesemente, potrebbe spiegare queste elementari verità a Minzolini, il peggior giornalista (si fa per dire) dopo Bruno Vespa?
Tafanus

domenica 20 settembre 2009

Le Calde Notti del Cav. Pompetta: una festa ogni tre giorni, saltando gli impegni di Governo

Una festa ogni tre giorni. Ecco l'agenda del premier nei cinque mesi chiave della crisi. Quasi 40 serate in compagnia di belle ragazze. Saltando poi gli impegni di Governo

(di Tommaso Cerno ed Emiliano Fittipaldi - l'Espresso - 17 Settembre 2009)

Villa-certosa  

Espresso Sono come Superman. Lavoro 20 ore al giorno. Presiedo il governo del 'fare', dormo tre ore a notte. In sintesi, "sono il migliore in 150 anni di storia d'Italia". Silvio Berlusconi, è cosa nota, non brilla per modestia. Gli auto-elogi sono un refrain costante della sua auto-rappresentazione. Ma l'immagine di un lavoratore indefesso che cura dall'alba a notte fonda gli interessi del Paese sbiadisce di fronte allo sfoglio della sua agenda personale. Se l'imprenditore Giampaolo Tarantini ha raccontato di aver organizzato nelle case del presidente del Consiglio 18 incontri a cui hanno partecipato una trentina tra ragazze ed escort professioniste, i bagordi occupano in realtà una parte ancor più rilevante del calendario di Silvio. Incrociando le testimonianze di molte avventrici, le cronache mondane raccontate dalla stampa, le giornate fotografate da Antonello Zappadu e filmini registrati di nascosto da alcuni ospiti, "l'Espresso " ha ricostruito cinque mesi di vita del premier. Un periodo affastellato di feste e discoteche, viaggi di piacere in beauty farm e serate al Bagaglino. Da agosto 2008 a metà gennaio 2009, le settimane drammatiche della crisi economica mondiale, il presidente del Consiglio ha organizzato una quarantina di serate. In media, quasi una ogni tre giorni. Non esattamente il ruolino di marcia di uno statista stakanovista: ci sono intere settimane in cui Berlusconi sparisce, letteralmente, dalla scena. Lasciando un vuoto istituzionale spaventoso.
 barbara guerra         
Barbara-guerra Un'estate al mare.  Partiamo da agosto dello scorso anno. Il premier è in carica da soli tre mesi. L'obiettivo di Zappadu è puntato su Villa Certosa da settimane. Il 17 maggio ha già immortalato il presidente che passeggia con sei-sette ragazze nei i vialetti del parco, il 31 il primo ministro ceco Topolanek senza costume. Il 22 giugno le ragazze ospiti a Villa Certosa sono almeno cinque: le immagini di tre che fanno una doccia saffica finiscono sul "Pais". È solo l'antipasto. Il 3 agosto il premier fa arrivare un gruppetto di ragazze in elicottero, Zappadu le ritrae in topless e tanga. Il weekend successivo il Cavaliere inizia le sue vacanze. "Diciotto giorni dedicati al relax e alla famiglia", recita l'Ansa. Daniela Santanchè rafforza la versione ufficiale: "Berlusconi ha capito che il mood è cambiato. La stagione delle feste da 400 persone sugli yacht è ormai alle nostre spalle. Per questo Silvio ha scelto di stare in famiglia. Per primo ha capito che spendere 40 mila euro a sera è roba da cafonal".
     barnara montereale
Barbara-Montereale Forse l'amica non sa che l'11 agosto, mentre infuria la crisi tra Russia e Georgia, il premier ha organizzato un karaoke, ospiti Simon Le Bon dei Duran Duran, Simona Ventura, Giampaolo Tarantini, Sabina Began e amici vari. Il video della serata, con Berlusconi in giacca bianca che canta "L'ultimo amore" con Apicella, finisce sul sito del nostro giornale. L'estate di Papi va avanti. Il 14, vigilia di Ferragosto, sul motoscafo Magnum 70 vengono fotografate altre bellezze in procinto di sbarcare sul molo della Certosa: ci sono Siria, famosa come la lesbica del 'Grande Fratello' ("Ero lì per esibirmi come mangiafuoco", dirà), la futura eurodeputata Licia Ronzulli, la valletta Susanna Petrone e altre quattro ragazze non meglio identificate. Probabile che la compagnia sia rimasta anche il giorno dopo, quando il Cavaliere riceve il miliardario Abramovich, mentre Roberto Maroni, insieme a Gianni Letta e Guido Bertolaso, erano al lavoro per la riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza.
 carolina marconi               
Carolina-marconi Milan ed escort - Il 17 agosto Berlusconi decide finalmente di tornare sul continente. Ma invece che a Roma per lavorare, vola a San Siro per Milan-Juventus. La sera stessa è di ritorno. Già: il 18, mentre le truppe russe puntano missili nucleari su Tbilisi, lui aspetta altre ospiti.  "l'Espresso" ha potuto visionare nuove foto di Zappaddu: quella sera il parco della Certosa è invaso da bionde e brune, che arrivano su un elicottero della Fininvest. Il giorno dopo Sandro Bondi, forse ignaro del via vai nelle case del capo, annuncia il suo nuovo libro. Il titolo è impegnativo: "Berlusconi erede di Adriano Olivetti".
         graziana capone
Graziana-capone A inizio settembre, rientrato a Palazzo Grazioli, Berlusconi dovrebbe riprendere gli incontri internazionali. Un dispaccio dell'Ansa ipotizza che venerdì 5 il premier "dovrebbe incontrare il segretario di Stato Condoleezza Rice", mentre a metà mese è atteso a New York per l'assemblea generale dell'Onu. Il condizionale è d'obbligo, Silvio in agenda ha ben altri progetti. Il 5 settembre, secondo le dichiarazioni di Tarantini ai pm di Bari, al posto della Rice si materializza Vanessa Di Meglio, che resta a dormire a Palazzo Grazioli. "Tendenzialmente la stessa non è una professionista del sesso", spiega Giampi ai magistrati, "ma all'occorrenza non disdegna di essere retribuita per prestazioni sessuali". A settembre Berlusconi ha in agenda un altro incontro, quello con Terry De Nicolò, la escort che è andata a letto con l'assessore pugliese Sandro Frisullo.
 l'europarlamentare       
Licia-ronzulli-europarlamentare Onu? No grazie - Il 23 settembre iniziano i lavori delle Nazioni Unite. Sono presenti tutti i leader del mondo. Durante la prima giornata parlano l'americano Bush, il francese Sarkozy, il presidente iraniano Ahmadinejad. Contemporaneamente Gianfranco Fini sta facendo visita al Bundestag, in Germania. A Roma il premier e l'amico Giampi hanno invece organizzato un party con Carolina Marconi, ex del "GF" Francesca Garasi, Geraldine Semeghini, al tempo responsabile del privè del Billionaire e, di nuovo, la De Nicolò. L'allegra brigata fa le quattro di mattina. Il giorno dopo è un martedì. Berlusconi decide di non partire più per il Palazzo di Vetro. La scelta sarebbe legata alla crisi di Alitalia: il Cavaliere vorrebbe seguirla da vicino. Così vicino che si mette in viaggio in gran segreto per l'Umbria, destinazione Méssegué, il centro benessere dei vip, riaperto apposta per lui. Berlusconi di fatto scompare dai radar per cinque giorni. Frattini e Letizia Moratti sono costretti a presentare da soli l'Expo 2015 di Milano, mentre Gianni Letta, coadiuvato da Walter Veltroni, fa i salti mortali per far firmare la pace tra la Cai e i sindacati e salvare l'Alitalia. La settimana di Silvio finisce alla grande. Sabato 28 un elicottero della Protezione civile lo accompagna dal Méssegué a Ciampino, dove prosegue per Milano, destinazione San Siro. C'è il derby, e sugli spalti lo aspetta Tarantini. Ha portato con sé una nuova ragazza, l'Angelina Jolie di Bari. Si chiama Graziana Capone, che racconta a 'Repubblica" il post-partita: passeggiata in auto, arrivo ad Arcore, cena e festino con una decina di ragazze. Il Milan ha vinto uno a zero, il premier è euforico. "Abbiamo tirato fino a tardi, le quattro forse, qualcuna si è addormentata sul divano". Il fastidio alla schiena, di sicuro, è scomparso. Così, dopo poche ore di sonno, Berlusconi può rifesteggiare sul lago Maggiore il suo 72esimo compleanno, mettendo in scena una giornata tutta familiare. "Ora resto a lavorare", dice ai giornalisti, ignari dei bagordi ad Arcore: "Nessuna festa serale, perché abbiamo già festeggiato oggi".
               sandra petrone
Susanna-petrone Giampi o Barack? - A ottobre le serate di Berlusconi sono (almeno) sette. Il 4 l'agenda ufficiale prevede un vertice del G4 in Francia sulla crisi. L'incontro dura poco, così il Cavaliere può partire in fretta da Parigi per materializzarsi al Lotus, locale trendy di Milano. Esce alle 6 e un quarto di mattina, attorniato da ragazze conosciute sulla pista. È inarrestabile. Dopo tre giorni entra prima al Bagaglino (titolo dello spettacolo: "Partiti di testa"), poi continua la soirée a palazzo Grazioli con la Di Meglio, Barbara Guerra e la prostituta Ioana Visan, detta Ana. Solo il giorno prima, intervistato da Lilli Gruber, aveva definito la prostituzione un "fenomeno doppiamente grave: perché mortifica la donna e spesso si traduce in una vera e propria schiavitù". Appunto. Il 9, secondo Tarantini, la Visan è di nuovo a Palazzo Grazioli, insieme a Carolina Marconi e Barbara Guerra. Giovedì 16 Silvio torna dal Belgio e va a fare shopping. "Sono un po' stanco, perché sono reduce da aver difeso i nostri interessi a Bruxelles". Nonostante la fatica, organizza una festa dove incontra per la prima volta Patrizia D'Addario, accompagnata da Giampi e la solita compagnia di giro. La stanchezza non lo ferma nemmeno il 18 ottobre, quando torna a Villa Certosa, dove Zappadu lo fotografa insieme a due ragazze misteriose.
  lucia nunez           
Lucia-nunez Il 21 ottobre Draghi lancia l'allarme recessione. Il Cavaliere da Napoli scandisce la sua ricetta: "I problemi si risolvono solo lavorando a tutte le ore, tutti i giorni, tutte le settimane". Peccato che a Palazzo Grazioli si continui a festeggiare in gran relax. Cena con Tarantini e tre amiche, Mary De Brito, Stella Schan e Donatella Marazza. Sempre in ottobre sono sue ospiti anche Sonia Carpendone, detta Monia, e Roberta Nigro. Sono giornate furibonde. L'Onda occupa gli atenei, la crisi dei mutui imperversa, tutti guardano alle elezioni americane. Mentre l'Italia si prepara alla notte bianca del 4 novembre per seguire la sfida Obama-McCain, Silvio organizza l'ennesima notte in bianco. È la notte chiave per il mondo, e anche per l'inchiesta di Bari. Quella in cui Giampi conferma di avere portato dal premier la D'Addario per la seconda volta, con Barbara Montereale e Lucia Rossini. Patrizia si rivedrà solo alle 8 del mattino successivo, quando racconterà a Giampi tutti i dettagli, mentre il premier lascia Palazzo Grazioli diretto a una fiera nel milanese. Obama? "Posso dargli consigli, sono più anziano", dice ai giornalisti.
              vanessa di meglio
Vanessa-dimeglio Settimana da sballo ll 26 novembre è il giorno degli attentati a Mumbai, 80 morti (il bilancio salirà), italiani in ostaggio. A Roma il presidente del Consiglio riceve i vertici Alitalia per tentare l'accordo su Malpensa e, in serata, lascia palazzo Grazioli. È atteso a piazza Colonna, dove Fabrizio Cicchitto festeggia "l'addio alle stampelle". Ma a Ciampino pare che un jet stia azionando le turbine per portarlo ad Arcore. È lo stesso Tarantini a descrivere il viaggio con Berlusconi e due ragazze, Maria Esther Garcia Polanco, detta Maristel, e la modella Michaela Pribisova. Il 27 nella capitale scoppia il giallo. Nessuno sa dove sia il Cavaliere. Il mattino dopo Tremonti presiede un vertice a Palazzo Chigi, al quale era atteso anche lui. I cronisti chiedono spiegazioni, circolano diverse ipotesi, dalla clinica Méssegué, alla trasferta a Portsmouth per vedere il Milan in coppa, fino al check-up al San Raffaele per le analisi di rito. Berlusconi riappare alle 20.30 a palazzo Grazioli: "Giallo? No, ero a Milano a lavorare". Chi aveva puntato sul bis alla beauty farm, però, non era andato lontano. Venerdì 28 Giampi e Silvio si rincontrano infatti al Méssegué. Ci sono anche Maristel e, stando alle intercettazioni, Barbara Guerra, che nel 2009 parteciperà al reality "La Fattoria", e un'attrice di "Vivere", Licia Nunez. Il premier resta in Umbria fino al 30.
  simona ventura      
Simona-ventura Noemi e le altre -  Il 2 dicembre a Montecitorio il clima è rovente. Il governo ha chiesto l'ennesima fiducia. Fini è infuriato, la Cisl annuncia 900 mila nuovi disoccupati. Il premier vola a Tirana, poi torna a Roma e attacca i giornali. Per la serata, invece, ha un bel programmino. Cena con Manuela Arcuri, che ai fedelissimi ripete essere "la donna più bella d'Italia". Ospiti anche Stella Maria Novarino, Luciana Francioli e Francesca Lana, quella cui Tarantini dice di avere ceduto coca in Costa Smeralda. Lo scontro sulla giustizia sta conquistando intanto le prime pagine. È una escalation, che culmina il 10 dicembre, con un Berlusconi piuttosto battagliero: "Cambieremo la costituzione da soli", proclama. Pure alla moglie Veronica, che ironizza sulla sua assenza alla Scala, risponde sarcastico: "Ero tornato a casa per accoglierla al suo ritorno". Sarà. Ma dal premier quella sera arrivano, stando all'interrogatorio di Giampi, Niang Kardiatou, detta Hawa, e tal Karen. Tarantini ha "pagato mille euro ciascuna". È un dicembre sfavillante, Silvio sembra tornato ragazzino. Il 15 alla festa del Milan lo scenario è proprio quello della Milano di 40 anni fa: in sala 600 invitati, due su tutti cari al premier. Una è Noemi, l'eterea biondina ancora minorenne che lo chiama "papi". Che non sia lì per caso lo dimostra il suo compagno di tavolo: è nientemeno che Fedele Confalonieri. A fare atto di presenza c'è, poco più in là, ancora Karen.
               topolanek
Topolanek Povera schiena -  Due giorni dopo il premier salta un altro appuntamento ufficiale. Atteso al Quirinale per la cerimonia del Coni, non arriverà mai, così come nel pomeriggio diserterà gli auguri di Natale con Napolitano. La giustificazione è il solito "leggero mal di schiena". I programmi serali di quel 17 dicembre invece non vengono annullati. Nonostante le amarezze che arrivano dal Tribunale di Milano (i pm chiedono 4 anni e 8 mesi per l'avvocato Mills considerato "a libro paga di Berlusconi"), il capo del governo non rinuncia alla visita di Linda Santaguida, 'schedina' e poi riserva all''Isola dei Famosi', e della velina Camille Cordeiro Charao, "la sola che si fermò dal presidente", precisa Giampi. Coincidenza vuole sia anche l'ex compagna di Gianluca Galliani, il figlio di Adriano. Il 23 dicembre il premier fa recapitare al papa un messaggio di auguri: "Il Natale è un momento di riflessione sul messaggio cristiano di speranza, la famiglia è il nucleo centrale della società". La sera, però, fa ancora festa, stavolta con Carolina Marconi e Graziana Capone, prima di raggiungere Veronica e i figli per le Sante feste.
   il grande seduttore                  
Patrizia-daddario Il 28 Berlusconi lascia Roma per la Sardegna. Villa Certosa è già animata da ore. L'obiettivo di Zappadu ritrae un viavai di belle ragazze nei bungalow e a spasso per il parco. Vestite da giorno, o pronte per la notte. Il Capodanno è organizzato in grande stile. A mezzanotte i fuochi d'artificio per un centinaio di ospiti, fra cui di nuovo Noemi accompagnata dall'amica Roberta (entrambe minorenni. NdR) . In agenda c'è una telefonata al collega israeliano Olmert e, soprattutto, il party della Befana. Quando in villa ricompare Giampi assieme a Barbara Montereale, Chiara Guicciardi, ex meteorina di Fede, e Clarissa Campironi. Il calendario di Silvio prevede un'altra serata a Roma, il 14, con la Guicciardi e Letizia Filippi. Ma Barbara Montereale racconta in un'intervista anche di un incontro alla Certosa a metà del mese, dietro compenso, a differenza del 6 gennaio, accolta dalla Ronzulli, con la Petrone e una ventina di belle fanciulle. Il premier torna in Sardegna il 17, alla vigilia del vertice di Sharm el Sheikh sulla crisi di Gaza. Fa tappa ad Abbasanta e Nuoro per sostenere il futuro governatore Cappellacci. Con un gruppo di giovani sostenitori si lascia andare. "Lasciate che i pargoli vengano a me", dice felice. "E adesso diranno che mi paragono a Gesù".
...a me, più che Gesù, viene in mente tale Marc Doutroux, Belgio....

lunedì 14 settembre 2009

Il Cavaliere e l'Etica della (Dis)informazione

Berlusconi rischia di mettere l’Italia in competizione con Corea del Nord e Russia nel campo della libertà d’informazione. Si dice il miglior premier degli ultimi 150 anni ma agli occhi di buona parte dell’opinione internazionale può diventare il peggiore - Le Monde, 12 settembre (da l'Unità - La Striscia Rossa)

Basta, Cavaliere!
LE MONDE

En décidant d'attaquer pour "diffamation" deux quotidiens de centre gauche - La Repubblica et L'Unita -, Silvio Berlusconi se révèle le pire avocat de sa cause. Empêtré depuis plus de quatre mois dans une succession de révélations scabreuses sur sa vie privée qui ne sont pas sans effets sur son activité publique, le président du conseil italien, plutôt que de s'expliquer et de faire la clarté, a choisi de délégitimer et d'intimider les titres qu'il ne contrôle pas.

Propriétaire de trois chaînes de télévision privées, d'un groupe de presse et d'édition, l'entrepreneur Berlusconi dispose d'un éventail de médias prêts à chanter ses louanges au quotidien ; contrôlant une grande part de l'audiovisuel public, le président du conseil Berlusconi a également les moyens de faire passer sous silence le feuilleton de ses turpitudes - et il y parvient. Mais, pour le "Cavaliere", cela n'est pas assez. Comme s'il suffisait que quelques titres mettent au jour ses contradictions, lui demandent des comptes ou le brocardent pour ébranler la réalité du pouvoir.

Ce faisant, le chef du gouvernement italien commet une double erreur. En tant qu'homme de médias, il est bien placé pour savoir que l'information ne se contrôle plus. Le projet de dresser une palissade entre l'information et ses concitoyens est un leurre, quand bien même serait-elle dictée, comme il le dit, par le souci de "protéger sa vie privée". En tant qu'homme politique - fût-il hors normes -, il prend le risque, dans cette aventure judiciaire, d'abaisser encore un peu plus sa fonction et de nuire à l'image du pays qu'il dirige.

Le principe de la liberté de la presse, même si celle-ci n'est pas exempte d'erreurs ou d'approximations, ne se discute pas et ne saurait être remis en cause. Sauf à faire de son pays une anomalie singulière en Europe. Le simple fait qu'une manifestation soit prévue, samedi 19 septembre à Rome, pour défendre cette liberté fondamentale en dit assez long sur la situation qui règne en Italie et l'inquiétude qu'elle suscite.

Si, par bonheur, M. Berlusconi - qui est, lui, protégé de toute poursuite pendant son mandat - renonçait à son offensive judiciaire et choisissait de faire profil bas, il s'éviterait le ridicule de devoir placer l'Italie en concurrence avec la Corée du Nord ou la Russie au chapitre de la liberté d'informer. Et lui qui se dit "le meilleur président du conseil (italien) " depuis cent cinquante ans - ce dont l'Histoire jugera - éviterait d'ores et déjà aux yeux d'une bonne partie de l'opinion internationale de passer pour le pire.
 

giovedì 10 settembre 2009

Off Topics del 10 Settembre

20090909 Buongiorno a tutti, e... "a maronna v'accumpagna"...

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D'Alema e Tarantini: «Fa ridere il fatto che si parli di questa cena, una cosa insignificante, rispetto ai 18 festini che Tarantini ha organizzato per il presidente del Consiglio. Quello sì che è un problema». Massimo D'Alema, a Perugia per la festa del Pd, commenta così il contenuto dei verbali degli interrogatori dell'inchiesta di Bari in cui l'imprenditore Tarantini ha tirato in ballo il suo nome.

CENE E PROSTITUZIONE - «Io faccio centinaia di cene elettorali, quella sera ne ho fatte due o tre - ha spiegato D'Alema. Non conosco Tarantini, non ho mai avuto rapporti con lui». D'Alema ha aggiunto: «Non vedo cosa c'entri una cena elettorale con atti come lo sfruttamento della prostituzione, che è un reato. Sono due fatti che non possono essere accostati». L'ex ministro degli Esteri ha parlato anche del coinvolgimento nell'inchiesta di esponenti del Pd: «Frisullo non fa più parte del governo regionale perchè ha avuto comportamenti sbagliati, mentre Berlusconi non solo fa parte del governo nazionale ma se la prende anche con chi lo critica».

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Obama Rosso di rabbia, roso dall'invidia: ma perchè loro hanno Obama e noi abbiamo Berlusconi? "Non sono il primo presidente a provarci - dice - ma voglio essere l'ultimo". Barack Obama lancia il suo ultimatum al Congresso: la "sua" riforma sanitaria va fatta, e va chiusa entro quest'anno [...] Fustiga il suo Paese con rara violenza: "L'America è l'unica democrazia avanzata, è l'unica nazione ricca, che si trova in condizioni così penose. Dove le assicurazioni ti possono revocare ogni assistenza col pretesto di una malattia pre-esistente; o perché hai perso il lavoro". Racconta storie tragiche, come quella di una donna abbandonata dall'assicurazione nel bel mezzo della chemioterapia per il tumore al seno. [...] "Non perderò più il mio tempo", minaccia: è un ultimatum contro chi vuole solo sabotare la riforma. Annuncia per la prima volta dei principi non negoziabili, i contenuti che devono essere nella nuova legge, senza i quali opporrà il veto.

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INDOVINA INDOVINELLO...  «Penso che gli italiani si riconoscano in me: sono uno di loro, che è stato povero, ama il calcio, sa sorridere, ama gli altri e tra gli altri, soprattutto, le belle donne». Interrompe la domanda di una ragazza di Civitavecchia: «Le ragazze devono dare il proprio numero di telefono...».

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MESSAGGI DI SERVIZIO

Visitatore: hai un commento nella cartella dello spam perchè ci sono troppi links e troppi codici html per i gusti di typepad...

GF: Hai un messaggio nella cartella dello spam, perchè è firmato con una email che non da' segni di vita.

L'Eternauta: vedi GF. Per liberare i commenti, ho bisogno di un indirizzo di posta valido e funzionante. Grazie

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domenica 6 settembre 2009

La politica dello struzzo - di Isabella De Martini

Isabella-demartini La politica dello struzzo non aiuta nessuno. La vicenda “Boffo, e le reazioni che ne sono seguite, permettono di affrontare, ancora una volta, un tema molto serio, quello dell'amore erotico-sentimentale in un ambito che vorrebbe, invece, escluderlo. Tuttavia, la reazione di una certa stampa,fa più tenerezza che compassione Tenerezza, dico,,e non compassione, perché di moralisti, in effetti, è pieno il mondo: scaldano la voce e caricano le penne a pallettoni... ma quanti di questi sono coerenti? Salvo il caso di qualche Santo, non mi ricordo di un moralista integerrimo,dalla culla alla tomba.

Chi, come me, di professione fa il neuropsichiatra, e,quindi, è abituato a sentire la verità,dai propri pazienti, laici e religiosi, privi delle maschere e dei veli, che invece devono indossare nella quotidianità, sa che l’autentico moralista è soprattutto un realista convinto! Santi più grandi, d’altronde, sono stati proprio coloro che hanno frequentato il peccato, da sant’Agostino a San Francesco. Ai finti moralisti, invece, interessa più la forma che il contenuto, e, per loro, l’Amore è codificato secondo regole rigidissime.

So che può apparire strano, ma non è affatto così : quel che conta è infatti la particolare qualità dell’amore, non l’oggetto... se una persona laica o un prete o un frate o una suora, decide di dedicare la sua vita agli altri, lo fa per Amore . L’amore può essere diviso, però, in tre categorie, tutte e tre parimenti importanti : se amore indirizzato verso il prossimo, viene definito fraterno, quello verso i propri figli è amore materno (o paterno),e il terzo è quello erotico (o sentimentale), che implica un impulso diverso: quello della fusione,e dell’unione (anche solo spirituale) verso un’altra persona.

Ma è proprio necessario l’amore erotico/sentimentale? Sì. Quando esso manca, il risultato è una condizione patologica, chiamata narcisismo, ossia l’assoluta incapacità di amare: per una persona affetta da narcisismo esiste una sola realtà::quella dei suoi propri processi mentali, delle sue sensazioni e dei suoi bisogni. Per questo motivo le persone che hanno perduto la loro capacità di amare eroticamente-sentimentalmente un’altra persona, di solito, ma non sempre, di sesso opposto, sono le più falsamente moraliste… Personalmente, non sono mai riuscita a comprendere perché, chi decide di dedicare la propria vita ai bisogni degli altri, non debba essere libero di vivere la propria sana sessualità, come meglio preferisce... d'altro canto in molte religioni, anche Cristiane, ,non è vietato ai sacerdoti il matrimonio ed il divieto presente nella religione cattolica non deriva da un insegnamento di Cristo.

Da un punto di vista psicologico il saper provare tutte le forme d’amore, anche quello erotico-sentimentale, non è una condizione nociva per la delicata missione di un religioso, anzi potrebbe essere un prezioso strumento per evitare una condizione, quella sì pericolosa, perché potenzialmente patologica: il narcisismo, ovvero l'amore solo per se stessi, purtroppo diffusissimo, soprattutto fra i finti moralisti .

Prof. Isabella De Martini

martedì 1 settembre 2009

Il boicottaggio delle energie rinnovabili - Chi li paga ???

Il piano Scajola che mette ostacoli a chi produce eolico e solare. L'offensiva della lobby nucleare. I timori per il nuovo Conto Energia. Ecco come il governo frena sullo sviluppo delle rinnovabili. In controtendenza con gli altri paesi europei
(di Emanuele Perugini e Stefano Vergine - l'Espresso)

L'ultima botta è arrivata il 21 luglio, quando a Palazzo Madama già tirava aria di vacanze. Una piccola mozione, passata quasi inosservata, e un gruppo di grandi firme della maggioranza, tra le quali spiccano il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, il vice Gaetano Quagliarello e Marcello Dell'Utri, segnavano un altro punto nella campagna contro le energie rinnovabili. Il blitz estivo del centrodestra colpiva in questo caso il solare termodinamico. Con che motivazioni? Meglio il nucleare - spiegava la mozione approvata - perché è più efficiente e meno costoso. Una tesi già portata avanti con tenacia sia dal ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, sia dallo stesso Silvio Berlusconi, che non più tardi di sei mesi fa ha firmato con il governo francese un accordo per le forniture nel settore nucleare.

Un altro indizio giungeva sempre da Dell'Utri e da altri senatori Pdl in aprile, con un'iniziativa dal sapore "negazionista" dal punto di vista ambientale, in cui si dichiarava che i cambiamenti climatici sono un'autentica invenzione. Il cambio di marcia in materia di politica energetica rispetto al governo precedente è abbastanza evidente. E dichiarato. Altrettanto palese è la preoccupazione dei sostenitori di pale eoliche e pannelli fotovoltaici, secondo cui i fondi destinati alle rinnovabili potrebbero presto essere dirottati sul nucleare, in controtendenza rispetto ad altri paesi europei. A spaventare i protagonisti dell'economia verde italiana, più che le mozioni di Dell'Utri e colleghi, sono le ultime direttive emanate da Scajola. Norme che, se approvate dalle Regioni, potrebbero costituire un freno allo sviluppo delle rinnovabili, proprio adesso che le cose stavano cominciando ad andare bene. Il vento della burocrazia - Negli ultimi anni il mercato italiano delle energie alternative ha vissuto una fase di grande prosperità. A dimostrarlo è l'ultimo rapporto del Gse (Gestore servizi elettrici), in cui si legge che nel 2008 le rinnovabili in Italia sono cresciute del 21 per cento rispetto all'anno precedente. La parte del leone l'ha fatta l'energia eolica, la cui potenza installata, a dicembre, aveva superato ai 3.500 Mw, con un aumento annuale del 30 per cento. Numeri che hanno permesso all'Italia di confermarsi al terzo posto nella classifica europea del vento, seppur con un notevole distacco rispetto a Germania e Spagna.

Ma la medaglia di bronzo è già a rischio: nell'anno appena trascorso la crescita italiana è stata inferiore rispetto a quella delle principali concorrenti. Colpa dell'eccessiva burocrazia che rallenta il rilascio dei permessi, dicono le aziende del settore. I tempi potrebbero ulteriormente allungarsi se le Regioni approveranno le proposte di Scajola, che in accordo con il ministero per l'Ambiente e quello per i Beni culturali, ha emanato una bozza in cui sono raccolte le linee guida per la realizzazione di impianti di elettricità da fonti rinnovabili. Il provvedimento era stato richiesto dall'Unione europea per unificare e velocizzare l'iter burocratico, ma secondo diversi industriali del settore le nuove norme potrebbero affossare lo sviluppo dell'energia verde in Italia.

A rischiare maggiormente sono gli impianti eolici e solari, le principali forme di energia rinnovabile se si esclude l'energia idroelettrica, il cui sviluppo è ormai fermo agli anni '60, e la geotermia, la cui variabile 'a bassa entalpia' sta iniziando adesso a muovere i primi passi. Per installare impianti eolici superiori ai 60 kW il provvedimento richiede studi tecnici, finanziari, sanitari, faunistici, paesaggistici, climatici e geologici. È prevista anche un'analisi dell'evoluzione storica del territorio, tanto per citare uno dei dodici studi a carico delle imprese. Per dirla con le parole di Simone Togni, segretario generale dell'Anev (l'associazione che raccoglie i principali produttori di energia eolica), la bozza di Scajola prevede "norme più rigide di quelle richieste per le fonti non rinnovabili, tanto da sembrare in contraddizione con il documento da cui dovrebbe discendere". In più ci sono le zone off limits, quelle in cui non è possibile installare pale eoliche. Tra queste, Scajola ha inserito anche le aree agricole in cui si coltivano prodotti biologici, Doc e tradizionali.

Un'attenzione, quella riservata all'agricoltura, lamentata già da tempo dall'associazione dei coltivatori Coldiretti, capofila di una protesta anti-eolico che ha coinvolto anche alcune associazioni ambientaliste guidate da Italia Nostra. Nella grande partita delle rinnovabili non c'è più insomma solo la lotta tra lobby nuclearista e lobby delle rinnovabili. L'elemento di novità è rappresentato dalle associazioni ambientaliste, unite nel condannare l'atomo, ma divise quando si tratta di decidere se è meglio un campo agricolo o un parco eolico.

Il Conto Energia Qualche timore, dopo la crescita strabiliante registrata nel 2008 (+397 per cento), inizia ad averlo anche chi produce energia grazie al sole. Oltre ai nuovi balzelli burocratici proposti per gli impianti superiori ai 20 kW, tutti guardano con apprensione alla revisione del Conto Energia, il sistema pensato per incentivare la produzione di elettricità utilizzando gli impianti fotovoltaici. Attualmente l'Italia garantisce i prezzi più vantaggiosi d'Europa, tanto da aver attirato molti investitori stranieri, dall'americana Sunpower al gigante tedesco Aleo Solar. Ma una volta raggiunti i 1.200 Megawatt, quota che dovrebbe essere toccata entro la fine del 2010, il sistema verrà rivisto. "Vogliamo scongiurare quello che è successo in Spagna, dove sono stati realizzati due gigawatt di impianti in due anni e poi, dopo la revisione del conto energia, il mercato si è fermato", dice Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, l'associazione che raccoglie i maggiori produttori italiani di energia solare.

Se i produttori di impianti fotovoltaici temono la fine dei maxi incentivi, i sostenitori del solare termodinamico accusano il governo di voler bloccare sul nascere lo sviluppo di questa tecnologia. Nell'ultima mozione presentata al Senato, i firmatari del Pdl si sono infatti scagliati proprio contro il solare termodinamico. Che, a differenza del fotovoltaico, grazie all'utilizzo di fluidi speciali permette di produrre energia anche di notte o quando il cielo è particolarmente coperto. Benché relativamente nuova, questa tecnologia è già piuttosto promettente. Secondo le stime di Greenpeace, entro il 2050 si potrebbe riuscire a ricavarne il 25 per cento dell'energia mondiale, creando oltre due milioni di posti di lavoro.

Previsioni a parte, per ora gli unici impianti sono stati installati all'estero (Usa, Spagna e Israele), nonostante uno dei primi sostenitori sia stato il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia. In Italia l'unica centrale è quella di Priolo, in Sicilia, un progetto pilota in cui al posto degli oli minerali si useranno i sali fusi, variante brevettata dall'Enea quando alla guida dell'ente c'era proprio Rubbia. In attesa di vederlo in funzione ("i lavori dovrebbero terminare l'anno prossimo", fa sapere l'Enel), l'alternativa pensata dal premio Nobel ha riscosso parecchio successo in giro per il mondo, tanto che a marzo il colosso tedesco Siemens ha acquisito il 28 per cento di Archimede Solar Energy, società del gruppo Angelantoni specializzata proprio nella produzione di tubi solari a sali fusi. Lobby contro lobby I protagonisti della Green economy italiana temono ora il peggio. Polverizzato in decine di aziende, il settore ha paura di soccombere sotto il peso dei colossi che gestiscono il nucleare. Anche se, secondo alcuni, non è detto che alla fine la spunteranno gli sponsor dell'atomo. A detta di Francesco Ferrante, senatore del Pd ed ex direttore generale di Legambiente, "per lo sviluppo del nucleare non basterà certo il miliardo che ogni dodici mesi lo Stato spende per le rinnovabili".

Gli ultimi dati forniti dal Mit di Boston dicono che il costo del nucleare è raddoppiato negli ultimi anni, raggiungendo i 4 milioni a Mw. Se si considera che il piano di Enel e Edf è quello di costruire quattro centrali nucleari di terza generazione da 1.600 MW ciascuna, il costo totale sarà di oltre 25 miliardi di euro. "Una cifra recuperabile", sostiene Ferrante, "solo se il governo stabilirà una tariffa elettrica specifica e particolarmente vantaggiosa per l'energia atomica". E infatti in questa direzione si sta muovendo Enel, che attraverso il suo numero uno, Fulvio Conti, ha recentemente chiesto una soglia minima da pagare in bolletta per l'elettricità. La partita del nucleare, sul fronte italiano, coinvolge soprattutto Enel, che insieme a Edf, controllata dallo Stato francese, dovrebbe costruire le centrali atomiche. Il resto dell'industria italiana non dovrebbe beneficiare particolarmente del ritorno all'atomo, se non per le ricadute che potrebbero coinvolgere costruttori come Caltagirone o protagonisti dell'industria meccanica come Camozzi.

L'accordo tra Enel ed Edf per la costituzione di una nuova società che costruirà le centrali nucleari ha infatti frammentato la lobby nuclearista italiana. La scelta di affidarsi ad Edf, che porterà con sé i nuovi reattori Epr costruiti da Areva, ha ridotto notevolmente il ruolo delle principali società italiane che operano nel settore, prima fra tutte Ansaldo Nucleare, da anni legata a Westinghouse, concorrente diretta dei francesi con il reattore AP100. A ciò si aggiunge la decisione di Edf di giocare in prima persona sul mercato italiano, senza delegare il compito a Edison, controllata proprio dai francesi insieme alla utility lombarda A2A. Insomma, a correre verso il nucleare resta soprattutto l'Enel, attivo tra l'altro anche nelle rinnovabili. Enel Green Power ha varato investimenti per 3,7 miliardi. Se è vero poi che il governo vuole sviluppare il nucleare, di certo le risorse non sono ancora state trovate. Una parte potrà anche essere trasferita dal Conto energia e dagli altri incentivi oggi previsti per le rinnovabili (detrazioni fiscali, Cip 6, certificati verdi), come fanno pensare le ultime mosse dell'esecutivo. Ma tutto questo non basta, e il ministro Giulio Tremonti, alle prese con la crisi, non sembra intenzionato ad alimentare economicamente il sogno atomico.

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