giovedì 29 ottobre 2009
lunedì 26 ottobre 2009
...quelli che "meno tasse per tutti...
BRUXELLES - Con la crisi tornano a salire deficit e debito pubblico in Europa. Non è una novità quella che emerge dai dati pubblicati oggi da Eurostat: il debito pubblico raggiunge il 69,3% del Pil nell'area euro, dopo il 66% del 2007, ed il 61,5% nell'Unione Europea (58,7% nel 2007). Quanto al deficit, l'Ufficio di statistica europeo indica un aumento in rapporto al Prodotto interno lordo (Pil) al 2,0% del 2008 rispetto allo 0,6% del 2007 e per l'Ue al 2,3% rispetto allo 0,8% dell'anno precedente. L'Italia, secondo i dati diffusi dall'ufficio di statistica che conferma con una seconda notifica quelli già diffusi in aprile, è passata dall'1,5% del 2007 al 2,7% dell'anno scorso
Per quanto riguarda il debito, l'Italia con un 105,8% (103,5%) detiene ancora il primo posto, seguita dalla Grecia (99,2%) mentre all'ultimo c'è l'Estonia che non supera il 4,6% (...questi komumisti...), seguita dal Lussemburgo (13,5%). Il debito pubblico è in aumento in tutti i principali paesi europei: in Spagna dal 36,1 al 39,7%, in Gran Bretagna dal 43,3 al 55,5%, in Francia dal 63,8 al 67,4%, in Germania dal 65 al 65,9%.
L'intervento di Napolitano. Di economia parla anche il capo dello Stato in un messaggio all'assemblea nazionale della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa. "I segnali di ripresa che si vanno manifestando in questi mesi, seppure incoraggianti - scrive Giorgio Napolitano - non sono in grado di dissipare le preoccupazioni per la difficoltà di molti artigiani e piccole e medie imprese a proseguire la propria attività". Nel messaggio, Napolitano sottolinea che l'evento "offre l'opportunità di confermare la vitalità di questo settore imprenditoriale - così caratteristico del sistema economico-sociale italiano - per la ripresa del processo di crescita dell'economia e per la difesa dell'occupazione".
(da Repubblica.it)
mercoledì 14 ottobre 2009
Dove sono finite le promesse del Cav. Nero di ricostruire TUTTO all'Aquila in due anni???
lunedì 12 ottobre 2009
Immunità Parlamentare - Berlusconi e Alfano trovano la testa di legno disposta a far figuracce al posto loro: Tale Sen. Lucio Malan nato "Lega Nord"
Come è lontano il tempo in cui La Russa agitava le manette e la Lega i cappi... Quando lo sdegno popolare costrinse il Parlamento ad abolire l’immunità che si era trasformata in impunità.
Il 29 aprile 1993, di buon mattino, i ministri del nuovo governo Ciampi, subentrato ad Amato, giurano davanti al presidente Scalfaro. Nel pomeriggio la Camera deve votare pro o contro cinque richieste di autorizzazione della Procura di Milano contro Bettino Craxi, accusato di corruzione, concussione e finanziamento illecito. La giunta di Montecitorio ha già detto sí, escludendo che le accuse del pool siano viziate da fumus persecutionis. Craxi si difende per 53 minuti. Intona il “così fan tutti”, strilla contro i “processi sommari di piazza”, evoca complotti.
...quando la Lega sventolava cappi...
Perciò intima a Ciampi di “mettere con le spalle al muro il nucleo della sua stessa maggioranza, spingerla a viva forza, con le buone o con le cattive, verso il suicidio politico di se medesima”. Craxi viene bersagliato di monetine e banconote false da una piccola folla riunita dinanzi al Raphael.
...le monetine del Raphael per Craxi...
Da tutto il Paese, un solo urlo: basta impunità. E la classe politica, nel tentativo disperato di salvare la faccia, abolisce l’autorizzazione a procedere, nata per proteggere le opposizioni da processi per reati politici e trasformata in un salvacondotto per coprire i delitti più infami, dalla mafia alla corruzione, giù giù fino agli assegni a vuoto e alle percosse.
Nella legislatura finita nel ’92, il Parlamento ha respinto 186 richieste su 229. E in un anno di quella nuova ne sono piovute ben 540: 107 per corruzione, 89 per concussione, 46 per ricettazione, 116 per finanziamento illecito, 108 per abuso. Così ben 11 gruppi parlamentari propongono l’abrogazione di quello che Fini, Gasparri e La Russa definiscono “un privilegio medievale” e uno “strumento per sottrarsi al corso necessario della Giustizia”, mentre la Lega (che ha appena sventolato un cappio da forca a Montecitorio) lo bolla con Bossi, Maroni e Castelli come “immotivato e ingiustificato privilegio senz’altra giustificazione se non un corporativo interesse di parte”, con “conseguenze aberranti e inaccettabili” (...ora devono aver cambiato idea, visto che ripropongono, papale papale, il privilegio medioevale,,, NdR) Tutti i partiti di maggioranza e opposizione votano a favore. Il 12 ottobre la Camera approva con 525 sí, 5 no (fra cui Sgarbi) e un astenuto. Il Senato fa altrettanto il 27 ottobre, con 224 sí, 7 astenuti e nessun no. Oggi i superstiti sono quasi tutti per l’immunità. Anzi, per l’autoimmunità.
(da "Il Fatto" dell'11 Ottobre)
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Ora, finita l'era del giustizialismo di massa, si torna all'antico. Si torna ai tempi belli dell'impunità parlamentare. In tutta la storia della Repubblica Italiana - la repubblica dei fichidindia, dove anche un mafioso può diventare Governatore - solo a tre disonorevoli è stata negata l'impunità: Longo, Tanassi, Previti. Tutti finiti ai servizi sociali, a fare opera educativa verso il prossimo, mica a pulire i cessi delle carceri (anzi, "dei carceri", come dice la Gelmini, prima autorità culturale italiana).
Bocciato l'ignobile Lodo Alfano (prima legge in assoluto voluta ed approvata dal governo Berlusconi, e varata in pochi nanosecondi dall'incollamento alla poltrona), c'era da rimediare, alla svelta. La storia recente è tanto recente da essere solo definibile come miserabile cronaca. Prima della bocciatura, uno spavaldo Gasparri ci illumina: se bocciano il lodo Alfano, cambiamo due virgole e lo rifacciamo. Poi forse Gasparri parla con "qualcuno che se ne intende", e capisce che il tal caso la bocciatura del Colle, della pubblica opinione, e infine della Corte, sarebbero certe e rumorose. Uno schiaffone la lasciare l'impronta delle dita sul faccione non da Nobel di Gasparri in Marcoré.
Angelino Alfano, che è uno stupido veloce, capisce invece l'antifona, ed assicura: "...non ripresenteremo il lodo...". E dell'immunità parlamentare, della cui reontroduzione qualcuno parla con sempre maggior insistenza? "...non è nei nostri programmi, ma se ci fosse un largo consenso, e il PD fosse d'accordo, se ne potrebbe riparlare.."
Peccato... il largo consenso "non ci fosse", e il PD "non fosse d'accordo". Che fare? Il Padrone vuole garanzie, ma per presentare una proposta di legge e poter dare la colpa non al Governo, ma al Parlamento, serve una testa di legno. Una di quelle senza vergogna, senza coerenza, senza memoria e senza dignità. Detto-fatto, in soccorso del Padrone arriva una figurina Panini della Lega Nord, uno di quei senatori nominati, che se esistesse ancora il voto di preferenza prenderebbe forse 12 voti. Il prode senatore Lucio Malan. Uno di quelli che ci ricorda Caligola. Se qualcuno ha nominato senatore un cavallo, costa osterebbe mai alla nomina di Malan a senatore?
Malan, nella sua incontrollata, agiografica autobiografia, spiega di discendere da un papi antifascita; un papi che descrive con parole toccanti sul suo sito [luciomalan.it] :
"...Mio padre si chiamava Aldo, e fu falegname, operaio, camionista e impiegato in azienda siderurgica. Alpino, arruolato nel febbraio 1940, combatte nella campagna di Francia e dei Balcani, dove lo coglie l’8 settembre; il suo reparto combatte con gravi perdite contro i tedeschi che alla fine fanno i prigionieri i superstiti; deportato in Germania, rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale cosa che gli avrebbe permesso di tornare in Italia; nella primavera del 1945 è liberato dalle truppe americane. Mia madre si chiama Enrica Benech, già apprezzatissima (spero che non legga queste righe perché rifugge le lodi) insegnante elementare, impegnata nelle attività della Chiesa Valdese. Grazie al loro esempio, tra le altre cose, so che è meglio essere in pochi, criticati, ma nel giusto, che in tanti, lodati, ma nell’ignavia. Grazie a loro (e grazie a Dio!) sono cristiano e valdese, e con loro ho militato nel movimento di Testimonianza Evangelica Valdese che si impegnò per un risveglio spirituale e contro la politicizzazione della chiesa..."
Insomma, il Lucio Malox ha ereditato dal padre la cognizione, in corpore vili, delle malefatte del nazi-fascismo". E' per quello che si è alleato, già da 15 anni, cogli eredi del nazifascismo... in memoria di papi. Per controllarli dall'interno. Dalla madre ha ereditato la grande carica morale. Lui non accetta divorzi, priapismi, puttanesimi e la cultura di "più puttane per tutti" perchè questa cultura gli venga in alcun modo imposta dalla "Testimonianza Evangelica Valdese" che si impegnò per un risveglio spirituale. Niente di tutto questo. Lucio Malan ha imparato dall'ambiente altamente spirituale nel quale è cresciuto che uno dei sentimenti più nobili del testimone evangelico dev'essere quello della carità: raccogliere le pecorelle smarrite, ma anche i maiali. Perchè le pecorelle possono smarrirsi ed essere soccorse, e i maiali no?. Questo dev'essersi chiesto, il Malan post-cappista, prima di trasferirsi nel ruolo, scomodo ma indispensabile, di testa di legno, caritatevole verso gli animali smarriti (di tutte le specie).
Malan ha quindi fatto ciò che neanche Angelino Alfano o Daniele Capezzone avrebbe osato fare: ha presentato un DDL per la reintroduzione della magnifica impunità parlamentare. Si, proprio quella abolita nel '93 col tintinnio di manette fasciste, e con lo sventolio di cappi da forca leghisti. Roma, Ladrona, la Lega non perdona.
Malan non si è sforzato molto, per scrivere un testo suo. Per due ragioni. In primo luogo, molti dubitano che Malan saprebbe scrivere un testo di DDL. Molti sono infatti i provvedimenti di cui è "cofirmatario", mentre non esiste alcuna proposta di legge "Malan" che sia passata alla storia. Che ti fa, il nostro? Potrebbe rivolgersi per un aiutino a Ghedini, o a Pecorella, ma non si fida più. Gente che ha dettato e difeso presso l'Alta Corte una porcheria come il Lodo Alfano... al massimo puoi affidar loro qualche bega condominiale, purchè di portata limitata.
Allora il Lucio da Luserna ha una grande idea: non scrive un DDL. Ne prende in rosticceria uno già pronto. Riscaldare per due minuti in forno a micro-onde. Prende la legge ammazzata nel '93 a furor di Lega, e con un rutto alla bagnacauda prova ad insufflarle una nuova vita. Galan scopre l'art. 68, voluto dai Padri Costituenti nel 47, e scritto nella Carta Fondamentale. Con quale rispetto, questa camicia verde parla dei Padri Costituenti e della Carta Costituzionale! Basta con le minchiate della Padania Libbbera, del tricolore dieci piani di morbidezza... si ritorna all'antico. Si ritorna agli un tempo odiatissimi Padri Costituenti (tutto maiuscolo, nel testo di Galan)
Ed ecco il DDL proposto da Galan per la resurrezione dell'art. 68
"I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e per i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale; né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura. Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile". FINE.
Fatto il conto? sono 6/7 righe, copiate dalla odiata Carta Fondamentale. Oddio... non è che Lucio Magliaverde Malan non sarebbe capace di aggiungere una riga di suo, ma perchè rischiare, magari avventurandosi in qualche perla giuridica che nemmeno Niccolò Mavalà Ghedini partorirebbe? Meglio stare sull'usato sicuro. Certamente non si deve dubitare della "qultura" di Lucio Mavaquà Malan. Il suo curriculum è più lungo di quello della Rita Montalcini. Leggere per credere:
"...Istruttore e allenatore di nuoto; corrispondente di vari giornali locali; insegnante; tutor-assistant presso la University of Nevada Las Vegas; Guest Speaker di Italian History and Culture presso la University Studies Abroad Consortium; cambista valutario nella sala cambi internazionali del Sanpaolo; membro della Chiesa Valdese, sono deputato nel Sinodo del 1983; conduttore di trasmissioni sportive in una Tv locale e a Radio Italia Uno di Torino; docente federale di salvamento a nuoto e primi soccorsi e rianimazione, collaboratore scientifico del centro iperbarico dell’Università di Chieti; romanziere; autore di lettura (una) teatrale; coautore di libri; autore di articoli su vari argomenti politici su Giornale, Opinione, Avanti, sito Internet di Forza Italia e altre testate di notevole prestigio internazionale, come le precedenti..."
Ci chiediamo, con forte senso di ammirazione, dove cazzo abbia trovato il tempo per fare copia&incolla di quelle sei righe del '47 e di presentarle come nuove...
Ma ecco le sentite parole con le quali il Senatore Mavaquà Malan razionalizza la riproposizione dell'ex Art. 68 sull'impunità parlamentare, affossato nel '93 col contributo della culturale della Lega di cappio armata (...altri tempi. Allora Malan discendeva eroico dalle valli che dal Monviso portavano verso Roma Ladrona. Roma delenda est. Ora il senatore mavaquà risale la valle del Tevere in direzione del Billionaire. Ogni epoca ha i suoi eroi e i suoi guitti. Lega Deridenda Est.
LA PERORAZIONE DI LUCIO MAVAQUA' MALAN
"Onorevoli Senatori!, Il presente disegno di legge esprime la volontà di riportare l’equilibrio e l’armonia tra le istituzioni. La stessa volontà che animò i membri dell’Assemblea Costituente nel 1947 quando scrissero l’articolo 68 della Carta Fondamentale della Repubblica (...il maiuscolo è di Malan, ma non osa dire "Italiana"... a Monte Pellice sono tosti, potrebero accoglierlo, al rientro al paesello, armati di forconi... NdR)
Modificarlo sull’onda della piazza nel 1993 fu un errore, determinato da una temperie che non deve tornare. Come era stato un errore, negli anni precedenti, farne quell’uso indiscriminato che contribuì al determinarsi di tale temperie. È venuta l’ora di cancellare quell’errore. Coloro che intendessero opporsi a questa iniziativa dando fondo all’arsenale del becero antiparlamentarismo e del giustizialismo forcaiolo, sono invitati ad andare a rileggere gli atti del dibattito in Assemblea Costituente e i nomi di coloro che approvarono l’articolo 68. (Caro mavaquà, sul "becero antiparlamentarismo e sul giustizialismo forcaiolo non rileggeremo nulla. Tutto è stampato nella nostra mente. Sia il "becero antiparlamentarismo, sia i trecentomila "armati" bossiani delle valli bergamasche, sia il cappio sventolato dal suo compagno di merende, l'Onorevole (si fa sempre per dire) Luca Leoni Orsenigo - da cui la esatta allocuzione di "giustizialismo forcaiolo". Questa era roba sua, Mavaquà, non roba nostra... NdR)
Per questo si propone qui, senza alcuna modifica, il medesimo testo di allora. Se fosse possibile, lo si vorrebbe stampare sulla stessa carta e negli stessi caratteri usati allora. Ma credo sia possibile e doveroso provare a tornare allo spirito di quei tempi, preoccupandosi non di ciò che nell’immediato può parere conveniente all’una o all’altra parte politica, ma di ciò che è bene per la Repubblica. (Italiana, mavaquà, Italiana... NdR)
I senatori che lo sosterranno e lo voteranno, a cominciare dal proponente, assumono contestualmente l’impegno a vigilare in ogni modo affinché questo strumento sia usato esclusivamente a salvaguardia delle istituzioni democratiche". Lucio Mavaquà Malan
(...non dimentichi di aggiungere un emendamento che spieghi che le alte cariche sono autorizzate ad andare a puttane, anche con l'uso di scorte, escort, aerei ed elicotteri di status - più che di stato. Punto... due punti! Ma sì, faccia vedere che abbondiamo..., adbondandis adbondandum. NdR e del Principe Antonio De Curtis)
Con la consueta disistima, Tafanus
Off Topics del 12 Ottobre
Silvio - Visnù
sabato 10 ottobre 2009
...per quello "più alto che intelligente", Concita De Gregorio non è "disponibile"...
[dal blog di ConcitaDe Gregorio]
Tuttavia è di un dettaglio apparente che vorrei parlare. Tornare indietro, riavvolgere il nastro a mercoledì sera. A quel momento della trasmissione di Vespa in cui il premier - intervenendo non in diretta ma in un programma registrato ore prima, chissà chi gli avrà suggerito di telefonare, chissà se vede quel che va in onda prima che accada - si è rivolto al vicepresidente della Camera dicendole «lei è più bella che intelligente». Rosy Bindi ci racconta di aver avuto la tentazione di «contraccambiare con un'offesa». Poi gli ha detto solo: «Io non sono una donna a sua disposizione». Non a disposizione dell'utilizzo finale, l'unico che il premier contempla e che milioni di italiani sono autorizzati dal suo esempio a considerare l'utilizzo migliore, l'unico utile.
Nessuno degli uomini presenti in trasmissione ha replicato: erano Vespa, Casini, Riccardo Barenghi, Angelo Alfano, Roberto Castelli. Silenzio. Nessuno ha strillato vergogna come solitamente fanno quando una giornalista, per esempio, fa delle semplici domande in analoghe trasmissioni in cui non si riesce a finire una frase senza che i cani da guardia addestrati alla difesa azzannino urlando. Dire che la vicepresidente della Camera è brutta e stupida non deve sembrare affatto strano. Aggiungere come ha fatto Castelli che è «una zitella petulante» neppure. Qui le donne interessano se somigliano alla bagnina di Baywatch e per quel tipo di sollecitazione. Il resto stia a casa nascosto alla vista.
Da mesi diciamo che passa anche da qui - dalla ribellione delle donne - il cammino per ricominciare a costruire la basi di una società sana e giusta. Quasi cento interventi hanno occupato il nostro spazio quotidiano intitolato «il silenzio delle donne». Oggi Lorella Zanardo scrive «facciamo appello alla Costituzione, chiediamo che le massime cariche dello stato si occupino della questione femminile con la stessa serietà con cui trattano di questioni di importanza vitale per il paese. Non c'è più tempo». Il resto del mondo va altrove. Ieri la quarta donna in tre giorni ha vinto il Nobel. Ieri astronaute e astrofisiche erano a convegno a Roma a parlare di galassie. Più belle che intelligenti? Dice Giorgio Bocca a Oreste Pivetta: "...Berlusconi ha dato una patente alla corruzione diffusa nel paese, lo fa lui sono dunque autorizzati tutti. Corruzione materiale e culturale. Prostituzione. Possiamo noi sopportare che le uniche donne apprezzate siano quelle dei bagni di palazzo Grazioli? Che a Rosy Bindi si dica stai zitta sei brutta e zitella? Che lo faccia il capo del governo? Non credo. Direi proprio di no. Milioni di italiani si vergognano per lui. Lo dicano adesso. Vergogna..."
Concita De Gregorio
P.S.:Il Tafanus ha pubblicato i video di questa ignobile pagina si cronaca di ordinaria maleducazione non solo istituzionale, su [questo post]
martedì 6 ottobre 2009
Oggi in discussione il Lodo Alfano. Testo ed interpretazione
Promulga la seguente legge:
1. Salvi i casi previsti dagli articoli 90 e 96 della Costituzione, i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Camera dei Deputati e di Presidente del Consiglio dei Ministri sono sospesi dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione. La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione.
2. L'imputato o il suo difensore munito di procura speciale può rinunciare in ogni momento alla sospensione.
3. La sospensione non impedisce al giudice, ove ne ricorrano i presupposti, di provvedere, ai sensi degli articoli 392 e 467 del Codice di Procedura Penale, per l'assunzione delle prove non rinviabili.
4. Si applicano le disposizioni dell'articolo 159 del Codice Penale.
5. La sospensione opera per l'intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile, salvo il caso di nuova nomina nel corso della stessa legislatura né si applica in caso di successiva investitura in altra delle cariche o delle funzioni.
6. Nel caso di sospensione, non si applica la disposizione dell'articolo 75 comma 3 del Codice di Procedura Penale. Quando la parte civile trasferisce l'azione in sede civile, i termini per comparire, di cui all'articolo 163-bis del Codice di Procedura Civile, sono ridotti alla metà, e il giudice fissa l'ordine di trattazione delle cause dando precedenza al processo relativo all'azione trasferita.
7. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado, alla data di entrata in vigore della presente legge.
8. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
La legge prevede l’immunità per le alte cariche dello Stato. Sono previsti però alcuni limiti a questa immunità. Tra questi limiti, dopo l'approvazione di un emendamento presentato dal Pd, c'è quello che precisa che l'immunità non si estende in caso di cambio di carica, anche nel corso della stessa legislatura: se il presidente del Consiglio venisse nominato presidente della Repubblica, perciò, il lodo Alfano non gli si applicherebbe più, mentre gli si applicherebbe se succedesse a se stesso a Palazzo Chigi. La non reiterabilità della sospensione ha un'unica eccezione: la nuova nomina a presidente del Consiglio nel corso della legislatura.
La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti (...e così abbiamo sistemato anche i reati di Berlusconi precedenti alla nomina a Presdelcons...) l'assunzione della carica o della funzione. In dettaglio il comma 1 del provvedimento prevede che nei confronti del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei ministri, la sospensione riguarda i reati extrafunzionali, dato che i cosiddetti «reati funzionali» rientrano nella disciplina già prevista dalle norme costituzionali, secondo cui il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione; mentre il Presidente del Consiglio dei ministri, per i predetti reati, può essere sottoposto alla giurisdizione ordinaria, dopo la decisione di rinvio a giudizio adottata dal tribunale dei ministri e, in ogni caso, previa autorizzazione della Camera di appartenenza. Il comma 1 prevede, inoltre, che la sospensione del processo opera anche in relazione a fatti commessi anteriormente all'assunzione della carica o della funzione.
Il comma 2 prevede che, in ogni momento, l'imputato può rinunciare alla sospensione, anche attraverso il difensore munito di procura speciale. Questa disposizione esclude l'automatismo della sospensione, tutelando il diritto di difesa dell'imputato, che può volontariamente decidere di affrontare il processo senza doversi dimettere dalla carica ricoperta. (...norma di cui si è avvalso Fini, ma MAI Berlusconi... NdR)
Il comma 3 consente al giudice, qualora ne ricorrano i presupposti, di acquisire, nel processo sospeso, le prove non rinviabili. Si tratta di una norma che, escludendo la paralisi assoluta delle attività processuali, salvaguarda il diritto alla prova e impedisce che la sospensione operi in modo generale e indifferenziato sul processo in corso. (...per come la capisco io, si tratta del c.d. "incidente probatorio"...NdR)
Il comma 4 prevede che, in caso di sospensione del processo, è sospeso anche il corso della prescrizione dei reati in esso contestati, secondo il meccanismo generale previsto dall'articolo 159 del codice penale. La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione.
Il comma 5 prevede che la sospensione opera per l'intera durata della carica o della funzione. La diversa durata delle quattro cariche e la possibilità di una nuova nomina del Presidente del Consiglio dei ministri hanno tuttavia imposto di prevedere, per quest'ultima carica, una limitata eccezione alla regola della non reiterabilità, nel caso del nuovo incarico assunto nella stessa legislatura.
Il comma 6 prevede la possibilità, per la parte civile, di trasferire l'azione in sede civile, in deroga all'articolo 75, comma 3, del codice di procedura penale. Tale deroga non soltanto è compatibile con i princìpi generali - posto che la rinuncia agli atti del giudizio, derivante dal trasferimento dell'azione civile nel processo penale, non preclude la riproposizione della domanda - ma è una scelta costituzionalmente obbligata, secondo quanto indicato dalla Corte costituzionale, nella citata sentenza n. 24 del 2004, al fine di evitare che la posizione della parte subisca gli effetti della sospensione del processo penale. Per apprestare una piena tutela del diritto della parte civile viene, inoltre, previsto che, in caso di riproposizione della domanda in sede civile, la causa debba essere trattata con priorità, attraverso la riduzione del *termine per comparire. (...credo che questo sia il comma che ha reso possibile la sentenza di condanna di Berlusconi al risarcimento del danno a favore ci De Benedetti...NdR)
Il comma 7 contiene una disposizione transitoria, che estende la sospensione anche ai processi penali già in corso, in ogni fase, stato e grado, alla data di entrata in vigore della legge. Infine, il comma 8 stabilisce che la legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. (...insomma, un cambiamento delle regole del gioco a partita già iniziata. Non male... NdR)
(Ludovico Fraia) (19 maggio 2009)
sabato 3 ottobre 2009
Piazza del Popolo è gremita: una piazza che il suo ceto politico no
Oggi forse Bonanni, il nuovo "sindacalista giallo", passerà un bel sabato pomeriggio in famiglia, con Feltri, Belpietro, Vespa, Arditti, Fede, Giordano... oppure andrà a prendere un the coi pasticcini a palazzo Grazioli, entrando dal retro, come un ladro, come ha già fatto in altre ossasioni. Attento a quello che mangi, caro Bonanni... c'è gente più potente di te che è crepata per un caffè, o è morta soffocata da un bigné alla crema, o si è impiccata ad un cannolo con la ricotta. Oggi finalmente, sapiamo fino in fondo chi sei.
Oggi su Repubblica TV un arzillo Eugenio Scalfari (Presente!), intervistato sul nano, ha ricordato la barzelletta sul tizio esagitato che urlava scemenze dalla curca sud: "...io nun ce l'o co' te... ce l'ho co quegli stronzi che te stanno accanto, e che nun te buttano dabbasso..."
...Berlusconi, circondato dalle vergini dal candido manto...
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15:21 "Odio gli indifferenti" - Su uno striscione è scritto:"Difendiamo la libertà di informazione dai giornalisti servi di potere". In cielo, due palloncini sostendono uno striscione con il volto di Gramsci e lo slogan "Odio gli indifferenti"
15:58 Dal palco le parole di Anna Politkovskaja - Dal paco atteso anche l'intervento dell'attore Neri Marcorè, dell'avvocato penalista Nino Marazzitta, di Filippo Solibello di Caterpillar (Radio2). L'attrice Jasmine Trinca leggerà alcuni testi di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa dopo la pubblicazione dei reportage sulla repressione in Cecenia
16:23 Manifestazione in tutta Italia e in Europa - In concomitanza con la manifestazione in piazza del Popolo a Roma, si stanno svolgendo simili protetste in molte altre città d'Italia e in Europa. A Trieste e Udine (piazza San Giacomo) l'appuntamento è alle 17
16:34 Slogan: "Papi mi presti la escort" - Bandiere, striscioni, cartelli: nella piazza predomina il colore rosso. Gli slogan: "Papi mi presti la escort"; "Non essere ascoltati non è una ragione per tacere"; "La libertà è come l'aria. Ci accorgiamo che ci manca quando non c'è più"
16:44 Siddi, Fnsi: "Siamo più di centocinquantamila" - Franco Siddi, segretario nazionale della Fnsi: "Siamo più di centocinquantamila"
16:59 Manifestazioni anche in Europa - Manifestazioni parallele in tutta Europa: a Londra, davanti alla sede della Bbc; a Parigi dove i sostenitori della protesta si sono riuniti davanti alla Mairie del 13° arrondissement, place d'Italie. Manifestazione pure a Bruxelles, davanti al Centre de presse international della Commissione europea. In Germania, la comunità italiana ha raccolte firme per l'appello dei giuristi a Monaco di Baviera e Berlino, davanti all'Ambasciata italiana. E in Spagna, protesta a Barcellona, in Portal de l'Angel, e a Madrid, davanti alla fontana di Plaza de España
17:50 Mai una folla del genere per una manifestazione sull'informazione - Organizzatori raggianti per la riuscita della manifestazione: "Mai così tanti"
18:12 Cristicchi: "C'è una escort bionda da spostare. E' targata Bari" - Simone Cristicchi ha intonato un paio di canzoni e prima di lasciare il palco ha annunciato una "comunicazione di servizio": "C'è una escort bionda da spostare. E' targata Bari"
18:17 Aderisce anche il cdr di Mediaset - L'adesione alla manifestazione del cdr del gruppo Mediaset è stato salutato dalla piazza con un applauso
18:36 Don Sciortino, Famiglia Cristiana: "La stampa non è zerbino del potere" - Dal palco è stato letto un messaggio inviato da Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. "La stampa non può essere lo zerbino del potere. "E' diabolico dire che una manifestazione per difendere la libertà di stampa è una farsa"
19:18 Moretti: "Sinistra ha sbagliato tutto" - Il regista Nanni Moretti ha detto: "In questi ultimi 15 anni, nei confronti del fenomeno Berlusconi, che è stato da loro sottovalutato, credo che la sinistra e il centro sinistra abbiano sbagliato tutto"
Off-Off-Topics: dopo la condanna penale del 2007 di Mediaset per l'affaire Mondadori, adesso arriva anche la condanna in sede civile: Berluska dovrà dare all'odiato De Benedetti 750 milioni di euri. Non è ancora certo, ma Dio probabilmente esiste...
giovedì 1 ottobre 2009
Siete pronti? siete caldi??? arriva la nuova minchiata di Beppe Grillo: il "Movimento di Liberazione Nazionale"
Ecco, Beppe, l'unico comico al mondo che non fa ridere, è pronto con la nuova trovata. Nasce - nientemeno - il suo FLN (pardon... volevo dire il suo MLN). Naturalmente a Cinque Stelle. Di meno, con le grillate, non si può. Lui le cose o le fa a Cinque Stelle, o nisba. O almeno col Bollino Blu del bananaro in seconda. La ferale notizia ci arriva da un tizio che ha un blog con tre/quattro post, nessun commento, nessuna possibilità di commentare.
Il blog ha un titolo inguardabile: [FREEDOM ITALIAN INFORMATION]. In inglese, come sa chiunque abbia fatto la terza media inferiore, è una roba assolutamente priva di significato, e dalla sintassi trafelata. Si fosse chiamato "Free Italian Information", un significato avremmo potuto tentare di darglielo, Così. proprio non riusciamo (e neanche, a dire il vero, ci teniamo molto). Non sappiamo chi sia questo sconosciuto signore (sul suo blog, al link che rinvia al suo profilo, non c'è NIENTE: un profilo sotto vuoto spinto). Probabilmente è uno di quei grillini che Flores d'Arcais rimpiange come mancati sostenitori di Ignazio Marino. Scolpisce sulla testatina del suo blog un motto da vero uomo di sinistra:
"Se un uomo non è disposto ad affrontare qualche rischio per le sue opinioni, o le sue opinioni non valgono niente o non vale niente lui".
Ma ecco l'incipit dell'annuncio della nascita di questo splendido movimento, l'ultimo aborto dell'insetto molesto (mi raccomando, scrivete questo appuntamento sulla vostra agenda). il Grande Evento è previsto per il 4 Ottobre. Abbrevio, perchè il testo è demenziale:
Innanzitutto una nota di servizio: Per la cerimonia di lancio di questo evento epocale non è stato prenotato il Circo Massimo, o Via dei Fori Imperiali, ma, più prudentemente, il Teatro Smeraldo di Milano (ad esagerare, un migliaio di posti). C'est plus facile...Va comunque apprezzata l'elevata capacità di Grillo di stare in touch col people, grazie alla net. A suo tempo avevo informato i miei 25 lettori che per le amministrative nel mio paesello, Grillo mi aveva proposto (si vede che la sua struttura non era stata molto in touch with me) di diventare non già candidato semplice, ma addiriturra e nientemeno Capolista di una lista "a 5 stelle" - useless to say - col bollino blu di Grillo. L'ho mandato affanculo.
Ora, da giorni, ricevo emails su emails che mi invitano a presenziare al NGE (Nuovo Grande Evento): la nascita del Movimento di Liberazione Nazionale. Epocale, a 6 Stelle, e con due bollini blu, of course.. L'ho rimandato a rivaffanculo.. Ma veniamo alle minchiate contenute nel nuovo proclama (solo alle principali, altrimenti non ne usciamo più vivi):
(1) Nascerà, cioè, quel movimento a 5 stelle la cui nascita il buffone aveva sempre escluso.
(2) Falso: La c.d. legge di iniziativa popolare prevedeva che potessero far politica i condannati fino a 10 mesi e mezzo. Guarda caso, al divieto sfuggivano i condannati per omicidio colposo plurimo, come Grillo...
(3) Falso. La legge del comico non prevedeva il voto di preferenza, ma i soliti listini chiusi.
(4) Non è stato tacciato di populismo per quelle ragioni, ma perchè TUTTA la sua vita è imperniata sul populismo. Anche se deve pisciare contro un albero, trasforma questo atto necessitato in un evento politico epocale. A 5 stelle.
(5) E questo cazzone, di ciò che chiama "PDmenoelle", voleva diventare segretario?
(6) Idem
(7) La legge è stata "ignorata dal Senato" perchè palesemente incostituzionale, come abbiamo invano cercato di spiegare al comico per mesi.
(8) Vero e giusto. Le firme sono state raccolte in gran parte nella demagogica manifestazione del 25 Aprile, in una "finestra temporale" costituzionalmente non ammessa per la raccolta delle firme referendarie. Le leggi valgono per tutti, persino per Grillo Rag. Giuseppe.
(9) Per ora una risata, ed una coltre di silenzio sempre più pesante da rimuovere, sta seppellendo l'attempato ex comico.
(10) No, non vuole fondare un "partito". Ma allora non ho capito cosa fosse la "Lista a 5 Stelle" che ero stato invitato a guidare. O da quale entità sovrannaturale sia stata candidata ed eletta Sonia Alfano
(11) De Magistris e la Alfano sono stati eletti nelle gabbine dagli elettori, e non dalla Rete, col mouse. De Magistris era candidato di Di Pietro, e non di Grillo.
Ragioniere, si plachi, non sprechi il nostro tempo. Abbiamo ritenuto doveroso correggere le minchiate più grosse, solo perchè sappiamo che c'è ancora qualcuno, non precisamente ricco di senso critico, che potrebbe prenderla sul serio. Faccia pure il suo Fronte di Liberazione Nazionale, (pardon... Movimento) ma lo faccia con discrezione, senza romperci troppo le palle coi suoi proclami e coi suoi inviti. Piuttosto che essere "liberato" da lei, preferirei restare prigioniero a vita di Emilio Fede.
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