mercoledì 27 gennaio 2010

La fine del giorno della memoria

Gaza-memoria
Bambini uccisi nella striscia di Gaza


Ripropongo un post che il Tafanus ha pubblicato il 27 Gennaio 2009. I buoni propositi di non occuparmi MAI PIU' di questa giornata, finchè non sarà restituita anche ai palestinesi dignità da esseri umani, vengono travolti ancora una volta dalla visione di vecchie e nuove immagini sulla tragedia della shoah.

Vorrei che un giorno si potesse ricordare la vergogna del genocidi nazifascisti, senza dover parlare, ancora e sempre, anche delle vergogne moderne di Sabra e di Chatila (nella foto), di Gaza. Non credo che un popolo possa conservare per sempre l'empatia del mondo occidentale, finchè si sentirà autorizzato, dalla tragedia della shoah, a fare violenza su un altro popolo.

Non è una dichiarazione anti-ebraica. Tutt'altro. Ho avuto ed ho tanti ebrei italiani fra i miei più cari amici, ma MAI mi sentirò di sposare i metodi dello stato d'Israele nei confronti dei reietti della striscia di Gaza. Una violenza incommensurabilmente inferiore, nei numeri e nei metodi, rispetto a quella nazifascista, ma che si consuma nei giorni nostri, sotto i nostri occhi, rischia di cancellare, anno dopo anno, la vicinanza verso gli eredi delle vittime della shoah.

Dico agli ebrei amici, ed in particolare a coloro che hanno visibilità mediatica (chissà perchè mi viene in mente Fiammetta Nierenstein...): ritrovate il senno. Ascoltate i tanti ebrei, come Moni Ovadia, che non soni convinti di aver acquisito, grazie alla violenza subita, il diritto eterno alla violenza sugli altri. Fermatevi. Tafanus

Gaza-ortodossi
Ebrei ortodossi osservano Gaza che brucia
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Da quando ho un blog, tutti gli anni, il 27 Gennaio, ho dedicato alla "Shoah", ed al suo ricordo, delle commosse rievocazioni. Sinceramente commosse. Ho fatto più viaggi nei "luoghi della vergogna" anti-ebraici (Auschwitz, Birkenau, Terezin, Dachau...).

Quest'anno credo che si debba parlare di "Giorno delle Memorie", perchè quello che hanno fatto gli israeliani a Gaza, e prima ancora a Sabra e Chatila, ci costringe a suddividere la nostra capacità di indignarci e di soffrire, fra più "aventi diritto".

 

Già l'anno scorso avevo scritto (vedi avanti):   

"...questo è l'ultimo anno nel quale il Tafanus ricorderà, con dolore e rispetto, la tragedia della Shoah. Dall'anno prossimo, ci piacerebbe parlare della fine di un'altra tragedia, quella del "muro della vergogna" dentro il quale gli israeliani stanno "piombando" il carro bestiame di Gaza..."

Parole profetiche? Può darsi. Oppure, più semplicemente, parole di chi ha capito da un pezzo che Israele, ogni volta che ci si avvicina pericolosamente ad una pace vera, trova un modo per scatenare nuovamente i fanatismi di tutti i segni, e per far fallire quelle trattative che possono trovare sbocco SOLO in una equa divisione dei territori (in quantità e qualità), e senza la provocazione di 200.000 ben protetti e costosissimi coloni ebrei, insediati come chiodi a quattro punte sulla strada di una pace possibile e duratura.

Quando non si è trattato di decuplicare il numero delle colonie nei territori, si sono inventati il tunnel sotto la Via Dolorosa. o la "passeggiata" nella spianata delle Moschee. Ogni mezzo è stato buono per provocare e, sulla inevitabile reazione, colpire.


Le centinaia di bambini massacrati nel lager di Gaza mettono per altri dieci anni la parola fine a qualsiasi tentativo di pace vera. Esattamente ciò che i falchi di Tel Aviv volevano ottenere.

Dall'anno prossimo, il mio personale "Giorno della Memoria" sarà celebrato il 15 Gennaio, in ricordo del millesimo morto ammazzato nel buco di Gaza. I miei viaggi della memoria nei campi di sterminio nazisti termineranno, e saranno sostituiti, se mi sarà consentito, da viaggi nei campi di Sabra e Chatila, e nella striscia di Gaza.

Il Giorno delle Memorie: le mie

 

Corpir_1(Nota Bene: quello che segue è il post dell'anno scorso. Sembrava che sugli orrori delle guerre avessimo giù scritto tutto ciò che si poteva scrivere. Non era così. Il peggio doveva ancora cominciare...)

 

...se questo è un uomo…

 

Questo post non è originale. L'ho già pubblicato, quasi identico, il 27 Gennaio 2007. Un Giorno della Memoria dopo l'altro, da anni. Per quanti anni ancora dovremo ricordare? Forse per sempre, finchè in Italia e nel mondo ci saranno "fascisti dentro"

 

Un anno dopo l'altro, la memoria e la solidarietà si attenuano. Colpa del trascorrere del tempo, ma anche colpa di altri reticolati, di altri steccati, di altri muri che nascono. Quando a costruire questi muri sono i figli e i nipoti di coloro che di muri e di reticolati sono morti a milioni, la nostra solidarietà è sottoposta a dura prova, la nostra memoria  si attenua.

 

Questo è l'ultimo anno nel quale il Tafanus ricorderà, con dolore e rispetto, la tragedia della Shoah. Dall'anno prossimo, ci piacerebbe parlare della fine di un'altra tragedia, quella del "muro della vergogna" dentro il quale gli israeliani stanno "piombando" il carro bestiame di Gaza. A Gaza la misura è colma. Quando decine di migliaia di persone, private di beni essenziali come il cibo, l'acqua, l'elettricità, decidono di abbattere con le bombe ilMuroisraele muro della vergogna, e di tentare una disperata sortita verso le non amichevoli braccia dei soldati egiziani, vuol dire che lo stato di disperazione ha toccato quasi gli stessi livelli ai quali erano giunti i reclusi nei campi di sterminio, quando si determinavano a cercare una morte quasi certa con improbabili tentativi di fuga, piuttosto che affrontare una morte che arrivava "un grammo al giorno", inesorabile come il destino, inesorabile come il tempo.

 

Chi volesse dei particolari su questa ignobile iniziativa del "muro della vergogna", può leggere l'estratto di un informato articolo de "Le Monde Diplomatique", tradotto sul sito www.disinformazione.it: Il muro della vergogna

 

Quest'anno, questa celeberrima poesia di Primo Levi vogliamo dedicarla agli ebrei vittime della shoah, ma anche agli israeliani che "hanno dimenticato" il significato della parola "disperazione". Perchè anche a loro torni la memoria.

 

P.S.: Dopo aver scritto questa introduzione, ma prima di pubblicare il post, apprendo due notizie, di segno totalmente diverso. Ognuno dia la lettura che si sente di dare:

 

-1) Ieri centinaia di israeliani si sono affollati ai buchi aperti con l'esplosivo nel "muro della vergogna" di Gaza, per portare cibo, acqua e solidarietà ai confinati palestinesi della striscia di Gaza. Molti intervistati hanno sottolineato che chiudere un milione e mezzo di disperati in pochi chilometri quadrati e privarli di tutto, significa che il popolo israeliano, per primo, sta smarrendo la memoria.

 

-2) La Signora Letizia Arnaboldi Brichetto in Moratti, Sindaco di Milano, dopo l'exploit del diniego di iscrizione agli asili ai bimbi degli immigrati non regolarizzati (nove volte su dieci per colpevoli ritardi burocratici), ha avuto un'altra brillante pensata: quella di dare lo sfratto, alla vigilia del Giorno della Memoria, alla sede milanese dell'ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati), associazione che da anni organizza centinaia di manifestazioni educative sui temi delle deportazioni, della shoah, della guerra. Complimenti, Signora! Potrà sempre recuperare la salvezza dell'anima il 25 Aprile, esibendo per cento metri papy in carrozzella.

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                                                          Voi che vivete sicuri
                                                        nelle vostre tiepide case,
                                                    voi che trovate tornando a sera
                                                         il cibo caldo e visi amici:

                                                  Considerate se questo è un uomo
                                                            che lavora nel fango
                                                          che non conosce pace
                                                        che lotta per mezzo pane
                                                    che muore per un si o per un no.

                                                  Considerate se questa è una donna,
                                                       senza capelli e senza nome
                                                       senza più forza di ricordare
                                                   vuoti gli occhi e freddo il grembo
                                                         come una rana d'inverno.

                                                        Meditate che questo è stato:
                                                         vi comando queste parole.
                                                        Scolpitele nel vostro cuore
                                                      stando in casa andando per via,
                                                            coricandovi, alzandovi.
                                                            Ripetetele ai vostri figli.
                                                             O vi si sfaccia la casa,
                                                           la malattia vi impedisca,
                                                    i vostri nati torcano il viso da voi.

                                                                    (Primo Levi)

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27 Gennaio: Giornata della Memoria. Oggi migliaia di blogs tratteranno della shoah, e moltissimi apriranno con le pagine introduttive del libro di Primo Levi (Se questo è un uomo). Il Tafanus l’ha già fatto l’anno scorso, e a costo di apparire monotono, lo farà finchè esisterà. Lo farà perché alla perdita della memoria non dev’essere concesso alcun alibi. Un popolo che perde la propria memoria, è pronto a ripetere gli errori del passato. Il Tafanus non farà di questo post una raccolta di dati, che possono essere facilmente reperiti in mille siti (ve ne raccomandiamo a titolo esemplificativo uno che a noi è piaciuto molto, www.Binario21.org, ma la scelta è molto ampia.

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Auschwitz3_1 Noi vogliamo piuttosto parlare della “nostra” memoria. La mia famiglia ed io riteniamo che un viaggio nei luoghi in cui l’uomo è diventato peggio delle bestie dovrebbe essere sentito come un dovere civico da tutti, così come, per altre ragioni, gli islamici sentono di dover andare, almeno una volta nella vita, alla Mecca. Noi siamo stati nei luoghi del disonore nel 2005 (nel complesso di Auschwitz-Birkenau); mia figlia è andata a Dachau e a Terezin, campo “specializzato” nel trattamento di bambini. A Terezin sono entrati, vivi, 15.000 bambini. Ne sono usciti vivi 100. L’uomo non dovrà mai più cadere nell’errore di pensare che certi orrori toccheranno sempre e solo gli altri. Una volta infranta la barriera fra umano e sub-umano, può toccare a tutti: agli ebrei e ai palestinesi, ai rom e ai brockers, agli omosessuali e ai comunisti. Ecco come l’indifferenza aiuta l’umanità a precipitare nell’abisso:

Bambini1

 

Prima vennero per gli ebrei…

 

 

" Prima vennero per gli ebrei,

e io non dissi nulla perché non ero ebreo.

Poi vennero per i comunisti,

e io non dissi nulla perché non ero comunista.

Poi vennero per i sindacalisti,

e io non dissi nulla perché non ero sindacalista.

Poi vennero a prendere me.

E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa."

Martin Niemoeller - (Pastore evangelico deportato a Dachau)

 

 

Il nostro “viaggio della memoria” era iniziato da una splendente Cracovia, splendente di sole, di bellezza urbanistica, di gioventù, di buone maniere. Il viaggio per il complesso dei lager non è lungo: circa un’ora di bus, attraverso una campagna non da cartolina; non è il Trentino o l’Engadina: davanti ai casolari galline e mucche non servono per fare cartolina, ma per mangiare. Si arriva ad Auschwitz quando inizia a piovigginare. E’ come te lo aspetti, con l’orrendo ingresso dei treni che arrivavano pieni e ripartivano vuoti, la scritta in ferro battuto Auschwitz2_1 “Arbeit Macht Frei” che sembra una bestemmia… il primo approccio è persino “deludente” per eccesso di leziosità. Piccole palazzine a due/tre piani, vialetti ordinati e persino qualche albero, niente baracche… insomma, chi non sapesse di trovarsi in uno dei luoghi più sinistri dalla storia della bestialità, potrebbe pensare di trovarsi a Crespi d’Adda, la cittadina – modello costruita dai Crespi per ospitare l’industria tessile dalla culla alla tomba (tutto insieme la fabbrica, le villette degli operai, le ville degli impiegati, le villone dei dirigenti, chiesa – ospedale – cimitero, tutto ordinato, tutto programmato… Poi qualcuno ti spiega che Auschwitz non è nata come campo di sterminio, ma come carcere per gli oppositori politici, poi gradualmente degenerato nel nucleo originario del luogo dell’orrore, il complesso Auschwitz-Birkenau, dove l’uomo ha perso il senso di se e ha trovato e fatto prevalere la bestia che si annida in ciascuno di noi…

Protesi .

Benvenuti nella prima palazzina: è persino bella, fuori. Ma appena dentro, inizia il viaggio nell’orrore. Il piano terra è occupato dalla mostra (raccolta differenziata) di tutto quello che veniva preso agli ebrei al loro arrivo, o dopo la “doccia” purificatrice; tutto suddiviso in stanze “specializzate”: le scarpe, i capelli, gli spazzolini da denti, le micro-valigette di fibra, gli occhiali da vista, le “protesi” (braccia, gambe artificiali)… montagne di tutto.

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Il cielo fuori è sempre più plumbeo, ma cominciano ad affiorare tanti occhiali da sole, tanta gente che si soffia il naso… passi dagli oggetti alle presumibili storie sottostanti, e l’orrore diventa insopportabile. Le scarpe… dai uno sguardo, e individui centinaia di scarpine di bambini di due-tre anni, a fiorellini come un campionario di Fiorucci ante-litteram; scarpe Capelli2piccolissime, quasi da bambola; colorate, graziose… cerchi di immaginare com’era fatta la bambina che le aveva ai piedi, e ti soffi il naso. Poi passi alla stanza successiva, che è piena di capelli: di tutti i colori, di tutte le età; in mezzo a masse informi di capelli, ogni tanto vedi dei “pezzi di umanità”: uno chignon bruno che ti fa immaginare una bella donna elegante, dei capelli grigiastri o bianchi, una lunghissima, integra treccia bionda… chissà se è la stessa bambina di quelle scarpine. E poi la stanza degli spazzolini da denti, quella degli occhiali, quella delle protesi… ma perché toglievano loro persino le protesi? E lo avranno fatto prima della “doccia” o dopo?

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Le “facilities per gli interrogatori e le torture erano nel “basement”, dove fa freddo anche d’estate. Lo strumento-principe, geniale nella sua semplicità, era costituito da una serie di stalli, chiusi da mezze pareti, di un metro quadro; in questo metro ficcavano quattro deportati (da punire o da interrogare) completamente nudi, che potevano stare solo in piedi. ScarpeFinestre senza vetri. Ogni tanto li bagnavano per affrettare i processi di idrocuzione, fiaccare la resistenza. Chi moriva non aveva lo spazio per accasciarsi al suolo. Un minimo di cibo veniva fornito, per allungare il piacere dell’agonia.

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Facciamo un passo indietro, a quando “Il Treno” arrivava nel piazzale; Auschwitz non era attrezzato per contenere grandi masse, né per uccidere e cremare con grande efficienza. All’arrivo del treno, sul piazzale, c’era la prima brutale separazione: uomini da donne, bambini da adulti, sani da malati. L’80% in media degli arrivati (tutti i malati, gli anziani, gli handicappati, molte donne) venivano inviati direttamente “alle docce”, dove la morte con l’uso del Cyclon B arrivava in media dopo 20 minuti di atroci sofferenze. Poi serviva un certo tempo per “arieggiare” i locali, quindi le docce venivano evacuate da altri deportati, i cadaveri “smontati” per portar via qualsiasi cosa potesse tornare utile (capelli, denti, protesi). Ad Auschwitz non c’erano grandi crematori, quindi i cadaveri venivano ammucchiati in enormi fosse a cielo aperto, buttati dentro e Dormitoriobruciati. I fornetti di Auschwitz erano poco più che dei fornetti domestici, “monouso”. Ma l’allargamento di Birkenau, con le enormi baracche, i quattro grandi crematori che avrebbero mandato fumo acre, giorno e notte, per due anni, era quasi completato.

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Birkenau è un’altra storia, già dal primo impatto visivo: intanto le dimensioni, enormi; baracche allineate per chilometri; chilometri di recinti doppi, elettrificati, con torrette di guardia ad ogni piè sospinto. Birkenau è una macchina per morire, con ordine teutonico; coordinamento con gli orari dei “treni”… man mano che la disfatta tedesca diventa ineluttabile, le esecuzioni aumentano; c’è sempre meno tempo, meno fabbriche in cui lavorare, meno risorse con cui sfamare questi disgraziati; e poi, perché sfamarli? In fondo li hanno portati a Birkenau per ammazzarli, non per sfamarli.Cessi  Ormai solo pochissime categorie hanno qualche possibilità di allungare la vita (vita?) di qualche giorno; qualche ragazza giovane che possa sfamare gli appetiti sessuali delle bestie tedesche, qualche coppia di gemelli (materiale genetico prezioso, per gli studi comparativi del dottor Morte); per gli altri, una spaventosa catena di montaggio: arrivo – separazione – doccia - smontaggio dei ricambi, e poi via, attraverso i camini sempre fumanti dei quattro crematori.

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A Birkenau tutto sembra studiato perché la gente “duri poco”, e perché quel poco sia vissuto nel massimo della sofferenza. Prendete i cessi. C’è una sola, enorme baracca adibita a cesso (come è fatta all’interno, lo vedrete in fotografia). Ma il problema è che la baracca-cesso non è sistemata a metà fra la prima e l’ultima baracca lager, ma ad una estremità. Quelli delle baracche più lontane, per arrivare ai cessi fanno quasi due chilometri fra la neve, con le scarpe che hanno o non hanno. Si defeca in tanti, alcune centinaia, tutti insieme: a contatto di natica. La gente la fa tenendosi ben stretti i pantaloni e le scarpe, perché se qualcuno ti ruba una di queste cose, sei morto. Altrimenti puoi farcela ancora per qualche giorno. Verso la fine, il nervosismo dei tedeschi, l’incendio continuo di documenti, l’accrescersi parossistico degli arrivi, lasciano intuire che la fine non è lontana. Il Tempo diventa prezioso. Qualcuno, forse, potrà farcela.

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Auschwitz-Birkenau: la fabbrica dello sterminio – Note storiche

Fornetto Situato al centro dell’Europa, il campo di sterminio di Auschwitz Birkenau divenne operativo nel 1941. Attraverso le ferrovie i nazisti vi deportarono, a partire dal 1942, gli ebrei provenienti dall’Europa occidentale e meridionale, dal 1944 essi venivano fatti scendere dai convogli direttamente all’interno del campo e passavano la “selezione” che determinava chi sarebbe sopravvissuto per il lavoro e chi, circa l’80%, sarebbe stato eliminato dopo poche ore dall’arrivo. I pochi scelti per il lavoro venivano immatricolati con un tatuaggio sull’avambraccio, e subivano ogni giorno appelli e torture. Alloggiavano in baracche, ricevevano poco cibo in attesa di passare loro stessi per le strutture di messa a morte per i motivi più diversi o semplicemente a causa della debolezza. I beni dei deportati venivano sistematicamente predati all’arrivo e smistati in una struttura del campo denominata Canada. L’eliminazione dei cadaveri divenne presto uno dei principali problemi per i nazisti che in principio e nei momenti di massimo “lavoro” bruciarono i cadaveri all’aperto seppellendoli in enormi fosse comuni. Dal 1943 vennero messe in funzione due coppie di edifici gemelli, i Krematorium 2 e 3, e 4 e 5, dove il processo di messa a morte e di smaltimento ed eliminazione dei cadaveri fu organizzato come in una moderna fabbrica a ciclo continuo. Le vittime dovevano spogliarsi in una grande stanza con l’illusione di essere condotte alle docce, poi in migliaia venivano stipati in una stanza con false docce nella quale veniva introdotto il gas che in circa 20 minuti ne provocava la morte tra orribili sofferenze . I cadaveri venivano poi estratti dalle camere a gas e spogliati anche dei capelli e dei denti d’oro. La fase finale avveniva nella sala forni dove i corpi erano ridotti in cenere. Le strutture della morte vennero distrutte dai nazisti in fuga all’arrivo degli Alleati. Rimasero piani costruttivi, macerie ma, soprattutto, testimonianze dei pochissimi sopravvissuti.

...la liberazione...

Liberazione
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Gaza: l'Inferno dei deboli (quando le vittime diventano carnefici)
 
Bimbi-in-fuga
AP - testa  










 
Demolizioni_palestina Dima03












 
Sabra_chatilla_refugees Sabra-chatila

domenica 24 gennaio 2010

Candidature: scoppia la Seconda Guerra di Troie

Graziana-capone Il gran ritorno delle veline-candidate: tutte in lista su ordine del Cavaliere - Dal Veneto al Lazio, Berlusconi ha chiesto di avere "una quota riservata" per le sue scelte - Tra i nomi: Francesca Pascale, Chiara Sgarbossa, Graziana Capone e Daniele Martani

(di Francesco Bei - Repubblica)

"...questo Migliori avrà anche esperienza ma non ha proprio il fisico adatto, qui ci vuole una bella donna". Decisamente non ha fatto colpo sul Cavaliere l'ex An Riccardo Migliori, salito ieri a palazzo Grazioli per perorare la sua candidatura a governatore della Toscana. Il fatto è che la preferenza del premier per il sesso femminile (che nel caso toscano dovrebbe portare alla scelta di Monica Faenzi, ex sindaco di Castiglione della Pescaia) abbraccia tutto lo Stivale.

 

Ci risiamo? Stavolta, oltretutto, senza nemmeno l'impiccio di una Veronica che - come accadde in occasione delle ultime europee - protesta contro il "ciarpame". Insomma, sembra che da qualche giorno a palazzo Grazioli sia ricominciato un certo andirivieni. Ed è il primo indizio. Silvio Berlusconi ha poi ripreso da un paio di settimane a frequentare il negozietto di bigiotteria a via degli Astalli, dove vendono le famose farfalline e tartarughine. E siamo al secondo indizio. Inoltre c'è il tam-tam di "Radio Pdl", che riferisce di una precisa richiesta ai coordinatori che stanno compilando i listini delle regionali: in ogni Regione due posti vanno lasciati a disposizione "per il Presidente".
     
 A chi andranno questi seggi (sicuri) che la legge attribuisce al governatore vincente? Le indiscrezioni puntano sempre al medesimo identikit: donna, giovane e carina, spesso legata allo "showbiz". (...insomma, siamo nel solito serbatoio che credevamo ormai abbandonato: troiette, veline, letterine, meteorine, isoline... tutto, pur di schivare il rischio di imbarcare delle cervelline, magari bruttine... NdR)     
Silvio-berlusconi-gesu La bella Francesca Pascale, del club "Silvio ci manchi", (una cosa seria, guardate qui...) carriera comica a [Telecafone] (trasmissione cult del tamarrismo. NdR] , dovrebbe trovare rifugio nel listino laziale della Polverini. Ma si parla anche di Daniela Martani, l'ex hostess Alitalia protagonista del Grande Fratello9. Mentre Chiara Sgarbossa, ex Miss Veneto, meteorina al Tg4, ha puntato al listino di Zaia. Dalle feste a villa Certosa arriva invece la barese Graziana Capone, laurea in Giurisprudenza, soprannominata l'Angelina Jolie delle Puglie. Tanto per far capire come la pensava, lo scorso agosto concesse un'intervista a "Novella" in cui paragonava Berlusconi a Gesù ("come lui anche il presidente parla ai giovani") e se stessa alla moglie del premier ("magari sarò la nuova Veronica"). In alternativa a un posto da consigliere regionale, c'è chi giura che la "Lara Croft" del Tavoliere possa planare dritta all'ufficio stampa di palazzo Chigi. (...verissimo... Silvio parla ai giovani, ma, come San Francesco, anche agli uccelli, con una certa predilezione per le passere e per i merli... NdR)
Chiara Sgarbossa

 Chiara-sgarbossaC'è poi il listino della Lombardia. E qui val la pena riportare la voce che riguarda Lucia Ronzulli, la fisioterapista del Cavaliere diventata eurodeputata. Dopo l'aggressione di piazza Duomo la Ronzulli si è istallata a casa del premier per seguirne la convalescenza e la sua crescente influenza sul Capo ha dato la stura all'invidia dei berlusconiani, tanto che il nomignolo che le è stato affibbiato nel Pdl è quello di "Rasputin di Arcore". Rasputin-Ronzulli avrebbe quindi sussurrato nell'orecchio di Berlusconi il nome di un suo collega fisioterapista. Ma questi dovrà vedersela con l'igienista dentale del Cavaliere, con il suo geometra di fiducia (Francesco Magnano), con il massaggiatore del Milan e con la giovane Silvia Trevaini, già finalista di Miss Muretto, poi in forza a Studio Aperto. Proprio l'affascinante Trevaini partecipò, insieme ad altre trenta ragazze, al famoso "stage" a via dell'Umiltà prima delle Europee 2009. Quello che portò alla lettera della Lario contro Berlusconi.

Sofia Ventura, la politologa di Farefuturo che innescò per prima il caso "veline", oggi ascolta "incredula" i rumors sulle liste: "Mi auguro che non sia vero. Dopo tutto quello che è successo mi sembrerebbe davvero strano che Berlusconi facesse una scelta di questo genere. Ma forse sono solo un'ingenua". 

Tafanus AAA MASSAGGIATRICE A DOMICILIO OFFRESI. MASSIMA DISCREZIONE. CITOFONARE L.R.: No... non dobbiamo esprimere giudizi di condanna, sul Cavaliere Ammaccato. Disciamoscelo, nessuno di noi, nelle sue condizione, potrebbe rinunciare ad avere sempre accanto, h24, la sua fisioterapista di fiducia, neanche se questo dovesse comportare la sottrazione della damigella ai suoi compiti da "europarlamentare"

Come potremmo fare senza una specialista che si prenda amorevolmente cura dei nostri incisivi di ceramica, e di lenire le ferite "esterne ed interne del labbro superiore"? Si sa... sono cose lunghe, noiose, che richiedono intense attenzioni... Ma anche "l'igienista dentale"? Cosa farà mai, gli laverà i denti tre volte al giorno? oppure il Cavaliere ha capito male, perchè si tratta invece di specialista in "igiene mentale"? e il geometra? e il massaggiatore del Milan?

Lo so... anch'io, prima o poi, mi farò assistere a domicilio. Non dalla fisioterapista-eurodeputata, e neanche dal massaggiatore del Milan (mica posso permettermeli!). Ripiegherò, se c'è e se ci sta, sul raccattapalle del "Velate con Usmate F.C.". Insomma, ho bisogno di qualcuno che per pochi euri al giorno mi aiuti a raccogliere periodicamente le palle da terra, Ormai mi cascano con frequenza crescente sotto le suole, ed ho persino paura di chinarmi per raccoglierle. Magari c'è qualcuno appostato dietro... Tafanus

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venerdì 15 gennaio 2010

De minimus Buffonibus - di Alex Cariani

Alessandro-cariani

Prendo spunto da un post di Linosse per fare una piccola analisi dei "risultati" portati a casa dal "governo del fare" del signor Berlusconi, che incautamente afferma che in soli diciotto mesi l'esecutivo che guida ha ottenuto grandi risultati: visto che sia le azioni che i risultati sono pubblicati dai siti istituzionali vediamoli...

·  Nuove norme per contrastare l’immigrazione clandestina: espulsioni più facili e confisca degli appartamenti affittati agli irregolari (Espulsioni: -23%, confische di appartamenti effettuate: 0)

 ·  Ampliamento dei casi giudicabili per direttissima (Nello specifico, commercio di merci contraffatte...)

          Misure più efficaci nella lotta alla mafia (?)

Nuovi poteri ai sindaci (Vedi azioni intraprese nel bresciano...)

   Più facile la distruzione delle merci contraffatte (vedi sopra)

   Divieto di patteggiamento in appello (ovviamente, con l'aggiunta del cosiddetto "processo breve...)

 ·  Pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza: revoca della patente e confisca del veicolo (confische: -23%, patenti revocate: -45%, patenti sospese: +5%)

 ·  Piano straordinario di costruzione di centri di identificazione ed espulsione (Centri costruiti: 0)

 ·  Maggiore impiego della custodia preventiva in carcere per i reati di violenza sessuale e obbligatorietà dell’arresto in flagranza (...obbligatorio fin dal 1956...)

 ·  Estensione dell’applicazione dell’istituto del gratuito patrocinio per le vittime dei reati sessuali (disponibile dal 1978)

 ·  Introduzione del delitto di atti persecutori (stalking, persone in fermo 0, come ben noto dalle cronache giudiziarie. Semplicemente è previsto il reato di stalking, ma non la carcerazione preventiva per chi ne è colpevole)

 ·  Limitazione all’applicazione dei benefici penitenziari (solo per alcune tipologie di crimine ma non per i reati la cui pena massima non ecceda i 10 anni. Praticamente, a parte l'omicidio, tutti i reati del CPP...)

 ·  Analisi, conservazione e distruzione dei campioni biologici e Cancellazione dei profili del DNA (C'è scritto proprio questo, ma che vorrà mai dire ? Che i campioni di DNA vengono distrutti immediatamente dopo la loro registrazione ?)

 ·  stituzione e organizzazione del Laboratorio Centrale del DNA presso il Ministero della Giustizia e della Banca Dati Nazionale del DNA presso il Ministero dell’Interno

 ·  Nuove norme in materia di immigrazione e reato di ingresso e soggiorno illegali dello straniero (Certo, introduzione del reato di "immigrazione clandestina". Da cvontestare in fragranza di reato...)

 ·  Norme più efficaci per il contrasto alla criminalità organizzata, esclusione dalle gare d’appalto per mancata denuncia di estorsione (Quindi l'esclusione scatta per chi non denuncia. MA non per chi minaccia e nemmeno per chi non consegna il certificato antiracket, non più necessario...)

 ·  Disposizioni per rendere più incisiva la lotta alla criminalità diffusa (???)

 ·  Regolarizzazione di lavoratori extracomunitari impiegati come colf e badanti (per chi è riuscito a farlo, stante l'impossibilità di accedere al sito del ministero degli interni... le regolarizzazioni ad oggi sono pari al 4% delle richieste...)

 Qualche notiziola: le dichiarazioni sui mirabolanti successi sono facilmente reperibili sul sito www.governo.it mentre i risultati pratici sono su www.interno.it Impressionante, vero ?

Relativamente ai mirabolanti risultati economici faccio una veloce tabella, ovviamente pubblicata sul sito ISTAT www.istat.it

 Quindi: i prezzi alla produzione calano, mentre al dettaglio salgono, la produzione cala sostanzialmente mentre salgono le ore di cassa integrazione, il peso fiscale sale (altro che "non metteremo le mani in tasca agli italiani") mentre il prodotto interno lordo crolla.

In funzione di questo il livello di disoccupazione dichiarato sale all'8,3% (e quelle effettivo secondo le metodologie in uso in Germania vale il 14,6%) mentre l'incremento delle retribuzioni al netto dell'inflazione (dichiarata, si badi bene) vale il fantastico 0,2%, che in concomitanza della diminuzione dei servizi prestati dalle pubbliche amministrazioni diviene pari allo 0,8%. NEGATIVO...

Devo commentare questi dati oppure ritenete sia superfluo ? Tenete conto che un Amministratore delegato di una normale azienda con gli stessi numeri sarebbe mandato a casa  senza liquidazione..."

Alex Cariani

 

martedì 12 gennaio 2010

Petrolio, terrorismo ed esportazione di democrazia - di Alex Cariani

Alessandro-cariani Se il sottoscritto decidesse, per qualche strano motivo, di recarsi in uno stato estero ove risulti in vigore una legge che prevede l’obbligo di bere latte rancido di capra due volte al giorno e si rifiutasse di ottemperare alla regola, probabilmente incontrerebbe l’appoggio incondizionato di Bossi o del gruppo vacanze Piemonte verdevestito (“…sono dei selvaggi…”) e la garanzia di qualche problemino causato dal governo locale.

Ora, facciamoci qualche utile domandina legata alla permanenza dei nostri (e altri) soldati in Afghanistan, Yemen et similia.

Ricordate che la seconda guerra nel golfo persico è iniziata nell’ottobre del 2001 successivamente alla nota vicenda dell’11 settembre, con l’esplicito obiettivo di distruggere il regime Talebano che (secondo le informazioni di “intelligence” fornite dall’allora presidente  G.W. Bush) aveva assicurato appoggio logistico agli attentatori negli Stati Uniti partendo dall'Afganistan e dallo Yemen.

Va sottolineato che questa ricostruzione è stata successivamente sbugiardata da innumerevoli articoli che dimostravano in maniera inconfutabile che se eventuali appoggi vi erano stati provenivano dall'Arabia Saudita, che uno dei presunti "attacchi" agli USA (quello dell'antrace) era in realtà da considerare terrorismo interno (l'FBI ha attribuito l'attacco ad un proprio collaboratore, Bruce Edwards, suicidatosi nel 2008).

Ora, qualcuno dei raffinati "intelligence men" si è chiesto quale sia l'affidabilità da attribuire ad un genio della lampada che, peraltro denunciato dallo stesso padre, si imbarca su un aereo con un petardo nelle mutande e si fa (letteralmente) soffriggere gli zebedei in onore del Corano? In primis, lo stesso Maometto riterrebbe questo mentecatto solo un povero idiota, ma si permetterebbe (correttamente, peraltro) di segnalare agli efficientissimi addetti alla sicurezza USA di procedere al proprio reimpiego quali addetti alla pubblica pulizia o in seconda scelta quali tester per supposte ad alto potenziale. Cosa che peraltro è stata correttamente identificata anche dal presidente americano che ha parlato senza mezzi termini di "imperdonabili errori di valutazione"...

A parte che questa espressione appare più o meno come un elegante eufemismo e siccome non siamo nati ieri, appare alquanto stimolante valutare il motivo per cui a qualcuno improvvisamente appare interessante  una della nazioni più sfigate del pianeta, lo Yemen.

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Dovete sapere che questa nazione, che detiene la poco invidiabile caratteristica dello stato più povero della penisola arabica, ha una condizione politica sostanzialmente dittatoriale che, oltre che vedere la presenza di forze riconducibili ad Al-Qaeda,  ha presenze Marxiste-Leniniste situate nel sud Yemen. In effetti questa nazione risulta essere un amalgama sintetico creato dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1990, quando la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen [o Yemen del Sud] ha perso uno dei suoi maggiori sponsor all’estero.

L’unificazione forzata dalle nazioni unite  della Repubblica Araba dello Yemen del Nord con la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen del Sud ha portato ad un ottimismo di breve durata, che è terminato con una breve guerra civile nel 1994, quando le fazioni dell’esercito del sud hanno organizzato una rivolta contro quello che vedevano come il governo corrotto dello stato amico del presidente del nord Ali Abdullah Saleh.  Il presidente Saleh è rimasto a capo di una dittatura dal 1978, prima come presidente dello Yemen del Nord (la Repubblica Araba dello Yemen) e a partire dal 1990 come presidente del nuovo Yemen unificato. La rivolta dell’esercito del sud è fallita quando Saleh ha reclutato al-Fadhli ed altri salafisti yemeniti, seguaci di un’interpretazione conservatrice dell’Islam, oltre ai jihadisti per combattere contro le forze marxiste del Partito Socialista dello Yemen meridionale.

Ora, dovete sapere che questo presidente-dittatore Saleh è ben appoggiato dalla vicina Arabia Saudita, ma traballa dal 2008 a causa dello stato sostanzialmente fallimentare in cui versano le casse statali, che hanno causato forti moti popolari nel 2007 e nel 2008, sfociati in manifestazioni di massa dei dipendenti statali, stanchi dei protratti mancati pagamenti degli stipendi.

Questa situazione fallimentare appare incredibile in quanto nella zona a sud del paese sono stati identificate aree di elevato interesse economico in quanto saturi di marker di gas naturale e di giacimenti petroliferi off shore. Total ed Exxon ritengono che nella zona si possano identificare almeno tre zone ad alta potenzialità estrattiva, in volumi tali che "...lo Yemen conterrebbe “abbastanza petrolio non sviluppato per soddisfare la domanda di petrolio del mondo intero per i prossimi cinquanta anni con volumi simili a quelli Sauditi".

Masila Basin e Shabwa Basin nello Yemen secondo quanto riportato dalle società petrolifere internazionali conterrebbero “scoperte di ordine mondiale” sia per quanto riguarda giacimenti di gas naturale che di greggio in classe A1.

LocationYemen In aggiunta a queste interessantissimi informazioni in questo paese è stato installato il sito di Bab-al Mandaab, uno dei sette siti checkpoint del trasporto petrolifero mondiale.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia del governo USA cita che “la chiusura di Bab el-Mandab potrebbe impedire ai tanker provenienti dal Golfo Persico di raggiungere il Canale di Suez (complesso del Sumed), ridirigendoli intorno alla punta meridionale dell’Africa. Lo stretto di Bab el-Mandab è un checkpoint tra il corno d’Africa e il Medio Oriente, ed un collegamento strategico tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Indiano”. In altri termini, il petrolio e gli altri prodotti di esportazione dal Golfo Persico devono passare per Bab el-Mandab prima di entrare nel Canale di Suez e viceversa.

Nel 2006 il Dipartimento per l’Energia a Washington ha riportato che si stima che 3,3 milioni di barili di petrolio al giorno passino attraverso questo stresso passaggio marittimo per l’Europa, gli Stati Uniti e l’Asia.

La gran parte del petrolio, pressappoco 2,1 milioni di barili al giorno, va verso nord attraverso Bab el-Mandab verso il complesso di Suez/Sumed nel Mediterraneo. Un pretesto per la militarizzazione da parte degli USA o della NATO delle acque circostanti Bab el-Mandab sarebbe per Washington un’altra importante tappa nel suo perseguimento del controllo dei sette chokepoint più critici del mondo, la parte principale di ogni futura strategia americana finalizzata alla gestione in toto dei flussi del petrolio verso Cina ed l’Unione Europea.

Ciò significa che nel caso in cui si sviluppassero i giacimenti off shore nelle vicinanze dell'isola di Socotra, circa il 31% dei volumi petroliferi mondiali verrebbero gestiti in quasta zona, tristemente famosa anche per la presenza costante di pirateria. In aggiunta, risulta chiaro che il controllo di questa zona servirebbe quale deterrente nei confronti del Regno Saudita dal considerare la transazione delle vendite future del petrolio con la Cina o con altri non più in dollari, come è stato recentemente riportato dal giornalista inglese indipendente Robert Fisk. Sarebbe inoltre nella posizione di minacciare il trasporto del petrolio della Cina da Port Sudan sul Mar Rosso appena a nord di Bab el-Mandab, un’ancora di salvezza fondamentale per le necessità energetiche nazionali cinesi.

Ed ecco che miracolosamente una testa calda proveniente dallo Yemen decide con l'ausilio di un petardo nelle mutande di sterminare pacifici cittadini americani... Ed  anche in questa interessante storia l'Attivissimo Attivissimo non trova nulla di strano. No bufala ? No Party! Ma che coincidenza...

Ricordatevi però che a pensar male...

Alex Cariani


martedì 5 gennaio 2010

"Riforme condivise", vulgo: "Qui comando Io" - di Paolo Farinella, prete

Paolo-Farinella Il discorso ecumenico di fine d’anno del Presidente della Repubblica ha dato la stura alla feccia e alle fogne. In un tempo normale, sarebbe stato un discorso sereno e di respiro pacificante con uno stimolo alla speranza. Sarebbe stato … se non fosse …! Infatti, così fu.

Il Presidente non aveva ancora chiuso la sua augusta bocca che subito cominciano i botti di capodanno, specialmente sulla sponda destra del Paese, per festeggiare il grande equilibrio, lo spirito unitario e specialmente il richiamo alle riforme che la ministra Carfagna, esperta in materia, vorrebbe anche che fossero fatte «con amore» e magari fissate su calendario finto Pirelli. Detto e fatto. Bisogna fare subito le riforme: lo dice anche il Capo dello Stato. Al convito di nozze delle riforme bisogna invitare anche l’opposizione. Quale opposizione? Non certamente quella che c’è, ma solo quella la Destra vorrebbe e vuole, anche a costo di comprarla al mercato. Berluskonijad infatti il domenica 3 gennaio, sistemate le bende va al supermercato a comprare un par di chili di «manzo condiviso». Com’era bello il vostro presidente, con le bende del martirio!

Si dice che la cantina di Arcore sia piena di poster formare 6x6 con la sua faccia sanguinante che dai muri delle città «colpirà» a morte, ma sempre con amore, i distributori dell’odio per le prossime elezioni regionali. Una commissione sta già lavorando per le prossime politiche: invece dell’album di foto di «Una famiglia italiana», distribuirà «porta-a-porta» una reliquia fatta con le bende e specialmente con la camicia che in tutto il parapiglia non si è sporcata nemmeno di una goccia di sangue. E’ stato un miracolo! Don Verzè glielo aveva anticipato: Tu sarai miracolato sulla via del Duomo. Tocchetti di malta e silicone che ricoprivano la guancia sinistra colpita (ah! la sinistra fonte di perenne dolore!), verranno messe all’asta e il ricavato andrà in beneficenza al sereno, mitico, sano partito dell’Amore. Lui lo dice sempre: chi ama deve pagare!

Dal canto suo la sinistra – ohibò, non esageriamo! –, ma sarebbe meglio dire la destra che gira tanto su se stessa che qualche volta si trova per caso a sinistra e si confonde, fa di tutto per facilitare l’en plain. Chi fosse incredulo faccia un pellegrinaggio in Puglia o in Lazio e si accorgerà che tutto è pronto per incoronare Berluskonijad 1° presidente a vita dei resti archeologici della ex sinistra, ora riformista, forse centrista, probabilmente destra che non disdice di svoltare a sinistra quando si tratta di fare riforme condivise.
Attenzione! Caduta Duomi                 
Nuova-segnaletica Bersani è coccolato da tutta la destra e Berluskonijad manda ogni sera Bonaiutì, Bondi e Brunetta a rimboccargli le coperte, a cantargli la ninna-nanna e a a suonargli il serpente a sonagli per incantarlo. Con Bersani, sì che si può parlare: è persona seria, non disdice il salvamento del capo da quei cattivi dei giudici, e poi anche lui vuole  «più potere al premier» perché così qualche volta può andare a pescare a Piacenza tranquillo e coltivare gli affetti «condivisi» in famiglia; tanto di là c’è lui che comanda sia la maggioranza che l’opposizione. Meno male che non siamo al tempo di Troia perché allora si diceva che «Timeo Danos et dona ferentes – Temo hgli sciacalli berlusconiani anche quando portano doni». Ma no, Bersani è come il gas «gli dà una mano».

La Moratti si chiama Letizia ed è così lieta del centenario di Bettino che ad ogni costo gli vuole intitolare una via, ma ha un problema: «Via Bettino Craxi» potrebbe essere equivocato e tutti potrebbero intendere «Fuori Bettino Craxi». Che fare? Come onorare uno «statista»che tanto fece per l’Italia e per la «Milano da bere»? Gli si potrebbe dedicare il carcere di Opera con un cartiglio: «A Bettino Craxi che questo carcere non ospitò perché da ladro di Stato, corruttore e corrotto, per il rotto della cuffia riuscì a scappare a spese degli Italiani, fregandoli anche da latitante. Al grande Ladro, donna Letizia pose in memoriam». Oppure si potrebbe optare per mettere una targa a Montecitorio: «In questa casa del popolo espresse l’arte sua migliore di politico socialista e sognatore del sol dell’avvenire: qui fu maestro di furto con destrezza, di corruttela con garbo, di politica con amore a pagamento. Monito d’esempio perenne ai nuovi inquilini. Devoti posero i figli naturali, il figlio prediletto Berluskonoijad e tutti i delinquenti latitanti. Una prece».

Un mio amico prete con delicatezza mi ha fatto osservare che le mie note trasudano «astio», parola ripetuta più volte e solo due volte ha detto anche la parola «odio», dichiarandosi preoccupato di dovermi poi difendere anche di fronte a chi dà giudizi negativi. Siccome stimo questo mio amico, ho riflettuto molto sulle sue parole e ho fatto anche un radicale esame di coscienza, andando a rileggere qualche nota precedente. Mi sono detto: chissà che leggendo a freddo no venga fuori anche da me questo sentimento di «astio». Devo però dire che non ho trovato in me e nei miei scritti tracce di «astio» e tanto meno di «odio». Non conosco questi due sentimenti che non mi appartengono per natura, né per formazione né per lavoro di profondità fatto in me per anni e anni. Ho controllato di corsa anche le migliaia di e-mail ricevute da uomini, donne, anche preti, credenti e non credenti e alcuni hanno da eccepire sul «tono» (a occhio il 5%), mentre il restante 95% condivide in tutto o in parte. Solo tre lettori (un uomo e due donne) mi hanno chiesto «perché odio così tanto Berlusconi». Altre due persone mi hanno chiesto di essere depennati dalla lista che compare circa un migliaio di nomi.

A questo punto, tiro io una conclusione. Se qualcuno percepisce sentimenti che io non nutro e non ho, vuol dire questi ha un problema che deve risolvere e forse non è un problema di astio, ma di altro genere che bisogna indagare e chiamare per nome. Voglio dire che forse sotto c’è dell’altro, situato a livello d’inconscio che non viene a galla o gli si impedisce di venire a galla. Molti mi scrivono «lei ha coraggio». Io rispondo, ed è la verità: non è coraggio, ma solo coerenza con la propria coscienza e con la fede. La materia poi non rientra tra quelle definite della dottrina, ma deve essere illuminata dalla dottrina, altrimenti noi predichiamo in un modo e viviamo in un altro e questo non sta bene. Se criticare il governo e i comportamenti personali del presidente del consiglio e i le sue leggi che cozzano alla grande con i principi cristiani che lui dichiara «essere al centro dell’azione del suo governo» dà fastidio alla gerarchia cattolica, il vescovo mio ha un solo obbligo di coscienza: dimettermi da parroco. Lui però sa che non può fare a norma di diritto. Io penso che quando il presidente del consiglio scrive pubblicamente al papa che «i principi cristiani sono al centro del governo da me presieduto», i pareti, i parroci, i vescovi, le suore, i cardinali, il papa, i santi e le sante, atei e non credenti dovrebbero sorgere come una sola cosa e rovesciare il suo palazzo come una calza e buttarlo nella spazzatura non riciclabile, magari in un inceneritore che lui stesso ha atto finta di inaugurare. Io so e vedo che l’apparato ecclesiastico tace e disorienta il suo popolo. Voglio sapere se per interesse o per complicità di altro genere.

Per gli stessi motivi che io scrivo, nel 1977 il cardinale di Milano, Giovanni Colombo, ridusse allo stato laicale un prete, Don Marco D’Elia, che criticava ferocemente la dc milanese (oggi confluita nella Lega e nel pied-à-terre berluscononia), Comunione e Liberazione e una parte della chiesa ambrosiana per gli illeciti affari immorali «condivisi». A distanza di 33 anni, oggi quel prete viene riabilitato da un altro cardinale, Dionigi Tettamanzi, che lo ha riammesso nel clero milanese. La cosa tragica è che nella Messa di ringraziamento con lui hanno concelebrato il Decano che si è operato per riammetterlo e tre preti. Solo tre preti su circa un migliaio di preti milanesi. Hanno fatto bene perché si sarebbero sentiti a disagio (per non dire altro). E’ meglio che il mio vescovo non faccia nulla perché mi costringerebbe a vivere almeno altri 33 anni in attesa che un altro cardinale dopo di lui, ripeta la riparazione. E’ meglio lasciare le cose come stanno.

Ai preti che mi telefonano e mi scrivono per incoraggiarmi ed esprimermi in privato la loro solidarietà, do la mia gratitudine, nulla pretendendo da loro e niente chiedendo, nemmeno che mi difendano perché non so da cosa debbo essere difeso. Si vuole dire che sono pazzo? Lo si dica! Si vuole dire che sono strano? Non equilibrato? Poco sacerdotale? Io garantisco la libertà di pensiero e di espressione. Nessuna paura! Pongo a tutti pero, una semplice domanda che non può essere elusa: le cose che dico «sono vere o sono false»? Il resto è pula che il vento disperde.

Verrà un giorno, in cui a noi verrà chiesto conto di dove eravamo in questi tempi, in questi giorni. Ebbene, io non voglio essere nel mucchio degli ignari e degli ignavi. Sbaglio o indovino, io voglio rispondere all’appello: «Presente. Io c’ero e ho dato del mio».

Paolo Farinella, prete - Genova, lunedì 4 gennaio 2010.-
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venerdì 1 gennaio 2010

Letizia Brichetto Moratti Viendalmare vuole un parco intitolato a Bettino Craxi, morto in latitanza

Teheran Teheran 2009 come Bucarest 2009? È caos in Iran. La polizia ha fatto irruzione nell'ufficio dell'ex presidente riformista, Mohammad Khatami, usato i gas lacrimogeni per disperdere l'opposizione che protestava per la morte del nipote di Mir Hossein Moussavi e ha arrestato almeno sette figure di spicco del fronte riformista.

I SENZA VERGOGNA: Il sindaco "regala" un parco a Bettino Craxi - A dieci anni dalla morte del leader socialista, Letizia Moratti decide di ricordarlo alla città intitolandogli una via o un'area verde del centroA dieci anni dalla morte, il sindaco ha deciso di intitolare una via o un parco di Milano a Bettino Craxi. La notizia filtra da Palazzo Marino in attesa dell'ufficializzazione che dovrebbe avvenire il 19 gennaio quando il presidente della Repubblica e il premier Berlusconi ricorderanno ufficialmente il leader socialista. I tecnici del Comune sarebbero però già al lavoro per individuare l'area più adatta che il sindaco vorrebbe comunque nel centro della città. Una scelta destinata a creare polemiche come già avvenne quando a prendere l'iniziativa, poi abortita, era stato l'allora sindaco Gabriele Albertini e che per questo non sarebbe stata resa ancora pubblica. Anche se il sindaco sarebbe convita che questo sia il giusto riconoscimento "per un uomo che ha dato una svolta al Paese".  (29 dicembre 2009) (Repubblica.it)

La first sciura proprio non riesce a farsene una ragione: Bettino non è morto da eroe in esilio, ma da pregiudicato in latitanza. E ai pregiudicati non si intitolano parchi, o piazze, e neanche vicoletti. Perchè non intitolare "un parco" a Peppino Impastato, che in difesa della legalità ha dato la vita?
Tafanus

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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