sabato 30 ottobre 2010

Lettera aperta di Luigi Lunari a Roberto Formigoni

Egregio e caro Presidente,

Lunari-luigi non so quale dei Suoi diaconi leggerà questa lettera, ma spero proprio che finisca anche sotto i Suoi occhi. Sono un cittadino con una certa qualificazione professionale: nel mio "mestiere" sono anzi nel gruppetto di testa al mondo, come è facile verificare su Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Lunari .

Pur da sinistra, ho sempre apprezzato la "rettilineità" della Sua vicenda politica, sotto ogni profilo. Un paio di giorni fa leggo sul Corriere della Sera questa frase, riferita a una persona che fino a un minuto prima (riconosco qui la mia ignoranza) mi era del tutto sconociuta:

"...Nicole Minetti, l'ex igienista dentale di Berlusconi e ballerina di Colorado Cafè, in marzo paracadutata dal premier nel "listino bloccato" formigoniano che l'ha fatta eleggere nel Consiglio della Regione Lombardia". Sono corso al sito, ho visto la foto del Consiglio stesso, dove figura una sola donna: evidentemente lei, Nicole Minetti.  (Devo dire però che se anche le donne fossero state dieci, i lunghi capelli, e forse il tubino nero mi avrebbero portato - non so perchè – ad una sicura identificazione). Ora, io sono stato giudice di pace, e so che prima di giudicare è giusto sentire tutte le parti in causa.  Mi piacerebbe sapere da Lei (magari tramite qualcuno dei Suoi innumeri segretari, collaboratori, amanuensi, tirapiedi, portaborse e via dicendo) qualcosa di più di questa storia. Per esempio, le qualificazioni culturali e politiche della suddetta signora, il come e il perchè è arrivata costì dal Colorado Cafè o dalle "stanze" del nostro amato premier. 

Se - come ahimè  sospetto - la cosa è "sporca" (ma ripeto: per un giudizio aspetto la Sua o/e Vostra versione), il tutto è un furto ai danni della cosa pubblica, e quanti vi si sono prestati sono dei "ladri".  In questo caso io non Le chiedo di vergognarsi (perchè in questa valle di lacrime succede questo ed altro), ma neanche di rispondermi che tutto si è svolto in perfetta regola e nel pieno rispetto di ogni legalità.  Perchè in questo caso mi sento di rispondere che se   la "legalità" rende possibili queste cose, la legalità stessa non basta più. 

Come insegnano anche i gesuiti del XVII secolo, di fronte all'impossibilità di ogni altra via, non deve essere esclusa la violenza.  Da tempo vado sostenendo che c'è molta gente in Italia che dovrebbe cominciare ad aver paura ad uscire di casa. Sono un pacifista, considero la qualità di "imbelle" un titolo di merito, mi fanno orrore i kamikaze ispirati dall''integralismo intransigente (compreso Sansone), ma confesso che mi prudono le mani.

Un’ultima cosa:   è possibile entrare a far parte del Consiglio Regionale?  (Un bello stipendio mi farebbe comodo!) Che cosa dovrei fare?  Quanto costa?

Con molti cordiali saluti,

Luigi Lunari

Minetti-nicole
...Nicole Minetti "prima e dopo la cura"...

Carlo Luigi,

anche se raramente, ti sento sempre con piacere. Spero che le tue richieste siano esaudite. Nel frattempo posso dirti io sulla Nicone Minertti, qualcosa che il rappresentante di Comunione & Ristorazione" non ti dirà mai. Ad un certo punto della sua brillante carriera, la Nicole Minetti, professione Igienista Dentale, per avere costantemente sotto cura i 64 denti di Berlusconi, si era trasferita stabilmente nella villa arcoriana di Cialtronescu. Non è facile tenere in ordine questo sterminato esercito di denti!

Spero anche che vada in porto la tua richiesta non già di un lavoro (il lavoro è faticoso) ma di un posto - e del relativo stipendio - presso il Consiglio Regionale. Just in case, ti chiederei di ricordarti degli amici. Mi accontenteri anche della posizione di tuo portaborse (purchè le tue borse siano leggere (...sai... l'età...).

Con immutato affetto. Un abbraccio a te e a Lola
Antonio

venerdì 29 ottobre 2010

Il Bunga Bunga di Berlusconi sulla stampa estera - L'immagine dell'Italia sempre più in alto, come la grappa Bocchino

Villa-san-martino-x

-1) El Mundo
Un escándalo erótico-festivo vuelve a salpicar a Berlusconi

-2) El Pais
Una menor marroquí implica a Berlusconi en otro turbio episodio sexual

-3) El Pais
"Liberadla, es la sobrina de Mubarak"

-4) The Guardian
Silvio Berlusconi denounces furore over links with 17-year-old girl

-5) La Libre Belgique
Nouveau scandale sexuel autour de Berlusconi  en Italie

-6) Les Echos
Berlusconi: la gauche veut des explications sur un scandale sexuel

-7) Liberation
Berlusconi et la petite voleuse

-8) La Nacion
Otro escándalo sexual salpica a Berlusconi

-9) The Washington Post
Berlusconi dismisses prostitute reports as 'trash'

-10) The Telegraph
Silvio Berlusconi gave me cash after we had sex, says teenager

sabato 23 ottobre 2010

Un'occasione da non perdere: un "viaggio della memoria" ad Hammamet

...arrivano tutte a me...

Hammamet
_____________________________________________________________________________________

Una fantastica opportunità: un viaggio di 4 giorni (trasferimenti inclusi), con due visite alla tomba di Bettino. Resto del tempo a disposizione per shopping e turismo. Solo 460 euri. Il viaggio è organizzato dai "Socialisti Riformisti del Popolo della Libertà, attuali alleati dei post-fascisti. Con un po' di culo, potreste persino conoscere (incluso nel prezzo), Stefania Craxi, Chiara Moroni, o addirittura Margherita Boniver... Matteotti si starà rivoltando nella tomba... Tafanus

mercoledì 20 ottobre 2010

Piccoli Rottamatori Crescono: due grandi statisti, Matteo Renzi e Giuseppe Civati, salveranno l'Italia.

Tafanus ...ora, finalmente, intravediamo una lucina dall'altra parte del tunnel... sono i due giovani emergenti, Renzi & Civati, che ci guideranno verso la salvezza. Il tutto avverrà in soli tre giorni (mica come quel fannullone che ci ha messo ben sette giorni per creare il mondo... a loro per ricreare l'Italia ne basteranno tre). Ecco come l'agenzia ASCA riportava la buona novella:

(ASCA) - Firenze, 18 ott - Dall'incontro dei cosiddetti "rottamatori" in programma dal 5 al 7 novembre uscirà una ''carta di Firenze", la sintesi delle nostre idee per il nostro futuro. Perchè con le loro idee è già difficile il nostro presente''. Lo afferma il sindaco di Firenze Matteo Renzi (promotore, insieme a Giuseppe Civati, dell'appuntamento "Prossima fermata, Italia") sul suo profilo Facebook.

''Passano gli anni ma i problemi del nostro Paese sono sempre lì. E sempre lì sono anche i leader della politica, che non si schiodano dalle proprie poltrone nemmeno dopo le sconfitte elettorali'', afferma Renzi, sottolineando che ''pensano di offenderci chiamandoci "giovanotti", ci accusano di essere sfasciacarrozze''. Ma ''hanno già avuto la loro occasione, l'hanno sfruttata come abbiamo visto, adesso tocca ad altri''. Per questo, spiega, ''non parleremo male di nessuno, non parteciperemo a nessun derby tra gli storici capipopolo, non saremo né una corrente ne' uno spiffero. Vogliamo solo dire cosa ci sta a cuore. Dunque non staremo dietro al chiacchiericcio autoreferenziale, alle polemiche tra dirigenti, alle ambizioni dei singoli. Parleremo di questioni vere. A costo di sentirci dire che siamo antipolitici proporremo di dimezzare i parlamentari da subito, dimezzando anche le indennità: mille sono troppi, il loro stipendio è squilibrato rispetto al lavoro che fanno. E vogliamo sceglierli noi, con i voti. Non farli scegliere a Roma''. Tra gli altri temi, si parlerà di ambiente, di beni culturali, di riforma fiscale, di università.
(Yahoo, fonte ASCA)

Caspita! mi sembra un grande programma. Cose come "dimezzere il numero dei parlamentari", o "vogliamo scegliere chi ci governa", sono cose così innovative che non si erano mai ascoltate prima! O almeno, si erano sentite, ma non più di un migliaio di volte! Dimezzare il numero dei parlamentari è il pezzo forte di ogni comizio. Standing ovation assicurata. Anche quella degli stipendi, funziona. Peccato che nessuno, con la storia degli stipendi, abbia il coraggio di cominciare a dare il buon esempio di persona. Così, tanto per togliere agli altri, alla "vecchia politica", qualsiasi alibi! E peccato che non abbiano rifiutato di essere "nominati" con un sistema elettorale che detestano. Insomma, Renzi è stato "nominato" sindaco dal PD, e lo sa. O no?

  Renzi-matteo1    Civati-giuseppe
Renzi                                             Civati

Poi, fra pochi giorni, dopo aver parlato per tre giorni di cose di cui nessuno ha mai osato parlare prima (per esempio di ambiente e riforma fiscale) torneranno alle loro amate poltrone, assegnate per cooptazione, per spiegarci che il sistema della cooptazione non va bene. Ma la cosa esilarante è che queste grandi idee di "rottamazione", senza un parallelo "progetto esecutivo" di costruzione, è da una vita che le sentiamo. E finalmente sembra che anche la gente cominci ad essere stufa di rottamatori che mai, neanche per errore, si lasciano sfuggire qualcosa di sensato e di dettagliato sul "dopo".

E' un fatto che i rottamatori alla Renzi, alla Di Pietro, alla Grillo, non sono neanche entrati nelle dieci "nominations" delle nostre artigianali primarie; così come il Civati (pardon, "Ciwati", come si fa chiamare sul suo blog: fa più moderno), a due giorni dall'inizio del nostro sondaggio, e con più di 250 voti già espressi, sembra che non stia raccogliendo esattamente un consenso plebiscitario).  Ora, dopo il convegnino degli sfasciacarrozze, speriamo che organizzino il convegno dei carrozzieri.Tafanus

Primarie20

 

Per dare un altro colpo a Berlusconi - di don Paolo Farinella, prete

Paolo-Farinella La sentenza della Corte costituzionale sul «Laido Alfano» ha inferto un duro colpo all’Impunito; un colpo talmente duro, perché inatteso, che sta facendo di tutto per deformare la Carta e mandare all’aria lo Stato e quello che resta della decenza democratica. Berluskonijad fa i gargarismi con il popolo, che usa come una maionese da mettere sull’insalata russa del populismo di cui va ghiotto. Nulla gli importa che il popolo abbia un limite nella Suprema Carta, il cui art. 1 solennemente proclama: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione», da cui discende che il popolo non è «Über Alles – Above All – Sobre todo», ma è «sotto» la Costituzione che ne costituisce il confine e ne determina il limite invalicabile.

Il rancido e sistematico appello «alla divinità del popolo» è una aberrazione giuridica, segno che all’attuale Corrotto e Corruttore nulla importa del popolo, ma tutto interessa pur di riuscire a fregare ancora una volta la Legge, noi e i vostri figli che pagheranno amaramente l’ignominia dell’era berlusconiana. Bisogna dargli un’altra batosta e, anche a costo di apparire ingenuo, dopo avere riflettuto a lungo, credo che possiamo dargliela e anche ben assestata.

Chi mi legge sa che non sono mai stato tenero con il PD e i suoi antenati, specialmente in questi ultimi tempi, a cominciare dai tempi delle cadute del governo Prodi. Ad esso attribuisco la maggiore responsabilità del ritorno del berlusconismo e della mancata opposizione governata di uomini di piccolo cabotaggio. Ero anche contrario ad un congresso «ora» perché c’era urgente bisogno di sostenere la casa andata a fuoco invece di cincischiare a giocare ai tre moschettieri di latta. Il Pd ha la colpa di avere fatto passare lo scudo fiscale che poteva fare cadere finalmente il governo. Non lo ha fatto colpevolmente. Tutto ciò premesso …

Il giorno 25 ottobre vi saranno le primarie del PD per eleggere il segretario nazionale tra i tre candidati, Bersani, Franceschini e Marino. Al di là e sopra i miei sentimenti, che sono ben poca cosa di fronte all’Italia, già in guerra civile, non importa chi si vota, ma è determinante andare a votare. Berlusconi teme queste elezioni e ha tutto l’interesse che a votare vada una minima parte per potere deridere e gongolare di potere governare «Forever». Bene, diamogli una lezione, una mazzata, un colpo di maglio di democrazia:

ANDARE A VOTARE ALLE PRIMARIE DEL PD PER DARE UNA MAZZATA A BERLUSCONI E ADEPTI

Non è indifferente se a votare va un milione di persone o se vanno cinque milioni o sette milioni. Poiché stiamo dimenticando l’esercizio pratico della democrazia, ritengo che sia essenziale andare per affermare che esiste «un popolo» che non si rassegna al degrado democratico e morale: «un popolo che resiste» in nome della propria onorabilità, della propria indisponibilità in nome della propria opposizione irriducibile a Berlusconi e al virus del berlusconismo che ripudia con tutte le proprie forze.

Berlusconi-coppola

Non possiamo limitarci al «mugugno» che, si dice a Genova«non costa niente». Forse resteremo delusi, ma avremmo dato una lezione irriducibile di democrazia e di presenza «politica». Non si tratta di votare PD, ma di usare il PD per un gesto supremo, forte e solenne contro una dittatura già in esercizio. E’ un dovere morale. Andare a votare alle primarie del PD è oggi una scelta istituzionale, una forma di resistenza, e l’affermazione del principio della sovranità popolare senza manipolazioni e senza leggi porcate. Invito pertanto tutti coloro che vogliono buttare fuori questo lercio governo e questa laida maggioranza ad andare a votare alle primarie del PD: votate il candidato che volete, votate vostra suocera o vostro genero, votate per il cane o per il criceto, ma andate a votare.

In modo particolare mi appello alle donne che, come Rosy Bindi, non sono e non saranno mai "a disposizione" del magnaccia, con questo voto dicono la propria indignazione anche contro le donne di destra che si lasciano infangare, usare e nominare come schiave di un sultano che non ha nemmeno il coraggio di difendersi nelle aule del tribunale. Il Diritto Canonico mi vieta di iscrivermi ad un qualsiasi partito o sindacato che sono appunto «parti», ma ritenendo queste elezioni un «atto prepolitico e resistenziale», andrò a votare perché come cittadino sono impegnato in prima persona per il miglioramento della vita della mio Paese e per la sua dignità di popolo civile che si nutre di legalità e laicità. Io ci sarò, spero che saremo tanti da offuscare il sole e distruggere il nano di Casoria.

Paolo Farinella, prete
____________________________________________________________________________________

Caro Paolo, a beneficio di chi si fosse perso il primo ed unico dibattito TV fra i tre candidati, (moderato da Mannoni), andato in onda su youdem.tv, e pubblicato su RepubblicaTv, ho messo da poche ore un post coi links alle tre parti in cui è suddiviso il filmato: [Il dibattito TV fra i tre candidati]
Tafanus
Bookmark and Share

sabato 16 ottobre 2010

Per il repubblichino La Russa non c’è rimedio e salvezza - di don Paolo Farinella

Paolo-Farinella Doveva essere una missione di pace; ce l’hanno venduta per una pacifica missione; sono andati armati fino ai denti; in una terra non loro, in un paese che non conoscevano ammazzano a più non posso donne, bambini, anziani e innocenti, a questi sono errori, sbagli umani; pinzillacchere diceva Totò.

Se gli Afghani che sono nella loro terra (anche i Talebani sono afghani) possono o non possono rispondere e/o difendersi dagli attacchi di eserciti stranieri che hanno occupato un paese perché alla ricerca di Bin Laden che però pare che in Afghanistan ci sia solo passato? Se cercano Bin Laden perché non lo vanno a cercare? Siamo sicuri che lo vogliono trovare? Se lo trovano non finirebbe subito la guerra?, scusate “la missione di pace”?).

Ora La Russa-Mefisto vuole armare di bombe aerei e elicotteri: la Nato non aspettava altro e ha dato subito il consenso, segno inequivocabile che la guerra è guerra e lì siamo in guerra. Berlusconi e il suo governo purché faccia scelte scellerate è pronto a tutto anche ad armare il Colosseo. Il PD di Bersani invita alla riflessione: «Riflettiamo!»: una strategia da cardiopalmo perché la riflessione si sa è micidiale: se il Pd riflette, Bin Laden trema e la foresta amazzonica langue.

Nota a margine: i quattro militari che sono stati uccisi sono “martiri” della Patria? Poveretti! Vittime doppiamente: della mancanza di lavoro, del sud (su 4, solo 1 è del centro, nessuno del nord) e vittime della guerra voluta dai signori che si guardano bene dal mandarci i propri figli. Questi militari hanno fatto quattro conti in tasca: vado, li ammazzo, mi diverto, guadagno un sacco, torno, metto su casa e chi se ne frega! Non hanno calcolato la variabile: anche gli altri hanno armi, sparano, ammazzano, non tornano, ma restano, si divertono, guadagnano e chi se ne frega! Peccato che in mezzo c’è la popolazione civile presa tra due fuochi e paga per tutti.

Larussa-ignazio2 Non si va in guerra per mettere su casa, non si va in guerra per fare soldi, non si va in guerra “per menare le mani”, non si va in guerra “volontariamente”: bisogna essere malati per tutto ciò. Eppure i disoccupati creati da questo governo, i senza lavoro endemici ogni volta ci cascano perché ragionano come pazzi: «A me non succederà nulla, non può succedere nulla; io sono furbo, io!». Ecco quattro morti freschi, gli ultimi 300 solo italiani. No, non sono né possono essere eroi. Sono figli della miseria e vittime della sventurata Italia berlusconiana, vittime di se stessi anche perché hanno accettato di essere vittime della retorica patriottarda di stampo fascista. Lo stesso ministro per alimentare questa assurda ideologia vuole fare corsi di aggiornamento militare nelle scuole, a spese nostre. I soldi per questo scempio, li tira fuori il ministero della difesa, cioè Tremonti, lo stesso che ha tagliato mani, piedi, testa, polmoni, fegato e milza alla scuola pubblica per interposto ministero, quello della scuola, cioè la Gelmini. Mai decadenza fu più decaduta.

Nel giorno del funerale (12 ottobre 2010), il vescovo con le stellette, dopo avere definito i militari morti «profeti del bene comune» ha proseguito: «Tutto il Paese è raccolto simbolicamente in questo luogo. I nostri militari sono coinvolti nel grande compito di dare allo sviluppo e alla pace un senso pienamente umano. Dinanzi a tale responsabilità nessuno può restare neutrale o affidarsi a giochi di sensibilità variabili, che indeboliscono la tenuta di un impegno così delicato  per la sicurezza dei popoli». Mi dispiace per il monsignore: sarà pure tutta l’Italia, ma meno uno, il sottoscritto, che non fa parte della combriccola né dello «sviluppo della pace» costruito con le armi e gli assassinii. Solo una mente aberrante poteva definire i militari «profeti» e poi anche «bene comune»: il loro mestiere è ammazzare la gente e la violenza è insita nella loro formazione. Un vescovo che parla così ha perso la grazia del sacramento e diventa un terrorista da strapazzo. Chi parlava non era il vescovo, infatti, ma il generale di corpo d’armata alle dipendenze del ministro La Russa, notoriamente guerrafondaio dalle radici repubblichine. Al monsignore che tanto si sbraca, voglio ricordare solo un brano della Tradizione Apostolica

«Il catecumeno o il fedele che vogliono dedicarsi alla vita militare siano rimandati via perché hanno disprezzato Dio» (Ippolito di Roma, La Tradizione apostolica 16; ed. a cura di Rachele Tateo, Paoline, Milano 2010, 77; cf anche J. Daniélou, La non violence  dans l’Ecriture e la Tradition, Paris  1955).

Paolo Farinella, prete.

martedì 12 ottobre 2010

Scuola di Adro e mancata rimozione dei simboli leghisti: è ora di suonare la sveglia a Prefetto e Provveditore: magari per vie legali

Scuola-adro E' passato un mese da quando abbiamo cominciato ad occuparci, con petulanza, del caso della [Scuola Patana di Adro] Scuola Patana di Adro (BS), senza che né il Prefetto di Brescia, né il Provveditore agli Studi, competenti per territorio, abbiano ritenuto di intervenire, per ristabilire la legalità, se non con esilaranti palleggi di responsabilità, e con - da parte del Prefetto, esilaranti ridefinizioni verso il basso dei propri poteri, e di non meno esilaranti trattative col sindaco di Adro achi spetta il costo della rimozione dei simboli? ci deve essere una rimozione dei simboli o una loro "razionalizzazione"?)

Ora questo indecente muro di gomma istituzionale DEVE essere buttato giù. Se la Signora Prefetta e la Signora Provveditora ritengono di non avere spalle abbastanza forti per intervenire al ristabilimento della legalità, a spese di chi la legalità ha vietato, vadano a casa, a godersi la meritata pensione. Passino la mano ageente più fresca. Nessuno le obbliga al sacrificio di restare a lavorare per noi.

Per aiutarle a decidere se ristabilire la legalità o andarsene, ci accingiamo ad inviare alla Procura della Repubblica di Brescia l'esposto-denuncia che segue, e che rispediremo nuovamente, periodicamente, alla Procura ed alla stampa, corredato dalle firme che riusciremo a raccogliere, finchè non avremo risposte. Quello che segue è il testo dell'esposto:

Alla Procura della Repubblica di Brescia
Via Moretto 78
25121 Brescia (BS)

Esposto e richiesta di accertamento di eventuali reati

I cittadini le cui firme sono visibili [nell'elenco allegato], chiedono che la Procura di Brescia accerti se nella installazione di simboli di partito all'interno della Scuola G.Miglio di Adro (BS), e nella loro mancata rimozione, siano configurabili reati a carico:

-a) del Sindaco di Adro, Oscar Lencini, che ha commissionato e/o permesso l'installazione di simboli di partito in una scuola pubblica, e dei membri della sua giunta;

-b) del Responsabile dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, Signora Maria Rosa Raimondi, per omessa sorveglianza su una Scuola rientrante nella sua giurisdizione, e per aver omesso di ordinare la rimozione dei simboli di partito;

-c) del Preside della Scuola, per aver permesso la prosecuzione delle lezioni in una scuola con simboli di un partito politico, mortificando il diritto degli alunni, dei genitori e dei docenti alla "apoliticità" della scuola pubblica;

-d) del Prefetto di Brescia, Signora Livia Narcisa Brassesco Pace, per essere venuta meno alla sua funzione istituzionale di far osservare con ogni mezzo, anche coattivo, l'osservanza del divieto di esporre simboli di partito all'interno di una scuola; per aver intavolato col sindaco di Brescia una oscena trattativa in cui si parla non già di pura, semplice e TOTALE rimozione dalla Scuola di Adro di OGNI singolo simbolo di partiti politici, ma di una "razionalizzazione" dei simboli stessi; per aver affermato che in questa sconcia faccenda lei si "relaziona" al Ministro (peraltro senza specificare a QUALE ministro); per non aver afferrato il principio che un Prefetto rappresenta il Potere Esecutivo, e non il potere di un singolo ministero, che è gestito da un particolare ministro, facente riferimento ad un particolare partito politico.

-e) del Ministro degli Interni, per non aver proceduto all'immediato commissariamento di un comune la cui giunta, rifiutandosi di ottemperare alle norme di legge, deve essere immediatamente sciolta.

-f) si chiede inoltre di verificare se i costi per la rimozione dei simboli di partito e del ripristino delle opere eventualmente danneggiate a causa della rimozione debbano essere a carico della collettività, o solo dei responsabili degli illeciti (Sindaco, e membri della giunta che hanno approvato i relativi provvedimenti)

I cittadini firmatari di questo esposto si attendono da questa Procura risposte urgenti, anche al fine di permettere ai genitori degli alunni della Scuola di Adro di chiedere il passaggio dei loro figli ad una scuola in regola con le leggi dello Stato, ed anche al fine di evitare che i genitori degli alunni di questa scuola, esasperati per l'assenza dello Stato e per la mortificazione dei loro diritti, possano pensare di risolvere per conto loro il problema.

Distinti saluti.

(Segue in chiaro la mia firma, i miei dati anagrafici, il mio domicilio)

______________________________________________________________________________

Tutti gli amici del tafanus, e tutti coloro che hanno interesse a far cessare questo sconcio, possono dare il loro contributo, in diversi modi:

-1) firmando questa raccolta di firme;

-2) se hanno un blog o un sito, mettendo sulla home-page il logo animato alla raccolta delle firme, il cui codice html potrà essere scaricato [dal sito firmiamo.it];

-3) facendo un "Copia & Incolla" [dell'URL della petizione], oppure di [questo post], e facendolo circolare fra amici, siti che frequentano, giornali accessibili alla posta e/o ai commenti dei lettori. Gli indirizzi dei blogs che linkeranno questa petizione, saranno elencati sul sito di firmiamo.it

-4) Coloro che sono registrati si facebook, possono segnalare con un click questa iniziativa a tutti i loro contatti sia attraverso il link [segnala questa petizione ai tuoi contatti facebook], presente sul sito firmiamo.it, sia condividendo questo post sulla propria pagina facebook, cliccando sul pulsante "share" (in alto, sulla colonna sinistra del Tafanus), e cercando il logo facebook).

-5) inventandosi qualsiasi altra iniziativa venga loro in mente.

Chi volesse rinfrescarsi le idee di chi sia, e come sia fatta la prefetta di Brescia, può leggere questo [Post del Tafanus], a lei dedicato.

Il Prefetto di Brescia, Livia Narcisa Brassesco Pace

Prefetto-brescia
Grazie a tutti.

venerdì 8 ottobre 2010

Berlusconi doveva creare un trilione di posti di lavoro. Nelle aziende altrui, perchè le sue licenziano

Fininvest ha tagliato 3.200 posti. E da Mediaset a Endemol sono stati ridotti organici e paghe. Ma il premier non diceva che il posto fisso è un valore?
(di Gianfrancesco Turano - l'Espresso)

Espresso Presidente-operaio o presidente-imprenditore, per Berlusconi il lavoro è sempre stato un dogma. "Sono un lavoratore tra i lavoratori, ho creato migliaia di posti di lavoro dal nulla", diceva già nel luglio 1996 al congresso nazionale della CGIL. O ancora, una anno fa in polemica con Emma Marcegaglia: "Il posto fisso è un valore". Lavoro come slogan elettorale di un modello virtuale dove l'imprenditore guadagna, investe e produce nuova occupazione: decine di migliaia di posti per la Fininvest, un milioncino tondo per il resto del Sistema Italia. Eppure del milione di posti promessi nessuna traccia. E nemmeno le truppe della galassia del Biscione si sentono troppo bene.

Dalla fine del 2007 al 31 dicembre 2009 gli organici Fininvest sono passati da 21.201 dipendenti a 17.918. Significa 3.283 posti in meno, poco più del 15 per cento della forza lavoro complessiva, ossia poco meno dell'8 per cento su base annua. Così fan tutti? Non proprio tutti e non proprio in questo modo. È vero che la crisi ha costretto molte aziende a ridurre gli organici, esternalizzare, delocalizzare, deconsolidare, e via elencando, per resistere al mercato recessivo. Ma è anche vero che, se c'è un gruppo in salute nell'intera Penisola, questo si chiama Fininvest. Nello stesso periodo 2007-2009 in cui il presidente-imprenditore mandava a casa oltre 3 mila persone, il presidente-azionista incassava 410 milioni di euro di dividendi per sé e per i suoi familiari. Per l'esattezza, 210 milioni nel 2008 e 200 nel 2009, cifre che includono le società non controllate direttamente dal Biscione. Al premier è toccata la parte del leone con 251 milioni di profitti complessivi nel biennio. Di che fare sognare le orde di giovinette rapite dal suo fascino. Ancora una volta, va detto che la Fininvest non è l'unica società a tagliare con una mano e guadagnare con l'altra. Ma va aggiunto che non tutte le imprese hanno a capo il capo del governo.

Berlusconi-cazzate Naturalmente, la cura dimagrante Fininvest procede sotto traccia come un intervento di chirurgia estetica. I tre pilastri dell'impero (Mediaset, Mondadori, Mediolanum) hanno subito i tagli in modo diverso. La subholding delle televisioni ha subito una flessione molto forte degli utili dai 459 milioni del 2008 ai 272 del 2009. L'anno scorso sono finiti fuori dal gruppo circa 500 dipendenti. Quelli di Medusa Multicinema, che non è più una controllata perché Fininvest ha solo il 49 per cento contro il 51 di Alessandro Benetton, e quelli di Medusa Film, che rimane controllata al 75 per cento ma attraverso il filtro di altre società.

In Mediaset c'è stata finora l'unica protesta clamorosa. È accaduto in gennaio quando truccatori e parrucchieri, esternalizzati da Mediaset a "Pragma Service", hanno messo in scena il primo sciopero dei dipendenti. Nove mesi dopo, le garanzie sull'impiego sono state mantenute. Nessun licenziamento. Il settore trucco e parrucco continua a lavorare prevalentemente con Mediaset. Ma resta il timore che la procedura venga ripetuta con altri gruppi di lavoratori che fanno capo alla produzione come scenografi o tecnici. Più che il licenziamento vero e proprio, l'utilità dell'operazione sta nella riduzione progressiva dei costi.

Ad aprire la strada dell'outsourcing sono stati i musicisti che infatti oggi sono pagati, in valore nominale, poco più di 15 anni fa, quando la tariffa giornaliera era intorno alle 180 mila lire. Nella produzione Mediaset "Io canto", una sorta di Sanremo per bambini e ragazzi presentato da Gerry Scotti, un primo violino prende 180 euro al giorno e uno strumento di fila 150, al lordo di tasse e spese. Questo significa che i vari musicisti napoletani scritturati a Cologno Monzese hanno 180 euro per pagarsi tasse, vitto e alloggio. Il loro impegno di lavoro varia fra le sei e le dieci ore. Potrebbero andare più vicino a casa, per esempio a Roma dove si registra "Amici", presentato da Maria De Filippi e prodotto dalla Fascino Pgt (50 per cento di De Filippi e 50 per cento della stessa Rti-Fininvest). Ma lì danno 90 euro per gli strumenti di fila. Sono le 180 mila lire degli anni Novanta. Fascino non risulta fra le controllate Fininvest. Dal 50 per cento in giù una società non rientra nei conti della casa madre. Lo stesso, a maggior ragione, vale per Endemol Italia. Qui il gruppo della famiglia Berlusconi è proprietario di un terzo delle azioni attraverso un giro complicato di società estere fra le quali la spagnola Mediacinco e l'olandese Endemol Bv.

Anche a Endemol la parola d'ordine è tagliare. La struttura del personale dipendente è abbastanza agile con 183 unità in organico, di cui 42 a tempo determinato. Il ricorso alle prestazioni esterne in questo settore è fisiologico. Ma non tutti i collaboratori sono uguali. Le star della fiction o Fabio Fazio, conduttore del format Endemol "Che tempo che fa", sono ossi duri quando si tratta di stabilire i compensi. Ben diverso è il discorso con i tecnici o, magari, con i ballerini. In genere, la compressione maggiore riguarda l'intrattenimento che infatti ha un margine molto più alto della fiction (nel 2009 22,6 milioni contro 2 milioni di euro). Sono i dannati dietro le quinte di "Affari tuoi", della "Prova del cuoco" o del "Grande Fratello" a pagare il prezzo di una morigeratezza che ha portato 4 milioni di utile netto nel 2009, nonostante il gruppo multinazionale sia gravato da 3 miliardi di dollari di debiti con oneri finanziari in proporzione.

Fra televisione e finanza, all'inizio del 2010 si è chiusa anche l'esperienza di Alboran, il canale aziendale al servizio di Mediolanum comunicazione e della banca di Ennio Doris e Silvio Berlusconi. Sono finiti a casa circa 50 free lance della tv tematica che produceva spot con slogan come "Io non ho paura" e "Inauguriamo l'ottimismo" su sfondo di bella gente in convention al Forum di Assago.
Un'autentica tempesta, con l'uscita di 548 unità dovuta "alla razionalizzazione della rete di vendita del mercato Italia del gruppo Mediolanum", ha colpito il settore dei promotori finanziari. Qui l'impatto della crisi è stato molto duro, con patrimoni privati impazziti fra scudi fiscali, crollo delle Borse, derivati e audaci colpi dei vari Bernie Madoff. Ma i 2 mila in organico alla sede della banca non sono stati toccati, come Doris aveva promesso, e non ci sono state proteste imbarazzanti contro il proprietario. Berlusconi è notoriamente sensibile alle manifestazioni del partito dell'odio. Che arrivano da dove meno lui si aspetta.

           Il "Contratto" cogli Italiani
Contratto Prima della chiusura per i Mondiali di calcio in Sudafrica, San Siro era diventato l'epicentro della contestazione. Gli ingratissimi tifosi milanisti hanno esibito per mesi striscioni insultanti per condannare la politica di risparmio imposta al club e per invitare la proprietà a vendere a qualche abbiente sceicco. Il Milan è lo specchio di Silvio. Uno specchio molto caro. A detta dello stesso Berlusconi, la squadra è costata 237 milioni dal 2005 al giugno 2010. Poi c'è stata la crisi politica con i finiani, la minaccia di elezioni anticipate. E sono arrivati Zlatan Ibrahimovic e Robinho, altri due con cui è difficile trattare da posizioni di forza. Ibra è costato 24 milioni, con una dilazione di un anno sul pagamento e una distribuzione in tre rate da 8 milioni. Lo svedese ha un ingaggio annuale da 9 milioni di euro netti, cioè lo stipendio più alto della serie A. Robinho è costato 18 milioni di transfer e prende 4 milioni netti per esibirsi, a tutt'oggi, a livelli da licenziamento per giusta causa.

La svolta a 180 gradi nella gestione dei rossoneri ha avuto qualche conseguenza familiare. Quando si tratta di investire in calciatori, il partito dei figli vede Piersilvio su posizioni piuttosto tiepide. Marina è nettamente contraria. Ancora in tempi di cordoni stretti, nella primavera scorsa, la figlia maggiore del premier aveva affermato che le società di calcio devono attenersi alle regole della buona gestione economica. Quando mai, bisognerebbe aggiungere. Ma allora il Milan aveva dietro un Pdl unito e ampiamente maggioritario. Così, Marina poteva permettersi di cancellare il contributo per l'affitto ai giocatori minacciando di piazzarli negli squallidi tuguri - si fa per dire - di proprietà di Milan Real Estate. Fra i tagli annunciati, c'era l'appartamento rimasto a disposizione di Kakà anche dopo la sua cessione al Real Madrid per 65 milioni di euro a giugno del 2009.

Tra i figli di Veronica Lario, che ha esternalizzato il marito e a sua volta ha lasciato la residenza di Macherio, c'è stato un cambiamento. Dopo una fase di indifferenza generale, Barbara si è detta disponibile per un ruolo dirigenziale nel club e ha fatto debuttare in tribuna vip a San Siro il figlio Alessandro, 3 anni, in occasione dell'incontro con il Catania del 18 settembre. Il Milan, del resto, fa parte dell'asse ereditario alla stessa stregua di Mediaset, Mediolanum e Mondadori. Non produrrà reddito ma offre una visibilità senza uguali. Almeno finché si vince. E vincere licenziando, nel calcio, è difficile.

Tafanus Ricordate "il milione di posti di lavoro" del '94, e "io che ho creato "più di oltre 40.000 posti di lavoro"? Nello stesso anno in cui affermava di aver creato "più di oltre" 40.000 posti, Fedele Confalonieri (che non è Stalin), all'assemblea dei soci (?) del gruppo parlava di un totale di 21.370 dopendenti. E quelli erano i tempi migliori.

Ma di fatto Berlusconi aveva creato solo Canale 5,  Edilnord (venduta), e il bagno di sangue delle "Pagine Utili" (qualcuno se ne ricorda ancora?) Tutto il resto era stato comprato. Per dire: Rete4, ItaliaUno, Standa, Blockbuster, Mediolanum, Il Giornale, Medusa Cinematografica... Poi ci sono anche le aziende "rubate", come la Mondadori, attraverso la corruzione di giudici che hanno stravolto il Lodo Mondadori, che assegnava la società a De Benedetti.

Ma il caso emblematico delle capacità imprenditoriali di Berlusconi - quando si deve misurare con mercati aperti, e senza l'ombrello di decreti e de-cretini Craxi o di leggi ad personam... Berlusconi versus Berlusconi - è stato l'affaire Standa.

Comprata per 600 miliardi di lire, diventata famosa perchè pagava tardissimo e malissimo i fornitori, e spesso provava a pagarli con cambi-merce, offrendo spots notturni su Rete4, è stata per "il bravo imprenditore" un bagno di sangue. Ha generato anni ed anni di perdite di 200 miliardi all'anno, ed è stata rivenduta al precedente proprietario a metà del prezzo al quale Silvio l'aveva acquistata. Un affarone. Una sorta di Re Meda: tutto quello che ha toccato, in settori dove c'è, purtroppo, quel maleficio che si chiama concorrenza, è diventato non oro, ma merda.

Indimenticabili poi le avventure all'estero, con la Cinco in Spagna (finita con un processo), La Cinq in Francia (cacciato a furor di perdite e di Chirac, La Fuenfe in Germania (che non ha fatto una fine migliore). Attendiamo altri, fantastici exploit del Presidente-Imprenditore. Tafanus
 

martedì 5 ottobre 2010

Paolo Romani: Il Moralista che visse (bene) di porno-TV e di televendite

(Seconda puntata)

SPQR
Sono porci questi Romani

Milanese, classe 1947, Romani inizia prestissimo a occuparsi di emittenza privata, abbandonando l’università per fondare nel 1975 una delle prime «tv libere» - come si chiamavano allora - nate in Italia: Telelivorno. Tra i suoi compagni d’avventura, il futuro esponente radicale e poi di Forza Italia Marco Taradash, e il futuro dirigente Mediaset Leonardo Pasquinelli.

Romani-Paolo1 Da quella prima esperienza pionieristica, Romani passa nel 1976 alla corte di Alberto Peruzzo, editore di rete A, celebre per le televendite: dalla grande Wanna Marchi delle creme miracolose al mobilificio Aiazzone (...e giovedì, la Grande Festa...), a Guido Angeli... Famosa, a posteriori,  per il telegiornale firmato da Emilio Fede, nel periodo in cui il Fido Emilio aveva già lasciato la Rai, e non era ancora approdato in Fininvest. Romani ci rimane ben 9 anni. Si vede che o non trovava di meglio, o era di bocca buona.
 
A metà degli anni Ottanta Romani viene chiamato dall’imprenditore Salvatore Ligresti ai vertici di Telelombardia, di cui diventa amministratore delegato. Il mandato della proprietà è semplice: nella cosiddetta Milano da bere guidata dai socialisti – sulla quale Ligresti ha enormi interessi immobiliari – bisogna creare una televisione che pubblicizzi a ogni ora del giorno le realizzazioni in città del Psi di Paolo Pillitteri e del suo assessore all’urbanistica, Attilio Schemmari (anni dopo finiranno entrambi a San Vittore e verranno condannati per tangenti, mentre lo stesso Ligresti patteggerà due anni e quattro mesi per corruzione).
 
La TV di Romani è un continuo peana al craxismo, ed un casellario giudiziario ante-litteram della "Milano da bere" (ma soprattutto da spolpare...) I telegiornali sono una staffetta contuinua di Craxi e dei suoi cari. "...le interviste a Pillitteri si alternano a quelle a Schemmari, senza tralasciare gli altri papaveri del garofano meneghino, da Walter Armanini al rampante Mario Chiesa, che ottiene servizi video di quattro o cinque minuti ogni volta che il suo Pio Albergo Trivulzio inaugura una nuova sala.
 
Ma il ruolo di Romani non si esaurisce qui: tra i suoi compiti c’è anche quello di finanziare l’amante di Bettino Craxi, Anja Pieroni, a cui il segretario del Psi ha regalato una televisione locale a Roma, Gbr. Come funziona il meccanismo? Molto semplice: quando l’ex attrice ha bisogno di soldi li domanda a Bettino, che li chiede al suo amico Ligresti, il quale a sua volta ordina a Romani di acquistare un po’ di programmi prodotti da Gbr, non importa se belli o brutti, se interessanti o no per il pubblico di Milano e dintorni. Sicché gli spettatori milanesi o comaschi, attoniti, facendo zapping su Telelombardia trovano misteriosi approfondimenti sui nuovi negozi della Garbatella o sull’arrivo della primavera alla collina Fleming..."

Segue il periodo più losco dell'imprenditore TV Paolo Romani: "...Nel 1992 Romani fonda una sua emittente, Lombardia 7, nota per i servizi a luci rosse attraverso il 144. Due anni dopo Lombardia 7 verrà condannata dal pretore di Monza per una trasmissione pornografica intitolata "Vizi privati e pubbliche virtù", condotta dalla trans Maurizia Paradiso. Ma quando arriva la sentenza, Romani è già volato altrove: ha venduto Lombardia 7 (che fallirà quattro anni dopo, sommersa da un mare di debiti) e grazie alle sue conoscenze nella concessionaria Publitalia 80 di Silvio Berlusconi è stato chiamato per una candidatura con Forza Italia, a Montecitorio, circoscrizione di Cinisello Balsamo..."

Maurizia-paradiso2

(I virgolettati sono tratti dal libro “I nemici della Rete”‘, Di Corinto-Gilioli, Rizzoli, 2010, ripreso in parte dal Blog di Alessandro Gilioli)

Qualcuno di trans muore, qualcuno di trans vive...

Se di qualcuno si può dire che le trans hanno rappresentato la distruzione professionale, di Paolo Romani si può invece affermare che una trans sia stata il suo miglior investimento. La sua Lombardia 7 aveva un palinsesto che puntava su due pilastri: "Vizi privati, pubbliche visioni", il porno all'amatriciana che doveva gran parte del suo successo alla trans Maurizia Paradiso, e le telefonate a luci rosse ai numeri 144, usati abbondantemente per spellare patetici pollastri, che si rovinavano, a beneficio delle TV "libere", per sentire finti mugolii di finti orgasmi. Nessuna pietà per questi cretini, ma ciò non rende più edificante l'opera di chi su queste scemenze altrui si è ingrassato.

La trasmissione "fiore all'occhiello" di questa TV del Ministro Romani era, già a partire dal titolo, un manifesto programmatico. Il rapporto fra la trans e il Ministro finiva in modo burrascoso. Dice il gossip d'area che sia finito addirittura a mazzate, ma non ho modo di controllare la notizia. La gloriosa "emittente mugolii" finì in un catastrofico fallimento quattro anni dopo, ma Paolo Romani, grazie alla sua efficiente bandieruola segnavento, riuscì a saltare giù dalla barca prima che questa affondasse.

Il "Paradiso" di Paolo Romani: prima Maurizio, poi Maurizia

Mauriziaparadiso-libro Si può affermare che la trans che ha animato le belle trasmissioni di "Lombardia 7 Educational" di Paolo Romani sia stata colei che ha pagato alla vita - ed agli sporcaccioni - il conto più alto. Una vita vissuta fra violenze fisiche e psicologiche. Una vita dalla quale "molti" hanno tratto profitto.

Ecco ciò che si ricava dal suo libro autobiografico:

"...figlio di una prostituta diciottenne, abituato a dormire in macchina mentre mamma andava a fare le marchette, Maurizio ha vissuto un’infanza a dir poco atroce. Una "via crucis" di collegi - tutt’altro che un Paradiso - tra abusi psicologici, fisici e sessuali senza posa. Fino a quella volta in cui sua madre gli chiese di sparare alla rivale di strada, meglio nota come la Tigre.

Poi l’omosessualità si fece spazio in modo sempre più prepotente nella vita di Maurizio. Nel 1978 la decisione drammatica: cambiare sesso. Nonostante i prodigi ironicamente cantati dagli Squallor, la medicina non aveva ancora raggiunto standard di sicurezza adeguati. L’operazione era dolorosissima, pericolosissima e costosissima. Al punto che Maurizio, per permettersela, dovette andare a battere a propria volta.

“Fanno tette a Casablanca/ peli in cachemire se li vuoi/ fanno sconti a comitive/ mo’ ci andiamo pure noi“, cantavano sempre gli squallidii "Squallor".

“Più che battere, conoscevo gente. Più che battere diventavo specializzata in psicologia. Io ho fatto un anno di questa specializzazione, per fare i soldi per il seno”. Dopo l’intervento, si aprì per Paradiso un ulteriore calvario. Dosi massicce e dannose di ormoni, a corredo di 13 (TREDICI) operazioni al seno!

Pensavo che questo avrebbe reso più facile la mia vita. “E invece quella sofferenza non è mai sparita. Anzi, si è raddoppiata: se prima portavi la croce, con l’operazione ti viene messa la corona di spine. Nessuno dei motivi per cui mi sono operata ha a che fare con il sesso. Io non amo fare sesso…”

Ma dopo il Calvario, fu resurrezione. Maurizia Paradiso divenne in breve tempo la trans più famosa d’Italia, grazie al trionfo nelle pionieristiche televisioni private...  Fino ai vertici toccati con la trasmissione culturale con l'emittente del futuro Ministro dello Sviluppo Mediaset.

Lo stesso ministro che, nell'ambito del tentativo di imbavagliare la rete, ebbe la faccia di bronzo di inserire una proposta, sparita perchè sommersa dalle risate, dell'invio in automatico di un SMS ai genitori di ragazzi detected a navigare su siti porno. Il prode Romani non ha mai spiegato come avrebbe dovuto funzionare, questo prodigio, dal punto di vista tecnico. Né si è mai posto il problema della coerenza fra il suo passato da porno-arricchito, e il presente da fustigatore di costumi (succinti). Ora questo tizio è Ministro. Speriamo che Fini voglia davvero staccare la spina, prima che altri mostri vengano partoriti da questo GdV (Governo della Vergogna). Tafanus

sabato 2 ottobre 2010

In questo momento, il "Tafanus" spegne 2.500.000 candeline...

Dal 15/04/2006
Counter-2500

...in questo momento (2 ottobre, ore 0,56), il Tafanus tocca un traguardo che sembrava impossibile: oggi è arrivato sul blog il visitatore n° 2.500.000. Arriva sul blog da Parigi, Ile-de-France,  attraverso google.fr su cui aveva fatto la ricerca "Chiara Moroni"... Strani percorsi! Ho verificato, e google restituisce, per "Chiara Moroni", 192.000 risultati. Al 15° posto di questa sfilza di risultati, appare la [nostra lettera aperta] del 4 Agosto a Chiara Moroni.

Riporto il grafico degli accessi unici giornalieri, dall'aprile 2006 ad oggi:

Accessi-2500

Inutile dire che questo è un risultato che mi riempie di orgoglio, e che è dovuto non solo a tutte le persone che hanno collaborato e collaborano, in maniera più o meno regolare (e che non cito per l'ennesima volta, per non correre il rischio di commettere qualche dimenticanza), ma anche a tutti coloro che interagiscono, quasi sempre in maniera intelligente, ironica, informata, coi loro commenti, con le loro informazioni, con le loro segnalazioni, e spesso - facendomi cosa assai gradita - scovando qualche errore, e segnalandomelo.

E permettetemi anche di fare qualche breve considerazione e qualche confronto con l'ottobre 2008 (due anni da oggi):

-1) ho scelto questo periodo di confronto perchè è il periodo nel quale alcuni valenti collaboratori del Tafanus avevano abbandonato contemporaneamente il blog (alcuni ricordandosi di salutare, altri no), per aprire dei loro siti. Quindi ho scelto questo periodo di confronto, perchè in teoria avrebbe dovuto essere il momento di maggior crisi del Tafanus (anche perchè questi siti pescavano nello stesso stagno di provenienza: sia come redattori, che, stranamente, come lettori... Nel giro di due mesi sono stati aperti un blog individuale, un videoblog, e due blogs collettivi. Uno fatto addirittura da 14 autori, e l'altro fatto da 5 autori.

-2) poteva essere un colpo letale per il Tafanus, anche per il forte impulso che, in questo periodo, hanno avuto alcuni "social networks" (facebook in primis). Non lo è stato. E' vero che in questi due anni alcuni hanno spostato dai blogs a facebook il loro interesse, ma è altrettanto vero che facebook ha una funzione numericamente più diffusa, ma un livello di approfondimento assai più "light".

-3) per noi facebook, lungi dall'essere stato un "nemico", è stato un ottimo strumento di promozione del blog. Su "Networkedblogs" (l'applicazione facebook per il censimento dei blogs in tutto il mondo, nata solo l'anno scorso, che conta ad oggi 450.000 blogs censiti, e che cresce al ritmo di 500 nuovi blogs al giorno) il Tafanus figura al 4° posto fra i blogs italiani registrati nella categoria "politica", al secondo posto nella categoria "economia", al primo posto nella categoria "costume". Le classifiche sono aggiornate in continuo da Networkedblogs sulla base del numero di "followers" dichiarati.

-4) Rispetto all'ottobre 2008, gli accessi giornalieri sono passati da un tendenziale di 1.250 al giorno, a 2.600 al giorno (grosso modo, un incremento di oltre il 100%), con diversi picchi oltre le 5.000 visite, ed un record assoluto, toccato il 1° luglio, di 15.100 visite.

-5) A fronte di questo aumento degli accessi, i commenti sono aumentati "solo" del 60%, in primo luogo perchè la piattaforma (typepad) è diventata molto restrittiva sul numero di commenti permessi, ad ogni utente, sugli ultimi 10, 20 e 50 commenti totali; in secondo luogo perchè io stesso sono diventato più rigido nel far rispettare le regole del blog, che non prevedono l'accesso ad anonimi, utenti di emails non raggiungibili, trolls, litigiosi, razzisti, insultatori e maleducati di vario genere. 

-6) è interessante, almeno per coloro che hanno vissuto la storia del Tafanus, verificare come si siano sviluppati, nello stesso arco di tempo, i blogs partoriti dai miei amici:

-a) Il blog individuale n° 1 ha l'ultimo post datato 2/11/2009, oggi ha avuto UNA visita (la mia), e complessivamente, in due anni, ha avuto 5.600 visitatori (grosso modo quanti ne arrivano sul Tafanus in due giorni.

-b) Del suo videoblog non si hanno tracce.

-c) Il "blog collettivo" a 14 autori registra l'ultimo post il 18 aprile; nel 2010 ha avuto 4 commenti; ha registrato una media di 25 accessi al giorno.

-d) Il blog collettivo a 5 autori è diventato a 4 dopo un mesetto, ed è diventato a tre dopo poco più di un anno. Negli ultimi 30 giorni, 20 posts. Sette post al mese per autore. In 30 giorni, ci sono stati ben due commenti, entrambi provenienti dallo stesso commentatore, che credo di conoscere personalmente. Gli accessi negli ultimi tre mesi sono stati circa 1100 al mese (al MESE, non al giorno)

-7) Nel periodo di due anni considerato, è triplicato il tempo di permanenza media sul blog di ogni visitatore.

-8) E' molto aumentato il numero dei paesi di provenienza delle visite, ed anche il numero di downloads provenienti da questi paesi.

Img192

Ringrazio ancora tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questi risultati, e saluto il visitatore n° 2.500.000, se è ancora sveglio. Tafanus

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...