sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale a tutti gli amici del Tafanus

 Auguri-natale-2010
Come è ormai consuetudine da anni, e nonostante i miei proponimenti di abbandonare questa defatigante abitudine, non ho saputo resistere, ed anche quest'anno ho voluto fare gli auguri ai commentatori recenti del blog con questa forma magari un po' kitsch e scontata, ma alla quale molti ci siamo ormai affezionati. Mi scuso in anticipo per eventuali dimenticanze. E mi scuso per aver escluso dall'albero, per ragioni di resistenza fisica e per ragioni grafiche (illeggibilità) i numerosissimi amici che hanno commentato i posts del Tafanus su diversi social networks (Facebook, Twitter, Networkedblogs, OKNotizie, MySpace, FriendFeed, e altri minori). Grazie a tutti (vecchi e nuovi amici), di cuore.

Voglio augurare Buone Feste anche a TUTTI i commentatori che in questi ultimi tre mesi hanno animato, coi loro interventi, un blog amico, che entra nella piena maturità, avendo compiuto due anni di vita in questi giorni. Lo avrei fatto direttamente sul blog amico, ma questo blog richiede la registrazione, ed io sono contrario alle registrazioni. Quindi porgo sul tafanus i miei auguri a:

Zxxxxx
Gxxxxxxx
Fxxxxxxxx
Rxxxxxx

Tafanus.

mercoledì 22 dicembre 2010

Marina Berlusconi ci pensa davvero. E Capezzone sogna...

Marina_berlusconi_balla_1 Marina Berlusconi, figlia di Silvio, fa sul serio. Vuole scendere in politica, succedere al padre.
Vuole avere nell’area del centro destra un organo di stampa come Il Giornale e, per questo, più volte si è opposta alla vendita di una testata che pure, parola del premier, ha creato problemi alla tenuta di governo e maggioranza. Un’operazione nella quale dice di credere proprio l’attuale condirettore de "Il Giornale" Alessandro Sallusti, che sabato scorso lo ha confidato al "Fatto": «Dopo Silvio c’è solo Marina».
Meno convinto di lui è invece il direttore Feltri che, stando ai rumors di palazzo, ha da tempo deciso di dar vita a un nuovo quotidiano (avrebbe addirittura avviato una serie di contatti informali per sondare quelle che giudica le penne migliori della testata fondata da Montanelli) oppure di tornare alla guida di "Libero", insieme a un direttore come Belpietro con il quale ha conservato un buon rapporto (...questa anticipazione de "l'Unità", data già il 16 novembre, e puntualmente verificatasi, rende questa ipotesi inquietante... di Berlusconi ce n'è bastato uno. Siamo a posto così, per almeno cinquant'anni... NdR)
Sempre che la decorrenza della sospensione di tre mesi comminatagli dall’ordine dei giornalisti non venga rinviata troppo in là, per esempio andando a coincidere con l’eventuale campagna elettorale, momento che Feltri considera ideale per il lancio di un nuovo foglio battagliero. Ma non sarà certo questa defezione a scoraggiare Marina, la cui Mondadori ha da tempo avviato sondaggi per rilevare anche la quota del "Foglio" in mano a Veronica Lario.
Sa che dopo l’abbandono del padre potrebbe contare comunque su un brand elettorale, il proprio cognome, in grado di raccogliere consensi sufficienti a perpetuare la protezione politica dell’impresa di famiglia. E pure su uno staff che, al momento, vedrebbe in pole position come consigliere l’attuale portavoce del Popolo della libertà Daniele Capezzone. Non è un mistero che entrambi i figli di primo letto di Berlusconi abbiano per lui un’elevata stima. Certo contano le passate simpatie radicali di Piersilvio, ma la fiducia che anche Marina ripone in lui ne fa un candidato di tutto rispetto a giocare un ruolo di primo piano in quella che potrebbe essere ribattezzata come l’«operazione lady di ferro» [...]

via www.unita.it

Proponi su OkNotizie

sabato 18 dicembre 2010

Breakin' News: Feltri lascia "Il Giornale" - Con Belpietro sarà editore di "Libero"

L'accordo raggiunto nei giorni scorsi. I due, già direttori dei due quotidiani, diventano azionisti del giornale milanese

Feltri-belpietro
ROMA - I due direttori storici dei giornali di destra, Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro, si coalizzano diventando azionisti di Libero. I due direttori - il primo del Giornale, il secondo di Libero - saranno anche editori incaricati, ovvero con la responsabilità piena della conduzione del quotidiano milanese. Ne dà notizia l'Editoriale Libero, precisando che l'accordo con i due direttori è stato raggiunto nei giorni scorsi.

Feltri, 67 anni, già direttore dell'Europeo, dell'Indipendente e del Giornale oltre che fondatore di Libero, dal 21 dicembre lascerà dunque la direzione editoriale del Giornale per assumere analogo incarico presso il quotidiano di viale Majno. Feltri è al momento sospeso (per tre mesi) dall'Ordine dei Giornalisti

Belpietro, 52 anni, già direttore del Tempo, del Giornale e di Panorama, continuerà a ricoprire l'incarico di direttore responsabile. "I due giornalisti hanno lavorato in passato insieme per un lungo periodo: ora la coppia si ricompone", si sottolinea.

Il comunicato non specifica qual è la quota rilevata: indiscrezioni di stampa parlano del 20%, diviso equamente tra Feltri e Belpietro, che si sarebbero anche garantiti uguali poteri per la gestione editoriale e amministrativa di Libero.

(da Repubblica.it)

Topi che saltano giù dalla nave che affonda, o debolezze che si sommano per "stampellarsi" a vicenda? Il seguito alle prossime puntate. Chi vedremo alla direzione del Geniale? Renzo Bossi? Gianluigi Paragone, Franco Bechis? Maurizio Gasparri? Daniele Capezzone? Tafanus

venerdì 10 dicembre 2010

...mo' vene Natale...

In risposta alla lettera di don Paolo Farinella, "Aboliamo il Natale", ricevo questo scritto da Marco Cicchelli, e in allegato la lettera sul Natale di don Mimmo Battaglia, del "Centro Calabrese di Solidarietà". Pubblico anche lo scritto di don Mimmo che, come quello di Paolo Farinella, offre materia di riflessione... Tafanus

Caro Tafano,

Mi chiamo Marco Cicchelli e abito a Gubbio, sicuramente un bel posto per  festeggiare il Natale ..... già, ma quale Natale?

Stiamo allestendo il presepe con le mie due figliole, tutte ansiose che arrivi il Natale: io che cerco di dare loro una chiave di lettura più spirituale e loro in attesa del regalo .... ma sono ragazzine, chi può condannarle?

Ho letto l'articolo di Don Paolo Farinella che come sempre è puntuale e rigoroso, ma la mia domanda è: perchè abolire il Natale? riportiamolo al suo valore originario. E pensando a ciò mi sono ricordato di una bella lettera letta su La Repubblica qualche anno fa: la lettera scritta da Don Mimmo Battaglia, sacerdote in Calabria  che presiede il "Centro Calabrese di Solidarietà". Ti mando il testo integrale poi tu fanne quello che vuoi, inseriscilo nel sito, pubblicalo, leggilo, strappalo.....

Comunque continua il tuo lavoro, ti seguo da qualche mese e ormai è un appuntamento quotidiano.
Marco Cicchelli

IL RISVEGLIO DEL PASTORE

Anche quest’anno, risvegliato dal mio sonno nello scatolone di cartone, accanto agli altri miei compagni ed amici, ho sentito rinascere la meraviglia per il mondo che mi si costruiva intorno: la giovane donna disposta a donarsi a Dio e alla storia, il suo compagno falegname, paziente, fedele, aperto all’irrazionalità di sogni più grandi di lui, il piccolo Dio che piange lacrime di freddo e di fame. E poi la stella in cammino, i canti degli angeli, la notte che si risveglia, la gente, la natura.

Ma qualcosa di nuovo nasceva in me, un pensiero mi si insinuava nella mente: è tutto straordinario qui, ma cosa c’è attorno, fuori da quest’angolo di meraviglia? Questo tarlo penetrava sempre più a fondo nella mia testa, ma senza spegnere l’incanto, ed è stato con grande difficoltà che ho deciso di andare via, con difficoltà ma con un insopprimibile bisogno di capire, di vedere.

Fuori dal presepe di legno, fuori dalle case e dalle chiese, sono andato in strada, nei posti che non conoscevo, a misurare il mio stupore su altri scenari, su strade diverse, in altre notti… Abbiamo colto l’essenziale perché eravamo poveri, come lo sono ancora oggi, la maggior parte dei vostri fratelli di questo mondo e di questo tempo.

“Natale della crisi economica”! mi viene quasi da sorridere. L’economia non ha nulla a che vedere con il mio Natale. E nemmeno le vostre strade colorate di luci, i vostri panettoni, i vostri regali. Io non ho niente da darvi, nulla da dare a nessuno, non avevo nulla nemmeno quella notte di tanti anni fa: solo il mio stupore, il mio incanto, il mio silenzio, il mio esserci. Solo la speranza che il mio nulla fosse scritto in una storia infinita.

Il mio Natale uguale a quello di molti di voi oggi, bambini nelle baraccopoli dell’Africa, dell’America del Sud, pensionato nelle case accanto alle vostre senza soldi per una bolletta o per le medicine, immigrati su una nave in fuga dalla disperazione, giovani donne in un carcere a combattere con la propria storia.

Loro come me non hanno regali da portare o canzoni ad intonare. Cercano solo l’essenziale, una risposta, il senso, forse l’incanto…

don Mimmo Battaglia

...Eduardo De Filippo, la forza di un Genio...

lunedì 6 dicembre 2010

Requiem per la morte del Popolo Viola

Tafanus ...avremmo potuto stupirvi con effetti speciali.. per esempio titolando "Noi l'avevamo detto", e linkando alcune decine di nostri posts di un anno fa, a dimostrazione dell'assunto.... Abbiamo rinunciato, non solo perchè sarebbe stata una cosa antipatica ed inelegante, Abbiamo utilitaristicamente scelto di far cantare la messa da Requiem a chi il Popolo Viola aveva linkato, promosso, sostenuto, pompato, sopravvalutato: il "Fatto Quotidiano", che ancora oggi, nel cantare la messa in suffragio del PV, non rinuncia, come si fa col "caro estinto", ad esaltare post mortem qualità che il defunto non ha mai avuto in vita. Per esempio riprendendo la fola del movimento "nato dal basso", ampiamente smontata per acta, già dal novembre 2009, da questo blog. Oppure moltiplicando per tre volte e mezza le cifre di partecipazione dell'anno scorso fornite dalla questura, o per due volte e mezza le cifre della Reuter...

Peccati veniali... comprensibili debolezze umane. Ma non è il caso di infierire. Non possiamo pretendere che i "talent scouts" del PV formato 2005 possano, all'improvviso, confessare che un anno fa avevano scambiato dei ronzini per dei purosangue. Diamo ai talent scouts il tempo di metabolizzare l'errore, e intanto incassiamo l'articolo odierno di Federico Mello sul [Fatto Quotidiano], con la stessa malcelata soddisfazione con la quale avevamo già incassato la discesa dal carro di MicroMega, un paio di mesi fa. Cavallo che perde, si cambia... Tafanus

 La triste parabola del popolo viola

Un anno fa in piazza San Giovanni a Roma arrivarono 300mila persone (sic). Era il No B. Day, il primo, lanciato all’indomani della bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale.

La richiesta del No Berlusconi Day al governo era chiara: dimissioni. Organizzandosi su Internet, e in particolare su Facebook, semplici cittadini, militanti della sinistra e dei partiti, riempirono Roma del colore viola. Fu una battaglia vinta su più fronti: l’autorganizzazione dal basso senza mezzi economici (sic!); la voglia di essere in piazza contro il governo in un periodo in cui Berlusconi era fortissimo; la scelta stessa del viola che si rivelò vincente: diventò un collante tra persone di età, provenienza geografica e credo politico diverso.

Oggi, 365 giorni dopo, cosa rimane di quell’onda viola? A guardare la “convention” che si è celebrata ieri a Roma per il primo anniversario della manifestazione, rimane molto poco – e quel poco che rimane è molto poco stimolante.

Al Teatro Vittoria, nel cuore del quartiere Testaccio, si sono ritrovati un centinaio di militanti. Ma se sul palco del No B. Day i politici non furono fatti salire – il “mattatore” della giornata fu Salvatore Borsellino – un anno dopo, la convention è tutta per loro, i politici (e molti di questi, con rispetto parlando, non solo sono già visti e stravisti nel panorama nazionale, ma anche in aperta contraddizione gli uni con gli altri).

Al netto di Di Pietro e di Vendola che sono intervenuti via Webcam, e al netto di un ottimo intervento di Beppe Giulietti, il palco di oggi è stato tutto per Marco Ferrando del Partito Comunista dei lavoratori; Angelo Bonelli dei Verdi; Marco Staderini dei Radicali; Oliviero Diliberto del Pdci; Vincenzo Vita del Pd. Si è fatto vedere anche Marco Pannella che ha cazzeggiato tutto il tempo senza spiegare se i suoi radicali sono davvero intenzionati – come ventilato nei  giorni scorsi – a votare la fiducia al morente governo Berlusconi. La platea non ha fatto mancare applausi ad ognuno, al diavolo e all’acqua santa, al comunista e al liberista (...quando si dice avere le idee chiare... NdR)

Da sottolineare, infine, come in apertura della mattinata, i viola abbiamo presentato un sondaggio Ipr Marketing sulla loro composizione intera: intorno a questo benedetto sondaggio è ruotata tutta la convention, tutte le domande ai relatori. La fiducia di questo movimento spontaneo in un banale sondaggio, con tanto di slide e torte, come nessun partito politico oggi si sognerebbe di fare, appare un ulteriore segnale di confusione e di mancanza di idee.

Il teatro Vittoria, oggi, ci consegna una proposta viola che appare una poltiglia, anzi, una polpetta, un polpettone non in grado di esprimere né idee né visioni politiche autonome, né tanto meno di farsi bandiera dell’innovazione e di numerose istanze del paese (a cominciare da quelle dei giovani e degli universitari).

In tanti, compreso chi scrive, credono che Internet sia una strumento straordinario per diffondere conoscenza e informazione (e wikileaks lo dimostra). Ma forse è stata eccessiva – e faccio anche un mea culpa – la fiducia cieca in uno strumento reticolare e orizzontale per creare un’alternativa e una politica credibile (...alla buonora...)

Se il protagonismo dei troll vieni trasferito di sana pianta dai siti web ai teatri; se non ci sono spazi per il confronto democratico sulla base di regole comuni; se non ci sono luoghi e riti ufficiali di dibattito e deliberazione, il risultato finale rischia di essere la poltiglia, appunto, il polpettone.

Dovremmo forse capire come usare al meglio Internet per migliorare la politica, non per appiattirla e annacquarla fino a distruggerla. Siamo ancora in tempo per rifletterci. E il contributo generoso dei viola può essere una prima esperienza, ormai al capolinea, per capire gli inevitabili errori commessi e ripartire su basi più solide.

Federico Mello

giovedì 2 dicembre 2010

Le mitiche "Casette de L'Aquila fra soni e realtà

Le mitiche "casette tecnologicamente avanzate de l'Aquila. L'acqua è gratis

I SOGNI, LA REALTA'

Ieri sera da Bruno Vespa c'era l'opinionista D'Agostino, di Dagospia. Ovviamente su imboccata di D'Agostino, Vespa, con occhi sognanti ha sparato "200.000 visite al giorno". Ho controllato su Alexa: la media dell'ultimo mese è stata di 57.900 visite. Tantissime, ma molto lontane dalle 200.000 accampate.

Quando si chiede a Grillo del suo blog, ci spiega che è il primo al mondo, e che riceve 700.000 visite al giorno. Ovviamente è una "cazzarata". La media dell'ultimo mese è stata di 137.500 al giorno. Tantissimo, per carità, ma è meno di un quinto di quello che accampa il tizio.

Ma perchè la ggente deve sempre moltiplicare per quattro o per cinque i suoi meriti? Tafanus

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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