venerdì 25 marzo 2011

Omaggio a Lucia Goracci, giovane "giornalista d'altri tempi"

Goracci-lucia Lucia Goracci appartiene a quella ristrettissima categoria di giornalisti RAI che godono della mia incondizionata ammirazione (anche se non sanno probabilmente cosa farsene...). Queste le striminzite note su [Wikipedia], che nulla dicono del perchè io la ritenga una delle migliori giornaliste italiane:

Lucia Goracci à nata ad Orbetello nel '69. Ha iniziato la sua attività in RAI nella redazione del TGR Sicilia di cui è stata anche conduttrice delle edizioni pomeridiana e serale; successivamente, è stata giornalista inviata in Medio Oriente per Tg2 fino all'assunzione al Tg3. Attualmente è una delle conduttrici del Tg3 mezzasera, del Tg3 notte, nonché una delle giornaliste spesso presenti in studio del Tg3 Linea Notte. Alterna alla presenza in studio il lavoro da inviata all'estero, in particolare in Medio Oriente o in America Latina. È anche collaboratrice di Rai News 24.

Una professionista di cui andare orgogliosi. La vedi un attimo in studio, a fare i lavori di routine (leggere un servizio, o addirittura mostrare le prime pagine dei giornali), e il giorno dopo è ad Haiti, in mezzo ai disperati, al colera, alla fame, alla violenza. E così come non la vedrete mai supertruccata da "signorina buonasera" quando è in un comodo studio, non la vedrete mai travestita da "parà alla Oriana Fallaci" in tuta mimetica quando svolge - benissimo - il suo lavoro da inviata.

Nel suo lavoro, Lucia non si è fatta mancare niente: da Haiti alle piazze in fiamme di Atene, dal Cairo alla striscia di Gaza, ed ora compostissima, informatissima inviata in Libia. Niente mimetica. Vestita da femminuccia, come sempre, solo con roba un po' più pratica e stropicciata. Nessun'aria da "pericolo imminente" sulla sua faccia, nei suoi toni, nelle sue parole. E quando in Libia la "zona sicura" sembrava essere quella di Bengasi, lei era già nella Sirte, o a Tobruk. E ora che il centro del caos sta diventando Bengasi, lei è in marcia verso Bengasi.

Non farti del male, Lucia... l'Italia ha bisogno di belle persone come te.
Tafanus

domenica 20 marzo 2011

Il contributo del giovane Enrico Gori al "Giorno dell'Unità d'Italia"

Coccarda-tricolore Fino adesso non ho trovato il coraggio (o l'idea) di contribuire al blog in una veste che non sia quella del commentatore. Avrei voluto scrivere un pezzo per l'occasione, ma è mio costume documentarmi meglio, e siccome si richia di essere retorici o monotoni, magari pungendo la situazione attuale in maniera  che può risultare anche stucca e antipatica (cosa che io stigmatizzo molto, oltretutto), ho deciso di contibuire con un brano musicale: si tratta di una simpatica canzone occitana, scritta dall'ottimo Jean-Marie Carlotti e musicata dall'altrettanto ottimo Daniele Sepe; si chiama 'Anita e Pepin' (ovviamente sono i Garibaldi).

Siccome io, classe 1987, identifico la vera  definitiva Unità con il 1946, e lo sai bene, non mi azzardo, ancora, a scrivere (quia scripta manent), ma solo a pensare. Perché? Perché io non ho il diritto di sindacare sugli esempi e i miti (sia detto in senso buono, non di fanfaluche) che hanno guidato uomini come Gobetti, Amendola (Giovanni e Giorgio), Matteotti, Gramsci, Fenoaltea, Croce, Curiel, Pacciardi, Calamandrei ecc.).

Mi limito a questo: mi piace pensare che il tricolore italiano (repubblicano) rappresenti i partiti del CLN e della Costituzione: bianco, il Partito Popolare/DC, rosso comunisti e socialisti (Saragat non se ne abbia a male dall'aldilà!!!) e verde gli storici Partiti Costituzionali (Liberali e Repubblicani). Naturalmente, e questo lo dico senza strafottenza, escludo i fascisti, che oltre a promuovere un imperialismo sgangherato e crudele (insomma...non che l'imperialismo, di tutti i colori, sia buono, ma noi, a differenza degli inglesi, che almeno nella missione civilizzatrice ci credevano, abbiamo soprattutto portato gas nervino, stupri, incendi e tanto odio.

Foibe, anyone? Ah, e poi, e certa gente farebbe bene a pensarci, abbiamo riportato i tedeschi in Italia, dopo che molti morirono per mandarli via un secolo prima (e poco importa se erano austriaci e questi tedeschi di Germania...il loro capo era austriaco!). Pensino anche che se Alleati e Partigiani avessero perso, l'Italia sarebbe stata una colonia tedesca, l'immondezzaio (e non più il giardino, come era nel Medioevo) dell'Impero. Del Terzo Impero Germanico.  Enrico Gori

martedì 15 marzo 2011

...e in Marocco arrivano gli "uomini dall'Italia". Con la valigetta piena di sghei. Obiettivo: la falsificazione della data di nascita di Ruby

'Il Fatto' intervista la funzionaria: rifiutai soldi da 2 italiani

Il 7 febbraio di quest'anno due persone di lingua italiana offrirono soldi all'ufficio dell'anagrafe marocchina di Fkik Ben Salak per retrodatare di un paio di anni la data di nascita di Karima El Maroug, meglio nota in Italia come Ruby Rubacuori, rispetto al 1 novembre 1992 come è attestato nel registro e nei suoi certificati di nascita.

L'offerta, che se accolta avrebbe avuto fra i suoi effetti quello di escludere la minore età di Ruby nel periodo dei fatti contestati al premier Silvio Berlusconi dal rinvio a giudizio immediato disposto dalla Magistratura milanese, sarebbe però stata rifiutata dalla funzionaria pubblica della cittadina marocchina che, sotto lo pseudonimo di Fatima, racconta la storia in una intervista a 'il Fatto'.

"Erano in tre - racconta Fkih, la funzionaria dell'anagrafe, a due inviati del quotidiano di Padellaro, appositamente inviati in Marocco - e, la mattina del sette febbraio mi chiamarono fuori dal mio ufficio. Due parlavano in italiano. Il terzo era un marocchino distinto che faceva da interprete e mi è parso di capire che anche lui venisse dall'Italia, forse da Milano". Una serie di discorsi in generale e su alcuni problemi per Ruby in Italia, accompagnati dalla consapevolezza che in Marocco non esiste un'anagrafe informatizzata ma solo dei registri cartacei.

Quindi la richiesta, dietro lauto compenso economico ("mi hanno offerto una somma importante", racconta la donna) di correggere manualmente il registro, trasformando dal 1992 al 1990 l'anno di nascita della ragazza. E 'Il Fatto', a scanso di nuovi equivoci, ha fotografato e pubblicato la pagina del registro anagrafico che riguarda Ruby. "Io ho detto loro di no: 'non posso accettare'. Temevo che avrei potuto passare guai. E ho pensato anche se avessi accettato forse avrei potuto creare problemi a quella mia concittadina". Tor

[Il Riformista]

L'asso nella manica del Cav. Pompetta

Povero Sallusti! Così zelante, così intempestivo... Qualcuno (chi?) aveva avuto la brillante idea di mandare "in missione" in Marocco gli uomini con la valigetta... Forse Sallusti è caduto vittima del suo (pre)giudizio che tanto questi marocchini, per quattro euri, si venderebbero anche la madre... Sta di fatto che era "quasi certissimo" che gli uomini in missione speciale sarebbero tornati con un bel certificato di nascita di Ruby, nel quale (miracoli di photoshop?) l'anno di nascita da 1992 diventata 1990. Quindi Quando Ruby faceva bunga bunga era già maggiorenne.

Si sa, la prudenza è prova di intelligenza. E Sallusti non è ricco di queste due virtù... Non resiste alla tentazione (genuina o imposta) di fare lo sgub ad usum porci, per cui commissiona a un tizio, di professione "giornalista" del Geniale (un ossimoro?), l'intempestivo articolo-marchetta, dal titolo:

Lasso-di-pompetta
Che sobrietà, in questo titolo! c'è tutto Sallusti, il quale non ha avuto neanche la prontezza di riflessi, quando ieri è stato annunciato il servizio del "Fatto" (che include la foto della registrazione anagrafica della nascita), di togliere questo articolo-monnezza dal Geniale. Un colpo di genio. Perchè i marocchini saranno anche pronti a vendersi per trenta denari; l'anagrafe sarà anche arretrata; ma una domanda sorge spontanea: come si fa ad immaginare, nel 1990, che due annni dopo nascerà una ragazza alla quale sarà imposto il nome di Karima El Mahroug??? Vede, rigor mortis, anche in presenza di un sistema anagrafico allo sfascio, registrare una nascita in ritardo può accadere. Ma registrarla in anticipo? Andiamo... Perchè la foto del "Fatto" non lascia adito a dubbi. La pessima anagrafe marocchina - cartacea e non informatica - archivia questa registrazione proprio nel '90...

Ma Rigor Mortis non ci pensa. Mi chiedo se - in assoluto - questa funzione faccia partte del bagaglio biologico di Rigor Mortis. E, ignorando anche il mitico consiglio del Trap (... non dire gatto se non ce l'hai nel sacco...) fa scrivere:

Il presidente del Consiglio: "Abbiamo la prova che Kharima è stata registrata all’anagrafe marocchina due anni dopo la nascita e la presenteremo ai giudici durante il processo". E quindi si dimostrerebbe che quando Ruby ha messo piede per la prima volta ad Arcore era già maggiorenne

Roma - La premessa è quella di sempre. Perché, ripete Silvio Berlusconi in privato, «sono innocente e vedrete che alla fine sarò assolto». D’altra parte, stupisce il suo interlocutore il Cavaliere, «abbiamo la prova che Ruby è stata registra all’anagrafe marocchina due anni dopo la sua nascita». «Una prova – aggiunge – che presenteremo durante il processo». Insomma, è il ragionamento del premier, «anche a credere alle accuse inverosimili della procura di Milano non ci sarebbe alcuna ipotesi di reato». Perché significherebbe che quando Ruby ha messo per la prima volta piede ad Arcore era già di fatto maggiorenne da tempo. Ed è anche per questa ragione che nelle sue chiacchierate private il capo del governo ostenta sicurezza e si dice sicuro che alla fine «ancora una volta si risolverà tutto in una bolla di sapone». Nonostante nel suo entourage ci sia chi predica prudenza, perché per quanto possano essere accurate le indagini difensive – che pare siano sbarcate anche dall’altra parte del Mediterraneo – c’è comunque da mettere in conto un’oggettiva difficoltà di reperire materiale e documentazione risalente a quasi venti anni fa in un Paese come il Marocco (...invece. guarda caso, seppur "cartacea", la documentazione c'è, i corruttibili impiegati marocchini non si lascianop corrompere... e tutto questo succede "in un Paese come il Marocco, scrive l'ineffabile Geniale... NdR).

Chi è ansioso di leggere il resto dell'articolo-autogoal, può andare sul [LINK]

Poi arriva la ferale notizia: c'è una registrazione che non avrebbe potuto esservi, viene fotografata e pubblicata, ma nel frattempo, non avvertiti in tempo, oltre 2800 berlusclones fanno in tempo a cliccare sulla manina "mi piace" di Facebook.

Posso dirlo? questa cosa piace anche a me. Un sacco bella. Tafanus

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La videointervista alla donna dell'anagrafe

giovedì 10 marzo 2011

Tentativodi corruzione degli impiegati marocchini per retrodatare la data di nascita di Ryby Rubacuori

...poca roba, perchè non sto in piedi... Andate sul Fatto Quotidiano, e troverete una inchiesta esclusiva: due "signori" arrivano in Marocco, carichi di soldi, per corrompere una impiegata dell'anagrafe, affinchè rilasci un certificato falso sulla data di nascita di Ruby.

Niente fa fare... L'impiegata capisce la gravità della cosa, ha paura, e... la data di nascita  di Ruby resta quella che era: una minorenne, quando inizia il bunga-bunga col maiale.

sabato 5 marzo 2011

L'onorevole PdL Elvira Savino, l'ape regina Sabina Began, la ministra MaryStar Gelmini, il campus del boss Labellarte

Ormai nel "Podere della Libertà", ovunque si faccia una buchetta nel terreno, emergono strani miasmi...

Sabina-began Tutte le strade portano a Bari. Dove sesso, politica e affari sono i pilastri di un sistema di potere vincente. Lo usava Giampaolo Tarantini, piazzando escort nel lettone di palazzo Grazioli e nelle ville dei padroni della sanità pugliese. Lo usano ancora oggi altri imprenditori senza scrupoli che riforniscono di allegra compagnia chi arbitra gli appalti. Ma prima di loro c'è stato un imprenditore, spregiudicato negli affari e nelle conquiste galanti, che è riuscito a creare una scuderia vincente. E a metterla al servizio del più feroce boss della mafia pugliese. Il cervello di queste operazioni che mette insieme piacere, corruzione e riciclaggio è Michele Labellarte, un bancarottiere morto a 48 anni nel settembre 2009, passato dagli investimenti nella new economy a quelli nel mestiere più antico del mondo. Il suo fascino di playboy gli ha permesso scoperte che poi si sono imposte alla corte di Silvio Berlusconi. A partire da due ragazze che a Roma si sono fatte valere: Elvira Savino, oggi deputata del Pdl, e Sabina Began, una modella slavo-tedesca, famosa come "l'ape regina" intorno a cui ronzavano le ragazze che hanno allietato tante nottate del premier.

Un tempo le due vivevano insieme, dividendo una camera in affitto nella capitale. Poi come in una favola, Elvira ha conosciuto il Cavaliere e nel 2008 è stata eletta in Parlamento. "Non è però stata Sabina a presentarmi Berlusconi. Il fatto che vivessimo entrambe lì è solo un caso", assicura l'onorevole Savino. In Puglia però ha lasciato pessimi ricordi, peccati di gioventù che rischiano di avere una pesante rilevanza penale. In questi giorni nel Tribunale di Bari si è aperto il processo contro di lei per riciclaggio. L'accusa è semplice: avrebbe fatto da prestanome al clan Parisi, intestandosi uno dei conti usati per ripulire i guadagni della famiglia mafiosa. Nel 2009, quando una maxiretata decimò la cosca cittadina, la neoparlamentare sembrava intenzionata a farsi interrogare dal pm Elisabetta Pugliese per chiarire la sua posizione. Poi ha preferito tacere e affidarsi a una nota difensiva in cui respinge ogni accusa.

Tutta colpa di Labellarte. Uno che si era lanciato nella bolla informatica di inizio millennio, tra party, società web e pacchi di fatture gonfiate per frodare il fisco. Poi l'arresto e l'amicizia in cella con il padrino più temuto e più ricco di Puglia, che gli affiderà il suo tesoro. I boss, spiega il pm Elisabetta Pugliese ai giudici, avevano ben capito che dovevano investire il denaro, creando legami che con il tempo si sono consolidati col mondo imprenditoriale, delle professioni, delle banche, della pubblica amministrazione, insinuandosi nella società civile e inquinandola. La mafia pugliese, dunque, non è più una questione tra gruppi malavitosi. E il pubblico ministero accusa: "È una questione che coinvolge tutti noi e che deve farci interrogare su quello che possiamo e dobbiamo fare, salvo diventare complici se non tecnicamente almeno moralmente".

Elvira-savinoA fare breccia nella borghesia provvedeva Labellarte, che tutti conosce e tutto riesce ad ottenere. Ma l'imprenditore dalla tripla vita non può aprire conti a suo nome e così arruola le sue amiche più care. Come Sabina Began, che si sarebbe messa a disposizione per l'intestazione di un altro deposito bancario. Poi lei si trasferisce a Roma, dove incontra Berlusconi e diventa di casa a palazzo Grazioli, dove introduce aspiranti veline, cubiste e accompagnatrici. È con lei che Silvio festeggia la vittoria del 2008 che lo ha riportato a Palazzo Chigi: stando alle cronache, la teneva sulle ginocchia cantando "Malafemmina". Ed esclamava divertito: "Se qualcuno mi facesse ora una foto, varrebbe 100 mila euro".

Un anno dopo "il Tempo" scrive: "Sabina Began sfoggia un nuovo tatuaggio sulla caviglia. Una farfalla circondata dalla frase: "L'incontro che ha cambiato la mia vita: S. B.". Che sono le sue iniziali, ma non solo". Sono le due bellezze venute dal Sud a presentare al Cavaliere amici poco raccomandabili. La Began gli fa conoscere Giampy Tarantini, invitandolo a villa Certosa: l'inizio di un feeling tra l'industriale barese e il capo del governo, testimoniato da decine di telefonate e da schiere di escort convogliate da Bari fino alla capitale. Il matrimonio della Savino, con il premier testimone della sposa, è l'occasione che il brillante riciclatore Labellarte sfrutta per avvicinare il presidente del Consiglio e - secondo alcune testimonianze - conversare a lungo con lui.

Questa capacità di infilarsi ovunque è la forza di Labellarte. Che aveva fornito al clan le relazioni per concretizzare un'operazione senza precedenti: costruire il più grande campus universitario d'Italia, un megaprogetto nel comune barese di Valenzano. L'opera - stando all'inchiesta - sarebbe stata lanciata grazie all'intercessione dell'onorevole Savino. Il suo intervento si rivela prezioso soprattutto per ottenere le "manifestazioni d'interesse" di due ministeri, Istruzione e Sviluppo Economico. Di fatto l'inchiesta è come un ascensore in continuo movimento dai sotterranei del crimine ai tetti più alti del potere. Da una telefonata a un incontro, da un prestanome a un nuovo affare, un unico filo finisce per collegare i criminali agli avvocati, i boss ai colletti bianchi, i soldi sporchi alla politica. Come in un domino impazzito, le mosse dei mafiosi provocano ripercussioni che arrivano fino alle stanze del governo, con il ministro Mariastella Gelmini che si trova a raccomandare un maxi-campus segnalato dall'onorevole amica del riciclatore. O dell'opposizione, con il senatore Nicola Latorre del Pd citato da Labellarte come possibile terminale di uno scambio tra "voti" e "accordini".

La morte dell'imprenditore, stroncato da una malattia, non ha ostacolato le indagini della procura. C'è un filone dell'inchiesta che continua ad andare avanti e a ricostruire i rapporti di potere sotterranei nella capitale della Puglia. Nel mirino ci sono affari benedetti da politici di sinistra. Nel troncone originario restano ancora indagati gli avvocati Gianni Di Cagno, ex componente del CSM ed ex vicepresidente della provincia di Bari, e Onofrio Sisto: due nomi notissimi in città, entrambi considerati vicini politicamente a Massimo D'Alema. E nella nuova inchiesta di Bari salta fuori ancora una volta il "metodo Tarantini": oltre alle mazzette in denaro c'erano le escort, pronte ad ammorbidire gli uomini di partito e convincerli ad assegnare gli appalti. Vecchia storia, nuovissimi affari.

(di Lirio Abbate - l'Espresso del 4 Marzo 2011)

Espresso

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