sabato 30 aprile 2011

I funerali di Vittorio Arrigoni - Le foto

Hilarion-capucci DSC04863Mentre da Monza la strada comincia lentamente a salire verso Bulciago, il cielo, nuvoloso, si apre, e si presenta col suo volto migliore. Il cielo di Lombardia, così bello quando è bello... Do uno sguardo al navigatore, uno all'orologio. Sono con Marisa. Siamo in anticipo di una ventina di minuti. Ma all'ingresso del paese uno schieramento di vigili ed operatori della Protezione Civile sbarra la strada di accesso, e devia tutti verso parcheggi capienti, ma un po' lontani... Proseguiamo a piedi. Una salita mozzafiato. La palestra è in cima ad una collina da cui l'occhio spazia sulla "verde Brianza", quella bella...

DSC04861 DSC04873La "palestra" è di fatto un modernissimo e grande palazzetto dello sport. Arriviamo con dieci minuti d'anticipo, ma ormai è impossibile entrare. Il parterre, le tribune, le scale, i corridoi... tutto pieno. Riesco a sgusciare fra la gentee a scattare un paio di foto, ma poi devo uscire sul pratone esterno, brulicante di gente, di bandiere italiane, palestinesi, di bandiere della pace...

DSC04862 Morti-piombo-fuso Il sole scotta. La Protezione Civile distribuisce bottigliette d'acqua. All'esterno arriva, attraverso gli altoparlanti, la voce dell'officiante, l'Arcivescovo Emerito di Gerusalemme, Hilarion Capucci. Non riusciamo ad ascoltare tutte le parole. Ogni tanto parte un brano musicale, ma spesso non si tratta di musica sacra. Parte la base di "Blowin' in the wind", la gente canta in coro. Poi, spontaneamente, esplode "Bella ciao"... Forse un domani in anticipo di un giorno, forse un'associazione spontanea fra due resistenze...

DSC04869Accanto a noi c'è un uomo triste e solo. Iniziamo a parlargli. E' palestinese, ha studiato, vive e lavora a Padova. Si è fatto tre ore di macchina per esserci, ma ci ha tenuto a dirci che sarebbe arrivato anche se fosse stato residente a Cagliari. Non ci crede, alla storia dei salafiti che avrebbero ammazzato Vittorio. Non si spinge oltre nelle illazioni, ma si chiede a chi possa giovare scoraggiare le azioni di volontariato con un'azione terroristica. pro-palestinesi a Gaza. Lui è della Galilea. Ci dice che nella striscia di Gaza in ogni villaggio sono già spuntate come funghi le "Via Vittorio Arrigoni".

DSC04865 DSC04870Sul pratone, un lunghissimo striscione bianco porta stampati i nomi, l'età, la professione delle migliaia di morti ammazzati dell'operazione "Piombo Fuso". I nomi di giovanissimi e di bambini non si contano...Chissà perchè, ma il mio pensiero corre ad Auschwitz... a quella orrenda, enorme bacheca piene di scarpine da bambini...

DSC04879 DSC04880Tante famigliole palestinesi. Facce tristi... Mi passa accanto una bella coppia, con un bambino piccolo che regge un mazzo di fiori di campo. Gli sorrido, gli dico "...che bei fiori...". La mamma gli dice di dire "Buona Pasqua al signore" (che sarei io). Il bimbetto mi dice Buona Pasqua, poi mi mostra i fiori, e mi dice che "sono per Vittorio".

Sono stanco. Stanco e triste. Si torna a casa. Riposa in pace, Vittorio... Antonio

P.S.: ho fatto delle foto, che non posso mettere in grandezza naturale, ma si possono aprire cliccando sulle relative icone. Nessun ordine logico, solo ciò che mi ha colpito, e ciò che ho potuto far filtrare fra le migliaia di teste che  affollavano anche il pratone fuori dalla palestra.

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lunedì 25 aprile 2011

La fine degli ultimi demagoghi: "Prossima Fermata": ...al deposito?...

Prossima-italia Come è noto, fra il sottoscritto e demagoghi e/o populisti di varia estrazione, non è mai corso buon sangue. Fino a qualche tempo fa, quando sentivo urlatori di qualsiasi estrazione che rompevano i timpani, mi limitavo ad abbassare il volume. Ora spengo.

Che fine hanno fatto i "rottamatori" della Leopolda e di Prossima Italia? Quelli che dovevano spaccare il mondo? Quelli che volevano con molta condiscendenza spiegarmi (gratis) come si conduce un sito di successo? Quelli che rottamavano a dritta e a manca?

All'inizio (parlo di gennaio 2011), ho persino fatto qualche serio tentativo di dibattito. Niente da fare. Al secondo commento non osannante nei confronti della rottamazione, sono stato coralmente inquadrato come un troll. Si è scomodato persino il Ciwati, con posts di lunghezza inusitata (e con mal riusciti tentativi di ironia), per unirsi al gestore del sito, che guidava il coretto "daje ar trolle"-

Quando poi ho spiegato, in un commento, al gestore di [prossimaitalia.it], che avendo da gestire qualcosa di alquanto più consolidato di prossimaitalia, non mi restava né il tempo, né la voglia, né l'energia per produrmi come troll sul suo sito, costui si è sentito in dovere di telefonarmi, per spiegarmi che Troll non era necessariamente un termine dispregiativo. Aveva addirittura innegabili connotazioni positive... Le ho cercate, queste connotazioni positive, su [Wikipedia]. Non le ho trovate. Ma forse non ho cercato bene...

Renzi-prossima-arcore Strana, la storia di questo sito... Intanto Matteo Renzi, uno dei due soci fondatori, è sparito subito per mesi. Il problema? L'altro socio fondatore, Civati, aveva osato scrivere sul suo blog che lui a cena ad Arcore non ci sarebbe andato. Come è noto, non è concesso ai comuni mortali sfiorare la guancetta tonda e morbida di Matteo, neanche con un buffetto...

Nel frattempo Giuseppe Civati in più di tre mesi è entrato solo con una proposta che è ai vertici della demagogia: "Metà parlamentari a metà stipendio". Applausi delle masse. Che intanto però si riducevano a vista d'occhio. Come ognuno può capire, una proposta, quella di tagliare numero e retribuzione dei parlamentari, che nessuno, ma proprio nessuno ha mai fatto. Meno male che Pippo c'è.

Il gestore (il cui nome non cito, per decenza), entra ogni tanto, ma quasi sempre per linkare qualcosa che ha postato sul suo blog personale. Oggi ho fatto una visitina turistica, ma sono stato colto quasi da agorafobia. Meno di un post ogni due giorni, meno di due commenti al giorno. Visite giornaliere piombate da oltre 2000 dei primi giorni, alle circa 100 di questi giorni.

Il gestore non entra nel sito da 48 ore, Renzi con ci entra da oltre due settimane, Civati non ci entra da più di tre settimane. Infine un mio caro amico, che ai tempi della Leopolda mi aveva severamente sgridato perchè non avevo capito la grandezza dell'operazione, e le "magnifiche sorti e progressive" del movimento dei rottamatori, e di Matteo Renzi, il vero genio di tutta l'operazione, non entra nel sito esattamente da tre mesi e una settimana.

Il rendiconto, qualche giorno fa, di "Prossima Fermata, Napoli", ha raccolto ben due commenti. L'annuncio, il 14 aprile, di "Prossima Fermata Padova", ha suscitato l'entusiastico vaticinio di UN commentatore: "...Sarà un grande successo!..."

Poichè io non mi ritengo assimilabile al Colonnello Buttiglione di Alto Gradimento (colui che - qualcuno lo ricorderà - "non si arrendeva mai, neanche di fronte all'evidenza", scendo a questa fermata, in attesa che Prossimaitalia si avvii alla sua Prossima Fermata, Deposito.

Tafanus

Renzi-civati

mercoledì 20 aprile 2011

E il filosofo Chicco Testa cambia idea sul nucleare (a rimorchio del padrone).

Radioattivita Come volevasi dimostrare. Chicco Testa è uno strenuo e coerente difensore delle idee altrui, purchè appartenenti al suo padrone... Solo qualche settimana fa, in un osceno fuori onda in TV, minacciava (addirittura) di spaccare la faccia a chiunque non la pensasse come lui. Quando si dice il confronto delle idee...

Solo qualche settimana fa, era disposto a spaccare la faccia a chiunque non concordasse con lui che in fondo a Fukushina si era solo rotto un generatore. Cambiato il generatore, tutto era di nuovo "più bello e salubre che pria".

Ora sembra che il filosofo abbia cambiato idea. Per ordine del padrone? Contrordine, kamerati! Il nucleare non è più la cosa più bella che ci sia. E' necessaria una "pausa di riflessione", almeno fino al 13 giugno. Complimenti vivissimi a Chicco "SchienaDritta" Testa. Tafanus

 

...piccolo supponente, incompetente, maleducato...
 
(avesse incontrato non un geologo educato come Tozzi, ma uno maleducato come il sottoscritto, si sarebbe beccato un calcio nei denti in diretta. Dalle parole, ai fatti)

venerdì 15 aprile 2011

La morte dell'amico Roberto Arrigoni, che voleva portare cibo e farmaci ai disfgraziati di Gaza

Arrigoni-vittorio Io ho sentito la notizia del rapimento e dell'ultimatum ieri sera, su RaiNews 24. Non ci volevo credere. Con Vittorio c'erano stati sporadici contatti epistolari. Mi aveva contattato quando il Tafanus aveva fatto una serie di posts sui bambini arsi vivi a Gaza. Comunità di sentimenti quasi sempre, ma a volte differenze nel modo di trattare i problemi.

C'era stima reciproca, solidarietà fra bloggers "da battaglia": più monotematico e duro il suo Guerrilla Radio, forse più ironico e generalista il mio.

Stamattina, come per un presentimento, mi sono svegliato tardi, e con una certa reticenza ho accesso la TV su RaiNesw24, ed ho sentito ciò che non avrei voluto sentire. E' una di quelle notizie che fanno male. In primo luogo per Vittorio (che per me arriva, per inciso, dopo Enzo Baldoni...)

In secondo luogo perchè credo che d'ora in poi, quando parleremo dei palestinesi di Gaza, anche noi saremo portati a fare delle differenze... I salafiti, ammazzando come un cane uno che da anni spende la sua vita per aiutare i palestinesi (senza ulteriori specificazioni) di Gaza, hanno danneggiato in misura irreparabile il supporto sincero che molti di noi hanno sempre dato a costoro. D'ora in poi, qualunque cosa accada a Gaza, saremo costretti a fare, seppur inconsciamente, dei distinguo. E questo non mi piace.

Grazie, Vittorio, per quello che hai fatto per Gaza. Io forse, anche se avessi avuto la tua gioventù, non ne sarei stato capace. Antonio

giovedì 14 aprile 2011

Nihil sub sole novi - di Axel

Pantelleria1-sbarco Lo chiarisco in anticipo: non è un pezzo razzista. Perlomeno non nei confronti dei profughi in arrivo... Attendo da più di un mese che un qualunque buffone, dei circa 600 comodamente piazzati in parlamento e dei circa 300 occupanti il senato della repubblica, decida graziosamente di comunicarci cosa diavolo intendano fare riguardo alla situazione (chiara da mesi a qualunque essere intelligente, elemento che evidentemente esclude il ministro degli esteri e del consiglio, peraltro chiaramente affaccendato in altre occupazioni) dei continui sbarchi di immigrati sulle coste lampedusane.

Al di là del fatto che una condizione del genere era ampiamente immaginabile, e quindi il fatto che questo governo di buffoni abbia permesso una vergogna come quella per cui 5.000 persone abbiano sofferto fame e freddo ed altre 5.000 siano state lasciate da sole ad affrontare questa emergenza (mi riferisco alla maggior parte dei Lampedusani) è di per sé una vergogna che dovrebbe imporre le immediate dimissioni; i politicanti incapaci lamentano una sostanziale inerzia della Comunità Europea relativa alla mancata accettazione dei “profughi” nelle loro nazioni.

Il ministrello Maroni, evidentemente poco informato delle regole di ingresso determinate nel Trattato di Schengen, nonché delle regole dettate dalla sentenza della Corte di Cassazione Sezione 1 Civile, 20 dicembre 2007, n. 26822, che recita “Presupposti per il riconoscimento dello "status" di rifugiato politico sono la condizione socio politica normativa del Paese di provenienza e la correlazione di questa con la specifica posizione del richiedente, senza che la prima possa fondarsi sul ricorso al notorio e che possa ricavarsi sillogisticamente la seconda dalla prima, rilevando, invece, la situazione persecutoria di chi (per l'appartenenza ad etnia, associazione, credo politico o religioso, ovvero in ragione delle proprie tendenze o stili di vita) rischi verosimilmente specifiche misure sanzionatorie a carico della sua integrità fisica o libertà personale. Nella specie la S.C. ha confermato il decreto di diniego del giudice di merito, motivato sull'inidoneità di indeterminate fonti di stampa e sulla mancanza di documentazione efficace, a costituire la ragionevole prova della discriminazione dei curdi in Turchia e sulla mera asserzione dell'appartenenza del richiedente a tale etnia e del conseguente pericolo.”

In altri termini, viene riconfermato il punto 1 del trattato di Schengen, che prevede la libera circolazione per l’extracomunitario avente le seguenti caratteristiche:

-1) E’ in possesso di uno o più documenti di viaggio validi che consentano di attraversare la frontiera;

-2) E’ in possesso di un visto valido, se necessario in base al paese di provenienza;

-3) Giustifica lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto e dispone dei mezzi di sussistenza sufficienti, sia per la durata prevista del soggiorno sia per il ritorno nel paese di origine o per il transito verso un paese terzo nel quale l'ammissione è garantita, ovvero essere in grado di ottenere legalmente detti mezzi. La valutazione dei mezzi di sussistenza si effettua in funzione della durata e dello scopo del soggiorno e con riferimento ai prezzi medi vigenti nello o negli Stati membri interessati di vitto e alloggio in sistemazione economica, moltiplicati per il numero di giorni del soggiorno. Inoltre è indicato che tale valutazione può basarsi sul possesso di contanti, assegni turistici e carte di credito. E' anche previsto e regolamentato il caso di ospitalità (definita come "dichiarazione di presa in carico") fornita da un cittadino del paese in cui l'extracomunitario entra;

-4) Non è segnalato nel SIS (Sistema di Informazioni di Sicurezza) ai fini della non ammissione;

-6) Non è considerato una minaccia per l'ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri.

La sentenza della cassazione conferma quindi, quale conditio sine qua non per il riconoscimento dello status di rifugiato, che l'extracomunitario possa certificare la propria nazionalità tramite un documento di riconoscimento.

Ora, domandatevi cosa avviene in qualunque altra parte del mondo se un italiano si presenta senza documenti, senza passaporto e dichiarando che viene maltrattato dal suo governo: io posso dirvi solo che personalmente, giunto a Beijing con un visto di ingresso considerato non valido, sono stato rimesso su un aereo per Hong Kong con tanta gentilezza ed altrettanta decisione.

Provate ad entrare negli accoglientissimi Stati Uniti con un barcone o a piedi: verrete immediatamente arrestati con l’accusa di immigrazione irregolare ed altrettanto velocemente rimpatriati (se disponete del denaro necessario) o condannati entro 24 ore a tre mesi di prigione (che vi farete, chiaramente) e successivamente spediti fuori dagli States.

Provate ad entrare in Spagna attraverso Gibilterra, dove verrete immediatamente bloccati e rispediti al mittente: in effetti nel 2007 alcuni sbarchi sull’isola di Palma de Mallorca sono stati velocemente risolti tramite espulsioni immediate (vedi El Mundo) http://www.elmundo.es/elmundo/2007/06/01/espana/1180686746.html 

E vi ricordate gli Australiani ? Qualche anno fa hanno rispedito in mare un barcone di profughi dall’Indonesia, che hanno vagabondato a lungo prima di ottenere viveri ed assistenza medica oltre che una scorta… per tornare sulle coste di provenienza, scortati da un incrociatore Aussie. E vaja con Dios, buena suerte.

Non parliamo di Malta: là i profughi sono stati addirittura mitragliati un paio di volte, con il risultato (evidente) che i barconi passano oltre e si fermano a Lampedusa.

Andate a Dubai o ad Abu Dhabi e tentate di introdurvi di nascosto: ammesso che ce la facciate, la media delle permanenze irregolari da quelle parti è pari a tre giorni… In effetti, dopo qualche tempo di sana galera (che non è esattamente identica al Burj Al Arab) verrete spediti al vostro paese di origine. Direttamente, e senza passare dal via.

Al contrario, ottenere un visto in tutti questi paesi è decisamente facile, una volta che si abbiano le caratteristiche richieste: in altri termini, lavorare regolarmente è tutto sommato facile all’estero, come ben sanno molti connazionali sparsi in tutto il mondo. In Italia, no.

In Italia invece si arriva sui barconi per un semplice motivo: l’incapacità del governo e la devastante ignoranza della scrittura della cosiddetta legge “Bossi-Fini” hanno permesso e permettono agli immigrati di sbarcare, ricevere un foglio e successivamente girare in lungo e largo l’Italia senza di fatto trovare alcun controllo sul territorio.

In altri termini, avete mai visto una vera verifica relativa agli immigrati, in Italia ? Dovete sapere che siccome la suddetta legge sull’immigrazione prevede che vi sia un processo per l’immigrazione irregolare (che deve essere contestata al momento della sua realizzazione, sottolineo), un extracomunitario che viene fermato dalle forze di Polizia viene solo identificato (se possibile, ovviamente) e gli viene consegnato un foglio di via obbligatorio.

A chi? Ma naturalmente al nome dichiarato al momento del fermo: quindi se la stessa persona viene fermata dopo tre giorni e dichiara una differente identità… ciccia, altro foglio di via e la giostra ricomincia.

Disponete di uno o più documenti falsi ? Beh, allora il gioco è ancora più semplice: basta consegnare ogni volta un documento diverso, e la permanenza è garantita, in barba alla “identificazione certa” da effettuarsi con la fenomenale e ben nota disponibilità economica garantita dal nostro governucolo alla forze dell’ordine.

Sottolineo che questa serie inenarrabile di scemenze, che non scriverebbe nemmeno un decerebrato con un QI pari a 30, sono invece state messe nero su bianco da due ministri della repubblica, di cui uno è addirittura diventato la terza carica dello stato.

Orbene, vorrei sottolineare che chiaramente il sottoscritto è tutt’altro che dell’avviso di applicare il concetto “föra di ball”, ma semplicemente di tutelare sia il diritto internazionale che la buona convivenza civile. Invece, il “governo del fare”, paladino della legalità, in questa maniera riesce nel difficile salto carpiato di  incrementare il già non basso livello di criminalità importando galeotti tunisini che potranno facilmente iniziare un interessante cammino imprenditoriale nel nostro paese, rispettando lo spirito del presidente del consiglio, tutto ciò grazie all’acquisizione dello status di cittadino europeo graziosamente regalato dai decerebrati di cui sopra a chiunque arrivi in Italia, e solo per levarsi il problema.

Ovviamente, e qui Maroni ha dimostrato il suo ineffabile acume da tastierista varesotto (niente contro i tastieristi, ovviamente) il ministrello si lamenta in quanto “noi abbiamo aiutato Grecia e Portogallo”  e loro “se ne tirano fuori”. Siccome evidentemente questo giullare non ci arriva, chiariamogli un paio di punti:

-1) Il default della Grecia o del Portogallo avrebbe fatto fallire anche noi. Tremonti, lo spieghi al “ministro”. Chissà se riesce a metterglielo in testa.

-2) Il fatto che si sia derogato ad un controllo di accesso alla comunità europea tramite un permesso di ingresso al buio crea problemi di sicurezza enormi per tutta Europa. E questo perché a nessuno è saltato in mente che il flusso di profughi si arresta con la dimostrazione del rispetto delle regole di ingresso che sconsiglierebbe traversate a chi non dispone delle necessarie caratteristiche. Scommettete che adesso con l’obbligo di rimpatrio per i Tunisini nessuno arriverà più dichiarandosi di quella nazionalità? Quindi altri 200 milioni di euro buttati nel cesso con un accordo che si doveva fare per forza, giusto per evitare una (ennesima) figuraccia al buffone capo…

-3) La comunità Europea applica trattati controfirmati proprio dal Governo Italiano. Il ministro degli esteri (ammesso che li conosca un minimo) dovrebbe spiegare al ministrello che l’accesso in qualunque nazione deve essere controllato strettamente, sennò non siamo noi a pensare di uscire dall’Europa, ma l’Europa che ci sbatte fuori a calci nel sedere per manifesta incapacità.

-4) Esistono procedure ben precise che regolano la procedura di richiesta dello status di rifugiati. Regole che prevedono obbligatoriamente l’identificazione univoca del richiedente, pena l’invalidità della richiesta, e che dovrebbero essere chiarissime al ministro degli interni. Evidentemente non lo sono per il ministrello. Una banda di incapaci.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole. 

Axel

sabato 9 aprile 2011

Amministrative di Milano: la lista waka-waka di Letizia Moratti non piace a tutti...

Fuori-di-testa
Il 5 aprile il Tafanus ha pubblicato un post dal titolo "Aiutiamo la lista waka-waka della Moratti. Ne ha bisogno" (vedi post)

Questa lista, che si chiama "Milano al Centro", è di sostegno alla (ri)candidatura a sindachessa della Moratti, e raccoglie un circo Barnum di personaggi "vari ed eventuali". Fra questi personaggi c'è anche Marina Ferrari, sulla quale tutta la stampa faceva questa presentazione (da noi fedelmente ripresa):

"...Marina Ferrari - Promoter del brand Cangiari, fashion brand che combatte la 'ndrangheta con stile e creatività... Manualità calabrese portata su livelli stilistici moderni e tessuti biologici sono il simbolo della griffe: obiettivo lanciare un messaggio che parla di diritti umani, equità, partecipazione, bene comune, legalità, ecologia e nonviolenza..."  (...insomma, politichetta, fashion e cha cha cha... NdR).

Oggi ricevo una email datata 7 aprile, mittente il "Consorzio Sociale GOEL" (da noi mai citato), che parla a nome, evidentemente, del brand "Cangiari". La riportiamo integralmente:

Alla cortese attenzione dell'amministratore del blog "il Tafano" - In riferimento alla news  da lei pubblicata in data 4 aprile 2011 dal titolo " Aiutiamo la lista waka-waka della Moratti. Ne ha bisogno", si comunica che il brand CANGIARI ed il Consorzio Sociale GOEL sono estranei a qualsiasi coinvolgimento nella lista civica “Milano  al Centro” e che la Sig.ra Marina Ferrari non ricopre alcun ruolo di rappresentanza in CANGIARI e in GOEL, avendo rinunciato al  suo incarico di addetta al marketing. Si chiede, pertanto, di rettificare quanto pubblicato e di tenerne conto per eventuali future pubblicazioni. Cordialmente,

Ufficio Comunicazione - Consorzio Sociale GOEL

Questa la mia risposta:

Spett. Consorzio Sociale GOEL,

premesso che le parole sono pietre, respingo al mittente la richiesta di "rettificare" alcunché. Rettificare significa correggere una notizia imprecisa o falsa, e la nostra notizia non era né imprecisa, né falsa. Al momento in cui è stata data, la signora Ferrari era, per sua stessa ammissione, promoter del brand "Cangiari", qualunque cosa questo significasse. Lo era talmente tanto, che solo nei giorni successivi, per motivi che non mi interessano, è giunta alla determinazione di lasciare questo incarico (che quindi ricopriva), e di informarmi personalmente, ieri, attraverso una email:

"Io sottoscritta, Marina Ferrari nata a La Spezia il 24/05/73, comunico con la presente di rinunciare all'incarico di addetta al marketing del Gruppo Cooperativo GOEL e di non potere, dunque, più svolgere attività di promozione per il marchio CANGIARI", causa mia partecipazione alla Lista Civica Milano al Centro. Cordialmente.
Marina Ferrari"

Non ho difficoltà a pubblicare il vostro comunicato, ma nessun accesso a vostre richieste di "rettifica". "Aggiornamento" mi sembra un termine più adeguato, visto che la notizia da noi data, nel momento in cui è stata data, corrispondeva in pieno alla verità. E' quindi la realtà che subisce "rettifiche", non le notizie.

Cordialmente,
Antonio Crea - Gestore del blog "Tafanus"

P.S.: Ho correttamente inviato la mia risposta al Consorzio GOEL, ma costoro non si preoccupano neanche di tenere in condizioni di normale efficienza la loro casella di posta. Ecco cosa mi risponde il mail-provider:

Hi. This is the qmail-send program at w435.widhost.net. I'm afraid I wasn't able to deliver your message to the following addresses. This is a permanent error; I've given up. Sorry it didn't work out.

<comunicazione@goel.coop>:
Recipient's mailbox is full, message returned to sender. (#5.2.2)

lunedì 4 aprile 2011

I morti abbandonati di Fukushima: "Sono radioattivi, lasciateli lì"

Mille corpi vicino alla centrale, nessuno vuole venirci a contatto. Contaminate acqua e carne

TOKYO - Un migliaio di corpi di uomini e donne deceduti durante il doppio cataclisma dell'11 marzo scorso sta ancora marcendo nelle pozze di acqua ristagnante o tra gli ammassi di detriti attorno alla centrale nucleare di Fukushima. Nessuno li ha raccolti, e nessuno li ha cremati, perché troppo radioattivi. Coloro che avrebbero dovuto occuparsene, siano essi poliziotti, becchini o famigliari, hanno paura di venire contaminati a loro volta. Le autorità non sanno ancora cosa fare di chi da morto incute lo stesso terrore che nel Medioevo suscitavano gli appestati. Accade nella cosiddetta "no-go zone", la zona evacuata dalle autorità e che circonda l'impianto danneggiato in un raggio di 20 chilometri.

(continua su www.repubblica.it)

Mi scuso se il Tafanus, nei prossimi giorni, parlerà di Fukushima, e di nucleare, più di quanto alcuni vorrebbero sentirne parlare, ma fra 71 giorni ci sarà (con l'aiuto della tragedia di Fukushima) l'occasione di dare il colpo mortale alla follia berlusconiana del nucleare. TUTTI dobbiamo fare campagna capillare, in ambito familiare ed amicale, perchè il quorum dei referenda sia superato, per una volta. Non trascuriamo un solo contatto. Potrebbe essere quello decisivo. Tafanus

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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