martedì 29 maggio 2012

Maggio: il mese in cui sbocciano le rose, e le storie più belle del tennis

Niente paura. Non voglio parlare di tennis ma ricordare due bellissime storie umane, di cui ho trattato nel Maggio 2010 (l'anno in cui Francesca Schiavone ha vinto il Roland Garros, e Samantha Stosur completava vittoriosamente la sua "partita per la vita"), e nel 2011 (anno in cui una coraggiosa donna francese - di chiare origini italiane - ha scritto una bellissima pagina di coraggio, e d'amore). Per chi non ha letto o non ricorda, raccomando la lettura del post su Samantha Stosur del 2010 (linkato), e su Virginie Razzano del 2011. In calce, vi racconterò la storia della resurezzione di Virgine Razzano, che si è compiuta oggi, 29 Maggio 2012. Tafanus

Virginie Razzano: ancora una volta dal tennis femminile una grande lezione di coraggio (25 Maggio 2011)

Razzano-virginie1 L'anno scorso, alla vigilia della finale del Roland Garros fra Francesca Schiavone e Samantha Stosur, avevo dedicato alla seconda un post dal titolo [Samantha Stosur, la donna-ragno che ha sconfitto il male], per spiegare perchè avrei tifato per Francesca, ma senza gioia per una eventuale sconfitta di Samantha, splendida persona.

Oggi, ad un anno da quell'evento, devo esprimere il mio cordoglio e la mia ammirazione per un'altra persona speciale, che nell'ultimo anno era precipitata verso il basso nelle classifiche mondiali, e nessuno aveva capito realmente perchè. Lunedì, la spiegazione diventa pubblica. L'ennesima lezione di grandissimo coraggio ed umanità, dopo quelle di Lea Pericoli, di Samantha Stosur, di Martina Navratilova...

La storia: Parigi, Torneo del Grande Slam al Roland Garros. Stéphane Vidal, allenatore e fidanzato di Virginie Razzano (chiare origini italiane) muore, dopo una lunga battaglia, persa in partenza, per un tumore al cervello, una settimana prima dell'inizio del Roland Garros. Uno dei suoi ultimi desideri era stato che, a dispetto della situazione, in qualsiasi caso Virginie, 28 anni, avrebbe dovuto giocare il suo torneo. E' ciò che Virginie ha fatto e, pur perdendo rapidamente la sua partita di primo turno, ha guadagnato il premio più grande: la stima e l'ammirazione di tutti.

Virginie ha tenuto in seguito una conferenza stampa carica di tensione emotiva:

"La decisione di giocare qui è stata presa dal mio fidanzato. Ha voluto che continuassi la mia vita, che continuassi a lottare sul campo. Con la mia famiglia, gli amici, il pubblico, ho fatto del mio meglio per tenere sotto controllare le mie emozioni e giocare per lui. Mi ci è voluto un sacco di coraggio. E' stato difficile, duro, doloroso, ma l'ho fatto. L'ho fatto per Stéphane.

Lui aveva fiducia in me. Sapeva che io avevo la sua stessa forza. Per questo abbiamo lavorato bene insieme per anni, Avevamo coraggio, e abbiamo combattuto giorno dopo giorno uno accanto all'altro. Oggi, ho dovuto usare tutto il mio coraggio. Non è ho molto, sono molto fragile, mi sento sola, anche se avverto la presenza di molta gente intorno a me. Mi resta la forza di rimanere in piedi, e di muovere un passo dietro l'altro.

E' difficile, specie quando perdi qualcuno che era, e sarà per sempre l'uomo della mia vita. Conservo bellissimi ricordi dei tempi belli, e anche di quelli meno belli. Lui era l'altra metà di me. E' una storia che abbiamo costruito insieme in 11 anni, e che continuerà. Continuerò a costruirla attraverso il tennis, la mia passione, che mi da coraggio e forza mentale.

Avevo preparato con Stéphane il mio programma fino a Wimbledon. Avevo detto che avrei giocato a Birmingham, e poi sarei tornata a casa per stare con lui. Mi aveva detto: "...si vedrà...". Sentiva che le cose avrebbero potuto prendere un'altra piega. Ma mi aveva detto che dovevo giocare il Roland Garros e Wimbledon. Erano due appuntamenti importanti, per lui. Per dopo, non avevamo programmato niente. Dovrò provare a ritrovarmi. Lo stress degli ultimi tempi mi ha fatto perdere molto peso, e dovrò provare a ritrovarmi, in tutti i sensi, prima di ritornare sui campi...

A Virginie avevo mandato uno scritto, reso pubblico:

Cara Virginie,

ti ritroverai. Hai coraggio da vendere, e l'affetto di milioni di francesi, e non solo... La prima settimana di Wimbledon mia moglie ed io ci saremo, e anche se la sorte dovesse metterti in tabellone contro un'italiana, tiferemo per te. Sarà il nostro insignificante omaggio al tuo coraggio, alla tua umanità, al tuo dolore. Ti abbraccio

Tafanus

Asderaki-evaOggi, giorno del suo primo turno al Roland Garros, forse Virginie ha finito di pagare le sue cambiali al destino, nonostante l'arbitro, la greca Eva Asderaki (una delle migliori del circuito) sembrava avesse deciso di rovinarle ad ogni modo la festa, con un'improvvisa mezz'ora di protagonismo). I fatti:

Virginie, che sembra sulla via del recupero fisico e psicologico, è precipitata fuori dalle prime cento. Quindi non è fra le teste di serie. Quindi le capita al primo turno, per sorteggio, di dover affrontare Serena Williams, testa di serie n° 5. Destino segnato.

E invece no. La Williams vince il primo set 6/4, giocando così così. Al secondo set, una rincuorata Razzano si issa fino al tie-break, ma qui sembra arrivata al capolinea. Subito sotto 1/5, a due punticipi dalla sconfitta. Ma qui, chissà... mi piace pensare che abbia parlato col suo Stépfane.. Rinasce, vince il tie-break 7/5, e a questo punto inizia il terzo set. Un'altra partita.

Virginie vola in un attimo a 5/0 e servizio. Ma qui una ragazza non più abituata alle lunghe battaglie, alla tensione, alle tre ore di gioco, cade preda dei crampi e della paura di vincere. Serena recupera fino al 3/5 e servizio. Le due giocatrici lo sanno benissimo: o Virgine riuscirà a tenere il servizio e chiudere 6/3, oppure, se Serana dovesse annullare anche l'ultimo break, la partita sarebbe persa.

Quest'ultimo game è interminabile. Dura un'eternità. E qui, dopo sei break-point per Sererna e sette match-point per Virginie, la Asderaki decide di guadganare i suoi momenti di gloria. Per ben due volte, in momenti critici, toglie il punto alla Razzano, e lo assegna alla Williams. La ragione? Durante l'esecuzione del colpo Virginie ha urlato, e ciò ha disturbato e fatto perdere il punto a Serena. Così, per due volte, dei potenziali match-pomit diventano degli effettivi break-point per Serena.

A termini di regolamento, decisione non contestabile. Stando ai fatti, dai tempi della Seles, tutte le partite dovrebbero essere chiuse per capovolgimento di tutti i punti. Il tennis è diventato la Castrocaro Terme degli urletti: da quelli strozzati della Schiavone, a quelli insostenibili per orecchio umano della Azarenka, a quelli in stile latrato della Kvitova. Niente da fare. Gli unici urletti che la Asderaki, in formato promadonna, non sopporta, sono quelli della Razzano, causati dai crampi.

Breve: la Razzano, dopo oltre tre ore di battaglia, riesce finalmente a piazzare la palla che non torna indietro. Game, set, match. Virginie è tornata, pronuncia nell'intervista poche parole, senza nessuna recriminazione verso l'arbitressa che ha celebrato la sua "Giornata di Boria". All'intervistatore che cerca di cavarle una dichiarazione strappalacrime sulla sua storia personale, si limita a dire che "la mia storia parte da lontano", ma è la MIA storia".

Anche quest'anno maggio ha regalato agli appassionati di "vario tennis ed umanità" le sue rose. Petali, e spine. Grazie ancora una volta, Virginie

Tafanus

domenica 27 maggio 2012

Off Topics del 27 Maggio - Un giorno come un altro

Un giorno come un altro, o forse leggermente peggiore. Perchè in giorni così si tracciano bilanci, e non sempre i bilanci tornano...

Tafanus-veraUn altro anno trascorso lottando per 365 giorni per le cose in cui credo, e di questo sono orgoglioso. Non avrei mai potuto perdonarmi se avessi mollato la presa anche solo per un giorno. Ma anche un anno in meno di tempo davanti a me, e la spiacevole sensazione che il tempo non sia mai sufficiente.

Anni su anni di di lotte, di polemiche, di insulti ricevuti e restituiti, ma anche di una massa enorme di dati raccolti, divulgati, analizzati. E quella strana, spiacevole sensazione di inadeguatezza che ti afferra per il non aver riscontri oggettivi... Quanti sono (se ci sono) quelli che questo blog ha contribuito a far ragionare?  E quanti, invece, si sono rafforzati nelle loro posizioni, anche perchè urtati dal mio modo programmaticamente fazioso di scegliere gli argomenti di cui trattare?

Ma il Tafanus non è la BBC, e non ha l'obbligo programmatico di essere ecumenico. E' un blog di parte, che però ha sempre cercato di fare informazione - di parte - ma con onestà. Senza truccare le carte, e senza nascondere i nostri scheletri nell'armadio. Ma riuscirò, prima che il mio tempo scada, a vedere la famosa lucina in fondo al tunnel?

A volte, quando qualcuno mi scrive "grazie per avermi aperto gli occhi", mi sembra di aver fatto qualcosa di utile. Poi passi giorni e notti a mettere insiemne dati, inchieste, informazioni, e arriva il solito idiota di turno che mi chiede notizie sulle abitudini sessuali di una sorella che non ho. Diciotto anni per contribuire a far capire all'80% della gente a che sorta di banditi e deficienti abbiamo consegnato il paese, ed ecco che è pronto il nuovo innamoramento per il deficiente di turno.

Provi a spiegare, analizzare, linkare, pubblicare, sperando che alla lunga i fatti la spuntino sulle sensazioni, e ti arriva immancabile qualcuno che ti dice che "bisogna mettere alla prova il nuovo che avanza", anche se è un recipiente pieno di tutti i vizi del passato, e di qualcuno in più.

In quei momenti mi chiedo se ci sia, quella famosa lucina in fondo al tunnel, o se io stia percorrendo - senza saperlo - un tunnel circolare, buio, che non finisce mai. Un tunnel che si rischia di percorrere mille volte, senza neanche avvertire che non c'è fine, non c'è una fine del tunnel.

Quanto tempo mi resta? Non lo so, e non me ne frega niente. La strada che ho percorso ha avuto le sue salite, ma anche tante riposanti discese, e tante pianure pedalabili. Quindi non ho rimpianti. Ho avuto dalla vita più di quanto io non abbia dato. Ma il punto non è questo. Mi assale un senso di disperazione nel pensare che forse non riuscirò a vedere questo paese restituito a un minimo di normalità. Forse non riuscirò, quando arriverà la mia ora, ad andarmene pensando con tranquillità al futuro delle mie figlie, dei miei nipoti...Cosa ne sarà, di tutti i figli e di tutti i nipoti d'Italia? Quando potranno ritrovare un minimo di serenità? Succederà mai?

Inadeguatezza. Questo il sentimento prevalente, in questi giorni. L'idea - forse presuntuosa -  che le generazioni che lasceremo sole non avranno vita facile, senza la nostra vicinanza, senza il nostro supporto... E il pensiero doloroso che, quando arriverà quel momento, che per molti di noi non ha assolutamente nulla di tragico, dovremo affrontare l'ultima tappa quasi con un senso di colpa. Forse penseremo, in quel momento, che per noi non si tratti della normalissima evoluzione del ciclo della vita, ma di una vigliaccata, di una fuga.

L'unica ragione per la quale, molto probabilmente, quelli della mia generazione non riusciranno a salire con serenità su quel treno. Tafanus.

sabato 12 maggio 2012

Per i tre tifosi della nipotina Mae, questo il programma del Trofeo Internazionale di Riccione (dal 25 al 27 Maggio)

Questa volta spero proprio di esserci, perchè è da due anni (da quando aveva 10 anni, che non la vedo gareggiare, e mi piacerebbe proprio vederla all'opera. Di seguito la locandina della manifestazione, e il programma (il tutto si svolgerà a Riccione, allo Stadio del Nuoto, in via Monte Rosa)


Per non farsi mancare niente, Mae gareggerà venerdì 25 nei 100 dorso e nei 50 SL; sabato 26 nei 100 SL; domenica 27 nei 200 SL. Accorrete numerosi da tutta Europa!

Maeform-Borriello
Ciao a tutti... Mae

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