giovedì 28 febbraio 2013
domenica 24 febbraio 2013
lunedì 18 febbraio 2013
Off Topics del 19 Febbraio - Schettino "uomo immagine" per il turismo nella Marche?
...ci vuole del genio... sembra che qualcuno (che per ora non ha fatto "outing"), abbia proposto di affidare al Capitan Schettino ruolo e remunerazione da "uomo immagine" per il turismo marchigiano.
Se questa notizia dovesse risultare vera, il proponente dovrebbe essere trasferito all'Isola del Giglio, in qualità di venditore di schiacciate e focaccine sulle spiagge dell'isola...
giovedì 14 febbraio 2013
Te lo do io il master... Marta Grande MòViMento: "Le mie lauree in Italia non hanno nessun valore"
Appena insediata (o meglio, "impoltronata") alla Camera, la Nuova Aspirante Nilde Jotti Five Stars ha depositato orgogliosamente alla Camera due titoli che in Italia valgono più o meno quanto la carta su cui sono stampati. Insomma, più che di Nuova Jotti, sarebbe meglio parlare di Nuova Trota, o di Nuova Giannina...
La grillina che dice d'ispirarsi a Nilde Jotti spiega: "I miei titoli in Italia non hanno alcun valore". Un'altra farloccata dopo quelle di Giannino e Crosetto?
Bella, giovane, una laurea in Alabama, un master in Cina. Anzi (forse) no. Marta Grande, la neo-deputata grillina in corsa per la presidenza della Camera, delle lauree non sa che farsene, o meglio, non Italia. Pare, infatti, che i titoli accademici conseguiti all'estero e sfoggiati nell'atto d'iscrizione alla Camera de Deputati, non abbiano nessun valore nel Belpaese. Dopo Oscar Giannino e Guido Crosetto, l'epidemia della laure false ha colpito anche la grillina che dice di ispirarsi a Nilde Jotti. Ora, la sua corsa per la poltrona per Montecitorio potrebbe essere fortemente compromessa (sarebbe lei, infatti, uno dei nomi forti dei grillini che potrebbe strappare l'ok del Partito Democratico).
Le nomine - E pensare che soltanto lo scorso 12 marzo, Marta Grande, uscendo dall'incontro con la delegazione piddina, aveva dichiarato: "Ci aspettiamo che i candidati che proporranno siano all'altezza del ruolo, siano di specchiata moralità, che abbiano profili di trasparenza etica e che non abbiano contribuito a portare il Paese dove siamo arrivati". Un identikit che, con questo affaire della lauree, sembra non descrivere la cittadina-deputata, Marta Grande. Oggi, giovedì 14 marzo, sono attese le nomine nell'Assemblea del Movimento 5 Stelle: i grillini dovrebbero decidere chi proporre come presidenti di Camera e Senato al termine di una riunione fiume che si protrae oramai da due giorni. (Fonte: Libbbero)
Dopo l'8 settembre 1943 si iscrive al PCI, e partecipa alla resistenza, svolgendo inizialmente la funzione di porta-ordini, poi aderendo ai Gruppi di Difesa della Donna, formazione Antifascista del PCI, diventando organizzatrice e responsabile. Fu presidente dell'Unione Donne Italiane di Reggio Emilia. Nel 1946 viene candidata dal Partito Comunista Italiano e viene eletta all'Assemblea Costituente. E' stata la prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei Deputati. Occupò lo scranno più alto di Montecitorio per tre legislature, dal 1979 al 1992, conseguendo un primato finora incontrastato nell'Italia repubblicana.
Nell'Assemblea Costituente, Nilde Iotti fa parte della Commissione dei 75 incaricata della stesura della Costituzione. Nel 1987 ottiene un incarico di governo con mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica Cossiga che si conclude senza esiti; è la prima donna e la prima esponente comunista ad arrivare così vicino alla Presidenza del Consiglio. Nel 1992 è inoltre la candidata di sinistra alla Presidenza della Repubblica.
Durante la sua vita ricevette inoltre numerose mansioni di prestigio quali: la Presidenza della Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali dal marzo 1993 sino al 7 aprile 1994); la Presidenza della Delegazione Italiana presso l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (1996 - 1999), di cui fu anche vicepresidente nello stesso periodo.
Rinunciò a tutti gli incarichi il 18 novembre del 1999 a causa di gravi problemi di salute. La Camera dei Deputati accolse le sue dimissioni con un lunghissimo applauso; il futuro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, suo vecchio compagno di partito, scrisse nell'occasione una lettera pubblica, e ancora tornò a ricordare la Iotti nel 2006, nel discorso pronunciato alle Camere durante il giuramento per la Presidenza della Repubblica: «E ancora, abbiamo da contare - mi si lasci ricordare la splendida figura di Nilde Iotti - sulle formidabili risorse delle energie femminili non mobilitate e non valorizzate né nel lavoro né nella vita pubblica: pregiudizi e chiusure, con l'enorme spreco che ne consegue, ormai non più tollerabili.»
Cara Marta Grande, lodevole la sua assunzione di Nilde Jotti a modello, a patto che riesca ad afferrare quale sia - almeno allo stato dei fatti - l'abissale differenza di statura che corre fra lei e Nilde Jotti. E per iniziare a colmare l'abisso, la invitiamo (visto che lei fa parte - al contrario di noi - del "Popolo della Rete" (?)) a pubblicare in rete le scansioni dei suoi titoli in Alabama e Cina. Giusto per vedere quali siano gli istituti, quali i corsi di laurea e i master, quali le date, quale la "notorietà" degli Istituti... Cosucce così. Intanto le dedico la ripubblicazione del ritratto che le ha dedicato tre giorni fa Aldo Grasso sul Corsera. Grazie, e auguri.Tafanus
Marta Grande, la voce dei portavoce. Che non diventi la Pivetti grillina
Una stella fra le stelle. In tv è diventata subito un personaggio: poi l'oblio
Lilli Gruber, da maestrina, l'ha interrogata e Grande si è ingarbugliata fra voto di fiducia (passaggio parlamentare indispensabile per la creazione di un governo) e questione di fiducia. Nel baraccone mediatico è già una stella. Si scopre che è laureata in America, a Huntsville (Alabama) e che ora sta conseguendo una laurea italiana, in Relazioni internazionali a Roma Tre. Le manca solo la tesi (...non male, davvero, per una venticinquenne... Già una lauera ad Huntsville - Alabama -, un master in Cina, e una quasi laurea in Italia. "Superwoman" non avrebbe saputo fare di meglio. NdR)
Ha cominciato a frequentare il blog di Beppe Grillo (come un tempo si frequentavano le sezioni di partito) da poco più di un anno, ma alle parlamentarie del Movimento è risultata la seconda più votata della circoscrizione Lazio1: solo 335 voti, pochini ma sufficienti. Nel video di presentazione propone la riduzione del traffico di Civitavecchia, la tutela dei parchi e un ambiente salubre e vivibile per tutti (un programma minimo per una laureata in America, ma sufficiente). Ha fatto anche la volontaria per Greenpeace.
Di Grillo ha detto: «È il megafono del Movimento, niente di più». Non si sa se il diretto interessato l'abbia presa bene. Sta di fatto che dopo le prime apparizioni (in molti l'hanno accusata di pressapochismo) è scomparsa.
A prima vista Marta risulta più affabile del «Trio Bersani» (la portavoce del comitato Alessandra Moretti, la direttrice di YouDem Chiara Geloni e il portavoce del segretario, Stefano Di Traglia), però i grillini dovrebbero dimostrare di non essere solo portavoce del loro portavoce. Il problema non è di votare le idee che piacciono, ma di averle. Non di dire ciò che pensa la «democrazia digitale», ma di pensare.
Aldo GrassoCara Marta, ma dove si è "formata" sul funzionamento delle istituzioni italiane, in Alabama o in Cina?
martedì 12 febbraio 2013
giovedì 7 febbraio 2013
Una riflessione…. e un’idea (di Luigi Lunari)
La riflessione - Laocoonte troiano, di fronte al cavallo che i greci “regalavano” a Troia (e che sarebbe poi servito per conquistare la città) disse: “Temo i greci anche quando portano doni”. Parafraso e attualizzo la frase, in questo modo: “Ho paura di Berlusconi anche quando spara cazzate!” L’ha detto anche Rosi Bindi, l’altra sera a “Ballarò”, quando ha invitato a stare attenti, chè quanto a comunicazione e demagogia il cavaliere ne sa una più del diavolo.
E in effetti, cosa succede? Berlusconi chiude gli occhi alla celebrazione della Shoah, e tutti i giornali pubblicano la sua foto di bell’addormentato; Berlusconi butta là la sua banale “gaffe” su Mussolini (una scemenza irrilevante, destinata a lasciare il tempo che trova) e per due o tre giorni tutti i giornali – tra grida d’orrore, “crucifige” degli avversari, smentite del protagonista, ritocchi e correzioni di tiro degli amici – gli dedicano tre o quattro pagine. Un mio amico marziano, che vive su Marte, che non sa niente delle schermaglie della nostra vita politica, e che sta letteralmente “ai fatti”, mi mette in guardia: “Tu (e voi tutti) sarete anche più seri, più prudenti, più corretti di lui…. ma è sempre sotto a luce dei riflettori e nelle prime pagine dei giornali.” E conclude come nel “Falstaff” di Verdi: “Il cornuto, chi è?”
L’idea - Berlusconi, a suo tempo, nel 1961, si è laureato a Milano con una tesi dal titolo “Il contratto di pubblicità per inserzione”, relatore il docente Remo Franceschelli, voto 110 e lode.
Già impegnato in quella carriera di costruttore edile cui si dedicherà a tempo pieno fin dall’anno seguente, dedito d’estate all’intrattenimento crocieristico, non lo vedo dedicarsi anima e corpo alla stesura di una tesi di laurea. Ho scritto a decine di suoi avversari politici (nessuno ha risposto), dicendo loro che se mi avessero messo per le mani quella tesi di laurea, mi sarei dato alla ricerca – nella letteratura giuridica di quell’epoca – di eventuali passaggi che fossero scivolati da questo o quel testo nella tesi stessa di Berlusconi. Un sospetto maligno? Certo; ma come ha detto Andreotti, “a pensar male si commette peccato, ma qualche volta la si indovina”.
Quattro elementi mi esortano a non scartare a priori la maligna ipotesi che il disinvolto Berlusconi sia inciampato nello stesso incidente che ha costretto alle dimissioni un paio di uomini poliici tedeschi:
1) il principio di Andreotti;
2) il fatto che Berlusconi non è immune dalla tentazione del plagio, come prova l’incidente della prefazione all’Utopia di Tommaso Moro, copiata pari da uno scritto di Luigi Firpo;
3) il fatto – già accennato – che non vedo Berlusconi perder troppo tempo in una formalità quale una tesi, col tanto che aveva da fare;
4) il fatto che anch’io, nel 1956, laureandomi in giurispudenza, a ventidue anni (e anch’io avendo già ben altro da fare), ho tentato la stesa scorciatoia.
Luigi Lunari
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