venerdì 31 maggio 2013

Beppe Grillo e gli "otto milioni di marionette"

Grillo-anfibioCome è noto, io sono da sempre un grande ammiratore di Beppe Grillo. Come comico? Giammai. Il Beppe Grillo comico mi ha sempre fatto ridere molto poco. Ai "tempi suoi", gli preferivo mille volte la comicità triste di un Andreasi, o quella demenziale di Boris Makaresko, e persino quella al caciocavallo di Cochi e Renato. Per non parlare di quella post-moderna di un Crozza in serata di grazia nel ruolo di Ingroia o di Marpionne, o della "figlia del luna-park" (non ne ricordo il nome) che "interpreta" la ragazza di Berlusconi, Francesca Telecafona Pascale. O quella calata nel corpo e nella testa di un Gasparri (Marcoré): lo ascolti, e ti chiedi se sia più cretino il Gasparri impersonato da Marcoré, o il Gasparri interpretato da Gasparri...

No, mi piace, lo adoro, il Grillo Politico Statista. Mi piace come politico? Tutti sanno che è vero il contrario. Mi piace come comico. Perchè il Grillo statista è finalmente un comico "finito" In tutti i sensi. Compiuto, o arrivato alla frutta. Ognuno scelga il suo.

Oggi non ho voglia e tempo di fare una seria analisi semiologica sulle grillostronzate. Pigrizia, impegni familiari improvvisi, e nel tempo libero guarderò un po' di Roland Garros (pioggia permettendo). Quindi rubo due brevi post a Marco Bracconi, scritti il 27 e il 30 maggio. Vanno letti di seguito, per capire il disfacimento cerebrale di un ex se-credente comico, attualmente sedicente politico. In questi due post c'è la summa del Grillo "policomico", la nullità del suo pensiero, la prova che non tutti invecchiano bene. Problema di patrimonio genetico... Il personaggio che esce fuori da questi due post non è nuovo, ma ha il pregio della sintesi.

Ciò che emerge non è una condanna di Grillo. Non si può condannare il nulla. E' una condanna di quel popolo bue che ancora pensa di portare a casa la soluzione dei suoi problemi votando per i demagoghi di turno, per associazioni a delinquere in grisaglia grigia, per cincinnati che non tornano nel campicello, per magistrati che parlano l'italiano di Crozza, ma vengono assegnati a funzioni internazionali, alle quali si dedicano per 48 ore, prima di rendersi conto (loro e chi ce li ha mandati) che sono personaggi che hanno bisogno, in contesti internazionali, della doppia simultanea: siculo-italiano, e quindi italiamo-inglese.

Come Petrolini, non ce l'ho col pirla che fa casino sul loggione. Ce l'ho "con quegli stronzi che non lo buttano dabasso". Ce l'ho con quegli "otto milioni di marionette" che dopo averci inflitto Mussolini per vent'anni, ci hanno inflitto il Puttaniere di Arcore per 19 anni, e adesso hanno tentato di infliggerci un apriscatole per un altro ventennio. Operazione fallita. O, almeno, lo spero. Forse "5 milioni di marionette" stanno ritrovando il senno. Forse. Tafanus

Utilità a 5 Stelle (di Marco Bracconi - 27 Maggio)

“Questi qui sono fuori dalla realtà, si devono arrendere, sono circondati e devono andare tutti a casa, promettiamo che se lo faranno di loro spontanea volontà non useremo violenza ma li accompagneremo gentilmente alla porta, sono banditi che continuano ad usurpare il potere, golpisti e ladri senza più seguito, per loro è finita, non esistono più, lo tsunami sta arrivando, e i morti viventi Pd e Pdmenoelle li spazzeremo via, tutti senza distinzione”.

Dall’alto del 14% di voti conquistati nella capitale, Beppe Grillo comincia a sperimentare sulla sua pelle la differenza tra fare una rivoluzione e fare politica.

La rivoluzione non ammette piani B. E’ tutto o niente. Nessuna alleanza, nessun dialogo, nessun compromesso. A noi il 100% e non ci fermeremo finché non ci arriveremo. E il resto del mondo è uno schifo uno zombie e una zozzeria.

La politica prevede invece per definizione compromesso, raggiungimento di obiettivi concreti, sensibilità ai mutamenti della realtà, elasticità nell’adattare i principi al realismo.

La rivoluzione ha poco tempo. Matura in silenzio, negli anni,  e quando si rivela si afferma improvvisa, la sua onda d’urto abbatte tutto cio’ che trova e vince. Qui e ora. Non c’è un primo e un secondo tempo.

La politica invece vive nel tempo. Conosce le battute d’arresto, ragiona anche sul breve e sul medio,  fa convivere nel suo progetto l’obiettivo contingente e la prospettiva  di lungo periodo.

Se Beppe Grillo non cambia musica, finisce che ad andare a casa sarà lui. Ma è difficile cambiare musica quando si ha un solo spartito da ripetere ad libitum.

Il loop grillino piace da morire ai militanti e ad alcuni milioni di elettori. E piacerà ancora. Ma  il bacino del consenso  resta chiuso nel suo recinto di inutile e presunta purezza. Quando non cala.

Con qualche centinaio di migliaia di attivisti certificati, e il 20% dei voti, al massimo fai colore. Ma non la cambi l’Italia. Soprattutto quando tre mesi prima avevi una  occasione forse irripetibile per cominciare a cambiarla, e hai preferito giocare a fare Narciso e la rivoluzione.

Perché l’Italia è un paese popolato da elettori volatili, infantili, viziati e frettolosi. Se gli prometti la luna, almeno qualche stella gliela devi dare. E presto. Altrimenti passa qualche mese ed è subito pronta a girarsi da qualche altra parte. Buttandosi in braccio al nuovo pifferaio, o a quello di prima.

Il Movimento Cinque Stelle è una realtà importante, forte e per alcuni aspetti anche positiva. Ma – azzardo una previsione – non solo non avrà mai il 100%, come preconizza il suo guru, ma nemmeno la maggioranza dei voti per governare il Paese da solo.

Per questo, se non cambia musica e si mette a fare politica, sarà tanto grosso quanto completamente, e tristemente, inutile.

Stefano-rodotà        Gabanelli-milena
        Stefano Rodotà                             Milena Gabanelli

Vaffanculo a Rodotà (di Marco Bracconi - 30 Maggio 2013)

Un mese e mezzo fa Rodotà era il miglior presidente della Repubblica possibile. Oggi è un vecchio “miracolato dal web”. Un mese fa Milena Gabanelli era una giornalista dalla schiena dritta, oggi è una delle tante che lavorano in Rai e “non sono libere”.

Se stai con me sei nuovo, giovane e onesto.  Se dici male di me finisci all’indice e diventi vecchio, antico e truffaldino. Vale per tutti. Giuristi, giornalisti, politici, cantanti, parlamentari, filosofi e filmaker.

O me o loro, insomma. Dove loro sono tutti quelli che non sono me.  Perché se parlano bene di me io perdono, adulo e promuovo. Ma se mi criticano giudico, punisco e scomunico.

Chi dice che Beppe Grillo ha perso la testa sbaglia di grosso. Il tic totalitario del comico fattosi guru è origine, e non sviluppo, del suo fare politica.  L’intrinseca scarsa abitudine alla democrazia è un tratto culturale fondante della sua sintassi retorica. E’ un linguaggio che si fa sostanza. Ambiguamente declinandosi in modalità satiriche. Un vocabolario che dissimula la sua vera natura, si trasmette al cerchio magico degli attivisti e come uno tsunami in retromarcia vanifica ogni speranza dei tanti che hanno votato Cinque Stelle.

E’ l’ennesima prova che nel Movimento uno non vale uno. Perché il capo vale certamente meno, molto meno, di tanti altri.

giovedì 16 maggio 2013

Grande Maeform! Convocata per i mondiali giovanili di agosto, a Dubai

L'anno scorso, il 21 agosto, avevo pubblicato questo post relativo alla collezione di medaglie della "nipotina abbronzata" Maeform Borriello (per gli amici, "pataleta mae"), ai campionati nazionali honduregni:

Durante l'ultimo weekend, grazie al suo doppio passaporto, la mia nipotina abbronzata ha partecipato, nonostante i suoi 12 anni, ai campionati nazionali honduregni. Non conosco ancora tempi e dettagli, ma so che è tornata indietro con un container di medaglie: sei argenti, due bronzi, e - peccato! - un oro nei 50 dorso mancato per un centesimo di secondo!

Maeform-borriello

Oggi ricevo in anteprima una notizia ancora più bella: Pataleta parteciperà con la nazionale honduregna ai mondiali giovanili di nuoto di Dubai, in agosto, e gli orgogliosissimi zii (che poi saremmo Marisa ed io) sono seriamente tentati di andarci...

Questa la locandina della FINA:

Mae-dubai
Come si vede dalla locandina, ai mondiali parteciperanno atlete dai 14 ai 17 anni. Mae entrerà per il rotto della cuffia, solo perchè "classe '99", anche se in agosto non avrà ancora compiuto i 14 anni. Quindi si troverà a competere con ragazze più grandi di lei, ma tant'è... si cresce anche così. Auguri a Pataleta, e...forza con gli allenamenti! Tafanus

 

giovedì 2 maggio 2013

L’ora di Brunetta, economista "urla e getta"

...è il momento di Renato Brunetta, gigante dell'economia...

I Tg di giovedì 2 maggio - La diciassettesima legislatura e il gabinetto Letta si sono aperti nel nome di Berlusconi e del suo profeta, Renato Brunetta. Non che Grillo non abbia meritato e non meriti attenzione: anche oggi, di riffe o di raffe come vedremo, M5S è nei titoli e nei servizi per tutti. Ma è Brunetta – questa sera affiancato dal Capo intervistato a lungo da Tg 5 – a sventolare più di tutti il drappo del Pdl e a rilanciare, come in un tormentone, l’abolizione e la restituzione dell’Imu. Tg 3 e Tg 4 lo riprendono ancora una volta in quello che il direttore de La Repubblica chiama da giorni “il ricatto dell’Imu”. La consueta aggressività dell’attuale capogruppo alla Camera del Pdl prende le forme di un puntare i piedi e mordere i microfoni che gli vengono offerti. Un consiglio? Non è che qualche giornalista, oltre a porgere il gelato, potrebbe chiedergli dove concretamente trovare gli 8 miliardi necessari, e non accontentarsi della “palla buttata in Svizzera”? Lo stesso consiglio vale per il collega Pamparana, che nell’intervista a Berlusconi “dimentica” di porre la questione.

Che l’Ocse suggerisca di tagliare sul costo del lavoro piuttosto che sulle tasse per la casa, per Brunetta, intervistato dal Tg 3, è un errore e basta. Sempre sulla testata diretta da Bianca Berlinguer l’economista Boeri cerca di scendere sulle possibili opzioni concrete. Ma certamente deve sbagliarsi anche lui oppure, forse, si tratta di un comunista camuffato. 

Per tutti attenzione al taglio del tasso di sconto della Bce, ma è soprattutto Tg La 7 che sottolinea fin dall’apertura il record dello spread sotto quota 260.

 Per la politica è sempre Mentana a ricordarci che in serata inizia la battaglia per i sottosegretari. Letta appena rientrato da Bruxelles (apertura per Tg 2 e Tg 3) non è “servito e riverito” come eravamo soliti osservare per le prime trasferte del “tecnico” Monti.

Lo scioglimento di Rivoluzione Civile sembra non suscitare lacrime nemmeno tra le forze che l’avevano fondata, mentre le affermazioni dell’ (ex?) ideologo di M5S Professor Becchi, comprensive verso le manifestazioni di violenza di questa ultimissima stagione, trovano stroncature da tutti e smentite dagli stessi cittadini-parlamentari del Movimento. [...]

(Fonte: Lorenzo Coletta - l'Unità)

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