Renzi cala le braghe su tutta la linea: Alza la soglia per il premio di maggioranza, ma poco poco... Vara la legge salva-lega, che così potrà entrare in coalizione con Forza Italia; alza la soglia di sbarramento per i partiti non coalizzati, a limiti irraggiungibili per Alfano, Monti, Casini, così dovranno scegliere se sparire o allearsi a Berlusconi, permettendogli di raggiungere il 37% e il premio di maggioranza; sparisce il divieto, per i caporioni, di candidarsi in più collegi; restano le liste bloccate dei nominati; sparisce qualsiasi accenno alle "quote rosa"; sparisce qualsiasi accenno alle primarie di collegio, persino a quelle "facoltative", ma regolate per legge.
Berlusconi è servito. Il Geniale ringrazia il Servo Sciocco. Dove lo trovano più, uno come Renzi???
Nella sua sfrenata ambizione, tutta giocata su metodi macchiavellici (...il fine giustifica SEMPRE i mezzi?...) Renzi ha messo in atto un modo di far politica in stile "assalto alla dirigenza".
Un modo spaccone e violento, fatto di occupazione a tappeto di tutte le poltrone, poltroncine e strapuntini (vedi segreteria occupata militarmente in 18 ore); di insulti agli avversari (vedi Fassina, vedi Cuperlo); di berlusconiana intolleranza verso i metodi democratici (la "legge elettorale è o così o Pomì: si fa quello che dice lui, altrimenti si va al voto); di continui insulti e provocazioni a Letta; di ambiguo zig-zagare fra Berlusconi e Alfano; di esplicita volontà di liquidare una volta e per tutte i piccoli partiti; di menefreghismo nei confronti della sentenza della Corte Costituzionale (con la riproposizione di ciò che la corte ha esplicitamente bocciato); di occupazione militare dei media (credo che gli manchino ancora e solo le partecipazioni al "Grande Fratello", a "Ballando con le stelle" e a "Forum", ma è sempre in tempo a rimediare). Ai proclami della serie "Dio, perchè mi hai fatto così bravo" (...ho fatto più io in sette giorni che gli altri in tre anni; la legge elettorale si può fare in sette giorni; ho fatto più io in un mese che gli altri in otto anni; il "Jobs Act" sarà riempito di contenuti in 4 giorni; in quattro mesi di può fare la legge elettorale (...ma non era "in sette giorni"?), e cambiare la Costituzione. Per non parlare della violenza fatta per volontà di autoaffermazione, o peggio per ignoranza, portando un pregiudicato a discutere nei luoghi sacri alla memoria dei tanti che hanno ancora idealmente tatuata la faccia seria e triste di Berlinguer sul braccio sinistro...
Ora anche per Renzi è giunto il momento di dimostrare che non è il solito fuoco fatuo "tutto chiacchiere e distintivo", ma il compito è reso difficile dal livello esagerato di aspettative che è riuscito a creare negli adoratores, e dal livello elevato di inimicizie che si è creato nella "vecchia politica", che è seduta sulla sponda del fiume, in attesa...
Nell'articolo che segue, Marco Damilano analizza il percorso ad ostacoli di Fonzie nei prossimi 4/5 mesi. Un periodo breve in cui, avendo già raschiato il barile delle chiacchiere, dovrà passare agli "achievements", pena una caduta proporzionale solo alla velocità della salita sul suo carro di chi ha puntato sul ggiovane statista tutte le fiches. Significativo il fatto che negli ultimi giorni i toni si stanno "attenuando". Ultimo esempio? La legge elettorale nono è più "o così o Pomì", ma "se ce l'unanimità, si può modificare".
E se non c'è l'unanimità, ma una determinante maggioranza contraria alle liste bloccate, o alle soglie di sbarramento concordate con Arcore, cosa fa? Spara ai dissidenti, che peraltro è difficile individuare da un voto segreto? Li polverizza con una battutaccia alla "Bischero di Frignano"? li soffoca sotto una coltre di tweet? Si dimette? E, just in case, questa sarebbe una minaccia o una promessa? Wait and see... Tafanus
Da oggi a maggio Matteo si gioca tutto. Tra Letta bis e riforme, il partito diviso e l'incognita voto segreto(di Marco Damilano - l'Espresso del 26/01/2014)
Ma come avete fatto a trovare l'erede di Berlusconi? Noi non ci siamo riusciti in venti anni», ha chiesto Mariastella Gelmini a Rosy Bindi dopo le prime uscite del neo-segretario del Pd Matteo Renzi. «C'è una differenza, dopo quello che è capitato a Gianni Cuperlo ho capito che in confronto a Renzi Berlusconi è buono». L'entusiasmo della parte avversaria, quella di Forza Italia «in profonda sintonia con noi», come ha detto il sindaco di Firenze dopo aver incontrato l'ex premier interdetto e decaduto nella sede di largo del Nazareno, è seconda solo allo sconcerto che il ciclone Matteo sta provocando tra gli alleati di governo, a Palazzo Chigi e nel suo partito.
Il sindaco-segretario prova a entrare nella storia: il ragazzo di Firenze che a meno di quarant'anni fonda la Terza Repubblica. Con la proposta di legge elettorale ribattezzata Italicum, proporzionale con un premio di maggioranza che scatta per chi conquista il 35 per cento dei voti, eventuale doppio turno tra i due schieramenti più votati nel caso che nessuno riesca nell'impresa, soglie di sbarramento e liste bloccate, e con un pacchetto di riforme costituzionali che va dall'abolizione del Senato elettivo alla revisione del titolo V sul federalismo. Un obiettivo da raggiungere senza badare ai mezzi: la spregiudicatezza, incontrare il Giaguaro di Arcore per mettere con le spalle al muro i partiti minori, a partire dall'Ncd di Angelino Alfano, la brutalità, la ferocia, nei confronti dei nemici ma anche dei critici interni al partito, da Cuperlo a Stefano Fassina, altro che lo stil novo lezioso e effimero cui sembrava ispirarsi il giovane sindaco negli anni dell'esordio politico, la rapidità di esecuzione che fa sembrare gli altri protagonisti inquilini del museo delle cere.
Sui tempi, sulla velocità delle riforme Renzi punta gran parte della sua credibilità e del suo futuro. Ha già convocato a raffica due direzioni del Pd, una sul lavoro e una sull'Europa, «tra quindici giorni, c'è già troppa carne al fuoco». E lo chef rischia di scottarsi. «Nei prossimi quattro mesi mi gioco tutto», ammette il leader. L'ingresso nella storia, la faccia, il consenso. Vediamo perché.
Prima casella: legge elettorale subito, il 29 gennaio in aula alla Camera. L'Italicum è nella commissione Affari costituzionali della Camera, l'esordio non è stato rassicurante, con le bordate arrivate dal ministro Gaetano Quagliariello (Ncd) e dal montiano Renato Balduzzi. E i numeri ballano anche nel Pd: su ventuno deputati in commissione, dodici sono su posizioni opposte a quelle di Renzi, tra loro Gianni Cuperlo, presidente dimissionario del Pd dopo il violento scontro con il segretario, la combattiva Rosy Bindi, il pasdaran dei bersaniani Alfredo D'Attorre, lo stesso ex segretario ora convalescente dopo il ricovero in ospedale. Un anticipo di quello che potrebbe accadere quando la legge arriverà la settimana prossima nell'aula di Montecitorio. La rivolta dei piccoli partiti, da Scelta civica a Sel alla Lega ai Fratelli d'Italia, contro la soglia di sbarramento del 5 per cento per accedere ai seggi, considerata troppo alta (secondo i sondaggi attuali entrerebbero in Parlamento solo Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle), e contro le liste bloccate in nome del ritorno alle preferenze (le vogliono in pochi, in realtà, ma è un utile argomento per modificare la legge), la pioggia di emendamenti dei deputati grillini. E soprattutto l'incubo del voto segreto, previsto dal regolamento della Camera. In questa legislatura, e con i deputati del Pd tra cui ancora si annidano impuniti i 101 che eliminarono Romano Prodi dalla corsa per il Quirinale, sarebbe gioco facile per un altro partito (Forza Italia?) affossare la legge e poi dare la colpa ai democratici, sfregiando Renzi con l'accusa di non controllare le sue truppe. Tra gli anti-renziani non vedono l'ora.
Seconda casella: approvazione legge elettorale alla Camera e presentazione pacchetto riforme costituzionali. Nell'agenda Renzi la data cerchiata è il 15 febbraio, entro quel giorno il segretario vorrebbe cominciare a discutere nelle commissioni parlamentari dell'abolizione del Senato elettivo e la riforma del titolo V. Intanto c'è da riscrivere il patto di governo, il contratto di un anno di legislatura che il premier Enrico Letta vorrebbe sottoporre agli alleati entro il 29 gennaio. Alfano chiede un Letta-bis, un rimpasto o una nuova squadra con il coinvolgimento di ministri renziani, il leader del Pd rifiuta di farsi incastrare e continua a sparare alzo zero sulle «figure barbine» del governo.
Stop e rischio elezioni. Se la Camera dovesse far saltare il patto sulla legge elettorale a voto segreto il segretario ha già anticipato quale sarebbe la sua reazione: «Se qualcuno del Pd si presterà ai giochi a voto segreto, sappia che si aprirà una discussione non nel partito ma nel Paese, con conseguenze che lascio immaginare». La richiesta di un voto anticipato in primavera, di fronte a un Parlamento delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale e incapace di auto-riformarsi. Si andrebbe a votare con la legge riscritta dalla Consulta, proporzionale con voto di preferenza che piace tantissimo agli inquilini del Palazzo. Meno al Quirinale, che però potrebbe essere costretto a prendere atto del suicidio della classe politica.
Terza casella: elezioni in Sardegna. Il 16 febbraio si vota nell'isola, con il Pd in difficoltà dopo il ritiro di Francesca Barracciu e la candidatura di Francesco Pigliaru. Finora Renzi non ha mai messo piede in Sardegna, ma per il suo Pd è il primo test elettorale. Lo stesso giorno tornano i gazebo, per votare con le primarie i segretari regionali del Pd. Un'altra occasione di conta interna.
Quarta casella: approvazione definitiva legge elettorale. Prevista per metà marzo nell'aula del Senato. Qui i numeri sono più risicati, aumenta il potere di contrattazione dei piccoli partiti, ma in compenso il voto è palese ed è difficile rimettere in discussione una legge già votata dalla Camera. Se però l'accordo dovesse saltare sarebbe impossibile andare alle urne il 25 maggio con un voto anticipato: tempo scaduto, finestra elettorale chiusa.
Quinta casella: approvazione in prima lettura del pacchetto riforme. «Non possiamo andare alle elezioni europee senza risultati, resteremmo incastrati da Grillo sul fallimento delle riforme». La grande paura del giovane Renzi, una campagna elettorale in cui lui, «uomo di frontiera», come si auto-definisce, resta intrappolato nella palude, una posizione che mette a rischio la possibilità di fare un buon risultato alle europee del 25 maggio. In caso di approvazione delle riforme, il segretario andrebbe a una campagna elettorale tutta giocata all'attacco dell'elettorato grillino. Con un solo refrain: ho riformato io la politica, altro che Grillo.
Sesta casella: elezioni europee e amministrative. Coinvolgono il leader del Pd in una doppia sfida personale. Renzi è ricandidato a Firenze per un secondo mandato da sindaco, che vorrebbe conquistare al primo turno. E affronterà la prima campagna elettorale nazionale per il rinnovo del Parlamento europeo, un appuntamento tradizionalmente a rischio per il Pd: nel 2009 guidato da Dario Franceschini si fermò al 26 per cento, quasi lo stesso risultato delle elezioni politiche raccolto dal Pd di Bersani nel 2013. Difficile fare peggio, ma l'obiettivo del Pd di Renzi è avvicinarsi il più possibile a quota 35 per cento, quella che nella nuova legge elettorale Italicum garantisce un premio di maggioranza del 18 per cento.
Settima casella: seconda lettura delle riforme. Il passaggio finale, previsto per ottobre, l'happy end della legislatura che permetterebbe a Renzi di candidarsi a Palazzo Chigi con nuove elezioni in veste di padre costituente. Sempre che l'infernale gioco dell'oca della politica italiana non costringa Matteo il Ricostituente a ritornare alla casella del via.
Il Maialinum, partorito dalla mente del pregiudicato di Arcore, con l'appecoronamento dello Statista di Frignano sull'Arno, è una solenne porcheria, incommestibile, e più anticostituzionale del Porcellum del del "chirurgo maxillo-facciale Calderoli. Nessuna persona di buon senso, in possesso del diploma di quinta elementare, ha mai avuto il minimo dubbio in proposito. Solo una stampa fatta da giornalisti a cottimo (4 euri a cartella) e/o da maitres-à-penser che campano la vita sdraiandosi in adorazione del "nuovo-che-avanza" di turno ha dovuto attendere il parere di illustri costituzionalisti, per iniziare a capire.
Crediamo di aver espresso queste opinioni tre minuti dopo aver sentito le prime indiscrezioni sulla maialata targata Renzi, e fa specie che in Direzione PD siedano quasi 150 persone, che per tre quarti (quelli che fanno riferimento allo Statista Renzi) facciano ancora finta di non capire.
Riportiamo il parere e i programmi degli avvocati che col loro ricorso (prima in Cassazione e poi alla Corte Costituzionale) si preparano a fare il bis. Con qualche arma in più rispetto alla precedente azione di successo:
-a) le sentenze della Corte Costituzionale, in un paese civile, fanno giurisprudenza;
-b) se io fossi un giudice dell'Alta Corte, vedendo come il Bischero di Frignano e il Pregiudicato di Arcore hanno "recepito" le osservazioni della Corte stessa, sarei incazzato nero.
Credo che la misteriosa sparizione della "cagata pazzesca" che passa sotto l'affettuoso nomignolo di "Giobatta", e l'impantanamento prossimo venturo del Maialinum, potrebbero rottamare il rottamatore. Il quale ha già dimostrato ad abundantiam buona parte della sua inconsistenza. Perchè una cosa è fare i piacione dalla De Filippi, e inaugurare ogni settimana un "fontanello" a Firenze, e altra è fare politica, che non è un talk-show, ma - come diceva Formica (il socialista che non sorrideva mai) è "sangue, sudore e merda".
Per nostra fortuna, lo Statista di Frignano sembra molto lento ad apprendere le lezioni, se pochi giorni dopo le dimissioni di Fassina-chi incappa in quelle di Cuperlo-come. Uno che non ha ancora capito che quando andrà in aula non troverà 100 compiacenti "nominati" alla Direzione del PD, ma una maggioranza di "vecchio-che-arretra" non ancora saltato sul suo carro, forse capirà che il battutismo può funzionare nelle fasi preliminari e nei talk-show, non nella politica alla Formica.
La sinistra si affretti a liberarsi di questo parvenu da oratorio, prima che sia lui a liberarsi della sinistra, "in nome e per conto" del pregiudicato. Tafanus
Porcellum et Maialinum
“Vogliono i nominati, ma ricorreremo” - I protagonisti della battaglia giuridica contro l'attuale sistema di voto criticano la proposta di riforma uscita dalle contrattazioni tra Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano: "Così si fa carta straccia della sentenza della Consulta"(di Antonella Mascali - Il Fatto)
L’esultanza per la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il Porcellum, grazie alla loro ostinazione, sembra ormai lontanissima. E “l’Italicum” agli avvocati Claudio Tani e Aldo Bozzi è apparso come uno spettro che può rovinare tutto. Proprio la loro battaglia giuridica, insieme ai colleghi Giuseppe Bozzi e Felice Besostri, li ha portati prima in Cassazione e poi davanti alla Consulta, che ha dato loro ragione. Ora, però, il progetto Renzi-Berlusconi li fa infuriare. “È anticostituzionale”, dicono all’unisono mentre li intervistiamo: “Non è cambiato nulla, anzi l’Italicum è peggio della legge Calderoli”.
E anche se i toni, sia di Tani sia di Bozzi, sono appassionati, l’analisi giuridica non ne risente di certo: “Siamo al bipartitismo totale e assoluto che è in contrasto con la Costituzione, se quello che leggiamo dai giornali dovesse diventare legge produrrà solo due forze politiche di grande dimensione. E con un’operazione puramente aritmetica la coalizione che otterrà il 35% dei voti si accaparrerà un premio di maggioranza del 18%, arrivando al 53%. L’effetto parallelo, negativo, sarà che il 65% di coloro che avranno votato contro la coalizione che incassa un premio , si divideranno solo il restante 47%, le spoglie. Se il divaricatore è di questa natura siamo fuori dalla Costituzione”.
Chiediamo ai due avvocati se l’Italicum ignori la sentenza della Consulta. Il giudizio è senza appello: “La sentenza se la saranno anche letta ma se ne fregano, per loro è come se non ci fosse stata. Non hanno alcun interesse ad applicarla perché l’obiettivo non è ridare la parola ai cittadini, non è far pesare ogni voto allo stesso modo, o quanto meno in modo proporzionale, l’obiettivo è l’eliminazione dei piccoli partiti, spazzarli via”.
State parlando di Pd e Forza Italia? “Esattamente. La loro proposta non solo si fa beffa della sentenza della Corte costituzionale, ma è fatta a uso e consumo di quei due partiti, come se tutto il resto del pluralismo politico, sociale, economico e così via non esistesse. Vogliono passarci sopra”. Per gli avvocati Bozzi e Tani, l’Italicum viola l’articolo 49 della Costituzione che stabilisce il diritto dei cittadini di associarsi in partiti. “Dove sta scritto che non devono essere più di due?”.
Ci facciamo spiegare perché, a loro avviso, la proposta Renzi-Berlusconi ignora la sentenza della Corte costituzionale: “La Consulta ha stabilito che ciascun voto deve contribuire potenzialmente, e con pari efficacia, alla formazione degli organi elettivi e, quindi, il margine di differenza tra voti e seggi non può compromettere il principio dell’uguaglianza del voto”.
I fautori dell’Italicum hanno parlato di proporzionale, quasi a voler evocare la Consulta. “C’è un grande inganno perché questo progetto di legge sceglie il proporzionale ma dice che con il 35% una coalizione può arrivare al 53% con un premio di maggioranza. Quindi, rispetto al Porcellum, nella sostanza, non cambia nulla, alla faccia del pluralismo”.
Forse, però, un punto della sentenza della Consulta è stato recepito: liste bloccate ma corte: “In realtà neppure quello perché la Corte ha detto solo che le liste bloccate corte, riferendosi alla loro formazione in elezioni locali, garantiscono maggiore conoscibilità dei candidati. Ma la stessa Corte ha stabilito con chiarezza che una cosa è la conoscibilità e un’altra è la possibilità di scelta del candidato che deve essere garantita. Il cittadino deve poter scegliere raggruppamento e candidati . Così non è”.
Ancora un Parlamento di nominati? “Esattamente”.
E a chi ribatte che le preferenze hanno generato candidati controllati dalla mafia o da altri gruppi di potere, entrambi gli avvocati respingono l’obiezione: “Non ci sono mai stati tanti indagati come da quando è entrato in vigore il Porcellum”.
E se l’Italiacum diventerà legge così com’è, Bozzi e Tani sono pronti a dare ancora battaglia: “Siamo riusciti con gran fatica a passare un vaglio di costituzionalità, ma la causa è ancora pendente in Cassazione. Dunque, se non ci sarà una riforma che rispetti i principi costituzionali, i partiti devono sapere che non è finita. Torneremo a chiedere il ricorso davanti alla Corte costituzionale”.
Il costituzionalista a "Che tempo che fa": «A breve Berlusconi sarà o ai domiciliari o ai servizi sociali, un'anomalia rilegittimare chi è in questa condizione». (Fonte: l'Unità)
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Per Stefano Rodotà è “deriva etica” se ci si dimentica chi è Berlusconi. E si rammarica per la perdita della memoria. Il il giurista a “Che tempo che fa”, ospite di Fabio Fazio, stronca l'incontro Renzi-Berlusconi.
«Sento grandi inni al realismo da chi dice che l'incontro si doveva fare ma io sono sempre prudente di fronte agli eccessi di realismo e ai danni che ha provocato negli anni», ricorda il costituzionalista. Il fatto è, osserva, che «non si può mettere tra parentesi chi fossero gli interlocutori, anzi, uno degli interlocutori».
«Per chi è cittadino del Paese - osserva ancora Rodotà - e ritiene che ci sia da ricostruire un'etica pubblica e civile, abbiamo perduto tutta la memoria se non ricordiamo che Silvio Berlusconi è stato condannato a agosto e che solo da poche settimane è stata dichiarato decaduto da senatore».
Rodotà segnala che «uno solo tra i commentatori ha detto che Berlusconi a breve sarà o ai domiciliari o ai servizi sociali e allora c'è un'anomalia se abbiamo bisogno di rilegittimare chi si trova in questa condizione». Anche perchè, pronostica, «quando finalmente quella decisione arriverà, immediatamente Berlusconi dirà 'guardate, oggi che sono un padre della patria che modifica la Costituzione, come mi tratta questa giustizia». Per questo avverte che «questa è la deriva che sta di fronte a noi. Dobbiamo esserne consapevoli ed anche questo è segno di quanto ancora fragile sia il nostro sistema».
E due. Quando una persona perbene incontra un dittatorello da operetta, non ha senso che resti per fare da foglia di fico al dittatorello. Dopo Fassina, Cuperlo. Fassino (con la "o") comincia a ripensarci. Minoranza PD e 5 Stelle preannunciano battaglia in aula sul "Maialinum". Che il Bischero si sia montato la testa troppo in fretta?
"Allarmato dalla tua concezione del partito". Così l'ex capo della Fgci motiva la scelta di lasciare. Il segretario gli risponde: "Da me nessuna offesa personale". Civati: "Non mi candiderò alla presidenza". Intanto la minoranza e i Cinque Stelle annunciano battaglia contro l'Italicum(Fonte: Repubblica.it)
Gianni Cuperlo si dimette da presidente del Pd. Lo annuncia lui stesso durante la riunione della minoranza alla Camera, leggendo la lettera inviata a Matteo Renzi e pubblicata anche sulla sua pagina Facebook, che motiva la sua decisione. Nel testo della missiva, Cuperlo ammette di essersi dimesso perché "allarmato" dalla concenzione che il segretario ha del partito. E di averlo fatto non per "rancore, ma per essere libero".
La risposta dell'ex rottamatore non tarda ad arrivare. Renzi in una lettera rivolta a Cuperlo afferma di rispettare la sua scelta, pur sottolineando che bisogna saper accettare le critiche: "In un Partito democratico le critiche si fanno, come hai fatto tu - scrive il segretario- ma si possono anche ricevere. Mi spiace che ti sia sentito offeso a livello personale. Ti ringrazio per il lavoro che hai svolto nel tuo ruolo e sono certo che insieme potremo fare ancora molto per il Pd e per il centrosinistra. Ci aspetta un cammino intenso che può finalmente cambiare l'Italia (...) Si poteva fare meglio? Sì, certo. Ma fino ad ora non si era fatto neanche questo. E rimettere in discussione i punti dell'accordo senza il consenso degli altri rischia di far precipitare tutto. Sono certo che questo non sia il tuo obiettivo e che - pur con funzioni diverse - ripartiremo insieme".
La rottura di Cuperlo in direzione. Il botta e risposta tra il presidente (ormai ex) e il segretario arriva dopo lo strappo di ieri sera in direzione Pd, quando Cuperlo ha duramente criticato il sistema proposto dal segretario, per poi lasciare in silenzio l'assemblea per dissenso con le parole "sopra le righe" di Renzi. Sembrava che in un primo momento dovesse prevalere la linea morbida della richiesta di chiarimento con il segretario. E invece ha vinto la contrapposizione netta, che ha portato il presidente alle dimissioni.
La partita legata al pacchetto delle riforme, dunque, si complica. Perché se è vero che il segretario ha vinto il primo round sulla via che dovrebbe portare a una legge elettorale in grado di favorire governabilità e alternanza (listini corti in un territorio suddiviso in molti collegi, doppio turno se nessuna coalizione raggiunge la soglia minima del 35% per ottenere il premio di maggioranza), è pur vero che queste dimissioni sono la conferma della profonda frattura interna con la minoranza del partito.
Minoranza che però rappresenta, in Parlamento, la maggioranza dei deputati e senatori democratici. Una circostanza che non renderà facile il percorso del segretario. La battaglia su cui si sono schierati infatti sia alcuni esponenti della minoranza Pd (come il cuperliano Alfredo D'Attorre) che il Movimento Cinque Stelle è quella sulle preferenze [...]
Gianni Pittella, che già aveva partecipato alle primarie Pd uscendo al primo turno, si dice rammaricato e parla di "occasione persa", mentre il deputato Dario Nardella, fedelissimo del segretario, aggiunge: "Cuperlo sarebbe stato un ottimo presidente ma capisco che il ruolo di garanzia mal si concilia con la volontà di guidare la minoranza. Non condivido invece le critiche fatte all'idea di partito di Renzi".
Diverse le posizioni dei parlamentari di area cuperliana, che chiedono di verificare se c'è accordo ampio sulle riforme. "Il punto - sottolinea Andrea Giorgis, componente Pd della commissione Affari Costituzionali della Camera - è che questa mattina in commissione ci sono stati diversi interventi critici come quelli di Scelta Civica e Sel".
"Bisogna verificare - sottolinea Daniele Marantelli - se sull'accordo c'è una maggioranza larga perchè in commissione in diversi, a partire da Sc hanno posto questioni di merito". Mentre per Danilo Leva le dimissioni di Cuperlo sono un "gesto politico che pone un tema al segretario del partito: capire come continuiamo a stare insieme" perchè "non si può gestire un partito secondo una logica padronale e il dileggio non è possibile. Ci vuole un chiarimento da parte di Renzi" [...]
Meno delicata l'ironia de Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia alla Camera: "Cuperlo si dimette, dunque esiste - si legge nel comunicato dei deputati forzisti- Pare che il citato Cuperlo si sia ritirato in una stanza offeso poichè Renzi gli ha ricordato che lui ora invoca le preferenze, ma in passato si è fatto piazzare sul burro del listino fabbricato per gli ultra garantiti da Bersani. Ehi, che ignorante che è Renzi: è il materialismo dialettico, compagni". E la deputata di Fi Sandra Savino sentenzia: "Le dimissioni di Cuperlo sono il segno che una parte del Pd non vuole cambiare".
Sandra Savino. professione "Amazzone"
(...già, Sandra Savino... Sandra-Savino-chi???... e poi "Il Mattinale"... ma non era una creatura di Marcello Dell'Utri, il "talent-scout" che aveva portato in "villa ad Arcore" lo "stalliere" Mangano, occasionalmente mafioso ed assassino?Tafanus
Parafrasando il celebre detto "dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei", il fenomeno del renzusconismo potrebbe essere analizzato attraverso vari strumenti. Ma facciamo una piccola premessa: Renzi è stato accusato di aver resuscitato mediaticamente (e quindi politicamente) il pregiudicato di Arcore. I renziani (quelli dichiarati e quelli - più subdoli - appartenenti alla categoria degli "io-non-ho-votato-renzi-però") difendono Renzi con le unghie, attaccando: "E voi che con Berlusconi ci avete fatto un governo"??? E ogni sforzo per dimostrare che ciò è avvenuto quando il "pregiudicato" non era ancora tale, era senatore, aveva il passaporto, godeva dei pieni diritti civili, e non doveva ancora scegliere fra gli arresti domiciliari e la "rieducazione", cadono miseramente nel vuoto.
Per certificare la resurrezione mediatico-politica del pregiudicato (Grazie, Matteo) sarebbe sufficiente seguire per tre mattine le tre trasmissioni politiche de "La7", che arrivano in sequenza: "Omnibus", "Coffee Break" e "L'aria che tira", munendosi di una semplice penna biro e di un block notes, e producendo - seppure in maniera artigianale - quella che in comunicazione viene definita "copy-analysis". I più pigri possono limitarsi ad intestare alcune colonnine "Berlusconi", "Renzi" "Letta", e poi, ogni volta che viene menzionato uno dei tre, fare una crocetta. Alla fine si contano le crocette, e possibilmente si traggono delle conclusioni.
I più raffinati possono non limitarsi all'analisi quantitativa (il numero delle crocette) ma cimentarsi con aspetti qualitativi, mettendo nelle colonnina di ogni nome non una crocetta, ma un segno "+" o un segno "-", a seconda che la menzione sia connotata positivamente o negativamente. Ai renzini autocertificati, e a quelli che "si però", consiglio di fare questo esercizio, e sarò loro grato se vorranno trarre delle conclusioni, e trasmettercele.
Ma torniamo al tema principale: il renzusconismo sta già creando qualche esilarante risultato. Ad esempio, nella terna di stamattina dei talk-shows abbiamo assistito a fenomeni mirabili:
-a) di Renzi parlava benissimo, con toni accesi (prima impiegati solo nelle quotidiane azioni di leccamento di Berlusconi), tale Paolo Liguori. Gli piace moltissimo, Renzi. Ha parlato di Renzi con toni ispirati che non aveva mai usato neanche nei confronti del suo padrone).
-b) Anche il mitico Fabrizio Rondolino, once upon a time 'de sinistra", era in pista per cantare le laudi del renzusconismo. Il percorso politico di Rondolino è noto, anche se sarebbe meglio (per lui) che non lo fosse. Riassumiamo:
"...laureato in filosofia teoretica (come Gianni Vattimo... dev'essere una malattia infettiva), dal 1986 al 1988 ha fatto parte della Direzione Nazionale della FGCI. Dal 1988 al 1996 ha lavorato come cronista politico al quotidiano l'Unità. Dal 1996 al 1999 ha lavorato come responsabile della comunicazione nello staff di Massimo d'Alema [...] collabora all'edizione italiana di Vanity Fair e al settimanale Donna Moderna (?)
Ma non finisce qui: "...Nel 2000 è stato Consulente Speciale per la comunicazione del programma Grande Fratello [...] È stato coautore delle fiction sperimentali Amori, e Walter e Giada, e autore del talk show sulla spiritualità Il Cielo e la Terra. Nel 2010 ha partecipato in veste di attore al film Figli delle stelle.
Poi, dopo questi sintomi preoccupanti, il crollo definitivo, implacabile:
"Il 15 aprile 2011 inizia la sua collaborazione con Il Giornale. Nel 2012 viene scelto da Daniela Santanché come consigliere per la sua campagna elettorale nelle primarie del centrodestra poi non svoltesi" (Fonte: Wikipedia).
Oggi, questo apprezzatissimo editorialista del "Geniale" di Rigor Mortis Sallusti (il fidanzato della plasticona) si è innamorato del renzusconismo. E' la naturale fine di una carriera tutta politica, e tutta in discesa. Quando ci si adagia su un piano inclinato ben insaponato, poi la discesa a velocità crescente è inetitabile e inarrestabile.
Ma stamattina abbiamo visto altri femomeni,"scesi in terra a miracol mostrare"... Come il mitico Giachetti, renziano a tutto tonto (quello del digiuno per la legge elettorale), che pressato dalla conduttrice, dopo aver difeso l'indifendibile sistema spagnono (col retto o senza retto), ha dovuto ammettere che si, in effetti, lui IN PASSATO era sempre stato per il sistema uninominale a doppio turno, ma improvvisamente, dopo l'incontro fra berlusconi e berluschino, si era convertito allo spagnolismo. Si, ammette che forse quel sistema è - ai fini della costituzionalità - come il Porcellum - ma, insomma... bosogna sopire, si vedrà... cercheremo, troveremo...
Meno diplomatico un altro renzista dell'ultima ora: Fassino (non fassina-chi, propro Fassino) che sembra non aver apprezzato pienamente la bellezza dell'incontro fra il segretario del suo partito e il pregiudicato, riportato, grazie al bischero, alla piena "agibilità" politica. Fassina-chi ha detto di aver provato vergogna, ma si sa... per molti opinionisti del tafanus l'opinione di fassinachi non conta. E' solo uno con tre narici, che na parliamo a fare? Per un fassinachi che si vergogna, c'è uno straccio-liguori entusiasta di Renzi, per il quale stamattina ha espresso una rabbiosa e ispirata ammirazione, fra le malcelate risate degli altri giornalisti presenti alla trasmissione de La7.
Dimmi a chi piaci, e ti dirò chi sei....
Qualche altra annotazione seria sul bischero.
# La prima: ricordate ancora il "Giobatta"? presentato con squilli di tromba qualche giorno fa, criticato per essere un sommarietto di titoli senza i capitoletti dentro, Renzino si era affrettato a dire: "aspettate di vedere il contenuto, poi discutiamo su quello". Il "contenuto" doveva arrivare il 16 c.m.: NESSUNO lo ha visto. Oggi in direzione un fugace accenno: "fra qualche settimana" vedrete il piano completo". Campa cavallo... E spiegare perchè non sia arrivato, come da impegni, il 16 gennaio? Macchè... i principini non si scusano, mai.
# la seconda: il renzusconellum precede praticamente la quasi-cancellazione del Senato, e quindi RICHIEDE profonde modifiche costituzionali attraverso le procedure dell'art. 138 (doppia lettura camera/senato con un intervallo di almeno tre mesi, e nell'ipotesi - CERTA - di maggioranza non qualificata, necessità di un referendum popolare confermativo, senza obbligo di quorum). Dunque: definire l'articolato della legge; trovare l'accordo - non facile - con Alfano e Berlusconi; passare un attimo dalla Commisione che valuta la costituzionalità delle leggi; sondare discretamente il Quirinale e l'Alta Corte; affrontare i dibattiti in due camere, con due presentazioni di un mare di emedamenti, e presumibili ostruzionismi; votare; ripetere la cerimonia dopo tre mesi. E se per sbaglio passa in una delle camere anche un solo emendamento, il gioco dell'oca riparte dalla prima casella. Poi indire un referendum... Quanto ci vuole, secondo voi, a fare questo? Non ci interessa, il vostro parere, era una domanda retorica. Il bischero ha preso un impegno solenne: IL TUTTO SARA' LEGGE ENTRO MAGGIO 2014. Complimenti all'Uomo Mascherato. Da statista.
IL RENZUSCONELLUM E I COSTITUZIONALISTI
"...Dopo l'addio della costituzionalista Lorenza Carlassare a giugno, un'altra componente della commissione di esperti governativa per le riforme costituzionali presieduta dal ministro Gaetano Quagliariello abbandona per motivi analoghi. Nadia Urbinati, politologa della Columbia University di New York, lo fa con una lettera. «Caro ministro, ti annuncio le mie dimissioni... Le ragioni non riguardano i lavori, ma levicende politiche legate alla condanna di Berlusconi e la sua eventuale decadenza da senatore. In questa vicenda, hai espresso opinioni che non ritengo si adattino al tuo ruolo di presidente della commissione e che rivelano una concezione delle istituzioni tesa a favorire un leader invece che le ragioni del diritto e dell'uguaglianza del cittadino innanzi alla legge..." (Fonte: Corsera)
Oggi altri costituzionalisti - a cominciare da Onida, Rodotà, Ainis, hanno sparato a zero contro la grottesca proposta di Renzi, che sembra fatta apposta per essere bocciata dalla corte (o per far litigare Letta e Alfano, arrivare alla svelta alla crisi di governo, e andare a votare subito, prima di maggio, col proporzionale puro?
A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina...
Ho come un'impressione che Renzi "ciurli per il manico". Altrimenti devo pensare di peggio: che Renzi non capisce ciò di cui parla. Nel modello Renzi (Che busta sceglie, la 1, la 2 o la 3) sono avanzate tre ipotesi. Inizialmente, secondo renzino, erano tutte e tre valide allo stesso modo. Col passare dei giorni, Renzino si sta acconciando sempre di più alla legge voluta dal pregiudicato: il "modello spagnolo", che è diventato "un po' più uguale degli altri".
Ma la cosa tragica è che né il Renzino, né chi discute con lui, sembra avere le idee chiare su cosa ha scritto la Corte Costituzionale nelle motivazioni di bocciatura del Porcellum. Proviamo a ridurre il problema all'osso. La Corte ha scritto due cose fondamentali:
-a) che i "premi di maggioranza" sono incostituzionali, perchè premiano chi li prende in misura superiore al consenso elettorale ottenuto;
-b) che i candidati devono essere scelti attraverso la libera espressione di un voto di preferenza.
...che busta sceglie?...
La Corte NON ha detto che un premio di maggioranza grande è peccato, e un premio di maggioranza piccolo è bbuono. Ha detto che il premio di maggioranza è incostituzionale. Punto.
La Corte NON ha detto che una lista grande "è bbuona" e una piccola no. Ha detto che il cittadino deve poter scegliere. PUNTO.
In calce riportiamo un chiarissimo articolo delSole24Oredi ieri, che spiega molto bene le differenze fra la busta 1, la busta 2 e la busta 3.
Ora, si da il caso che il modello spagnolo, sul quale spinge l'accoppiata Berlusconi-Berluschino, non rispetta nessuno di questi criteri. Non il criterio di proporzionalità, perchè la legge spagnola prevede non solo un premio di maggioranza del 15% (incostituzionale secondo la Corte) ma anche una soglia di sbarramento al 5% (altrettanto incostituzionale, perchè potrebbe negare qualsiasi rappresentanza a chi magari ha preso 2.300.000 voti). E non rispetta neanche il criterio della scelta dei candidati affidata al voto popolare, perchè prevede il peggio del berlusconismo e del Porcellum: le "liste bloccate". Quindi chi straparla di "modello spagnolo, o è un minchione che non capisce cosa legge, o - peggio - si è appecoronato, per motivi oscuri, sulle posizioni del pregiudicato di Arcore.
Non si salva il "Mattarellum", per ragioni analoghe. La proposta del Bischero prevede un "premio di maggioranza" (...e ddaje...) del 15%, e un 10% si premio di tribuna" per i partitini. E se i partitini. puta caso, si riducessero ad occupare il 5% dell'elettorato? Avrebbero il 10% dei parlamentari? Il doppio di quanto indicato dagli elettori "sovrani"???? Ma Renzi capisce o no cosa legge???
Infine, la "legge dei sindaci" modello bischero: 60% dei seggi a chi vince (peggio del Porcellum, che prevede il 55%!), soglia di sbarramento al 5%, listini bloccati (sistema Trota-Minetti, per intenderci) Insomma, non lasciamoci incantare dalla parola magica "doppio turno". Questa legge sarebbe bocciata già in Commissione Affari Costituzionale. Ma ho proprio l'impressione che Renzi non capisca.
Allora? La Corte indica una sola via d'uscita: proporzionale puro (niente premi, niente sbarramenti, niente diritti di tribuna) e preferenze. PUNTO. Guarda caso, le tre buste di Renzi sono tutte comprese fra il "molto anticostituzionale", e il "moltissimo incostituzionale". A cosa mira? a "fare ammuina", solo per finire ogni giorno sui media? A far finta di essere rivoluzionario, ben sapendo che NESSUNA delle sue tre buste avrebbe il beneplacito della Corte? A saperlo...
Allora? secondo la sentenza della Corte, dovremmo tornare al proporzionale puro. Cioè al sistema usato per quasi 50 anni, e che ha portato l'Italia ad avere in media una crisi di gooverno ogni 11 mesi: al Manuale Cencelli, secondo il quale le coalizioni di governo si facevano DOPO i risultati elettorali, spartendosi la torta dei ministeri a seconda dei voti avuti. Un bel sistema, in cui persino il PLI di Renato Altissimo poteva fare la voce grossa e avere qualche ministero. Magari inventato per ampliare la "posta" del manuale Cencelli.
C'è un sistema per ovviare a tutto ciò? Si, c'è. Ma non è nelle corde di Berlusconi, e quindi neanche in quelle di Renzi. E' il VERO sistema con collegi uninominali a doppio turno "DI COLLEGIO". Tanti collegi uninominali quanti sono i deputati (630). Chi prende il 50% + 1 dei voti al primo turno, "vince" il deputato per il collegio. Negli altri casi, ballottaggio di secondo turno fra i due primi partiti. Niente premi di maggioranza, niente diritti di tribuna.
E le preferenze? Sono insite nel fatto che in ambiti ridotti (circa 73.000 elettori per collegio) sarebbe inevitabile votare più per il candidato che per il partito. Ma nulla vieterebbe liste "aperte" di pochi candidati, su cui dare un voto di preferenza. Nel collegio, vince il partito che prende più voti, e al suo interno vince il candidato che prende più preferenze. As simple as that. Anzi, come direbbe il renzino, es simpol es det. Fine della storia.
In un sistema siffatto, i partitini piccoli avrebbero interesse ad aggregarsi, pena il rischio di non prendere amnco un deputato; i partiti avrebbero interesse a presentare candidati decenti, radicati nel territorio; aggiungo che il PD avrebbe TUTTO l'interesse ad adottare questo sistema, poichè le amministrative dimostrano ogni volta che la sinistra, anche quando perde le politiche, resta la forza dominante nelle elezioni locali. Il che significa che mediamente riesce ad espreimere candidati più decenti del centro.destra.
Del fatto che Renzi stia facendo di tutto per incrinare i rapporti fra lui e Letta, e fra Letta e Alfano, ci occuperemo un'altra volta. Perchè lo fa? Semplicissimo: perchè sa che la luna di miele finisce; perchè chi è saltato sul carro del vincitore, e non ha ricevuto adeguate poltrone, inizia a pentirsi (e non ci sono poltrone per tutti gli appetiti). Infine, perchè anche geni della politica che si sono fiondati entusiasticamente sul renzismo - prima ancora di sapere quali fossero i contenuti, al di la delle battute) - comincia a interrogarsi. Quindi Renzi ha fretta. Molta fretta. Tanta frretta che per far cadere il governo con una legge elettorale qualsiasi, si sta agitando troppo, ma senza far funzionare al meglio il cervello. E' tanto scomposto, da non aver capito che le sue tre buste (pardon... proposte di legge elettorale), sono TUTTE molto diverse da ciò che impone la sentenza della Consulta. Con buona pace di coloro che hanno già eletto Renzi "Statista del Secolo"
P.S.: Ma oggi è il 17 Gennaio. Ieri, 16 Gennaio, doveva uscire il "contenuto" dell'indice che aveva contrabbandato come "Jobs Act" (sic: Jobs. Plurale). Qualche renzofilo mi sa dire se sono io che non l'ho visto, o se non è uscito? E nella prima ipotesi, mi può fornire un link, che certamente avrà, su dove trovare la versione completa del "Giobatta""? Grazie in anticipo. Anzi, per dirla alla Renzi:
meni denks in advanz,end caindest rigards.
Tafanus
Legge elettorale, cosa prevedono il modello spagnolo, il Mattarellum nuova edizione, e la Legge dei Sidaci(Fonte: IlSole24Ore del 16 Gennaio)
Sono tre le ipotesi di lavoro proposte dal segretario del Pd, Matteo Renzi: rivisitazione del sistema spagnolo, del Mattarellum, del doppio turno. Renzi si è detto «pronto a incontrare tutti, purché si chiuda su una cosa che serva agli italiani». Per il segretario del Pd, come ha scritto nella lettera ai partiti, la legge elettorale dovrà essere «maggioritaria, che garantisca la stabilità e l'alternanza, che eviti il rischio di nuove larghe intese». Attualmente Renzi media con Berlusconi per una convergenza sul modello spagnolo. Ma il sindaco tratta anche sul Mattarellum rivisitato. Il Nuovo centrodestra, invece, ha una preferenza per il modello dei sindaci. Il M5S proporrà una sua linea, discussa, decisa e votata in rete. Sul Mattarellum corretto potrebbero convergere anche Sel e Scelta civica. Ecco i tre modelli proposti da Renzi.
Il modello spagnolo - La riforma sul modello della legge elettorale spagnola prevede una divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%. In pratica si tratta di un proporzionale molto corretto, dagli effetti spesso maggioritari. È stato pensato per ottenere due effetti: un grado elevato di bipartitismo complessivo e una buona rappresentanza dei partiti regionali. Bipartitismo con federalismo, insomma, disincentivando invece la presenza di partiti minori nazionali. Questo insieme di elementi avvantaggia i partiti più grandi. Ma, allo stesso tempo, non penalizza le formazioni regionali i cui consensi sono concentrati in specifiche circoscrizioni e consente alle formazioni nazionali capaci di superare la soglia di sbarramento in sede circoscrizionale di conseguire una rappresentanza parlamentare, sia pure di più ridotte dimensioni. Il sistema appare facilmente adattabile, dato che sarebbe sufficiente prendere le attuali circoscrizioni e frammentarle in tante circoscrizioni provinciali autonome. Il modello spagnolo prevede, però, che le liste siano "bloccate": non è previsto il voto di preferenza (che del resto è sconosciuto a numerose democrazie dell'Occidente ed esiste solo in pochissimi Paesi al mondo), ma il numero molto basso di candidati che compongono le liste (nella gran parte delle circoscrizioni solo tre, quattro o cinque) consente comunque un buon rapporto di conoscenza e di relazione tra elettori e candidati. Va, però, ricordato che la Corte costituzionale in Italia ha bocciato le liste chiuse del Porcellum.
La rivisitazione del Mattarellum - La seconda proposta targata Matteo Renzi prevede una riforma elettorale sul modello della legge Mattarella rivisitata. Previsti 475 collegi uninominali e l'assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l'attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.
Doppio turno di coalizione dei sindaci - La terza proposta prevede la riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%
due-tre considerazioni: nessuno stato
"progredito" conosce i premi di maggioranza, punto. nessuno, solo in
grecia esiste un bonus, ma non un premio che confezioni il 55 o 60% di
seggi al partito vincente. anche in inghilterra, patria del
maggioritario a turno unico, esistono governi di coalizione, se nessuno
dei contendenti conquista la maggioranza dei seggi "sul campo". in
"secundis" la governabilità: nessuna legge l'assicura, ma proprio
nessuna: puoi anche avere un premio del 75% al solo partito di
maggioranza relativa, ma se dopo le elezioni gli eletti si mettono a
litigare, la "governabilità" va a farsi friggere. di sistemi elettorali
ne esistono tantissimi, io ne preferisco alcuni: il STV in piccoli
collegi con magari il 25% da distribuire tra tutti i partiti che hanno
superato una soglia bassa, tipo il 2% (ma l'italia è un paese troppo
arretrato), il sistema misto, tipo ungherese ma senza lo sbarramento al
5% (così sì che si assicura il c.d. diritto di tribuna senza forzature)
con parte la maggioritaria a turno unico utilizzando il single
transferable vote, oppure un proporzionale col sbarramento al 4% con
l'attribuzione asscurata di almeno i 2/3 dei voti in sede di
circoscrizione dell'empiezza di 7-13 seggi utilizzando un divisore
imperiali modificato e recupero su base nazionale. ma anche qui nessun
sistema assicura la c.d. governabilità. neppure il maggioritario a
doppio turno (ma perché 'sto spreco dei due turni? al giorno d'oggi
esiste il STV!), in presenza di tre schieramenti equivalenti, come
succede oggi in italia, non garantisce nulla, come non garantirebbe
"alleanze omogenee" (ma omogenee de che? cosa me ne faccio di un partito
omogeneamente renziano, di un altro omogeneamente grillino e di un
terzo omogeneamente berlusconiano?). due postille: il sistema spagnolo è
il non plus ultra di rozzezza, è il frutto avvelenato e mai superato
della transizione dal franchismo (e si svolge su base provinciale non di
circoscrizioni "artificiali", prevede sbarramenti a livello
provinciale, nessun premio di maggioranza e almeno 2 parlamentari a ogni
provincia indipendentemente dalla popolazione con tanti saluti al
principio un elettore - un voto). infine: ma se il premio di maggioranza
è incostituzionale, perché alle regionali si seguita a votare col
porcellum verione tatarellum?
Tino, alle nostre domande imbarazzanti
comincio a credere che non rispondera' mai nessuno. Ne' su questo blog,
ne' altrove. Bisogna avere coraggio per rispondere, un certo tipo di
coraggio e mi pare che qui manchi. Oppure non ci considerano....
Aooooohhhhh, DOVE SIETE? Abbiamo bisogno di aiuto!!!!!!!
Adesso vado a sprofondarmi fra le coperte perche' questa mattina mi
sono forse presa un accidente occupando il cantiere del Terzo Vallico di
Voltaggio: pioveva a dirotto e mi sono letteralmente inzuppata! Fanculo
PD, tu, Renzi e i SI TAV che siete voi per primi. Buona la torta eh?
Silvana,
Ne approfitto per integrare quanto da te elencato senza purtroppo avere
delle risposte (se non ideologiche!!!):
1)perchè al pregiudicato Silvio Berlusconi ai sensi degli artt.28-29 del
codice penale e della legge 15 maggio 1986 n.194(interdizione dei
pubblici uffici)il ministro dello sviluppo economico non ha proposto al
Capo dello Stato la revoca dell'onorificienza di Cavaliere dell'Ordine
al Merito del Lavoro. Qualora il ministro l'avesse proposta perchè il
Capo dello Stato non vi ha provveduto come nel caso di indegnità di
Calisto Tanzi?
2) perchè il giorno dopo la sentenza di condanna di S.B. della Corte di
Cassazione il PD non ha ripudiato la coalizione di governo col
pregiudicato?
3)perchè il PD dopo la condanna definitiva del noto malavitoso( con
l'alto patrocinio di Giorgio Napolitano) ha continuato ha collaborare
con lo stesso pregiudicato per riformare la Costituzione?
Si potrebbe continuare all'infinito.
Il Taf ha sempre detto: con Berlusconi non prenderei nemmeno un caffè.Io
sono ancora fermo a quelle parole. Saro' un arretrato, un credulone, ma
ancora non riesco a capire dove sia diretto il PD!
Io non sono particolarmente
intelligente, quindi mi limito a poche domande alle quali vorrei una
risposta da chi ne sa piu' di me:
1) Perche' Berlusconi è ancora a piede libero e, anche se interdetto dai
pubblici Uffici, gli è concesso di trattare sulle sorti della Nazione,
ad alto livello?
2) Perche' il Tribunale ci impiega mesi a fornire le motivazioni di una
sentenza? Non dovrebbe averle gia' queste motivazioni nel momento che la
emete? Altrimenti devo pensare che la emette a cazzo e poi costruisce
le motivazioni...... Non credo proprio....
3) Perche' Renzi è cosi' interessato ad incontrare Berlusconi prima
ancora di quelli che sono ancora non condannati? (i rappresentanti degli
altri partiti di maggioranze e non)?
4) - Con quale diritto un semplice segretario di partito si arroga il
potere di dettare legge al governo e a tutto il paese?
5) Perche' gli viene dato tutto sto risalto mediatico?
6) Perche' odia i piccoli partiti (anche da 3, 4, 6 milioni di voti) al
punto da proclamare che non li vuole piu' vedere in Parlamento?
7) Non è che fa tutto sto casino perche' adesso si sente appoggiato da
Napolitano (per gli amici Re Giorgio) e spera di sbancare Letta e
prenderne il posto? (operazione tipo D'Alema verso Prodi, a suo tempo)?
8) infine, perche' le uova non le hanno tirate a lui?
9) Come fanno Cuperlo e Civati a digerire sta roba?
Ecco, sono le domande che mi martellano in testa tutto il giorno. C'è
qualcuno che mi puo' rispondere, per favore?
Andarci a parlare non è peccato, ma
bisogna andare a sostenere la propria ipotesi e cercare di convincere il
pregiudicato.
Se Renzi non ci riesce, peggio per Berlusconi, sempre chè in realtà non
si cerchino alleati su una legge elettorale che nella maggioranza di
governo non esistono, legge elettorale che peraltro è troppo contorta e
puzza di porco lontano un miglio.
Lo ha fatto anche Bersani quando andò - su preciso mandato dei grandi
elettori - a precisare le sue idee e caratteristiche del nuovo
presidente in tutta riservatezza al non ancora condannato Berlusconi:
riconoscibile a prima vista l'area di provenienza di Csx, cattolico
(dopo due laici)e niente voto di scambio per la formazione del Governo.
Attese una proposta (Bersani pensava a Mattarella e Marini, ma anche a
Prodi) ed usci il secondo, prontamente impallinato dai renziani che dei
vincoli di maggioranza interna se ne fottono quando non ce l'hanno loro.
Ora il gioco di Renzi è parecchio pericoloso, perchè non si rende conto
che Berlusconi è un caimano ed ha già inchiappettatto D'Alema e Veltroni
e che potrebbe, anche da condannato e espulso dal Senato, far parecchio
danno sia a Renzi stesso che all'intero Pd.
Questa fregola di voler spazzar via i partiti da 3,4 0 6 milioni di voti
(dimenticando che il 25% degli elettori s'astiene), facendo un grosso
favore a pregiudicato mi sembra una follia; anche se i "partitini"
possono morire, ma anche crescere, ovvero, s'è visto a febbraio scorso,
ne possono nascere nuovi di zecca, parecchio ingombranti.
E' convinto peraltro di avere i voti per forzare il tal modo la scelta
della legge "spagnola"?
... questa carnevalata potrà avere (o
avrà?)lo stesso effetto di piena riabilitazione socio-politica del
sultano di hardcore e della sua visione dello stato-azienda, della
famosa commissione bilaterale sulle riforme costituzionali voluta da
Dalema e, niente ... come dire, la storia si ripete e come in una
spirale si va verso l'inevitabile baratro (ovviamente mi riferisco al PD
e a quella parte che negli anni si è in qualche modo riconosciuta nelle
sigle Pci, Pds, Ds, ......)
Oggi il neosegretario del Pd, che non ho
votato e che mai voterei neppure per fargli fare il mozzo, incontrerà
il pregiudicato Berlusconi nella sede del Pd per "parlare" della legge
elettorale che più aggraderebbe al pregiudicato. SONO SCONVOLTA! Rimango
nel Pd perché il PD NON E' RENZI e prima lo capirà anche lui, meglio
sarà per tutti! :/
Taf,
se questo ceto politico pensa alla legge elettorale ipotizzando il
consenso che potrebbe avere ne uscirà sempre una porcata megagalattica.
Il Mattarellum ha funzionato sino al 2001 (sostituito nel 2005 dal
Porcellum), ma aveva un vulnus: alleanze pletoriche ma instabili sia per
il Csx che per il Cdx (grandi vittorie ma governicchi inconcludenti se
non per gli interessi del pregiudicato.
Correggerlo quando già il 75% è maggioritario (quindi è già una sorta di
premio)aggiungendovi ulteriori premi, incostituzionali, non va
certamente bene perchè significherebbe avere un bipolarismo che potrebbe
tagliare fuori milioni di elettori che nel loro piccolo non possono che
incazzarsi.
Il sistema spagnolo consente delle maggioranze a geometria variabile per
cui assisteremmo facilmente a casi di candidati che non passerebbero
pur prendendo più voti di altri
Come ben dici l'unico è il vecchio amore del Pd e l'uninominale di
collegio dove l'elettorato passivo, da scegliere, è senza paracadute per
cui si devono proporre solo il meglio del meglio.
Renzi vuol parlare con tutti, ma oggi accordi non ne può fare, si può
confrontare tutt'al più, perchè rischierebbe di saltare insieme al banco
anche lui !
Gia ieri il 'psc partito socialista
catalano si e' diviso 3 deputati socialisti del parlamento di
Catalunya non in linea con la direttiva del partito hanno votato con la
scelta di udc - sinistra repubblicana e sinistra e verdi di poter
chiedere il referendum per l'indipendenza di Catalunya . contro psc- ppc
e citadans conteggio 87 per il referendum 43 no e 3 astenuti.la
sinistra socialista di divide come probabile che il pd si divida se il
genio avra' possibilita' di fare le cose che gli ha chiesto e gli
chiedera' il nano caimano.
domani incontro fra un pregiudicato e
uno spregiudicato. le voci che circolano sono preoccupanti: renzino
potrebbe mirare a scalzare letta per essere incaricato al suo posto
senza elezioni e il losco lo sosterrebbe in cambio di favori che non ha
ottenuto da letta. già dalle europee non voterò pd e spero proprio che
la sinistra ds si compatti e se ne vada.
Oggi il Maroni ha fatto un salto a
Barcellona dove e' stato ricevuto dal presidente della Catalunya , ma e'
stato piu' una richiesta del verde che dei catalani perche' a
differenza della lega i catalani sono europei, sono per l'euro, chiedono
solo un referendum per contarsi e vedere se la maggioranza vuole
l'indipendenza dalla Spagna. Referendum come la Scozia con Inghilterra
niente piu' niente meno ,solo che il pp spagnolo non permettera' questo
referendum , strano in Inghilterra si' in Spagna no . cosa significa
solo che in Inghilterra la democrazia e' sovrana in Spagna regna ancora
il regime fascista.