lunedì 29 giugno 2015

La stirpe dei Maroniti/2

Pubblichiamo la seconda parte dell'inchiesta de l'Espresso sul "maronismo"

LA GRANDE NEMESI SUDISTA - Bobo, il capo dei barbari sognanti contro la «meridionalizzazione della Lega» ha compiuto la sua nemesi: ora c'è uno stuolo di sudisti al suo fianco. Non solo la campana Votino: al centro dei giochi spicca l'avvocato di origini calabresi Domenico Aiello, nel duplice ruolo di difensore di Maroni per il pasticcio delle nomine delle fedelissime e di membro del cda di Expo. Dove l'ha imposto proprio il governatore, passando come una ruspa sopra a ogni questione di opportunità: Expo infatti è formalmente la vittima delle presunte pressioni esercitate dal numero uno del Pirellone. La stessa disinvoltura con cui ha insediato Gibelli, anche lui indagato nell'affaire delle due favorite, alla presidenza delle Ferrovie Nord, rimpiazzando Norberto Achille, travolto da uno scandalo di rimborsi folli.

Piccoli intrecci: Achille aveva assegnato una consulenza proprio a Aiello. L'esordio del legale calabrese avviene con l'indagine Mythos. Siamo nel 2010 e Bobo si trova sotto accusa per una consulenza "a voce" da 60 mila euro. La Votino presenta Aiello a Bobo. E dopo l'archiviazione, per l'avvocato è un crescendo di incarichi regionali: parte civile nel processo per Maugeri, poi la difesa della Pedemontana Lombarda. Non è l'unico professionista della casa a fare strada. Carmine Pallino, commercialista e amico di Bobo, venne chiamato nel 2012 per tagliare le spese di gestione del Carroccio, ramazzando via i dipendenti della storica sede di via Bellerio. Prima è stato consulente per il dicastero del Welfare, Inail e Croce Rossa con l'imprimatur dell'allora ministro. Poi una raffica di nomine regionali: revisore dell'agenzia per il marketing territoriale Promos e nel consiglio di vigilanza di Aler, l'azienda per l'edilizia popolare con un buco da 80 milioni. Infine la holding delle infrastrutture Asam e un mese fa sindaco della Fiera di Milano.

Belsito1Con il Sacro Monte nel cuore - Nel dossier-vendetta dell'ex tesoriere Francesco Belsito, Bobo veniva accusato di favorire i suoi amici, «piazzati dal moralizzatore della nuova Lega in Asl e ministeri senza averne alcun titolo». E in effetti le promozioni non sono mancate. L'ultimo arrivato è Giuseppe Bonomi: segretario generale di Palazzo Lombardia, con poteri assoluti sulla macchina regionale. Bonomi da Varese è arrivato prima in Parlamento e poi ha scalato consigli e cariche da Sea, la società di gestione degli aeroporti di Milano, ad Alitalia.

Della stessa città  natia anche il presidente della Commissione Sanità Fabio Rizzi e l'assessore alla famiglia Maria Cristina Cantù, amica personale di Bobo.
E poi Rosella Petrali, braccio destro della Cantù e membro del consiglio di gestione di Infrastrutture Lombarde. L'unico milanese è il Richelieu del presidente, l'onnipresente Massimo Garavaglia, assessore all'economia ed ex senatore leghista: di fatto, il dominus del miliardario bilancio regionale. Il localismo al potere è rappresentato ancora da Carlo Passera ex dirigente del comune di Varese approdato nel cda dell'agenzia regionale per l'ambiente. In Finlombarda, la finanziaria del Pirellone, c'è il commercialista Ignazio Parrinello, studio nel centro del capoluogo prealpino. Nella società regionale di e-government Lombardia Informatica la poltrona più alta è toccata a Davide Rovera, ex direttore di una società di antifurti.

Il cerchio magico è anche una band: Giovanni Daverio in arte Johnny e Giuseppe Rossi detto Gegè. Sono due dei tredici musicisti del «Distretto 51», dove Bobo suona l'organo dagli anni Ottanta. Daverio è stato direttore generale della Asl locale e da due anni è a capo dell'assessorato alla famiglia. Rossi è invece alla testa del polo ospedaliero di Lodi, dopo aver guidato Lecco. Un altro della band è Ivan Caico, sax tenore e baritono, primario di cardiologia a Gallarate. Infine la vocalist Simona Paudice, coadiutore amministrativo all'ospedale di Treviglio. Ma tutte le strade portano a Varese. Maroni ha detto di volerne altri duecento chilometri. E per vigilare sulle opere, ecco indicato alla presidenza di Infrastrutture Lombarde Paolo Besozzi, ingegnere varesotto. Leghista da sempre e storico amico del governatore, adesso è diventato la pedina fondamentale dello scacchiere federale, perché controlla un portafoglio di oltre 10 miliardi, dagli ospedali alle autostrade.

L'inesorabile avanzata delle poltrone maronite ha un costo politico. Perché sta allargando il solco con il partito, e soprattutto con il milanese Matteo Salvini. Tra i due leader non corre buon sangue e ogni contatto rischia di sfumare in scontro. Soprattutto nelle spartizioni. Qualche esempio? A settembre il segretario segnala una lista di docenti universitari da inserire nel pool che dovrà gestire Expo. Senza risultato. Non va meglio con le ricche consulenze degli assessorati: gli uomini in quota Salvini sono appena due.

E l'ultima grana scoppia al ristorante (di Telesio Malaspina)

A dicembre 2014 lo chef palermitano Filippo La Mantia si è messo in testa di rilanciare uno dei ristoranti più lussuosi di Milano, il Gold di via Poerio, sfruttando la scia di business creata dall'Expo. L'impresa era ardua. Il gigantesco ristorante (circa 500 coperti) realizzato dagli stilisti Dolce&Gabbana veniva da un tale flop che l'attività è stata ceduta per pochi soldi: per la precisione 3.604,59 euro, oltre a circa 500 mila euro di affitto annuo pagati alla proprietà, che è sempre di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, i due fondatori della maison di moda.

Nemmeno sei mesi dopo l'arrivo di La Mantia e un mese dopo l'inizio dell'esposizione universale, la scommessa è vinta. Il locale è diventato una meta della Milano che conta,  e bisogna prenotare con largo anticipo per trovare un tavolo libero. È merito della bravura dello chef che imparò a cucinare all'Ucciardone durante sette mesi di detenzione ingiusta subita nel corso delle indagini sull'omicidio del vicequestore Ninni Cassarà e dell'agente Roberto Antiochia, una delle più feroci stragi di Cosa Nostra. È merito anche delle entrature del socio forte di La Mantia, rimasto nell'ombra durante la fase di lancio del nuovo locale. Secondo quanto può rivelare "l'Espresso", il partner di La Mantia è Gioacchino Gabbuti, manager pubblico romano con un lungo elenco di incarichi, dalla direzione dell'Ice (Istituto per il Commercio Estero), alla guida dell'Acquedotto pugliese, fino all'amministrazione dell'Atac, l'azienda dei trasporti della capitale, prima su chiamata di Walter Veltroni e poi su conferma di Gianni Alemanno. È la prima avventura imprenditoriale a Milano di Gabbuti che a Roma è indagato per consulenze dell'Atac e che figura nella lista degli italiani con conti bancari a San Marino sulla quale, oltre alla procura romana, sta lavorando anche la magistratura del Titano.

Molto più introdotta nell'ambiente milanese è la moglie di Gabbuti, Mara Carluccio. Ex dipendente dell'ufficio del personale Alitalia e sindacalista Fit-Cisl, Carluccio è una stretta collaboratrice di Roberto Maroni. Secondo la magistratura di Milano che ha appena concluso le indagini sul governatore lombardo, Maroni avrebbe fatto pressioni per procurare a Carluccio un contratto di consulenza da 29.500 euro annui con Eupolis, l'istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione della Regione. Questo incarico "avente a oggetto il supporto tecnico-scientifico per l'individuazione delle condizioni di sicurezza adeguate inerenti Expo 2015" sarebbe stato tarato sulle esigenze fiscali della consulente. Carluccio ha ottenuto altri incarichi quando l'attuale governatore lombardo era ministro del Lavoro (2001-2005) e poi dell'Interno (2008-2011), anche grazie alla stima dell'allora capo della polizia, lo scomparso Antonio Manganelli, che nel 2012 l'aveva indicata come esperta nel tavolo di lavoro congiunto con il garante per l'infanzia e l'adolescenza.

L'ultimo incarico è arrivato nell'aprile 2013, pochi giorni prima che Angelino Alfano diventasse ministro dell'Interno, ed è una collaborazione tecnica a titolo gratuito presso la direzione centrale della Criminalpol (osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori). A favorire il contatto fra Dolce&Gabbana e La Mantia sarebbe stato un altro protagonista del cerchio magico del governatore, cioè Domenico Aiello, avvocato di Maroni e habitué del ristorante. Lo chef palermitano frequenta già da qualche tempo
i fedelissimi di Bobo. Le cronache mondane di qualche anno fa lo danno fra i presenti al compleanno di Isabella Votino, portavoce di Maroni ministro dell'Interno, insieme a Gabbuti e a Paolo Berlusconi. Al tempo il festeggiamento si era tenuto da "Giannino", il ristorante del generone berlusconiano. Vedremo se nel prossimo ottobre, mese di nascita di Votino, si completerà il passaggio di consegne con il Gold.

(2 - Continua)

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domenica 21 giugno 2015

In Italia "ladri di galline... In UK, ladri di palline...

In Italia abbiamo i "ladri di galline", in Inghilterra hanno i "ladri di palline"... Curioso siparietto durante il doppio di Flavia Pennetta a Eastbourne



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venerdì 19 giugno 2015

Le favorite del potere - Roberto Maroni, donne e consulenze

Non solo il Pirellone: anche contratti agli Interni per le due protette di Maroni. E il prefetto Caruso: segnalazioni pure per l'emergenza immigrati (di Francesca Sironi - l'Espresso)

Maroni-votino-paturzo
Votino, Maroni, Paturzo

Bisogna aver talento, tanto, anzi parecchio, per essere esperte di pari opportunità e cooperazione, sicurezza e immigrazione, nonché d'infanzia e «riorganizzazioni societarie». E tutto senza bisogno di una laurea: nel curriculum depositato al Viminale nel 2014 i suoi studi si fermano infatti al diploma dalle Suore Marcelline. Lei è Mara Carluccio e il talento lo ha dimostrato con costanza a Roberto Maroni, con cui è indagata a Milano per una consulenza affidatale da una partecipata di Regione Lombardia: trentamila euro "strappati" secondo gli inquirenti in modo irregolare all'ente pubblico. L'inchiesta giudiziaria la unisce alla bella Mariagrazia Paturzo, con cui secondo i pm Bobo scambiava messaggini "a ogni ora del giorno", prima e durante l'incarico a lei assegnato nel 2014 da Expo spa come "temporary manager". Ma questi due contratti non sono che l'ultimo anello di una carriera cucita all'ombra del leader leghista e ricostruita da "l'Espresso".

Che il politico di Varese smistasse a volte segnalazioni preferenziali lo rammenta il prefetto Giuseppe Caruso, commissario straordinario per l'emergenza migranti nella primavera del 2011. «Il ruolo mi venne affidato dal governo Berlusconi perché ero prefetto di Palermo, e vivevo in prima linea quel che succedeva a Sud», racconta il funzionario: «Quando si seppe che da decreto c'era la possibilità di usare dei consulenti mi venne chiesto di arruolare due signore indicate dal ministro Maroni. Non ricordo come si chiamassero, ma quell'episodio mi diede un po' fastidio: in quei giorni avevo un'emergenza da affrontare…». E finì per preferire alle due "segnalate" un avvocato dello Stato, un giudice contabile e un magistrato del Tar.

Per Mariagrazia Paturzo il salto di carriera risale a prima. È il 2010, Maroni è ministro dell'Interno e ha appena nominato alla guida dell'Agenzia per i beni confiscati alla mafia l'attuale capo dell'Immigrazione Mario Morcone. Dopo una selezione, l'Agenzia assume la Paturzo all'ufficio relazioni esterne, con uno stipendio per due anni da 27mila 828 euro. Fra le due donne è però Mara Carluccio a ricevere più ruoli ufficiali. Il suo rapporto con il lùmbard d'altronde inizia già nel 2001, quando lui sbarca al ministero del Lavoro e lei sale nelle stanze del potere. E prosegue all'Interno. Nel 2008 il Viminale le affida il «rafforzamento legislativo» del G8: due mesi, 10mila euro. Nel 2009 ha il compito di «studiare politiche di genere»: 31.200 euro. A dicembre si insedia all'Osservatorio nazionale sulla Famiglia. Pochi mesi dopo è sua una poltrona all'Osservatorio nazionale per l'Infanzia, sempre su indicazione degli Interni. Non sono incarichi danarosi, ma certamente di prestigio. Di soldi d'altronde Mara non sembra averne troppo bisogno, se il broker romano Giancarlo Lande, il Madoff dei Parioli, aveva potuto bruciarle 218mila euro.

A Roma, durante il mandato all'Interno, il ministro leghista non incontra la Carluccio solo in ufficio: Maroni è ospite frequente a casa sua e del marito, Gioacchino Gabbuti. Ex amministratore di Atac, Gabbuti è stato coinvolto in un'inchiesta su milioni di euro sottratti alla società capitolina e transitati a San Marino proprio in quegli anni, dal 2007 al 2011. Coincidenza: nel 2012 di fianco al ministro Anna Maria Cancellieri alla firma di un accordo contro la criminalità fra Roma e San Marino c'è anche lei, la "dottoressa" Carluccio. I suoi incarichi romani infatti proseguono anche dopo l'addio del leghista. Nel 2012 il Dipartimento di pubblica sicurezza le dà 10mila euro per uno studio su come «combattere l'immigrazione illegale». Ancora nell'aprile del 2014 ottiene un contratto agli Interni, ma risulta «non perfezionato»: forse perché a luglio emergono le indagini sulla consulenza al Pirellone.

Francesca Sironi

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venerdì 12 giugno 2015

Forse non siamo l'unica voce critica sull'Expo

Forse non siamo l'unica voce critica sull'Expo, sulla sua utilità, sull'indotto, sui costi, sulla opacità circa il numero di ingressi reali, sul saldo fra spese e ricavi, su "what's next" quando a fine ottobre calerà il sipario sul baraccone che, more italicus, ha già portato a San Vittore comitive di malviventi...

Dopo di noi (che ci poniamo da sette anni domande sui 36.000.000 di visitatori sparati da Moratti-Bossi-Berlusconi), con qualche annetto di ritardo hanno impugnato la calcolatrice anche all'Espresso, al Fatto Quotidiano, allo Huffington Post, e ora gli articoli poco entusiastici sulle'Expo stanno diventando valanga, anche perchè, fra mille reticenze, e senza un solo dato sul costo medio reale dei biglietti venduti, cominciano a circolare cifre da incubo sui visitatori.

Venghino, sior, venghino! dai 36 milioni morattian-berlusconiani, con un processo graduale e continuo, siamo scesi ai 24 milioni (non previsti, ma necessari per il break-even), del duo delle meraviglie Renzi-Sala. Intanto da voci documentate da parte di "insiders", cominciano a circolare numeri da incubo. Non ci saranno 36 milioni di visitatori, e forse neanche 24 milioni... Le cifre "segrete" sugli ingressi ai tornelli supertecnologici proiettate a fine ottobre lasciano temere persino che ci si possa attestare intorno ai 12/15 milioni. A questo punto gli unici che ci avranno guadagnato saranno i mazzettisti, e i caimani delle aree agricole diventate all'improvviso aree edificabili. Nei padiglioni mai finiti crescerà la sterpaglia, come sta già avvenendo alla Maddalena, per le strutture mai finite di un G8 mai nato.

A queste voci, crescenti in numero e insistenza, sui numeri, ora si aggiunge una voce (altre seguiranno) sugli aspetti qualitativi e sulla reale utilità di questa baracconata dedicata al fagiolo borlotto. Fra tutti, scegliamo l'articolo (documentatissimo... aprendo l'articolo si trova anche una significativa foto-gallery) scritto da Alessandro Da Rold e Luca Rinaldi (cliccare sulla foto per l'articolo integrale)

  Linchiesta

Immaginatevi una domenica in un ipermercato, a girare fra i corridoi con migliaia di persone, con la musica di Nek o Jovanotti in sottofondo. Quel senso di nausea, stanchezza e voglia di dormire. Metteteci l’architettura di una Biennale di Venezia, le attrazioni turistiche e il folklore di un parco divertimenti di terzo livello, tipo Viserbella di Rimini, l’illusione di visitare i paesi di mezzo mondo, ma avendo come panorama il carcere di Bollate. Aggiungete un po’ di sano nazionalismo, tra celebrazioni dei presidenti di Turkmenistan, Kazakhstan e Marocco. Contornate tutto di cibo, ovunque, a prezzi stratosferici, servito in tutti i modi possibili, da tutte le parti del mondo, per strada, nei negozi, nei padiglioni, negli anfratti. Mischiate e avrete l’Expo 2015 di Milano, evento mondiale nato per risollevare l’Italia dalla crisi economica, ma che al momento appare soprattutto come una delle più grandi cafonate mai viste. Alcuni padiglioni sono bellissimi per architettura, come quello tedesco o giapponese. Alcuni sono di particolare interesse, come quello del Vaticano, dove si può vedere l'Ultima Cena del Tintoretto. Expo va visitato, non c’è dubbio. Per capire che cosa i milanesi hanno atteso per sette lunghi anni, ma pure per scoprire dove sono nati i litigi tra la politica di centrodestra, le inchieste per corruzione sugli appalti e pure le manifestazioni che il primo maggio hanno messo a ferro e fuoco Milano. Girando viene in mente Alberto Sordi nel film Le Vacanze intelligenti, quando insieme alla “Buzzicona” si reca alla Biennale di Venezia.

Expo 2015 di Milano, evento mondiale nato per risollevare l’Italia dalla crisi economica, ma che al momento appare soprattutto come una delle più grandi cafonate mai viste

Arrivare a Expo non è difficile.  Lo si può fare in metropolitana o in macchina. I lavori continuano senza sosta, ennesima dimostrazione del fatto che non sono stati finiti in tempo. Di fronte alla fermata della metro le ruspe vanno avanti e indietro. Sui ritardi ci scherzano pure i poliziotti. Prima della biglietteria ci sono i Testimoni di Geova che fanno proselitismo. Le code sono lunghe, estenuanti, non solo all’entrata ma soprattutto nei padiglioni dei paesi ospitanti. A ben guardare, appena entrati, non si capisce cosa sia finito e cosa no. Un esempio: il padiglione della Veneranda Fabbrica del Duomo, con una riproduzione della madonnina, è più che mai minimale. Ma è una scelta o anche questo era in ritardo? Non si saprà mai. In pochi minuti ci si butta nella mischia, padiglione dopo padiglione. C’è un uccello gigante in Repubblica Ceca, incastonato in un’automobile su una piscina. C’è birra a fiumi. Ci sono i ristoranti. Nei padiglioni, se va bene, si trova qualche foto in esposizione, un po’ di cristalli di boemia o una tastiera touch screen. In Sudan ci sono solo collanine e bracciali. E poi i poster, qualche foto, la spiegazione di come si fa il riso, le lezioni sul cioccolato e a quale temperatura va conservato. 

Il Brasile va visto perché vanta una gigantesca rete metallica che imita l’Amazzonia: i ragazzi delle scolaresche amano saltarci sopra ma vengono rimproverati dalla sicurezza. In Estonia si va in altalena. In Etiopia c'è la riproduzione di una hostess, ma è solo una sagoma di cartone. Mentre negli Emirati Arabi Uniti si può vedere tramite ologrammi la storia del petrolio e del cibo arabo. Tutti sono vestiti a tema. I Thailandesi salutano da thailandesi. Gli arabi portano i vestiti da arabi. Ci sono gli addetti ai sorrisi, in una gigantesca bolgia dove al centro di tutto svetta il cibo. I prezzi sono alti, è cosa nota. Da Eataly un polipo con patate si paga 9 euro, mentre un piatto nemmeno troppo ampio di trofie al pesto arriva a costare 12 euro. In Giappone il conto è ancora più salato.

Bisogna spendere per mangiare. Ma se si vuole, si può mangiare e bere tutto il giorno, da far impallidire «La Grande Abbuffata» di Marco Ferreri. E poi, finito, si può smaltire tutto in una delle palestre offerte dalla Technogym, spesso vuote. Non è chiaro chi abbia arredato gli spazi della catena di Oscar Farinetti, perché ci sono statue di donne ammanettate in pose sessuali. Sempre a proposito di cibo, Mc Donald’s è il posto più frequentato. Coca Cola pure: non ne abbiano a male i cultori del cibo biologico. Tra gli stand dei cluster del Mediterrano sembra di stare in un classico mercatino greco. Ma di serie B, perché manca il mare e non siamo in Grecia, ma a Rho. Anche qui però ci sono gli abiti locali, i sorrisoni dalla Disney e i prezzi alle stelle.

Nutrirsi dove si nutre il pianeta, ma portarsi una bottiglietta da casa è meglio

Nutrire il pianeta, certo. Ma pure nutrirsi di petrolio. Nel padiglione del Turkmenistan sono esposti dei fusti di benzina e si celebra il presidente Gurbanguly Berdimuhamedow, a cavallo, di profilo, in versione saluto gigante. Il Padiglione Italia è senza dubbio quello più bello dal punto di vista architettonico. Ma a fare da contraltare sono i padiglioni regionali, sporchi e non finiti. In Calabria si parla di luglio, mentre in Sicilia gli operai al lavoro non sanno quando riusciranno a renderlo presentabile: cola l’acqua dai muri e c’è degrado ovunque. Che dire poi del padiglione del Qatar, sfarzoso e mastodontico, o di quello belga, dove si offrono birra e patatine. Chi va a Expo ci va per ingrassare e scoprire in che modo si ingrassa. Il padiglione della Birra Moretti è tra i più frequentati anche perché una pinta costa 3 euro, prezzo più che accessibile. Del resto nel padiglione brasiliano un caffè costa due euro, mentre un succo di pompelmo, marca italiana, arriva a toccare i 5 euro.  L'acqua costa 4 euro. Nutrirsi dove si nutre il pianeta va bene, ma portarsi una bottiglietta da casa è meglio (Fonte: linchiesta.it)

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martedì 9 giugno 2015

Contrordine, kameraten! La "ripresa" è già finita...

...anzi... secondo i criteri di valutazione dei dati imposti da Eurostat ai singoli istituti nazionali di statistica, non è forse mai nemmeno iniziata... Povero Renzi, ieri va sotto in commissione affari costituzionali sul tema #labuonascuola ; oggi va sotto due volte al Senato sulla legge sull'omicidio stradale. Segnali... Poi arriva la doccia fredda dall'ISTAT: i tre mesi consecutivi di rialzo tendenziale della produzione industriale non ci sono; in aprile calo tendenziale dello 0,3%. Nel primo quadrimestre 2015 rispetto al 2014 (dati destagionalizzati), siamo ancora in calo: piccolo, ma segno meno (non "piccolo, ma segno più", come cantava il duo Fasano Poletti/Renzi).

Cliccare sulla foto in calce per aprire l'intero comunicato ISTAT


P.S.: Per "Renzubblica" un incremento dello 0,1% in un mese si chiamava "inizio della ripresa"; un calo di 0,3 punti invece non è un calo, ma una "battuta d'arresto" nella crescita. Fantastico, questo Film Luce...

Tafanus

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martedì 2 giugno 2015

lunedì 1 giugno 2015

#matteostaisereno - Dovevi rottamare metà del PD in un anno, e ci sei riuscito

Sei forte, Matteo! L'Uomo dalle missions impossible, quello che "l'importante è fare presto", il Grande Spaccone di Periferia, che offende tutti, e poi si meraviglia e si indigna se tutti si incazzano e lo mollano...

In queste ore tutti i giornali, le TV, i sondaggisti, gli opinionisti, si affrettano a fare confronti fra le regionali del 2015 e quelle del 2010, dimenticando che nel 2010 eravamo immersi in una divera era geologica... Ricordate? C'era ancora Forza Italia...

Quello era allora il Carro del Vincitore. Al governo (Berlusconi IV), erano insediati personaggi di primissimo ordine come Berlusconi stesso (quando non era nel lettone di Putin), Paolo Bonaiuti l'annuitore, Gianfranco Miccichè che riceveva i "fornitori di roba" al Ministero, Carlo Giovanardi, lo spretato Aldo Brancher, la Signora Daniela Santanché, il pregiudicato Francesco Belsito, Guido Bertolaso, Raffaele Fitto ora Nemico Acerrimo, Renato Brunetta, Mara Carfagna, Elio Vito (Mister 100.000 preferenze), il celodurista Umberto Bossi, la post-fascista Giorgia Meloni, l'inventore della "porcata" Roberto Calderoli, Miss Autoreggenti Michela Vittoria Brambilla, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, il maestro di sci Franco Frattini, Maria Elisabetta Alberti Casellati StmpaViendalmare, l'impiegato Fininvest Giuseppe Vegas, il pregiudicato casalese Nicola Cosentino, l'inventore dello strip-poker TV Paolo Romani, il ministro a sua insaputa Claudio Scajola, il pregiudicato Gianfranco Galan, Stefania Birignao Prestigiacomo, l'Ing. Acustico Roberto Castelli, Mariastalla 'de Tunnel Gelmini... gente così... di questa levatura...

Come si fa a fare confronti fra queste due ere???

Allora abbiamo fatto un confronto con le elezioni europee, svoltesi esattamente un anno fa, e sostenute dalla marchetta 80 euri. Già... quella cosina che costa 10 miliardi all'anno tutti gli anni, e che basterebbe abrogare per pagare il dovuto ai pensionati.

Nessun medium (che io sappia) si è preso la briga di fare un confronto serio fra i risultati elettorali delle sette regioni nelle quali si è votato ieri, analizzando non già il peso di "coalizioni" illeggibili a geometria variabile, bensì un puro e semplice calcoletto su quanti voti siano andati in quelle regioni al Partito PD in maggio 2014, e quanti ne siano andati alla stessa lista nel maggio 2015. Eppure avrebbe dovuto essere un confronto favorevole, perchè - come è noto a cani e porci - le elezioni europee (incluse quelle del maggio 2014) sono storicamente il tipo di elezioni che MENO attraggono e trascinano elettori alle urne. Eppure, questa volta, siamo riusciti a portare alle regionali un sacco di gente in meno rispetto alle europee del maggio 2014.

Qualcuno, per caso, ha letto da qualche parte quanti elettori PD ha rottamato in un anno il serial-twitter? Beh... ve lo mostriamo noi: nelle sette regioni in cui si è votato, rispetto all'anno scorso, il PD ha perso la bazzecola del 50,2% dei suoi voti, frutto del combinato disposto del calo d'affluenza, e del calo drammatico del voto di lista al PD. 

I Bischeri cantano vittoria per il 5 a 2... guardano il dito che indica la luna, anzichè guardare la luna... Allora proviamoci noi, a dare uno sguardo alla luna...

Confronto voti al PD (Maggio 2014 - Maggio 2015) 

Matteostaisereno

Per maggior chiarezza, facciamo a capirci: un anno fa 4.264.691 persone fisiche hanno tirato su il culo dalla sedia per recarsi alle urne e dare un voto al PD. Queste persone rappresentavano il 41,5% degli elettori totali delle sette regioni.

A un anno esatto da quella data, e per elezioni in genere più sentite delle europee (di cui non frega niente a nessuno o quasi) a votare per il PDR (PD Renzino) sono usciti di casa 2.123.665 persone (il 24,4% di tutti gli elettori).

Insomma, in 12 mesi il Rottamatore ha rottamato il 50,2% dell'elettorato del PD, vale a dire 2.141.026 elettori sui 4.264.691 dell'anno precedente. Sorpresi?

Male! Avete memoria corta! Ricordate il primo anno di sindacatura di Renzi a Firenze? Dopo pochi mesi dall'insediamento, nell'annuale ricerca del Sole24Ore (non del "Manifesto"!) sui sindaci delle città capoluogo più amati dagli italiani, Renzi era come la cucina Scavolini: il più amato dagli italiani.

L'anno dopo, era precipitato sotto la cinquantesima posizione. Sta facendo la stessa fine anche in Italia.

Tafanus

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I COMMENTI

 Pattyha detto:
Questa gente non vede al di là del suo naso e gli frega solo di mantenere le poltrone oggi. Se anche vanno a votare in tre e vince il PD, Renzi (e le sue truppe cammellate) dirà che ha trionfato. Ha vinto 5 a 2, che diamine ! Tutto il resto è noia.

lucio sorge ha detto:
Scusami tu, ma forse non mi sono espresso bene. Se questo leader del PD pensa di trovare consenso su iniziative a dir poco discutibili, e mantiene un partito allo stato gassoso, senza radicamento sul territorio e pensa di trovar consenso solo mostrando i muscoli nel partito e con le apparizioni in tv dove insiste sulla velocità delle decisioni,ha imboccato una strada che porta nel fosso. Uno degli strumenti, ma non certo l'unico, per radicarsi è appunto il tesseramento dove spiegare per bene le sue novità, mentre io sostengo che ha paura di farlo, e farlo fare, perchè pensa di ammaliare l'elettorato potenzialmente a lui vicino. Sostengo inoltre che il momento del tesseramento è una opportunità per discutere e per sentire gli umori di parte degli elettori, non un problema, ovvero si ha paura di cercare il confronto anche aspro, per non accorgersi che strategia e disegno politico non stanno in piedi e soprattutto non sono apprezzati adeguatamente. Anche su temi recentissimi come la riforma scolastica è troppo frettoloso, non cerca ne dialogo nè confronto e ne esce una vera vertenza contrattuale di settore anzichè affrontare e migliorare il funzionamento della scuola con il contributo appunto dei docenti. Creando scontenti su scontenti per di più: gli insegnanti perchè si vedono sminuiti, e i genitori che non vedrebbero tutelati, didatticamente, i loro studenti. Anche su altri temi, come il ripristino dell'adeguamento delle pensioni del biennio 2012/13 non ha parlato, non ha spiegato le oggettive difficoltà per cui ha dato stura a chi sostiene "i denari dalli a noi e recuperali da chi prende gli 80 euro"; ha presentato in sostanza un presunto bicchiere mezzo pieno e s'è vista la risposta. Tutti questi comportamenti, e tanti altri, provocano a loro buona ragione l'astensione dalle urne di chi non se la sente di cambiar schieramento. L'elettorato peraltro segue linee rigorosamente logiche ed utilitaristiche valutanto attentamente i candidati proposti: guarda a Venezia Casson ha preso il 38%, ma la Moretti sempre a Venezia ha preso più di 13 punti in meno (significa che una parte dei Veneziani ha preferito Zaia in regione, ma Casson in città)!

Gatto Nero ha detto:
Lente prese di coscienza: http://www.huffingtonpost.it/2015/06/03/matteo-renzi-partito-nazione_n_7504326.html?utm_hp_ref=italy Un giorno forse questi signori capiranno che un partito che fa politiche di destra rischia di non avere troppi elettori di sinistra. Non è questione di brand, ma di contenuto. Anche la Nutella smetterebbe di vendere barattoli ben confezionati che anzichè contenere una crema di nocciole hanno dentro qualcosa di ugualmente marrone ma sostanzialmente diverso. Prego ricordarsi che il signor Renzi vanta di aver mandato in soffitta pezzi dello Statuto dei Lavoratori. Una legge tanto a sinistra che fu votata dalla DC degli anni '70. Col metro odierno, quella DC sarebbe sinistra radicale ed estrema.

Vince ha detto:
Lucio perdonami, ma quando ho letto che il problema del calo dei voti del PD era il tesseramento, mi è venuto in mente Johnny Stecchino quando diceva che il problema che affligge la Sicilia è il traffico :-) L'hanno già scritto altri che è un disegno politico ad essere stato bocciato nelle urne, l'importante è capirlo e prenderne atto. Alla crescente disaffezione verso la politica che sfocia nell'astensione, si è aggiunta negli ultimi mesi un' astensionismo critico e molto "politico", ovvero quello di una parte consistente di elettorato di sinistra, che proprio non ce la fa a votare questo PD. Se a questo elettorato viene offerta un'alternativa, non si fa pregare e vota come ha sempre fatto...il 12% ottenuto da Pastorino in una grande città come Genova, mi pare abbastanza eloquente in questo senso. Al contrario, dove l'alternativa non c'è, si realizza questa forma di astensionismo consapevole che ha portato delle regioni che tradizionalmente votano in massa a non raggiungere nemmeno il 50% di affluenza...se si fosse trattato di un referendum, sarebbe stato annullato per non avere raggiunto il quorum...c'è di che meditare. Su 10 italiani, 5 ormai non votano...e tra i 5 che votano, uno vota per il M5S. La disputa (per modo di dire) tra questa destra e questa sinistra (se vogliamo chiamarle così), ormai coinvolge solo una minoranza degli italiani, che si sente ancora rappresentata da questa classe politica indecente...e quella minoranza è destinata ad assottigliarsi sempre di più, se non accade nulla di nuovo.

Linosse ha detto:
Chi ha vinto e chi ha perso? La risposta è quasi automatica: hanno vinto i tenaci rottamatori del PD del renzi mimetico e hanno perso quelli che ,alla ricerca dell'uomo della provvidenza del momento,si stanno risvegliando dal sogno. Se i popoli che non hanno bisogno di "eroi" ,senza spada e corazza ma in più moderna tuta mimetica, sono beati ,quelli che si ritrovano presunti fagtuttmi con parolaio maglietto rottamante non solo non sono beati ma proprio sfigati sfigati.

Tafanus ha detto:
Grazie, Maria. Saggio consiglio, che seguirò. Il PD ha perso perchè passare da 4,4 milioni a 2,2 milioni in un anno significa "PERDERE". Significa che molti ex elettori perbene del PD non se la sono sentita di votare "a dispetto" per i popuulisti di turno, ma nemmeno di dare un voto a indagati e condannati, ad alleati dei casalesi, a nazareni, e sono fuggiti. Punto. Renzi??? E' come l'AIDS: se lo conosci, lo eviti. Non è un caso che il maggior calo di affluenza alle urne si sia verificato nelle regioni rosse, e in primis nella sua Toscana. Pastorino ha perso? No, nessuno si aspettava che vincesse. Ma Pastorino ha dimostrato per acta che d'ora in poi il ronzino con ciò che resta di sinistra dovrà fare i conti. La minoranza PD non può vincere, ma può far perdere, Renzi ne prenda atto, e abbassi la cresta.

lucio sorge ha detto:
Non ho certo affermato che che l'astensione sia la causa: affermo proprio il contrario ovvero che l'astensione e quindi la perdita emorragica di milioni di voti è la conseguenza di strategie e di politiche inaccettabili, proprio perchè vogliono passare sopra la testa degli elettori, che ripeto non sono beoti e il conto te lo presentano presto e veloci, anche in regioni dove così non dovrebbe essere. La Toscana per esempio accetta a malapena Rossi, per il semplice fatto che oltre lui è un deserto pietrificato di bischeri (vatti a vedere per curiosità L'eretico di Siena che dice). Allora se un premier ha idee velleitarie o di ribaltamento di dogmi, lo deve fare con il confronto diretto con i suoi, non solo alla Direzione Nazionale col solito voto a maggioranza - prederminata - dopo qualche ora di dibattito. Partito della nazione o no, un leader può anche tentare di vincerla, ma se non ha dietro tutte, dico tutte, le truppe cammellate, fa un un bel flop (e s'è già visto a prescindere dai risultati).

maria ha detto:
taffy, non farti trascinare, non rispondere alle offese, alle provocazioni. keep calm, be british. renzino ha rottamato con grande successo gli elettori pd; inutile e ridicolo dare la colpa all minoranza-minorati pd, siamo noi elettori storici che in piena libertà ce ne siamo andati. per quanto mi riguarda non tornerò mai più! in amore non mi piacciono i ritorni e le ministre riscaldate.

Tafanus ha detto:
P.S.: dato che mi piace separare i fatti dalle pugnette, ho fatto un'accurata analisi degli "statisti" italiani in tuta mimetica. Come sospettavo, ho trovato solo Ignazzzzio Larussa, e oltre tutto sulla tuta non ha la targhetta da megalomane col suo nome, come Renzi, ma quella d'ordinanza della Folgore. Su Ciampi, Dini, Dalema, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, non ho trovato - dopo approfondita analisi du Google Images - alcuna foto-pagliacciata in tuta mimetica. Rassegnati. Hai sposato merce di qualità assolutamente scadente, e la cosa peggiore è che non te ne sei ancora accorto.

Tafanus ha detto:
Grande Stronzo? Usanza la mimetica col nome su??? Mi posteresti un po' di foto di primi ministri in visita ai militari all'estero con la mimetica e il nome stampigliato su? Che so... qualche foto di Ciampi, Dini, Berluscdoni, D'Alema, Prodi in tuta mimetica? A livelli di ridicolo così bassi era arrivato, finora, solo La Rutta. Quanto al fatto che sono quelli come me a far "vincere" quelli come Renzi... Si, questa storia l'ho sentita per anni su Craxi, su Berlusconi, su Bossi, e la lista potrebbe essere lunga... Intanto prendo atto che l'anno scorso di questi tempi nelle sette regioni al voto il partito guidato da Renzi ha raccolto 4.264.691 voti, e oggi, per colpa di quelli come me, ne prende 2.123.665. Se il mio antirenzismo lo fa crescere a questa velocità, credo che alzerò il tasso di antirenzismo.Lo stimo tanto, e gli voglio tanto bene. Voglio aiutarlo ancora a crescere, al ritmo degli ultimi 12 mesi.

giò ha detto:
Piccolo Padre, se c'è qualcuno che Renzi dovrebbe ringraziare è gente come te. Sei riuscito nell' impresa di sbeffegiare il detestato bischero perchè si sarebbe presntato tra le truppe col nome stampigliato sulla mimetica, costumanza in uso tra tutti i primi ministri o ministri della difesa europei. La tua è purtroppo una monomania.Porti, oggettivamente, e uso un avverbio leninista, acqua al mulino del renzismo. Addio ricambiato, anche perchè frequentare il tuo blog vorrebbe dire sottoporsi alla profilassi antirabbica.Non sopporti voci fuori dal coro. Ne rimarrà solo uno:Tafanus, a meno che non recuperi la primigenia tollertanza. La vedo dura.Comunque grazie per tanti bei momenti prima dell' annebbiamento. Saluti Coso.

Tafanus ha detto:
Coso, forse era un bel blog quando rifletteva le tue idee. Ora non le riflette più, è "andato a puttane" (tanto per parlare del "concetto di buona educazione" di cui sei permeato tu, che sei entrato per paragonarmi a Bonaiuti). Coso, fatti un regalo: guarda le rassegne-stampa di oggi: TUTTI i quotidiani, di qualsiasi colore, parlano degli oltre 2 milioni di voti persi dal PD in un anno in sette regioni. Quanto al fatto se questo blog sia andato a puttane o meno, lascialo dire a Google Analytics e ad Alexa. Forse non ti sei accorto che in TUTTI i blog, col successo dei social networks, hanno registrato uno spostamento del baricentro dai siti stessi alla "rebound information" su FB ed altri social. Ma purtroppo spiegare le cose a te è come pestare l'acqua nel mortaio. Addio

Gatto Nero ha detto:
A prescindere dal fatto che un astensionismo al 50% segnala una patologia del sistema politico (ma non ne voglio discutere ora, dopo averlo già fatto molte altre volte), il PD e le coalizioni da esso guidate hanno perso globalmente anche nelle percentuali sui voti validi. Nelle regionali 2010, i "governatori" delle 7 regioni andate domenica al rinnovo furono eletti con una cifra elettorale superiore al 50%. Unica eccezione Vendola, che si fermò poco sotto il 49%. Domenica, solo Zaia ha superato - pelo pelo - il 50%. Liguria: Burlando (2010, eletto) 52,14%; Paita (2015) 27.84% Veneto: Bortolussi (2010) 29,07; Moretti (2015) 22,74% (Zaia eletto col 60,15%) Toscana: Rossi (2010, eletto) 59,73%; Rossi (2015, eletto) 48,03% Marche: Spacca (2010, eletto) 53,17%; Ceriscioli (2015, eletto) 41,07%) Umbria: Marini (2010, eletta) 57,24%; Marini (2015, eletta) 42,78% Campania: De Luca (2010) 43,04%; De Luca (2015, eletto) 41,15% (Caldoro eletto 54,25%) Puglia: Vendola (2010,eletto) 48,69%; Emiliano (2015, eletto) 47,12% Uno se la può girare e voltare come vuole, ma i numeri restano e presi in assoluto o in relativo il risultato non cambia. Il disegno renziano del Partito della Nazione, che è stato raccontato in questi mesi a giustificare la ratio "vincente" delle politiche di destra imposte dal e nel PD, esce pesantemente smentito dalle urne. Il pigliatutto (da sinistra riluttante a centro destrorso) si è rivelato un "piglia in saccoccia" (per stare light). Nonostante i molti cambiamenti avvenuti nel quinquennio trascorso, l'unico luogo dove le carte (ragionando al netto dell'astensione) tendono a pareggiare e dove si ha, peraltro, il miglior esito di coalizione della giornata è la Puglia. Cioè un'alleanza di sinistra con sensibile apporto da SEL, parecchio in controtendenza con la politica nazionale del PD. Think about... Altro esempio? Marche. Un'alleanza PD - UdC succede a sè stessa. Le porte girevoli nell'elettorato PD fra chi entra e chi esce danno un saldo passivo. L'alleanza lascia sul campo 12 punti percentuali, e non certo tutti a carico del piccolo UdC. Buona sorte a destra hanno voluto contarsi fra leghisti e non, diversamente si sarebbe tremato come in Umbria (dove la Marini, per averla scampata, deve ringraziare anche i più umili portatori d'acqua della sua coalizione formato "Unione" di età pleistocenica). Altro esempio? Toscana. Qui si sperimenta il PD pigliatutto, che si è presentato in splendido isolamento. Migliora la percentuale del PD, ma perde voti in assoluto. Soprattutto, Rossi si perde 12 punti percentuali rispetto al precedente form dei vecchi loosers PD. Anche qui le porte girevoli funzionano maluccio. Sul caso Campania, che è caso spinoso sotto molteplici profili, il De Luca vincitore prevale nel 2015 con meno voti in assoluto e in percentuale del De Luca sconfitto nel 2010. Un grande successo in retromarcia e, soprattutto visto l'accrocchio, una plastica rappresentazione di Partito della Nazione in versione locale. Non cito la Liguria, dove si sono lasciati 24 punti percentuali, perchè è sparare sulla Croce Rossa. Solo una parolina sul Veneto, con la sua emblematica Moretti bandiera del renzismo di conquista dell'elettorato "moderato". Respinta con perdite. E' un disegno politico ad essere stato bocciato, caro Lucio. Non il tesseramento.

lucio sorge ha detto:
La perdita di elettorato ovviamente non interessa solo il Pd (per dire La lega che strepita alla super vittoria ha aumentato di 100 mila voti sulle regionali 2010 e quasi 500 mila sulle europee),ma anche Fi (sia regionali che europee) e pure il M5S sulle europee perdono milioni di voti. La gravità sta tutta qua; milioni di elettori stanno a casa e non si vuol vedere che questa è una corrosione progressiva alla quale non si vuol metter rimedio. Il PD certamente deve pensare per se, ma il pieno di voti possibili, da quando è nato l'ha fatto con Veltroni nel 2008 ! La corrosione è pericolosa perchè ti può far franare senta che te l'aspetti: lo dimostrano i risultati delle regioni storicamente amministrate dalla Sinistra, anche in quelle dove s'è vinto a dimostrazione che i programmi non convincono come un tempo o i repulisti non avvengono in modo radicale. Vedere regioni perse come la Liguria oppure regioni come Emilia-Romagna,Toscana, Umbria, Marche traccheggiare pericolosamente sotto il 50% deve imporre, a partire dal Renzi, una riflessione e non certo pervicacemente insistere nei propri errori, lasciando il campo a populisti pericolosi come il Grillo e Salvini. Vantarsi che la cartina geografica dell'Italia è tutta rossa, con solo due regioni verdi e una azzurra, è nascondersi dietro una foglia fico. Il caro prof Cacciari (che come me si ostina a votare Pd) parla di partito allo stato gassoso che non ha più base territoriale e non può vivere solo sulle capacità d' appeal(fin che dura) del comandante in capo. L'altro giorno parlavo con un parlamentare, non renziano, della mia circoscrizione e reclamavo per il fatto che a maggio non si pensa nemmeno lontanamente ad occuparsi del rinnovo delle tessere, affermando che questo è un sintomo pericoloso oltre che dimostrazione di pavidità. Sembrano cazzate, ma il momento del tesseramento è proprio utile per parlare con gli iscritti e simpatizzanti, confrontarsi, scontrarsi, ma spiegare anche per bene le proposte che possono apparire anche pericolose o poco apprezzate; il primo consenso si guadagna proprio li. Invece no: hanno paura di confrontarsi e preferiscono la comunicazione mediatica (che non può essere l'unica), ma poi i risultati che possono arrivare, sono appunto quelli che vediamo anche in questa tornata elettorale: una sorpresina acida contro quella dolce alle europee !

lucio sorge ha detto:
Concordo: il PD ha perso in Liguria perchè Renzi ha sbagliato candidato ! Il PD che ha governato 10 anni con Burlando ma negli ultimi anni non ha certo brillato soprattutto per gli eventi alluvionali delle 5 Terre e delle ultime due di Genova e dintorni. Ciò sta a significare che attenzione al territorio ed investimenti conseguentemente necessari non ne son stati fatti. Non mi si venga a dire che i piani erano pronti ma i soldi non arrivavano: il Governatore va dal Premier e gli salta sul tavolo fino a che non scuce il grano! Non si può pertanto proporre un esponente della Giunta uscente come nulla fosse, per di più assessore all'Ambiente e pensare che gli elettori siano dei beoti. Gli elettori che son sovrani per un giorno almeno se non son convinti,se non vedono cambiare registro al proprio partito stanno a casa ovvero votano altrove (a Sinistra): e così la frittata è fatta ! Fi vince, ma si rende conto il Renzi, con Toti (chissa che combinerà ai poveri Liguri) con una percentuale fasulla (metà è stata a casa) e la fa apparire una resurrezione di una ameba !

giò ha detto:
Per buona educazione, concetto che ti è etraneo, non scrivo quello direbbero a Lecce di uno come te. Ti lascio volentieri al tuo,sempre più esiguo, cerchio magico. Era un bel blog, poi la tua egolatria o io superespanso, ha mandato tutto a puttane.

massimo1 ha detto:
Chiedo scusa se mi viene concesso di esprimere un mio concetto banale: pronto ad ogni gogna dopo! Si parla sempre di valori assoluti e percentuali. Ma un banale ragionamento potrebbe essere anche questo. Ho vinto 5 a 2. Bene, vediamo. Toscana, Umbria, Puglia, Marche (4 su 7>50%) erano già mie cioè "rosse". Quindi io ho vinto ciò che già era mio? ovvero non ho acquisito niente di nuovo. Sì, è vero, si azzera tutto ad ogni elezione e ci sta anche l'imponderabile. Ma sono regioni che il PD (e le sigle prima di lui) hanno da sempre (cioè da ventenni) posseduto, perchè altrimenti la sconfitta sarebbe stata ben maggiore. Ho però guadagnato la Campania (che prima dell'era Caldoro era sempre del PD): sì, va bene ma adesso cosa facciamo? Applichiamo la legge, ne facciamo una nuova? ne rivediamo un pezzo e lo mettiamo a quella esistente? O infrango tutte le regole ed i regolamenti? Allora ho vinto davvero anche in Campania? Poi la Liguria, da sempre feudo del PD persa malamente nonostante sia sceso in campo, a differenza di altre regioni mai visitate tipo la Puglia per esempio (e si è visto), tutto lo stato maggiore del partito. Ma già, la colpa è sempre degli altri perchè sono malati di protagonismo e vogliono per forza correre da soli perchè magari un assessorato dopo non basta più. E nessuno si è mai chiesto se, per sbaglio, il PD ha perso proprio perchè c'era la Paita e non Pastorino. Poi, per ultimo, il Veneto. Qui oggi si dice era prevedibile, è sempre stata bianca. Il che sa di essere stati beccati con le mani nella marmellata visto che Bersani laggiù di voti ne ha presi di più. Ma basta questo inciso su tweetter: «Moretti: "sarà 7-0. Il Veneto sarà il golden-gol più bello"». Conclusione: 8 regioni; ne ho mantenute 4, ne ho perse 3. Ho vinto qualcosa?

Pino ha detto:
Se non avesse restituito solo l'elemosina ai pensionati forse avrebbe preso qualche voto in più,la marchetta di Renzi non ha funzionato Renzi ha conquistato il PD dopo aver varato primarie a suo uso e consumo.

Vince ha detto:
Vogliamo parlare della Toscana, una delle regioni che storicamente vota di più, dove non si è raggiunto il 50% di affluenza...dell'Umbria, regione rossa per definizione, dove c'è stato un testa a testa col candidato della destra. Vogliamo dire che Emiliano non è espressione del renzismo e che quindi la sua vittoria non ha nulla a che vedere con Renzi, che invece se ne attribuisce i meriti. Vogliamo dire che la Moretti in Veneto, regione storicamente bianca, ha preso meno voti di quanti non ne prendeva il PCI da solo, un tempo. Cerchiamo di aprire gli occhi Gio'...altro che nascondersi dietro alle liste civiche della Puglia.

Vince ha detto:
Scusa ma sommare alla Paita i voti di Pastorino è una cosa che non ha proprio alcun senso, poichè il voto a Pastorino è in primis un voto contro la Paita e contro il PD renziano...se non capiamo nemmeno questo, è inutile discutere. Tra l'altro buona parte di quegli elettori alle europee dell'anno scorso avevano votato la Lista Tsipras e non il PD. In secondo luogo, come si evince dai numeri sopra, anche se per assurdo li sommassimo, il tracollo del PD in Liguria sarebbe ugualmente evidente, sia rispetto ai numeri delle regionali 2010, che a quello delle europee 2014...la matematica non è un'opinione. Non si tratta di demonizzare qualcuno a prescindere, si tratta solo di saper leggere i numeri...Renzi finge di non capirli e ostenta sicurezza, ma al contrario gli osservatori avrebbero il dovere di comprenderli e capire così che sta bluffando. Se ai risultati di questa tornata aggiungiamo quelli dell'Emilia di qualche mese fa...la disaffezione dell'elettorato tradizionale di sinistra verso il PD renziano, appare come qualcosa di un'evidenza solare...e per negarlo bisogna proprio essere in malafede.

Gatto Nero ha detto:
Taf è vero che fra 2010 e 2015 sono cambiate molte cose nello scenario politico italiano, ma è anche vero che la misura del cambiamento si ottiene, primariamente, da confronti omogenei. Ogni elezione ha sue specificità e in particolare il voto amministrativo combina giudizi e orientamenti sia sulla politica locale (perciò sul governo uscente), sia su quella nazionale. E' quasi sempre una forzatura propagandistica darne una lettura totalmente ristretta all'ambito locale o totalmente focalizzata sul nazionale. Inoltre, differenti leggi elettorali determinano differenti approcci nella presentazione di liste e coalizioni, il che rende disomogenei i confronti e discutibile la somma o la sottrazione del consenso di liste create ad hoc ai partiti nazionali. Per questo, credo che sia giusto in primo luogo confrontare regionali 2010 con regionali 2015 e solo subordinatamente, per definire una tendenza, con altre e più vicine elezioni. Ne risulta una pesante stroncatura del renzismo e, più in generale, dell'involuzione politica italiana. Il catalogo è questo, in numero di voti, confrontando la cifra del PD e quella ottenuta dal candidato presidente di coalizione. Liguria: PD (2010) 211.50; PD (2015) 138.257 diff.-73.243 Burlando (2010) 424.044; Paita (2015) 183.272 diff. -240.772 Veneto: PD (2010) 456.309; PD (2015) 308.309 diff. -148.000 Bortolussi (2010) 738.761; Moretti (2015) 502.949 diff. -235.812 Toscana: PD (2010) 641.214; PD (2015) 614.406 diff - 26.808 Rossi (2010)1.055.751; Rossi (2015) 656.498 diff. -399.253 Marche: PD (2010) 251050; PD (2015) 186357 diff - 64693 Spacca (2010) 409823; Ceriscioli (2015) 224891 diff. -184932 Umbria: PD (2010) 149.219; PD (2015) 125.777 diff. -23.442 Marini (2010) 257.458; Marini (2015) 159.869 diff. -97.589 Campania: PD (2010) 590.592; PD (2011) 443.722 diff. -146.870 De Luca (2010)1.258.715; De Luca (2015) 987.651 diff. -271.064 Puglia: PD (2010) 410.395; PD (2015) 316.876 diff. - 93.519 Vendola (2010) 1.036.638; Emiliano (2015) 793.831 diff. -242.807 Un'era geologica fa, quando il PD era un partito di centro-sinistra, promotore di politiche social-democratiche, fedele alla Carta Costituzionale e capace di aggregare coalizioni (e per tutte queste ragioni obsoleto e perdente, secondo teoria e prassi renzista) aveva un consenso largamente superiore e formava coalizioni e governi espressione di una reale maggioranza. Nel new brave world attuale, il vincente & autosufficiente Partito della Nazione ottiene, dove si è votato, i peggiori risultati rispetto a ogni elezione nell'ultimo quinquennio. Perde a sinistra e non aggrega più di tanto a destra, specie dove la destra è organizzata. CVD.

Gianlu ha detto:
se in Liguria sommi alla Paita I voti degli altri candidati, la Paita arriva al 100%

Gatto Nero ha detto:
Giò, a te e a quanti altri in cielo, terra e mare usano Pastorino per la sconfitta in Liguria non viene il lieve sospetto che i voti dati a Paita e quelli dati a Pastorino non siano sommabili? Facendo la fatidica somma, Paita avrebbe potuto vincere con un vantaggio di ca. 13mila voti su Toti. Ma la questione è, con tutto quanto è successo in Liguria come si fa a pensare che, mancando Pastorino, i 60.000 che l'hanno votato avrebbero tutti, in fila per tre, per Paita? Diamine, un minimo tentativo di comprendere che la politica non è contare fagioli andrebbe pur fatto.

Luigino ha detto:
I numeri dicono anche che il renzino, anche dove vince, prende meno voti di Bersani. Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Vero renzino?

Tafanus ha detto:
Grazie per la segnalazione. Constato con piacere che c'è "una certa somiglianza" fra le condiserazioni fatte da me e quelle fatte dall'Istituto Cattaneo.

giò ha detto:
Vedi Taf, chi abita in Puglia, come il sottoscritto iscritto al Pd, ds, pds, pci, può scoprire che nella lista Emiliano c' è un candidato più meritevole di quelli inseriti nella lista ufficiale del PD.E' quello che mi è accaduto.Ho tralasciato nella mia sommatoria Noi a sinistra per la Puglia,in quanto espressione della componente vendoliana o i popolari espressione della rediviva udc.Lasciamo perdere Bonaiuti o la Gelmini, ma ricondurre i voti del pd esclusivamente a quelli attribuiti alla lista ufficiale, mi sembra una forzatura. A Vince che mi invita a guardare la Liguria vorrei suggerire di sommare i voti de4lla Paita a quelli di Pastorino. Detesto Renzi, ma temo che il miglior aiuto che possa aspettarsi sia quello di demonizzarlo a prescindere. Saluti

Tafanus ha detto:
E per chiudere il tuo discorso da ignorante: vedo solo ora il link http://www.cattaneo.org/images/Analisi_Istituto_Cattaneo_-_Regionali_2015_-_Chi_ha_vinto_chi_ha_perso_e_dove_1_giugno_2015.pdf Postato da littlemouse, che riporta le valutazioni dell'Istituto Cattaneo. Guarda guarda... corrispondono quasi al secondo decimale alle mie. Giò, dimmi una cosina: siamo tutti cretini, e tu sei l'unico intelligente del bigoncio? Come direbbero a Napoli: "...ta putive sparagnà, 'sta figura 'e mmerda..."

Tafanus ha detto:
E per completare la risposta (e la tua cultura politica): In Puglia, oltre alle liste civiche civetta, nella coalizione a sostegno del candidato Presidente, c'erano anche i Popolari, e il Partito Comunista d'Italia; In Campania c'erano Scelta Civica, UDC, PSI, IDV; Nelle Marche c'erano i Popolari e l'UDC; in Umbria c'erano i Socialisti e SEL; In Veneto c'erano i verdi e SEL Pensi che in Veneto sare un voto a SEL equivalga a dare un coto al PD? Stessa domanda per l'UDC, IDV i Versi, il PSI altrove. Vedi, Giò, a casa mia chi vuole votare il PD di cui è segretario Renzi mette la crocetta su PD, non su UDC. Afferri, o ti devo fare il disegnino a fumetti?

Tafanus ha detto:
Vedi, Giò... chi abita in Puglia, e vuole votare Emiliano E PD, vota la lista PD, non vota (per esempligicare) Emiliano sindaco di Puglia, o Noi a sinistra per la Puglia, o Popolari, o La Puglia con Emiliano, o Partito comunista d'Italia, o Pensionati e invalidi, o giovani insieme, o Popolari per l'Italia... Se uno vota una di queste liste collegate ma non il PD, vuol dire che gli sta bene Emiliano (e quindi da il voto ad una lista collegata ad Emiliano), ma schiva accuratamente la lista PD. Le tue considerazioni sono degne di Mariastalla Gelmini

Vince ha detto:
quindi secondo la tua contabilità il Pd avrebbe perso un punto rispetto alle europee? Chiedo eh. Emiliano porta con se dei voti alla persona, perchè è conosciuto, sono 10 anni che è dentro le istituzioni...guardare solo alla Puglia quindi è esattamente quello che diceva Tafanus, cioè guardare il dito e non la luna. Nelle altre regioni c'erano le liste civiche alleate col PD? E quanti voti hanno preso? Guarda la Liguria, guarda il Veneto...guarda l'Umbria dove la sinistra vince da 60 anni e ha rischiato di perdere Guardare solo alla Puglia, per poi concludere che il PD ha perso solo un punto...è davvero degno di Bonaiuti, altro che.

giò ha detto:
Dunque in Puglia, il PD sarebbe passato dal 36,6 al 18,8, con un calo di 14,8 punti. Particolare non trascurabile, vi erano due liste collegate che complessivamente hanno ottenuto il 13,5%.Entrambe portavano nel simbolo il nome di Emiliano che notoriamente è il segretario regionale del PD. Totale delle 3 liste 32,12 con un calo dell' 1,4% rispetto alle Europeee. Il tuo 14,8 in meno è degno della contabilità elettorale di Bonaiuti. Saluti

maria ha detto:
speriamo che il precipizio di renzino sia molto vicino!
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littlemouse
littlemouse ha detto:
http://www.cattaneo.org/images/Analisi_Istituto_Cattaneo_-_Regionali_2015_-_Chi_ha_vinto_chi_ha_perso_e_dove_1_giugno_2015.pdf 


 

 

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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