Palermo, 2 ott. (Apcom) - L'assunzione, per chiamata diretta, di altri due giornalisti nell'ufficio stampa della Presidenza della Regione Siciliana, disposta dal Governatore Salvatore Cuffaro, provoca reazioni all'interno del sindacato dei giornalisti siciliani. Da questa mattina, infatti, nell'Ufficio stampa della Presidenza sono in servizio 23 giornalisti sui 24 previsti dalla pianta organica 'estesa' qualche anno addietro. Gli ultimi due giornalisti, così come del resto anche gli altri, sono stati "assunti dal governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro per chiamata diretta" dicono in una nota congiunta Pasquale Barranca e Nuccio Carrara, componenti della giunta esecutiva dell'Assostampa. I due sindacalisti contestano il criterio di nomina dei componenti l'ufficio stampa: "La discrezionalità delle assunzioni è prevista da una legge regionale della metà degli anni 70, di dubbia costituzionalità, che all'inizio prevedeva quattro posti in organico poi raddoppiati e nel dicembre 2005 sono diventati 24, grazie ad un emendamento alla legge finanziaria fatta approvare dal governatore." Nel respingere "con fermezza l'assunzione - lottizzazione con assoluta discrezionalità della politica e con i silenzi del Segretario regionale dell'Assostampa che offendono quei giornalisti lasciati ai margini di una vita regolare di lavoro" Barranca e Carrara chiedono al governatore la "legalità, più volte da lui assicurata".
Il segretario provinciale di Palermo dell'Assostampa, Enrico Bellavia,sottolinea, in una nota come "in una regione fuorilegge in cui la quasi totalità degli enti locali affida gli uffici stampa a colleghi poi sottoposti al giogo ricattatorio degli ingaggi periodici, il presidente della Regione Cuffaro si avvale delle prerogative di una legge assumendo per chiamata diretta con contratto di lavoro giornalistico e qualifica di capo redattore altri due colleghi nell'ufficio stampa della Presidenza" [...]
In questi giorni si sta sviluppando sul blog un dibattito a dir poco surreale. Proposte di legge, come quella sul dimezzamento dei parlamentari, presentate nero su bianco nella prima settimana di luglio, che vengono attribuite, senza pensarci un attimo, all'8 Settembre. Coalizioni che hanno accomodato in parlamento 22 malfattori equiparate a coalizioni che ne hanno accomodato due (sempre troppi, ma sono un decimo). Coalizioni che ogni volta che governano si sono assunte il duro ed impopolare compito di risanare i conti, pagando i connessi costi elettorali, assimilate a coalizioni che ogni volta che hanno governato si sono dedicate anima e corpo a sfasciarli, i conti, a beneficio in genere di se stessi, dei propri cari, dei ceti più abbienti, dei falsificatori di bilancio e degli evasori fiscali.
Potevamo fare di più e di meglio? Certo, si può sempre fare di più e di meglio, anche se farlo con un senatore di maggioranza, con i Mastella e i Di Pietro che nuotano verso la riva destra, e coi "cespugli" impegnati allo spasimo nella ricerca di visibilità, è compito arduo ed improbo non solo per poter fare di più e di meglio, ma persino per fare e basta.
No, proprio l'immaginifica rappresentazione di due coalizioni come due vasetti di yoghurt assolutamente identici sia nel contenuto che nel prezzo, e persino nella grafica, non riesco a condividerla. Sento almeno, a sinistra, una non del tutto spenta capacità di indignarsi. Sull'ultimo Bassolino abbiamo sentito, ad iniziare dal Tafanus, critiche giuste e feroci, anche se nessuno ha ancora potuto rinviare a processo Bassolino per associazione di stampo camorristico.
A destra, non ho sentito un solo Casini (che anzi su Cuffaro metterebbe la mano sul fuoco: la sua?) condannare Cuffaro rinviato a giudizio per associazione mafiosa, per l'assunzione di 1500 autisti di ambulanze che non ci sono, per l'assunzione dei conta-tombini e relativi controllori. Ora apprendiamo che Cuffaro si è dotato di un Ufficio Stampa di 24 giornalisti. Più della Casa Bianca. In aggiunta ai 12 giornalisti assunti, sempre per chiamata diretta, perchè ogni assessore di Cuffaro ha diritto ad un "portavoce. Siamo a 36.
Devo dirlo, a Prodi, che sulla base del rapporto fra la popolazione italiana e quella siciliana, lui può dotarsi di un Ufficio Stampa di 400 giornalisti, più 1100 portavoce di parlamentari, ministri e sottosegretari. Sarebbe anche un bell'aiuto alla crisi della professione giornalistica. Inoltre, 1.500 giornalisti ben inquadrati ed addestrati potrebbero riuscire a convincere l'Italia persino che Prodi ha già dimezzato le tasse, licenziato la casta, e che è bello, suona bene la chitarra, ha 48 anni e racconta benissimo le barzellette.
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