Ogni volta che il megafonato ed isterico Grillo confonde il sacro (8 Settembre, 25 Aprile) col profano, il Tafanus si incazza, scrive, approfondisce, scava nella vita di Grillo, e si attira addosso la "disapprovazione" di un certo numero di lettori del blog, che finisce col perdere. Pazienza, anche questa volta correrò il rischio.
GLI ESORDI
L'OMICIDIO COLPOSO PLURIMO (La storia di questo omicidio dimenticato è stata tirata fuori dal Tafanus nel settembre 2007, quando il media-system italiano impazzava per il predicatore).

Sconvolto, Grillo si rifugia nella casa di Savignone che divide col fratello. Ma aspettando il processo, non si ferma: ha appena ultimato «Te la do io l’America», nel 1982 è protagonista di «Cercasi Gesù» diretto da Luigi Comencini e nel 1984 l’attende «Te lo do io il Brasile».Nell’84 c’è il processo per l’omicidio colposo. Emblematico l’interrogatorio in aula: «Quando si è accorto di essere finito su un lastrone di ghiaccio con la macchina?»; «Ho avuto la sensazione di esserci finito sopra prima ancora di vederlo»; «Allora non guardava la strada». Il 21 marzo, dopo una lunga camera di consiglio, Grillo venne assolto dal tribunale di Cuneo con formula dubitativa, la vecchia insufficienza di prove: questo dopo aver pagato 600 milioni alla piccola Cristina di 9 anni, unica superstite della famiglia Giberti. La metà dei soldi furono pagati dall’assicurazione. «La stampa locale, favorevolissima al comico, gestì con particolare attenzione la fase del risarcimento» racconta il Vittorio Sirianni. Il Secolo XIX, quotidiano di Genova, s’infiammò con un lungo editoriale a favore dei giudici, ma l’entusiasmo fu di breve durata: l’accusa propose appello e venne fuori la verità, ossia le prove: il pericolo era stato prospettato, oltretutto, da una segnaletica che nessun giornalista frattanto era andato a verificare. La strada era CHIUSA AL TRAFFICO, fine. La Corte d’appello di Torino, il 13 marzo 1985, lo condannò a un anno e quattro mesi col beneficio della condizionale, ma col ritiro della patente.
Non andrà meglio in Cassazione, l’8 aprile 1988: pena confermata nonostante gli sforzi dell’avvocato Alfredo Biondi, che nel settembre scorso è stato peraltro inserito da Grillo nella lista dei parlamentari condannati e dunque da epurare: il reato fiscale di Biondi in realtà è stato depenalizzato e sostituito da un’ammenda, tanto che non figura nemmeno del casellario giudiziario, diversamente dal reato di Grillo che perciò, secondo la sua proposta di non candidatura dei condannati, non potrebbe candidare se medesimo.
LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO
I BEN PAGATI SPOTS TV DELL'ANTI-CONSUMISTA
IL GRANDE ECOLOGISTA
Poi c’è la telenovela dei pannelli solari, pardon fotovoltaici. L’ex amministratore delegato dell’Enel, Chicco Testa, si è espresso più volte: «Grillo diceva che a casa sua, con il solare, produceva tanta energia da vendere poi quella in eccesso. Ma feci fare una verifica e venne fuori che da solo consumava come un paesino». In effetti si fece mettere 20 kilowatt complessivi contro i 3 kilowatt medi delle case italiane, sicché consumava e consuma come 7 famiglie. L’Enel, dopo varie lagnanze di Grillo, nel 2001 decise di permettere l’allacciamento alla rete degli impianti fotovoltaici (come il suo) e addirittura di rivendere l’elettricità in eccesso all’Enel stessa: quello che lui voleva. Il suo contratto di fornitura, con apposito contatore, fu il primo d’Italia. E da lì parte la leggenda dell’indipendenza energetica di Grillo: in realtà l'impianto di Grillo è composto da 25 metri quadrati di pannelli e produce al massimo 2 kilowatt, buoni per alimentare il frullatore e poco altro. A ogni modo le polemiche ambientaliste di Grillo ebbero a salire proprio in quel periodo: «Anche Chicco Testa dovrebbe
essere ecologista, e tutto quello che sa dire è che ci vuole più energia quando il 90 per cento di energia di una lampadina va sprecata. Non si tratta di produrre più energia, ma di risparmiarla». Giusto. Lui però intanto consumava, e consuma, come una discoteca di Riccione.Nella "vita da ecologista" di Grillo rientra anche il possesso di un grosso motoryacht, con una motorizzazione complessiva da 1500 HP, ed una Ferrari. Vi interessano i consumi presunti? Per la Ferrari, non andiamo oltre i 4 chilometri al litro (da 2,5 a 4 volte le macchine che ho avuto io, e che abbiamo tutti); per la barca il discorso è allucinante. I motori diesel delle barche hanno in media un consumo specifico di gasolio di 0,2 litri/ora PER HP. Il giocattolo dell'ecologista, al massimo regime, brucia 300 litri di gasolio ALL'ORA; a velocità di crociera, SOLO 225.
IL GRANDE FUSTIGATORE SEDOTTO DAI CONDONI TOMBALI
Fantastico!!! "fermo restando il convincimento" di aver dichiarato il vero", il grillo condona, condona... dal 1997 al 2003: sette anni di possibile evasione fiscale. NdR
Il Tempo ricorda anche che nel giugno del 2004 il comico genovese scrisse a Repubblica una lettera nella quale accusava i parlamentari del centrodestra di avere approvato misure a suo avviso, diciamo, molto discutibili. «Mettiamo per ipotesi - scriveva Grillo - che costoro non abbiano mai rubato, evaso le tasse, corrotto un finanziere o un giudice, maneggiato fondi neri, società offshore, P2, tangenti e condoni...». Insomma, secondo Il Tempo Grillo predica bene ma razzola male. È un comico famoso per i suoi attacchi contro i monopoli economici e i «poteri forti» che da un lato colpisce con i suoi strali moralistici chi adotta i condoni e dall'altro si avvale delle sanatorie.
L'ULTIMO GRILLO: QUELLO CHE "LA STAMPA E' SACRA"
LA STRATEGIA DEL MONOLOGO
Dice di essere ignorato dai media ma in realtà è lui che scappa. Dopo il rifiuto di rilasciare un'intervista a L'espresso sono emersi altri quattro episodi in cui il comico genovese si sarebbe negato al confronto A sentire lui, i giornali lo ignorano perché ne hanno paura. Paura delle sue battaglie, delle verità che snocciola ogni giorno sul suo blog. Paura che sarebbe cresciuta di molto dopo l'annuncio del prossimo V-Day (il 25 aprile) contro «la vera casta italiana», stampa e tivù appunto. Quando però L'espresso gli ha proposto quattro pagine di intervista proprio sul tema dell'informazione, lui, Beppe Grillo, è scappato. Prima imponendo domande scritte via mail, poi rifiutandosi di rispondere anche a quelle e definendole «offensive». Il giornalista che gliele aveva inviate, Alessandro Gilioli, nel suo blog ha raccontato il tutto, riportando anche le domande in questione e sollevando una valanga di reazioni di ogni tipo nella Rete italiana. (Fra i primi a riprendere l'articolo di Gilioli, quando l'Espresso non era ancora in edicola, c'è stato il Tafanus - NdR)
Ma nella marea di commenti suscitati dalla mancata intervista sono emersi anche storie ed episodi che consentono di gettare una luce nuova sul rapporto tra il comico-guru genovese e i media. Come quanto capitato a Emilio Targia, Edoardo Fleischner e Federica De Maria: tre studiosi che hanno seguito Grillo per due anni, tra spettacoli e appuntamenti col suo staff, per scrivere un libro. Primo saggio "crossmediale" sul fenomeno Grillo, dal titolo profetico: "Chi ha paura di Beppe Grillo?". Editore: Longanesi, data di uscita prevista: maggio 2007. Contratto stipulato, copie prenotate in libreria. Poi lo stop: Beppe Grillo diffida dal pubblicare il libro. Dopo il V-Day seguono ulteriori mesi di lavoro: il libro viene riaggiornato per Longanesi. Che decide, per la seconda volta, di non pubblicarlo. A tutt'oggi il volume non ha trovato un editore disponibile a pubblicarlo. Una storia che richiama quella di "Grillo da ridere (per non piangere)", che Kaos Edizioni mandò in libreria nel 2003. «Il libro riportava suoi brani, imprescindibili per raccontarlo. Nonostante fosse una biografia tutt'altro che critica verso Grillo, lui ne chiese e ottenne il sequestro», racconta il curatore Lorenzo Ruggiero.
perde» (di questo siamo più che convinti. NdR). Meglio allora una parola sola: vaffanculo.
Risuona ancora nel Web il monomaniacale invito rivolto al giuslavorista Pietro Ichino, reo di averlo sfidato a un contraddittorio sulla legge Biagi. «Nell'agosto scorso Grillo sostanzialmente rifiutò il mio invito a un confronto pubblico: disse che era disponibile a confrontarsi con me se io fossi andato a Bologna l'8 settembre per il "Vaffa-day"; ma quella non poteva essere, evidentemente, un'occasione di confronto pacato, sereno e paritario», racconta Ichino: «So che Bruno Vespa invitò lui e me a incontrarci a "Porta a Porta", ma Grillo rifiutò anche quello».LE FONTI
www.macchianera.net
www.tafanus.it
L'Unità
Il Tempo di Roma
http://lecensuredelbeppe.blogspot.com
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Beppe-Grillo-e-la-strategia-del-monologo/1972448&ref=hpsp
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