sabato 7 giugno 2008

Lo "sgub" del Tafanus: la Serbia non produce solo pecorai per l'Abruzzo e clandestini

Ana_ivanovicAna Ivanovic ha appena vinto uno dei quattro tornei di tennis del Grande Slam (il Roland Garros di Parigi), pochi giorni dopo essere salita al 1° posto della classifica mondiale. Qualcuno informi Borghezio, per piacere, che nessuna donna, italiana o patana, è mai riuscita ad andare oltre la undicesima posizione. Inoltre sembra che questa splendida ragazzina di  vent'anni sia venuta fuori piuttosto bene, da tutti i punti di vista, pur fra le bombe amiche della NATO.

Ha iniziato a giocare a tennis all'età di cinque anni, dopo aver visto la tv: chiese ai genitori di esser portata alla scuola di tennis e le fu regalata una piccola racchetta. Suo idolo era la tennista serba Monica Seles.

Cresciuta nella Yugoslavia delle guerre degli anni '90, la sua formazione tennistica ha dovuto affrontare difficoltà tra cui i bombardamenti della NATO nel 1999, per evitare i quali era costretta ad allenarsi al mattino presto, o la mancanza di strutture invernali, superata, come lei stessa ha raccontato in un'intervista, giocando in una piscina abbandonata riempita di terra. La volontà di emergere di Ana Ivanovic è testimoniata dal racconto di Martina Navratilova che ha rivelato quando Ana, perso il suo primo torneo, pianse per 4 ore nello spogliatoio per il timore che il suo manager finanziatore l'avrebbe abbandonata giudicandola non abbastanza brava da diventare una professionista. (Wikipedia)

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