mercoledì 19 novembre 2008

...per Annamaria e Carlo...

Australia416208_2 Ad una settimana dalla scomparsa di Annamaria, oggi il suo compagno di una vita, Carlo, ha fatto quello che io non ho avuto il coraggio di fare in questi giorni: mi ha scritto. Si è sviluppato un breve, ma intenso scambio di lettere. Carlo è rimasto molto toccato dai numerosissimi messaggi di solidarietà che gli sono pervenuti attraverso il blog, da moltissimi amici. Gli ho detto che il modo migliore per ringraziare queste persone sarebbe stato quello di far conoscere loro, attraverso le ultime foto ed attraverso ciò che emerge dal nostro breve scambio di lettere, cosa abbia rappresentato Annamaria per tutte le persone che l'hanno conosciuta in vita.

Carlo ha lasciato a me la responsabilità della decisione, ed io mi sono assunto la responsabilità di "raccontare" Annamaria a chi non l'ha conosciuta, e a chi l'ha conosciuta superficialmente, anche attraverso queste lettere. Sono sicuro che, se avesse potuto decidere lei, avrebbe detto si, senza esitazioni, ed accompagnando quel si con un sorriso ed una delle sue battute fulminanti.

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Caro Antonio,

sto cercando con immensa fatica di ritrovare il senso della realtà dopo la scomparsa di Annamaria, ma vedo che non ci sto riuscendo molto bene. Mi mancano le forze fisiche e psicologiche e francamente non so dove cercarle. Tutti quelli che incontro mi danno la loro ricetta, mi dicono cosa fare e mi ripetono come un’ossessione quello che io già so. La strada più giusta, più corretta e anche la più sicura è quella di uscirne da solo con le mie forze. Presso l’Hospice ospedaliero di Garbagnate dove ho trascorso con Annamaria i 40 giorni più drammatici e più teneri della nostra vita in comune, mi hanno messo a disposizione degli psicologi per cercare di farmi superare quest’immensa crisi che mi sta distruggendo, ma dovrei lasciarmi condurre per mano rinunciando alla mia personalità che non concede niente a nessuno e che non permette interferenze anche se esercitate per farmi aiutare. Australia17208_2

Il 21 Ottobre scorso ho avuto il permesso dai medici di portarla a casa, con tutte le precauzioni, per festeggiare il nostro 46° anniversario di matrimonio. Eravamo noi due soli, come abbiamo sempre fatto per tutta la vita. Era felicissima, ma io sapevo che era l’ultima volta che avrebbe visto la sua casa e messo mano a tutte le sue innumerevoli attività per aiutare le tante associazioni di volontariato a cui era legata.

Per mesi abbiamo peregrinato tra studi di medici specialisti, cliniche private, centri diagnostici e ospedali per capire l’origine del malessere che continuava a denunciare. Nessuno è riuscito a darci una risposta, nonostante si sia fatto ricorso alle tecniche d’accertamento più moderne. Solo alla fine di settembre mi hanno comunicato che il tumore primario, invisibile fino a quel momento, aveva fatto un danno devastante e irreversibile e che ci davano pochi giorni di vita.

In questi Hospice si è ricoverati per trascorrere in modo dignitoso e con le terapie del dolore più adatte, gli ultimi giorni della propria vita, ma lei non lo sapeva. Pensava di rimettersi in forze per iniziare, appena uscita, un ciclo di chemioterapia. Io invece sapevo tutto e ogni giorno dovevo recitare una parte che non mi era congeniale. Ho trascorso 24 h al giorno con lei perché volevo che mi vedesse appena sveglia e in ogni momento della giornata, ma ora ho il cuore gonfio di questi ricordi drammatici e meravigliosi.

Io ho voluto averti vicino durante la cerimonia funebre in chiesa perché avevo bisogno di te. Mi scuso se ho forzato un po’ la mano, ma sei l’amico di più lunga data che ho conosciuto con Annamaria e la tua presenza mi ricordava tutto l’arco della nostra vita.

Mosca10906_2 Ti mando alcune fotografie d’Annamaria che ho ripreso durante gli ultimi due anni in diverse parti del mondo. Andrò poi a rivedere le foto del passato che ci vedranno tutti insieme.

Grazie a tutti coloro che hanno scritto al tuo Blog, e che pur non conoscendo Annamaria, hanno voluto testimoniare la loro presenza e solidarietà con parole bellissime e molto commoventi. Ho apprezzato il modo specifico la lettera di Paolo Farinella.

Un abbraccio molto forte a te e a Marisa. Grazie per la tua disponibilità e il tuo affetto.

Carlo

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Caro Carlo,

che tu ci creda o no, sono due giorni che cerco di scriverti. Poi, tutte le volte che mi sono messo davanti al PC, non ho trovato le parole. Neanche sotto tortura sarei riuscito a scrivere banalità del tipo "devi farti coraggio", o "la vita continua". No, Carlo, non ti darò ricette miracolose. So benissimo che la vita "non continua": la vita cambia, drasticamente. e una casa con Annamaria dentro non è la stessa casa, senza di lei. E questo fatto non c'è supporto psicologico che possa modificarlo. Quello che io e Marisa possiamo offrirti è solo la nostra vicinanza, sincera, e non "didattica". Una parmigiana di melanzane (Marisa è bravissima, lo sai!) nella quale piangere in tre, rievocando gli anni belli. Una sorta di "amarcord" terapeutico, con la scatola delle scarpe piena di foto sbiadite in bianco e nero...Istria17giugno08

Si, Carlo, di Annamaria ricordo ogni singolo momento trascorso insieme... sai che l'ho conosciuta esattamente nello stesso momento in cui ho conosciuto Marisa, ad una festicciola di amici... a distanza di anni, posso anche confessartelo (tanto a Marisa l'ho già detto un sacco di volte): per tutta la serata sono stato incerto se "fare il filo" a Marisa o ad Annamaria. E poi è andata come è andata... l'incontro con te, la formazione di questo fantastico quartetto... Marisa, così "saggia", che finisce con un pazzo pericoloso come me. Annamaria, così "napoletana", che finisce con uno come te, che più "milanese" non si può... absit iniuria verbis...

Poi i primi stipendi, le prime utilitarie, i primi appartamentini, i figli, le diverse carriere che portano anche fisicamente lontani. E i decenni trascorsi senza mai uno scazzo. Ogni tanto la vita ci faceva perdere di vista, ma poi finivamo sempre col ritrovarci, nei momenti importanti. Si, fino a quest'ultimo momento importante.

Tutto si è consumato così in fretta... Marisa ed io abbiamo rispettato la tua volontà di non incoraggiare la processione di volti preoccupati al capezzale di Annamaria, ed abbiamo condiviso la tua scelta di lasciarla nell'illusione che sarebbe tornata a casa, dopo qualche cura. E' bello sapere che se n'è andata senza sapere che era giunta l'ora... E tuttavia siamo sempre stati vicini ed informati, attraverso suo fratello.

E' vero, in chiesa "hai forzato un pò la mano", ma ti sono estremamente grato di averlo fatto. Conoscendomi, avrei voluto essere lontano mille miglia dal tuo dolore, che ha acuito il mio. Poi, quando mi hai inviato come ambasciatore tuo figlio, a chiedermi di stare al tuo fianco durante la funzione, mi sono sentito mancare, ed ho pregato il "Dio degli Atei" di darmi la forza di starti vicino riuscendo a conservare, grazie a dei robusti occhiali da sole, una minima parvenza di dignità.

Poi, stamattina, ho aperto la posta, ed ho trovato questa tua, ho aperto le prime foto, e... si sono riaperte le cataratte... Ho dovuto "temporaneamente" interrompere la visione quando ho aperto le foto fatte in Australia quest'anno, in febbraio. Cristo... era solo nove mesi fa... e lei era sempre la stessa di sempre, una iniezione di ottimismo e di allegria. Perchè, perchè è toccato a lei? Mandami le altre, ti prego, anche quelle di quando questa lunga storia è cominciata.Russiainsiemesan_pietroburgo906_3

Per quanto concerne gli amici del blog, ho già provveduto a ringraziare, uno per uno, quelli hanno voluto rendere un omaggio ad Annamaria, a te, e persino a me (in fondo, molti, dal fatto che io abbia chiuso il blog per alcuni giorni - cosa assolutamente inusuale - hanno capito quale sia stato il rapporto d'affetto che ci legava).

Antonio

P.S.: Credo che dovresti seriamente riflettere se non sia il caso di pubblicare, eventualmente depurate da qualche frase, e corredate da alcune foto di Annamaria, queste nostre lettere, che credo diano esattamente la misura di ciò che è stata Annamaria, e di ciò che è stata la nostra amicizia. Un omaggio postumo ad Annamaria, che di questa amicizia è stata, in fondo, il collante. Fammi sapere, e nel frattempo vedi se riesci a recuperare qualche foto dei vecchi tempi...

Un grande abbraccio.

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Caro Antonio,

Sto vivendo le mie giornate e soprattutto le nottate in compagnia di una disperata malinconia senza tregua. Ogni tanto non vedo più ciò che scrivo al PC e mi devo strofinare gli occhi. Poi faccio un respiro profondo e riesco a tirare avanti.

Nel leggere la tua risposta ho cercato di pulirmi gli occhi diverse volte per vedere meglio. L’ultima foto che ti ho inviato è del 16 giugno di questo anno scattata in Istria.

Antonio, io non sono in grado di giudicare se le nostre lettere vanno pubblicate con le correzioni opportune. In fondo anche la corrispondenza privata può diventare pubblica se riesce a suscitare in chi legge emozioni e sentimenti che non si trovano facilmente in questo mondo egoista, ipocrita e corrotto.

Se Annamaria si fosse trovata al mio posto l’avrebbe fatto? Ti lascio tutto l’onere della risposta e della decisione finale. Senza riserve.

Quando avrò trovato quello che cercavo verrò da te e Marisa, con la scatola delle scarpe, a mangiare la parmigiana di melanzane. Che Marisa sia bravissima lo so, perché vengono entrambe dalla stessa scuola.

Un abbraccio. Carlo.

6 commenti:

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    Tafanus ha detto:
    Caro Lorenzo, niente ringraziamenti. Se ho fatto qualcosa, credimi, questo qualcosa ha giovato più a me che ad altri. Se ho un rammarico, è quello di non aver forse dato ad Annamaria, in vita, tutto ciò che meritava (mai nessun dissidio, ma qualche lungo periodo di assenza, forse si...) D'altronde tua madre trasmetteva una tale carica vitale di felicità e di allegria, che riusciva quasi impossibile immaginare come, in che cosa poterla aiutare. Non importa che tu scriva sul blog o privatamente a me. Fai come credi e come ti senti. Ti manderò certamente la newsletter, anche se devo preavvisarti che in questo momento, per gli impegni sul blog, problemi familiari, e problemi personali, la periodicità della newsletter si è notevolmente abbassata. A Carlo, se e fin quando me lo permetterà, continuerò a dare tutto l'affetto di cui sono capace. Fatelo anche tu, Stefano, Marco... So che non avete bisogno del mio invito, ma voglio solo ricordarvi quanto sia bello, nei momenti di sofferenza, aprire la posta e trovarci il "messaggio che non t'aspetti"... Il Canada è lontano. A te il compito di farglielo sentire meno lontano. Fra non molto, Carlo dovrà reinventarsi la vita, e non sarà facile. Facciamo tutti in modo che il gelo non gli penetri nelle ossa... Ti abbraccio. Antonio

    Lorenzo Bellavita ha detto:
    La ragione per cui ti disturbo e' solo per poterti ringraziare di tutto cuore per quello che hai fatto e stai facendo per il papà (e per la mamma). Come dicevo, non mi sento ancora pronto (e non so se mai lo sarò) a scrivere, ma ho visto la possibilità di ricevere notizie sul blog via e-mail, e mi stavo domandando se non ti spiacerebbe mandarmi qualche cosa anche a me dalla altra parte del mondo /indirizzo e-mail allegato). E vero che noi due non ci conosciamo molto, (anche se poi ho conosciuto più della famiglia negli ultimi 2 mesi che nei 40 anni precedenti...) ma mi ci è voluto proprio poco a capire l'onestà dei tuoi sentimenti in tutto questo. Per cui un grazie di cuore che avrei voluto darti prima di persona, ma mi sento di mandartelo di fronte ad uno schermo (forse rende le cose più facili?); è bello sapere che mio padre può godere di un supporto tale. Grazie ancora di cuore lorenzo

    Ornella Corradini ha detto:
    Salve Antonio, ho appena finito di leggere il blog di oggi e debbo dire che non sono riuscita a non piangere, non conoscevo la vostra amica, ma da come ne avete scritto mi sembra di conoscerla da sempre. Le mie parole sembreranno banali lo so, ma voglio lo stesso porgere le mie piu’ sentite condoglianze a Carlo. Sara’ perche’ ho perso mia madre solo il 5 agosto scorso, ma sono diventata ancora piu’ sensibile.Comunque anche in questo frangente voglio assolutamente voglio ringraziarti per tutto quello che fai (tenti di svegliare questo popolo bue, che piu’ bue non si puo’). Grazie di cuore.

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  2. Tafanus ha detto:
    @ Juicy: convengo pienamente con la tua ultima frase. "... Queste sono scelte personali, ovviamente, e nessuno può giudicare o dire cosa è meglio o cosa è peggio per gli altri..." Non so, davvero, cosa preferirei per me. Io la sensazione di essere arrivato al capolinea l'ho giù provata, un paio d'anni fa. Per fortuna, solo per un errore diagnostico. Ma questo l'ho saputo solo dopo; quando mi è stato detto, ho accolto il tutto con un totale senso realismo, ma anche di serenità. Un solo desiderio, quello che mi fosse evitato ogni tipo di accanimento terapeutico, e che mi fosse solo lasciata qualche settimana di lucidità per "sistemare" alcune cose. Avevo la serenità di chi, a torto o a ragione, credeva di aver dato alla famiglia ed agli amici almeno quanto ne aveva ricevuto, cioè molto. Mi accingevo a partire senza debiti e senza crediti affettivi; con la consapevolezza di aver vissuto una vita intensa, piena di esperienze belle e brutte, e persino con la consapevolezza di aver cominciato ad avvertire, da qualche tempo, un certo senso di diffusa stanchezza. Chi può dire cosa sia realmente avvenuto nelle ultime, tragiche settimane, fra Carlo e Annamaria? Potrebbe persino darsi che Carlo abbia fortemente voluto credere che Annamaria ci abbia creduto, e che Annamaria sia stata al gioco, per rendere Carlo più sereno. In fondo, cosa cambia? se Annamaria era davvero convinta di tornare a casa, in fondo ha vissuto con minor dolore la sua agonia. In caso contrario, ha regalato a Carlo l'illusione di aver accettato il DONO finale. Davvero, Juicy, non saprei da che parte mettermi, se dovesse capitarmi di nuovo, e questa volta sul serio...

    juicy ha detto:
    Spero che le mie parole non sembrino fuori posto, offensive o altro (e in tal caso mi scuso), ma io, leggendo le vostre lettere, vi invidio: un matrimonio riuscito, che dura 46 anni, un'amicizia altrettanto lunga, sono cose sempre più rare. Prima o poi la morte arriva per tutti, e questo è un fatto tanto ovvio quanto inevitabile. Non è per niente ovvio invece, arrivarvi dopo aver vissuto una vita come quella di Annamaria (di cui so il poco che leggo, ma è sufficiente a farmi capire l'entità della perdita). So che se un giorno dovessi trovarmi in una situazione analoga a quella di Annamaria, mio marito mi dirà la verità: non c'è privilegio maggiore, secondo me, che quello di andare incontro alla morte consapevolmente, preparati. Queste sono scelte personali, ovviamente, e nessuno può giudicare o dire cosa è meglio o cosa è peggio per gli altri.

    Carla M. ha detto:
    Carissimi Antonio e Carlo (mi scusi se mi permetto la confidenza) voglio ringraziarVi per queste bellissime foto: devo dire che è sorprendente come Annamaria sia proprio come la immaginavo (dalle parole di Antonio). Una gran bella persona, non solo esteticamente parlando. Una GRAN donna.Insopportabilmente grande, quindi, la Sua perdita. Insopportabile il dolore. Voglio confermare che la scelta di NON dirle TUTTA la verità sul male che La stava portando via, è stata la migliore: purtroppo il primario che in principio aveva in cura mio padre (e dal quale poi ho preso le distanze) questo strazio non gliel'ha voluto risparmiare.E data la sua insistenza da una parte e l'accondiscendenza di mio fratello dall'altra, mi sono vista costretta ad accettare una scelta non condivisa. Ho visto, negl'occhi di mio padre, la sua paura di morire: lui che nella vita era sempre stato coraggioso, quasi impavido...sembrava un bambino smarrito... Sono contenta che ad Annamaria non abbiate tolto (lei ed i dottori) il conforto della speranza nella guarigione, oltre alla vostre cure. Non è poco! E vorrei ringraziare anche Marco Bellavita per averci dato la possibilità di leggere una così bella ed intima lettera. Un abbraccio a tutti voi.

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  3. rita ha detto:
    Le foto di Marco, fratello di Carlo, le ho ammirate anch'io visitando il suo sito... Sono davvero foto che emozionano. Complimenti Marco e grazie per averci permesso di leggere la bellissima lettera che hai scritto a tuo fratello. Questa lettera non aiuterà solo Carlo ma anche tutti coloro che credono nei veri sentimenti e nella solidarietà verso chi soffre. GRAZIE!

    Patrizia T (Ca) ha detto:
    Antonio e Marisa, Carlo Sono convinta che dalla Vita (quella con la "V" maiuscola) abbiate avuto un grandissimo Dono: Annamaria. Un Dono che a poche persone è dato avere. Parlo al presente, perchè quello che può essere il dolore oggi, per l'assenza, non cancella la ricchezza che si è riversata su voi a piene mani e che ha colmato e continua a colmare la vostra vita. Quante altre persone possono dire la stessa cosa? E' vero, il dolore è lancinante proprio perchè il Dono è immenso. Custoditelo, il Dono, assieme al dolore, è un bene prezioso e raro che vi accompagnerà sempre, e quando il tumulto di questi tempi comincerà inevitabilmente ad ammorbidirsi grazie anche al sostegno reciproco, la sua "bellezza" e la sua "grandezza" continueranno ad avvolgervi come una continua benedizione.

    Tafanus ha detto:
    @ Marco Bellavita: Caro Marco, ci siamo sfiorati, senza conoscerci personalmente. Peccato. So che alle orecchie di molti la tua lettera suonerà alquanto ermetica in alcuni passaggi. La famiglia Bellavita non è una famiglia semplice da capire, neanche per me: figuriamoci per gli estranei... Marco, non conoscevo le tue foto, che ho visto sul tuo sito. Sono bellissime. Io poi sono un innamorato del bianco e nero. Le tue foto e le tue parole mi aprono un'altra finestra su Carlo e sul suo mondo. Spero di sentirti ancora.

    Irnerio ha detto:
    "...e riesce a suscitare in chi legge emozioni e sentimenti che non si trovano facilmente in questo mondo egoista, ipocrita e corrotto." Sì, ci riesce infatti e ne abbiamo tanto bisogno. Grazie a tutti voi. Irnerio

    silvia ha detto:
    Caro Carlo, Ricordo la calda voce di Annamaria, il suo essere così sempre allegra, l'amore che esprimevate in ogni vostro gesto, gli sguardi che c'erano tra di voi. Capisco quello che stai vivendo, quel senso di impotenza attonita che ti attanaglia e ti fa sentire come dentro una bolla, che lascia penetrare solo il rimbombo del mondo esterno, ovattato e lontano. Dentro solo il vuoto. Un senso di ineluttabile e incredula assenza. Sfortunatamente so che cosa vuol dire perdere una persona che si è amata con tanta intensità. Lo sai, l'ho vissuto con mio padre, troppo giovane per lasciarci, e lo vedo negli occhi di mia madre, che ha perduto il compagno della sua vita, che ha amato intensamente ogni giorno. Quello che sento, a distanza di più di quattro anni, è la consapevolezza che le cose che faccio racchiudono sempre una parte di mio padre, una sua espressione, un suo modo di pensare. E' come se una parte di lui vivesse in me ogni giorno. E con questo mi faccio forza perché la mancanza è incredibile ancora oggi. Mio padre mi ha sempre detto che la vita dopo la morte è il ricordo delle persone che si sono amate. E io lo sento davvero tanto. Io, mia madre e mia sorella ricordiamo Annamaria con immenso affetto, con il sorriso e il suo umorismo. Con tutti i suoi colori e la sua vivacità. Il suo estro inimitabile. Un fortissimo abbraccio. Silvia

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  4. Carlo Asili ha detto:
    Cari Carlo, Lorenzo e Stefano, mi permetto di dedicare alla vostra (e anche nostra) Annamaria questo immortale pezzo di Bach: http://it.youtube.com/watch?v=OCOW9ZckXfM Un abbraccio tenero e forte

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  5. Marco Bellavita ha detto:
    Ciao Antonio, sono il fratello di Carlo Bellavita. Ho scritto una lettera a Carlo e lui mi ha risposto che avrebbe molto piacere che venisse pubblicata sul tuo blog come commento alla loro storia. Pensieri personali ... Un saluto marco Varallo, 19 novembre 2008 Caro Carlo, poche parole per dirti che ti voglio bene, che capisco a fondo tutto quello che stai passando. Perdonami se mi permetto, da fratello minore, di dirti che sono con te perché io credo fermamente che questa vita è fatta anche di dolore. Non sarebbe tale altrimenti, sarebbe solo una fantasia tra il religioso e l’inconscio .. e che, come nei sogni, può momentaneamente far perdere onsapevolezza nella concretezza del reale. Tutto il nostro vissuto, compreso lo scontato “guardare”, in un assoluto inimmaginabile, fa parte della nostra esistenza, spesso contribuendo a renderci migliori di quanto la natura ci ha fatto all’inizio della nostra vita, rendendoci “partecipi” di volta in volta, crescendo. Quando poi è una persona in particolare che ci ha preso per mano (come ben sai il carattere Bellavita è quasi inaccettabile alla stragrande maggioranza) e che ha sempre scavato in se stessa alla ricerca di sempre nuove forze da mettere nel rapporto e nel dimostrare affetto incondizionato da elargire a piene mani: allora abbiamo tutto di questo mondo! E’ un “tutto” che è dentro di noi, costruito con la persona amata, ma che si nasconde quando non si riesce neanche a respirare dalla sofferenza. E’ un “tutto” per sempre .. anche quando pensiamo che avere la “disgrazia” di essere noi i sopravvissuti. E’ uno stato d’animo da accettare ... perché solo in un “poi” , purtroppo abbastanza nebuloso, si scopre che non è così! Bisogna aiutarlo ad uscire, a concretizzarsi, a vivere .. unico modo per rendere giustizia a chi ci ha dedicato la sua vita! Ed è una gioia Carlo, perche il dolore che si vive minuto per minuto in cui corpo e mente che non hanno alcuna volontà, lascia spazio alla bellezza del ricordo, alla scoperta di migliaia di parole che si erano incise nel nostro cervello e che erano talmente tante che credevamo non avere più spazio per dove metterle (Cont.)

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  6. (Cont'd) E’ un regalo, tenuto nascosto per lungo tempo, scelto accuratamente, che ci viene dato da chi ci ha sempre amato! Io provo un piacere immenso quando a distanza di anni mi ritrovo a usare parole “non mie” perché erano dette dalle persone che non ci sono fisicamente. Dai nostri genitori, fratelli e sorelle, mia figlia, amici fedeli … E’ un sentirsi improvvisamente “pieni” di loro, più ancora: in simbiosi! La nostra vita si è arricchita forse senza accorgercene, non è possibile essere totalmente partecipi al tutto ed attenti a ogni cosa. Presi anche da sempre nuovi impegni di lavoro, di interessi, di problemi sempre nuovi .. Tutto era nella meravigliosa normalità della nostra vita interiore, nel quotidiano coniugale e casalingo .. ci si lascia andare all’essere amati con dolcezza e rilassamento. E’ una strada faticosa, come quel sentirsi persi, svuotati .. sapendo che non è vero !!! E’ il “bisogno” feroce che tu hai della tua Anna ... perché era lei più forte di te! E’ sempre così nell’amore! Adesso tocca a te .. non puoi evitare la sofferenza .. ma sai che lei non vuole questo, non lo ha mai voluto. Nessuno che ama può volere che il proprio compagno si perda, si senta solo, altrimenti la vita che si è vissuta insieme perderebbe di senso. Perché quel continuo rincuorarsi in vita .. era necessario per prepararci al “poi” indesiderato. E’ importante ricordarsi che lei non soffre anche per quella dolcezza che vi siete reciprocamente dati, l’uno all’altra, minuto per minuto, sino all’ultimo secondo. Tu sai che io non credo né in dio, né in altre filosofie esistenziali .. credo solo e fermamente di essere un uomo di questo pianeta, che è su questa terra che devo fare i conti con me stesso, che devo ancora e sempre rendere conto a chi resta, a chi mi ama al presente .. ma fondamentalmente : a chi ho dato la mia parola!! e la mia parola, come per te, sono certo che conta più di qualsiasi altra cosa .. più di noi stessi ! Carlo mio caro .. ti voglio bene .. marco

    Carlo Bellavita ha detto:
    Caro Antonio, tra le tante testimonianze di persone che ho rivisto anche dopo tanti anni, in occasione della scomparsa di Annamaria, questa tua disponibilità mi commuove e mi sta insegnando qualcosa di nuovo. Sicuramente questa tua iniziativa mi sta aiutando molto. Ti ringrazio ancora tantissimo. Carlo.

    Chat ha detto:
    Cari Antonio e Carlo, leggere la vostra corrispondenza, oltre l'emozione, è una lezione di vita, un "donare" senso alla stessa. Anche quando finisce.

    rita ha detto:
    Carissimi Carlo, Annamaria, Antonio, Marisa Tornando a casa dal lavoro ho trovato il mio Carlo davanti al PC con le lacrime agli occhi: stava leggendo le lettere tue, Antonio, e quelle di Carlo. Le ho lette anch'io, a voce alta, come mi ha chiesto Carlo. Ci sono riuscita a malapena...E'stata forte anche per me l'emozione che mi hanno provocato. Grazie Carlo, grazie Annamaria, grazie Antonio, grazie Marisa. Grazie di essere come siete. Sono le persone come voi che fanno ricco il mondo! UN FORTISSIMO AFFETTUOSO ABBRACCIO A TUTTI E QUATTRO! Rita e Carlo

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Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

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