Ora, facciamoci qualche utile domandina legata alla permanenza dei nostri (e altri) soldati in Afghanistan, Yemen et similia.
Ricordate che la seconda guerra nel golfo persico è iniziata nell’ottobre del 2001 successivamente alla nota vicenda dell’11 settembre, con l’esplicito obiettivo di distruggere il regime Talebano che (secondo le informazioni di “intelligence” fornite dall’allora presidente G.W. Bush) aveva assicurato appoggio logistico agli attentatori negli Stati Uniti partendo dall'Afganistan e dallo Yemen.
Va sottolineato che questa ricostruzione è stata successivamente sbugiardata da innumerevoli articoli che dimostravano in maniera inconfutabile che se eventuali appoggi vi erano stati provenivano dall'Arabia Saudita, che uno dei presunti "attacchi" agli USA (quello dell'antrace) era in realtà da considerare terrorismo interno (l'FBI ha attribuito l'attacco ad un proprio collaboratore, Bruce Edwards, suicidatosi nel 2008).
Ora, qualcuno dei raffinati "intelligence men" si è chiesto quale sia l'affidabilità da attribuire ad un genio della lampada che, peraltro denunciato dallo stesso padre, si imbarca su un aereo con un petardo nelle mutande e si fa (letteralmente) soffriggere gli zebedei in onore del Corano? In primis, lo stesso Maometto riterrebbe questo mentecatto solo un povero idiota, ma si permetterebbe (correttamente, peraltro) di segnalare agli efficientissimi addetti alla sicurezza USA di procedere al proprio reimpiego quali addetti alla pubblica pulizia o in seconda scelta quali tester per supposte ad alto potenziale. Cosa che peraltro è stata correttamente identificata anche dal presidente americano che ha parlato senza mezzi termini di "imperdonabili errori di valutazione"...
A parte che questa espressione appare più o meno come un elegante eufemismo e siccome non siamo nati ieri, appare alquanto stimolante valutare il motivo per cui a qualcuno improvvisamente appare interessante una della nazioni più sfigate del pianeta, lo Yemen.
Dovete sapere che questa nazione, che detiene la poco invidiabile caratteristica dello stato più povero della penisola arabica, ha una condizione politica sostanzialmente dittatoriale che, oltre che vedere la presenza di forze riconducibili ad Al-Qaeda, ha presenze Marxiste-Leniniste situate nel sud Yemen. In effetti questa nazione risulta essere un amalgama sintetico creato dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1990, quando la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen [o Yemen del Sud] ha perso uno dei suoi maggiori sponsor all’estero.
L’unificazione forzata dalle nazioni unite della Repubblica Araba dello Yemen del Nord con la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen del Sud ha portato ad un ottimismo di breve durata, che è terminato con una breve guerra civile nel 1994, quando le fazioni dell’esercito del sud hanno organizzato una rivolta contro quello che vedevano come il governo corrotto dello stato amico del presidente del nord Ali Abdullah Saleh. Il presidente Saleh è rimasto a capo di una dittatura dal 1978, prima come presidente dello Yemen del Nord (la Repubblica Araba dello Yemen) e a partire dal 1990 come presidente del nuovo Yemen unificato. La rivolta dell’esercito del sud è fallita quando Saleh ha reclutato al-Fadhli ed altri salafisti yemeniti, seguaci di un’interpretazione conservatrice dell’Islam, oltre ai jihadisti per combattere contro le forze marxiste del Partito Socialista dello Yemen meridionale.
Ora, dovete sapere che questo presidente-dittatore Saleh è ben appoggiato dalla vicina Arabia Saudita, ma traballa dal 2008 a causa dello stato sostanzialmente fallimentare in cui versano le casse statali, che hanno causato forti moti popolari nel 2007 e nel 2008, sfociati in manifestazioni di massa dei dipendenti statali, stanchi dei protratti mancati pagamenti degli stipendi.
Questa situazione fallimentare appare incredibile in quanto nella zona a sud del paese sono stati identificate aree di elevato interesse economico in quanto saturi di marker di gas naturale e di giacimenti petroliferi off shore. Total ed Exxon ritengono che nella zona si possano identificare almeno tre zone ad alta potenzialità estrattiva, in volumi tali che "...lo Yemen conterrebbe “abbastanza petrolio non sviluppato per soddisfare la domanda di petrolio del mondo intero per i prossimi cinquanta anni con volumi simili a quelli Sauditi".
Masila Basin e Shabwa Basin nello Yemen secondo quanto riportato dalle società petrolifere internazionali conterrebbero “scoperte di ordine mondiale” sia per quanto riguarda giacimenti di gas naturale che di greggio in classe A1.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia del governo USA cita che “la chiusura di Bab el-Mandab potrebbe impedire ai tanker provenienti dal Golfo Persico di raggiungere il Canale di Suez (complesso del Sumed), ridirigendoli intorno alla punta meridionale dell’Africa. Lo stretto di Bab el-Mandab è un checkpoint tra il corno d’Africa e il Medio Oriente, ed un collegamento strategico tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Indiano”. In altri termini, il petrolio e gli altri prodotti di esportazione dal Golfo Persico devono passare per Bab el-Mandab prima di entrare nel Canale di Suez e viceversa.
Nel 2006 il Dipartimento per l’Energia a Washington ha riportato che si stima che 3,3 milioni di barili di petrolio al giorno passino attraverso questo stresso passaggio marittimo per l’Europa, gli Stati Uniti e l’Asia.
La gran parte del petrolio, pressappoco 2,1 milioni di barili al giorno, va verso nord attraverso Bab el-Mandab verso il complesso di Suez/Sumed nel Mediterraneo. Un pretesto per la militarizzazione da parte degli USA o della NATO delle acque circostanti Bab el-Mandab sarebbe per Washington un’altra importante tappa nel suo perseguimento del controllo dei sette chokepoint più critici del mondo, la parte principale di ogni futura strategia americana finalizzata alla gestione in toto dei flussi del petrolio verso Cina ed l’Unione Europea.
Ciò significa che nel caso in cui si sviluppassero i giacimenti off shore nelle vicinanze dell'isola di Socotra, circa il 31% dei volumi petroliferi mondiali verrebbero gestiti in quasta zona, tristemente famosa anche per la presenza costante di pirateria. In aggiunta, risulta chiaro che il controllo di questa zona servirebbe quale deterrente nei confronti del Regno Saudita dal considerare la transazione delle vendite future del petrolio con la Cina o con altri non più in dollari, come è stato recentemente riportato dal giornalista inglese indipendente Robert Fisk. Sarebbe inoltre nella posizione di minacciare il trasporto del petrolio della Cina da Port Sudan sul Mar Rosso appena a nord di Bab el-Mandab, un’ancora di salvezza fondamentale per le necessità energetiche nazionali cinesi.
Ed ecco che miracolosamente una testa calda proveniente dallo Yemen decide con l'ausilio di un petardo nelle mutande di sterminare pacifici cittadini americani... Ed anche in questa interessante storia l'Attivissimo Attivissimo non trova nulla di strano. No bufala ? No Party! Ma che coincidenza...
Ricordatevi però che a pensar male...
Alex Cariani
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