Mentre lui fa tutte queste cose insieme, i suoi alleati, amici, famigli, camerieri e Cicchitto si agitano per assicurarsi almeno qualcosa di quel che rimarrà dopo il disastro, fosse anche soltanto la comproprietà di Ronaldinho e le cravatte di Galliani. Nel tempo libero fondano correnti politiche il cui programma dice al primo punto: basta con le correnti.
Ora, io vi prego di capire il mio dramma: come fare satira su una cosa simile? Come creare un paradosso più potente di questa catastrofe umana e politica di nome Silvio Berlusconi? Mi arrendo, gente: ci vuole uno più bravo, un principe dell’umorismo, un maestro della satira. E dunque gli cedo volentieri la parola. Ecco qui:
«la determinazione con cui questo governo ha saputo affrontare la crisi economica e finanziaria e alcune riforme importanti come il federalismo e l’università dimostra che, senza scuse e accuse di complotti, le cose positive sono alla sua portata».
Ragazzi, questa sì che è satira politica. La prendo di peso dal fondo del Corriere di ieri. Da collezione. Perché chiedere ancora, nel 2010, «riforme liberali» a un tizio che sta per abbattere la libertà di stampa, o che si vanta dei suoi successi economici mentre un giovane su tre non ha lavoro, è come chiedere a uno squalo di diventare vegetariano di colpo. Su, mangia le alghe, amico! E già che ci sei, fai le riforme. Delizioso. Urge premio per la satira politica.
(di Alessandro Robecchi - Il Manifesto)
Parafrasando le celebri parole del giornalista Mauro Ferretti, potremmo dire: "...c'è un uomo solo al comando. La sua maglietta è azzurra, la sua scatola cranica è asfaltata all'esterno, vuota all'interno. Il suo nome non è Fausto Coppi...". Tafanus
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