mercoledì 6 luglio 2011

La lezione di Francesco Merlo a Bruno Vespa: una lettera del conduttore di "Porta a Porta" e la risposta di Merlo

Vespa Premessa: Merlo, reo di aver stigmatizzato il "mettersi sull'attenti" di Bruno Vespa (metaforicamente, s'intende...) davanti alla mitica "Struttura Delta" che pretendeva che i risultati delle regionali del 2005 (10-2 per il centro-sinistra) fossero "addoilciti" su RaiSet, scrive al direttore di Repubblica una lettera alquanto incarognita. Merlo risponde per le rime, aumentando la dose di quanto aveva scritto nei giorni scorsi. Riportiamo sia la lettera di Bruno Vespa, che la replica di Francesco Merlo, senza commenti. Che ognuno si faccia la propria opinione. Tafanus

La lettera di Bruno Vespa ad Ezio Mauro - Signor direttore, su Repubblica del 4 luglio Francesco Merlo prima mi dà atto di correttezza professionale nella gestione dei risultati elettorali del 2005, e poi, sulla base di una frase del tipo «va bene, basta dirlo», sostiene che mi sarei messo agli ordini di Deborah Bergamini con tanto di sbatter di tacchi per non so bene quale nefandezza. Nel ricordare che Francesco Merlo è stato rinviato a giudizio dinanzi al tribunale di Roma per diffamazione per un articolo scritto sullo stesso tema negli anni scorsi, desidero informare i lettori che in sede processuale ho chiesto di non distruggere i nastri con le intercettazioni ben sapendo di non aver pronunciato una sola sillaba che potesse suonare come condiscendenza a qualunque obliquo disegno. La mia gestione di quella vicenda è stata professionalmente ineccepibile. Mi chiedo perciò se non esista da qualche parte un'altra struttura Delta finalizzata alla mia diffamazione aggravata e continuata.
Bruno Vespa

La replica di Francesco Merlo - Bruno Vespa manipola tutto, anche i complimenti che riceve. Non gli ho mai «dato atto di correttezza professionale» come lui dice, ma ho scritto che «possiede un vecchio istinto professionale». Ed è, con tutta evidenza, un’aggravante. Vespa infatti conosce il mestiere, ed è proprio questo che lo rende abile nel manipolare. Lo penso e lo scrivo, com’è mio diritto e dovere, da quando ero ancora praticante, in tutti i giornali nei quali ho lavorato.

E questo per dire che non è Berlusconi che ha inventato Vespa: c’era già. Berlusconi l’ha usato al meglio (o, se volete, al peggio), ma non l’ha inventato. Nel caso in questione, Vespa ha telefonato alla Bergamini perché voleva il permesso di mandare in onda una tabella della Nexus sui dati elettorali regionali del 2005, negativi per il centrodestra, che invece, secondo gli ordini di scuderia, la Rai, in sintonia con Mediaset, avrebbe dovuto attenuare, anestetizzare, in sintesi manipolare. Ed ha telefonato - attenzione! - non al suo direttore (di rete, di telegiornale…) ma a Deborah Bergamini, che non aveva nessun titolo per imporgli e neppure per spiegargli nulla, salvo che, prima di essere mandata in Rai come funzionaria, era stata la segretaria di Berlusconi ed era a capo di quella combriccola di manipolatori che abbiamo chiamato, e ora tutti chiamano, “Struttura Delta”.

Nessuno può imporre ad un giornalista di manipolare una notizia, neppure un direttore. Figuriamoci poi la Bergamini. Eppure Vespa domanda proprio a lei che gli dice: «E’ un ordine di Cattaneo». E aggiunge con tono ammiccante: «E’ un ordine… istituzionale». Ebbene, Vespa non reagisce rinfacciandole tutte quelle belle cose sulla deontologia, sulla moralità e sulla correttezza professionale che si attribuisce di solito, e anche in questa lettera. Non si indigna e non la manda a quel paese. Le riconosce il ruolo di direttore d’anima e risponde, da sottoposto: «Perfetto, basta». E ancora: «Volevo soltanto che non ci fossero equivoci». I lettori giudichino se questo non è «un subalterno sbattere di tacchi compiacenti». Al telefono è così che si sbattono i tacchi.

Ma non è tutto. C’è un' altra telefonata, quella tra Carlo Nardello e la Bergamini. Ebbene, Nardello, che era un collaboratore della Bergamini, le annunzia «ho trovato la soluzione» vale a dire il trucco linguistico, l’astrusa formula lessicale - «subtotale per il centro­sinistra» - per sottovalutare, velare e dunque tentare di manipolare con sapienza, nei programmi della Rai, la tabella riassuntiva dei dati elettorali favorevoli al centrosinistra: numeri, attenzione!, non opinioni. E aggiunge: «Subtotale per il centrosinistra: non ci può dire niente nessuno. Così è corretto, lo dice anche Vespa». Ecco che torna dunque "la correttezza" come espediente artificioso, scappatoia formale, dentro la quale ingabbiare una sostanza. Ebbene, non mi risulta che Vespa abbia querelato Nardello e la Bergamini. Ha invece querelato me.
Francesco Merlo

L'idea che possa esistere una "Struttura Delta" finalizzata alla distruzione dell'immagine di Bruno Vespa è alquanto singolare, per non dire esilarante. Noi riteniamo che Bruno Vespa abbia raggiunto, su questo terreno, una completa autosufficienza, e che non abbia bisogno di strutture di supporto. Troppo modesto, Vespa... Tafanus

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