pssttt!!!! nessuno faccia rumore! Mattarella potrebbe svegliarsi!...
PER NON DIMENTICARE
LA LEGGE ACERBO/MUSSOLINI - Il disegno di legge, redatto da Giacomo Acerbo (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), fu approvato il 4 giugno 1923 dal Consiglio dei Ministri presieduto da Mussolini [...] Il successivo 9 giugno venne presentato alla Camera dei Deputati e sottoposto all’esame di una commissione nominata dal presidente Enrico De Nicola, secondo il criterio della rappresentanza dei gruppi.
La commissione fu composta da Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele Orlando, Antonio Salandra, Ivanoe Bonomi, Giuseppe Grassi, Luigi Fera, Antonio Casertano, Alfredo Falcioni, Pietro Lanza di Scalea, Alcide De Gasperi, Giuseppe Micheli, Giuseppe Chiesa, Costantino Lazzari, Filippo Turati, Antonio Graziadei, Raffaele Paolucci, Michele Terzaghi e Paolo Orano.La Legge Acerbo/Mussolini modificava il sistema proporzionale in vigore da 4 anni, inserendo un premio di maggioranza a favore del partito più votato, che avesse anche superato il quorum del 25%, aggiudicandogli i 2/3 dei seggi. Durante la discussione in commissione, i popolari avanzarono numerose proposte di modifica, prima cercando di ottenere l'innalzamento del quorum al 40% dei votanti e poi l'abbassamento del premio ai 3/5 dei seggi. Ogni tentativo di mediazione fu però vano e la commissione licenziò l'atto nel suo impianto originale, esprimendo parere favorevole a seguito di una votazione terminata 10 a 8 (...ricordate... premio al PARTITO, non alla COALIZIONE).
Il ddl venne quindi rimesso al giudizio dell'aula, dove le opposizioni tentarono nuovamente di modificarlo: esse confluirono attorno ad un emendamento presentato da Bonomi, che proponeva ancora di alzare il quorum per lo scatto del premio di maggioranza dal 25% al 33% dei voti espressi. Il tentativo fallì, anche per la rigida posizione assunta dal governo, che, opponendo la fiducia, riuscì a prevalere (seppur di stretta misura): su 336 presenti in 178 votarono a favore della fiducia e contro l'emendamento, 157 a favore dell'innalzamento della soglia e contro il governo. Decisivo risultò il numero degli assenti - ben 53 - che avrebbero potuto orientare in modo diverso l'esito del voto (...già... non votare non cambia un cazzo, cara sinistra "opposizione immaginaria". LE LEGGI SI CAMBIANO VOTANDO CONTRO, non NON VOTANDO. Capito, Bersani, Fassina & C.?)
Il 21 luglio del 1923 il ddl Acerbo venne infine approvato con 223 sì e 123 no. A favore si schierarono il Partito Nazionale Fascista, buona parte del Partito Popolare Italiano, la stragrande maggioranza dei componenti dei gruppi parlamentari di tendenze liberali e la quasi totalità degli esponenti della destra, fra i quali Antonio Salandra.
Negarono il loro appoggio i deputati dei gruppi socialisti, i comunisti, la sinistra liberale e quei popolari che facevano riferimento a don Sturzo (Don Sturzo, lo stesso nome col quale si sciacquavano Berlusconi, Renzi, e il peggio della DC di destra, sempre stata organica al potere economico, e con una singolare idea della democrazia rappresentativa (Fonte: Wikipedia)
LA LEGGE-TRUFFA - Voluta dal governo di Alcide De Gasperi (si, proprio lo stesso della legge Acerbo/Mussolini), venne proposta al Parlamento dal ministro dell'Interno Mario Scelba e fu approvata solo con i voti della maggioranza, nonostante i forti dissensi manifestati dalle altre formazioni politiche di destra e sinistra. Vi furono grandi proteste contro la legge, sia per la procedura di approvazione che per il suo merito.
Il passaggio parlamentare della legge vide un lungo dibattito alla Camera, ma una lettura fulminea al Senato, i cui presidenti Paratore e Gasparotto in sequenza si dimisero quando capirono che la maggioranza aveva intenzione di forzare la mano per ottenere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale in tempo per svolgere le elezioni in primavera con la nuova legge. Il nuovo Presidente della Camera alta, Meuccio Ruini, approfittò della sospensione domenicale dei lavori per la domenica delle Palme del 1953 per riaprire la seduta e votare l'articolo unico della legge: ne scaturì un tumulto d'aula, che secondo Roberto Lucifero produsse l'uscita dall'aula del segretario generale Domenico Galante alla testa dei funzionari parlamentari. Il gruppo del PCI contestò la regolarità della seduta, preannunciando che non avrebbe mai votato a favore del processo verbale di quella seduta: non ve ne fu bisogno, perché il giorno dopo il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi firmò il decreto di scioglimento delle Camere ed il Senato si riconvocò solo nella nuova legislatura. In ogni caso, quel processo verbale non fu mai approvato.
Quanto al merito, la polemica s'è riaperta negli ultimi anni. Secondo gli oppositori l'applicazione della riforma elettorale avrebbe introdotto una distorsione inaccettabile del responso elettorale. I fautori invece vedevano la possibilità di assicurare al Paese dei governi stabili non ritenendo praticabili alleanze più ampie con i partiti di sinistra o con i monarchici e i missini.
Si noti che la legge andava a innovare una materia che, almeno nell'Europa di diritto latino, era tradizionalmente regolata secondo le elaborazioni di alcuni giuristi, principalmente Hans Kelsen, i quali vedevano in un sistema elettorale strettamente proporzionale (e con pochi correttivi o aggiustamenti) la corretta rappresentatività politica in Stati di democrazia. Se anche appare scorretto sostenere che la Costituzione del 1948 recepisse un favore per il proporzionale, è però vero che già da allora il sistema del premio di maggioranza era considerato assai rudimentale, per conseguire le esigenze di governabilità delle democrazie moderne, da buona parte della dottrina politologica. Queste critiche sono riemerse, a cinquant'anni di distanza, nei confronti della legge n. 270 del 2005 (il cosiddetto "Porcellum", dall'epiteto denigratorio rivoltole dal suo stesso proponente, l'allora ministro Calderoli), che contiene al suo interno un premio di maggioranza nazionale alla Camera e regionale al Senato.
Le reazioni alla legge - Nel tentativo di ottenere il premio di maggioranza, per le elezioni politiche di giugno, effettuarono fra loro l'apparentamento la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Democratico Italiano, il Partito Liberale Italiano, il Partito Repubblicano Italiano, la Südtiroler Volkspartei e il Partito Sardo d'Azione.
Con l'obiettivo contrario si mossero importanti uomini politici, tra i quali Ferruccio Parri, proveniente dal Partito Repubblicano che, insieme a Piero Calamandrei e Tristano Codignola, provenienti dal Partito Socialdemocratico, partecipò alla fondazione di Unità Popolare: tale movimento aveva proprio lo scopo di avversare la nuova legge elettorale. Non mancarono infatti, all'interno dei partiti che appoggiarono la nuova norma, forti contrarietà. Da una scissione nel partito liberale si costituì Alleanza Democratica Nazionale.
Le forze apparentate ottennero il 49,8% dei voti: per circa 54.000 voti il meccanismo previsto dalla legge non scattò. Unità Popolare e Alleanza Democratica Nazionale raggiunsero l'1% dei voti riuscendo entrambe nel loro principale proposito. Rispetto alle elezioni del 1948 si constata una riduzione dei voti verso i partiti che avevano voluto e approvato la legge: la DC perse l'8,4%; i repubblicani arretrarono dello 0,86%, più di 200.000 voti; perdendo circa 34.000 voti il Partito Sardo d'Azione dimezzò il suo consenso, anche liberali e socialdemocratici dovettero registrare perdite. Il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano aumentarono i consensi ottenendo 35 seggi in più; il Partito Nazionale Monarchico aumentò da 14 a 40 deputati e il Movimento Sociale Italiano aumentò da 6 a 29 deputati.
Come si vede, un grande risultato. Ottenuto non già "non votando", ma votando contro, facendo scissioni, combattendo con fucili armati a pallettoni e non con tappini di sughero. Altra opposizione. Una volta gli oppositori avevano i nomi (e la statura) di Don Sturzo, di Ferruccio Parri, di Piero Calamandrei, ed avevano un garante come il Presidente della Repubblica di nome Luigi Einaudi.
Oggi i fautori sono gli stessi di sempre (cascami della DC come Matteo Renzi, leccaculo di varie estrazioni a caccia di benevolenza e poltrone, veline e velini dove il dolce YES suona, e il peggio dell'opportunismo politico dell'ultimo mezzo secolo). Se Don Sturzo potesse sentire questi piccoli caimanini di provincia dichiararsi ispirati a lui, credo che vomiterebbe nella bara.
Ora ci risiamo con una legge ancora peggiore, voluta da piccoli politicanti in sedicesimo, appoggiati da cacciatori e conservatori di prebende, e purtroppo non ci sono più i Luigi Einaudi, i Ferruccio Parri, i Calamandrei, ma un'armata Brancaleone di braccia rubate all'agricoltura, e un Presidente della Repubblica che fino a questo momento si è limitato a fare discorsetti commemorativi, visitare vedove, e fare concorrenza - quanto a invisibilità sui problemi reali della conservazione della democrazia - al Cossiga prima maniera: quello che Chiappori illustrava come il riquadro nero della finestra del Quirinale. Da quella finestra cieca e nera non si affacciava nessuno: era Cossiga. Adesso continua a non affacciarsi nessuno: è Mattarella.
Ma oggi accade qualcosa si sconvolgente! UN EDITORIALE! Un editoriale di Ezio Mauro, che si sveglia da un lunghissimo letargo, succhiando le ruote di un Eugenio Scalfari (il cui letargo è stato solo "lungo), contro le attuali forme di renzismo. Meglio tardi che mai, ma forse molti si stanno svegliando fuori tempo massimo: dopo aver consegnato un Parlamento di yes-man ad un serial-twitter, che col Parlamento in mano sta tentando si appropriarsi anche di tutti gli strumenti di controllo, dui tutti i contrappesi, e di tutti gli altri strumenti tipici delle dittaure. E noi dobbiamo ormai ritenere Grandi Eroi gli Speranza, i Bersani, i Cuperlo, i Fassina, e gli altri Campioni Mondiali di Penultimatum.
Forse solo Crozza potrà salvarci.
Tafanus
Quello che segue è l'editoriale di stamattina di Ezio Mauro su Repubblica. Ha avuto bisogno di più di un anno per uscire dal letargo. Risveglio lento. Pressione bassa?
La prova di debolezza (di Ezio Mauro - Repubblica)TRAVESTITA da prova di forza, ieri è andata in scena alla Camera la prima, pubblica e plateale prova di debolezza di Matteo Renzi. Mettere la fiducia sulla legge elettorale è sbagliato sul piano del metodo, perché dimostra l'incapacità di costruire un ampio e sicuro consenso politico su una regola fondamentale, ed è sbagliato soprattutto nel merito perché come diceva lo stesso premier a gennaio - per far accettare l'alleanza con Berlusconi - non si cambia il sistema di voto a colpi di maggioranza, tanto più se quella maggioranza riottosa è tenuta insieme dalla minaccia del voto anticipato.
Perso per strada Berlusconi, Renzi sembra aver perso anche la politica, sostituita da una continua prova muscolare. Che non può però nascondere la rottura evidente tra la sinistra del Pd e il presidente del Consiglio, che è anche segretario del partito.
È contro la minoranza interna, infatti, quel voto di fiducia: che diventa così un attestato di sfiducia reciproca tra Renzi e la sinistra Pd, una sfiducia così forte da finire fuori controllo, fino a una decisione che sfida il Parlamento, ma soprattutto il buon senso. Renzi ha il diritto di portare avanti le sue riforme, anche la legge elettorale, e il Paese ha bisogno di cambiamento. In politica però non conta solo il "quanto", cioè il saldo del voto finale, ma anche il come, vale a dire il percorso, le alleanze, il consenso che si sa costruire.
Qui si porterà a casa la legge, dissipando però il patrimonio accumulato col metodo seguito per l'elezione di Mattarella, che ha fatto per un breve momento del Pd non solo il partito di maggioranza relativa, ma la spina dorsale del sistema politico e istituzionale. Tutto gettato al vento, perché la minoranza continua a considerare Renzi abusivo (mentre ha vinto legittimamente le ultime primarie, così come aveva perso le precedenti) e perché il leader preferisce comandare il suo partito piuttosto che rappresentarlo nel suo insieme.
Così non si va lontano, prigionieri di due mentalità minoritarie. Ma come leader e premier, Renzi ha oggi una responsabilità in più. Può avere i numeri: ma dovrà capire che senza il Pd nel suo insieme, il governo è nudo di fronte a se stesso, perché i partiti sono cultura, valori, storia e tradizione: quel che fa muovere le bandiere.
A patto di non usarli come un tram.
2202/0630/1800
I COMMENTI
charly brown ha detto:
Forse è meglio leggerne prima il programma: http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=676 la solita aria fritta. Belle cose del mondo dei sogni. Poi arrivano le solite diaboliche domande (che si fa il cittadino scrupoloso): COME? CON CHE MEZZI? CON QUALI COPERTURE? Domande cha cui , come sempre, non c'è mai una risposta.
Patty ha detto: non so se avrò voglia di votare ancora alle primarie ...
annarosa ha detto:
Io al voto non ci rinuncio, voterò Partito Comunista Lavoratori.
Rispondi | Modifica | Visualizza | 01/mag/2015 on Legge Acerbo, legge…
maria ha detto:
io ho pensato anche di scrivere: matteo staisereno. alla fine deciderò al momento, ma mai più, mai più pr la vita pd.
maria ha detto:
dispetto votando lo sfidante di renzi nel ballottaggio, sapendo che non vincerà(grillino, probabilmente), ma intanto si riduce la strepitosa vittoria del bullo. ricordatevi di parma e pizzarotti.
lucio sorge ha detto:
Vince, è fuor di dubbio che Renzi ha preferito il m.c.m. che il m.c.d. perchè era la strada migliore per giungere alla meta velocemente. Le sabbie mobili di cui parlo non sono quelle forse di tre mesi fa, ma quelle certe di oggi, viste le argomentazioni delle opposizioni (non la minoranza Pd) alle quali non gliene fotte assolutamente niente di una nuova legge elettorale. Ma non vedi, per inciso, la cattiveria che c'è in giro ad esempio su Expo ? Sembra quasi che certi personaggi scommettano sul suo fallimento, gli stessi che molto spesso appartengono all'entourage delle camarille sulla costruzione Expo stessa ? Tornando al Renzi certamente l'uomo non fa molto per fare il piacione (direi l'indisponente nel modo ancor prima che nei contenuti), ma è certo che il Pd, sin da quando è nato, purtroppo ha fatto spesso "l'educato" con il prossimo e per questo i predecessori di Renzi, come Veltroni e Bersani li abbiamo castigati oltre misura. Il risultato è stato che le ns maggioranze, quando le raggiungevamo erano risicate (II Governo Prodi)e quando erano un pò più robuste ci tagliavamo l'erba sotto i piedi (I Governo Prodi); anche quelle di questa legislatura stanno in piedi con l'attack per cui il tempo non deve passare invano. Questa volta che sia Renzi o chi altro occorre dare una accellerata se non vogliamo finire nel limbo definitivamente ed impostare una buona volta un modello di sviluppo che ci tiri fuori dalle secche. Quanto al voto il problema lo affronto volta per volta: a maggio in Veneto per chi dovrei votare ? Per Tosi o per Zaia ? Opppure per il Pd (della Moretti, della Bigon e di Fasoli)L'alternativa è andare al mare, ma questo mi ricorda infausti momenti di "statisti" d'un tempo. ...
Vince ha detto:
Lucio, non c'era nessuna sabbia mobile, sarebbe bastato accogliere le proposte di modifica della minoranza PD, sulle quali persino Renzi si diceva d'accordo, alcuni mesi fa, aggiungendo però che gli era impossibile farlo perchè c'era il Patto del Nazareno e lui aveva le mani legate. Resta da capire il motivo per cui Renzi non abbia poi voluto cambiare nulla, anche quando il patto del nazareno non c'era più. Per introdurre quelle modifiche bastavano pochi giorni e a quel punto avrebbe avuto il consenso di tutto il partito, proprio come con l'elezione del PdR....ma lui ha preferito percorrere un'altra strada, quella della forzatura...e lo ha fatto per un motivo ben preciso e cioè, ha voluto umiliare la minoranza interna, dimostrare che non contano più nulla e che politicamente non possono fare nulla. Questo è il motivo della fiducia...altro che sabbia mobile. Da questa vicenda Renzi esce vincitore, appare come un decisionista che tira dritto e non guarda in faccia a nessuno...mentre la minoranza PD esce con le ossa rotte, cioè proprio quello che voleva Renzi. Non esistono più i presupposti per restare nello stesso partito di Renzi...a meno che in alcuni non ci sia la vocazione al martirio.
charly brown ha detto:
Ho risposto al tua suggestiva proposta "Grillo?" Perche per fare dispetto al PD votando Grillo ricorada la famosa vendetta del marito che se lo taglia per far dispetto alla moglie che lo ha tradito. Per quello che mi concerne, e non pretendo di convincere nessuno a seguire il mio esempio, l'ho già reso noto: restando le cose come si presentano ora, alle prossime politiche voterò scheda nulla, iscrivendoci sopra lo slogan "FATE TUTTI SCHIFO"
lucio sorge ha detto:
Scusate tanto, ma ho la forte sensazione che a troppi sullo scenario politico e nell'opinione pubblica interessi di più trovare il sistema per liquidare l'attuale Premier, piuttosto che proporre valide proposte di cambiamento. Oltre a quanto scrivevo su topics del 29 c.m. mi sembra che si stia innalzando un grande polverone a dimostrazione del fatto che dei fatti importanti contingenti come la nuova legge elettorale non interessi alla fine ben poco. Vi premetto che Renzi non mi convince ed mi auguro che giunga un'ondata buona per raddrizzare la rotta, ma le argomentazioni che ci riportano i media ogni giorno più volte sono molto spesso strumentali; si parla di legge elettorale e qualche opposizione rilancia proponendo la repubblica presidenziale o semi presidenziale, il premio di maggioranza non piace più a molti, e via discorrendo per cui la sensazione che ho sempre di più è quella che si voglia mettere i bastoni tra le ruote all'attuale premier non per affinare la nuova legge in gestazione, ma per poterlo attaccare, come abbiamo attaccato in molti i suoi predecessori anche nel partito per non averla cambiata tempestivamente. Del resto se ci pensate per chi sa ragionevolmente di perdere conviene molto di più il consultellum che l'italicum perchè di riffe o di raffe anche se conterà , che so il 3, il 7 o il 15 per cento, una occasione per ritornare in gioco ci potrà essere senz'altro! Inoltre tirandola il più in la possibile, non si sa mai che sorprese ci potrà dare il futuro (se non si hanno i numeri per bocciarla). Questo evidentemente Renzi l'ha capito e ribadisco, non vuol fallire come hanno fatto fallire il tentativo di Bersani che franò, guarda caso, proprio sull'innalzamento della soglia minima per avere il premio di maggioranza e sulla lista (tanto cara a M5S)e non sulla coalizione. Il fatto di porre la fiducia è certamente una forzatura non da poco, ma mi domando se fossi stato io al suo posto (scusate la presunzione) che cosa avrei fatto ? ASvrei forzato o avrei rischiato di finire nelle sabbia mobili ? Dico questo a ragion veduta, poichè sarebbe parecchio interessante conoscere tutti i 140 emendamenti per capire che percorso avrebbe avuto la preparazione della legge (da ri sottoporre poi al Senato con il rischio di ulteriori emendamenti). Quanto alle problematiche interne del Pd mi sembra troppo facile liquidare i dissenzienti come dei pavidi inconcludenti: in politica da sempre alle estreme ratio ci si ricorre con logica ferrea, quando tutto è veramente precluso facendo molta attenzione però a non farsi del male (il giochino dei 101 fu fatto in modo spregiudicato perchè vi erano possibili alternative e troppo a ridotto delle elezioni per rischiare ulteriori elezioni anticipate). Questo non perchè si tiene alla poltrona (troppo facile liquidarla così), ma perchè (l'autoflagellazione è dei santi) regalare pure il via libera uscendo dal partito o dal gruppo parlamentare sarebbe troppo comodo, un bel regalo, per chi resta. Del resto se notate i gruppi parlamentari in corso sono stati per la stragrande maggioranza (60/65%) eletti dalla sinistra PD, ma con il cambio di vento (al quale hanno contribuito anche loro liquidando Bersani) alla nuova segreteria hanno fatto buon viso ed hanno cercato di collaborare ed anche convincersi della nuova linea voluta dagli iscritti. Inutile dire che nel PD ci resto eccome, rompendo le palle se mi sarà possibile: se non mi volessero che chiamassero il 112 !
Patty ha detto:
LA MIA DOMANDA ERA CON CHI SI FA DISPETTO A RENZI. CON CHI SI FA DISPETTO STANDO AL QUADRO POLITICO ATTUALE ?
Vince ha detto:
C'è un problema politico grosso come una casa. Ormai è diventata quasi una barzelletta la minoranza PD, si sa benissimo come va a finire, fin dal primo momento che si agitano...e oltretutto non capiscono nemmeno che Renzi è proprio per umiliare loro, che fa questi strappi. Fino a quando hanno intenzione di portargli le borracce? Questo è il nodo politico e da qui non se ne esce. Secondo me poi era sulla questione del lavoro che avrebbero dovuto smarcarsi definitivamente, perchè risulta molto più comprensibile agli italiani, rispetto alla legge elettorale, che è una questione che la maggior parte degli italiani, non conosce per niente e non capisce. Io non conosco nemmeno un elettore di sinistra disposto a votare per questo PD, che dice una cosa e poi puntualmente ne fa un'altra...quindi non credo nemmeno ai sondaggi, che gli danno più del 35%. E per quale motivo poi un elettore di sinistra dovrebbe votare per un partito che fa una politica di destra? Tra la riforma del senato e questa legge elettorale il PD sta aprendo le porte all'autoritarismo in Italia. Ma ci rendiamo conto che se le avesse fatte Berlusconi, le cose che sta facendo il PD, avremmo avuto le piazze piene di cortei, girotondi e quant'altro tutti i fine settimana?
gianlu ha detto:
ho seguito le vicende di questi mesi senza commentare e sono giunto a maturare un’opinione un po’ differente rispetto a qualche mese fa. Ritengo sempre questa legge elettorale una porcata, e Renzi un buffone che sta riuscendo nell’arduo compito di essere più spregiudicato e non curante delle regole democratiche del suo amico B. Quello che penso adesso però, è che spero i suoi progetti nefasti vadano in porto e anche più in fretta possibile. L’alternativa, a cui avevamo affidato le nostre speranze (poveri noi!), si è dimostrata infima, codarda, attaccata a quella sedia del parlamento che non lascerebbero neanche sotto tortura. Si gonfiano il petto per non aver votato. Per non aver votato! Siamo al punto in cui la classe dirigente alternativa, si sente dalla parte giusta solo per “non votare” e continuare a sedersi sulla stessa poltrona come nulla fosse. La conclusione a cui sono giunto è che alla fine non ha senso opporsi. E’ come quando Nietzsche affermava che Dio era morto. La sua non era una constatazione personale, era un prendere atto di quello che stava succedendo nelle coscienze delle persone e che avrebbe cambiato la storia dell’uomo occidentale. E che una volta accettato da tutti che Dio è morto, allora e solo allora, sarebbe stato possibile costruire nuovi valori. Bisognava accettare il fatto di vivere senza alcun Dio per poter poi un giorno ricostruire un uomo nuovo. Ecco a questo punto spero che Renzi spazzi via più in fretta possibile i residui democratici e i residui di sinistra che esistono ancora in questo Paese. Forse solo anni di senza Dio (che si chiami Democrazia, Rappresentanza, Sinistra,…) ci sarà un risveglio delle coscienze, che porti a ricostruire questo Paese dalle fondamenta culturali e etiche. Forse è proprio la democrazia rappresentativa che non funziona più, sembra infatti non interessare più, non solo nel nostro Paese. Ci bastano le fiction in tv, 80 euro in più al mese, magari un condono e chissenefrega di chi ci rappresenta. Questo lo aveva già capito B, ma si chiamava B e allora giù a fare manifestazioni, girotondi, 10 domande ecc. Ora si chiama Renzi e va tutto bene o al massimo ci si oppone a parole o a interviste. Con questa legge elettorale (ma anche con il Porcellum) non andrò più a votare. Non è più un esercizio democratico. Non c’è nessuna rappresentanza. Meglio rifiutare, che esercitare un falso diritto, che credere a un falso dio.
charly brown ha detto:
Grillo chi? Quello che in Europa è in combutta con Farage e in Italia con casa Pound? No grazie.
Marco G. ha detto:
Io pure!
Patty ha detto:
Il dispetto sarebbe ? E' veramente un dilemma. Grillo ?
Tafanus ha detto:
Anch'io
Gatto Nero ha detto:
Come da programma, molto rumore per nulla. Un lotto di "dissidenti", responsabilmente si adegua. Un altro lotto, inutilmente, non partecipa al voto.
maria ha detto:
non sono così competente nel merito, ma il modo offende ogni democratico. speriamo ci sia un giudice a berlino, cioè la corte costituzionale. la minoranza pd fa proprio schifo, capisco perchè renzi si è appropriato del pd e ha fatto fuori letta in modo ignobile. per me il pd è morto, se non ci sarà un'alternativa di sinistra rischio di votare per dispetto.
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