…credevo che mai, nella vita, avrei potuto pronunciare questa frase. Oggi mi succede. Vediamo di capirci. Mastella non mi è mai piaciuto: è da una vita che fa finta di condurre battaglie politiche di principio, che poi cessano appena arriva un sottosegretariato, un assessorato, una poltrona di Presidente dell’Assemblea Regionale per la Signora…
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Non mi piace gente chi milita indifferentemente a destra e a sinistra, secondo le variazioni delle stagioni, del clima e delle convenienze. Detto questo, nella diatriba da pollaio che si è scatenata ieri fra lui e Di Pietro, chi ha sbagliato non è Mastella, ma Di Pietro, nel metodo, nel merito, e nel bel risultato ottenuto.
Nel metodo: Di Pietro fa parte di una coalizione. Questa coalizione ha un programma approvato, dopo faticose mediazioni. Ovviamente un programma di governo non poteva spingersi fino a dire se l’abrogazione della riforma Castelli della Giustizia dovesse essere fatta di un solo articolo, di tre o di tredici. Inoltre, Di Pietro è Ministro delle Infrastrutture. Finora si sta occupando più del Ministero di Mastella che del suo. Finora è finito sulle prime pagine dei giornali prima per la legge sull’indulto, adesso per la legge sulla Giustizia. Anche se nel merito l’indulto non mi è piaciuto, nel metodo non mi è piaciuto Di Pietro.
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Di Pietro dice che i suoi senatori hanno esercitato in piena libertà il loro mandato. Perfetto. Allora Di Pietro si dimetta da leader dell’IdV: se non riesce a controllare i suoi e ad imporre la propria leadership, lo dica, sciolga il gruppo parlamentare, e che ognuno vada per conto suo. Tana libera tutti. Il gruppo misto esiste anche per questo, per ospitare cani sciolti e gaglioffi di vario genere..
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Non mi è piaciuto neanche Mastella, ma questa volta mi è “dispiaciuto” meno di Di Pietro; perché quando dice che se ci si mette sulla strada delle ripicche incrociate si va a sbattere, ha pienamente e perfettamente ragione. Mastella sbaglia quando dice che “Di Pietro ha rotto i coglioni” e che preparerà una mozione di sfiducia individuale contro Di Pietro, ma Di Pietro deve capire che se ogni volta che c’è un provvedimento importante sulla Giustizia si sdraia di traverso sulla strada di Mastella, prima o poi (più prima che poi) riporteremo a galla in nano di Arcore. Quindi Di Pietro cerchi di occuparsi di più delle Infrastrutture, e di meno della Giustizia.
Nel merito, Di Pietro ha ottenuto un bellissimo risultato, che è quello di essere riuscito, probabilmente, a fare quello che non era riuscito al centro-destra: ottenere la separazione di fatto delle carriere dei magistrati. Un sogno, per Berlusconi. Se infatti il governo non riuscirà ad inventarsi alla svelta qualcosa, il 28 i magistrati dovranno scegliere se optare per la funzione inquirente o per quella giudicante. Un grande risultato, che Anna Finocchiaro (che nessuno, credo, si sognerà mai di giudicare incompetente o animata da spirito partigiano), ha così sintetizzato:
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"Entra in vigore il peggio". "L'unica conseguenza certa del voto è che la parte più contestata della riforma Castelli entrerà in vigore e produrrà effetti irreversibili. Davvero un bel risultato...".
...intanto ad Arcore mettono lo champagne in frigo, il nano cammina di nuovo "pancia in dentro, petto in fuori", e l'ipotesi che "non arriveremo a mangiare il panettone" diventa sempre meno improbabile. Complimenti, ragazzi.


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