giovedì 9 ottobre 2008

Sant'Anna di Stazzema: la storia riveduta e corretta da Spike Lee

Tafanus Ieri sera (anzi, notte) in quinta serata, e cioè in orari nei quali sono svegli solo prostitute, lenoni, presidenti del consiglio e bloggers, ho avuto la ventura di guardare una bellissima puntata de "La Storia siamo noi" di Minoli, che riguardava il tristemente famoso "armadio della vergogna": quell'armadio nel quale i servizi, complice la classe politica, ha imboscato per sessant'anni oltre seicento fascicoli, nei quali erano raccolte le prove degli eccidi nazisti, coi nomi e i cognomi di mandanti ed esecutori.

I processi aperti dopo l'apertura di questo pozzo di San Patrizio (circa sessanta), si sono conclusi tutte con gravi condanne. Ma nessuno farà un solo anno di carcere, avendo i responsabili sopravvissuti superato, tutti, gli 80 anni.

L'armadio era "dimenticato" da decenni in uno sgabuzzino chiuso con catena e lucchetto. Le ante erano rivolte contro il muro, ed era stato dissepolto solo grazie ad un'inchiesta del giornalista Giustolisi dell'Espresso (tanto per cambiare...)

Fra le stragi "dimenticate" nell'armadio della vergogna c'era anche quella forse più orrenda; quella di Sant'Anna di Stazzema. Minoli, come spesso gli accade, ha fatto un buon lavoro, raccontando la storia dell'armadio, dei responsabili, intervistando alcuni superstiti nazisti della strage, ed intervistando, infine, Spike Lee, il regista del film uscito alcuni giorni fa sulla strage: "Il Miracolo di Sant'Anna".

Io non parlerò del film per due buone ragioni: -a) non l'ho visto; -b) quando vorrà e potrà, lo farà forse , con ben altra competenza rispetto alla mia. Voglio invece parlare della sgradevolissima impressione che mi ha lasciato addosso Spike Lee. Non dirò che mi ha lasciato addosso l'impressione di essere un grande stronzo, ed un insopportabile narciso, di quelli che "zitti voi che non capite un cazzo della mia grandezza", solo perché potrei passare per un razzista, visto il colore della pelle di Spike Lee. Ed è l'ultima cosa che vorrei, come qualsiasi frequentatore non occasionale di questo blog può certificare.

Minoli_giovanniLe domande accusatorie rivolte da Minoli vertevano sul fatto di aver voluto infilare ad ogni costo nel film, contro ogni evidenza storica e processuale, un bieco partigiano doppiogiochista, principale responsabile della strage. Insomma, i partigiani, nella testolina di Lee, erano "tutti comunisti", e Lee, come molti della sua generazione, sono cresciuti nella cultura del più bieco maccartismo. Vietato tracciare un quadro nel quale i partigiani possano venir fuori senza macchia. Qualcosa bisognava pur ficcarci dentro...

Per inciso, mi sono spesso chiesto PERCHE' ne "La vita è bella" Benigni abbia voluto chiudere un film bellissimo e commovente con una pacchiano e marchiano falso storico: quello del carrarmato americano che entra ad Auschwitz per liberare i superstiti. Lo sanno anche i bambini (non quelli che frequentano le scuole private di Alenano) che ad entrare ad Auschwitz erano stati i sovietici. Se Benigni si fosse attenuto alla verità storica, il film avrebbe forse perso in pathos? Non credo. Però forse avrebbe perso notevoli chances di vincere l'Oscar. Si sa, i films di successo, nella testa degli americani, devono avere il lieto fine, devono "arrivare i nostri", e i nostri non possono che essere bravi ragazzi dell'Ohio.

Dunque, richiesto del PERCHE' di questo pacchiano e marchiano falso, Spike Lee avrebbe potuto dare due risposte, brutte ma verosimili:Spikelee

-a) l'ho fatto per ragioni di marketing;

-b) l'ho fatto perchè, per superficialità, non ho fatto verificare la sceneggiatura da uno storico "vero".

Si è guardato bene dal fare sia l'una cosa che l'altra. Con aria di grande sufficienza, ha spiegato che:

-1) si trattava di un film, e, come tutti sanno, i films sono opere della creatività e della fantasia;

-2) All'inizio del film c'è un cartello che avverte "Qualsiasi riferimento a fatti, persone eccetera..."

Sul punto -1): Spike Lee, che in qualche circostanza è stato un non disprezzabile documentarista, non ha spiegato perché, per fare una creativa opera di fantasia, sia andato in un posto vero, a parlare, in maniera raffazzonata e falsa, di un fatto vero. Poteva "inventarsi" di sana piana un luogo e un fatto, e costruirci sopra un'opera di fantasia.

Sul punto -2): in TUTTI i films c'è un cartello simile. In termini da paraculi azzeccagarbugli si chiama "disclaimer", e lo si mette per azzerare o ridurre le responsabilità legali. Insomma, una forma abbastanza scontata e volgare di "qui lo dico, e qui lo nego".

Se alla sostanza di questa intervista si aggiunge il tono di sincero disprezzo di Spike Lee nei confronti dell'intervistatore, ed alcune affermazioni circa i partigiani italiani che "devono ancora chiarire molte cose", il quadro è completo. Quindi chiudo da dove avevo cominciato. A volte, anche un nero può lasciarti addosso la spiacevole sensazione di essere uno stronzo. Amen Tafanus

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Che l'ispiratore culturale di Spike Lee sia un tale Gianpaolo Pansa? Sentite cosa scrive del nostro convertito all'anticomunismo Repubblica, il 3 ottobre:

Pansa_giampaolo01 L' Anpi è una setta di fanatici e no global. Non conta niente, è solo una piccola setta politica nata da una scissione delle associazioni di partigiani. Oggi è una setta di fanatici che vedendo sparire per motivi anagrafici molti associati ha aperto le iscrizioni ai giovani e sono entrati molti no global”.

Va giù duro il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa, intervenuto in diretta nella trasmissione ‘Viva voce’ su Radio 24 e dedicata alle polemiche suscitate dal film di Spike Lee, ‘Miracolo a Sant’Anna’. L’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) ha attaccato il regista americano accusandolo di aver inserito la figura di un partigiano traditore che non risulta dagli atti processuali, stravolgendo così parte della storia tragica della strage di Sant’Anna di Stazzema, quando il 12 agosto 1944 ben 560 civili furono massacrati dai tedeschi.

“Le dichiarazioni di Spike Lee sul fatto che dopo gli attentati molti partigiani scappavano sono banali. È ovvio che la strategia di una guerriglia è quella del mordi e fuggi. Ma è anche vero — aggiunge Pansa — che i civili a volte sono stati messi in difficoltà con un calcolo politico ben preciso. Diceva De Felice, grande storico del fascismo, che la popolazione italiana era una grande zona grigia che non stava né con i partigiani né con i fascisti. Per provocare una rivolta, alcuni capi delle formazioni partigiane legate ai comunisti a volte hanno attuato proprio una strategia mirata a provocare la reazione dei nazisti, nella speranza che la popolazione si sollevasse”.

Santanna_stazzema La replica di Ennio Mancini, sopravvissuto alla strage di Sant’Anna (aveva 7 anni) e dirigente dell’Anpi di Pietrasanta, è ferma e pacata: “Vorrei dire al signor Pansa che sono scampato all’eccidio di Sant’Anna e che, come molti altri membri dell’Anpi, non esco dai centri sociali. In quanto alle polemiche sul film — spiega — hanno un motivo ben preciso: ho letto il libro e so bene qual è la tesi trattata ed è falsa. Conosco le storie che si raccontano su quella strage. Il problema è che non si parla dei fascisti che hanno portato i nazisti fino al paese, ma sempre dei partigiani che avrebbero tradito”.
(Repubblica.it)

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Ma Spike Lee non si è fatto mancare niente, ed ha "esternato" anche sul Corsera:

"...dopo gli attentati molti combattenti fuggivano abbandonando i civili..." - Spike Lee, scontro con i partigiani: "Antifascisti traditori? Non mi scuso". L'Anpi protesta: «Menzogne storiche e offesa recata alla Resistenza»

ROMA — Per i partigiani, non ha fatto la cosa giusta. «Le dichiarazioni di Spike Lee ci indignano, ha fatto un film che non ha presente l'esatta verità di ciò che è avvenuto a Sant'Anna di Stazzema». Il vicepresidente della sezione Anpi di Pietrasanta, Giovanni Cipollini, ha replicato in serata al regista Usa. Lui aveva appena finito di dire che dopo gli attentati i partigiani spesso fuggivano lasciando i civili inermi, soli a vedersela con le rappresaglie dei soldati tedeschi. E poi: «Come regista, non mi scuso con nessuno». Il regista di "Fa la cosa giusta" avrebbe voluto chiudere così la polemica dei partigiani sul film "Miracolo a Sant'Anna".

Stazzemaossario Mercoledì all'anteprima del film a Viareggio l'Anpi, l'associazione dei partigiani, farà volantinaggio di protesta «per le menzogne storiche e per l'offesa recata alla Resistenza». Volevano incontrare il regista per un confronto, «ma non è stato possibile». I partigiani l'avevano già accusato di «falso storico», perché si ipotizza che la strage di civili a Stazzema ad opera delle SS sarebbe causata dal tradimento di uno di loro. A dire il vero le stragi nel film sono due e, per motivi diversi, entrambe provocate da partigiani: il traditore impersonato da Sergio Albelli («non ho mai pensato di recitare il cattivo») non avvisa dell'arrivo di una colonna di tedeschi, e l'eroe Pierfrancesco Favino («siamo un paese diviso a metà dai tempi di Dante») non attribuendosi la colpa dell'imboscata provoca la strage in chiesa col principio della decimazione: 10 civili inermi per ogni soldato ucciso.

«Che il film possa aprire una discussione sul passato dell'Italia — continua il regista — è una cosa positiva, ci sono diverse interpretazioni su ciò che è successo, ma il fatto è che il 12 agosto 1944 la 16ª divisione di SS massacrò 560 civili italiani, uomini e donne, anziani e bambini». James McBride è sceneggiatore e autore dell'omonimo romanzo (edito da Rizzoli): «Chiedo scusa se ho urtato la suscettibilità o la sensibilità dei partigiani. Però è una storia di finzione, romanzata, nata il giorno in cui sono entrato nel villaggio di Sant'Anna di Stazzema. Nessuno parlava più dell'eccidio, c'è voluto un film e un romanzo, che non è un libro di storia [...]

All'inizio una vecchia sequenza con John Wayne, il simbolo della mitologia del soldato bianco, «per marcare una differenza rispetto agli altri film». Altri italiani nel film, Omero Antonutti nella parte di un fascista e Valentina Cervi che fa sua figlia. Spike Lee con la sua rabbia dentro, la sua forza e il suo limite, risponde alle critiche negative ricevute in Usa, soprattutto quella di Variety, all'impressione di un film a tesi di 144 minuti dove i soldati neri sono tutti bravi fratelli «trattati come schiavi da una nazione che non li vuole». «Faccio questo mestiere da 23 anni, sono un artista che si prende i suoi rischi, non è che a ogni recensione negativa mi taglio le vene o mi butto dall'Empire State Building».
(Corsera - Valerio Cappelli - 30 settembre 2008)John_wayne1

...ne siamo convinti... uno come lei non si svenerebbe MAI per una critica. E butterebbe caso mai giù dall'Empire State Building chi ha osato muovere delle critiche...

Quanto a James McBride, ed alla sua asserzione che "...nessuno parlava più dell'eccidio, c'è voluto un film e un romanzo...", devo far notare che forse si sopravvaluta. Di Sant'Anna parlava l'ANPI. A Sant'Anna di Stazzema un tale Carlo Azeglio Ciampi, ex paritigiano prima che Presidente Emerito della Repubblica, è andato a trascorrere il primo dei suoi sette "25 Aprile" da Presidente. E della strage si è occupata, a lungo, e con grandi risultati storici se non giudiziari, la casta delle "toghe rosse". Quelle che adesso non piacciono più neanche a Gianpaolo Pansa, fulminato sulla via del revisionismo (per ora... più tardi si vedrà).

P.S.: Spike Lee è finito più volte al centro delle polemiche anche per i suoi ripetuti contatti con Louis Farrakhan. Il regista infatti chiese l'aiuto esplicito al Fruit of Islam, ossia il reparto della sicurezza della Nation of Islam, per difendere i suoi set. Molti giornalisti criticarono il regista, a causa della sua vicinanza a Farrakhan, considerato un razzista per le sue dichiarazioni, quando Lee si esprimeva sempre contro il razzismo. (Wikipedia)

Nel 2005 ha pubblicato la sua autobiografia, intitolata "Questa è la mia storia e non ne cambio una virgola".

Per carità, Spike... in Italia nessuno le ha mai chiesto di cambiare la SUA storia. Però ci faccia una cortesia: se proprio deve occuparsi della nostra, lo faccia attenendosi alle risultanze della magistratura. Sono a disposizione di tutti, anche sua.

P.S.: su cortese segnalazione di Marilù, che ringrazio, riporto i links all'articolo di Giorgio Bocca sul film di Spike Lee, ed il link alla risposta di Spike Lee a Bocca. Non li avevo letti, ma dell'articolo di Bocca avevo sentito spezzoni in una rassegna stampa notturna.

                                       [ Articolo di Giorgio Bocca ]

                                          [ Risposta di Spike Lee ]

I due pezzi non fanno che rafforzarmi nella convinzione di quanto ho scritto, forse in maniera alquanto brutale, nel post. Ovviamente sposo totalmente la risposta di Giorgio Bocca.

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