venerdì 9 gennaio 2009

Com'è sicura, l'Italia di Berlusconi e Maroni!

Tafanus L'Italia della "tolleranza zero". Città più sicure. I soldatini di La Russa. Il Carabiniere di Quartiere. Il Poliziotto di Prossimità. I Pulsanti Antistupro alle fermate del tram. La Bossi-Fini. La guerra alle puttane. Dimentico qualche minchiata, delle tante sparate in campagna elettorale? Ecco come è cambiata (in peggio) la sicurezza delle città dopo otto mesi di governo "low and order".

Bluff Sicurezza
(di Gianluca Di Feo - l'Espresso)

Espresso In aumento stupri, rapine ai negozi e sbarchi di clandestini. La tanto sbandierata lotta al crimine del governo Berlusconi non ha cambiato la situazione. Ma nessuno lo dice. Potevano stupirci con giochi di luce ed effetti speciali, con i soldati nelle strade e retate spettacolari. Ma alla fine le cose non cambiano: il primo bilancio della sicurezza nell'era Berlusconi è un bluff. La situazione migliora, certo. Ma i reati diminuiscono nell'identica maniera in cui stavano calando negli ultimi mesi del governo Prodi. Sì, perché i record annunciati in pompa magna da prefetti e questori sono tali solo grazie al confronto con il 2007, l'anno nero segnato dal boom dei crimini per effetto dell'indulto. La contabilità reale dell'Italia a mano armata non cambia. Anzi, in certi settori peggiora. C'è un picco di rapine contro i negozi. C'è un aumento in diverse città di quelle violenze sessuali che soltanto un anno fa avevano contribuito a far dilaniare il senso di insicurezza. E c'è un peggioramento drammatico dell'immigrazione 'clandestina' dall'Africa: 36.800 persone sbarcate nel 2008, la cifra più alta negli ultimi dieci anni. Insomma, una débâcle proprio su quel tema cavalcato dal centrodestra nell'ultima campagna elettorale.
Roma-cambia
Banditi alla cassa Partiamo dal risultato migliore. Tutti i bilanci sbandierati per il capodanno mettono in evidenza un dato di sicuro effetto: il crollo delle rapine in banca. Tutto vero. Le statistiche che l'Ossif, l'osservatorio per la sicurezza dell'Abi (vedi box e tabella a pag.32), ha elaborato per 'L'espresso' mostrano da giugno a ottobre - i primi mesi del governo Berlusconi - un calo del 26,7 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precente. Complimenti? Pochi. Perché già nell'ultimo semestre prodiano il miglioramento era stato netto: oltre il 23 per cento di colpi in meno. Insomma, persino in questo caso il cambiamento è minuscolo. E la medaglia al valore va soprattutto agli istituti di credito, che hanno incrementato le protezioni spingendo i banditi verso obiettivi meno difesi. Sono così finiti nel mirino uffici postali, supermercati e negozi. Le rapine agli esercizi commerciali sono in crescita quasi ovunque. A Milano i dati ufficiosi della questura, segnalano un boom: a metà dicembre ne erano state censite 626 contro le 460 dell'intero nefasto 2007, un terzo in più.  Nella capitale invece tocca alle Poste pagare il prezzo più caro. In tutta Italia però il primato negativo spetta alle farmacie. A Roma e Milano i colpi sono triplicati. Nel capoluogo lombardo si è passati da 131 a 267. Mentre i farmacisti si mobilitano, chiedendo più sicurezza, le altre categorie non danno visibilità all'allarme. Eppure erano state proprio le organizzazioni dei commercianti ad animare le proteste di piazza più clamorose contro il crimine.

Indulto L'Italia delle statistiche criminali è un labirinto dove si fatica a trovare dati omogenei: di anno in anno cambiano i riferimenti territoriali e persino i criteri. È come se i numeri rispecchiassero la nostra atavica incapacità di coordinamento tra i responsabili dell'ordine pubblico. "È un caos, senza serie storiche, con procedure che risalgono all'epoca fascista", sintetizza il professor Giandomenico Amendola, autore per Liguori di 'Città, criminalità, paure': "Nessuno riesce ad avere basi per impostare una politica di sicurezza". "Quella che emerge è una criminalità a macchia di leopardo, senza aree omogenee. I dati sono controversi: diminuiscono i reati ma aumentano le persone denunciate", puntualizza Ernesto Savona, docente di criminologia alla Cattolica e direttore di Transcrime.

Sbarchi-lampedusa Così 'L'espresso' ha dovuto attingere a fonti diverse. I bilanci, provvisori e parziali, di fine anno delle forze dell'ordine sono tutti positivi. C'è un dato però che tende ad uniformare le città del centro-nord: un calo dei reati totali nel 2008 tra il 15 e il 20 per cento, su cui incide soprattutto il crollo di furti e borseggi. Ed è sorprendente notare come questa flessione coincida in linea di massima con l'effetto determinato nel 2007 dall'indulto, la scarcerazione di massa senza prospettive di reinserimento che provocò un aumento dei reati predatori. A crollare ora sono le rapine in banca, i borseggi, i furti di auto: gli stessi misfatti che subirono la maggiore impennata dopo la clemenza del 2006.

Spot marziale Il principale provvedimento show del governo è stato l'invio dei soldati nelle strade cittadine, sostenuto dal ministro Ignazio La Russa. Sono stati utili? Sicuramente, ma si è trattato di una misura essenzialmente di immagine. Il ministero dell'Interno ritiene che i tremila militari abbiano 'liberato' 1100 agenti e carabinieri. Per l'esattezza, con mille fanti davanti agli obiettivi sensibili sono stati recuperati 369 uomini delle forze dell'ordine; altri mille soldati hanno 'riscattato' 778 poliziotti dalla sorveglianza dei centri immigrati; infine altri mille sono andati di ronda nei quartieri. Mille è un numero evocativo, ma contrariamente allo spirito garibaldino di rivoluzionario si è visto poco. A Milano, per esempio, i 170 alpini che si sono alternati nei controlli di fatto hanno permesso di schierare una ventina di pattuglie al giorno. "Che senso ha impiegare l'esercito contro i piccoli spacciatori in una realtà come Torino?", commenta Fabrizio Battistelli, docente di sociologia alla Sapienza che ha appena pubblicato per Franco Angeli 'La fabbrica della sicurezza': "Non dimentichiamo che abbiano già le forze dell'ordine più numerose di tutta Europa, sarebbe assurdo pensare che tremila militari cambino la situazione".

"Le ronde miste non possono risolvere i problemi di metropoli complesse come Napoli", aggiunge il professor Amendola: "Anche un'innovazione positiva come il poliziotto di quartiere poi è stata applicata in modo sbagliato. A Napoli ce ne sono sei per vigilare su due quartieri con 200 mila abitanti". Quanto ai carabinieri e ai poliziotti 'liberati' dall'intervento dell'Esercito, senza addestramento e riqualificazione è difficile che diano contributi significativi. Ma alle forze dell'ordine mancano mezzi e uomini in tutti i reparti chiave. E non ci sono fondi nemmeno per rimpiazzare i vuoti. Berlusconi-carcerato

Violenza senza notizia L'episodio della ragazza stuprata a Roma durante il party di Capodanno patrocinato dal Campidoglio, conquistato dal Pdl grazie a una campagna martellante sulla sicurezza, ha riacceso i riflettori su questo reato, dimenticato dopo gli slogan elettorali. Ma l'anno appena chiuso non ha visto miglioramenti degni di nota. Nella Capitale il questore ha riconosciuto l'aumento degli abusi sulle donne. In Lombardia i carabinieri nel 2008 hanno registrato 583 casi, stesso numero del 2007, 22 in più del 2006. Nella provincia di Milano a fine novembre erano 208, contro i 228 dell'intero 2008. 'L'espresso' si è rivolto alla Mangiagalli, la struttura del Policlinico milanese che gestisce il Servizio di soccorso sulla violenza sessuale. Al 12 dicembre i casi erano stati 325, la stessa cifra dell'intero 2007 molti più del 2006.

Assalto alle coste Il ministro leghista Roberto Maroni ha fatto del contrasto all'immigrazione clandestina una delle priorità di governo. Finora però è stato sfortunato. Nel 2008 gli sbarchi dall'Africa sono moltiplicati, segnando un vertiginoso più 75 per cento: a Lampedusa e sulle coste di Calabria e Sardegna sono arrivati in 36.900. Sono cifre senza precedenti: i picchi del '98-'99 erano dovuti soprattutto all'emigrazione dai Balcani lungo la rotta albanese, in rapporto con il conflitto del Kosovo. Adesso invece i migranti arrivano dal Maghreb o dalla disperazione dell'Africa nera, partendo dagli scali libici riaperti dal governo di Tripoli dopo la vittoria elettorale di Berlusconi. In forte passivo anche il risultato dei rimpatri: nei primi sette mesi erano stati 4.082 su 14.420 nuovi arrivi e in tutto l'anno non dovrebbero avere superato gli ottomila. Mentre i bollettini delle questure sono pieni di espulsioni decretate ma teoriche, gli sforzi del ministro hanno permesso di noleggiare solo 38 voli charter per portare via 1199 extracomunitari.

Paura repressa Se i reati non cambiano perché la percezione di insicurezza appare in calo? "Semplice: c'è un blackout nelle informazioni. I tg e i grandi quotidiani non ne parlano quasi più". "Si è parlato molto meno di sicurezza e quindi si è creata sicurezza. Oggi la percezione del problema è di gran lunga inferiore rispetto a quanto accadeva in campagna elettorale, [...] mentre i dati oggettivi sono sostanzialmente stabili. Ma non è un metodo solo italiano, accade così in tutti i paesi occidentali". Il professor Amendola pone l'accento su un altro aspetto: "Questo governo abbassa l'ansia tentando di contestualizzare i delitti. Se c'è un omicidio e viene presentato come una vendetta privata, un litigio passionale o un'esecuzione di mafia, così non si crea senso di insicurezza". Molti omicidi restano così con moventi sospesi. Il tabaccaio ucciso nel Lodigiano a Capodanno: rapina o vendetta? Il gioielliere ammazzato nella sua villa da una gang romena alle porte di Roma: razzia o punizione? L'effetto silenziatore è stato paradossale a Napoli con l'omicidio di Antonio Metafora, avvocato settantenne molto noto ucciso nel suo studio in pieno centro. La versione iniziale? Lite per uno sfratto: un giovane si è vendicato per l'ingiunzione contro la madre. Insomma un caso banale. Solo in un secondo momento è stato fornito un quadro diverso: il legale aveva dato lo sfratto a un garage di Secondigliano gestito dalla camorra e il killer era genero del boss Licciardi. Metafora era stato già minacciato, conosceva il pericolo ma non si era arreso, venendo punito con tre colpi di revolver: ai funerali è stato paragonato a Giorgio Ambrosoli, ma la storia è rimasta nelle cronache locali.

La crisi criminogena Gli esperti sono convinti che il nuovo anno comporterà una sfida pesante: l'aumento dei reati predatori - furti e rapine - legato alla disoccupazione. Il questore di Treviso Damiano ha presentato lo scenario con chiarezza: "In quattro mesi hanno perso il lavoro 2500 persone, metà delle quali straniere. Mi pare evidente che gente senza lavoro, per mangiare, si deve arrangiare in qualche modo". "Il fenomeno sta emergendo con forza in Gran Bretagna, dove ci sono meno ammortizzatori sociali: la crisi sta facendo aumentare i reati di strada", spiega Savona. Ma l'impatto è stato misurato da uno studio di due professori, Riccardo Marselli e Marco Vannini: l'aumento di un punto del tasso di disoccupazione provoca 118 furti, 12 rapine e 0,2 omicidi in più ogni 100 mila abitanti. La loro analisi si spinge anche a calcolare il costo su scala nazionale per questi crimini da impoverimento: un miliardo di euro l'anno. E pensare che c'è chi teme un aumento della disoccupazione di due punti: una prospettiva, quella sì, da vera emergenza. Criminale, ma soprattutto sociale.
(Hanno collaborato Giorgio D'imporzano e Paolo Tessadri)

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