giovedì 1 gennaio 2009

Frattini non è "ubiquo", è solo "mona-iquo"

L'Italia Diplomatica chiude l'anno in bruttezza, con l'ennesima figura di merda.

Gaza - Frattini: la mia assenza a Parigi? Non ho il dono ubiquità della ubiquità. Questa la brillante giustificazione di Frattini per la sua assenza dal vertice di Parigi su Israele. Frattini non è "ubi-quo". E' "mona-iquo", e ce ne stiamo facendo una ragione. Non è la prima volta che antepone le ragioni della "vacanze sacre e inviolabili" o quelle della "comparsata TV" a quelle della politica. E' successo adesso, era successo in agosto, durante la crisi in Georgia. Era successo nell'aprile del 2004, quando la notizia dell'uccisione di Quattrocchi venne data con ore di ritardo, perchè il mona-iquo, che SAPEVA, non poteva abbandonare il salotto TV dell'insetto leccatore. E questo è uno dei "migliori" ministri che abbiamo...

Per illustrare la brillante, infaticabile carriera di "Frattaglie il Vacanziere", mi sono avvalso di estratti da tre articoli. Il primo, di "consigli per la valigia" del ministro-sciatore, è un brillante pezzo di Lina Sotis sul Corsera:

Quando il politico è in vacanza (in tuta) - Consigli per un guardaroba (doppio) - Lettera aperta al ministro Frattini: «Chieda in prestito a Chantal un po' di cipria per smorzare l'abbronzatura» (di Lina Sotis - Corsera)

Frattinisciatore Caro ministro, perché un bel signore dall'aria avvenente ed elegante come lei, con un perfetto phisique du role per fare il ministro degli Esteri si ostina a danneggiare la sua immagine? So che le ferie sono un diritto. Anche per un rappresentante del governo. Anche quando nel mondo scoppiano guerre e crisi terribili. Va bene. Ma dato che la diplomazia mondiale non riesce a rispettare i suoi tempi di vacanza, le vorrei dare qualche consiglio per attrezzarsi alle emergenze. Non è difficile, basta saper fare le valigie. Prendiamo il caso della Georgia. Durante la crisi con la Russia, in un momento così delicato e difficile per i ministri degli Esteri di tutti i Paesi del mondo, lei si è fatto sorprendere in mutande da bagno alle Maldive. Non si è immediatamente infilato dei pantaloni ed è corso con il primo aereo alla Farnesina perché l'Italia potesse dire la sua, ma si è limitato a cambiare costume da bagno e, fra una nuotata e l'altra, ha lavorato, pare, in conference call.

L'evento imponeva di scegliere dalla valigia un completo giacca-pantaloni non troppo estivo e non troppo chiaro, abbinarlo con camicia e cravatta, mettersi alle spalle una bella carta geografica con Russia e Georgia in evidenza e, in piedi accanto alla carta, spiegare scenari e mosse diplomatiche dell'Italia.

Veniamo a Gaza. Dal suo chalet di montagna intutato, sponsorizzato, abbronzato e dichiaratamente in vacanza lei si è limitato a fare un commento per i telespettatori. Le vacanze natalizie, si sa, sono sacre. Ma bastavano solo due minuti per togliere la tuta con marchio, indossare camicia, cardigan scuro e allontanarsi dalle travi di legno della baita, farsi prestare una bella scrivania e piazzarci sopra un mappamondo. E, magari, chiedere anche in prestito a Chantal, la sua compagna, un po' di cipria per smorzare l'abbronzatura. Troppo sole fa male, non è elegante e non trasmette sicurezza a meno che uno non faccia il ministro del Turismo. Lei che ha il phisique du role che tanti suoi colleghi di governo le invidiano, nel 2009 non ci deluda. Visto che ha la responsabilità degli Esteri abbia sempre pronta una faccia da estero-dramma, dato che parla di cose importanti e drammatiche quando parte porti sempre dietro due guardaroba, uno per le vacanze e uno per lavoro.

Quando comunica agli italiani esibisca quello professionale, si faccia vedere consapevole anche nel vestire delle parole che sta dicendo. Basta poco, in fondo. La prossima crisi, forse della Cecenia, potrebbe sorprenderla mentre è a cavallo in Mongolia. Nessun problema, l'importante è metter via in fretta pantaloni da cavallerizzo, frustino e cavallo. E prendere dalla valigia una camicia, un golf di colore non sgargiante; lei è tipo da cravatta, se ne porti sempre dietro una. A noi il ministro degli Esteri piace anche con la giacca. E poi, dato che viviamo nel tempo dell'immagine, pensi anche alla scenografia: una carta geografica, un mappamondo, un quadro. In modo che lei non compaia sempre inquadrato con un mare turchese o con vette bianche di neve. Caro ministro, dopodomani è un altro anno. Non ci deluda. Lina Sotis 

"Pessima figura internazionale, così l'Italia perde credibilità - C'è la crisi in Georgia, i ministri europei si riuniscono d'urgenza e lui resta a crogiolarsi al sole delle Maldive"

Il ministro degli Esteri non interrompe la vacanza alle Maldive per tornare a seguire in prima persona la crisi del Caucaso. E in Italia è subito polemica. Dopo la punzecchiatura arrivata da alcuni organi di informazione (Massimo Gramellini, sulla Stampa, ironizza sul fatto che il capo della Farnesina sia troppo impegnato a dirimere liti tra vicini di bungalow e a fermare lotte armate tra turisti a basi di stuzzicadenti per olive), è l'Italia dei Valori ad andare all'attacco di Franco Frattini. Che contesta all'ex commissario Ue la decisione di farsi rappresentare, al Consiglio straordinario dei ministri della Ue, dal suo sottosegretario Vincenzo Scotti.

Con tutto il rispetto per il sottosegretario Scotti - ha dichiarato la deputata dipietrista Silvana Mura -, con l'assenza del ministro Frattini, rimasto a crogiolarsi al sole, il governo Italiano ha fatto una pessima figura internazionale dimostrando scarsa credibilità». «Le ferie sono un diritto per tutti - ha aggiunto la parlamentare -, ma una guerra che in cinque giorni ha fatto 2.000 morti, la crisi diplomatica che si profila nei rapporti tra Russia e Usa e il ruolo fondamentale che l'Europa è chiamata a svolgere nella soluzione di questa crisi dovrebbero rappresentare motivi abbastanza validi per interromperle, soprattutto da parte di chi si trova a ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri" Purtroppo non è stato così e alla riunione di oggi è stato inviato il sottosegretario di turno. È evidente che condotte come questa, che sfiorano il dilettantismo più grossolano, stridono con la volontà, più declamata che reale, di giocare un ruolo di primo piano a livello internazionale e precludono la possibilità di ospitare a Roma la conferenza di pace sul conflitto russo-georgiano». [L'articolo]

Frattini a «Porta a Porta»: cento minuti di bugie

La ricostruzione di quelle due ore è impietosa e lascia di stucco. Nel salotto di Vespa, di fronte ai familiari degli ostaggi, le facce straziate dall’angoscia di un’attesa snervante, il ministro degli Esteri Frattini sapeva la verità fin dall’inizio. La sapeva due ore prima dell’annuncio dell’uccisione di Quattrocchi data dal vicedirettore di Libero, Renato Farina. Di certo Frattini, secondo la ricostruzione, era stato avvisato dalla Farnesina. Avrebbe dunque finto davanti alle telecamere di non sapere. E alla fine di tutta questa pantomima la famiglia Quattrocchi ha appreso dell’assassinio del suo congiunto proprio dalla tv. La versione peggiore del «Grande fratello». La morte in diretta. Ora Renato Farina accusa: se avessi saputo che i familiari non erano stati avvisati «non mi sarei mai permesso di infliggere quella tremenda punizione». Ma il ministro, dice, mi aveva assicurato che erano stati avvisati. Vespa conferma che di fronte alla richiesta specifica (sono stati avvisati i familiari?) il ministro aveva annuito, e scarica la responsabilità. Un pasticcio che comunque lo giri è inquietante. 

Quattrocchi Mentre Frattini non smentisce e non chiarisce, fioccano le interrogazioni. «La Farnesina sapeva dell’uccisione di Fabrizio Quattrocchi fin dalle 22,15? E perché allora il ministro ha fatto dare in diretta tv e soltanto a mezzanotte la notizia? Perchè nessuno ha evvertito prima la famiglia? Che spiegazione intende dare il ministro al proprio comportamento?» Sono i quesiti che i deputati Ds della commissione esteri della Camera pongono al governo [...]

Massimo Brutti:  "...chiunque può sbagliare, ma lui, il giorno dopo, ha rivendicato come un merito il suo stare di fronte alle telecamere..." [...]

«Un comportamento inaccettabile da parte del ministro - gli fa eco il ds Antonello Cabras che però non esclude la richiesta di dimissioni -. È emerso che lui sapeva benissimo come stavano le cose. Lo sapeva da fonte Farnesina. Non può neanche nascondersi dietro il fatto che stava verificando la notizia. La notizia l’aveva avuta tramite l’ambasciatore che a sua volta l’aveva ricevuta dall’emittente tv Al Jazeera. E invece di starsene al suo posto operativo è rimasto in tv a fare quella parte che hanno visto tutti».

Giovanna Melandri è tranchant: «Non sarebbe accaduto in nessun paese europeo. È immaginabile un ministro inglese, francese, tedesco che nel cuore di una emergenza sta sprofondato nella poltrona in un talk-show? È stata la rappresentazione di una degenerazione della politica, dell’assenza di senso delle istituzioni». Ci sono le condizioni per chiedere le dimissioni? «Secondo me sì. Ma la richiesta di dimissioni dovrà discendere da una valutazione del partito e del gruppo parlamentare».

Rosy Bindi risponde ironica: «Va bene che Vespa è la terza Camera dopo Montecitorio e il Senato, un ministro può anche sbagliarsi e pensare di essere al posto giusto, ma io avrei preferito che in quel momento drammatico il capo della Farnesina fosse al suo posto di lavoro». Dopo la ricostruzione di quelle ore drammatiche però c’è qualcosa di più. C’è il sospetto che il ministro abbia strumentalizzato l’evento per raggranellare qualche consenso. «Se davvero sapeva dell’uccisione di Quattrocchi si è reso responsabile di un comportamento gravissimo». Ci sarebbero le condizioni per chiedere le dimissioni? «Io più che chiederle me le aspetterei. Posso capire che una richiesta di dimissioni da parte nostra potrebbe apparire come un tentativo di strumentalizzare a nostra volta, in un momento così tragico, a fini politici. Dovrebbe essere lui a trarre le conseguenze di un comportamento che non gli fa onore soprattutto come persona».
(16.04.2004 - di Luana Benini)  [L'articolo completo]

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