"...ora rimangono soltanto le macerie di un paese. Adesso che Eluana è morta, assistiamo una parte di paese sfrangiato, privo di pietà, opportunista. Con minuti di silenzio che suonano di opportunismo, battaglie etiche che vanno a perdersi nel calcolo delle opportunità, delle alleanze, o del piacere o no al Vaticano.
La povera Eluana è stata usata su tutto, lei con la sua sofferenza, per tentare di scardinare la Costituzione Italiana, per arrivare a uno scontro politico, per attaccare il Presidente della Repubblica. La crudeltà delle parole irresponsabili è quasi intollerabile. “Avvenire” di oggi arriva a dire che Beppino Englaro, padre di Eluana, «si è fatto giudice e boia». C’è un clima orrendo che non ha nulla a che fare con il rispetto della vita, e non ha a niente a che spartire con l’etica e la buona fede.
Gente come Maurizio Gasparri aveva ancora una volta l’occasione per tacere e non l’ha fatto, gridando: «Assassini» nell’aula del Senato. Andava rispettato il dolore di un padre che ha attraversato una tragedia con coraggio e immenso dolore per 17 anni, calpestando e stracciando tutto. Senza remore e con un cinismo che non ha eguali.
Ma era prevedibile che sarebbe accaduto questo. Perché il centrodestra, perché questa classe dirigente, non sia riuscita, pur su posizioni che potevano essere non condivisibili ma legittime, ad avere la capacità di tenere questa vicenda nell’ambito del dibattito etico e morale, oltre che giuridico, è facilmente comprensibile. Perché non è classe dirigente, perché sono crudeli e in cattiva fede. Perché sono accecati dal potere. Perché è solo questo che conta [...]
Ieri in Senato si è messa in scena l’anima e la cultura di questa gente. «La cultura della vita e non della morte», dice Silvio Berlusconi. Utilizzando tre parole, cultura vita e morte, che dette in questo contesto e in questo modo servono soltanto ai sondaggisti per capire quanti punti si guadagnano nel voto cattolico. Ignorando che buona parte del mondo cattolico, nelle stesse condizioni, si sarebbe comportato come Beppino Englaro.
(Roberto Cotroneo - L'unità)
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