lunedì 15 giugno 2009

La polemicuccia sul referenduccio balneare - di Charly Brown

Ricevo da Charly queste considerazioni sui referenda, e le pubblico volentieri, anche, o forse "proprio perchè", non coincidono con le mie. E' interesse di noi tutti che non cantiamo in coro, ma che offriamo un quadro delle diverse posizioni, che alla fine ci aiuti a fare la scelta migliore, o almeno più informata. Tafanus

Charly-brown Porcata si. Porcata no. Questo in sintesi quanto il cittadino italiano sarà chiamato a decretare il 21 giugno prossimo venturo. Nel momento in cui scrivo, ad una settimana esatta dalla data stabilita, la maggioranza di noi non sa ancora che pesci pigliare. Nel senso che, se i  pesci debba andarli a pescare sul molo di Riccione o di Varazze o se invece pescarli rinchiudersi per qualche minuto in una afosa cabina elettorale e far fruttare quei 400 milioni che comunque, in parte, anche sono usciti dalle sue tasche ed infine per cercare di rispondere ponderatamente e secondo coscienza, a quanto sopra.

Invero, se la domanda si fosse limitata ad un si od un no, circa l’opportunità  di abolire la legge Calderoli – porcata, per gli amici – non vi sarebbe stato dubbio alcuno. A parte i sostenitori della Lega, non vi sarebbe stato nessuno, o quasi, interessato a mantenere in vita il suino espiatorio. Le cose invece si sono messe in un assetto ingarbugliato: votare si, significherebbe non solo abolire la legge, ma aprire  una trappola amministrativa, che permetterebbe al partito di maggioranza relativa di salire al trono dell’italico bordello.

E’ evidente che allo stato attuale, anche se il Partito Dei Lestofanti non ha sfondato alle europee, secondo i pedonanopronostici, ottenendo il 178,1% dei voti, è messo ancora in una posizione di determinante vantaggio rispetto agli altri partiti. Questo è in pratica il grosso rischio della vittoria del si. Le cose, però, non sono necessariamente da pronosticarsi esclusivamente in questa direzione: gli scenari a seguito di una eventuale vittoria del si sono diversi e contrastanti. Il nodo della questione è insito nell’atteggiamento della Lega, che oggi arricchitasi di una buona secchiata di voti, potrebbe mettere in crisi il governo (sport ben conosciuto sia ai radicalismi di destra, quanto a quelli di sinistra)  e portarci prematuramente ed impreparati a elezioni anticipate. Ciò significherebbe la definitiva bastonata alla democrazia ed il Paese d’o sole, andrebbe ad ingrassare definitivamente le fila dei paesi canaglia, con tanto di dittatore in divisa da bertuccia e berretto a tuba con visiera, alla De Grulle, per apparire più  imponente.

Questa squallida visione, tuttavia, annovera una solida alternativa: Bossi sarà un tantino cerebroleso, ma fesso del tutto non lo è ancora. Anzi sembra che le sue capacità cerebrali stiano migliorando. Così che, prima di far cadere il governo, dare lo scettro al cercopiteco e rischiare di mandare a rotoli il suo agognato federalismo, ci penserebbe non una, ma almeno 112 volte. Sulla scia di questo scenario, sono prevedibili risse intestine, polemiche interne, sgambetti reciproci fino ad esaurimento della pazienza del pio popolo-bove ed a rafforzamento e coalizione omogenea della Micronesia delle sinistre. (il che sarà da vedere, ma vabbè, facciamo finta di essere ottimisti).

La vittoria del no non è prevedibile in nessun modo. Non vedo per quale ragione uno si debba privare di una soleggiata deriva marittima per andare a dire che la troiata gli sta bene così.

Sulla vittoria del NI c’è da riflettere più a lungo. Anche se, credo, allo stato attuale delle cose sia la soluzione più probabile. Non che sia la più giusta, anche perché l’immobilismo mostra sempre, come la luna, la stessa faccia e nel nostro caso è  una faccia che diventa ogni giorno più brutta ed aggressiva. La coalizione Pdl/Lega è e rimane quanto di più deleterio e subdolamente malefico ci possa essere. Pur di disfare questo binomio devastante, sarebbe preferibile lasciare tutto nelle mani di un demente che si assumesse tutte le responsabilità del suo agire demenziale, autodistruggendosi anche nell’opinione di chi, se ne avesse una, sarebbe già morta di solitudine.

Le vie del referendum non sono infinite, ma solo due: si o al mare. La prima getta zizzania nell’idillio del cdx e annulla una porcata. La seconda lascia le cose come stanno e che Dio abbia misericordia del Popolo italiano.

(charly brown)

Nessun commento:

Posta un commento

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...

Tafanus: Ricciardi inchioda Meloni in Aula: “Ma cosa festeg...